Alessandro De Angelis per "il Riformista"
«Ora dobbiamo concentrarci sulle amministrative. Ho detto e ripeto che sono un test nazionale. Vedrete, ci metterò la faccia e ce la faremo anche questa volta». Carico. Determinato. Silvio Berlusconi convoca capigruppo e triumviri a palazzo per mettere a punto la road map delle prossime settimane.
Berlusconi riceve il premio Grande Milano dal sindaco Letizia Moratti e dal presidente della Provincia Guido Podesta ApE' sicuro che scendendo in campo direttamente è più che possibile la vittoria sia a Milano sia a Napoli. Vietato sbagliare: la mobilitazione deve essere totale. Per questo Berlusconi chiede una campagna capillare, come se fossero elezioni politiche. Seduto al tavolo coi suoi, prende carta e penna e fissa i punti: lettere a tutti gli elettori, parlamentari ventre a terra sul territorio, e gran finale con due manifestazioni, una a Milano il 7 maggio, poi a Napoli il 13. La sconfitta non può essere contemplata: «Dimostreremo - scandisce il premier - che la gente è con noi, daremo a questi signori che vogliono farci fuori l'ennesima dimostrazione di chi è il più forte».
berlusconi napoliIl Capo sente che dalle urne dipende il destino stesso del governo. E non è un caso che punta tutto sulla radicalizzazione dello scontro, sull'ennesimo referendum su se stesso, sulla resistenza alle procure: «Sono un perseguitato, questo dobbiamo far capire. E mentre io vengo bacchettato, nessuno dice niente su quelli che vogliono farmi fuori con ogni mezzo». A dimostrazione delle sue parole, mostra il dossier della persecuzione: numeri di processi, perquisizioni, che ha dovuto subire in questi anni.
Ogni dato una sferzata alle toghe: «Non dobbiamo indietreggiare nemmeno di un millimetro. Siamo in guerra, e dobbiamo far capire che si può stare da una parte sola: o con me o con i giudici».
ruby to bigEpperò lo spartito, suggeriscono i big del Pdl, deve essere alto: «Evitiamo incidenti col Colle - dice un azzurro presente al vertice - sennò ci complichiamo solo la vita, e rischiamo che non firmi nulla». Toni duri dunque, ma non incendiari. Il Cavaliere annuisce. Lo schema, sulla carta, pare raffinato: usate le fanfare della grande riforma, quella «epocale» per coprire la valanga di leggi ad personam già calendarizzate.
Le Camere non lavorano su altro: il processo breve - con prescrizione breve - da approvare in fretta al Senato (ieri ha iniziato l'iter in commissione), il processo lungo con la norma stronca Ruby da mandare al più presto alla Camera, le intercettazioni da mettere subito in rampa di lancio. Mentre tutto il pacchetto andrà avanti, Berlusconi agiterà la bandiera della riforma epocale nelle piazze; ad Alfano il compito di farla camminare in Parlamento: «Entro l'estate alla Camera deve passare la prima lettura».
Luciano SardelliPer evitare incidenti e blindare la maggioranza il premier ha messo mano al dossier rimpasto. Del resto il capogruppo dei Responsabili Luciano Sardelli, durante il vertice, non ha usato perifrasi: «Se non procediamo secondo gli accordi, il tappo rischia di saltare». Ma il mosaico è complicato. Sarà l'instancabile Denis Verdini a mettere a posto i tasselli nei prossimi giorni. Al momento i posti non sono sufficienti a soddisfare gli appetiti. L'idea è di un rimpasto in due tempi: dare una manciata di poltrone da sottosegretari ai Responsabili - cinque, tante sono le loro correnti - già la prossima settimana. Poi il resto. Lasciando libero un ministero per attirare gli ex An Ronchi e Urso.
ANDREA RONCHIMa per trovare una quadratura con i posti promessi anche ai pidiellini serve una legge, che consenta di sforare l'attuale quota sessanta. Napolitano a suo tempo non fu entusiasta della trovata. Proprio per evitare ulteriori incidenti viene scartata l'ipotesi di un decreto, e il premier ha intenzione di salire al Quirinale per illustrare la ratio dell'allargamento.
Ignazio La Russa, che sta seguendo la delicata questione, già fornisce un elenco di giustificazioni per convincere Napolitano: «Il ddl darà la possibilità ai ministri di fare i ministri e non di dover anche correre in Parlamento a rispondere». E poi: «Ci sono ministri che chiedono di avere un maggior numero di sottosegretari».
Vincino sul Foglio Casini e FiniInsomma si tratta di un problema di efficienza, più che di poltrone. Anche perché - per quanto famelici - i Responsabili servono, eccome. E non solo in Parlamento. I sondaggi del premier dicono che il Terzo Polo è determinante quasi ovunque. E le liste della cosiddetta terza gamba potrebbero essere utili per rosicchiare qualche voto: «Dovete presentarvi ovunque - ha detto il premier a Sardelli - e magari chiamarvi Terzo polo dei Riformatori». L'idea di "investire" sui Responsabili vale per oggi, ma soprattutto per le politiche, visto che Fini e Casini non sono affatto innocui, anzi.
I _Responsabili_ salva-CainanoMa i volenterosi non bastano. Al momento, con questo sistema elettorale, il Senato è a rischio per il Cavaliere. Per questo ieri è iniziata la lunga marcia della "nuova" legge elettorale. Il ddl che assegna su base nazionale, e non regionale, il premio di maggioranza è stato depositato ieri da Quagliariello: «Se passa - spiega un azzurro che sta seguendo il dossier - il terzo polo al massimo avrà diritto di tribuna ma non sarà determinante».