Sandro Iacometti per "Libero"
SERGIO MARCHIONNE pensierosoÈ in chiaroscuro il verdetto di Sergio Marchionne sull'amico Luca Cordero di Montezemolo. Non facile da decifrare, anche se complessivamente il messaggio sembra chiaro: l'ex presidente di Confindustria se ne resti alla Ferrari, che è quello che sa fare meglio. Sul suo lavoro tra le rosse di Maranello, l'ad della Fiat non ha dubbi.
«Con la Ferrari ha fatto un miracolo», dice Marchionne in occasione di un test drive delle nuove Jeep. «Ha fatto cose incredibili», ha proseguito il manager, «per tipo di vetture prodotte, per la lista d'attesa, e nei confronti dei tedeschi che lanciano modelli di lusso ma che non ce la fanno ad arrivare a quei livelli».
MARCHIONNE E CORDERO DI MONTEZEMOLOLA DIMENTICANZA DEL MANAGER
Curiosamente, però, il numero uno della Fiat non fa alcun accenno ai sei anni, dal 2004 al 2010, passati insieme al Lingotto, con Montezemolo presidente e lui ad. Forse non ha fatto miracoli? O forse è solo un modo per suggerire all'amico di restarsene dove sta? La seconda ipotesi sembra confermata dalle dichiarazioni che il manager fa subito dopo in risposta a chi gli chiede un giudizio sull'attivismo politico di Montezemolo.
E qui la bocca inizia a storcersi un pochino. «Idee ne ha», premette Marchionne, «ma non so quanto possa pesare il fatto di essere stato presidente di Confindustria». Poi, la stoccata. Scendere in campo? «È una sua scelta, ma la maggior parte delle volte che parliamo consiglio a Luca di non farlo».
cesare romitiCESARE LO STRONCA
A castrare le ambizioni politiche di Montezemolo arriva, in giornata, anche un pezzo da novanta come Cesare Romiti, che Montezemolo lo conosce fin da quando era un giovanotto e curava le pubbliche relazioni nella Fiat di cui lui era amministratore delegato. I rapporti fra i due furono costellati da incomprensioni.
E ancora oggi l'idillio non sembra scoccato. Anzi. «Non lo vedo in politica, perché non ha le qualità, lo charme», va giù duro Romiti ironizzando anche sul fondo (Charme appunto), che Montezemolo gestisce insieme a Diego Della Valle.
DIEGO DELLA VALLE«Per andare in politica», continua l'attuale presidente della Fondazione Italia-Cina, intervistato nel programma Prossima Fermata su LA7, «bisogna essere delle persone al di fuori di ogni critica». Quanto alla possibilità di entrare in politica lui stesso, Romiti rivela: «Mi è stato proposto tante volte. Mi hanno anche chiesto se volevo candidarmi come sindaco di Roma, e da romano ci ho pensato. Poi chi me l'ha proposto ci ripensò e io mi sono salvato». Le ultime mosse di Montezemolo sull'insidioso terreno della polemica politica arrivano, invece dalla conferenza di presentazione del volume «La grande storia Ferrari».
EMMA MARCEGAGLIACome se non fossero bastate le dichiarazioni della presidentessa di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha detto di non volere politici o rappresentanti del governo all'assise di Bergamo del prossimo 7 maggio, di fatto chiudendo la porta in faccia a Berlusconi che aveva programmato una visita, il presidente del Cavallino ha voluto dare il suo sostegno: «L'assemblea aperta solo agli imprenditori? Sono assolutamente d'accordo».
2- PAGHI UNO E PRENDI DUE: IL GATTO E LA VOLPE: LUCA&DIEGO IN OFFERTA - L'ASPIRANTE PREMIER MONTEZEMOLO E L'IMPRENDITORE DELLA VALLE SI OFFRONO IN COPPIA COME SOLUZIONE PER IL DOPO BERLUSCONI
Giancarlo Perna per "Il Giornale"
Ogni tre mesi, Luca Cordero di Montezemolo fa sapere che potrebbe entrare in politica. Se salta un trimestre, a ricordarci che Luca potrebbe entrare in politica è Diego Della Valle. I due sono in simbiosi e marciano insieme per il futuro d'Italia.
È un dato dell'esperienza che dietro ogni imprenditore c'è un politico e viceversa. Così, Diego il calzaturiere e Luca l'aspirante premier, si offrono in kit come soluzione per il dopo Berlusconi. Sono in offerta speciale: paghi uno, prendi due. Se ci decideremo per Luca a Palazzo Chigi sarà di gran moda indossare scarpe Tod's, arredare Frau, leggere il Corsera e circondarci di tutte le amene cose che il duo da anni cura e produce insieme. Saremo finalmente un Paese unito e omogeneo, frau disteso e tod's calzato.
CESARE GERONZII due avanzano come il gatto e la volpe e si scambiano il ruolo di canide o felino in base alle circostanze. Hanno molto in comune a cominciare aspetto. Capelli lunghi e più vaporosi Diego, ciuffosi l'altro; di un'eleganza commendatorizia il calzaturiere, tipo partita di cricket il candidato premier. Ma entrambi così similmente snob da evocare due tartine di caviale a passeggio sul ponte di uno yacht. Pur essendo più anziano di sei anni, il sessantatreenne Cordero è più snello e ha un'aria sportiva più dell'altro che è rotondetto e posapiano.
Mauro Moretti capotrenoDiego però è più svelto, impiccione e provocatorio. Entrambi sono Cavalieri del lavoro, onorificenza quirinalizia. Il primo a ottenerla è stato il più giovane Della Valle, nel 1996, ai tempi di Oscar Luigi. Luca se ne è potuto fregiare solo nel 2002, grazie a Ciampi e a Schumacher che, al tempo della presidenza Ferrari, gli faceva vincere un Gran premio dietro l'altro.
della valle e moglie barbaraPur essendo un manager strapagato (il terzo d'Italia), Montezemolo non regge il confronto con la ricchezza del suo amico. L'industria scarparia di Della Valle è un gigante che gli ha consentito di investire in mille altre risorse. Con piccole quote - due per cento qua, zero virgola là -, lo zampino di Diego è ovunque: nel lusso, in Mediobanca, nel Cda del Corriere della Sera, in Piaggio, nella Ferrari, nella Fiorentina calcio. Nonostante sia spesso un lillipuziano di fronte a giganti, avere Della Valle seduto in Cda è come avere un tarlo nella sedia. È di una petulanza e di un'aggressività da cavernicolo mesozoico.
BARBARA PARODINegli ultimi tempi se l'è presa con Cesare Geronzi dandogli dell'arzillo vecchietto e simili inurbanità che, fossi stato io al posto di Cesare, l'avrei riempito di pacchere. E invece l'ha centrato e fatto dimettere. Adesso spara pallottole contro l'Ad della Ferrovie, Mauro Moretti, che però è una lenza quanto lui e gliele ricaccia in gola.
Secondo Diego, che con Montezemolo ha messo su un'azienda di treni alta velocità (Ntv) di cui si parla molto ma che non decolla mai, Moretti si tiene stretto il monopolio del binario e impedisce a Ntv di debuttare. Anche qui, gatto e volpe si alternano. Se non è Della Valle a pigliarsela con Moretti, lo fa Montezemolo che però, per lo sguardo mite da vitello, è meno efficace.
Dove la somiglianza della coppia rasenta l'identità è nelle complicanze della vita sentimentale. Della Valle ha avuto tre mogli, due delle quali, la prima e l'attuale, sono germane. Le sorelle Pistilli, Simona e Barbara. Da Simona ha avuto un figlio ormai grande che vive a New York e lavora nel gruppo. Con Barbara ha invece concepito un rampollo, oggi tredicenne, che abita con i genitori nella splendida Villa marchigiana di Brancadoro. Il fanciullo rappresenta una rarità antropologica essendo contemporaneamente cugino e fratello del maggiore.
Mieli Mentana e Montezemolo all'anema e core di CapriMontezemolo ha invece avuto quattro storie importanti, con due mogli e quattro figli da tre donne diverse. L'ho scritto apposta a mo' di sciarada per incuriosirvi. Togliamo subito Edwige Fenech, il suo amore più noto e litigioso tanto che le urla dell'attrice si sentivano per tutta Capri dove sia Luca che Diego sono di casa.
È stata una lunga burrasca ma, finita, non ha lasciato code. I quattro figli li ha invece avuti, uno dalla prima moglie, due dall'attuale, il quarto - che è poi il secondo in ordine di tempo e una bambina - l'ha concepito con la giornalista Barbara Parodi Delfino che ha avuto - come ha raccontato - vari figli da diversi mariti, uno dei quali è Paolo Mieli, l'ex direttore del Corsera. Con due o tre riletture di quanto sopra, la sequenza vi sarà chiara.
Poiché abbiamo parlato di giornalisti, è grazie al contributo dei nostri colleghi che si rafforza il gemellaggio Diego-Luca. Tutti e due si trovano accanto una grande penna di propria fiducia in caso di discesa in campo. Quella di Montezemolo, è Paolo Mieli. Sì, proprio il futuro marito della madre della secondogenita di Luca (vedi sopra). Mieli, ogni volta che Montezemolo ha accennato all'eventualità che forse, in date circostanze, un domani, chissà potrebbe condizionatamente candidarsi, ha subito rotto gli indugi dicendo: fallo, ti sarò a fianco!
Mieli Della Valle e Montezemolo all'anema e core di capriÈ sgradevole - ma fa parte del mestiere - ricordare che il medesimo Paolo schierò il suo Corsera con Prodi e che Prodi naufragò. Il giornalista fiduciario di Della Valle, è invece Chicco Mentana. Darò un dolore a Carlo Rossella che ha sempre pensato di essere lui il prediletto, ma è così. Chicco non ha mai mancato un lieto avvenimento Tod's, come inaugurazioni di scuole per maestranze ecc. e quando ha celebrato il suo ultimo matrimonio ha fatto festa nella dellavallesca dimora di Brancadoro.
Gli facciamo le scarpe by Bixby e Solfritti dal Fatto QuotidianoL'unica differenza del ticket siamese sono i natali. Il nonno di Diego e fondatore della dinastia scarpesca era un calzolaio di genio. Gli avi di Cordero di Montezemolo furono cavalieri sabaudi del Basso Piemonte. Il padre, marchese Massimo, era padrone di acri in Emilia. Corre anche la leggenda che il ragazzo sia in realtà figlio di Gianni Agnelli.
Scarpe Diem by Portos dal Fatto QuotidianoPer puntellare favola - che fa torto alla nobildonna Clotilde Neri, la mamma novantenne - si è perfino fatto notare che corderos in spagnolo significa «agnelli». Baie. Vero invece che Luca ha percorsa l'intera carriera sotto l'ala dell'Avvocato. Non c'è settore dell'universo agnellesco dove non abbia ficcanasato. Dalla Ferrari alla Cinzano, dall'Ifi alla Juventus, dalla Stampa alla Fiat.
Contrariamente alla fama di eterno trionfatore, Luca ha avuto le sue sconfitte. Nel '91 diresse la Juventus che arrivò settima in A e fu esclusa dalle gare internazionali. Non accadeva da 27 anni. Ma l'incidente più imbarazzante, è dei primi anni '80. Luca era addetto alle pr Fiat, quando l'ad, Romiti, si accorse che «vendeva» agli industriali gli incontri con Agnelli. Il giovanotto fu allontanato immantinente dall'azienda e gli occorse tempo per recuperare la fiducia. «Certamente non lo voterei», ha detto recentemente Romiti ricordando l'episodio.
Ma Luca si piace e se ne impipa.