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LETTA chi? - NAPOLITANO DEPENNA IL NOME DEL GRAN VISIR DI PALAZZO CHIGI DAI PAPABILI SENATORI A VITA, MALGRADO IN QUESTI ANNI ABBIA RICUCITO DIPLOMATICAMENTE I CONTINUI STRAPPI DEL CAINANO - SULL’EMINENZA AZZURRINA PESA L’OMBRA DELLE INCHIESTE (DA BERTOLASO ALLA P4), CHE L’HANNO SFIORATO. E IL SOSPETTO CHE LA NOMINA SIA UN MODO PER PROTEGGERLO DA GUAI FUTURI - MA LO SCRANNO A PALAZZO MADAMA SERVIREBBE ANCHE A LIBERARE UN POSTO A CORTE, PRONTO PER L’EREDE: ANGELINO JOLIE ALFANO…

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Fabrizio D'Esposito per "il Fatto quotidiano"

bol58 giorgio cleo napolitano gianni letta

Venerdì scorso, il 15 aprile, Gianni Letta ha festeggiato il suo settantaseiesimo compleanno. Festeggiato per modo dire. Perché i giorni a cavallo della ricorrenza sono stati, per stessa ammissione del potente sottosegretario di Palazzo Chigi, "giorni incerti, affannosi e amari". Colpa degli ultimi, virulenti colpi di coda del Caimano, cui invano e con infinita pazienza, in anni di comune lavoro, l'abruzzese Letta ha tentato di dare un volto moderato.

GIANNI LETTA

Ma il "disagio" del Gran Visir del centrodestra ha pure una ragione strettamente personale, che porta dritta al Quirinale. Il capo dello Stato, infatti, avrebbe deciso di non nominarlo senatore a vita. Il dossier non è all'ordine del giorno. Né lo sarà nell'immediato futuro. Al Colle le richieste per un laticlavio a vita a Palazzo Madama sono una cinquantina. Giacciono tutte in una cartellina che Giorgio Napolitano non ritiene urgente prendere in considerazione.

NAPOLITANO

Le buste sono ancora sigillate. Tra cui, appunto, quella di Gianni Letta. Attualmente i senatori a vita sono sei. Due, in quanto ex presidenti della Repubblica: Ciampi e Scalfaro. Quattro di nomina quirinalizia: Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Rita Levi-Montalcini, Sergio Pininfarina.

In questi cinque anni del suo mandato, Napolitano non si è avvalso sinora del secondo comma dell'articolo 59 della Costituzione, che gli dà il potere di nomina dei senatori a vita. Cinque in tutto. E anche volendo applicare l'interpretazione restrittiva dell'articolo 59, che per prassi vuole che i senatori a vita non siano mai più di cinque (a parte gli ex presidenti), un posto per Letta ci sarebbe in ogni caso.

bertolaso

In merito, l'ambizione del premier-ombra del Cavaliere circola da mesi negli ambienti della maggioranza, confermata da un paio di esponenti dell'esecutivo. Ad alcuni non sfugge neanche l'opportunità di uno scudo per il sottosegretario, azzoppato da un serie di scandali che ne hanno offuscato l'immagine: dalla Protezione civile di Bertolaso alla cricca di Anemone, dalla ricostruzione de L'Aquila all'inchiesta napoletana sulla P4 che coinvolge Bisignani, intimo di Letta, senza dimenticare i guai di Guarguaglini a Finmeccanica.

Di qui il consolidamento di un'exit strategy che puntava al seggio a vita nel Senato presieduto da Renato Schifani, dove Letta avrebbe coronato il sogno di sedere accanto al suo antico maestro Giulio Andreotti. Non solo. Il risvolto politico dell'operazione prevedeva una reazione a catena nel primo cerchio berlusconiano. A cominciare dallo stesso premier. Nella recente cena coi giornalisti stranieri, il Caimano ha ripetuto il refrain di "Alfano successore e Letta presidente della Repubblica".

BERLUSCONI ALFANOe

In realtà, con il fedele braccio destro sistemato a Palazzo Madama (anche se Napolitano fu eletto capo dello Stato da senatore a vita), Berlusconi avrebbe potuto continuare a coltivare l'aspirazione, mai accantonata, di andare al Colle. Cosa, per esempio, di cui è convinto il leader dell'Idv Antonio Di Pietro che ripete spesso che B. "va fermato adesso a tutti i costi perché se no ce lo ritroviamo al Quirinale". Del resto, i sempre più frequenti deliri di onnipotenza del Cavaliere fanno propendere per la tesi dipietrista.

Altro tassello di questo mosaico sarebbe stato poi il posto lasciato libero da Letta a Palazzo Chigi, per il quale si sentiva in corsa, e si sente tuttora, uno dei rivali del Guardasigilli Angelino Alfano, all'interno del Pdl, per la successione al premier: Franco Frattini. In questo modo, il ministro degli Esteri avrebbe avuto una poltrona cruciale per manovrare i giochi del fatidico postberlusconismo (non va dimenticato che la delega di Letta comprende anche la gestione dei servizi segreti).

ANGELINO ALFANO

Al di là di scene e scenari da penultimo impero (il crollo è sempre annunciato ma non sembra imminente) quello che conta è che il rapporto tra i quasi coetanei Berlusconi (74 anni) e Letta (76) non è più lo stesso. Il "disagio" consegnato al Corriere della Sera una settimana fa è segnato dalle tensioni politiche ma anche da una sconfitta di altro genere. Letta ha inutilmente cercato di incidere sulla convulsa vita privata del Caimano.

mor120 luigi bisignani

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio era uno dei destinatari del famoso sfogo postumo di Veronica Lario: "Mio marito è malato. Ho cercato di aiutarlo, ho implorato le persone che gli stanno vicino di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile". Era la primavera di due anni fa, l'inizio del biennio a luci rosse del premier con lo scandalo della minorenne Noemi Letizia.

In quei giorni di fine aprile del 2009, Letta ebbe altre parole amare: "Uno statista non può andare a una festa di compleanno a Casoria". Da allora non è cambiato nulla, anzi, e l'eminenza azzurrina (copyright Dagospia) del governo è rimasto sbigottito da un regalo fatto a B. da zelanti cortigiani per compiacerlo: un uovo di Pasqua con la sorpresa di una violinista svedese seminuda.

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI

Il paradosso, però, è che il viale del tramonto pare sia cominciato prima per Letta che per B., come testimonia la caduta di Geronzi nella battaglia su Generali. Oggi, tra i poteri forti, non si parla più dell'eterno duello tra "Gianni" e "Giulio", ossia Tremonti, ma della nascente contrapposizione tra "Giulio" e "Luca", nel senso di Montezemolo. Ma l'ultima amarezza è quel seggio di senatore a vita che il Colle gli ha negato.

 


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