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ANDATE A LAVORARE! - LA CAMPAGNA DI ROTTAMAZIONE DI RENZI ADESSO SI ALLARGA AI SINDACATI - IL SINDACO YUPPIE MEDITA LA BISCHERATA DECISIONISTA DI TENERE APERTI I NEGOZI IL PRIMO MAGGIO, IN BARBA AD OGNI NEGOZIAZIONE PREVENTIVA - LA SCAMUSSATA DELLA CGIL NON CI STA A PRENDERE LA SBERLA IN UNA REGIONE ROSSA E PROCLAMA LO SCIOPERO, D’ACCORDO CON LE ALTRE SIGLE - CULATELLO BERSANI TACE E INCASSA: LA LEGGE PER LA LIBERALIZZAZIONE DEGLI ORARI DEI NEGOZI PORTA IL SUO NOME…

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Dario Di Vico per il "Corriere della Sera"

Nel Pd finora era stata considerata una questione tutto sommato marginale, ma da qui al Primo Maggio la querelle sull'apertura festiva dei negozi e dei grandi magazzini è destinata a catalizzare l'attenzione e avere più di qualche eco nella campagna elettorale. I protagonisti di quello che si annuncia come un duello rusticano a sinistra sono il giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi e la Cgil di Susanna Camusso.

renzi matteo

Mentre Renzi è per la libertà dei commercianti di tenere aperto il giorno della festa del Lavoro, il sindacato ha lanciato da tempo una campagna contro il lavoro domenicale e figuriamoci se può transigere sulla sacralità politica del Primo Maggio. Di conseguenza ha indetto, con l'appoggio (tutt'altro che scontato) delle organizzazioni di categoria di Cisl e Uil, uno sciopero del commercio in tutta la Toscana. Per rafforzare la protesta e mettere in difficoltà Renzi, la Cgil ha convocato per il 29 aprile proprio a Firenze l'assemblea nazionale dei lavoratori della grande distribuzione che sarà chiusa dal segretario generale Camusso.

E che vedrà sul palco addirittura il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il quale da tempo ha promesso ai sindacati di promulgare una legge anti-deregulation che in qualche modo vincoli maggiormente i Comuni. E che dunque metta le briglie al primo cittadino di Firenze considerato troppo filocommercianti. Renzi dal canto suo non fa mistero di non amare i sindacati e la concertazione. Durante il suo mandato non ha perso occasione (riorganizzazione asili nido, regole per gli ambulanti, zona a traffico limitato) per ribadire il piglio decisionista e per cancellare i riti della negoziazione preventiva con le categorie, considerati invece inviolabili in una regione rossa.

camusso

In una recente intervista al Sole 24 Ore, il sindaco ha anche esplicitato la sua visione del sindacato considerato né più né meno come «una casta» . Renzi sostiene che la metà dei sindacalisti «dovrebbe tornare a lavorare», che la Cgil ha un sistema «di finanziamento e rendicontazione particolare» e che i confederali tanto rappresentativi del lavoro poi non lo sono, visto che per oltre il 50%gli iscritti vengono dai pensionati. Alla decisione di Cgil-Cisl-Uil di indire lo sciopero inizialmente solo per Firenze il sindaco ha replicato che si trattava di un'agitazione «ad personam» e poi maliziosamente ha aggiunto di non aver creato lui le regole per la liberalizzazione delle aperture dei negozi, bensì di averle recepite da una legge che porta il nome dell'attuale segretario del Pd ((l'ex ministro Pier Luigi Bersani).

PIERLUIGI BERSANI

È vero che Renzi ha avanzato alla Cgil una proposta di mediazione, far lavorare il Primo Maggio solo gli interinali e non le commesse assunte a tempo indeterminato, ma i sindacalisti l'hanno letta come un'ulteriore provocazione. «E quando è troppo, è troppo» ha commentato Franco Martini, segretario generale della Filcams Cgil. Incassando subito dopo la solidarietà del «grande vecchio» della cooperazione toscana Turiddu Campaini, che ha fatto sapere che comunque lui non aprirà i supermercati Coop il giorno della festa del lavoro.

enrico rossi al seggio elezioni regionali

Con questi presupposti (e anche se a Firenze non si vota) lo scontro tra Cgil e Renzi è destinato a movimentare ancora una volta la scena interna al Pd. Se infatti il sindaco fa, come sembra, del dissidio con la Cgil una sorta di campagna per la rottamazione bis, il sindacato diretto dalla Camusso non ha nessuna intenzione di arretrare. E anzi interpreta il no al lavoro festivo come «una riflessione sui modelli di consumo» , caricandolo dunque di una valenza politico culturale decisamente in contrasto con l'impostazione liberista del sindaco. Da Roma i vertici del Pd cercheranno di confinare la tenzone a livello locale ma è difficile che il segretario Bersani non venga tirato in ballo per difendere l'omonima legge.

 


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