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DIMMI CHE TATTOO TI FAI E TI DIRÒ CHI HAI UCCISO (LA VANITà DELLA PELLE) - - SCOPRIRE UN OMICIDIO “LEGGENDO” IL TATUAGGIO DI UN MEMBRO DI UNA GANG DI LOS ANGELES - ANTHONY GARCIA ERA SICURO CHE NON AVREBBERO CAPITO, MA IL SUO TORACE RACCONTAVA NEI DETTAGLI UN ASSASSINIO IRRISOLTO - LA POLIZIA CALIFONIANA ORMAI STUDIA E ARCHIVIA I TATUAGGI PER COMBATTERE IL CRIMINE…

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Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

Anthony Garcia

I tatuaggi nel mondo delle gang di Los Angeles non sono solo una moda. Rappresentano un segno di riconoscimento. Raccontano sulla pelle di chi li porta qualcosa che è avvenuto in un angolo del «barrio», il quartiere dove regna la banda. Svelano appartenenza al branco, passioni, amori e odio. E in qualche caso, come si dice in gergo, possono «parlare». È quello che è avvenuto con Anthony Garcia, membro della gang Pico Rivera 13. Hanno scoperto che era coinvolto in un omicidio irrisolto leggendo la scena che si era fatto tatuare sul petto.

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La storia - raccontata dal Los Angeles Times - potrebbe finire in qualche episodio di Csi. E inizia nel 2008 nel modo più banale possibile. Kevin Lloyd, agente dello Sceriffo della Contea, esegue un controllo «di routine». Sfoglia l'album con le foto che ritraggono elementi sospetti e i loro tatuaggi. È una specie di ricognizione che le squadre impegnate contro le bande giovanili eseguono di frequente.

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Fissi un volto, memorizzi il «logo» delle gang. Informazioni che tornano utili in caso di un fermo. Magari le ritrovi disegnate su un muro o sulla parete di un covo. Sono così importanti che quando i pandilleros sono arrestati, la polizia non solo prende le impronte digitali ma fa togliere loro le magliette per scattare delle foto dei tatuaggi. Un sistema che spesso ha funzionato.

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Scheda dopo scheda l'investigatore arriva al tatuaggio di Anthony Garcia, un tipo che ha alle spalle un lunga serie di precedenti ed è membro di una banda. La foto segnaletica mostra il giovane a torso nudo. Sul petto un elaborato disegno: luci natalizie, un lampione, la scritta Rivera Kills, un elicottero in miniatura che spara ad una nocciolina, una persona che impugna una pistola.

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Come in un puzzle, l'agente Lloyd scompone e ricompone i tatuaggi. Tutto tiene: la vignetta sembra raccontare un delitto irrisolto. Quello di John Juarez, 23 anni, ucciso a colpi di pistola nel 2004. Sulla scena dell'omicidio c'erano le luci natalizie e lo strano lampione. La frase Rivera Kills è un riferimento alla gang Rivera 13, la stessa di Garcia. La traiettoria dei proiettili è la stessa. L'elicottero, in inglese Chopper, indica sempre la banda. E «noccioline» sono gli avversari, quelli della Pico Nuevo.

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I dati sono interessanti e incredibili. Ma da soli non bastano. Kevin Lloyd lavora su passato di Garcia, studia il dossier, cerca di capire se possa esserci un collegamento tra il giovane e il delitto. È un sentiero da seguire. Può portare da qualche parte o finire in un vicolo cieco. Gli uomini dello Sceriffo si mettono in caccia per trovare Garcia.

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L'inchiesta conosce la seconda svolta quando, grazie a una soffiata, lo Sceriffo individua il ricercato. Viveva con dei conoscenti. Lo arrestano e lo trasferiscono al centro di detenzione di Norwalk. Lo lasciano «in ammollo» per qualche giorno e poi passano alla seconda fase del piano escogitando un trucco abbastanza consueto.

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Un agente si fa passare per il membro di una gang e viene messo nella stessa cella di Anthony Garcia al quale racconta di essere stato arrestato per tentato omicidio. Garcia si beve la storia, non sospetta nulla. Non ci mette troppo a raccontare le sue imprese all'interno della banda. Compresa quella più importante: la confessione dell'omicidio compiuto nel 2004. Il brutale assassinio di John Juarez. Il cold case è finalmente chiuso.

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Per gli investigatori Anthony Garcia avrebbe deciso di farsi tatuare la scena del delitto perché era sicuro che non avrebbero mai capito. Al disegno iniziale ha fatto poi aggiungere altri dettagli. «Non si è trattato di una mossa improvvisa o di una sbruffonata. Ci ha pensato», affermano gli agenti della Contea. A tradirlo è stato un insieme di circostanze in parte casuali. Ma soprattutto la memoria e l'intuito dell'agente Lloyd.

 


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