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1- REGINA, RE DEL PASTICCIO: L’IRA DEI BIG DELL’IMPRENDITORIA ROMANA ESCLUSI DA ROMA 2020 PER FAR POSTO AGLI “STRANIERI” (POLEGATO) E ALLO SCARPARO DEL COLOSSEO (CHISSÀ SE REGINA HA CAPITO CHE LA CORDATA DEI COMPAGNI DI MERENDA LUCHINO, ABETE, MALAGÒ HA GIÀ INDIVIDUATO IN DELLA VALLE IL CANDIDATO IDEALE PER CONFINDUSTRiA) 2- BORDELLO GENERALI: L’AZZOPPAMENTO DI GERONZI, LA CHIAMATA DI CORREITÀ A DEL VECCHIO NELLA GESTIONE DEL LEONE TRIESTINO, CALTAGIRONE INCUPITO PERCHÉ \"NON PUÒ NON DOMANDARSI SE VALGA LA PENA DI TENERE 600 MILIONI A TRIESTE O SE NON SIA MEGLIO RICOLLOCARLI IN AXA, ALLEATA DEL MONTE DEI PASCHI O NELLA BRILLANTE ZURICH” 3- BORDELLO MEDIOBANCA: LA SBANDIERATA APERTURA DI UNA NUOVA BANCA DI INVESTIMENTO A TUNISI CON PRESENZE IN ALGERIA, LA NOTA DOLENTE DI LIGRESTI FORAGGIATO NONOSTANTE RICOPRA LA DUPLICE VESTE DI SOCIO IN MEDIOBANCA E DI DEBITORE 4- SUL NUOVO \"ESPRESSO\" LE AVVENTURE DELLO SCARPARO CONTRO GLI \"ARZILLI VECCHIETTI”

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John Elkann

1- REGINA, RE DEL PASTICCIO: L'IRA DEI BIG DELL'IMPRENDITORIA ROMANA CHE SONO STATI ESCLUSI DA ROMA 2020 PER FAR POSTO AGLI "STRANIERI" (MORETTI POLEGATO) E ALLO SCARPARO DEL COLOSSEO - CHISSÀ SE REGINA HA CAPITO CHE LA CORDATA DEI COMPAGNI DI MERENDA LUCHINO, ABETE, MALAGÒ HA GIÀ INDIVIDUATO IN DIEGUITO DELLA VALLE IL CANDIDATO IDEALE PER QUELLA POLTRONA
Questa volta Aurelio Regina, l'imprenditore del tabacco che guida gli Industriali di Roma, l'ha combinata davvero grossa.

NERIO ALESSANDRI

Dietro le quinte del Palazzo delle Esposizioni dove ieri si è conclusa la costosa e inutile passerella degli Stati Generali, c'è stato un gran traffico per designare i membri del Comitato promotore delle Olimpiadi 2020. Su un foglietto sono stati scritti i nomi di Emma Marcegaglia, John Elkann, Cesare Geronzi, Nerio Alessandri e Luca Cordero di Montezemolo, i due uomini che avrebbero dovuto guidare l'avventura olimpica ma poi hanno buttato la spugna.

Fin qui tutto bene perché si tratta di nomi che comunque la si veda rappresentano "firme" dell'italianità, ma le cose si sono guastate quando nell'elenco sono spuntati personaggi che pur avendo un prestigio nel loro settore e una rete di relazioni internazionali non rappresentano il cuore industriale della Capitale.

Luca Cordero Di Montezemolo e Diego Della Valle - Copyright Pizzi

Così è avvenuto per l'inserimento di Andrea Guerra, l'amministratore delegato di Luxottica, e per Giuseppe Recchi il manager che rappresenta in Italia il colosso americano General Electric. La sorpresa più grande è stata l'inserimento di Moretti Polegato, l'imprenditore veneto che ha legato il suo nome alle scarpe che respirano. A questo punto Regina è stato sommerso dalle critiche degli imprenditori romani che, a parte la presenza di Azzurra Caltagirone, si sono sentiti esclusi dal salottino olimpico.

andrea guerra luxottica jpeg

Il 48enne presidente degli imprenditori romani si è difeso dicendo che Roma è rappresentata da Luigino Abete e da Giovannino Malagò (detto Megalò) che ha avuto qualche dispiacere con i Mondiali di Nuoto.

La sua difesa è apparsa debole quando gli è stato fatto presente che Abete è presidente di una banca controllata dai francesi, mentre Recchi rappresenta una multinazionale americana, e Moretti Polegato con Roma non ha nulla a che fare. Le proteste sono state inutili e Regina, sostenuto dal suo mentore Abete, pensava di aver chiuso il cerchio quando tra le mani gli è scoppiato il problema di inserire Dieguito Della Valle, lo scarparo marchigiano che coglie ogni occasione per mettersi al centro della scena.

GIUSEPPE RECCHI GENERAL ELECTRIC

Anche oggi sul "Corriere della Sera" Dieguito si spinge con una certa impudenza a dire che nella Capitale va tutto bene e che Roma ha bisogno soltanto di una "rinfrescata". È più o meno lo stesso concetto che il patron di Tod's ha pronunciato ieri mattina dal palco degli Stati Generali prima di fiondarsi al Consiglio di amministrazione di Generali. Ed è su questa corda che è scattata l'operazione di Regina che precipitosamente ha cancellato Polegato dall'elenco del Comitato per fare spazio allo scarparo marchigiano.

Così oggi alcuni giornali come "Il Messaggero" e "l'Avvenire" indicano il buon Polegato tra i membri del salottino olimpico, mentre altri ("Repubblica", "Corriere della Sera", "Il Mattino", "La Nazione") hanno fatto appena in tempo a recuperare la designazione di Dieguito. A questo punto Regina dovrà vedersela dentro l'Unione Industriali con i big dell'imprenditoria romana che sono stati esclusi per far posto agli "stranieri" e al mecenate del Colosseo.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE E FIGLIA AZZURRA

L'uomo è furbo e ha capito che forse non arriverà mai alla presidenza di Confindustria per sostituire tra un anno e mezzo Emma Marcegaglia. Da troppi segnali ha capito che la cordata dei compagni di merenda Luchino, Abete, Malagò ha già individuato in Dieguito Della Valle il candidato ideale per quella poltrona.


2- BORDELLO GENERALI: L'AZZOPPAMENTO DI GERONZI, LA CHIAMATA A DEL VECCHIO DI CORREITÀ NELLA GESTIONE DEL LEONE ASSICURATIVO, CALTAGIRONE INCUPITO PERCHÉ NON PUÒ NON DOMANDARSI SE VALGA LA PENA DI TENERE 600 MILIONI A TRIESTE O SE NON SIA MEGLIO RICOLLOCARLI IN AXA, ALLEATA DEL MONTE DEI PASCHI O NELLA BRILLANTE ZURICH"
Seduto in una delle quattro cabine del suo yacht "Moneykos" ancorato a Montecarlo, questa mattina Leonardo Del Vecchio ha dato un'occhiata ai giornali italiani per capire come è andata la riunione di ieri tra i consiglieri di Generali.

LUIGI ABETE

Dal suo ufficio di Agordo gli hanno inviato con una email il comunicato stampa che ieri sera intorno alle 18 la Compagnia di Trieste ha distribuito ai giornali. È probabile che il 76enne padrone di Luxottica, che dentro Generali ha perso qualcosa come 410 milioni, si sia soffermato su quel passaggio del comunicato in cui viene ringraziato per la sua fattiva partecipazione e si legge testualmente che "il Cavalier Del Vecchio ha sempre attivamente partecipato alle decisioni sugli indirizzi strategici della Compagnia".

Per chi non l'avesse capito queste parole sono una chiamata di correità nella gestione del Leone assicurativo, e sono parole che al di là dei risultati poco strepitosi del 2010 toccano nel vivo il problema che altri consiglieri hanno dibattuto per ben sei ore al terzo piano del palazzo delle Generali in piazza Venezia.

Leonardo Del Vecchio

Oggi i giornali danno rilievo alle piume che sono state strappate dal cappello del presidente Cesarone Geronzi, e indicano in Dieguito Della Valle il vincitore di questa prima manche. Sicuramente lo scarparo marchigiano con le sue esternazioni ha scosso l'albero e ha fatto cadere alcuni frutti troppo maturi, ma da quello che si è potuto capire e leggere nei commenti più seri, il confronto ha toccato soprattutto il tema della creazione di valore e della redditività degli investimenti fatti dagli azionisti più forti.

Alcuni di questi hanno perso finora montagne di quattrini se è vero come pare che abbiano comprato le azioni a 30 euro ciascuna e si ritrovino adesso con un titolo che boccheggia intorno ai 16 euro. C'è chi ha fatto il calcolo delle perdite che i vari De Agostini, Bollorè, Mediobanca, Della Valle e Caltagirone dovranno registrare nei loro bilanci e si arriva a una minusvalenza complessiva di 1,5 miliardi.

Perissinotto Geronzi Balbinot

Anche Massimo Mucchetti, l'editorialista del "Corriere della Sera", mette il dito su questo malessere che definisce con un eufemismo "sottile insoddisfazione dei soci privati", ed è interessante notare il passaggio del suo articolo in cui (sulla base di informazioni precise) scrive che "Caltagirone è stato visto incupito...perché non può non domandarsi se valga la pena di tenere 600 milioni a Trieste o se non sia meglio ricollocarli in Axa, alleata del Monte dei Paschi o nella brillante Zurich".

cesare GERONZI

In effetti se si pensa che non più tardi di martedì la compagnia svizzera ha staccato un assegno da 1,7 miliardi di dollari per rilevare il 51% delle attività assicurative che il Gruppo spagnolo Santander detiene in America Latina, si capisce che un uomo come Caltariccone e un vecchio miliardario come Del Vecchio considerino soltanto un teatrino le penose polemiche di Della Valle contro Dagospia e gli arzilli vecchietti della finanza italiana.

perissinotto giovanni

Il tema di fondo per gente come loro che si concede il lusso di uno yacht ma continua a girare con la borsa sdrucita e non dimentica il valore del denaro, rimane sempre quello della gestione delle aziende dove hanno investito i quattrini.

E questo lo sa bene anche il bravo Giovanni Perissinotto che insieme all'altro amministratore Balbinot ha gestito in questi anni il business della Compagnia. Adesso dovrà rimboccarsi le maniche e sudare sette camice per soddisfare le attese degli azionisti dolenti. Alle sue spalle rimarrà l'ombra lunga e vigile di Cesarone Geronzi, il presidente che a Capitalia e a Mediobanca non ha mai voluto alcuna delega, ma ieri ha dovuto incassare le critiche e perdere qualche piuma del cappello.


3- BORDELLO MEDIOBANCA: LA SBANDIERATA APERTURA DI UNA NUOVA BANCA DI INVESTIMENTO A TUNISI CON PRESENZE IN ALGERIA, LA NOTA DOLENTE DI LIGRESTI FORAGGIATO NONOSTANTE RICOPRE LA DUPLICE VESTE DI SOCIO IN MEDIOBANCA E DI DEBITORE

Domani mattina si terrà a Piazzetta Cuccia il Consiglio di amministrazione di Mediobanca.

ALBERTO NAGEL E SIGNORA - copyright Pizzi

La riunione sarà preceduta da quella del Comitato esecutivo dove gli 8 membri che lo compongono dovranno dare l'ok ai conti del 2010. Nel pomeriggio a prendere visione dei risultati saranno il Direttivo e subito dopo l'Assemblea del patto di sindacato che governa la merchant bank milanese.

Alberto Nagel parlerà alle 15,30 in conference call e l'invito è già arrivato sul tavolo dei giornalisti e degli analisti in una email ben disegnata con uno sfondo azzurro che indica orizzonti di speranza. Per fortuna di Nagel e di Pagliaro nel Comitato esecutivo e nel Consiglio non c'è Dieguito Della Valle che in Mediobanca detiene attraverso al finanziaria Dorint soltanto lo 0,66% del capitale.

Salvatore e Jonella Ligresti

Ciò non toglie che i big di Piazzetta Cuccia dovranno rispondere a domande insidiose, tra queste la sbandierata apertura di una nuova banca di investimento a Tunisi con presenze in Algeria, cioè in un contesto geopolitico particolarmente critico. L'operazione è già stata depennata e altre domande potrebbero toccare la nota dolente di Ligresti verso il quale il duo Nagel-Pagliaro ha operato con zelo per gli aumenti di capitale di Premafin e Fonsai, e per l'acquisizione da parte del Gruppo assicurativo francese Groupama del 17% della stessa Premafin. Queste operazioni hanno fatto ballare qualcosa come 855 milioni di euro, ma ciò che più presta il fianco alle critiche è il ruolo del costruttore siciliano che ricopre la duplice veste di socio in Mediobanca e di debitore.

Alberto Nagel e Renato Pagliaro

Tutto questo significa che al di là delle apparenze gli equilibri a Piazzetta Cuccia sono sotto pressione per la delicata situazione finanziaria di un azionista che è stato foraggiato nonostante un indebitamento consolidato che a fine settembre dell'anno scorso era di 1,93 miliardi.

Sicuramente il tandem Nagel-Pagliaro darà una risposta razionale a tutti i quesiti in attesa dell'approvazione di bilancio definitiva che avverrà mercoledì 11 maggio quando si dovrà ricomporre l'intero consiglio di amministrazione (di cui fa parte la figlia di Ligresti) e del Comitato esecutivo.

BRUNO MANFELLOTTO

Sarà quello il momento in cui nei corridoi tristi di Piazzetta Cuccia si sentirà forse il rumore felpato delle Tod's.


4- SUL NUOVO "ESPRESSO" LE AVVENTURE DELLO SCARPARO CONTRO GLI "ARZILLI VECCHIETTI"

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che domani in edicola uscirà "l'Espresso" con la nuova veste grafica.

A rendere stimolante la svolta del settimane diretto da Bruno Manfellotto ha contribuito anche l'onnipresente Dieguito Della Valle con un'intervista che a quanto si dice ribatterà il tasto degli arzilli vecchietti".

 


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