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ASSOLTO DALL’ACCUSA DI PECULATO PER L’USO DI CARTE DI CREDITO AZIENDALI, MINZOLONE CHIEDE DI TORNARE A DIRIGERE IL TG1…

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Marco Mele per "Il Sole 24 Ore"
Augusto Minzolini chiede di essere reintegrato alla direzione del Tg1 dopo la sua assoluzione piena al processo sulle spese con la carta aziendale. Si apre un problema per i vertici della Rai: un altro, perché il Pdl, aprendo il "fuoco" contro l'ipotesi di un confronto a tre, che sarebbe stato ipotizzato dal direttore generale Luigi Gubitosi, mira anche a far rinviare le nomine in programma nel Consiglio di amministrazione di domani.

AUGUSTO MINZOLINI

Consiglio nel quale saranno all'ordine del giorno le proposte del direttore generale sulle vicedirezioni di Rai1, Rai2 e Rai3 e le conferme di alcuni vicedirettori (day time mattina e pomeriggio, rubriche e approfondimenti informativi). Sul tavolo anche la bozza di contratto di servizio triennale tra la Rai e il ministero dello Sviluppo economico sulla base delle linee guida dell'Agcom: in questo caso, è stato il Pd a chiedere di non procedere alla firma per attendere gli orientamenti del nuovo esecutivo.

LUIGI GUBITOSI

Il Cda avrà anche un'informativa sulla questione delle frequenze e sulla nuova proposta dell'Agcom, che dev'essere ancora approvata da Bruxelles. Tale proposta dovrebbe permettere alla Rai di superare gran parte degli attuali gravi problemi di ricezione per i canali di servizio pubblico.

I legali di Augusto Minzolini hanno inviato ieri una lettera ai vertici del servizio pubblico nella quale scrivono che «la richiesta è conseguenza automatica del dettato della legge 97 del 2001, che la Rai aveva utilizzato per rimuovere Minzolini dalla posizione di direttore del Tg1, a seguito del suo rinvio a giudizio.

FRANCO SIDDI

La stessa legge - continuano gli avvocati di Minzolini Federico Tedeschini e Nicola Petracca - prevede, infatti, che in caso di assoluzione i provvedimenti adottati dal datore di lavoro perdano di efficacia con diritto del dipendente al ripristino della precedente situazione lavorativa».

Gli avvocati di Minzolini hanno anche sollecitato la Corte dei Conti a vigilare «sull'eventuale produzione e consolidamento di danni erariali, riservando ogni azione a tutela del proprio assistito».

Le polemiche non mancheranno. Alcuni consiglieri d'amministrazione del Pdl si sono espressi per un rinvio delle nomine (Antonio Verro, candidato Pdl, non vota), contestando la moltiplicazione delle vicedirezioni.

antonio verro

Sul fronte dell'editoria si è svolto, ieri, un incontro di due ore tra il presidente della Fieg, Giulio Anselmi con il segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi e il neopresidente Giovanni Rossi. «È stato un incontro positivo - commenta Anselmi - nel quale non si è parlato solo di prepensionamento ma di ammortizzatori sociali.

Davanti ad una crisi così acuta editori e sindacati non possono che avere obiettivi comuni. Occorre far chiarezza, ad esempio, sul numero dei prepensionamenti». Intorno alla metà di marzo, poi, prenderà il via il tavolo per il rinnovo contrattuale dei giornalisti. «Il contratto - prosegue il presidente della Fieg - dovrà essere rivisto alla luce dei nuovi prodotti e della multimedialità».

«È stato deciso - commenta Siddi - un monitoraggio delle diverse situazioni di crisi, finalizzato alla stabilizzazione degli istituti di protezione sociale». Il presidente della Fieg precisa: «Una cabina di regìa allo stato non è praticabile perché ogni azienda editoriale ha la propria autonomia: non si può fare i vigili urbani dei prepensionamenti tra i vari gruppi». Quando il Parlamento sarà insediato, infine, Fieg e Fnsi avanzeranno proposte per una legge di riforma del comparto.

 


ASPETTIAMOCI UNA NUOVA “BRITANNIA” E ALTRE DISMISSIONI - AL CONCLAVE PUNTO SUL CARDINALE VALLINI

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro Dago,
secondo te, se Bersani dovesse vincere le prossime elezioni, cosa ormai probabile, Vittorio Feltri terrà fede alla pubblica promessa di spararsi? Ho provato ha chiederglielo via twitter ma non risponde...

OSCAR GIANNINO S INCATENA A PORTA A PORTA

Lettera 2
Tarocco Giannino? Come fai a fidarti di uno che va in TV vestito da domatore di pulci?
Romano Bracalini

Lettera 3
Adesso pero' fate i bravi eh! Mica possiamo aspettare ogni volta 18 anni, beccarci nel frattempo l'accusa di essere complottisti, visionari e seguaci di lucertole (rettiliani), per poi un bel giorno leggere sul sole24ore (nientemeno!) che la storia del Britannia era tutta vera! Dico io: vi state organizzando per spartire in giro quel po' di industria strategica che abbiamo ancora? Ditecelo pure tranquillamente, tanto non protesterà nessuno. La gente ha già lo spread a cui pensare.
Tiziano Longhi

zingales e giannino

Lettera 4
dago preclaro,
la burinata del finto master di oscar giannino a chicago (manco fosse un valoroso servizio militare a cuneo...) evidenzia ancora una volta che tutto il mondo è cafonal. e qui ci soccorre la benedetta dagosfera, dimensione in cui ogni velleità italiota si rivela per quello che è. dopo petrolini, flaiano e arbasino, qué viva dago, fustigatore di tutti i minchioni.
Rob

Lettera 5
Bersani ha detto che entro sei mesi sistemerà i gay col sistema tedesco. Se pensa ai lager mi sembra un tantino esagerato.
AP

Lettera 6
Bellissimo l' "assist" anti-spread di Prodi al PD: il vero "padre" di tutti gli "europeismi", nel senso piu' negativo del termine, è e rimane lui !!!
a mandolfo (StC)

pier luigi bersani

Lettera 7
Tra cardinali gia' porporati ed in odore di Santita' pontificia gia' bruciati, se ne veda l'attenzione della stampa dossierata, sfugge il cardinal Vallini. Italianissimo. senza scandali alle spalle, Toscananaccio con nativi nella Valle del Diavolo (Larderello, Pisa)... Dove i fumi della geotermia nascono). Il Vicario del Papa per Roma ha tutti i canoni e le energie che vengono dal suolo poter essere L'erede di Pietro.
Gossip Vatituscany

Lettera 8
Carissimo,
leggo che Bersani avrebbe prenotato Piazza Plebiscito per il suo comizio di auspicata rimonta. Per la cronaca vorrei precisare che per noi napoletani Piazza Plebiscito è oramai Piazza Principe de Curtis cosi come via Roma è via Toledo. Auspicheremmo che anche per la stampa si usasse questa cortesia per il nostro grande Totò!
Grazie

VITTORIO FELTRI

Lettera 9
Scherzi da Tecnici. Fra venti-trentanni, quando l'età, il voto e le incognite della vita avranno spazzato dal Parlamento l'80% degli attuali Parlamentari, sapete chi sopravviverà al day after? Lui, l'Immacolato, che non si sporca le mani con la politica anche se ce magna e ce guadagna più degli altri. Infatti, Lui, per grazia di Re Giorgio e non per volontà della Nazione, sta già sul podio con l'alloro senatoriale a sghignazzare verso i comuni mortali che corrono per lo scranno. Un po' come lo studentello che agli esami di maturità si sente già in cattedra con il diploma piovutogli dal cielo mentre i suoi compagni se lo stanno sudando dai banchi. Antonio Pochesci

Lettera 10
Finalmente con l'elezione di Giovanni Malagò a Presidente del Coni , lo sport italiano si rinnova completamente !Basta i soliti personaggi ammanigliati alla politica. D'ora in poi solo meritocrazia!
Sanranieri (non fermare il declino)

Lettera 11
Caro Dago, l'altra sera guardavo le Iene e ho notato una cosa: mi sembra che sia diventato la brutta copia di Striscia la Notizia. Non capisco perchè hanno fatto questa scelta di usare il taglio, le battute e anche i personaggi tipici del programma di canale 5. Che bisogno avevano di fare questa cosa, snaturare il proprio programma per inseguire il successo altrui è davvero triste.

FILIPPO PENATI

Lettera 12
Gentil Dago,
Dispiace che Paolone Guzzanti, giornalista di razza e godibile scrittore, non sia più deputato. Ma Mara Carfagna- che nonno Cav. avrebbe sposato, qualora all'epoca non lo fosse con la Lario- ha chiesto e ottenuto la testa del giornalista, la cui figlia, Sabina, la aveva accusata, a piazza Navona, di comportamenti analoghi a quelli di Monica Lewinsky con Clinton...

Rinominati deputati, invece, altri 2 giornalistini, allineati e obbedienti al Cav. : i mosci e sempre silenziosi Lainati e Mottola. Depennato dalle liste Pdl Giancarlo Lehner, in posizione difficile Renatone Farina, inviso a Rosa Santadechè e a Olindo Sallusti.
Quanto a Max Allegri, questa la arguta risposta del tecnico livornese all'ordine, impartitogli dal Presidente del Milan di marcare, domani sera, "ad uomo", il campione del Barcellona, Leo Messi : "Presidente, sarebbe meglio marcarlo "a donna". Se lei ci presta un olgettina. Gratis, ovviamente".
Ossequi.
Pietro Mancini

LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeg

Lettera 13
Dago darling, finalmente tra una settimana il Far West Italia tornerà a essere il Bel Paese e cioé "L'Italia giusta". Era ora, non se ne poteva più di scandali e corrutele varie. Rimane una sola Faq inevasa, almeno oggi come oggi 19 febbraio 2013: quale sarà il sistema "giusto" della rinascente e "boni-fica-ta" Repubblica Italiana: quello Sesto o quello Siena?
Natalie Paav

Lettera 14
Caro Dago,
Guarda che nei "50 per Fini" ad Agrigento vanno conteggiati gli uomini della scorta e i dipendenti del teatro. Il resto era composto da familiari e parenti di Fabio Granata e da una zia di Giulia Bongiorno.
Salve
Natalino Russo Seminara

Lettera 15
É mai possibile che in Italia debba prevalere solo chi ha a disposizione una fitta rete di conoscenze mondane? Ha prevalso il potere dei circoli e così Malagò succede al poltroniere Petrucci. Ci manca solo che qualsivoglia circolo di bridge, frequentato da un comitato di signori che fumano sigari cubani che non gradiscono affaticarsi molto, decida di rifilarci un presidente del consiglio.
honeybump

MALAGO PETRUCCI PAGNOZZI

Lettera 16
Caro Dago, ora capisco perché il prof. Zingales non ha praticamente fatto un cazzo per la campagna elettorale del movimento che aveva contribuito a fondare: era troppo impegnato a passare ai raggi x i curriculum di Giannino presenti nel web e ad attendere il momento più propizio (per gli avversari di FARE) per uscire dal movimento stesso.
Mario

ROMANO PRODI

Lettera 17
Caro DAgo,
mi permetto di fare qualche semplice osservazione sul dibattito sorto con la scoperta da parte del Prof. Zingales che Giannino non aveva ottenuto nessun master né aveva mai partecipato ad un corso presso la di lui università americana. Io capisco che qualcuno possa essersi sentito offeso per un millantato credito che lo aveva spinto ad entrare personalmente nella competizione elettorale a fianco di Giannino.

Capisco pure che in America fatti di questo genere suscitano sempre scalpore, ma forse si dimentica che l'America é pure la patria dei creatori di Microsoft, Facebook e Google i quali, a quanto é dato di sapere, non hanno mai terminato gli studi universitari e sono tra le personalità più affermate al mondo nel loro campo. Come a dire che si possono fare cose egregie senza necessariamente fregiarsi del titolo di Professore o di Master of qualcosa.

Qualcuno infatti si chiede come mai Zingales ( o meglio il Prof. Zingales visto che tanto é attaccato ai pezzi di carta universitari) non si sia accorto prima della mancanza di questi titoli accademici di Oscar Giannino. Ho seguito per due anni la trasmissione su radio 24 "la versione di Oscar" e tutto si poteva dire di lui meno che non avesse dimestichezza con la materia economica e finanziaria. Non é la Gelmini che da ministro dell'Istruzione, ricerca ed università ignora l'esistenza dei neutrini e delle particelle subatomiche e chiede informazioni sul tunnel che da Ginevra porta al Gran Sasso.

PAOLO GUZZANTI

Giannino é competente in materia e come abbia acquisito questa competenza non può che andare a suo onore e non merita le intemerate del Prof. ecc. ecc. Zingales che si pavoneggia da Chicago come fosse "er mejo fico der bigonzo".
A me Giannino sembra come il bambino preso con le dita nella marmellata, ma con i valori degli zuccheri nel sangue perfettamente normali.
serpico48

Mara Carfagna

Lettera 18
Nell'angelus di Domenica Benedetto XIV dice
" vi supplico di continuare a pregare per me....".
In questa frase c'è tutta la mia perplessità: il pala, sommo rappresentate di Cristo, ispirato dallo spirito santo, lui tutto meditazione e Studi Cristici, chiede a noi, peccatori, per nulla umili, di certo mercenari, in quanto pronti a vendere l'anima a chiunque ce la paghi in soldi veri, lui a noi chiede di pregae per lui. Non è che non vogliomo pregare per lui, solo che non abbiamo capito niente, di tutto quello che è successo fino ad oggi! (Parafrasando qua e là Aniene)

Gianfranco Fini

Se il penultimo papa (papa vecchio) lo preghiamo ed invochiamo, in quanto quasi santo, perchè il papa nuovo ha bisogno delle nostre preghiere?
Ecco, dal basso della mia semi ignoranza di padri della chiesa, del deserto, di vite dei santi e quant altro, a me parrebbe un atto di egoismo, abbastanza mal celato.

Quindi, al di là del gesto delle dimissioni, al di là della valenza mi domando
1- siamo certi che i cardinali sono in connessione con lo spirito santo nel momento in cui scelgono il pontefice?
2- se Dio esiste ed il pontefice dovrebbe parlarci quotidianamente, perchè noi dobbiamo pregare per lui?
3- per noi, chi prega? Ma forse noi, come al solito non contiamo nulla e le preghiere per noi sono inutili! Oppure, siamo così santi, da essere al di sopra del papa!

BENEDETTO XVI RATZINGER DI SPALLE

Insomma, penso che con il suo gesto, l'attuale papa sia scivolato nell'umano più materiale. Penso che la paura della morte lo abbia assalito e come accade di osservare spesso nelle persone di una certa età, (specialmente) questa paura le induce a scappare dalla realtà, dalle responsabilità, dalla logica.
Per questo si potrebbe dire al papa Ratzinger, ben tornato fra noi umani, se ce lo chiede da uomo, pregiamo per lei. Da papa, no!
Lorena Pinciaroli

 

 

AHI! TECH - PRIVACY: L’UNIONE EUROPEA PRONTA AD AZIONI REPRESSIVE CONTRO GOOGLE PRIMA DELL’ESTATE

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia

1 - PRIVACY: L'UNIONE EUROPEA PRONTA AD AZIONI REPRESSIVE CONTRO GOOGLE PRIMA DELL'ESTATE
Da "The Wall Street Journal"
http://on.wsj.com/UDyCHJ

GOOGLE PRIVACY

Si mette male per l'azienda di Mountain View. La questione della privacy, già denunciata mesi fa da alcuni paesi dell'Unione europea e in particolare dalla Francia, sembra destinata a trasformarsi in un problema molto serio.

La Commission Nationale de l'Informatique et des Libertes (CNIL), autorità francese per la privacy, è tornata infatti all'attacco, ma stavolta ha chiamato i rinforzi. I transalpini, insieme ad altri paesi dell'Ue, sono pronti a scatenare "un'azione repressiva" europea contro Google entro quest'estate per la sua politica della riservatezza poco trasparente e non in linea con le norme dell'Unione. Al centro del problema ci sarebbe la difficoltà, per gli utenti, di slegarsi da tutte le attività sui vari siti che un account Google mette a disposizione (Gmail, Youtube, ecc.).

MICROSOFT OUTLOOK

Mountain View ha risposto di essere in linea con il diritto europeo, ma evidentemente le autorità non la pensano allo stesso modo.


2 - SOMEBODY LIKED IT HOT-MAIL: INIZIA IL TRASFERIMENTO AL NUOVO SERVIZIO DI POSTA ELETTRONICA DI MICROSOFT, "OUTLOOK.COM"

Gli utenti Microsoft dovranno dire addio a Hotmail. L'azienda fondata da Bill Gates ha cominciato da oggi a trasferire gli account dallo storico servizio di posta elettronica ad "Outlook.com", costruito e annunciato da mesi per offrire prestazioni migliori e contrapporsi al predominio smisurato di Gmail. In sei mesi il nuovo servizio ha attirato 60 milioni di utenti.


3 - HTC PRESENTA IL SUO NUOVO SMARTPHONE DI PUNTA: "HTC ONE" USCIRÀ A MARZO
Da "Mashable.com"
http://on.mash.to/11SF7KX

HTC ONE

Solo ieri abbiamo parlato del nuovo smartphone Lg. Oggi un'altra azienda che ultimamente non se la sta passando benissimo svela il suo asso nella manica. Htc ha infatti presentato il suo nuovo smartphone di punta, l'Htc One.

Ha uno schermo da 4,7 pollici in HD a 1080p e monta Android 4,2 Jelly Bean. Completamente in alluminio, è dotato di un processore molto potente quad-core e 2 GB di RAM.

I punti di forza del dispositivo sono uno speciale sistema di Live Feed direttamente in home page, una fotocamera dalle alte prestazioni anche in condizioni di scarsa luminosità, e un avanzato impianto audio. Lo smartphone sarà utilizzabile anche come telecomando universale per la tv.

NVIDIA TEGRA 4I

Uscirà nei negozi a marzo, ma non se ne conosce ancora il prezzo.


4 - UN NUOVO PROCESSORE MOBILE PER NVIDIA, "TEGRA 4I": ALTE PRESTAZIONI PER TUTTE LE TASCHE

Come dimostrano anche le nuove uscite, le novità nel mercato degli smartphone sembrano non finire mai. L'azienda di processori Nvidia ha presentato oggi il nuovo Tegra 4i, dopo l'annuncio, risalente a poche settimane fa, del Tegra 4. La nuova versione del processore mobile, che ha il LTE 4G integrato, è basata sul chip quad-core ARM Cortex A9 R4, che garantirà un notevole miglioramento delle prestazioni, oltre a una maggiore durata della batteria. Per la fine del 2013 avremo così sul mercato dei cellulari che saranno accessibili a tutti ma che avranno una potenza pari solo a quella di dispositivi di alta gamma.

 

FLASH! - GRILLO A MILANO! "ARRENDETEVI! SIETE CIRCONDATI!, DOVETE ANDARVENE, FINCHE' SIETE IN TEMPO"! - VIDEO DELLA DIRETTA: GRILLO SUL PALCO

DRAGHI NON ASPETTA LE ELEZIONI: IL CASO MPS E’ “ISOLATO E LEGATO A CONDOTTE CRIMINALI…”

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Maximilian Cellino per "Il Sole 24 Ore"

MARIO DRAGHI FIRMA LA NUOVA BANCONOTA DA 5 EURO

Un caso «isolato» e «legato non tanto alla gestione, quanto a condotte criminali». Ieri di fronte al Parlamento europeo Mario Draghi ha preso di nuovo le difese del sistema finanziario italiano scosso dallo scandalo Monte dei Paschi, senza però dimenticare i problemi che tuttora affliggono le banche per il perdurante stato di recessione economica.

Non è la prima volta che il presidente della Banca centrale europea (Bce) interviene, stimolato dalle domande della platea, sul caso che ha coinvolto la banca senese.
Già dieci giorni fa al termine del consiglio direttivo che si era tenuto a Francoforte, Draghi aveva sottolineato che la Banca d'Italia «ha fatto tutto quello che doveva, in modo appropriato e a tempo debito», con un'azione «tempestiva e appropriata, nei limiti del quadro legale».

GIUSEPPE MUSSARI E MARIO DRAGHI jpeg

Parole ribadite ieri a Bruxelles di fronte alle incalzanti richieste di chiarimento da parte dei Parlamentari: a questi ha ricordato di essere stato lui a suo tempo a iniziare le due ispezioni a Rocca Salimbeni e non ha mancato di citare il documento del Fondo monetario internazionale (Fmi) in cui si afferma che «l'attività di monitoraggio su Mps è stata stretta e la vigilanza è stata incrementata in maniera opportuna».


Questa volta il numero uno dell'Eurotower si è soffermato più in generale anche sullo stato di salute delle banche italiane: ha ricordato che sono «abbondantemente capitalizzate», ma al tempo stesso non ha nascosto la loro vulnerabilità legata alla recessione più profonda delle attese che attanaglia il nostro Paese.

EUROTOWER BCE

Draghi ha infatti tenuto a isolare due differenti fasi della crisi: nella prima, quella dello scoppio della bufera finanziaria, gli istituti di credito italiani non hanno avuto bisogno di sostegno pubblico «come è avvenuto in altri Paesi».

Si sono anzi rafforzati a livello di capitale seguendo le indicazioni delle autorità regolamentari: «la stessa Mps ha bisogno di una iniezione di capitale a fronte di perdite del portafoglio titoli valutato ai prezzi di fine 2011, quello stesso portafoglio che valutato adesso evidenzia notevoli guadagni in conto capitale», ha avvertito l'ex governatore della Banca d'Italia.

I problemi che stanno incontrando adesso (caso Mps escluso) sono invece una diretta conseguenza della recessione economica, la «fase due» della crisi che ha investito l'Europa. «Il sistema mostra segni di fragilità perché si iniziano a vedere gli effetti dei prestiti in sofferenza o di tassi di interesse tenuti bassi per lungo tempo», ha detto Draghi a proposito delle banche italiane.

PALAZZO KOCH

Evidente in questo caso il riferimento all'ammontare lordo dei crediti deteriorati che ha raggiunto i 125 miliardi di euro a fine dicembre. Da segnalare infine ieri, sulla vicenda Mps, il duello fra il Codacons e la Banca d'Italia in merito al parere sui Monti Bond da destinare all'istituto senese.

All'associazione dei consumatori, che rileva il mancato deposito del documento presso il Tar, Palazzo Koch ha risposto che, secondo quanto ordinato dal tribunale amministrativo, il compito spetta al Ministero dell'Economia e delle Finanze e non alla Banca d'Italia stessa, e valuta «le opportune iniziative legali, anche in sede penale, da assumere nei confronti di chi ha diffuso le notizie false».

Lo stesso Codacons ha poi ribattuto che «L'ordinanza del Tar è stata notificata anche alla Banca d'Italia, che non solo possiede il documento richiesto dai giudici, ma ne è addirittura l'autore».

 

GUBITOSI, CORE ’NGRATO - LA POLEMICA SUL CONFRONTO TV SQUARCIA IL VELO: IL DG DELLA RAI HA SCARICATO MONTI…

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Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

LUIGI GUBITOSI DORMIENTE

«L'unica cosa inaccettabile è un confronto tv con una sedia vuota. Questo non si può fare». A sei giorni dal voto, Luigi Gubitosi sperimenta le pressioni dei partiti sulla Rai e cerca di regolarsi sugli equilibri politici del futuro. Futuro vicinissimo ormai: lunedì saranno noti i risultati delle elezioni. Viale Mazzini è sotto assedio. Monti chiede il match televisivo a tutti i costi, Berlusconi minaccia i vertici e pretende di fissare un appuntamento, Bersani rimane fermo: o tutti i candidati o nessuno.

pier luigi bersani

Il direttore generale si difende "parandosi" a sinistra, l'area che ha più chance di aggiudicarsi la tornata elettorale. Dunque, a Monti, ossia al premier che lo ha nominato, e al Cavaliere risponde picche: la sedia vuota del segretario del Pd sarebbe forse uno spettacolo efficace per l'auditel, ma non per la democrazia. Senza contare che in gioco ci sono gli assetti della tv di Stato, messi alla prova del voto.

SILVIO BERLUSCONI

L'attacco di Paolo Bonaiuti non ha preso alla sprovvista il manager che da sette mesi guida la Rai. Berlusconi è fuori di sé contro i vertici dell'azienda pubblica. E non da ieri. Non ha digerito la conferma di Sanremo: «Mi avete tolto una settimana in una campagna elettorale che è già brevissima», è il messaggio inviato dall'ex premier a Gubitosi. «Adesso mi dovete concedere almeno il confronto televisivo. Chiamate i tre leader delle coalizioni, anche Monti, come ha stabilito la commissione di Vigilanza. E se Bersani rifiuta, peggio per lui». Ma può il dg della televisione di Stato mettersi contro il probabile premier? No, non può. Soprattutto se i segnali che arrivano dalla sinistra per il dopo-voto non sono affatto rassicuranti.

Bersani ricorda a tutti gli interlocutori che i poteri rafforzati concessi dal Partito democratico a Gubitosi e al presidente Anna Maria Tarantola si giustificavano grazie alla fonte di nomina: un governo tecnico sganciato dalla politica. «Ma se il capo di quel governo diventa un politico, il quadro cambia», ripete il candidato del centrosinistra. Niente di personale contro Gubitosi, ma anche lui, come Monti, non può più essere considerato superpartes.

L ARRIVO DI PAOLO BONAIUTI

Al Pd seguono con grande apprensione i movimenti sotterranei degli ultimi giorni che attraversano la Vigilanza parlamentare, i vertici Rai e il ministero di Corrado Passera. L'intenzione dello Sviluppo economico è varare il nuovo contratto di servizio durante l'interregno, vale a dire in queste ore. «Sarebbe una forzatura gravissima. Non c'è il Papa, non c'è un Parlamento, il presidente della Repubblica è in scadenza, il governo pure e l'unica cosa che si fa in Italia è il contratto di servizio? Passera e Gubitosi si fermino», avverte Matteo Orfini, responsabile informazione del Pd.

Il contratto regola la concessione dello Stato al servizio pubblico, ne delinea gli indirizzi, può regolare l'atteggiamento dell'azienda verso il mercato. Cambiarlo in corsa, senza un quadro politico definito, verrebbe considerato un "golpe" a Largo del Nazareno.

Tarantola AnnaMaria

Tutto questo non significa che un Bersani al governo si prepari a cambiare i vertici della Rai in poche settimane. Semmai, l'obiettivo è mettere subito in cantiere, accanto al conflitto d'interessi, la riforma della governance.

È la chiave che consentirebbe di rivoluzionare sia il cda sia il management. Con tempi lunghi (l'iter legislativo finirebbe in autunno, forse anche più in là), ma con la certezza di poter orientare la Rai senza la brutta figura di nuove lottizzazioni. Nella legge che ha in testa Bersani un dato su tutti gli altri è certo: niente privatizzazione.

I movimenti e le mosse di Gubitosi sono analizzati nel dettaglio a Palazzo Grazioli, quartiere generale del Pdl. Dopo anni del dominio assoluto a Viale Mazzini, sfociati nell'odiosa pratica di Raiset, con palinsesti decisi a metà strada tra Roma e Cologno Monzese, Berlusconi non si rassegna a mollare la presa sulla tv di Stato. La minaccia di ieri è quindi il riflesso di una sconfitta annunciata, unito alla corsa affannosa dell'ultimo miglio. «Berlusconi ha poco da lamentarsi in questa campagna - dice Gubitosi - . Basta vedere i dati dell'Osservatorio di Pavia».

E Monti non può pretendere uno sgarbo al Pd. L'impressione, al settimo piano, è che né Bersani né Berlusconi si strapperanno i capelli per un confronto che non si farà mai, non ci saranno conseguenze immediate per l'azienda. Mercoledì è fissato un consiglio di amministrazione per la nomina dei vicedirettori di rete, che il dg conferma. Ma da lunedì il tema diventa chi comanda in Rai, qualcosa di più grande di una vicedirezione.

 

DOPO LE RICOSTRUZIONI SUL COINVOLGIMENTO DELLA LEGA NELL’INCHIESTA FINMECCANICA ESPLODE LA RABBIA DI MARONI: “UN ATTO D

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1- FINMECCANICA: MARONI, ATTI TERRORISMO CONTRO LEGA
(ANSA) - "La costante di questa campagna elettorale è la macchina del fango che ha colpito, colpisce e sta colpendo. Ci sono ancora insinuazioni di tangenti o finanziamenti alla Lega legate alla vicenda Orsi-Finmeccanica. E' un atto di terrorismo". Lo afferma Roberto Maroni all'ANSA FORUM.

Roberto Maroni

"Il collegamento con le presunte tangenti non è giornalismo. Queste falsità sono fatte per condizionare il voto: è un atto di terrorismo non di giornalismo", aggiunge. "Sono falsità. Anche oggi abbiamo un esempio eclatante sui giornali. Ci tengo al mio personale profilo, al mio comportamento trasparente e onesto: oggi sui giornali ci sono ancora insinuazioni di tangenti alla Lega legate alla vicenda Orsi-Finmeccanica - sottolinea - Mi spiace che ci sia il Corriere in cima, mettendo insieme un titolo con una cena, sottolineo l'unica, fatta tra me e l'ad", conclude Maroni.

giuseppe orsi

2- FINMECCANICA: MARONI, INSINUAZIONI CC CASSATE DA PM E GIP
(ANSA) - Quelle su una presunta tangente passata da Finmeccanica alla Lega Nord sono "insinuazioni e falsità contenute in un rapporto dei carabinieri allegato alle indagini. Nell'ordinanza di arresto per Giuseppe Orsi non si fa cenno a queste insinuazioni su presunte dazioni alla Lega. Ciò significa che sia il pm che il gip hanno escluso che queste cose abbiano fondamento".

"I giudici - sottolinea Maroni - hanno ritenuto totalmente inaffidabili quelle insinuazioni, tanto che nell'ordinanza di custodia cautelare per Orsi non c'é nulla di nulla. Andare a prendere un documento preliminare, che è stato vagliato dai magistrati e messo nel cestino, come se fosse una novità uscita oggi, serve solo a condizionare le elezioni".

SEDE FINMECCANICA

3- MPS: MARONI, DA PROCURA SIENA NON ESCE NULLA, ALTROVE...
(ANSA) - "Non sono un complottista ma su Mps complimenti alla procura di Siena che riesce a tenere tutto dentro: né una intercettazione, né un documento, niente. Complimenti! Dovrebbero essere così tutte le procure di Italia". Lo afferma Roberto Maroni all'ANSA FORUM, commentando lo scandalo che ha coinvolto "l'assessore piemontese Giordano". "Lo stimo - aggiunge il segretario federale della Lega Nord. - E' un fatto del 2006 che esce a distanza di 7 anni, forse casualmente...".

VITTORIO GRILLI FOTO ANSA

4- PD HA GRANDE POTENZA INTERVENTO SU MEDIA
(ANSA) - "Quelli del Pd sono molto attenti al Mps, denotano una grande potenza di intervento. Questo interesse sui mezzi di comunicazione è evidente".

5- GRANDI AMMUCCHIATE?LEGA CONTRARIA. SI RIVOTI
(ANSA) - "Se il Pd vince alla Camera ma non al Senato la Lega starà all'opposizione. Non siamo disponibili a grandi coalizioni o a grandi ammucchiate. Se qualcuno si presta affari suoi. La cosa migliore è tornare al voto".

GOTTI TEDESCHI

6- BERLUSCONI RISPETTERA' INTESA, LO MARCO STRETTO IO
(ANSA) - "Silvio Berlusconi rispetterà l'intesa con Lega per la Lombardia e le elezioni politiche. Lo marco stretto io". Con questa metafora calcistica il leader della Lega Roberto Maroni, parlando al forum dell'Ansa, ha espresso la convinzione che non ci saranno sorprese da parte del Cavaliere nei confronti del Carroccio.

 

CAFONALINO MELA-GODO - MALAGÒ “UNCHAINED”: “È UN EVENTO STORICO. È LA CARICA PIÙ IMPORTANTE D’ITALIA

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Foto di Mezzelani - GMT

malago presidente foto mezzelani gmt

(AGI/ITALPRESS) - "E' un avvenimento storico ed emozionante". Giovanni Malago' sa di aver compiuto un'impresa, che paragona alla Coppa Rimet del 1950 vinta a sorpresa dall'Uruguay nel match decisivo al Maracana' di Rio de Janeiro, contro il Brasile. Un mezzo miracolo per un osservatore esterno ma non per il nuovo presidente del Coni, che si e' giovato dell'esperienza (e dei voti) maturata da Franco Chimenti 4 anni orsono, quando perse nettamente contro Gianni Petrucci. Quella di Malago' e' stata una lunga rimonta: e' partito da zero e, da quando ufficializzo' la sua candidatura, ha convinto uno ad uno quei 40 grandi elettori che lo hanno portato alla guida dello sport italiano.

malago presidente foto mezzelani gmt

"Sono sempre stato conscio della forza elettorale della mia candidatura - sostiene Malago' in un'affollata conferenza stampa - e se c'e' una cosa che so fare e' conoscere la gente. Cio' che e' capitato oggi e' nella natura umana. Capisco la delusione del mio competitor ma poteva esserci anche qualche voto in piu' per me. Stamattina c'era un flusso di persone che non aveva ancora le idee chiare al cento per cento".

malago presidente foto mezzelani gmt

La convizione di poter avere il consenso, anche largo, "e' maturata nelle ultime quattro-cinque settimane. I primi mesi sono stati dedicati alla semina, poi al customer care ed ho preso voti che nemmeno si puo' immaginare. E quando sentivo persone dell'altra parte dire che non avevo chance, facevo fatica a resistere a non parlare, a non dire invece come stavano realmente le cose".

malago presidente foto mezzelani gmt

In campagna elettorale aveva sperato che il calcio non entrasse in Giunta, invece Abete e' stato eletto nel 'governo' dello sport: "Non era nella cinquina dei presidenti che sostenevo elettoralmente. Ho chiesto di non votare Abete, un amico con cui ho un ottimo rapporto, ma sono onorato di averlo in Giunta. C'e' la necessita' di gestire al meglio il rapporto tra il Coni ed il calcio, che ha in Consiglio un rappresentante come Tommasi".

malago presidente foto mezzelani gmt

Uno dei punti delicati sara' quello della Coni Servizi, visto che avra' in organigramma Petrucci e Pagnozzi fino al 2014: "C'e' qualcosa che non quadra - ammette Malago' - siamo fuori sincro anche come date. Penso si debba trovare il sistema per equiparare le elezioni del Coni a quella della Coni Servizi. Con Pagnozzi i rapporti personali sono eccellenti, idilliaci, la partita e' stata giocata con la massima sportivita', anche se senza vantaggi. Pero' penso che i due enti, se non gestiti dalle stesse persone, debbano avere dirigenti con cui collaborare al meglio".

malago presidente foto mezzelani gmt

Il debutto pubblico da presidente del Coni avverra' sabato prossimo, in occasione della sfida tra Italia e Galles nel Sei Nazioni di rugby, la sua Giunta 'al femminile' (con Turisini, May e Sensini) lo inorgoglisce. Si dice pronto a rimboccarsi le maniche per il tanto lavoro da fare. Dal nuovo governo che verra' dopo le politiche di domenica e lunedi' prossimi, Malago' si aspetta "sensibilita', attenzione e piena conoscenza dei problemi", con lo sport che sara' capace "di dare una mano, non solo di chiederla".

malago presidente foto mezzelani gmt

Tra i primi temi da affrontare, una legge sugli impianti sportivi che ancora non ha avuto luce, anche perche', a suo dire, "il Coni del passato non e' intervenuto utilmente su tutte le leve istituzionali per andare a dama. Bisognera' ricominciare da capo, la situazione impiantistica e' disastrosa e sotto gli occhi di tutti".

malago presidente foto mezzelani gmt

Infine, capitolo doping. "Bisogna sempre fare di piu', ma va dato atto che l'Italia e' in prima linea in una battaglia che ha ingiustamente criminalizzato alcune discipline che sono state della antesignane in materia. La Wada resta il faro maestro e su questo saremo implacabili, pero' bisogna cominciare dalla base, dalla cultura sportiva, impedendo la frequentazione dei cattivi maestri".

 


NON C’È MORTIMER O CRISI CHE TENGA, IL CAFONALESIMO DE’ NOANTRI NON MORIRÀ MAI

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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Gabriella Sassone per Dagospia


Quando il party di compleanno magnereccio e modaiolo diventa cultural-filosofico all'amatriciana scende in campo Sara Iannone, bionda e vitalissima dama, presidente dell'Associazione Culturale "L'Alba del Terzo Millennio".

W il Capricorno

La Iannone fa sempre le cose in grande, non le piace festeggiare solo se stessa, dunque festeggia tutti gli amici nati sotto il suo stesso segno, l'Acquario. E così ogni anno nei saloni di Palazzo Ferrajoli apparecchia il suo "PazZodiaco" che, dice, non serve solo per fare baldoria ma anche e soprattutto per stimolare gli ospiti alla riflessione sulle vicende del nostro tempo. A far da filo conduttore della serata, infatti, il tema : "...per un nuovo Umanesimo, sotto il segno dell'Acquario".

Valeriana e Marco

"La raffigurazione astrologica del segno mostra un uomo con una brocca da cui scaturisce l'acqua. E, come scrive lo scienziato e poeta Douglas Backer, l'atto di versare l'acqua è il simbolo dell'amorevole attività umanitaria, ossia del servizio. Ciò presuppone il riconoscimento delle relazioni, della coscienza di gruppo e del senso di responsabilità del gruppo. Tali qualità, nelle loro manifestazioni più alte, conducono alla sintesi e all'universalità", filosofeggia la Iannone.

Ma bando alle ciance, la serata deve iniziare. Via al dinner, con piatti ispirati ai simboli e ai colori dell'Acquario; immancabile l'astrologia con le previsioni del 2013 elencate per ciascun segno da Patrizia Vialla Tamiozzo. Poi, l'idea geniale! Eleggere la "Donna Acquario 2013". A ricevere la consueta targa-premio, offerta e realizzata dalla Diaesse, è stata Elisabetta Parise, mamma e moglie, manager di successo in grandi aziende pubbliche e private; sensibile alle problematiche sociali e particolarmente attenta al futuro dei giovani ai quali si dedica attraverso la presidenza del movimento "Formiche Giovani".

Tavoli Tutte tagliano

Dunque, un Acquario perfetta, che incarna le caratteristiche peculiari del segno: idealità, innovazione e cambiamento. "Questa targa è per me un ulteriore stimolo a continuare sulla strada del rinnovamento politico e sociale che è il motore del movimento "Formiche Giovani". Come ogni riconoscimento non va considerato un punto d'arrivo ma deve essere visto come uno stimolo a migliorare il percorso già intrapreso", ha ringraziato emozionata la Parise.

Taniozzo

"Oggi il connubio tra solidarietà e professionalità è più che mai prioritario perché permette di dare un contributo reale al sociale focalizzando l'attenzione su quelle che sono, per me e per l'associazione che presiedo, le priorità: i giovani e le famiglie in difficoltà.".

Tra uomini in smoking e donne acconciate carnevalescamente con corna d'ariete, pettinature silvestri, ali d'uccello, ecco tutti a sgomitare per un flash dinanzi alla torta, pure questa in stile acquariano, realizzata dal pasticcere salentino Donato Perrone.

Taniozzo Iannone Vallone

Subito dopo, con le papille gustative ancora inebriate e la panza piena, gli ospiti sono stati travolti dalle musiche del Dj Sandro Tommasi che ha aperto le danze, ovviamente, con la celeberrima "Aquarius", tema del musical "Hair. E' finita qui? Macchè! C'è posto per tutto, nel grande circo Barnum della mondanità romana. Avanti allora con la moda, anzi con l'alta moda. Dodici signore dodici, modelle impacciate per una notte, in equilibrio precario su tacchi assassini, hanno sfilato indossando abiti fiabeschi ispirati ai segni zodiacali realizzati appositamente dallo stilista Luigi Bruno, e pettinate dal mitico Massimo Serini.

Taglio della torta

In rosso, per il focoso segno dell'Ariete è salita in passerella l'esplosiva Silvana Augero; il verde, il rosso e il rosa sono stati i colori di Isabella Ambrosini del Toro; in giallo ha sfilato la Gemelli Demetra Hampton, a rappresentare il Cancro la psicoterapeuta Irene Bozzi in bianco mixato all'argento e al verde acqua.

E ancora, un abito arancione e giallo ha raccontato il Leone di Nadia Bengala, prima che il marrone esprimesse tutta la solidità di un segno di terra come la Vergine, rappresentata da Carla Ficoroni; per l'aerea Bilancia, Lucia Loreto è stata vestita di rosa e verde chiaro, mentre lo Scorpione di Diana Torrice è stato descritto con i toni più scuri del verde e del marrone.

Silvana Augero

Viola il Sagittario della prezzemolina Iolanda Guerrieri e poi ancora i colori della terra nero, grigio e marrone per il Capricorno di Marina Bartella; azzurro cielo per l'Acquario Maria Monsè e profondo blu a rappresentare il segno dei Pesci interpretato da Mimma Bastianelli.

Festeggiati con la Iannone (che qualche sera dopo, abbigliata da Crudelia DeMon, ha vinto il primo premio come miglior maschera a Palazzo Farnese) gli altri nati sotto il segno dell'Acquario: Camilla Nata; Ubaldo Pesci; Elisabetta Parise; la principessa Daniela Pacelli; Marco Venturoni; Adriana Russo; Fidel Mbanga Bauna; Eleonora Vallone; il marchese Giuseppe Ferrajoli; Elena Russo.

Simonetta Modestini

A gustarsi la serata, un centinaio di immancabili presenzialisti doc: Vincenzo Bocciarelli; Emanuela e Laura Pertica del premio "Simpatia"; il conte Francesco Cremasco di Moncalvo; Laura Comi; il barone Fabrizio Mechi; Antonio Paris; Patrizia Pellegrino; Peppino e Antonella Accroglianò; la marchesa Dani del Secco d'Aragona con la figlia Ludovica; il giudice Antonio Marini e la moglie Elisabetta; Antonio Pascotto; Emilio Sturla Furlò; la contessa Elena d'Antonio Aceto di Capriglia; Andrea Meschini con la moglie Domitilla; il prefetto Gianni Ietto; Valeriana Mariani direttore di Donna Impresa; Rosanna Vaudetti; il principe Guglielmo Marconi Giovannelli; il presidente Giuseppe Chiaravalloti. La festa è finita, andate in pace! Amen!

 

L’OMBRA DELLA GUERRA ALL’IRAN DIETRO LA MORTE DELLO 007 ITALIANO RICCARDO BARBA…

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Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

C'è un'operazione del Mossad a Milano dietro il giallo di Ben Zygier, il Prigioniero X morto in una prigione di Israele nel dicembre 2010? Le ultime rivelazioni della tv Abc dall'Australia, lo fanno sospettare. Zygier, cittadino israeliano e australiano, reclutato dall'intelligence di Gerusalemme, sarebbe stato mandato in Italia per aprire società attraverso le quali vendere tecnologia - probabilmente fallata - all'Iran. Un'operazione dove sono ancora tanti i misteri e che si intreccia, ma solo per coincidenza di date, con la fine drammatica di un nostro agente.

TARGA IN RICORDO DI BEN ZYGIER BEN ZYGIER

Riprendiamo da Zygier. Membro di una importante famiglia della comunità ebraica australiana, emigra in Israele e si arruola nell'esercito, quindi passa nel Mossad. Lo assumono anche se il suo profilo non è perfetto. È sempre sopra le righe, si vanta di essere una spia. Ma il suo passato - vero, in Australia - e quel documento pulito sono perfetti per la campagna ideata dall'allora capo dell'intelligence Meir Dagan. Contrario al blitz in Iran, preferisce le azioni di sabotaggio. Dirette, con esplosioni negli impianti iraniani usando degli oppositori ai mullah. Indirette, con la vendita di tecnologia che è destinata a incepparsi o a creare problemi. Materiale offerto ai mediatori di Teheran presenti in Occidente.

BEN ZYGIER

Ecco che Zygier - secondo le rivelazioni - si stabilisce in Italia (area di Milano), usa diversi alias, viaggia in Paesi sensibili. È lui uno dei «soldati» di un piano che porta a risultati? I siti iraniani sono colpiti da virus informatici (come il famoso Stuxnet), strani incidenti devastano basi strategiche, le macchine comprate all'Ovest hanno guai. Il controspionaggio khomeinista si sfianca, vede nemici ovunque, a volte li scopre e li manda sul patibolo. Ma ciò non ferma l'offensiva israeliana. E Zygier, sempre secondo le rivelazioni, ne è parte integrante insieme ad altri due australiani. La sua copertura salta alla fine del 2009, quando un giornalista australiano, imbeccato dagli 007 del suo Paese, viene a sapere che Zygier è un agente del Mossad.

BEN ZYGIER

Lo affronta, lui nega. La sua posizione si fa difficile, possibile che gli australiani lo mettano alle strette. Ben - sostiene la tv - svela dettagli chiave sull'attività anti-Iran, qualcosa che è costato «anni di lavoro». Il 24 febbraio 2010 le autorità australiane scoprono che è stato rinchiuso in isolamento in un carcere di massima sicurezza in Israele. Detenzione tenuta nascosta per coprire il danno subito. Il 15 dicembre 2010 Zygier - secondo la versione ufficiale - si suicida in cella. Aveva 34 anni, lascia moglie e due bimbi. Il caso del Prigioniero X buca la cortina di ferro solo pochi giorni fa, la spy-story esplode, con l'Iran sempre a fare da sfondo.

BEN ZYGIER

E veniamo alla coincidenza, puramente temporale. Il 7 novembre 2010, sulla ferrovia vicino alle Capannelle (Roma) trovano il cadavere del tenente Riccardo Barba, funzionario dell'Aise, il servizio segreto militare. Si pensa al suicidio per ragioni sentimentali anche se, chi lo conosce bene, non ci crede. Fatto è che la notizia del decesso - come per Zygier - rimane riservata. Il caso dell'ufficiale riemerge con le indagini dei magistrati che accertano un elemento importante: nei polmoni di Barba ci sono tracce di gas di scarico, una quantità tale che non avrebbe permesso all'agente di camminare fino ai binari. È stato «suicidato»?

mossad

Poi si guarda al contesto. Rilevante. Barba era appena rientrato da una complessa azione a Milano per bloccare un traffico di tecnologia in favore dell'Iran. Insieme ai nostri 007 c'erano, si dice, israeliani e americani. Un intervento durante il quale - secondo il quotidiano Libero del novembre 2012 - gli agenti «perdono» un computer. O forse è stato sottratto da uno dei loro mezzi. Ombre, silenzi, interrogativi. Una storia che si specchia in quella dello 007 israeliano.

mossad

Non sappiamo se i percorsi di Zygier e Barba si sono mai incontrati. Ma è certo che i due agenti hanno camminato sui pericolosi sentieri della guerra segreta all'Iran.

 

CUCÙ SETTE-TE! - ATTACCO A DELLA VALLE DI BASSETTI - MENTANA LODA CAIRO - CAIRO DICE CHE NON LICENZIERÀ

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1- BASSETTI: «PROPORREMO MENTANA PRESIDENTE»
Osvaldo De Paolini per "Il Messaggero"

MARCO BASSETTI STEFANIA CRAXI Marco Bassetti

Alleato, quotista, partner di Clessidra, uomo vicino a Mediaset, amico di Berlusconi: in queste settimane si sono sprecate le definizioni di Marco Bassetti, che invece è semplicemente l'advisor di Clessidra per il progetto TiMedia-La7 e probabilmente il manager che si occuperà di riportare equilibro nei conti della tv qualora il fondo di Claudio Sposito dovesse risultare vincitore della gara.

Bassetti, quanto è vicino a Mediaset il manager Bassetti?

«Vedo che in Italia il vizio di fare gli esami del sangue è ancora radicato. Le risponderò in questo modo: la trasmissione di Fabio Fazio, che tanto successo ha avuto e ha tuttora, è targata Endemol, la società olandese che ho guidato per molti anni. Chieda a Fazio quante volte sono intervenuto sulla sua linea editoriale. Oppure lo chieda a Roberto Saviano, che con Fazio ha fatto un eccellente lavoro».

CLAUDIO SPOSITO E MARINA BERLUSCONI

Che cosa pensa dell'intervento in extremis di Della Valle?

«Che non è un modo corretto di proporsi. Stimo molto Della Valle, come imprenditore ha fatto molte cose belle. E ammetto di essere attratto dai suoi prodotti: in questo momento indosso un paio di comode scarpe Tod's. Quindi sono tutt'altro che prevenuto nei suoi confronti, ma l'uscita di sabato non mi ha convinto».

Dica la verità, vi ha un po' rotto le uova nel paniere.

TAMY E SALVATORE MANCUSO

«Ma no, lui è libero di partecipare a tutte le gare che vuole, ma in modo regolare. Senta, il processo di assegnazione di La7 dura dall'aprile 2012. Si è partiti con 50 sollecitazioni inviate da Telecom ad altrettante istituzioni potenzialmente interessate. Le manifestazioni sono state non meno di venti, quattro le proposte finali, due le vincolanti. Nel frattempo sono state poste da Telecom ben tre dead line, compresa l'ultima di lunedì 18. Adesso si sveglia Della Valle?»

Meglio tardi che mai.

«No, così non vale. Quando i processi di gara si fanno tanto lunghi è fatale che i contenuti delle proposte finiscano sui giornali. Così chi arriva ultimo e fuori tempo massimo, senza peraltro sostenere i costi onerosi tipici di queste operazioni, si avvale di un vantaggio competitivo che non merita».

Questo vuol dire che Clessidra non sarebbe disposta ad accogliere in cordata Della Valle?

FONDO CLESSIDRA

«Al contrario. Credo che Sposito non avrebbe remore a stringere accordi con Della Valle. Anche se quell'affermazione sulla cordata delle «persone che vogliono bene al nostro Paese» contenuta nella sua nota non ci è affatto piaciuta. Devo pensare che per Della Valle noi siamo persone che vogliono male al nostro Paese».

Perché, secondo lei, il gruppo editoriale che fa capo a Carlo De Benedetti è tanto aggressivo sulla possibilità che La7 esca dal perimetro di Telecom?

CARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIO

«Non ne ho idea. Mi sembra però paradossale che Telecom e le sue controllate vengano trattate quasi fossero ancora una pertinenza a controllo pubblico».

Forse c'è preoccupazione per l'indipendenza di un mezzo d'informazione che si è conquistato uno spazio non modesto nelle vicende del nostro Paese.

«Premesso che chiunque guidi La7 sarebbe folle a voler cambiare un orientamento editoriale che è la ragione stessa del successo della tv, invito tutti a riflettere su una indipendenza che è costretta a poggiare sull'obolo annuale di un principe generoso».

Che cosa vuole dire?

Bernabe e marco patuano

«Che a mio avviso è davvero indipendente l'azienda giornalistica che vanta un conto economico in equilibrio. Sia chiaro, Telecom ha fatto un eccellente lavoro nel trasformare La7 nell'oggetto di culto che è diventata. Ma i giornalisti non possono pensare di andare avanti con costi tanto squilibrati».

Quindi ci vogliono tagli. Anche di teste coronate?

«Per carità. Sarebbe una follia rinunciare a Enrico Mentana o a Gad Lerner. La televisione è fatta di facce e le facce che contano sono proprio quelle dei grandi conduttori. Al punto che io penso che Clessidra non avrebbe alcun problema a nominare Mentana, se lo volesse, presidente de La7 anche con l'assunzione di responsabilità ampie. E non sarebbe un regalo, mi creda, perchè se lo merita».

Allora a quali tagli pensa?

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«Il fatto che abbiamo intenzione di immettere fino a 120 milioni nelle casse di TiMedia vuol dire che abbiamo anzitutto la volontà di investire. I tagli ci saranno, ma più che sugli uomini cadranno sui costi, peraltro approfittando del fatto che La7 è la tv italiana più vicina al modello che tanto successo sta riscuotendo in Europa».

Vale a dire?

DELLA VALLE A SERVIZIO PUBBLICO DA SANTORO

«Gran parte dei programmi sono prodotti in outsourcing e ciò offre margini d'intervento molto elevati. Inoltre punteremo forte sul web, un segmento che nell'articolazione di TiMedia possiede grandi potenzialità di sviluppo».

Avrete anche bisogno di massa critica per proporvi a un mercato pubblicitario in forte crisi e che dispone di un'offerta tra le più ampie. E' vero che avete già ipotizzato un'alleanza con Discovery Channel?

«E' prematuro parlare di alleanze. Con Discovery non abbiamo avviato alcun discorso. Tuttavia io credo che l'alleanza con Discovery potrebbe non essere una cattiva idea, vista la complementarietà delle due emittenti».


2- "NIENTE TV BERLUSCONIANA TENGO TUTTI I GIORNALISTI DA MENTANA A SANTORO"
Paolo Brusorio per "La Stampa"

Urbano Cairo, ha già stappato lo champagne delle grandi occasioni?

«Aspettiamo. Il più è fatto, ma non ho ancora firmato. Dobbiamo limare alcuni dettagli per arrivare in porto il più velocemente possibile».

Quale sarà lo scoglio più difficile?

mil01 urbano cairo

«La7 ha perso 100 milioni di euro all'anno per 10 anni. Capisce anche lei che la prima operazione sarà rientrare delle perdite, ma senza per questo venire meno agli obiettivi della rete».

Come farà a a tagliare i costi senza far cadere qualche testa importante?

«É presto per dirlo. Il momento non è favorevole, ma se io e il mio gruppo ci siamo imbarcati in questa operazione è perchè abbiamo le idee chiare. Non sarà una passeggiata di salute, né un giro d'onore».

MIMUM BERLUSCONI LETTA MENTANA

La7 ha i connotati piuttosto precisi nel panorama televisivo, ha intenzione di modificarli se non addirittura cambiarli?

«La linea editoriale non è affatto in discussione. Non è un problema e non è neanche oggetto del contratto. Non do via i giocatori migliori, quelli che creano ascolto, che ci danno visibilità sul mercato. Di loro non si muoverà nessuno, anzi dovremo fare il massimo per valorizzarli».

Ha già sentito Enrico Mentana? Lo coinvolgerà nella linea editoriale?

«Lo conosco da dieci anni, con lui ho un buonissimo rapporto. Anzi nel 2005 gli proposi di diventare il direttore del quotidiano popolare che avevo in mente, un progetto che non andò in porto anche perché lui decise di rimanere in tv».

TI MEDIA

Quindi Mentana for ever?

«Non solo lui. ma anche Santoro, la Gruber, Formigli. Professionisti validissimi che non ho alcuna intenzione di cambiare. Non sono un editore televisivo, almeno non ancora. Ma certe cose mi sono già molto chiare».

Cairo è cresciuto alla scuola di Berlusconi, ergo La7 rischia l'attrazione fatale: è un rischio plausibile?

«Non credo proprio. Anzi. Io da Berlusconi sono stato licenziato nel 1995, da allora l'ho sempre avuto come avversario. Nella pubblicità e nell'editoria, sfilando quote di mercato a Publitalia e Mondadori, e nel calcio. Ecco qui, siamo ancora distanti, ma siamo sulla buona strada per fare meglio anche in questo campo».

Per immaginare La7 di Urbano Cairo da dove si deve cominciare?

«Così com'è è già una buona rete di qualità, preserveremo assolutamente il valore delle news e dell'approfondimento. Non sarà certo lì che andremo a tagliare i costi».

la7

E allora dove?

«Troppo presto per dirlo. Prima devo firmare il contratto».

Secondo lei perché Telecom Italia Media ha scelto la sua offerta?

«Non tocca a me rispondere. Diciamo che noi, prendendo La7, gli portiamo via la parte problematica, quella che perde. Lasciando a loro la piattaforma multiplex, quella per la trasmissione del segnale digitale, destinata ad avere più valore in futuro».

La7 e la politica: teme qualche ingerenza?

«Dal punto di vista della linea editoriale è già tutto molto chiaro, non cambieremo. A me interessa risanare i conti e creare profitto. Non c'è alcun motivo per modificare quello che funziona».


3- MENTANA: LA VERA SFIDA? L'INDIPENDENZA DA MEDIASET
Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

La trattativa per la cessione del canale La7, tradizionalmente terzo rispetto a Rai e Mediaset, pone un problema di natura politica? Per il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, «l'ipotesi dell'arrivo di Cairo è sempre stata ben presente in questi mesi anche perché è sempre titolare del contratto pubblicitario che lo vincola fortissimamente al futuro del canale. È vero che è molto vantaggioso per lui. Ma, a parte questo, per lui La7 è non solo preziosa ma a questo punto anche determinante perché è il principale asset sotto forma di raccolta pubblicitaria della Cairo communication».

Gad Lerner e Santoro Rai per Una Notte La presse

Nessuno stupore, dunque, ma esiste un caso Cairo-La7?

«Con tutto quello che si può dire di Cairo, e cioè che fu vicinissimo a Berlusconi, uno dei suoi più diretti collaboratori, è anche vero che in questo momento è formalmente uno dei pochi editori puri che esiste in Italia. In altre parole prima di fargli l'esame del sangue politico consideriamo che ha formalmente un pedigree editoriale».

Gli editori non puri stanno dimostrando la propria debolezza, soprattutto in questo contesto di mercato. Ma le elezioni sono alla porta...

«Ora qui entriamo nella questione politicamente sensibile: vorrà tenere La7 al riparo da orbite di influenza e da ruoli satellitari nei confronti di Mediaset? Saprà essere scomodo non sono mantenendo la linea di indipendenza (a questo rispondo facilmente di sì perché non avrebbe senso stravolgerla) ma soprattutto rendendola solida economicamente? Ora tutti sono capaci di fare i Monti in una situazione squilibrata. Ma non è certo quello che ci si aspetta da Cairo».

Bisognerebbe investire?

kgr 14 gruber mentana

«Se si vuole evitare di fare de La7 una Grecia della nostra Europa televisiva non c'è bisogno di diete del cavallo ma, da subito, di finanziare la crescita. E questa la si può ottenere in molti modi: avendo idee chiare su che tipo di televisione si vuole fare, anche dismettendo ciò che non è rilevante. Nei mesi elettorali è facile vedere La7 solo come una all news in chiaro. Però poi finisce la campagna elettorale e bisogna stare sul mercato».

Insomma, a conti fatti Cairo potrebbe essere la persona giusta?

«Può essere una persona giusta, di tutti quelli che potevano comprare La7 è l'unico che forse doveva comprarla. Io mi sono abituato nella vita a non allarmarmi prima del tempo e senza adeguati motivi di preoccupazione. Cairo se vuole e se sa può essere un buon editore per La7 così come se non vuole può renderla vassalla in meno di un anno. Io darò totale credito all'inizio di questa fase alla sua gestione ma è chiaro che se le cose dovessero dimostrare che quest'indipendenza non c'è sono accreditato di essere abbastanza svelto a capire...».

Si è parlato di un suo coinvolgimento. Sarebbe disposto a entrare nel capitale?

«Innanzitutto me lo devono offrire. Sono disposto a tutto quello che, a fronte di una garanzia sulla linea editoriale, assicuri un mio impegno serio. A fronte di una ragionevole difesa dell'occupazione dei dipendenti, se necessario posso anche ricevere azioni al posto dello stipendio. Non è un problema: avendo guadagnato nella vita il mio problema non è arricchirmi ma fare le cose bene».

 

ANNUNCIO SHOCK DI EVA HENGER: “MOANA NON E’ MORTA IL 15 SETTEMBRE 1994”

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1. L. Gar. per il "Corriere della Sera - Roma" - Confermato. «Hard candy», la palestra che porta il nome della famosissima pop star Madonna sarà in via Capo d'Africa 5 - come annunciato dal Corriere della Sera - nell'edificio dove c'era il teatro Colosseo. E sarà il primo assoluto in Europa, mentre altri quattro centri di questo fitness di lusso entro i prossimi tre anni arriveranno a Roma.

MADONNA MADONNA

Ma «i prezzi saranno quelli di mercato: un abbonamento costerà tra gli 80 ed i 110 euro al mese - annuncia Ugo Pambianchi che con il fratello Andrea sono gli operation manager del progetto - mentre vi saranno un gruppo ristretto di found member, soci esclusivi, che avranno il nome impresso all'interno del club oltre - ovviamente - a una serie di vantaggi». Apertura, il 26 maggio.

2. Sarà un'intervista esclusiva piena di rivelazioni quella rilasciata da Eva Henger a Lucilla Agosti durante il programma Mistero, in onda domani sera dalle 21,10 su Italia Uno. La Henger ancora molto scossa dalla scomparsa dell'ex marito Riccardo Schicchi, suo pigmalione e padre dei suoi due figli Mercedes e Riccardino, ha deciso di liberarsi da un peso che si teneva dentro da anni svelando che "Moana Pozzi non morì il 15 settembre del 1994" e in questo modo riapre una questione che sembrava ormai chiusa.

"Per rispetto verso Riccardo che conosceva bene tutta questa storia - continua Eva - non ho mai parlato ma ora che lui non c'è più ho deciso di liberarmi da questo peso. La scomparsa di Moana è stato e rimarrà un mistero però io sono certa che non avvenne quel giorno".

3. Da "Corriere.it" - http://video.corriere.it/freddie-mercury-michael-jackson-demo-inedito/e71cfbca-7851-11e2-add6-217507545733 - Freddie Mercury e Michael Jackson che cantano insieme. Sarebbe stato un duetto memorabile. La canzone s'intitolava «There must be more to life than this». La registrazione era in corso, prima che Jacko terminasse «Thriller», pubblicato nel 1982. Jackson apprezzava la voce di Mercury e mentre stava preparando «Thriller», uscito nel 1982, gli chiese di registrare qualcosa insieme.

Schicchi con una delle sue scoperte Moana Pozzi ris46 eva henger

Provarono un paio di brani nello studio di Jacko a Miami, in Florida. Di quelle prove è rimaso il demo di una canzone, «There must be more to life than this», finora rinmasto inedito e che per la prima volta si può ascoltare nella ricostruzione di quella vicenda proposta da History Channel. Ma la collaborazione finì perché Freddie non sopportava le stranezze di Michael, come registrare con un lama che passeggiava libero nello studio.

4. Vanity Fair - Avvistata Naomi Campbell, in versione single, a Sankt Moritz. La top model era ospite a casa di un'amica e ha preferito trascorrere il weekend in casa, snobbando ristoranti e locali notturni. Un solo peccato accertato: si è fatta cucinare, a pranzo e cena, i rösti, tipico piatto svizzero a base di patate grattugiate spadellate con speck, burro e cipolle.

- Sulla neve della Val Fiscalina, in Alto Adige, avvistata Margherita Buy testimonial per la nuova Jaguar XF Sportbrake, la familiare della casa inglese. L'attrice commenta su Facebook la sua prova al volante.

INDIA: NAOMI CAMPBELL E EDWARD ENNINFULJACKSON E MERCURY

5. Berlino: dopo la presentazione del promo di "La grande bellezza" al mercato della Berlinale, l'ultimo attesissimo film di Paolo Sorrentino è già stato venduto in sei Paesi - Benelux, Germania, UK, Israele, Grecia e Brasile - dal distributore internazionale Pathé.
"La grande bellezza" è una coproduzione Italia - Francia: Indigo Film in collaborazione con Medusa Film e in associazione con Banca Popolare di Vicenza per l'Italia, Babe Films e Pathé per la Francia . 
Il film - ideato e scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello - è ambientato e interamente girato a Roma, e interpretato da Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli e, tra gli altri, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi.

TONI SERVILLO NEL FILM DI SORRENTINO "LA GRANDE BELLEZZA" FOTO FRANCO FIORITO

6. Carlo Rossella per "Il Foglio" - La marchesa Giovanna Sacchetti è partita per il Brasile. Ma rientra per votare.

 

 

GIOVANNA SACCHETTI

GRILLI: MAI CHIESTO AIUTO PER I DEBITI DI MIA MOGLIE. PANSA UN AMICO - LA FIDUCIA SULL’ECONOMIA TEDESCA POMPA LE BORSE

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1 - BORSA: FIDUCIA SU ECONOMIA TEDESCA SPINGE I LISTINI, MILANO +1,57%
Radiocor - La fiducia sulle prospettive dell'economia tedesca ha spinto i listini europei, con Milano che ha guadagnato l'1,57%. L'indice Zew su lle aspettative economiche della Germania, pubblicato questa mattina, e' salito a febbraio ai massimi da aprile 2010, segno che il pil potrebbe tornare a crescere dopo un quarto trimestre 2012 in calo (-0,6%).

wolfgang schaeuble e angela merkel

A Piazza Affari il Ftse Mib, nonostante il ribasso dell'1,8% in tre sedute e di oltre l'8% dai massimi del 28 gennaio, continua a mostrare un andamento positivo da inizio anno (+2,3%). Sul listino principale, oggi Mediaset (+5%) ha realizzato una delle performance migliori: il patron Silvio Berlusconi ha confermato la chiusura del 2012 in rosso per la societa' di Cologno Monzese, ma ha aperto alla possibilita' di una premiership nel caso di vittoria alle elezioni.

Urbano Cairo - Copyright Pizzi

Bene il lusso, grazie ai conti di Prada, con Tod's e Ferragamo in crescita rispettivamente del 5,4 e il 3,6%. Per contro, Fiat ha perso l'1,4% dopo i dati sulle immatricolazioni auto in Europa. Giu' anche Telecom (-0,40%) e la controllata TiMedia (-9%), che ieri hanno deciso di trattare in esclusiva con Urbano Cairo per la vendita di La7. Decisione che ha premiato Cairo Communication (+12,4%). Sul mercato dei cambi, l'euro resta stabile a 1,3366 dollari

2 - GERMANIA: INDICE ZEW FEBBRAIO BALZA A 48,2 PT, MOLTO SOPRA ATTESE
Radiocor - L'indice Zew, che misura le aspettative della comunita' finanziaria sull'attivita' economica in Germania nei prossimi sei mesi, e' balzato a febbraio di 16,7 punti a 48,2, segnando il terzo progresso consecutivo e collocandosi ai massimi dall'aprile 2010. Lo comunica l'Istituto per la ricerca economica Zew. Il dato supera sensibilmente le attese, pari a 35. Il presidente di Zew, Wolfgang Franz, indica che 'gli esperti dei mercati finanziari hanno fatto pace con la debolezza del quarto trimestre 2012.

Secondo le loro stime l'economia tedesca si trova di fronte a venti meno avversi dalla crisi di Eurolandia rispetto agli ultimi mesi. Se questa situazione resta immutata nei mesi a venire, l'attivita' delle imprese in Germania potrebbe recuperare velocita' moderatamente'. La valutazione sull'attuale situazione dell'economia in Germania e' rimasta quasi invariata a febbraio con l'indicatore sceso di 1,9 punti a 5,2. Le attese sull'economia di Eurolandia da parte di Zew sono sensibilmente aumentate a febbraio con l'indicatore salito di 11,2 punti a 42,2 e quelle sulla situazione economia di Eurolandia erano quasi invariate.

VITTORIO GRILLI LISA LOWENSTEIN

3 - FINMECCANICA: GRILLI, 'MAI CHIESTO AIUTO PER I DEBITI MIA EX MOGLIE'
Radiocor - Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli ribadisce la sua estraneita' alla vicenda delle presunte consulenze di Finmeccanica all'ex moglie. Lo fa in una lettera al direttore de Il Sole 24 Ore. 'Posso solo ribadire di non aver mai chiesto alcun aiuto, in favore della mia ex moglie, Lisa Lowenstein, per sanare la situazione debitoria di quest'ultima, relativa alla sua autonoma attivita' imprenditoriale' si legge nel testo.

ALESSANDRO PANSA jpeg

Grilli nella lettera cita anche l'episodio di qualche anno fa, rivelato oggi dai giornali, della richiesta da parte dell'allora direttore generale di Finmeccanica Alessandro Pansa ('per il quale ho da anni amicizia personale') ai banchieri di Mediobanca per ristrutturare il debito delle societa' dell'ex moglie del ministro. 'Anche a tale circostanza - scrive Grilli su carta intestata personale - irrilevante e gia' chiara nelle modalita' in cui si e' svolta, non ho nulla da aggiungere'.

Nella missiva indirizzata a Roberto Napoletano, Grilli aggiu nge: 'Non ho mai chiesto favori per me o per la mia ex moglie Lisa Lowenstein, dalla quale sono separato da 5 anni e, allo stato, legalmente divorziato. Le autonome iniziative economiche della mia ex moglie non solo non sono state da me condivise, ma le stesse sono state causa, non ultime, della mia separazione risalente, come premesso all'anno 2008'.

FABRIZIO PALENZONA CON IL MODELLINO DELL AEROPORTO DI FIUMICINO

4 - BPI: PALENZONA; NIENTE DI NUOVO, ESTRANEO A VICENDA
(ANSA) - "Niente di nuovo". E' il commento di un portavoce di Fabrizio Palenzona, in merito alla 'tranche' dell'indagine dei pm milanesi sulla tentata scalata della Bpi, allora guidata da Gianpiero Fiorani, ad Antonveneta. "Si tratta - aggiunge il portavoce del presidente di Gemina e Adr e vicepresidente di Unicredit - di un'indagine del 2005: continuiamo ad avere rispetto del lavoro della magistratura così come fatto fino ad oggi. Siamo comunque certi di dimostrare la totale estraneità del dottor Palenzona a questa vicenda".

5 - MPS: DAL TESORO AL TAR DOCUMENTI SU MONTI BOND CON LETTERA DI VISCO
Radiocor - C'e' anche una nuova lettera del Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, datata 13 febbraio 2013, tra i documenti depositati oggi dal ministero dell'Economia al Tar del Lazio sui Monti bond per il Monte dei Paschi di Siena. E' stato il Codacons ad avviare un ricorso davanti ai giudici amministrativi per bloccare l'erogazione del prestito pubblico da circa 4 miliardi che sta per essere erogato alla banca di Rocca Salimbeni.

monti mussari visco interna nuova

Nella lettera, come apprende Radiocor, Visco conferma al ministero di via XX settembre, su richiesta di quest'ultimo, il contenuto della valutazione tecnica fatta dal Direttorio di via Nazionale lo scorso 26 gennaio. I documenti sono stati depositati da via XX Settembre in busta sigillata. Il fatto che vi sia inclusa anche la nota recentissima del Governatore, lascia pensare che l'emissione dei titoli da parte dei vertici della Banca (hanno ricevuto la delega dal cda) sia piu' vicina.

toro wall street eric schmidt

6 - BORSA: NY TORNA A MASSIMI 5 ANNI; GOOGLE SFONDA 800 DLR
(ANSA) - Wall Street avanza, e torna ai massimi degli ultimi cinque anni, spinta dalle indiscrezioni di possibili fusioni e acquisizioni e da Google. Il Dow Jones, intorno alle 19.40, sale dello 0,34% a 14.029,67 punti. Il Nasdaq avanza dello 0,39% a 3.204,57 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,52% a 1.527,73 punti. I titoli di Mountain View, per la prima volta nella loro storia, superano quota 800 dollari per azione, consentendo a Google di entrare nell'esclusivo 'club degli 800', ovvero le aziende con azioni che valgono più di 800 dollari l'una.

Un club di cui fanno parte, oltre a Google, solo altre tre società: le azioni Classe A di Berkshire Hathaway (151.185 dollari l'una), quelle Seabord (2.840 dollari) e quelle di NVR (1.025 l'una). Il balzo di Google, in aumento del 13% dall'inizio dell'anno, fa schizzare la società al terzo posto fra i big americani che hanno maggiore capitalizzazione di mercato, dopo Apple ed Exxon Mobil.

SAIPEM

7 - SAIPEM: VEGAS, STIAMO INDAGANDO, A BREVE CONCLUSIONE
Radiocor - 'Stiamo indagando e in tempi rapidi arriveremo' a una conclusione. Lo ha detto il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, a margine di un convegno a Roma in riferimento al movimento in Borsa di Saipem dovuto al profit warning lanciato dalla societa'.

IL PRESIDENTE DELLA CONSOB GIUSEPPE VEGAS

8 - TELECOM: TELCO, PERDITA SEMESTRE A 818 MILIONI
(ANSA) - Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom ha chiuso il semestre al 31 ottobre con una perdita di 818 milioni di euro dopo una rettifica di valore della partecipazione in Telecom per 920 milioni. Lo si legge in una nota che conferma che il valore di carico è stato portato da 1,5 euro a 1,2 euro.

LOGO blackrock

La rettifica, precisa Telco in una nota, "riflette le considerazioni svolte dal consiglio sull'andamento e le prospettive della partecipata ed è coerente con una valutazione condotta da una banca di investimento internazionale di primario standing che ha rilasciato una fairness opinion sulla congruità del valore di carico".

9 - MEDIASET: BERLUSCONI, PER LA PRIMA VOLTA USCIRA' CON BILANCIO IN PERDITA
Radiocor - 'Non c'e' azienda editoriale in Italia che in questo momento produca utili, anzi sono tutte in perdita', compresa 'Mediaset, che p er la prima volta da quando e' stata fondata uscira' con un bilancio che denuncera' delle perdite'. Cosi' Silvio Berlusconi nel corso di una videochat a 'Corriere.it'.

berlusconi silvio e piersilvio

10 - MEDIASET: CORRE IN BORSA (+5%), DA META' NOVEMBRE +64%
(ANSA) - Mediaset continua il suo recupero in Piazza Affari con il ritorno dell'attenzione sul settore televisivo mentre Silvio Berlusconi apre alla possibilità di tornare premier se vincerà le elezioni: il titolo del gruppo del Biscione è salito del 5,17% finale a 1,91 euro tra scambi leggermente superiori alla media quotidiana. Dai minimi di metà novembre il titolo Mediaset è cresciuto del 64%.

 

 

ANVEDI COME CHIACCHIERA GHIZZONI! - L’AD UNICREDIT SPARA SU POLITICA, RCS, LA7 - UNICREDIT CHIUDE 350 FILIALI

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Federico Ghizzoni Unicredit

1 - UNICREDIT: CHIUDE ALTRE 350 FILIALI IN ITALIA ENTRO 2015
Radiocor - Il consiglio di amministrazione di UniCredit ha approvato, nella riunione di oggi, un 'piano di riduzione ulteriore delle filiali in Italia'. Lo ha annunciato l'amministratore delegato della banca, Federico Ghizzoni, in un incontro con la stampa: 'ne aggiungiamo altre 350 in chiusura entro il 2015, di cui 110 quest'anno - ha detto - e' un aumento rispetto alle 150 chiusure gia' previste nel piano industriale e che abbiamo gia' completato l'anno scorso'. I risparmi, nel solo real estate, sono dell'ordine di 45 milioni per le 350 chiusure in piu' decise oggi che sono pari al 10% circa dei 3.600 sportelli di cui il Gruppo dispone in Italia.

SCOTT JOVANE

2 - RCS: GHIZZONI, PIANO AMBIZIOSO MA DI DIFFICILE ESECUZIONE
Radiocor - 'Non l'ho visto nel dettaglio, ma, da profano, mi sembra un piano con un rischio di esecuzione piuttosto alto'. Lo dice Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, precisando di parlare come creditore del gruppo editoriale che ha di recente presentato un vasto piano di riorganizzazione che prevede anche la vendita della sede storica del quotidiano 'Il Corriere della Sera'.

Quindi, 'e' da valutare con la massima attenzione. Siccome - ha ricordato - tutti quanti siamo passati attraverso periodi di ristrutturazione, si puo' dire che vendere asset oggi non e' un compito facile'. 'Credo - ha concluso - che sia un piano molto ambizioso ma con un certo rischio implicito di esecuzione'.

Alberto Nagel e Renato Pagliaro

3 - TI MEDIA: GHIZZONI, NESSUN DISSIDIO FRA VERTICI MEDIOBANCA
(ANSA) - Il presidente e l'ad di Mediobanca, rispettivamente, Renato Pagliaro e Alberto Nagel, "non mi sembrano proprio divisi, mi sembra che il team Mediobanca sia compatto". Così l'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, sulle voci di dissidi tra i vertici di Piazzetta Cuccia in relazione al dossier La7 a un passo dalle mani di Urbano Cairo. Su Ti Media, ha proseguito, "l'azionista ha deciso, non credo che ci sia un dissidio per questo o altri motivi" tra Pagliaro e Nagel.

SILVIO BERLUSCONI DIEGO DELLA VALLE CARLO ROSSELLA

4 - ELEZIONI: GHIZZONI, SPREAD A 280 PUNTI E' INSOSTENIBILE
(ANSA) - "Abbiamo bisogno di stabilità politica e di avere gli spread bassi". Così l'ad di Unicredit Federico Ghizzoni che sottolinea che "gli spread a 270-280 sono insostenibili". "Preferirei uno spread controllabile, più è basso e meglio é", ha ribadito spiegando che "altrimenti ci sono problemi per l'economia dell'Italia".

5 - FONSAI: GHIZZONI, PER SINERGIA-IMCO AVANTI SU CONCORDATO
(ANSA) - Per Sinergia ed Imco "abbiamo avuto l'ok del cda ad andare avanti sulla strada che dovrebbe portare al concordato fallimentare". Lo ha detto l'ad di Unicredit Federico Ghizzoni in conferenza stampa. Piazza Cordusio è creditore delle holding che facevano capo alla famiglia Ligresti.

Giulia Paolo Jonella e Salvatore Ligresti

 

GIANNINO DAL TEATRO ORIONE: "IO DOMANI ME NE VADO!" - MA LA DIREZIONE DEVE ACCETTARLE


GIANNINO: DIMISSIONI IRREVOCABILI DALLA GUIDA DEL MOVIMENTO: “GRAVI BALLE PRIVATE NON DEVONO NUOCERE “

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

A ROMA L'ULTIMA CENA DI GIANNINO
GIANNINO SU NOISEFROMAMERIKA SI SPACCIA PER MAGISTRATO Volontari


1 - GIANNINO: DIMISSIONI IRREVOCABILI DA GUIDA MOVIMENTO
(TMNews) - "Dimissioni irrevocabili da presidente in Direzione. I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non devono nuocere a Fare per Fermare il declino". Lo ha scritto Oscar Giannino su twitter mentre è in corso in un hotel romano una direzione fiume del suo movimento, chiamata a discutere il suo passo indietro dopo il caso del finto master alla Booth University di Chicago.

Volontari per Giannino

2 - DAGOREPORT: ALTRE BUFALE DI GIANNINO: È MAGISTRATO! MA NON GLI ANDAVA E HA DETTO "NO, GRAZIE"

Ci segnala il dagolettore "flo" che nel 2009, sul blog www.noisefromamerika.com, su cui Giannino ha scritto molto spesso, si svolge questo interessante scambio, in cui Oscar racconta la sua "carriera" da giurista. "Dopo il tirocinio superai scritti e orali del concorso per l'accesso in magistratura, ma rifiutai l'assegnazione a ruolo". (Ricordiamo che non ha la laurea in giurisprudenza, condizione necessaria per iscriversi al concorso in magistratura).
http://noisefromamerika.org/articolo/mourinho-toghe-rosse

Teatro Orione

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Re(3): E no! non sono affatto "vittima" di SB!
• oscar giannino •4/6/2009 - 17:08

Caro Axel, rispondo per punti ai quesiti.

Politica spettacolo

1: sbagli nel pensare che siano chiacchiere ripetute orecchiate dagli avvocati, sbagli nel dire che i miei argomenti "non stanno nè in cielo né in terra", e provo a dartene gli estremi. con misura, perché non mi sembra utile dire a chi non la pensa come me che viene dal pianeta rosso...

2: no, non esercito. dopo il prescritto tirocinio, ormai 22 anni fa superai scritti e poi orali del concorso per l'accesso alla magistratura, ma rifiutai l'assegnazione a ruolo, allora ero portavoce nazionale del Pri

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Politica spettacolo

La stessa storia avrebbe raccontato a Cremona un mese fa. Wfal scrive a Dagospia:

Buongiorno, sono stato all'incontro di Giannino che si è tenuto a Cremona l'11 gennaio.

Nell'incontro Giannino ha iniziato a parlare della sua vita ... citando almeno 6 volte sua madre ... che tra l'altro non gli ha più parlato per 4 anni dopo che laureato in giurisprudenza (laurea mai presa) ha partecipato al concorso da magistrato superandolo brillantemente e prendendosi anche gli insulti dei suoi amici e colleghi giuristi che non l'avevano passato (concorso mai effettuato). Poi non accetta il posto da magistrato perchè i suoi interessi erano già su altri versanti...

Giannino microfonato

Al di là che a me piaceva il programma di Fare per fermare il declino questo mi sembra un caso "clinico" ....
Un saluto


3 - AUDIO SCOVATO DALLA "ZANZARA" SU RADIO 24, DOVE FINO A POCHI MESI FA GIANNINO CONDUCEVA L'AMATISSIMO PROGRAMMA "NOVE IN PUNTO": "IL MIO MASTER ALLA CHICAGO UNIVERSITY"

http://video.corriere.it/audio-che-incastra-giannino-master-fantasma/a332a790-7b3d-11e2-ba69-3fd719869bcf

Giannino microfonato


4 - CAFONALINO: OSCAR GIANNINO A ROMA PER IL TOUR "UNA CENA ITALIANA": CANDIDATI E SOSTENITORI GLI CHIEDONO DI NON LASCIARE IL MOVIMENTO
DAGOREPORT

«Giannino ha il compito di togliere i voti a Berlusconi, ma bisogna avere anche i "titoli" per farlo...». Si apre con la battuta in platea del giornalista-blogger Diego Bianchi, in arte Zoro, la tappa romana dello spettacolo elettorale del movimento "FARE per Fermare il Declino".

Al teatro Orione di Roma, va in scena "Una Cena Italiana", una commedia "politica" che in un tinello da Strapaese ripropone in chiave leggera le incertezze e lo smarrimento dell'Italia di oggi. Una famiglia di quattro persone intorno al tavolo: la mamma, imprenditrice, che ha sempre votato per Berlusconi, il nonno operaio che vota Pd, la figlia giovane che ama Grillo, il diciottenne disinteressato in fuga dalla politica e dall'Italia.

Entra Giannino

A dialogare con loro, sul palco, "l'ospite d'eccezione", Oscar Giannino, attore per gioco, autoironico («Tra poco solo questo mi resta da fare») e corrosivo nei confronti di Pd e Pdl. «Ma come si a fidarsi ancora di questi che sono lì da 20 anni e hanno votato qualsiasi cosa con Monti: credo più facilmente alla vita su Marte». Il M5S ? «Alcune proposte non sono sbagliate: la politica deve campare senza contributi pubblici e, poi, sono favorevole alla diretta web del consiglio dei ministri».

Interno teatro

Si prosegue tra una strizzatina d'occhio al reaganismo fuori tempo massimo genere "Lo Stato non è la soluzione ma il problema" e temi e toni da Tea Party su tasse e cuneo fiscale. L'intemerata contro lo Stato «che non sa fare né il padrone, né il regolatore» porta il candidato premier di FARE inciampato nel master-gate a cannoneggiare l'università italiana «che dovrebbe essere il luogo in cui si premia il merito» con annesso invito a dubitare sempre di quei professori che dicono: «o hai il pezzo di carta o non vai da nessuna parte».

Comizio di Oscar Giannino

Come sarebbe corretto dubitare anche di chi ha omesso per anni di controllare il proprio curriculum che viaggiava sul web gonfiato da lauree e titoli, in realtà, mai conseguiti. In Rete, intanto, si moltiplicano i video che ritraggono l'ex portavoce di Giorgio La Malfa mentre fa vanto del suo master alla Chicago Booth ma Giannino in conclusione dello spettacolo-comizio, preferisce non affrontare la questione nei dettagli.

Comizio di Oscar Giannino

Tra la polvere e le tavole del palcoscenico, il giornalista economico si rifugia nella retorica del teatro ateniese «in cui si rappresentava ciò che in politica non si poteva dire» e avvampa di rabbia: «Non avrei mai pensato di figurare come il delinquente peggiore che la vita pubblica italiana abbia mai conosciuto», mastica amaro il leader di FARE. «Era difficile mettermi sotto sui numeri, allora sono dovuti intervenire con questo espediente».

Ma lui dice di aver ammesso l'errore. Solo che «nella politica, come nella vita, gli avversari devono essere di fronte. Se sono alle spalle, qualcosa non funziona...»

Girotondo con Giannino

Mentre Giannino ribadisce il passo indietro e affida alla direzione nazionale l'ultima parola sulla vicenda, una processione di candidati invade il palco. «Non ho bisogno di affetto. Il danno viene da casa nostra, io ne rispondo». Alessandra Baldassari, cotonatissima candidata alla regione Lazio, si infila in un giro di parole vagamente democristo: «Vogliamo che la battaglia continui, ma non vogliamo continui senza di te. La qualità della persona non è in discussione. In Parlamento ci sono persone che non hanno millantato un titolo presunto ma hanno commesso cose ben peggiori...»

Comizio di Oscar Giannino

Il teatro è un catino: gente in piedi, volti paonazzi. Gli chiedono di battersi fino a domenica: «la nave devi condurla in porto». Sul tempismo dell'uscita di Zingales, a cinque giorni dalle elezioni, si grida al complotto e alla macchina del fango. Ma Giannino si rammarica, soprattutto, per «l'enorme autogol che a pochi giorni dal voto rappresenta un freno all'elettorato potenziale». Chi era in finestra, ora sbatte le persiane. Il giornalista economico non riesce a farsene una ragione e sbotta: «la nave la devo lasciare»...

oscar twitt

Gli urlano: «Ricordati di John Wayne ne "Il giorno più lungo"...» in previsione del vertice dell'indomani, ma Giannino si schermisce e tiene il punto: «se verrò eletto, lascio il seggio». E, poi, rincara: «Sono disposto a pagare il prezzo, la storia della mia vita è basata sulla coerenza. Mi sono stancato di fondatori che non partecipano, e riconosco come organo politico solo la Direzione Nazionale. Ma non vi lascerò soli».

Candidati sul palco

La campagna elettorale si chiuderà venerdì, "FARE" vorrebbe organizzare un evento all'aperto, ma le previsioni dicono pioggia. «In quel caso ci sarà un teatro. Ma per quanto piova - tuona Giannino in versione grillesca - il diluvio lo porteremo noi!». Anche se un ombrello per ripararsi dalle accuse potrebbe tornare sempre utile.

OSCAR GIANNINO COME DJANGO jpeg

 

 

 

MOTO PROPRIO, VOTO DEGLI ALTRI - IL PAPA, PRIMA DELLE DIMISSIONI UFFICIALI, POTREBBE PUBBLICARE UN “MOTU PROPRIO”

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Da "Il Messaggero.it"

BENEDETTO XVI RATZINGER DI SPALLE

Il Papa potrebbe pubblicare un "motu proprio" per precisare alcuni aspetti riguardanti il conclave prima dell'inizio della Sede vacante, ma non è detto che il testo comprenda la questione relativa al «tempo dell'inizio del conclave». È quanto ha precisato stamane il direttore della Sala stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi.

Padre Lombardi

«Il Papa - ha riferito ai giornalisti Padre Lombardi - sta prendendo in considerazione la pubblicazione di un "Motu proprio", nei prossimi giorni, ovviamente prima dell'inizio della sede vacante, per precisare alcuni punti particolari della Costituzione apostolica sul Conclave che nel corso degli ultimi anni gli erano stati presentati. Non so se riterrà necessario od opportuno fare una precisazione sulla questione del tempo dell'inizio del Conclave».

BENEDETTO XVI RATZINGER jpeg

Padre Lombardi ha aggiunto: «Se e quando il documento verrà pubblicato lo vedremo. A me risultava, ad esempio, lo studio di qualche punto di dettaglio per la piena armonizzazione con un altro documento che riguarda il Conclave, cioè l'Ordo Rituum Conclavis. In ogni caso la questione - precisa il direttore della sala stampa della Santa Sede - dipende dalla valutazione del Papa e se vi sarà questo documento verrà reso noto nel modo opportuno».

 

L’ENNESIMO CEFFONE ALLA LEGA ARRIVA IN PIEMONTE - A 4 GIORNI DALLE ELEZIONI L’ASSESSORE GIORDANO CONFERMA LE DIMISSIONI

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Maurizio Tropeano per "La Stampa"

Chi ha visto il fax inviato da Massimo Giordano per annunciare le sue dimissioni racconta che la decisione è accompagnata dall'aggettivo «irrevocabili». Il leader maximo, Roberto Maroni, e poi il governatore Roberto Cota, gli rivolgono attestati di stima e il secondo gli rinnova la fiducia: «Ho sentito l'assessore che è scosso per quanto accaduto. Mi ha confermato la sua estraneità ai fatti. Confermo la fiducia in lui e respingo le dimissioni».

Roberto Cota ROBERTO COTA

A cinque giorni dal voto la Lega Nord l'arrocco di Cota suona non solo come la difesa di Giordano ma anche e, soprattutto, di quel progetto di macroregione del Nord che dovrebbe permettere all'ex ministro dell'Interno di conquistare la Lombardia. Ma Giordano non ci sta: «Lascio, non ho la serenità per andare avanti».

La parola d'ordine è provare a salvare il salvabile. Da qui la scelta del governatore di non commentare l'inchiesta della magistratura e di gettarsi a capofitto nella campagna elettorale in giro per il Piemonte, in quelle terre di provincia che in tutti questi anni hanno premiato Lega Nord e Pdl compensando il voto della «rossa» Torino. Quella provincia, Novara compresa che con i suoi voti ha sempre regalato il premio di maggioranza al Senato al centrodestra nel 2008 per poco più di 13 mila voti - e nel 2010 la vittoria di Cota.

UMBERTO BOSSI E ROBERTO COTA

Territori dove fino a ieri il Pd faceva fatica a racimolare voti. Si spiega così l'offensiva del segretario regionale, Gianfranco Morgando e del capogruppo in Regione, Aldo Reschigna: «In meno di tre anni abbiamo assistito a un susseguirsi di scandali: in sanità, con l'inchiesta giudiziaria e le conseguenti dimissioni dell'assessore Ferrero; le firme irregolari, con la condanna di Michele Giovine; la vicenda del bollo auto che vede coinvolto anche l'assessore Casoni, e ora Giordano». Ecco perché «prima Cota lascia, prima i piemontesi potranno riappropriarsi del proprio futuro».

Roberto Maroni

Al Pd si uniscono le altre forze politiche del centrosinistra. Probabilmente se ne parlerà martedì prossimo quando è convocato il Consiglio regionale. La Lega risponde a muso duro come ha fatto ieri il capogruppo Mario Carossa: «Guarda caso l'arresto dell'ex assessore Caterina Ferrero è avvenuto a due giorni dalle comunali di Torino e adesso a pochi giorni dalle politiche è arrivata l'inchiesta di Novara». Carossa prende atto delle parole del procuratore Franco Saluzzo ma si chiede: «Che fine hanno fatto le accuse alla Ferrero?».

MASSIMO GIORDANO

Resta da capire che cosa faranno gli alleati del centrodestra. Ieri non si sono certo stracciati le vesti. Certo hanno invocato il garantismo «fino a prova contraria», come spiega Agostino Ghiglia (Fratelli d'Italia). Oppure hanno fatto una difesa d'ufficio, come il presidente dei consiglieri del Pdl, Luca Pedrale: «Noi siamo per la trasparenza e il buon governo, ribadiamo la fiducia nell'operato della magistratura e attendiamo fiduciosi l'esito dell'inchiesta».

Va detto che fino ad oggi la maggioranza di centro-destra ha saputo ricompattarsi ad ogni affondo del centrosinistra. Potrebbe farlo anche questa volta ma forse non potrebbe essere sufficiente per salvare questa legislatura. Il fantasma di rimborsopoli aleggia sul palazzo. Alcune settimane fa i boatos raccontavano dell'emissione di 54 avvisi di garanzia da parte della procura della Repubblica di Torino.

Caterina Ferrero

E Davide Bono, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, chiede a Cota di farsi da parte «prima che il Piemonte superi la Lombardia per numero di indagati». Il messaggio è chiaro: arrendetevi. Del resto anche un assessore della Giunta regionale, che chiede di restare anonimo, pensa che sia difficile «per tutti» reggere una nuova ondata di indignazione popolare.

Mercedes Bresso e Roberto Cota

E in ogni caso il 7 luglio è prevista l'udienza della Cassazione sul ricorso presentato da Michele Giovine (Pensionati) condannato per firme irregolari. E se i giudici di terzo grado confermeranno la sentenza si apriranno le porte per l'annullamento del voto richiesto dall'ex presidente Mercedes Bresso.

 

RAI, DI TUTTO, DI PIU’! (CON SERVIZIO A DOMICLIO) – MONICA MAGGIONI VA A MEDIASET PER INTERVISTARE BERLUSCONI!?!?

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DAGOREPORT

SILVIO BERLUSCONI jpegMonica Maggioni

E' giallo in Rai sull'intervista della neo direttora di RaiNews la rossa Monica Maggioni all'ex premier Silvio Berlusconi. A lungo gli spettatori affezionati si sono domandati in quale location fosse stata registrata l'intervista al Cavaliere. Sfondo azzurro (ca va sans dire), libri finti, ma non era l'Ikea.

E no, non era nemmeno la Rai Tv, che per segreto di Stato o Ragion di Stato ha tenuto segreta anche a se stessa la destinazione del personale di produzione incaricato di realizzare l'intervista. Ci sono andati ad occhi bendati.

Poi, la notte padana si è rivelata in tutta la sua pervasiva potenza e la nuova stella di Rainews, l'all news de noantri avrebbe chinato il capo al Capo e sarebbe entrata niente di meno che nel tempio Mediaset di Cologno Monzese. Il famoso Studio 20 di Rete4, quello delle Telepromozioni. Uno studio come avrete capito, decisamente onomatopeico.

COLOGNO MONZESE

Ps - La Maggioni sarebbe stata vista anche dietro le quinte del programma "Quinta Colonna"....

 

 

CHAN-CULATO! - LA STAR DEL KUNG-FU HOLLYWOODIANO JACKIE CHAN SFERRA UN CALCIO ALLE PALLE DELL’OCCIDENTE

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Giampaolo Visetti per "la Repubblica"

Jackie Chan

L'impronta delle sue mani resta incisa nella Walk of Fame di Hollywood. Il calcio in bocca tirato infine alla nazione che l'ha reso una star mondiale, gli è valso però l'ascesa anche ai piani alti del potere in Cina, la sua patria. Jackie Chan, il "compagno kung-fu", figlio di un cuoco e di una donna delle pulizie, emigrato da Pechino ad Hong Kong per assicurarsi almeno una ciotola di riso, approda così nella Conferenza politica consultiva del popolo cinese, concentrato di campioni dello sport, intellettuali e divi dello spettacolo, ideato dal partito comunista per fingere di dare voce ad un'inesistente società civile nazionale.

JACKIE CHAN

Amico personale di Sylvester Stallone, considerato il più grande stuntman della storia del cinema, alla soglia dei 59 anni l'ormai ex attore di film d'azione, divenuto regista, aveva sorpreso tutti scagliandosi proprio contro chi lo aveva adottato e trasformato in miliardario. «Gli Stati Uniti - ha detto mentre i nuovi leader di Pechino tentano di fare pulizia nel partito - sono il Paese più corrotto del mondo». Si è quindi lasciato andare in una serie di apprezzamenti alle nuove autorità di Hong Kong, impegnate a riportare l'ex colonia britannica nelle mani del Dragone.

JACKIE CHAN

«Qui - ha attaccato - c'è una libertà eccessiva, abbiamo bisogno di essere più controllati e le lezioni obbligatorie di patriottismo rosso nelle scuole possono salvare i giovani». Colpi proibiti, per l'Occidente, ma per la Cina, tesa a chiarire la sua idea di nuovo equilibrio internazionale e a spiegare come dovrà comportarsi il fedele hongkonghese made in China, si è trattato della sua recita migliore.

JACKIE CHAN

Tale da valergli il premio fedeltà di Pechino, che si aggiunge ai californiani Mtv Awards, e il glorioso ingresso nell'istituzione che dovrebbe «spiegare la vita reale dei cinesi» ai membri della più potente Assemblea popolare nazionale, a cui spetta la potestà legislativa.

JACKIE CHAN

Tra gli esordienti, alla prossima riunione di marzo che sancirà l'ascesa alla presidenza di Xi Jinping e l'uscita di scena di Hu Jintao, anche il neo premio Nobel per la letteratura Mo Yan, eroe nazionale dopo che a Stoccolma si è rifiutato di rivolgere un appello per la scarcerazione del dissidente Liu Xiaobo, pure Nobel ma per la pace. In loro compagnia, a lustrare l'orgoglio della potenza del secolo, il nipote di Mao Zedong, il generale Mao Xinyu, l'ex campione del basket Yao Ming, divenuto produttore di vini sempre negli Usa, ma anche il regista Zhang Yimou, l'ex pornostar Peng Dan e l'attrice Zhang Ziyi, considerata la donna più bella dell'Asia e uscita indenne dall'accusa di essere la concubina del neomaoista epurato Bo Xilai.

JACKIE CHAN

La cooptazione politica di Jackie Chan nella Conferenza del popolo in Cina non stupisce del resto nessuno. Ha recitato in oltre cento film, a Hong Kong ha raccolto l'eredità di Bruce Lee, ha fatto della sua vita un'epopea diffondendo il fascino per le arti marziali, fino a conquistare, con Rush Hour, l'amore di un Occidente che stenta a premiare il talento attecchito in Oriente.

JACKIE CHAN

Proprio il profilo di cui ha bisogno Pechino per andare alla conquista culturale del pianeta, partendo da quella commerciale di Hollywood e Hong Kong. Questione di "soft power" e non importa se ad affermarlo è il simbolo delle risse alla Bud Spencer. "Compagno kung-fu" e "soldato" Mo Yan, fedele per riconoscenza da studio in caserma: il braccio e la testa di un potere che, dentro il partito, rischia di aver esaurito i suoi eroi.

 

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