1 - STA PER CADERE IL MURO DI BETTINO? A SINISTRA C'E' ARIA DI CRAXI
Francesco Persili per "Il Riformista"
La diaspora infinita. Dopo che Stefania Craxi ha invitato il premier a fare "un passo indietro", l'ex socialista La Ganga, candidato del Pd a Torino, si augura che la base del Garofano pro Berlusconi "ritrovi la sua collocazione naturale all'interno del centrosinistra", mentre a Milano, la città di Craxi, il candidato sindaco Pisapia, imbraccia la bandiera del socialismo municipale di Aniasi e Tognoli per sfidare Letizia Moratti.
Almeno a Milano, il muro di Bettino, la barriera rossa che ha separato socialisti craxiani ed eredi del Pci, è sul punto di cadere?
TREMONTIQuella che l'ex portavoce del Psi, Ugo Intini, definì "la guerra civile a sinistra" è una ferita che si apre con i fischi di Verona a Berlinguer al congresso del Psi, con Craxi che si rammaricò solo del fatto "di non saper fischiare", per diventare "un dialogo tra sordi" tra il leader socialista e l'ultimo segretario del Pci, Occhetto, che sul palco di Rimini, all'atto di fondazione del Pds, provocò la Bolognina: "Ma chi è Craxi?", che nelle intenzioni del migliorista Napolitano, avrebbe dovuto "iscrivere il nuovo partito nell'orizzonte del socialismo europeo", apre una stagione di dialogo e polemiche.
Craxi incontra sul camper a Milano nel 1992 due quarantenni di Botteghe Oscure, D'Alema e Veltroni, il segno di un disgelo, che diventa "non ostilità' quando si discute dell'ingresso del Pds nell'Internazionale socialista.
STEFANIA CRAXIMa la jacquerie del Raphael e Tangentopoli sbarrano la strada al progetto craxiano di unità socialista. Intorno al nome di Craxi si scavano trincee, la galassia socialista si frantuma, tra chi sceglie Silvio e la sinistra si alza un muro, anche se qualcuno prova a buttarlo giù. tenta l'ex presidente della Camera, Violante, che definisce l'ex leader socialista "un capro espiatorio", e scava: "Craxi insistette sulla Grande riforma istituzionale, Berlinguer sulla questione morale.
Se Berlinguer, e noi con lui, avessimo capito l'importanza del tema e Craxi la centralità della questione morale, forse la storia sarebbe stata diversa". Sulla stessa lunghezza d'onda, Piero Fassino, nella sua autobiografia, Per passione, in cui riconosce a Bellino il ruolo di modernizzatore, ben più di Berlinguer: "Craxi ha uno spiccato senso dell'identità socialista". Amava dire: "I comunisti non sono a sinistra, ma ad est" e puntava ad accrescere le difficoltà del Pci.
La GangaNel mirino dell'ex segretario dei Ds finisce la strategia dell'alternativa democratica e la "deriva solipsistica" che si impadronì del partito: "Il Pci non appare capace negli anni Ottanta di affrontare il tema della modernizzazione dell'Italia, spingendo così ceti innovativi e produttivi verso chi, come Craxi, dimostra di comprenderli".
Il duello Berlinguer-Craxi, iconizzato dall'ex segretario Ds nella metafora di una partita a scacchi, mette l'erede di Nenni che interpreta "le domande di dinamicità di una società che cambia" davanti al Pci "che vede nei cambiamenti un'insidia". Fassino sferza chi "guarda con ostilità a tutto ciò che si muove". Il fine è niente, il movimento è tutto, come disse il revisionista Bernstein, che Craxi utilizza per mandare in soffitta il marxismo.
CARLO TOGNOLIAnche Walter Veltroni, che pure ai tempi della prima guerra in Iraq, disse di preferire Tina Anselmi ai socialisti, trova spazio nelle sue lezioni sulla bella politica per la "fermezza e l'autonomia" con cui Craxi difese a Sigonella "il principio della nostra sovranità nazionale".
Nel 2009, il primo segretario del Pd ribadì, che "Bettino Craxi fu l'unico uomo del suo tempo che seppe interpretare i cambiamenti della società italiana". Veltroni guarda alla sua capacità di fare del Psi "un partito fluido, moderno, capace di raccogliere anche ciò che non è omogeneo a sé", prima di criticare Craxi sul referendum del 1991. "Anziché dire "andate al mare", avrebbe dovuto usare quella leva per promuovere il bipolarismo".
Massimo D'Alema, che pure non fu risparmiato dagli strali di Ghino di Tacco sull'Avanti, ricorda di aver smesso di combattere Craxi "quando ricevette il primo avviso di garanzia" e, da capo del governo, si disse favorevole a "un atto unanitario" per consentirgli di tornare in Italia e curarsi. Uno dei lothar dalemiani, Fabrizio Rondolino, la mise giù piatta: "Le innovazioni del craxismo sono diventate vangelo per la sinistra. Per questo non possiamo non dirci craxiani".
0gus29 claudio martelliTutto torna, qualcosa resta. Milano, la città laboratorio di quell'alleanza Dc-Psi, voluta da Albertino Marcora e da Craxi, che anticipò di tre anni il primo governo di centro-sinistra, diventa ancora una volta crocevia dei destini della politica nazionale. Non basterà a chiudere la diaspora, ma il dialogo di Pisapia con i socialisti può servire. A (ri)aprire il cantiere dell'unità socialista, e a tirare giù, a 20 anni da Tangentopoli, il muro di Bettino.
2 - LA CALATA DI MARTELLI SU SIENA: "NELLA PATRIA DEL MONTEPASCHI C'E' UNA DITTATURA". REPLICA IL PD: "L'EX MINISTRO HA DIETRO CALTAGIRONE CHE VUOLE PRENDERE LA BANCA"
Augusto Mattioli per "L'Unità - Toscana"
Si alzano i toni della polemica nella campagna elettorale di Siena città. Ad aprire il cannoneggiamento nei confronti del centro sinistra Claudio Martelli, capo di una lista che sostiene la candidatura di Gabriele Corradi assieme al nuovo polo e alle liste civiche senesi. Sotto accusa dell'ex ministro socialista il "sistema Siena" che a suo dire "è una dittatura nella quale non c'è stampa libera e indipendente" e nel quale chi critica viene emarginato.
Martelli ieri mattina ha tenuto all'Hotel Continental una conferenza stampa dai toni molto duri sulla situazione senese (tema dell'incontro "Esiste una dittatura a Siena?") che si è trasformata in un durissimo battibecco con Stefano Bisi, responsabile della redazione del quotidiano Corriere di Siena che secondo Martelli farebbe da sponda al sistema politico locale. "Lui (Bisi ndr,) difende il sistema Siena perché ne fa parte integrante, noi lo contestiamo. Lui chiama sistema, quella che io chiamo dittatura e che altri chiamano regime".
Pierluigi PicciniStefano Bisi ha reagito e il botta è risposta "tra due ex compagni socialisti" è stato pesante tanto che Pier Luigi Piccini, che sostiene la candidatura di Gabriele Corradi, ha cercato di buttare acqua sul fuoco. Ma le affermazioni di Claudio Martelli hanno già provocato reazioni polemiche da parte del Partito democratico che fuori dell'albergo in pieno centro storico ha fatto un esteso volantinaggio, critico nei confronti di Martelli chiedendosi se lui sia, con la sua lunga esperienza politica, il nuovo.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE"Claudio Martelli - è stata la risposta di Alessandro Mugnaioli, segretario comunale del Partito democratico - da quando è arrivato a Siena, non fa altro che offendere la città e i senesi. La sua presenza nella nostra città non è casuale né frutto di un amore o di un legame forte con Siena ma dimostra l'interesse di soggetti politici ed economici di carattere nazionale che sostengono la scalata di Piccini alla Fondazione Mps".
Giuliano PisapiaMugnaioli ha definito questo progetto pericoloso perché "lo voglio ricordare, Piccini è sostenuto da uno dei soci privati della Banca, ben noto per la sua potenza economica e per essere il primo finanziatore dell'Udc". Un riferimento preciso a Gaetano Caltagirone. Piccini oggi responsabile regionale dell'Api, alla scadenza del suo secondo mandato di sindaco del centro sinistra nel 2001 sarebbe dovuto passare alla presidenza della Fondazione Mps, progetto mai concretizzato.
Piero FassinoAlla presidenza dell'ente andò Giuseppe Mussari, oggi alla guida della Banca. Piccini viene visto da Mugnaioli come il vero manovratore della città. Ovviamente delle liste civiche ma anche della lista Sinistra per Siena (i cui dirigenti hanno criticato il sistema Siena) con la candidata a sindaco Laura Vigni che potrebbe attirare l'elettorato di quella parte della sinistra non favorevole alla politica del Pd. "Il duo Corradi e Vigni - attacca Mugnaioli - una ditta al servizio del manovratore Piccini".