Filippo Sensi per "Europa"
cameron bigChi è quel leader politico nazionale che pensa che con le intercettazioni si sia andati troppo in là e che è tempo che i giornali si diano una regolata sullo "sputtanamento"? Esatto, indovinato: è Ed Miliband, il numero uno del Labour britannico. Che ha annunciato al Guardian che sarebbe ora di rivedere normativa e deontologia di chi fa informazione sotto il Big Ben.
Alla base della richiesta di Miliband c'è il caso News of the World, la corazzata domenicale dell'impero di Rupert Murdoch, sotto inchiesta e costretta a un umiliante mea culpa per avere ascoltato le telefonate di politici e celebrities varie: da Tessa Jowell e consorte, David Mills a Sienna Miller. «Quello che è capitato è davvero orribile» ha argomentato il leader laburista al quotidiano che più di ogni altro ha intrapreso una sorta di crociata contro lo strapotere mediatico di Murdoch in Gran Bretagna, tra tv e carta stampata.
Rupert Murdoch con telecomando SkyTuttavia, il rischio che la sollecitazione di Miliband possa trasformarsi in un frontale tra il giovane Ed, ancora a caccia di accreditarsi con i temibili media britannici, e il mondo dell'informazione, geloso della sua tradizione e delle sue prerogative, è altissimo.
La materia è di competenza della Press Complaint Commission, guidata dalla conservatrice Lady Buscombe: un organismo molto criticato per aver dimostrato assai poco mordente sul caso News of the World, per il quale il portavoce di David Cameron, Andy Coulson, ha dovuto lasciare Downing street.
Non si tratta, però - ha chiarito il leader laburista - di mettere la stampa sotto il tallone del governo, né di affidarsi al buon cuore dei direttori di giornale. Meglio una commissione di inchiesta indipendente, all'insegna dell'autoregolamentazione, lascia intendere Miliband: una sorta di panel con accademici ed esperti dell'informazione per fissare paletti condivisi.
ed milibandAnche una proposta così blanda diventa una notizia in casa del Labour: non fosse altro per il tormentato rapporto che i vari leader che si sono succeduti hanno mantenuto con Murdoch. Passando dal suo determinante sostegno a Tony Blair - forse il capolavoro dei suoi spin doctor con il sigillo dell'appoggio del Sun - al brutale trattamento riservato, invece, a Gordon Brown. Il rapporto tra la leadership laburista e la galassia del tycoon australiano è un tema politico: tanto che qualcuno ipotizza che per Miliband questo sia quasi un rito di passaggio, forse il suo primo, vero momento "clausola quattro" (dal nome dell'articolo dello statuto del partito, la cui cancellazione a metà degli anni '90 valse a Blair il battesimo di fuoco del New Labour).
Blair e Brown (Ansa)Attaccare, dunque, il gruppo di News of the World significa affrontare a viso aperto il governo conservatore, accusato di essere molto attento alle esigenze di Murdoch, come dimostra la recente vicenda BSkyB, la piattaforma satellitare rilevata da News Corp con il placet dell'esecutivo di Cameron.
Ancora pochi mesi fa, il nuovo responsabile della comunicazione di Miliband, Tom Baldwin, aveva addirittura messo per iscritto ai suoi parlamentari di evitare di strumentalizzare troppo l'affare delle intercettazioni illecite.
Una cautela forse dovuta al fatto che lo spin doctor, in passato, aveva lavorato per un giornale del gruppo Murdoch. O semplicemente per un eccesso di realismo, nel timore di un danno per Ed, a causa dell'atteggiamento troppo barricadero nei confronti di News Corp di qualche esponente del Labour.
Ora, questo dietro-front: si vedrà nelle prossime ore se sia una nobile battaglia di principio, un ballon d'essai ad uso del Guardian, un male minore contrattato con chi di dovere, una prova di maturità o un suicidio politico. Only Times - sì, anche il quotidiano è di Murdoch - will tell.