da "Italia Oggi"
1 - NON SPERATE SULLA CROCE ROSSA...
Se ne parla ormai con insistenza, nei corridoi del potere romano: la fiducia con la quale il ministro dell'interno Roberto Maroni, pare su consiglio di Gianni Letta, ha coinvolto la Cri nelle operazioni di soccorso dell'ondata di immigrati non sarà adeguatamente ripagata. Da un lato, l'ente pubblico guidato da Francesco Rocca, ex collaboratore di Gianni Alemanno, denuncia la fatica di gestire centri e tendopoli in giro per l'Italia.
E, tra breve, presenterà un conto piuttosto salato della gestione del centro siciliano di Mineo, che costa molto ed avrebbe già esaurito i fondi messi a disposizione dal governo. Dall'altro, spuntano in parlamento interrogazioni (l'ultima è di Roberto Occhiuto, dell'Udc, molto vicino a Pierferdinando Casini) che chiedono perchè per la costituzione di nuovi centri immigrati la Cri sia stata preferita al volontariato cattolico.
IL PREFETTO FRANCO GABRIELLIE mentre cresce il malumore delle Regioni nei confronti dei piani di accoglienza del governo, aumentano le grane che il nuovo commissario straordinario per l'emergenza immigrati Franco Gabrielli dovrà sciogliere quanto prima. La croce rossa se non rivedono gli importi, lascerà sicuramente Mineo a fine giugno. (Tino Fortunato)
2 - PD, LAVATA DI CAPO DI GERARDO BIANCO A ENRICO LETTA CHE VUOLE TOGLIERE IL VITALIZIO PARLAMENTARE...
«Caro Enrico, sono davvero curioso di leggere la relazione che accompagnerà il tuo preannunciato progetto di legge sull'abolizione del vitalizio parlamentare e sulla regolamentazione delle primarie nella vita dei partiti». Appartengono allo stesso partito, il Pd, eppure il presidente dell'Associazione degli ex parlamentari, Gerardo Bianco, già segretario del Ppi da cui proviene anche Enrico Letta, non si è trattenuto dal fargli un clamoroso liscio e busso finora rimasto riservato. La lettera risale a tre giorni fa ed ora è stata pubblicata anche sul sito internet dell'associazione.
«In verità, mi è parsa abbastanza balzana l'idea di abbinare i due argomenti», attacca Bianco, «ma, a pensarci bene, forse un nesso c'è, ed è quello di concepire la nostra democrazia come un sistema politico per ricchi!» All'anziano leader democristiano non interessa tanto l'argomento delle primarie per le quali «non inganni la prima esperienza prodiana di offerta dell'obolo da parte dei votanti; la seconda ha già dimostrato che occorrono parecchie risorse economiche».
E se diventassero obbligatorie per legge «saranno solo i paperoni o le loro "marionette" a giocarsi la partita». Ma è sul vitalizio che Bianco è sbottato: «Mi verrebbe da dire, tu quoque Henrice nella giostra del qualunquismo nostrano, senza un minimo di riflessione».
ENRICO LETTANella sua lunga lettera Jerry White spiega a Letta che il riconoscimento della indennità ai parlamentari ha la sua origine («antica, e a.C.») nel principio che tutti i cittadini possano accedere alla massima carica elettiva («ricchi o poveri che siano»). È una «garanzia» per evitare anche per il dopo mandato «la subordinazione ai corposi interessi di lobbies».
«Da seniores». conclude Bianco, «potremmo, forse, offrire qualche utile suggerimento come abbiamo da tempo proposto, ma ci basta, comunque, che venga rispettata la nostra storia che, prima o poi, sarà anche la vostra, di persone che hanno inteso servire con passione l'Italia e non inseguire "privilegi" che tali non sono». (Franco Adriano)
ENZO RAISI3 - RAISI NON VUOLE PROFUGHI A CASA...
Il finiano Enzo Raisi non vuole campi profughi nella sua Bologna. Colpito improvvisamente dalla sindrome Nimby (l'acronimo inglese per «not in my back yard», ovvero «non nel mio cortile»), il parlamentare di Futuro e libertà si è fatto notare per una singolare dichiarazione: dopo aver saputo che quasi mille extracomunitari provenienti da Lampedusa sono stati assegnati a Bologna da parte dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, ha detto: «Auspico che questa collocazione avvenga ovviamente nel pieno rispetto dei diritti di accoglienza di questi immigrati, ma anche considerando il territorio che ha già sofferto molte situazioni analoghe non avendo spazi idonei a questo tipo di interventi». Cerchiobottismo purissimo: a Bologna, nella zona indicata da Maroni, per Raisi «non ci sono le condizioni igienico sanitarie adeguate». (Donato de' Bardi)
4-GALAN DEBUTTA CON RUTELLI...
Giancarlo Galan salverà gli scavi di Pompei. Nel frattempo il debutto romano del neo ministro per i beni e le attività culturali avverrà oggi, nello scenario della comunale Ara Pacis. Occasione dell'incontro un dibattito con l'ex titolare del dicastero, il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, per presentare il libro «Vandali! L'assalto alle bellezze d'Italia», di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella.
Galan ha già pronta una lunga serie di iniziative, proprio per rispondere a quanto è stato scritto dalla coppia giornalistica. Non a caso ieri l'ex governatore della regione Veneto si è recato a Pompei, luogo caro a Rizzo e Stella, che nel libro hanno ricordato che l'ultimo mosaicista è andato in pensione dieci anni fa, c'è un solo archeologo per 66 ettari di scavi, e un accordo sindacale vieta agli elettricisti di salire su scale più alte di settanta centimetri. (Pierre de Nolac)
Furio Colombo Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo
5- SACCONI ODIA GLI ANNI '70...
Maurizio Sacconi, ministro del lavoro, odia gli anni '70: «C'è stata solo qualche bella canzone». Ma non gli piace nemmeno Lucio Battisti. Ieri, nel romano palazzo Marini, alla presentazione del libro pubblicato da Marsilio e intitolato "Anni '70. I peggiori della nostra vita", scritto da Giuliano Cazzola, Simonetta Matone, Filippo Mazzotti e Domenico Sugamiele, il decennio è stato letteralmente distrutto: con Matone, magistrato di lungo corso, che ha puntato il dito contro i pretori d'assalto, protagonisti di una stagione che ha dato ben pochi risultati giudiziari ma tanta notorietà a quelle toghe.
E citando Francis Bacon, caro all'ex magistrato (e già presidente della Camera) Luciano Violante: «I giudici devono essere leoni, ma leoni sotto il trono», perché succedono solo guai se ci salgono. Immediati gli applausi da parte del pubblico. (Pierre de Nolac)