Marco Onado per "il Fatto quotidiano"
PADELLARO-TRAVAGLIOLuca Cordero di Montezemolo sembra ormai prossimo a scendere in politica, rompendo indugi che durano ormai da molto tempo, ma quando un imprenditore prende questa decisione deve rispettare forma e sostanza nei rapporti fra il suo vecchio ruolo e quello nuovo. Come riportato da Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano del 19 aprile, egli ha dichiarato di voler risolvere "subito il problema o con un blind trust come Mario Draghi o cedendo le quote ad altri soci".
Conforta sapere che il problema del conflitto di interessi sarà prioritario e affrontato con trasparenza. Il che significa partire con un bel vantaggio rispetto a chi in ben 17 anni non ha neppure riconosciuto il problema. Ma siamo ancora lontani da una soluzione limpida se continuiamo a pensare che le due strade prospettate siano equivalenti rispetto al conflitto di interesse di un imprenditore.
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOUn'azienda è una realtà viva, che chiede decisioni non strettamente finanziarie, soprattutto se opera in settori delicati e a ridosso della politica come quello del trasporto pubblico, come NTV di cui Montezemolo è presidente e socio fondatore. Come si dovrà comportare un fiduciario quando si tratterà di definire la concorrenza rispetto a Trenitalia o Alitalia? E se la società fosse oggetto di una scalata ostile?
ONADOE se poi, come sta accadendo per Parmalat, a qualcuno saltasse in mente di chiedere di porre barriere protezionistiche? Insomma, se l'imprenditore sta al timone dell'azienda, non può essere sostituito da un cieco, se non a prezzo di errori devastanti: blind trust si rivela semplicemente un ossimoro in questo caso. Dunque, la soluzione di Mario Draghi (dove si tratta solo di gestire un patrimonio diversificato) si riferisce a un problema affatto diverso.
Piaccia o no, la via maestra è dunque solo quella radicale di cedere la ragione del conflitto, cioè le quote dell'azienda. Altrimenti si rischia di passare da un politico con un conflittone a uno con un conflittino. E capirai, diceva Alberto Sordi.