Paolo Festuccia per "la Stampa"
GAETANO GIFUNIAbuso d'ufficio e peculato: queste le ragioni per le quali l'ex segretario generale della Presidenza della Repubblica, Gaetano Gifuni è stato rinviato ieri a giudizio dal gup Maurizio Caivano. Oltre a Gifuni andranno a processo il nipote Luigi Tripodi, ex capo del servizio «tenute e giardini» della Presidenza, e altre tre persone tra ex dirigenti e funzionari: Alessandro De Michelis, già direttore della tenuta di Castelporziano; Paolo Di Pietro, già cassiere contabile della tenuta, e Giorgio Calzolari ex responsabile della manutenzione.
GAETANO GIFUNILa prima udienza è fissata per il prossimo 11 luglio, ma già ieri uno dei contabili della «tenuta», Gianni Gaetano ha patteggiato cinque anni di reclusione, ridotti a due grazie all'indulto. L'abuso d'ufficio e il peculato contestati all'ex segretario generale del Quirinale, Gaetano Gifuni riguarderebbero «la fruizione di manodopera del valore di 2mila 520 euro e pochi centesimi, e alcuni materiali di legno per altri 2mila 187 euro»; valori, spiega il legale di fiducia Paola Severino, «accertati da una consulenza tecnica disposta dallo stesso pubblico ministero». Il tutto, insomma, per una cifra di poco inferiore ai 5mila euro.
GAETANO GIFUNI - copyright PizziTant'è, però, sostiene la difesa, «che a prescindere dall'irrisorietà di tali valori, nonché dai motivi di sicurezza e di urgenza che indussero Gifuni a rivolgersi ai falegnami di Castelporziano - sottolinea l'avvocato Severino - devo rilevare che all'epoca della presunta commissione dei suddetti reati, quale risulta testualmente dagli atti del procedimento, Gifuni non ricopriva più la carica di segretario generale della Presidenza della Repubblica, dalla quale era cessato il 15 maggio del 2006».
tenuta di castelporzianoIeri Gaetano Gifuni, prima che il gup disponesse il rinvio a giudizio, si è presentato in aula per una serie di dichiarazioni spontanee: «Provo profondo disagio - ha detto - a trovarmi qui nelle vesti di imputato dopo cinquant'anni al servizio delle istituzioni esclusivamente nel pubblico interesse e non avendo mai approfittato del mio ruolo presso il Senato e la Presidenza della Repubblica».
GIOVANNI FERRARA bcrll13 paola severino piero melograniAl centro della vicenda una serie di fatti in base ai quali il procuratore Giovanni Ferrara e il pm Sergio Colaiocco, hanno contestato a Gifuni di aver affidato nel 1993 a Tripodi, figlio di sua sorella, la direzione del servizio tenute e giardini assegnandogli anche un alloggio di servizio. Si tratta in particolare di una villa realizzata, secondo l'accusa, abusivamente. Quanto all'accusa di peculato, al segretario generale della Presidenza e al nipote si contesta l'illecita utilizzazione di materiali della tenuta per realizzare un mobile destinato allo stesso Gifuni.