1 - L'UOMO SBAGLIATO AL POSTO SBAGLIATO...
Da "Il Messaggero"
Un tempo si usava dire (o forse ancora si dice) che la sinistra non sa quello che fa la destra. A Roma invece, stando alle cronache degli ultimi giorni, si può dire che la destra non sa quello che fa la destra. Sui tagli previsti in bilancio, visto che per la commissione presieduta da un pidiellino dovevano riguardare anche la scuola mentre per l'assessore saranno stanziati (per fortuna) fondi aggiuntivi.
Sul Colosseo e sull'Auditorium dove la positiva intesa con i privati per il restauro del monumento più visitato al mondo e gli ottimi dati della struttura-salotto della città sono contestati sorprendentemente da un altro presidente di commissione - stavolta quella della cultura - anche lui pidiellino. Un tempo si usava dire l'uomo giusto al posto sbagliato, a Roma invece per le commissioni si può dire l'uomo sbagliato al posto sbagliato.
2 - «AUDITORIUM, VERO SUCCESSO» - LA FONDAZIONE CONTESTA I DATI DI MOLLICONE: «UNA LETTURA PARZIALE»
Simona Antonucci per "Il Messaggero - Roma"
Vanno o non vanno all'Auditorium più di un milione di spettatori l'anno? O c'è del marcio in viale de Coubertin? Un giallo, quello delle presenze nelle sale progettate da Renzo Piano, che turba i sonni di Federico Mollicone, ormai da tempo. Sono mesi che annuncia scandali e ieri ha preso il microfono: «Illustrando dati Siae, nel corso del 2010 il numero dei biglietti venduti è pari a 710.611 e non 1.050.844».
CARLO FUORTESMa la soluzione del thriller è contenuta nella dichiarazione stessa del presidente della commissione cultura del comune: la «forte discordanza» dipende dalla metodologia stessa utilizzata da Mollicone che prende in considerazione soltanto le presenze assoggettate da conteggio della Siae.
AURELIO REGINA«L'Auditorium - spiega Carlo Fuortes, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma - non è un luogo tradizionale di spettacolo che utilizza soltanto le tre sale. Ma ha una programmazione diversificata e che si allarga nei diversi spazi, dai laboratori alla cavea, dal garage ai teatri studio: ne sono un esempio i più di 150 incontri, mostre, convegni o festival, come quello sul libro, attualmente in corso. I partecipanti a tutto questo tipo di produzione non sono assoggettati ai biglietti Siae. I ricavi dagli spettatori paganti sono gli unici che hanno un riflesso economico sui bilanci. E questi sono cresciuti ogni anno da 210.000 euro del 2003 ai 5 milioni e 868.000 dello scorso anno».
Ma risolto un enigma, se ne propone un altro. Che merita un'indagine nell'indagine. La Siae, citata più volte come unica fonte, non fornisce dati legati a singole fondazioni (Cinema per Roma o Santa Cecilia), ma ai generi (teatro, musica, cinema o altro). E c'è una legge sulla privacy a far da garante. «Quindi - si domanda Marina Landi, direttore della divisione servizi della Siae che sovrintende l'osservatorio dello spettacolo - non si capisce come Mollicone abbia potuto attribuire a noi certe cifre. Noi forniamo solo dati aggregati per generi di manifestazione e legati unicamente alla struttura. In pratica biglietti venduti e abbonamenti per evento all'interno delle sale». E inoltre i dati ufficiali della Siae per il 2010 verranno resi noti a giugno.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE E FANCIULLAEppure, come un Michael Moore de noantri, il presidente della Commissione, sventolando a mo' di bandiera lo statuto capitolino che gli riconosce poteri ispettivi ha convocato una conferenza stampa per raccontare le sue verità su Musica per Roma, minacciando che presto toccherà anche all'Opera e all'Argentina.
MARIO ORFEOL'esponente rampelliano (così abile nel valutare in un batter d'occhio 600.000 romani in festa per il carnevale dello scorso febbraio) ha confezionato un «report scientifico» e lo ha lanciato dalla Sala del Carroccio del Campidoglio contro l'Auditorium che proprio l'altro giorno aveva annunciato il bilancio del 2010 alla presenza del sindaco Gianni Alemanno: 34 per cento di incremento dalla vendita dei biglietti, un aumento della produzione di spettacoli (614 pari al 22 per cento in piu) cui consegue un incremento del 14 per cento degli spettatori (oltre 517.000).
Uno dei risultati più significativi dell'attività della Fondazione che per l'ottavo anno consecutivo registra un utile di gestione, con una percentuale di autofinanziamento pari al 67,3 per cento.
GIANNI ALEMANNO E BRUNO CAGLI - Copyright Pizzi«La relazione di Musica per Roma - ribatte Mollicone - prende in considerazione anche chi va a farsi una passeggiata senza acquistare biglietti. Questi non sono elementi da bilancio».
Secca la risposta dei presidenti delle Fondazioni Musica per Roma e Santa Cecilia, Aurelio Regina e Bruno Cagli: «Nel prendere atto della grave lesione di immagine derivante dalla diffusione di detta documentazione, ribadiamo la totale correttezza e linearità dei dati comunicati ai soci fondatori, agli organi di controllo e alla pubblica opinione e diffidiamo gli autori a continuare la campagna diffamatoria attraverso un uso improprio, parziale e capzioso dei dati di affluenza. E ci domandiamo come in un momento così complesso per il settore culturale si cerchi di colpire le principali istituzioni della città per fini esclusivamente politici».