1- IL SINDACO CONTROMANO...
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"
Piccola apocalisse capitolina domenica scorsa al Circo Massimo dove, per celebrare il Natale di Roma, come piace al centrodestra, erano confluiti in corteo oltre mille figuranti mascherati da centurioni, senatores, matrone e legionari, pure con macchine da guerra semi-mobili e chioschi-gazebo per la porchetta. Sennonché, tutto intorno all´anello che delimitava la rappresentazione, come in film di Fellini si è venuto a creare un mostruoso ingorgo, dal cui interno gli inferociti automobilisti e i loro cari hanno preso a inveire contro il carnevale imperial-trash.
Intanto il sindaco Alemanno, recuperato da un autista in scooter in una discoteca dove stava galvanizzando certi movimenti pure ispirati alla romanitas, cercava di attraversare l´immane massa di lamiere per andare a deporre una corona di fiori sotto la statua di Giulio Cesare ai Fori Imperiali. Quando gli automobilisti imbottigliati l´hanno riconosciuto, improperi, maledizioni e trombe di clacson si sono levate al cielo come nel giorno del giudizio. A quel punto Alemanno si è tolto il casco e secondo un´accomodante mitologia si è messo lui a dirigere il traffico. «Ci vuole un po´ di buonsenso» pare che abbia spiegato ai vigili facendo defluire le automobili contromano.
giuseppe cruciani2- L'IMPORTANZA DEL BACIO...
Patrizia Valduga per "D - la Repubblica"
Periodicamente si segnala l'importanza del bacio come benefico scambio di batteri tra due sistemi immunitari e come test di compatibilità erotica tra due sistemi nervosi. L'argomento appassiona molto le donne, mentre lascia perlopiù indifferenti gli uomini, perché perlopiù indifferenti ai preliminari. Trovo meraviglioso poter ricevere da un bacio molte informazioni biologiche sul baciatore, poter capire chi è, cosa vuole e cosa è in grado di dare. Ma poi, cretina, non ne tengo nessun conto, e resto fatalmente delusa.
Se il bacio prefigura la penetrazione, cosa diavolo potrei mai aspettarmi da chi neanche mi mette la lingua in bocca? Avendo avuto nella mia vita la fortuna di essere stata baciata da uomini di diverse generazioni, non senza qualche rimpianto, affermo che i nati negli anni 40 e 50 lasciano molto a desiderare. O sono particolarmente sfortunata, o la sublime arte del bacio è in via di sparizione.
3- HABEMUS NORCINUS
Nanni Delbecchi per "il Fatto Quotidiano"
Mirabile visione osservare la nascita dal nulla di una stella televisiva, come se nel firmamento scattasse all'improvviso un passaparola astrale, senza alcuna spiegazione visibile, almeno a occhio nudo. Come se la divisione tra reti, canali e programmi fosse puro teatro dell'illusione e la sola verità consistesse nell'entrare a far parte della grande famiglia degli ospiti intenti a scambiarsi inviti e cortesie.
Questo è stato l'anno luce di Giuseppe Cruciani, un baldo giovane molto amato da Giuliano Ferrara e dai suoi amici, già autore di un libro in cui spiegava che il ponte sullo Stretto andava fatto; e che di ponti, in verità, ha l'aria di intendersene parecchio.
Partito da Radio 24, dove conduce un programma quotidiano con spigliata strafottenza e apparente terzismo, la sua stella è sorta in tv un po' dappertutto, nelle vesti di opinionista semplice o in versione deluxe (il cosiddetto "ospite fisso"), ruolo assunto dal Cruciani in salotti che più diversi non si può, da "Tv Talk" (Raitre), fino a "Controcampo" (Rete 4).
Poi il pontiere ha saltato il fosso, ed è passato alla conduzione anche in video. In "Complotti" (La7), Cruciani demoliva ogni dietrologia usando la dietrologia, nell'applicazione del noto sillogismo berlusconiano: dietro ogni accusa verso un supposto delinquente in realtà si nasconde un complotto ai suoi danni, se non una persecuzione.
Adesso su Current Tv è appena partito "Il tritacarne" (il venerdì alle 23), dove campeggia un Cruciani versione pulp. Solo all'inizio, per qualche breve istante, ci appare in camicia bianca, seppure senza maniche rimboccate (prendendo le distanze da Bersani, e soprattutto da Piroso).
Sallusti e Santanche da ChiDopodiché, con faccia truce, lo vediamo indossare un camicione sporco di sangue, infilare guanti di guttaperca e impugnare un coltellaccio che deve essere lo stesso usato da Alba Parietti nel film "Il macellaio". Una vestizione simbolica, intesa a farci capire che "Habemus Norcinus", e che il conduttore non avrà riguardi per nessuno, anzi, farà a pezzi ogni potente vivisezionando le sue apparizioni in radio, tv, internet. Nella prima puntata, subito una coltellata al cerchio e una alla botte: prima tocca alla berlusconiana Daniela Santanchè, poi al dipietrista Luigi De Magistris.
Si potrebbe osservare che la tecnica di difesa rinfacciata da Cruciani alla Santanchè ("Lo vedete, così fan tutti, chi è senza peccato scagli la prima pietra", eccetera) è esattamente la stessa da lui usata poco dopo per distruggere De Magistris; e si potrebbe aggiungere che questo è un chiaro elemento di continuità con il Cruciani radiofonico, quello che finge di essere al di sopra delle parti e invece sa benissimo da che parte stare.
Ma dal punto di vista televisivo, ciò che balza agli occhi è ben altro, e forse è questa la strada giusta per capire quale sia la più divorante passione del nostro uomo. Il teatrino del camice e del trinciapollo è solo uno specchietto per le allodole, un modo per appaltare al volto truce e sofferto di Cruciani medesimo una buona metà dello schermo, chiunque sia l'oggetto dei suoi strali. Occhi, naso, bocca, riccioli ribelli... primissimi piani e dettagli cubisti, futuristi, picassiani... "Il tritacarne", da questo punto di vista, chiude il cerchio. Finalmente un programma dove il conduttore può fare a meno degli ospiti, perché non fa che ospitare se stesso.