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1- LUCA, NON SALIRE SULLA LOCOMOTIVA DELLA POLITICA! DIEGUITO, SCIARRONE, PUNZO SCONSIGLIANO LO SMONTEZEMOLATO CHE VUOLE \"SALVARE LA PATRIA\". SE QUESTO DOVESSE AVVENIRE ALLORA IL FUTURO DEI TRENI NTV SAREBBE DAVVERO COMPLICATO 2- UNICREDIT FOLLIES! SUL \"SOLE\": “CHI SUCCEDEREBBE A GHIZZONI SE DOVESSE FUGGIRE IN POLINESIA? IL TOTO-NOMINE INTERNO PUNTA SU ROBERTO NICASTRO\". MA NON BASTA. SU \"MF\" SI LEGGE CHE UNICREDIT HA DECISO DI “PRESTARE” PELUSO A FONSAI AFFINCHÉ PRENDA IN MANO LE REDINI DELLA FINANZA DEL GRUPPO LIGRESTI 3- CIFRE DA CAPOGIRO PER LA \"500\" USA: A NEW YORK, VENDUTE BEN 30, DETROIT NE HA PIAZZATE 12 E ALTRE 5 “NE HA PRONTE PER LA CONSEGNA IN QUESTA SETTIMANA”! (MA SONO ALTRE LE CIFRE DA CAPOGIRO: PER OGNI “500” IN VERSIONE ELETTRICA, IN VENDITA NEL 2012, LA FIAT PERDERÀ 10MILA DOLLARI E SARÀ VENDUTA INTORNO AI 45MILA)

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MAURO MORETTI AD GRUPPO FS

1 - LUCA, NON SALIRE SU QUALCHE LOCOMOTIVA ELETTORALE. SE QUESTO DOVESSE AVVENIRE ALLORA IL FUTURO DI NTV SAREBBE DAVVERO COMPLICATO
Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie non hanno alcuna voglia di partecipare alla guerra che Mauro Moretti ha scatenato nei confronti dei francesi che hanno il 20% di Ntv, la società di Luchino di Montezemolo e dei suoi compagni di merenda.

Sono uomini pacifici che di guerre ne hanno viste fin troppe dai tempi in cui al vertice dell'azienda c'erano personaggi come Ligato, Necci, Cimoli e il "tramviere" Elio Catania.
Così quando ieri davanti alla Commissione Trasporti l'ex-sindacalista di Rimini ha affondato la lama nel petto di Luchino & Company dicendo "sono sempre loro ad attaccare per primi", gli uscieri hanno sorriso e la stessa reazione l'hanno avuta dopo le dichiarazioni del presidente della Commissione, Mario Valducci, e del ministro Matteoli.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Per loro Valducci è soltanto un milanese che si è laureato in marketing alla Bocconi e ha partecipato nel '94 alla fondazione di Forza Italia, ma resta un politico pallido e insignificante. E non credono nemmeno che il maremmano Matteoli abbia tutta questa voglia di rendere la vita difficile alla compagine di Ntv. Troppe volte il politico ex-An ha dimostrato di tenere in conto la direttiva europea che dal 2012 liberalizza il trasporto ferroviario, e troppe volte si è divertito a smarcarsi rispetto all'ira funesta di Moretti. D'altra parte gli uscieri conoscono alla perfezione le difficoltà che la società di Luchino sta incontrando in questo momento.

MARIO VALDUCCI

A parlarne è stata per prima Dagospia una quindicina di giorni fa quando ha elencato i problemi di natura tecnologica e regolamentare che la società guidata da Giuseppe Sciarrone sta incontrando per problemi ancora irrisolti e per colpa dei vincoli introdotti da Ferrovie.

L'insieme di queste criticità sta facendo slittare i tempi per la partenza dei 25 treni "Italo" che sono stati appaltati ai francesi di Alstom nel gennaio 2008; fino ad oggi la società francese ne ha consegnati 11 in grado di fare i test per ottenere i certificati di qualità e di sicurezza. La decisione di Rfi (Rete ferroviaria italiana) di anticipare ad agosto i certificati di sicurezza per omologare i treni ha messo in grande difficoltà Sciarrone e gli altri soci tra cui i francesi di Sncf che dentro Ntv hanno una quota del 20%.

matteoli jpeg

Nella sua infinita miseria Dagospia aveva percepito sui marciapiedi di Parigi l'inquietudine dei francesi e aveva preannunciato un meeting di chiarimento. In un'intervista della settimana scorsa a "Panorama Economy", l'ineffabile Giuseppe Sciarrone ha dichiarato che la notizia dell'appuntamento era "una balla, una balla incredibile". Con buona pace di questo manager che guida la cordata di Ntv, è il caso di riconfermare in pieno la notizia del meeting che i francesi vorrebbero tenere al più tardi in aprile. L'unica incertezza riguarda la sede dell'incontro che il capo delle Ferrovie d'Oltralpe, Guillaume Pepy (un ingegnere di 53 anni), vorrebbe comunque tenere a Parigi oppure a Nantes.

In questa situazione non è il caso di parlare di una guerra Italia-Francia per difendere i sacri principi dell'italianità e della reciprocità. Allo stesso modo secondo gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie non pare ci siano le condizioni politiche per difendere con un decreto Tremonti la strategicità del settore.

Alstom

Il nodo sembra piuttosto un altro, ed è rappresentato dal balletto di annunci che Luchino di Montezemolo sta facendo sulle punte dei giornali per la sua discesa in campo nella politica. L'Amleto dei Parioli continua a cercare le folle e i partiti che lo invochino a salvare la Patria, ma gli amici Dieguito, Sciarrone, Punzo e perfino Flebuccio De Bortoli che non ha alcun interesse ferroviario, gli sconsigliano di salire su qualche locomotiva elettorale.
Se questo dovesse avvenire allora il futuro di Ntv sarebbe davvero complicato.

DIEGO DELLA VALLE

2 - CHE SUCCEDE A UNICREDIT? CHI SUCCEDE A GHIZZONI?
Ai piani alti di piazza Cordusio i manager e i dipendenti di Unicredit stamane sono in preda all'emicrania.

In effetti bisogna capirli perché sulla banca guidata da Federico Ghizzoni sono uscite oggi notizie di ogni genere. La più curiosa è sicuramente quella contenuta in un corsivo del "Sole 24 Ore" che suona così: "chi succederebbe a Ghizzoni se dovesse fuggire in Polinesia? Il toto-nomine interno punta su Roberto Nicastro. Ma la soluzione è riservata. E soprattutto puramente ipotetica".

giuseppe sciarrone ad NTV lap2

Francamente non si capisce se il breve scritto sia un semplice divertissement oppure un messaggio ai naviganti. Ma non basta perché su un altro giornale si legge che Unicredit ha deciso di "prestare" il romano Piergiorgio Peluso, classe 1968, a FonSai affinché prenda in mano le redini della finanza del Gruppo Ligresti.

cmt10 diego della valle gianni punzo

Secondo il quotidiano "MF" questo distacco sarebbe funzionale al piano di salvataggio del costruttore di Paternò al quale Unicredit ha prestato e presterà ancora una montagna di quattrini. Francamente riesce difficile capire la ragione per cui Peluso, che ha sta inseguendo lo zio Tom Dibenedetto per vendere la As Roma, venga messo in disparte dalla triade Nicastro, Fiorentino, Mustier che mena la danza a piazza Cordusio.

Federico Ghizzoni UNICREDIT

In questo bailamme di notizie spicca per fortuna la serenità del piacentino Ghizzoni che, dopo aver incassato nei primi tre mesi dalla nomina 653mila euro (come si legge sul "Messaggero"), continua a esternare fiducia e a negare la necessità di un aumento di capitale. Non solo: Unicredit ha deciso di entrare nel giardinetto delle grandi banche straniere disponibili a cacciare 5 miliardi di euro per l'aumento deciso da Corradino Passera in BancaIntesa.

Eppure gli osservatori e la Borsa sono convinti che prima o poi anche Unicredit debba fare appello al mercato per rafforzare il proprio patrimonio. Secondo gli analisti di Hsbc, Berstein e Barkclays, alla prima banca italiana servono non meno di 8 miliardi per avvicinarsi ai livelli patrimoniali che Mario Draghi non più tardi di ieri ha riconfermato indispensabili per rafforzare il sistema creditizio.

ROBERTO NICASTRO

La stessa opinione è stata riaffermata ieri in quel divertente salotto che è diventato "SkyTgEconomia" dove padrona di casa è la piemontesina bella, Sarah Varetto. Nello studio che ormai ha le sembianze di un salottino per amici, dove ruotano economisti scravattati come Daniel Gross e spettinati come Stefano Micossi, si è detto che Unicredit dovrà inevitabilmente fare un aumento di capitale fino a 6,6 miliardi. La convinzione è apparsa così diffusa che perfino un banchiere lugubre come Mario Sarcinelli ha allargato la bocca in un sorriso.

Piergiorgio Peluso di Unicredit

A questo punto non resta che capire quale sarà la strada che il buon Ghizzoni vorrà percorrere. L'importante è che non ripeta la gaffe del suo predecessore Alessandro Profumo che in un mercoledì di ottobre del 2008 dichiarò al Tg1 che la banca non aveva nessun problema e la domenica successiva propose al Consiglio di amministrazione un aumento di capitale di 3 miliardi.
Se così fosse Ghizzoni dovrebbe fuggire in Polinesia.

Salvatore e Jonella Ligresti

3 - PER OGNI "500" IN VERSIONE ELETTRICA CHE SARÀ VENDUTA NEL 2012 LA FIAT PERDERÀ 10MILA DOLLARI E SARÀ VENDUTA INTORNO AI 45MILA.
È IL BRUTTO DELLA CONCORRENZA, BELLEZZA!

Un premio speciale va dato all'ufficio stampa della Fiat che oggi è riuscito a far pubblicare su "Il Giornale" un meraviglioso articolo sul delirio che attraversa l'America da venerdì scorso quando è iniziata la vendita delle nuove "500".

marchionne

A quanto si legge i concessionari americani sono stati sommersi dalle richieste della "piccola-grande" city-car italiana. In poche ore Alfredo Gulla, storico concessionario Fiat di New York, ne ha vendute ben 30, mentre un altro venditore di Detroit ne ha piazzate 12 e altre 5 "ne ha pronte per la consegna in questa settimana".

Sono cifre da capogiro alle quali bisogna aggiungere le 3 pagine che - sempre secondo quanto scrive "Il Giornale" - domenica scorsa sono state dedicate dal "New York Times" "al primo inaspettato successo delle nuove 500 sul mercato americano".

fiat 500

Come sempre accade non mancano i figli di buona donna che nel selvaggio mercato statunitense si divertono a criticare la concorrenza. Un caso eloquente si trova sul sito specializzato in automobili www.engadged.com dove si legge che per ogni "500" in versione elettrica che sarà venduta nel 2012 la Fiat perderà 10mila dollari e sarà venduta intorno ai 45mila.
È il brutto della concorrenza, bellezza!

 


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