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E ORA CI DIVERTIAMO - se prima la richiesta di risollevare la depressione dei titoli Generali e Mediobanca era pressante da oggi sarà ossessiva - A chi obietta che un po’ di tempo sarà necessario ai manager, soprattutto in Generali, per riprendere il filo del discorso gestionale, interrotto per il tappo-Geronzi, più di un’azionista fa notare che Perissinotto e nagel guidano Generali e Mediobanca da ben prima dell’arrivo di Geronzi - telecom, L’ULTIMA VITTORIA (MA A METÀ) di gerovital...

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Giuseppe Milano per "il Riformista"

ALBERTO NAGEL

La grande Storia offre spesso corsi e ricorsi. La piccola storia quasi sempre ci aggiunge anche piccoli e grandi paradossi. Ed ecco che, per l'ultima categoria, oggi sarà una giornata ricca di suggestioni. In mattinata infatti, a distanza di pochi chilometri, si riuniranno il consiglio di amministrazione di Mediobanca e l'assemblea di Telecom Italia. Lette attraverso la lente del geronzismo si tratta dell'ultima sconfitta e dell'ultima vittoria (benché decisamente dimezzata) di Cesare Geronzi.

Il board della merchant bank, che si riunirà nella sede di Piazzetta Cuccia e che sarà preceduto dalla riunione del comitato esecutivo, sarà la prima riunione del board dopo l'uscita di Geronzi dalle Generali. Sarà l'occasione per un confronto dei consiglieri con Alberto Nagel, che dell'ala antigeronziana è stato regista e organizzatore.

Sarà, soprattutto, l'occasione per il confronto di Vincent Bolloré, vicepresidente del Leone e consigliere di Mediobanca, e il resto del cda dopo la giravolta che lo ha portato da fan di Geronzi "senza se e senza ma", ad ammirato estimatore delle capacità strategiche di chi ha portato Gabriele Galateri.

PERISSINOTTO E CESARE GERONZI

Mentre a Milano centro si terrà il board di Mediobanca, una riunione di routine e che nulla di sostanzioso ha all'ordine del giorno, a qualche chilometro di distanza, a Rozzano comune della cintura milanese, Galateri chiuderà la sua esperienza a Telecom governando l'assemblea chiamata, oltre all'approvazione del bilancio, anche la nomina del nuovo cda.

Come noto ormai da settimane il prossimo presidente della compagnia telefonica sarà l'attuale amministratore delegato Franco Bernabè che però avrà una presidenza molto più esecutiva, grazie a un robusto pacchetto di deleghe che gli verranno conferite, rispetto a quella dell'uscente Galateri.

Non è un mistero per nessuno che per Geronzi la soluzione ottimale sarebbe stata quella di vedere Bernabè fuori dall'azienda. E non è un mistero che, eccezionalmente, nel giudizio non positivo su Bernabè vi fosse sintonia con l'amministratore delegato del Leone Giovanni Perissinotto. Tornando al consiglio di Mediobanca fonti bene informate fanno notare come non ci sia da aspettarsi nulla di eclatante.

VINCENT BOLLORE

Di certo sono da escludersi colpi di scena tipo quelli che hanno riguardato Generali la scorsa settimana. Pensare che lo scontro tra consiglieri di Mediobanca e Generali prosegua quasi fosse una lotta fra Montecchi e Capuleti è, ancora una volta da escludere. Prevarrà la "realpolitik", ma «a trecentosessanta gradi» come ha avuto modo di sottolineare un socio del patto di sindacato di Mediobanca che non ha voluto, ovviamente, essere citato.

In sostanza chi negli anni aveva seguito Geronzi in Capitalia, Mediobanca e poi nelle Generali, era abituato ad accettare alcuni sacrifici sulla patrimonilizzazione delle società, con la fulgida eccezione della gestione di Matteo Arpe di Capitalia, pur di avere in cambio la ragionevole certezza di poter usufruire o esse- re assistiti dal network di potere del banchiere.

FRANCO BERNABE

«Oggi - spiega l'azionista - quello sconto non è più motivato». In sostanza se prima la richiesta di risollevare le sorti dei titoli Generali e Mediobanca era pressante da oggi sarà ossessiva. Così come sarà molto diffusa la richiesta di uscire da questo stallo, al di là di ogni consi- derazione di chi ci fosse all'origine dello stallo stesso.

Ora geronziani, antigeronziani e agnostici formulano un'unica richiesta ai manager, di portare le due società definitivamente nel terzo millennio. E di farlo se non subito, quantomeno molto velocemente. A chi obietta che un po' di tempo sarà necessario ai manager, soprattutto in Generali, per riprendere il filo del discorso gestionale, interrotto per la resistenza (erre minuscola) a Geronzi, più di un'azionista fa notare che Perissinotto guida le Generali da ben prima dell'arrivo di Geronzi e lo stesso si può dire di Nagel per Mediobanca.

Quindi, ora che il "tappo" Geronzi è saltato non hanno certo bisogno del tempo che servirebbe a un manager esterno per riprendere il cammino interrotto. Con la consapevolezza che, a torto o a ragione, gli azionisti hanno una grossa fame di rivalutazione del titolo, di cedole e, se possibile, di successi.

 


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