Ugo Magri per "La Stampa"
GHEDDAFI BERLUSCONIE ora a Bossi chi glielo va a dire? Nessuno l'ha informato della telefonata di Obama, nonostante Palazzo Chigi sapesse con 24 ore di anticipo che il presidente Usa si sarebbe fatto vivo (addirittura, una bozza di comunicato stampa era già stata stilata dai diplomatici). Maroni è caduto dalle nuvole al telefono con La Russa. L'unico leghista ad avere con largo anticipo sentore degli sviluppi era stato Calderoli, sempre con le orecchie dritte. Però chi l'aveva informato era stato respinto con un «ma dai, figurati se Berlusconi davvero manda i nostri aerei a bombardare...».
MARIO DRAGHIInvece Silvio li ha mandati. Contraddicendo agli occhi dell'alleato padano tutto quanto aveva sostenuto finora. E nonostante gli fosse ben chiaro il pensiero di Bossi, illustrato durante l'ultimo Consiglio dei ministri: «La Costituzione ci vieta di entrare in guerra. E noi abbiamo già inflitto, con il colonialismo, troppe sofferenze al popolo della Libia. Per quanto ci riguarda, non avremmo dovuto nemmeno mettere a disposizione le basi. Ma di armare gli aerei, non se ne parla...».
SARKOZYSi annuncia per il governo un passaggio da brivido. La formula adottata («aumentare la flessibilità operativa dei velivoli») è sufficientemente ambigua per lasciare margini al compromesso. Inoltre le Camere verranno solo «informate», dunque non ci sarà teoricamente bisogno di un voto in aula. Probabile che lo scontro politico venga condotto a livello di Commissione. Decisivo sarà il ruolo dell'opposizione, e dei centristi in speciale misura. Tuttavia, ben che vada a Berlusconi, lo schiaffo al Carroccio è di quelli destinati a lasciare il segno.
Tanto più che dalle parti di via Bellerio a Milano aleggia un sospetto, quasi una certezza: la svolta bellicista del Cavaliere non è stata imposta da Obama, bensì adottata in previsione del vertice odierno con Sarkozy. E sottintende una sorta di scambio con il presidente francese, un «do ut des» che avrebbe come contropartita dei nostri missili non lo sblocco del contenzioso sugli immigrati, ma il lasciapassare dell'Eliseo a Draghi, governatore di Bankitalia e candidato a guidare la Banca centrale europea.
CALDEROLI FIAMMENiente di peggio, nell'ottica della Lega: le ragioni dei popoli sacrificate a quelle della finanza. Il bello è che fino a quattro giorni fa il Cavaliere la pensava esattamente come Bossi. «Mai e poi mai le bombe sulla Libia», alzava la voce nelle riunioni ministeriali, «abbiamo ricostruito quel Paese e adesso non possiamo raderlo al suolo».
Tuttavia le sue certezze avevano incominciato a vacillare mercoledì scorso, dapprima al telefono col britannico Cameron, e poi nell'incontro con il senatore americano Kerry. Un peso l'ha esercitato La Russa, con un suo ragionamento che nulla ha di guerrafondaio, semmai s'iscrive al realismo politico: «Di fronte a una catastrofe umanitaria di tali proporzioni, puoi tenertene fuori soltanto se gli altri non insistono. Ma se ti chiedono con fermezza di intervenire, come fai a tirarti indietro?».
È l'argomento con cui Silvio tenterà di placare l'Umberto, non potevo fare diversamente gli dirà. Parlerà di «carneficina» a Misurata, riferirà quanto ha saputo dal ministro della Difesa, cioè che perfino i chirurghi di Emergency sono ripartiti via mare dalla città sotto assedio, Gino Strada non se l'è sentita di esporli ulteriormente.
BOSSIProverà ad aggiungere, il Cavaliere, che solo i nostri aerei sono dotati dagli strumenti che tutti gli altri ci invidiano, Stati Uniti compresi, missili ad altissima precisione, per cui il rischio di colpire civili è veramente basso, non saremo noi a fare vittime innocenti... Facendo forza a se stesso, Berlusconi spiegherà che gli insorti ci supplicano, «fate qualcosa» è la loro richiesta, e che dire no in queste condizioni potrebbe sembrare un atto di egoismo dovuto a calcoli di politica interna.
Ma allo stato delle informazioni che giungono dalla Lega, la risposta di Bossi è un'incognita politica vera. Allarga le braccia Calderoli: «Chi può sapere come reagirà? Io no di certo». E se non lo sa lui...