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EL NEGRITO RENDE OMAGGIO ALLA “LEADERSHIP” DEL BANANA! - LA CAMPAGNA LIBICA DEL PORTABORSETTE DI CARLÀ E DI OBAMA è TALMENTE FALLIMENTARE, SOPRATTUTTO POLITICAMENTE, CHE SONO COSTRETTI A CHIEDERE AIUTO AL CAVALIER POMPETTA PER FARLA FINITA CON GHEDDAFI - GRAZIE AL BUNGA BUNGA, TENDE A VILLA PAMPHILI, HOSTESS COL CORANO IN MANO E PATETICI LECCAMANO, SIAMO DIVENTATI GLI UNICI CON LE CONOSCENZE PER SCOVARE I BLINDATI NASCOSTI NELLE CITTÀ E “ILLUMINARE” GLI OBIETTIVI DELLA NATO…

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Maurizio Molinari per "La Stampa"

Berlusconi e Obama

La necessità di un maggiore impegno europeo, il ruolo degli italiani per riconoscere gli obiettivi, la capacità di resistenza del colonnello e le pressioni a cui è sottoposto dal Congresso sono i motivi che hanno spinto Obama a ringraziare Berlusconi per l'impegno ad assicurare un più consistente ruolo del nostro Paese nell'operazione Unified Protector. Entrambi hanno convenuto, come ha reso noto la Casa Bianca dopo il colloquio telefonico, che «una pressione supplementare è necessaria per rafforzare la missione di protezione dei civili» in Libia.

Il premier si è impegnato ad autorizzare gli attacchi «aria-terra» e Obama ha reso omaggio alla sua «leadership» nella crisi libica, sottolineando l'importanza della riunione a Roma il 5 maggio del Gruppo di Contatto incaricato di coordinare ulteriori sostegni ai ribelli.

Sarkozy e Obama in corsa verso i microfoni per la conferenza stampa alla Casa Bianca

Sono toni e termini che descrivono l'importanza del ruolo dell'Italia per Washington sullo scenario libico, dietro il quale c'è anzitutto la difficoltà degli europei a condurre le operazioni di attacco senza l'attivo sostegno dell'Us Air Force, evidenziata dall'ammissione di Londra e Parigi di non avere aerei e bombe di precisione a sufficienza. Ma ciò che più preoccupa il Pentagono è che «la guerra sta lentamente scivolando a favore di Gheddafi» come osserva Jeffrey White, ex analista dell'Intelligence in forza al Washington Institute.

«Il conflitto è in una situazione di stallo sul fronte orientale a Ajdabiya e in quello occidentale a Misurata spiega White - ma è uno stallo che tende a favorire Gheddafi perché le sue truppe hanno adottato efficaci contromisure ai raid dell'Alleanza».

libia

In particolare le unità di lealisti e mercenari «usano mortai e artiglierie per attirare i ribelli in aree densamente popolate spostando i combattimenti dove la Nato esita a colpire nel timore di causare vittime civili» e adoperano «veicoli leggeri» per essere meno identificabili. Da qui lo scenario di un conflitto prolungato in aree popolate dove le forze del colonnello sono in grado di far pesare armi migliori e maggiore addestramento. La decisione di Gran Bretagna, Francia e Italia di concordare l'invio di consiglieri militari a fianco dei ribelli «non ha mutato il corso degli eventi - osserva James Linday, esperto di strategia del Council on Foreign Relations - perché si tratta di un massimo di 60-70 uomini».

Guerra in Libia

Per rendere più efficaci gli attacchi aerei della Nato bisogna consentirgli di identificare con precisione gli obiettivi. «Ciò che serve in questa fase è la capacità di riconoscimento e gli italiani sono in grado di garantirla», spiega una fonte militare alleata a Bruxelles, sottolineando come «l'Italia non dispone di un arsenale di bombe sofisticate mentre ha le potenzialità che mancano ad altri per identificare cosa colpire».

Guerra in Libia

In concreto ciò significa che reparti speciali e intelligence italiana sono in grado di «illuminare» gli obiettivi agli aerei Nato. È verosimile dunque che di questo abbiamo parlato Obama e Berlusconi, pur continuando nei comunicati a riferirsi solo a «missioni per colpire obiettivi a terra» per tutelare la sicurezza di chi sarà impegnato in «missioni di riconoscimento« che sono ad alto rischio.

BERLUSCONI, BACIAMANO A GHEDDAFI

Ma non è tutto: se il presidente vuole accelerare la sconfitta di Gheddafi è per quanto sta avvenendo a Washington, dove l'opposizione repubblicana lo incalza accusandolo di «non voler vincere la guerra». Lindsey Graham chiede al Pentagono di «tagliare la testa del serpente bombardando Gheddafi e i suoi consiglieri». E il fatto John McCain sia andato a Bengasi per definire i ribelli «i miei eroi» ha aumentato il timore di un indebolimento dell'immagine pubblica del presidente.

 


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