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1- SADO-MASI RISCHIA IL POSTO PER LE JENE LUCA & PAOLO, DUE DIPENDENTI MEDIASET! 2- STORIA DI ORDINARIA FOLLIA RAI: SANREMO VA ALLA GRANDE E IL DG VA A CASA. L’ACCUSA: AVER REGALATO UN SUCCESSO STRATOSFERICO A DUE COMICI DELLA CONCORRENZA (LUCA & PAOLO), CHE PER RINGRAZIARE HANNO BASTONATO IL BANANA IN MONDOVISIONE! 3- I CONSIGLIERI PDL AFFILANO LE LAME PER IL CDA: “PASSI CHE NON PUOI CONTROLLARE SANTORO E RUFFINI PER LE SENTENZE DEI GIUDICI, MA FAR ATTACCARE BERLUSCONI A SANREMO SULLA FILOGOVERNATIVA RAIUNO È INACCETTABILE!”. INSOMMA: CARO MASI, COME CENSORE NON VALI NIENTE, SEI RIUSCITO A CACCIARE SOLO IL POVERO BERTOLINO… 4- IL TRANELLO PERFETTO SCATTA DOMANI POMERIGGIO IN UN CDA DOVE MANCA MEZZO CENTRODESTRA: PETRONI (TREMONTIANO) E BIANCHI CLERICI (LEGHISTA), A RISCHIO SANZIONE PER LA NOMINA DI MEOCCI DEL 2005, NON PARTECIPANO PIÙ AL CONSIGLIO 5- COME SOSTITUTO SI PARLA DI VINCENZO NOVARI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI 3 ITALIA, MENTRE SADO-MASI VERREBBE RISARCITO CON UNA POLTRONA ALL’ENI (JE PIACEREBBE…) 6- LUCA BIZZARRI SVELA L’ACCORDO: SENZA CONTRATTO PER SCANSARE LE CENSURE RAI

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Paolo Conti per "Il Corriere della Sera"

La Rai è imprevedibile. Nelle aziende tradizionali si allontana un top manager dopo un insuccesso. A viale Mazzini può capitare che il direttore generale rischi di dover traslocare dopo uno dei Festival di Sanremo di maggior successo di pubblico (e in parte anche di critica) degli ultimi tempi. Mauro Masi non dovrà fronteggiare nei prossimi giorni un problema legato agli ottimi ascolti Rai.

Ma potrebbe pagare il prezzo del duetto del «Ti sputtanerò» cantato martedì 15 scorso da Luca e Paolo e interamente dedicato al duello politico Berlusconi-Fini («Ti sputtanerò, con certi filmini che darò alla Boccassini dove ci sei tu e le mostrerò donne sopra i cubi e ci metto pure Ruby e ti fotterò». «Ti sputtanerò, sarà un po' il mio tarlo con la casa a Montecarlo dei parenti tuoi». «Ti sputtanerò, farò l'inventario con Noemi e la D'Addario dei festini tuoi»...)

Silvio Berlusconi sarebbe andato su tutte le furie. Traccia visibile del malcontento del presidente del Consiglio, la gelida dichiarazione di Antonio Verro, consigliere di amministrazione Rai, vicinissimo a Berlusconi: «Una satira politica da televisione commerciale non adatta ad una platea così vasta ed eterogenea come quella del Festival che fa servizio pubblico.

LUCA E PAOLO c d ff d d f c ee bd

Il direttore generale mi ha dato rassicurazioni sul fatto che le questioni che in questi giorni hanno interessato la direzione artistica del Festival verranno portate all'attenzione del prossimo consiglio di amministrazione».

Proprio quel passaggio, una richiesta esplicita di chiarimenti a Masi, prefigura il clima che si respirerà domani, giovedì in Consiglio di amministrazione. Chi è vicino a Berlusconi (secondo il tam tam di viale Mazzini si tratterebbe soprattutto del ministro Paolo Romani) avrebbe considerato l'episodio sanremese la goccia capace di far traboccare il vaso del malcontento verso Masi.

Ecco l'accusa del Pdl: ci dici di non riuscire a controllare Santoro perché c'è una sentenza del giudice, lo stesso problema c'è per Paolo Ruffini a Raitre ma non è possibile che tu non sia in grado di non far attaccare Berlusconi nemmeno a Sanremo e su Raiuno, rete filo-governativa per eccellenza. Masi ha smentito qualsiasi voce di sue possibili dimissioni. Ma secondo altri si sarebbe già aperta una caccia alla collocazione alternativa (Eni?) per il direttore generale.

Si delinea il possibile identikit del suo successore che potrebbe corrispondere a Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3 Italia. Comunque giovedì sarà un Consiglio Rai anomalo e senza maggioranza di centrodestra. Sulla testa di Angelo Maria Petroli e di Giovanna Bianchi Clerici pende la minaccia di una sanzione di 200 mila euro della Corte dei Conti per aver votato nell'agosto 2005 la nomina a direttore generale di Alfredo Meocci, incompatibile in quanto fresco ex membro dell'Autorità per le Telecomunicazioni. Finché non si sarà chiarito il nodo hanno fatto sapere che non parteciperanno ai lavori del Cda.

2- LUCA BIZZARRI SVELA L'ACCORDO: SENZA CONTRATTO PER SCANSARE LE CENSURE RAI
Silvia Truzzi per "Il Fatto Quotidiano"

luca e paolo "Ti sputtanerò"

Basta giurare che l'intervista non assomiglierà a quella Canalis-De Niro. Sollievo. Sospiro. Sanremo. Luca Bizzarri saluta il Festival.

Partiamo dal paraculismo. Accusa fondata?
Essere paraculi vuol dire cercare di acquistare i favori di qualcuno. Non ne abbiamo bisogno. Non dobbiamo convincere nessuno: abbiamo un contratto di sei anni con Mediaset.

Ecco, dicono anche: sputano nel piatto in cui mangiano.
La risposta gliela diamo mercoledì sera, dallo studio delle Iene. Ci hanno chiamato in tanti da Mediaset per dirci "bravi", non credo si sentano "sputati".

Alla fine di "Ti sputtanerò", la sera del debutto, hai fatto roteare il microfono in aria. Poi guardando in camera, un gran sorriso: "ce l'abbiamo fatta" o "ve l'abbiamo fatta"?
Entrambe. Avevo capito che faceva ridere, il pubblico applaudiva calorosamente. Molta gente che lavora con noi ci aveva sconsigliato: "Non andate". Potevamo scegliere una strada più serena.

noemi

Invece ne se siete usciti vivi. E anche di più.
La prima tv veramente nazional-popolare che abbiamo fatto è stata Sanremo: siamo partiti dal gradino più alto. Io ho pensato solo al Festival per sei mesi. Mi rendo conto che ci sono altri problemi nella vita, ma per uno che fa il mio mestiere non è dato sbagliare all'Ariston. Potevamo bruciarci. Ho perso 5 chili. Ho pianto 10 ore, dopo.

Che differenza c'è tra la Rai in mano alla politica e Mediaset in mano al padrone della politica?
L'abbiamo detto dal palco la prima sera. A Mediaset c'è un editore che ha delle esigenze, contro cui combatti in maniera diretta. In Rai ci sono mille persone fra te e l'editore. Poi per fortuna ci sono i Mazza.

Il Giornale ti ha dato uno in pagella per il bacio a Morandi. Il bacio di Giuda. Si saranno offesi per la citazione in "Ti sputtanerò"?
Ma no...Era ironico il loro uno come il mio bacio.

La Rai vi ha censurato qualcosa?
Mai, però di un pezzo ci è stato detto: "questo non lo potrete mai fare".

Quale?
Saviano. Nel nostro team c'era chi aveva dubbi.

daddario

Perché?
Bisognerebbe chiederlo a chi non fa l'imitazione di Saviano. Lui è un personaggio molto positivo, ma a me fanno paura le beatificazioni, soprattutto in questo Paese che in un attimo ti santifica e un secondo dopo ti crocifigge. E poi essere presi in giro fa bene.

Beppe Caschetto, il vostro manager, ha definito "faticoso" l'accordo con la Rai.
Il punto di frizione riguarda l'approvazione dei testi.

Siete andati all'Ariston senza contratto?
Diciamo che il nostro agente ha trovato una soluzione transitoria per andare in onda garantendoci autonomia editoriale.

È vero che il centone della prima sera s'intitolava "Ti processerò"?
No, è stata cambiata solo l'ultima strofa. Prima finiva così: "Ti sputtanerò e continuerò, tanto il mio paese si è sputtanato già". Al mattino abbiamo letto i giornali e abbiamo aggiunto la frase sul 6 aprile. Mentre cantavamo i centoni di Morandi, dietro il palco c'era Martino, uno dei nostri autori, con il testo. E Gianni sbirciava per controllare che non sbagliassimo la metrica.

ANGELO MARIA PETRONI

Avete fatto un pezzo sul qualunquismo. Peggio quello o lo sdegno democratico?
C'erano tutte e due le cose. Qualcuno ha scritto che abbiamo assolto Berlusconi. Ovviamente non è così. Era un dialogo da bar.

Possibile che non ci si possa liberare dei riti della politica incartapecorita? Voto alle facce della prima fila, con i dirigenti e mezzo cda Rai.
Il più alto a Masi, rosicava da pazzi ma rideva perché aveva paura che lo inquadrassero.

Il consigliere Verro ha detto che la direzione artistica non era "in linea con i valori del servizio pubblico". Quali sono i valori del servizio pubblico?
La domanda andrebbe girata a Verro. Ma credo parli a nuora perché suocera intenda.

Ancora Verro: "un umorismo che divide".
Sono sciocchezze. Se qualcuno si fa dividere da Luca e Paolo stiamo a posto. Mi pare che abbia diviso più Verro. Sabato sera un consigliere Rai, che stava vicino a Verro, uno di una certa età, è venuto a farmi i complimenti. Mi è sembrata una bella cosa.

antonio verro

La questione satira a Sanremo, assicura Masi, sarà portata in Cda già giovedì: nemmeno i super ascolti bastano?
Ci si occupa di tutto tranne che del Festival. Si usa il festival per parlar d'altro. Sanremo è una trasmissione televisiva di canzoni che fanno una gara.

Gramsci sul primo canale: eversivo?
Per niente.

Garimberti ha detto che quando è apparsa l'immagine del fondatore dell'Unità a qualcuno è venuto lo sturbo. Visto qualcosa dal palco?
Non mi pare. Però prima che apparisse in grafica l'autore del testo, vedevo grandi segni d'assenso. Forse non hanno letto abbastanza Gramsci.

Era un atto d'accusa contro l'indifferenza degli italiani?
Certo: c'è molta preoccupazione, più che giustificata, per il momento difficilissimo che il Paese sta attraversando.

Quando avete saputo che Benigni avrebbe partecipato, avete detto: "Non faremo un pezzo comico. Sarebbe come fare un film porno dopo Rocco Siffredi. Non vorremmo che le nostre misure fossero paragonate a quelle di un grande maestro".
Il monologo di Benigni mi ha stupito, perché prima guardavo alla serata dell'Unità in maniera diversa. Dopo, mi è sembrata molto più importante. È stato bravissimo: ha convinto me, uno che pensava fosse una pomposa vaccata. E con me, immagino, moltissimi altri.

Gianni Morandi con Luca e Paolo a Sanremo 2011

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani", Antonio Gramsci. E tu?
Io direi anche "Libertà è partecipazione". Conosco meglio Gaber di Gramsci.

Ti sei sottratto soprattutto all'idea di essere etichettato politicamente. Anarchico va bene?
No. Perché anche quella è una categoria. Ho delle idee, non le nascondo. Poi il filtro della comicità le fa venir fuori. Facendo ridere le persone di se stesse, non di Berlusconi . Io sono solo un cittadino che crede nelle istituzioni. Per questo vado a votare.

Dal palco, la sera dei 150 anni, avete fatto un appello alla responsabilità civile. Convinci uno che al seggio non ci va.
Sono vent'anni che cerco di convincere mio fratello a votare e non ci riesco. Temo di non essere molto bravo. Ma a me sembra così giusto, così bello, votare. Io sono diffidente verso le manifestazioni di piazza, hanno veramente significato solo nei regimi. L'Italia non è l'Egitto o la Libia. E poi, dal '94 a oggi, le manifestazioni contro Berlusconi non sono servite a nulla. Il voto invece sì, eccome, se serve.

 

 


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