Antonella Coppari per "QN - Quotidiano Nazionale"
Fini e Napolitano
Che disastro ha provocato il centrosinistra a Fini. A conti fatti, è lui la vera vittima dell'ostruzionismo messo in atto ieri da Bersani & co a Montecitorio per sbarrare la strada al processo breve: per la seconda volta nel giro di una settimana è incappato nel malumore del Colle.
E stavolta non si tratta di una questione d'opportunità politica, come quando si è trattato di decidere di far votare l'aula di Montecitorio sul conflitto di attribuzione nella vicenda Ruby. Il presidente della Camera viene richiamato sulla gestione di lavori in aula, in gioco c'è la sua imparzialità o meno. Arma spesso utilizzata per contestarlo dal Cavaliere.
Che, tutto sommato, può far buon viso a cattivo gioco. E' vero che subisce il rallentamento del provvedimento cui tiene perchè c'è il taglio dei tempi di prescrizione per gli incesurati ma - di fronte alle difficoltà dell'ex alleato può fare spallucce, arrivando persino a scherzare del caso Ruby: «Chiederò il copyright sul bunga bunga».
LA SMORFIA DI GIANFRANCO FINI
Avrà pure qualche dubbio sull'opportunità di presentarsi nelle aule giudiziarie («è tutto una farsa») ma non molla di un centimetro sul provvedimento: «Bisogna approvare le norme entro la prossima settimana». Per questo, dopo aver fatto chiedere la seduta notturna dai suoi capigruppo, piazza il consiglio dei ministri odierno nella pausa dei lavori della Camera casomai i ministri dovessero votare: una risposta anche al consiglio superiore della magistratura che definisce il disegno di legge «un'amnistia mascherata».
berlusconi rubyPur guardando con una certa preoccupazione ai mal di pancia della corrente di Alemanno (oggi si riunisce per decidere il da farsi dopo le dimissioni di Mantovano), chiede ai suoi di serrare i denti, garantendo la presenza «in corpo e spirito» pure di notte. Come antipasto, il premier incassa al Senato una norma che impedisce di utilizzare come "prova" la sentenza di un altro processo: qualora diventasse legge, questo impedirebbe di utilizzare la condanna dell'avvocato Mills come prova nel processo che riguarda il Cavaliere.
hcol21 gia alemanno alfredo mantovano
E incassa l'autogol di Fini che, forse perchè mal consigliato dai suoi uffici, autorizza un lungo rosario di interventi su una roba tecnica qual è il processo verbale. Apriti cielo: alla maggioranza non par vero poter urlare contro il rischio di un blocco del Parlamento per futili motivi. E la protesta trova orecchie attente sul Colle, causando al presidente della Camera l'imbarazzo di una telefonata: non direttamente da Napolitano, precisa il suo portavoce. Poco importa chi c'è all'altro capo del filo: è ovvio che mai si permetterebbe un'iniziativa del genere senza un ordine superiore. Che risuona più o meno così: «Ora basta».
David Mills
Il motivo di un intervento così perentorio? Al Quirinale interessa garantire la funzionalità dei lavori del Parlamento. Della serie: non può l'opposizione chiedergli di sciogliere le Camere perchè la maggioranza non è in grado di gestirle e poi provocarne lo stallo. Un monito per tutti, anche se al Pdl piace mettere l'accento sull'idea che si tratti di una stroncatura preliminare all'ostruzionismo inconcludente.
Nessun intervento nel merito: le perplessità sul testo sono note ma Napolitano aspetta che il provvedimento arrivi al Colle per esprimersi. L'ha ripetuto pure ieri alla mamma di una ragazza morta nella strage di Viareggio che gli ha chiesto di non promulgare la legge che contiene la prescrizione breve per gli incensurati. «Lei queste cose non me le deve dire. Conosco le questioni e come posso le seguo».