IL VIDEO IN CUI VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA RACCONTA COME SONO ANDATE LE COSE...
Dal canale Youtube de "il Fatto Quotidiano": http://youtu.be/hU49yXS_YW8
(Adnkronos) - "Quanto pubblicato da 'Il Fatto Quotidiano' in prima pagina relativo ad un video da cui emergerebbero fatti nuovi rispetto al tragico evento che porto' alla dolorosa scomparsa del giovane Dirk Hamer risulta essere un maldestro tentativo di voler ancora una volta colpire un cittadino, strumentalizzando fatti gia' da anni chiariti. Fatti parte di un'inchiesta del 2006 promossa dal PM Woodcock risolta con la mia totale assoluzione perche' 'il fatto non sussiste'". E' il commento di Vittorio Emanuele di Savoia.
"Desidero far notare - si legge in una nota - come le frasi siano sconnesse tra loro con lunghe parti di parole incomprensibili o di pause che rendono impossibile il collegamento dei vari spezzoni con cui si vorrebbe accreditare la tesi dell'ammissione di colpa. Faccio notare che anche il video divulgato da 'Il Fatto Quotidiano' " e' stato artificialmente montato con ben sette spezzoni diversi per tentare di dare senso compiuto alle frasi pronunciate. Tutto gia' piu' volte pubblicato nel 2006 da numerosi quotidiani e puntualmente chiarito anche negli atti processuali".
Secondo Vittorio Emanuele di Savoia, si tratta di "un metodo giornalistico 'ad orologeria che gia' da tempo viene utilizzato per infangare le persone che non sono, per cosi' dire, in linea con i desideri di una certa stampa e che regolarmente si trasforma in una bolla di sapone con una scia pesante e dolora per la vittima di questa pratica oggi usata da "Il Fatto Quotidiano".
vittorio emanueleSecondo Vittorio Emanuele di Savoia "le parole del video sono assolutamente frammentate e sconnesse perche' inframmezzate da lunghe pause e parti incomprensibili di registrazione che risultano addirittura montate ad arte". "Nessuna parola in piu' rispetto a quelle gia' note e chiarite emerge dal contesto del filmato registrato. Nessuna ammissione di responsabilita' emerge dal contesto della registrazione ne mai sarebbe potuta emergere perche' responsabilita' non ve ne furono.
immagine del video jpegConsapevole di questo - fa notare - la Corte d'Assise di Parigi, che si espresse sulla base di inequivocabili prove oggettive: perizie balistiche (che provarono tra l'altro che la pallottola che colpi' la gamba della vittima era una pallottola di una pistola e non di un fucile) oltre a numerosissimi accertamenti tecnici".
Quanto al video diffuso oggi dal quotidiano, Vittorio Emanuele sottolinea che 'l'esame del testo delle conversazioni relative al video, riportate dai brogliacci della Polizia Giudiziaria, gia' da tempo a disposizione, non aggiungono una virgola a quanto gia' noto e da tempo rappresentato. Anzi, fanno emergere l'evidente stato di difficolta' in cui versavo a causa del mio traumatico arresto e per la situazione incomprensibile in cui mi trovavo.
Fermo immagine del video jpegAggiungo che mi erano state somministrate ingenti dosi di sedativi ,necessari per il mio stato di ansia, che mi hanno provocato uno stato di grave confusione, somministrazione provata dalle analisi mediche effettuate alla mia uscita dal carcere di Potenza".
"Questo squallido tentativo di rinfocolare dolorose vicende umane, attraverso notizie giornalistiche che tentano di accreditare fatti non veri - afferma ancora Vittorio Emanuele nella nota - trovera' la piu' ferma risposta in ogni sede giudiziaria. Peraltro sottolineo che il video in oggetto e le relative trascrizioni erano gia' state trasmesse da Woodcock al Ministero della Giustizia Francese nel 2006. Il Ministro della Giustizia invio' una secca e chiara risposta affermando che nessun procedimento poteva ne potra' mai essere riaperto a fronte di una sentenza della Corte d'Assise di Parigi fondata su inequivocabili prove oggettive di innocenza".
Fermo immagine del video jpegVittorio Emanuele si chiede infine "qual e' l'intento" del quotidiano, che "non si comprende" perche' "voglia rilanciare un fatto desueto e chiarito". E annuncia di aver "gia' dato incarico all'avvocato Francesco Murgia di procedere in ogni sede rispetto a coloro che volessero accreditare fatti o versioni diverse, o insinuare che da parte mia mai si sia riconosciuta una colpa per l'evento, al fine di ripristinare, semmai ve ne fosse bisogno, la verita' dei fatti e a tutelare la mia innocenza dalle diffamazioni di coloro che citano le sentenze come verita' solo quando queste verita' corrispondono ai loro desideri strumentali".