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PARTITO DEMOCRATICO E MAI ARRIVATO - A NAPOLI IL SUPER-CANDIDATO PM CANTONE Dà UNA SUPER-SòLA A CULATELLO BERSANI (DE MAGISTRIS GODE) - NELLA PIA MILANO TRIVULZIA, IL SASSO (CINZIA) TIRATO IN FACCIA A PISAPIA, Dà FIATO A MESTIZIA MORATTI, CHE POTREBBE ESSERE INDEBOLITA SOLO DA UN CANDIDATO DEL TERZO POLLO - A TORINO, SCAZZI ANCORA PRIMA DELLE PRIMARIE DI DOMENICA. LO SFIDANTE DI FASSINO, AMATO DA CICCIO FIORONI, ACCUSA IL PD: “SE VINCO IO, LE ANNULLANO”…

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Tommaso Labate per "Il Riformista"

PIERLUIGI BERSANI

La tensione di Torino, l'Affittopoli di Milano e ora anche la paura del ritorno del caos a Napoli. Martedì, in un incontro a quattr'occhi che doveva rimanere riservato, Raffaele Cantone ha opposto a Pier Luigi Bersani il suo gran rifiuto: «Non mi candido a sindaco».

L'uomo della provvidenza, l'unico candidato che avrebbe potuto ricomporre il complicatissimo puzzle partenopeo, si chiama fuori. Raffaele Cantone l'ha annunciato al leader del Pd martedì. E ieri, nel corso di un'iniziativa pubblica a Napoli, il magistrato che ha messo alla sbarra il clan dei Casalesi ha mostrato qualcuna delle ormai pochissime carte coperte rimaste sul tavolo.

Andrea Cozzolino

«Ho già detto tutto, non c'è nient'altro da aggiungere», ha scandito. E ancora: «Non ho mai detto cose diverse da quello che ho sempre detto. Del resto», ha aggiunto chiamando come "testimone" il commissario del Pd di Napoli, «Andrea Orlando ha detto che io ero indisponibile rispetto alla candidatura». Per cui, «non capisco tutto questo clamore. Se voglio dire qualcosa, troverò il modo di dirla».

Anche per arginare la corsa al rialzo di Antonio Di Pietro, che vuole lanciare nella mischia Luigi de Magistris, i dirigenti del centrosinistra campano sottolineano che c'è ancora qualche spiraglio che può portare a un ripensamento di Cantone. Tra l'altro, col magistrato in campo - che avrebbe avuto in tasca anche il sostegno del Terzo Polo (Gianfranco Fini è uno dei suoi più grandi ammiratori) - la vittoria della Santa Alleanza a Napoli sarebbe stata scontata. Invece niente. Come ha avuto modo di confidare Bersani ai fedelissimi, non ci sono più speranze: «Cantone non scenderà in campo. Adesso impegnamoci tutti insieme a evitare il caos».

antonio di pietro idv

Fosse facile. L'uscita di scena dell'ex pm della Dda del capoluogo campano rischia di portare l'orologio del centrosinistra a un mese fa. Alle contestatissime primarie che hanno prodotto la vittoria (altrettanto contestata) del bassoliniano Andrea Cozzolino e i ricorsi in blocco degli sfidanti, guidati dal secondo classificato Umberto Ranieri. A Napoli escludono che l'europarlamentare, che aveva fatto il passo indietro per agevolare la «ricerca di un candidato comune», possa tornare sulla barricate.

Ma chi ha raccolto i sussurri all'interno del suo entourage giura che il dossier è tutt'altro archiviabile. Col risultato che una nuova frammentazione nel centrosinistra può avegolare sul fronte opposto la nascita di una candidatura forte. Come quella di Mara Carfagna, insomma, insolitamente "silenziosa" dopo lo scontro frontale col coordinatore del Pdl Nicola Cosentino di qualche mese fa.

de magistris

Se da Napoli torna a spirare il vento di guerra, a Milano una situazione che s'era messa in discesa è stata (leggermente?) compromessa dall'Affittopoli del Pio Albergo Trivulzio. Ovviamente, dentro i confini del centrosinistra nessuno pensa che l'appartamento della compagna Cinzia Sasso possa mettere in difficoltà una candidatura autorevole come quella di Giuliano Pisapia. Ma lo "scivolone", lieve o meno che sia, è agli atti. E rischia di ridurre, anche se di poco, le chance di trascinare la ballottaggio il candidato del centrodestra Letizia Moratti.

lbrtrntn38 umberto ranieri

Resta una speranza. La discesa in campo di un candidato terzopolista autorevole - dopo il no di Umberto Ambrosoli e la riconversione berlusconiana di Luca Barbareschi, il tridente Fini-Casini-Rutelli sta pensando a Bruno Tabacci - potrebbe portare Pdl e Lega al terzo turno. Alimentando le speranze che «le prove tecniche di Santa Alleanza», come le chiamano i bersaniani (peccando leggermente di ottimismo), possano arrivare a contendere al tandem Berlusconi-Bossi nientemeno che la capitale del Nord.

cinzia sasso e pisapia1

Ma prima dell'incubo di Napoli e delle turbolenze di Milano, Bersani deve affrontare il nodo Torino. Dopo l'intervista rilasciata al Riformista dall'outsider Davide Gariglio («Se vinco io, lavoreranno per annullare le primarie»), l'atmosfera sotto la Mole si è surriscaldata. I destini del quartier generale del Pd nazionale sono appesi alla vittoria di Piero Fassino, comunque dato per favorito dai bookmaker. L'ex segretario dei Ds confida in un'alta partecipazione al voto, anche se domenica il meteo del capoluogo piemontese annuncia pioggia.

SINDACO LETIZIA MORATTI

«Sotto il 35mila votanti, Gariglio ha possibilità di vincere», spiegano dal Pd torinese. Ma qualche stranezza, nella vigilia della consultazione torinese, si registra. Sergio Chiamparino, uno degli sponsor principali di Fassino, sembra più lontano dai riflettori. Mentre a Roma c'è chi, come Beppe Fioroni, ha confidato agli amici il suo «tifo spassionato» per Gariglio. Ed è un indicatore non da poco, l'ex ministro della Pubblica Istruzione. Non foss'altro perché è l'esponente della minoranza più esposto nella battaglia quotidiana contro Bersani.

 


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