Marco Zatterin per "La Stampa"
Gheddafi nel con BerlusconiL' Europa promette solidarietà all'Italia, le garantisce sostegno politico, uomini e finanziamenti. Nella prospettiva possibile di un'onda lunga di immigrati che dal Nord Africa si scarichi sulle coste dello Stivale, questa è per Roma una notizia necessaria, ma non per forza sufficiente. Come a rispondere al ringhio di Umberto Bossi - «Se arrivano, li mandiamo in Francia e Germania...» - una parte dei Paesi del Nord dell'Ue fa sapere che non intende partecipare a una eventuale distribuzione dei disperati che dovessero sbarcare in Europa. Semplice la spiegazione: «Un Paese di 60 milioni di abitanti non può avere problemi a fronteggiare qualche migliaio di migranti».
Gheddafi Berlusconi - NonleggerloGli eventi accelerano allo stesso ritmo con cui peggiorano le notizie che giungono dalla Libia. Gli sherpa dei Ventisette sono riuniti a tempo pieno a Bruxelles, ragionano sui grandi scenari e preparano il Consiglio Affari Interni che il calendario propone per domani e che porterà nella capitale europea il ministro Roberto Maroni. Sul fronte politico, cresce la pressione di Germania, Regno Unito e Finlandia perché si ragioni su un sistema di sanzioni che colpisca il colonnello Gheddafi alla stregua del leader tunisino Ben Ali e la sua famiglia. Non c'è accordo. L'Italia è fra coloro che non sostengono l'escalation.
gheddafi berlusconiIeri, durante una visita al Cairo, l'alto rappresentate per la politica estera europea Catherine Ashton ha annunciato la sospensione dell'accordo quadro che si stava negoziando con la Libia. Non una grande mossa, un colpo quasi a salve visto i progressi scarsi compiuti sinora, e poi è difficile immaginare con chi si possa trattare oggi e nei prossimi mesi. È però un primo segnale politico. «Reagiremo con tutti i mezzi che potremo mettere in campo», assicura Maja Kocijancic, portavoce della baronessa britannica.
Gheddafi e FrattiniIn vista del consiglio di domani, la presidenza ungherese sta tentando la stesura di un testo di conclusioni sulla minaccia migratoria. L'idea di fondo, spiegano fonti diplomatiche, è di riaffermare «la disponibilità a considerare la questione delle rivolte nei Paesi arabi come un problema europeo», anche se non si pensa a condividerne il peso con Roma. «Tra l'altro - si fa notare -, l'Italia non ha voluto alcuno degli immigrati che sono arrivati a Malta. E, a suo tempo, la Germania non batté ciglio di fronte ai 300 mila che arrivarono in fuga per la crisi nei Balcani».
umberto bossiSe dunque il Mezzogiorno si ritrovasse con diverse migliaia di clandestini in braccio, finirebbe per essere piena la nostra responsabilità di controllo ed eventuale rimpatrio. A meno che non si trattasse di richiedenti l'asilo, che sarebbero esaminati d'intesa con l'agenzia europea Frontex e successivamente smistati nei Paesi disposti ad accoglierli. «Non ci sono regole precise - spiega un diplomatico europeo -. Tutto è affidato allo spirito di solidarietà dei singoli Paesi».
Roberto MaroniSu Frontex si fanno i primi conti. La missione lanciata nel fine settimana è stata chiamata Hermes. Avrà navi italiane per il pattugliamento e «assetti aerei» nazionali oltre che di Francia, Olanda, Malta e Spagna. Avranno un ruolo di prevenzione, controllo e di supporto amministrativo. Costi non definitivi, anche se il budget per ora è di 2 milioni che l'Ue versa a chi mette materiali e uomini, dunque anche a noi.
berlusconi merkelSarà un primo intervento, in attesa degli sviluppi. Gli scenari sono molteplici, ma il peggiore è quello di una guerra che scateni un esodo dal Nord Africa. L'articolo 78 del Trattato di Lisbona prescrive la possibilità che «in caso di afflusso massiccio», l'Ue possa adottare misure comuni di intervento. Gli esperti lo leggono come una apertura generalizzata dei confini e una gestione congiunta di chi li ha attraversati in cerca di rifugio. Uno scenario apocalittico a cui tutti preferiscono non pensare.