Marco Giusti per il manifesto
bonevAspettando il 15 aprile, giorno dell'arrivo delle nostre sale di "Habemus Papam" di Nanni Moretti e di "Se sei così ti dico sì" con Belen col sedere di fuori (beh, sì, è meglio di quello di Nanni in "Caos calmo"), possiamo scaldarci con un doppio evento assolutamente "epocale", come si dice oggi.
bonevL'8 aprile escono infatti contemporaneamente due opere prime molto attese dai fan del trash, se ancora ha senso parlare di trash, "Goobye Mama" di Dragomira Boneva detta Michelle Bonev, già stella della fiction Rai, e "A Sud di New York" di Elena Bonelli, già cantante attiva in ben 130 teatri.
I manifesti dei due film già riempiono le strade delle nostre città con le immagini ritoccatissime delle due invadenti protagoniste e registe. Il primo, "Goobye Mam", è un drammone femminile e anticomunista, presentato come autobiografico, con mamme senza cuore, nonne rincoglionite e ragazze forti che cercano fortuna in Italia. Ovviamente la mamma della Bonev se ne è tirata fuori ("Mi vergogno di mia figlia!"), ma fa lo stesso.
GOODBYE MAMAProduce Rai Cinema con un milione di euro che potevano essere spesi meglio (infatti Rai Cinema produce anche il nuovo film di Renzo Martinelli che costa molto di più), e altri due messi, sembra, dal Bulgarian National Film Center, anche se, si legge sui giornali bulgari, gran parte di chi ci ha lavorato questi soldi non li ha mai visti, come nessuno ha ancora visto il film in patria.
fnd10 michelle bonevAl Festival di Varna aspettano ancora la copia... Non solo. Ma si è scatenato, sia da noi che in Bulgaria, il ben noto scandalo della presentazione del film alla Mostra di Venezia dello scorso settembre. Imposto dall'alto (ma da chi realmente?) e visto pare da nessuno, anche se la Bonev che Muller lo ha visto cinque volte. Proiezione fantasma, non risulta neanche nel calendario ufficiale, premio patacca, "Action for Women" ideato dalla senatrice Deborah Bergamini (già attiva nel cinema come attrice in "Zombi 3" di Lucio Fulci) e consegnato dal ministro Mara Carfagna al presenza di Galan e del sottosegretario Giro (Bondi aveva la scusa della frana a Pompei).
3book04 sacca proietti michelle bonevMa soprattutto aereo privato e soggiorno pagato per un gruppo di 32 (chiamiamoli) vip bulgari capitanati da Vezdi Rashidov, il Bondi bulgaro. Un totale di 400.000 euro. "Chi ha pagato?" è la domanda che due valorosi giornalisti bulgari non si sono stancati di ripetere al ministro Vezdi Rashidov in un video, un hit su You Tube che vale molto più del film della Bonev. "Chi ha pagato? Certo non noi.", ha risposto Rashidov, scaricando su altri la patata bollente (ma chi? Bondi? Bonev?).
ELENA BONELLIInoltre, lui è andato a Venezia per discutere con gli italiani della presenza degli artisti bulgari alla Biennale d'Arte di giugno prossimo. Almeno venti nomi. Ma che bravo... Come se non bastasse Boyko Borisov, il Berlusconi bulgaro molto amico della Bonev (come Berlusconi), ha scaricato sul suo ministro anche la folle spesa del Bulgarian National Film Center (una società al collasso che in trent'anni ha prodotto otto film...): "Davanti alla bellezza della Bonev, il senso di autodifesa di Rashidov si sarà annullato", ha dichiarato Borisov. Grandiosa la risposta di Rashidov: "Non possiamo dire che la Bonev sia una brutta ragazza. Dopo tutto anche noi siamo uomini".
ELENA BONELLICerto, qualcosa la Bonev deve avere per essersi imposta così rapidamente in questo mondo di maschi. A Milano, assieme al calabrese Giuseppe Corasaniti, suo attuale socio cinematografico, ha diretto un'agenzia di modelle dell'est. Se nel cinema aveva ottenuto solo una particina in "The Passion" di Mel Gibson, alla Rai ottiene ruoli da protagonista nella fiction gestione Saccà. Il suo trionfo è "Artemisa Sanchez", polpettone storico calabrese che si è in gran parte diretta da sola divorando i registi. Ma lì siamo già nella mitologia. Aggiungiamo a questa incredibile sitcom italo-bulgara, le dichiarazioni della Bonev, sempre più esaltata: "Il mio è un film grandioso", "Ho altri dodici progetti nel cassetto".
ELENA BONELLI IN GNAMUn po' diverso il caso di "A Sud di New York" di Elena Bonelli, non tanto per il budget dichiarato, due milioni di euro e sostegno del Ministero dei Beni Culturali (boh?), quanto per il fatto di non godere di una vera distribuzione, mentre la 01 distribuisce "Godbye Mama" in 80 copie. Non solo. La Bonev ha avuto una vetrina, per quanto fantasma, a Venezia, ma la Bonelli, malgrado ogni sforzo (suo e degli amici) non è riuscita ad avere neanche un angolino al Festival di Roma. Ha dovuto accontentarsi del festivalino italo-americano di Pascal Vicedomini, Los Angeles, Italia, (ma c'era pure Bellocchio quest'anno...).
Elena BonelliSe il film della Bonev, malgrado la difesa del sottosegretario Giro ("Le dico la verità, immaginavo peggio. Molto meglio di tante porcherie italiane viste a Venezia"), è un polpettone da fiction italiana con veri attori bulgari, oltre alla chiacchieratisssima Licia Nunez, Papi-girl del giro pugliese (il vero nome è Licia Del Curatolo, nata a Barletta...), quello della Bonelli è una sgangherato musicarello alla Ninì Grassia che vede protagonista la stessa regista in un ruolo comico accanto a Francesco Paolantoni e a due giovani cantanti, Luca Napolitano e Carmen Napolitano.
ELENA BONELLIMalgrado il titolo, le scene a New York si riducono a qualche esterno dove la Bonelli gira con occhi spiritati, tacchi a spillo e vistosi cappelli, mentre il grosso della storia, che vede un ritorno in Italia per un'inesistente eredità e l'amicizia con una giovane cantante che la Bonelli vuole lanciare in America, sono tutte girate in quel di Puglia (leggi Apulia Film Commission).
ELENA BONELLIAnche se ha iniziato la sua carriera nello spettacolo come attrice (particine nella "Piovra 6" e in "Ordinaria sopravvivenza" di Giovanni Leacche), la Bonelli non è una grande attrice e come regista si dimostra ancor meno professionale della Bonev, che ha una sua quasi funzionalità da fiction di Rai 1. Alla fine, però, il solo interesse per questi due film, totalmente inutili salvo che per la mitomania delle registe (due casi davvero conturbanti) e il loro involontario trashismo, è legato alla domanda insistenti dei due giornalisti bulgari: Chi ha pagato? E perché?