1 - LIBIA: RIBELLI AVANZANO, SI MUOVONO UE E NATO...
(ANSA) - Tra violenza e tensione, in Libia e nelle capitali della Comunità internazionale continua a stringersi il cerchio attorno al regime del colonnello Muammar Gheddafi: i ribelli, almeno secondo le frammentari informazioni che giungono dal terreno, avanzano su Tripoli da est ma anche da ovest; e cominciano a muoversi, almeno con riunioni e annunci, pure la Nato e l'Unione europea. Sono state segnalate la caduta nelle mani dei ribelli delle città di Zuara, 110 chilometri a ovest di Tripoli, e di Misurata, 210 chilometri a est della capitale.
Ci sarebbero stati inoltre scontri "fra manifestanti che si avvicinano alla capitale e milizie pro-regime" nella zona fra la capitale libica e il confine tunisino. Da Budapest, dove si riuniscono informalmente i ministri della Difesa della Ue, l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione, Catherine Ashton, ha dichiarato che l'Europa prenderà al più presto "misure" finalizzate a porre fine alla repressione di Gheddafi che ha causato "migliaia di morti e feriti", come ha confermato oggi una stima ufficiale dell'Onu.
Proteste in LibiaOltre a imminenti sanzioni europee, allo studio c'é un embargo sulle armi ma - di rilievo militare - anche l'imposizione di una "no fly zone" per impedire bombardamenti aerei di manifestanti e rivoltosi. Un ex ministro di Gheddafi ha messo in guardia che il colonnello è disposto a tutto, anche a usare bombe chimiche o batteriologiche. E per oggi pomeriggio il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha indetto a Bruxelles una riunione d'emergenza dell'Alleanza atlantica.
A Tripoli, dove è stata indetta una manifestazione di sostenitori di Gheddafi, si temono violenze dopo la preghiera islamica del venerdì. Secondo una fonte del ministero dell'informazione a Tripoli, c'é un grosso rischio di incidenti: ieri sarebbe stata fermata un'auto con a bordo tunisini ed egiziani che trasportavano armi ed esplosivi. Da Bengasi, la coalizione di ribelli che controlla la seconda città del paese grande produttore di greggio, ha fatto sapere che i contratti petroliferi con imprese straniere "saranno mantenuti".
Rivolta libica2 - GRUPPO INSORTI, ZWARA E ZAWIA SOTTO NOSTRO CONTROLLO...
(ANSA) - Le città di Zwara e Zawia sono sotto il pieno controllo dei ribelli. E sempre più soldati passano dalla parte dei rivoluzionari. E' quanto sostiene il Democratic Libya Information Bureau. In una nota, il gruppo sostiene che a Tripoli al momento regna la calma, ma ci si prepara ad eventuali scontri nelle manifestazioni previste per oggi pomeriggio. Gli accessi alla città sono controllati da uomini armati. E il popolo, si legge ancora nella nota, si dice contrario ad intervento militare straniero in Libia. Intanto, il bilancio dei morti a Zawia dopo l'attacco di ieri dei miliziani pro-Gheddafi, è salito a 17, secondo i medici di un ospedale di campo della città. Altri 150 sono rimasti feriti, scrive la Cnn online.
3 - RISCHIO SBARCHI, SI CERCANO 50MILA POSTI ITALIA...
(ANSA) - Con i Centri di accoglienza pieni ed il 'rischio' esodo dalla Libia in rivolta, il Viminale - secondo quanto si apprende - punta a cercare strutture in tutta Italia per ospitare fino a 50mila migranti che potrebbero sbarcare nel giro di un mese. E' lo scenario peggiore ipotizzato dagli esperti del ministero. "Non possiamo farci trovare impreparati in caso di emergenza", aveva detto ieri a Bruxelles il ministro Roberto Maroni.
4 - IL GOVERNO SVIZZERO: CONGELIAMO I BENI DEL RAÌS...
Dal "Corriere della Sera" - Dopo aver bloccato i beni dell'ex presidente tunisino Ben Ali e del deposto leader egiziano Mubarak, la Svizzera ha congelato ieri gli averi del raìs libico Muammar Gheddafi. «Il Consiglio federale condanna con forza l'uso della violenza del leader libico contro il popolo e, dati gli sviluppi, ha deciso di congelare ogni possibile bene di Muammar Gheddafi» ha annunciato una nota del ministero elvetico degli Affari Esteri.
Un portavoce ha precisato comunque che non è certo se Gheddafi abbia ancora beni in Svizzera e che il governo ha avviato un'inchiesta per verificarlo. Nel 2008 ai tempi della tensione scoppiata tra Berna e Tripoli, dopo l'arresto del figlio del colonnello Hannibal, i libici affermarono di aver ritirato tutti i beni dalle banche svizzere.