Sergio Bocconi per il "Corriere della Sera"
ALBERTO NAGELE oggi in Piazzetta Cuccia ci sarà il primo confronto dopo le dimissioni di Cesare Geronzi dalla presidenza di Generali e la nomina di Gabriele Galateri. Nonostante il tema non figuri all'ordine del giorno, è pressoché certo che sul tavolo ci sia il dossier relativo alla svolta al vertice del Leone.
Con ogni probabilità sarà l'amministratore delegato della banca d'affari Alberto Nagel, promotore della raccolta dei consensi fra i consiglieri delle Generali sulla sfiducia a Geronzi che ha poi determinato le dimissioni, a illustrare vicende e ragioni che hanno portato al colpo di scena di mercoledì scorso e al successivo consiglio di venerdì che all'unanimità ha votato Galateri.
MARINA BERLUSCONI IN ROSALa compagnia triestina è la principale partecipazione di Mediobanca con il 13,4% e la capitalizzazione della banca d'affari dipende per circa metà dalla quota nel Leone, nonostante negli ultimi anni con la spinta sul core business in Italia e all'estero sia cresciuto il peso della componente banca. Logico dunque che il consiglio sia informato e chieda approfondimenti.
Del confronto di oggi sono attese in particolare alcune posizioni e domande. In primo luogo l'intervento di Vincent Bolloré, socio di Mediobanca con il 5%e capofila del nucleo francese e vicepresidente a Trieste. Dopo aver sottoposto a critiche il management del Leone, in particolare sulla joint venture con l'alleato ceco Ppf, si è astenuto sul bilancio 2010 della compagnia. Informato poco prima di Geronzi dell'iniziativa dei consiglieri, si è dapprima opposto alla soluzione quindi ha prevalso la realpolitik.
CESARE GERONZIAccanto a lui ci sarà Tarak Ben Ammar, anch'egli rappresentante dei soci francesi nel board presieduto da Renato Pagliaro, che nel corso delle polemiche ha detto che, senza l'intervento di Bolloré, il bilancio del Leone poteva essere falso. I francesi hanno intenzione di uscire da Mediobanca o ci potrebbero essere pressioni perché lascino il campo a soci italiani, magari istituzionali come le fondazioni già presenti con circa il 10%fuori dal sindacato? Sono interrogativi che oggi attraversano i mercati.
bollore articleÈ inoltre atteso il possibile intervento di Marina Berlusconi. La presidente di Fininvest, socio di Mediobanca con circa il 2%di cui metà vincolato nel patto, e figlia del premier Silvio Berlusconi, secondo alcune ricostruzioni relative in particolare ai rivolti politici della vicenda, non sarebbe stata informata del passo a Trieste, così come Ennio Doris, partner di Berlusconi in Mediolanum, gruppo che nel sindacato di Piazzetta Cuccia ha il 3,38%.
Tarak Ben Ammar si voltaL'appuntamento di oggi, che prevede anche un comitato esecutivo, non sarà dunque «convenzionale» , al di là dell'ordine del giorno ufficiale. La volta a Trieste segna un cambio di rotta anche in Mediobanca? È presto per dirlo. Ma già da oggi si potrà cominciare a capire quale sarà il clima che accompagnerà alle scadenze di quest'anno: il rinnovo del patto a fine dicembre, per il quale sono previste le eventuali disdette entro settembre; il rinnovo del consiglio con l'assemblea di fine ottobre.
Alberto Nagel e Renato PagliaroDopo che Dieter Rample, presidente di Unicredit, primo socio di Mediobanca con l' 8,6%, ha prefigurato un possibile cambio nella governance del sindacato dell'istituto, è possibile prevedere che nei mesi prossimi inizi un confronto tra soci e management su struttura e regola del patto (e quindi anche del governo societario della banca sul quale si riflette la geografia dell'accordo parasociale) che oggi vincola il 44% ma che potrebbe registrare limature progressive.
Fabrizio Palenzona e Dieter RamplE sul clima, i rapporti fra i soci, gli equilibri, sarà importante la posizione di Unicredit, che con il vicepresidente Fabrizio Palenzone ha lasciato intendere un ruolo più deciso di Piazza Cordusio in Mediobanca.