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L’UOMO CON I BAFFI - CHI MEGLIO DI GIAMPIERO MASSOLO, MISTERIOSO UOMO CON I BAFFI, A CAPO DEL DIS?...

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Denise Pardo per "l'Espresso"

GIUSEPPE MASSOLO

Alla fine, dopo mesi di voci in cui veniva segnalato alla più sfavillante sede diplomatica, ma anche alla più importante delle authority e pure alla direzione generale di Confindustria, la poltrona è arrivata. Una poltrona che nessuno aveva mai pensato potesse essere destinata all'ambasciatore Giampiero Massolo, classe 1954, segretario generale della Farnesina, l'uomo con i baffi che negli ultimi vent'anni è apparso in tutti i telegiornali sempre un passo indietro a premier e a ministri degli Esteri, la quintessenza del potere della diplomazia, l'enfant prodige del ramo.

GIUSEPPE MASSOLO

La poltrona è quella di capo del Dis, il Dipartimento informazioni per la sicurezza, l'organo di coordinamento dell'intelligence italiana interna ed esterna, uno dei posti nevralgici del Palazzo, la cassaforte dei dossier riservati e delicati lasciata da Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia, uomo tra i più potenti e temuti della nomenklatura ora nominato dal governo Monti sottosegretario con la delega ai Servizi.

A pensarci bene il posto su misura per uno come Massolo, diplomatico sopravvissuto non alle bombe di Beirut o di Sarajevo ma alla guerriglia della politica romana, da destra e da sinistra di volta in volta promosso e premiato, senza conoscere la pausa in un'irresistibile ascesa, senza mai un cedimento alla vanità, alle chiacchiere di Palazzo, alla fibrillazione dell'apparire.

MASSOLO

Un'ombra della Repubblica per il grande pubblico, fatta di discrezione e riservatezza: cosa volere di più per chi avrà a che fare con barbe finte nazionali e soprattutto internazionali? Ma una roccia, un burocrate di ferro all'interno della Farnesina dove a soli 53 anni nel 2007 viene nominato al vertice della piramide diplomatica dall'allora ministro degli Esteri Massimo D'Alema, culmine di una carriera senza barriere che ha destato non pochi malumori in un enclave dove conta più che in ogni altra parte la gerarchia, la nascita e il doppio cognome, la differenza di casta tra chi è diplomatico e chi è funzionario, persino il dovere di un minimo di birignao.

MASSIMO DALEMA

Per i suoi critici, la scalata fulminea di Massolo è la ricompensa a chi sa obbedire chiunque conduca il gioco: Francesco Cossiga per segnalarne la doppia tessitura di rapporti lo definiva un fasciocomunista. Per chi gli è amico, invece, è la prova di una bravura tecnica che fa comodo a tutti. Fatto sta che all'arrivo di Monti a Palazzo Chigi il numero uno della diplomazia raggiunge quasi la nomina di ministro degli Esteri. In un governo di tecnici lui è un tecnico puro che ha da poco firmato una riforma amministrativa della Farnesina. Viene scalzato dall'ambasciatore a Washington Giulio Terzi di Sant'Agata. Il testa a testa non aiuterà certo i rapporti tra i due.

gianfranco fini

Secondo quanto ha raccontato lui stesso a una feluca di gran rango che gli riconosce il contagocce nelle parole ma la sottigliezza di un humour assai garbato ("Ha sempre saputo come dire no") è grazie all'incontro nel '94 nella toilette di Palazzo Chigi con un Silvio Berlusconi appena sbarcato a Roma, sorriso di plastica stampato in faccia, marziano arrivato nel Palazzo, che la sua vita prende la piega giusta per condurlo alla vetta.

Massolo che parla inglese, francese, russo, polacco (è nato a Varsavia) e un po' di tedesco, è consigliere diplomatico aggiunto a Palazzo Chigi (governo Carlo Azeglio Ciampi) dove è approdato tre anni prima con Giulio Andreotti premier: una gran scuola. Il Cavaliere se ne invaghisce e ne fa il capo della sua segreteria particolare. In un certo senso è l'inizio e la fine della sua carriera diplomatica.

FRANCESCO COSSIGA

Massolo si laurea alla Pro Deo di Roma, l'università voluta da Gianni Agnelli diventata poi Luiss, e poi vola a Torino assunto dalla Fiat. Nel 1978 vince il concorso in diplomazia e torna a Roma: la prima missione è all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, poi Mosca e Bruxelles presso la Cee. Questo è quanto. Dal 1988 in poi Massolo non traslocherà mai più all'estero diventando una contraddizione in termini del lavoro in diplomazia: quasi un quarto di secolo stanziale in patria, un paradosso per la Farnesina, caso più unico che raro.

GIULIO TERZI DI SANT AGATA

Quel che conta, la politica apprezza. Non buca un ministro. Dopo Berlusconi passa, con lo stesso incarico, al neo premier Lamberto Dini, che da ministro degli Esteri del governo Prodi lo nomina capo del servizio stampa oltre che, nel 2000, anche vice segretario generale. Chi lo ferma più? È un lavoratore instancabile, attento a non scavalcare mai il ministro di turno, abile a non dimenticare quello precedente: un vulcano della politica dei due forni, lo stemma andreottiano.

In dieci mesi diventa vicario del segretario generale (il ministro è Renato Ruggero). Direttore generale degli Affari politici solo per sette mesi, il tempo che il ministro Gianfranco Fini lo coopti capo nel suo gabinetto. Fini si sta giocando l'abiura del fascismo "male assoluto" e Massolo lavora con Italo Bocchino e Andrea Ronchi per il viaggio in Israele (dove il rappresentante diplomatico è proprio Terzi). Nel 2006 arriva la promozione a ambasciatore di grado, un anno dopo quella di direttore del personale, fino alla nomina dalemiana: l'ufficio al primo piano della Farnesina, quello da segretario generale.

GIULIO ANDREOTTI SULLA SEDIA A ROTELLE

Mai un passo falso, mai una sbavatura: Massolo, secondo un suo collega, ragiona e agisce come un computer. La sua riforma amministrativa degli Esteri raccoglie più mugugni e contestazioni che consensi. Padrone assoluto del ministero, controlla tutto, anche le nomine meno importanti in genere lasciate alla discrezionalità del capo del personale. Accorpa direzioni generali, da tredici a otto. Accentua il lato commerciale e marketing della carriera secondo i desiderata del Cavaliere.

ANDREA RONCHI

Gli ambasciatori della vecchia guardia lo accusano di cedere di fronte al potere politico e di non contrastare con la forza necessaria i tagli del ministro Giulio Tremonti "l'ex segretario Umberto Vattani con tutti i suoi difetti si sarebbe battuto di più". E certo non fa piacere la campagna per abbassare l'età della pensione da 67 a 65 anni che a fine 2012 manderà a casa una generazione di alte feluche, Giulio Terzi in primis.

Massolo è stato ministro degli Esteri in pectore per una notte. Si racconta che non abbia raggiunto l'obiettivo per aver chiesto troppe assicurazioni per il futuro. L'altra versione è che Terzi, oltre al sostegno di Fini (sul quale poteva contare pure Massolo), avesse anche l'ok di Pier Ferdinando Casini. Una delusione difficile da digerire. Anche perché governare la Farnesina con un politico come ministro ha una valenza ben diversa rispetto a quando il ministro è un diplomatico anche lui e vuole e sa dove mettere le mani. Così per il segretario generale arriva davvero il tempo di migrare.

PIER FERDINANDO CASINI GIULIO TREMONTI

L'occasione del Dis è da afferrare al volo. Soprattutto con un governo deciso a dare un impulso alla rete estera dei servizi e a puntare sulla mission, nel più puro dei pallini esterofili di Monti, di collaborare intensamente con le intelligence internazionali visti i molteplici tavoli di crisi aperti. La rete di altissimi rapporti tessuta negli anni da Massolo, consolidati da sherpa del governo italiano nel summit G8 dell'Aquila, servirà proprio a questo. La nuova poltrona gli permetterà anche di avere accesso ai dossier più delicati. E questo non ha fatto piacere proprio a tutti.

 


LA POLIZIA INDIANA HA FORMALIZZATO LE ACCUSE PER OMICIDIO NEI CONFRONTI DEI FUCILIERI GIRONE E LATORRE

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Da "Corriere.it"

MASSIMILIANO LATORRE E SALVATORE GIRONE MASSIMILIANO LATORRE SALVATORE GIRONE IN INDIA

Sale la tensione tra Roma e New Delhi. Alla luce degli sviluppi della situazione in Kerala e dei capi di imputazione a carico dei due militari italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, l'ambasciatore a New Delhi, Giacomo Sanfelice, è stato richiamato a Roma per consultazioni con il Governo. È quanto riferisce la Farnesina. La notizia arriva dopo che la polizia indiana ha formalizzato le accuse per omicidio nei confronti dei marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, agli arresti in India.

IL DOSSIER - I capi di imputazione sono stati divulgati dai principali media locali nelle edizioni online. Il commissario Ajith Kumar, capo del Gruppo speciale investigativo (Sit) ha presentato al tribunale di Kollam un dossier da 196 pagine contenente la perizia balistica e l'atteso chargesheet, ossia l'elenco delle imputazioni sulla base delle quali i connazionali dovrebbero essere rinviati a giudizio per aver ucciso in acque indiane i due pescatori Ajesk Binki e Gelastine, lo scorso 15 febbraio.

MASSIMILIANO LATORRE SALVATORE GIRONE IN INDIA

L'APPELLO AL GOVERNO - E non sono sorpresi i familiari dei due soldati: «Quello che è successo oggi è niente di più e niente di meno di quello che ci aspettavamo. Sapevamo che allo scadere della carcerazione preventiva dovevano arrivare i capi di imputazione, ma quello che chiediamo al governo è di cominciare a battere i pugni sul tavolo». Così Christian D'Addario, nipote del marò Massimiliano Latorre a nome della famiglia del militare facendo trasparire tutta l'insofferenza per una situazione fatta solo di continui rinvii.

INDIA MASSIMILIANO LATORRE E SALVATORE GIRONE

IL LUOGO DELL'INCIDENTE - L'annuncio della presentazione dei documenti è arrivato proprio mentre il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura si trova in missione nel Kerala per incontri a tutti i livelli tesi a una soluzione positiva del caso.

Stando alle anticipazioni di stampa, la polizia chiede che i fucilieri del battaglione San Marco - che al momento dei fatti erano impegnati in una missione anti-pirateria a bordo della petroliera Enrica Lexie - siano processati in base a quattro sezioni del codice penale indiano: 302 (omicidio); 307 (tentato omicidio); 427 (azioni che hanno comportato danni) e 34 (associazione a delinquere).

Fauja Singh

Il dossier - redatto dopo ben tre mesi di indagini (il termine massimo per la carcerazione preventiva era 90 giorni) - conterrebbe anche l'esatta localizzazione del luogo dell'incidente, avvenuto secondo gli inquirenti 20,5 miglia al largo delle coste indiane ovvero entro le 22 miglia che delimitano la fascia continua che consente a uno Stato diritto di controllo sulle navi in transito.

STAFFAN DE MISTURA E MOGLIE GENEVIENNE

MARO' DELUSI - Già subito dopo essere stato messo al corrente delle imputazioni, il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura non aveva nascosto la sua irritazione: «A breve vedremo le carte: entro stanotte dovranno consegnare l'atto d'accusa al giudice che poi sarà obbligato, entro 48 ore al massimo, a consegnarcelo e farne partecipe la difesa». Adesso, prosegue, «il nostro dovere è tenere alto il morale dei marò, delusi - come del resto tutti noi - dal fatto che non sia stato disposto immediatamente il loro trasferimento in una struttura diversa dal carcere». De Mistura ha visto di nuovo i due militari italiani, ha incontrato anche il chief minister del Kerala, Oommen Chandy: «È stata una riunione difficile, molto tesa e gli ho detto chiaramente che deve rispondere in tempi rapidi all'ingiunzione della Suprema Corte di New Delhi (che aveva previsto termini perentori per la decisione sul trasferimento;ndr)».

ENRICA LEXIE

LE TAPPE DELLA VICENDA - Latorre e Girone sono stati arrestati il 19 febbraio scorso e in seguito trasferiti nel carcere centrale di Trivandrum. Le autorità del Kerala hanno finalmente accettato di trasferirli in una struttura più «adatta al loro status di agenti operativi di un Paese amico» come hanno riferito fonti vicine al dossier.

Nell'ordinanza si spiega che ci sarà bisogno di 20 giorni per attrezzare adeguatamente il luogo dove saranno sistemati i militari italiani, un ex riformatorio di Kochi, anche se «l'obiettivo delle autorità italiane è fare il prima possibile» come hanno spiegato le fonti diplomatiche. Sempre in questi giorni sarà esaminata la nuova domanda di libertà su cauzione, presentata dal collegio di difesa dei marò dopo che una prima istanza era stata respinta per motivi tecnici l'11 maggio.

 

 

I DOSSIER E LE LETTERE RISERVATE SONO STATI PORTATI FUORI DAL VATICANO MOLTI MESI PRIMA CHE INIZIASSERO A CIRCOLARE

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G.G.V. per il "Corriere della Sera"

CARLO MARIA VIGANO jpegGianluigi Nuzzi cover Sua Santità

Oltretevere, ieri, ci si chiedeva: ma quando sono saltate fuori? Le «carte segrete» sulla scrivania di Benedetto XVI, contenute nel libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità" e anticipate oggi dal nuovo Sette, vengono rese pubbliche a neanche un mese dalla costituzione della commissione cardinalizia voluta dal Papa per fare «piena luce» sui corvi vaticani che da gennaio hanno diffuso documenti «coperti dal segreto d'ufficio».

Da tempo sono avviate un'indagine penale del Tribunale vaticano e una amministrativa della segreteria di Stato. Controlli, interrogatori. Possibile che «Vatileaks» prosegua? La convinzione in Vaticano è che le lettere riservate fossero già uscite da mesi, a conferma di quanto si pensava: un «dossier» è filtrato all'esterno prima che uscissero in gennaio le lettere riservate dell'arcivescovo Carlo Maria Viganò.

GIOVANNI MARIA VIAN

Quando il Vaticano ha chiuso boccaporti era già tardi. Oltretevere c'è irritazione, «ma che ci fossero documenti in giro, purtroppo, non sorprende». Quanto ai contenuti - a cominciare dalla lettera di Dino Boffo a monsignor Georg Gänswein, con relative accuse al direttore dell'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian - i diretti interessati mantengono il silenzio.

Georg Ganswein

Oltretevere non si commenta, però si fa notare che le stesse accuse rimbalzavano all'epoca sui giornali e che la Santa Sede le aveva già smentite («Non hanno alcun fondamento») il 9 febbraio 2010, con una nota molto dura «approvata dal Papa stesso». Il fax di Boffo a Gänswein è del 6 gennaio 2010. Pochi mesi prima il Giornale, scrivendo che Boffo patteggiò un'accusa di molestie (516 euro di ammenda), aveva pubblicato una velina falsa che calunniava l'allora direttore di Avvenire.

Al segretario del Papa, Boffo scrive che fu Vian a consegnare il documento falso al Giornale, «forse» per «interpretare la mens del suo superiore», il cardinale Bertone. Del fax di Boffo non si sapeva, però accuse simili circolavano. Tanto che il 9 febbraio 2010 una nota della segreteria di Stato, a proposito delle «ricostruzioni» che sui media coinvolgevano Vian e «insinuano responsabilità addirittura del segretario di Stato», respingeva tutto come «falso» aggiungendo: «Appare chiaro che tutto si basa su convinzioni non fondate, con l'intento di attribuire al direttore dell'Osservatore, in modo gratuito e calunnioso, un'azione immotivata, irragionevole e malvagia. Ciò sta dando luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Pontefice».

TARCISIO BERTONEDINO BOFFO

E ancora: «Benedetto XVI deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi» e «rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori». Lo si fece stampare sull'Osservatore con una premessa: «Il Santo Padre ha approvato e ne ha ordinato la pubblicazione». Bertone e Vian sono rimasti al loro posto, Boffo è stato nominato direttore di «Tv2000», emittente Cei.

 

LA QUOTAZIONE DI FACEBOOK APRE SUL NASDAQ ED È SUBITO IMPENNATA: DA 38 DOLLARI A 43 (+13%)

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DAGOREPORT

facebook nasdaq

Dopo un estenuante ritardo a Wall Street, Facebook debutta in borsa e passa dai 38 dollari del prezzo di quotazione a 42/43 dollari nei primi minuti di scambi sul Nasdaq. E' il prezzo che si aspettavano gli investitori, ma se scenderà sotto i 40, saranno i venditori a farsi vedere. Ma nel pre-market americano si era partiti da 45 dollari, e poi il titolo è cominciato a scendere.

AGGIORNAMENTO: 20 minuti dopo l’apertura torna a 38 dollari. Se sfonda il prezzo di debutto al ribasso, le vendite rischiano di aumentare. In caso, i sottoscrittori iniziali, che hanno interesse a mantenere il prezzo di apertura, interverrebbero per rilanciare il titolo. Se facciamo un paragone con altre società tecnologiche, il giorno di apertura Linkedin ha debuttato a +84%, Groupon a +40%, Renren +39%, Pandora +25%, Zynga +10%. Dopo sei mesi dall’apertura, tutte hanno perso capitalizzazione. La media di calo è stata di -44%. Che ne sarà di Facebook?

 

L'offerta Premarket sulle azioni Facebook in Europa è arrivata fino a 80 euro ad azione, che vorrebbe dire una capitalizzazione di $300 miliardi, per poi riscendere fino a 50 euro. Grande incertezza sul prezzo. Ma c'è un'attesa record degli investitori "retail", che in numero record si sono messi in lista d'attesa a Wall st.

FACEBOOK


2- QUANTO VALGONO LE AZIONI DI FACEBOOK (ALL'APERTURA) E CHI SONO I SUOI AZIONISTI
Dati di www.cnbc.com

Il calcolo del valore delle azioni è stato fatto sul prezzo di apertura (38 dollari ad azione). Segnaliamo, così, per farvi rosicare, che il graffitaro che fece il murale nella prima sede di Facebook è stato pagato in azioni. Che oggi valgono 180 milioni $. In pratica, chi nel 2004 ha investito anche 10.000 dollari in Mark Zuckerberg, oggi si ritrova con decine o centinaia di milioni in tasca. Il giovane Mark in questo momento è più ricco dei fondatori di Google, con 19,1 miliardi di dollari (teorici) in tasca. Il fondatore di Napster, il fighetto Sean Parker, ha un pacchetto che vale 2,6 miliardi.

FACEBOOK IPO

La giovane Sheryl Sandberg, CEO (la faccia simpatica di Facebook) vale 1,5 miliardi. Poi c'è Goldman Sachs, che ha curato la quotazione (e la speculazione), che al momento possiede azioni per 1,4 miliardi.

Perfino i gemelli Winklevoss, che hanno fatto varie cause a Zuckerberg accusandolo di avergli fregato l'idea, possono portare a casa 228 milioni $.

Tutte queste cifre fanno riferimento al prezzo di quotazione dell'azione. Ma se il prezzo di base crescerà ancora, così faranno anche i pacchetti in mano ai fortunati investitori originari.

FACEBOOK ECCO IL TITOLO DI AL JAZEERA SULLA QUOTAZIONE


1 - MARK ZUCKERBERG
Chairman and Chief Executive Officer - $19,136,870,300

2 - ACCEL PARTNERS
Venture and growth equity firm, largest outside shareholder - $5,452,750,188

3 - DUSTIN MOSKOVITZ
Co-founder - $5,080,548,510

4 - DST GLOBAL LIMITED
Internet investment firm - $3,253,457,704

5 - SEAN PARKER
Former Facebook President (Creatore di Netscape) - $2,646,838,966

FACEBOOK DAVANTI A JP MORGAN

6 - EDUARDO SAVERIN 1
Co-founder - $2,019,067,680

7 - SHERYL K. SANDBERG
Chief Operating Officer - $1,566,399,026

8 - GOLDMAN SACHS
Investment bank - $1,416,432,102

9 - MAIL.RU GROUP LIMITED
Russian investment firm - $1,396,549,818

10 - VALIANT CAPITAL OPPORTUNITIES, LLC
Hedge fund firm - $1,380,752,420

BLOOMBERG QUOTAZIONE FACEBOOK

11 - ELEVATION PARTNERS
Private equity firm - $1,348,511,662

12 - MERITECH CAPITAL PARTNERS
Private equity firm - $1,267,544,834

13 - TIGER GLOBAL MANAGEMENT
Investment management company - $1,156,346,308

14 - GREYLOCK PARTNERS
Venture capital firm - $1,103,862,760

15 - PETER A. THIEL
Partner at venture capital firm Founders Fund, first outside investor - $1,059,431,830

16 - MICROSOFT CORPORATION
Computer software and services corporation - $996,652,638

IL GRAFICO DELLE AZIONI FACEBOOK PRIMA E AL MOMENTO DELLA QUOTAZIONE

17 - INSTAGRAM
Photo sharing company purchased by Facebook in April 2012 - $873,977,656

18 - T. ROWE PRICE ASSOCIATES, INC
Investment management firm - $691,310,174

19 - MARC L. ANDREESSEN
Co-founder and general partner, Andreessen Horowitz; web browser inventor - $450,475,598

20 - DAVID A. EBERSMAN
Chief Financial Officer - $375,038,074

AL JAZEERA DA IL BENVENUTO ALLA QUOTAZIONE FACEBOOK

21 - JAMES W. BREYER
Partner, Accel Partners; Founder and Chief Executive Officer, Breyer Capital - $336,439,612

22 - MIKE SCHROEPFER
Vice President of Engineering - $320,569,406

23 - WINKLEVOSS BROTHERS 2
Co-founders of ConnectU, sued Zuckerberg, claiming he stole their idea for Facebook
$228,000,000

24 - THEODORE W. ULLYOT
General Counsel - $220,706,356

25 - DAVID CHOE 3
Graffiti artist, painted mural in Headquarters - $180,318,094

facebook Zuckerberg

26 - MARK PINCUS
Zynga co-founder, angel investor - $163,576,206

27 - REID HOFFMAN
LinkedIn co-founder, early investor - $143,303,168

28 - DONALD E. GRAHAM
Chief Executive Officer and Chairman, The Washington Post Company - $38,000,000

29 - ERSKINE B. BOWLES
Board member, White House Chief of Staff in the Clinton Administration - $760,000

30 - REED HASTINGS
Chief Executive Officer, Netflix - $760,000

 

 

CHE BOFFO TI FO - MA QUALE VIAN, A PASSARE FELTRI LA NOTIZIA DELLA CONDANNA PER MOLESTIE DELL’EX DIRETTORE DI “AVVENIRE”

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Mattias Mainiero per "Libero"

Direttore, ho un compito impossibile.
Ora di pranzo del giorno dopo la rivelazione. Ma sarà poi un'autentica rivelazione, una ricostruzione certa al cento per cento? Quanto ci sarà, nel retroscena appena reso noto, di lotta intestina e quanto di verità? Vittorio Feltri è in auto, a Milano. È appena uscito dalla sede de il Giornale. Direzione: «Baretto», ristorante alla moda a due passi da piazza San Babila. Risponde al telefonino. Solo lui può confermare o smentire.

La rivelazione: a trasmettere a Vittorio Feltri il documento che accusava Dino Boffo, all'epoca direttore dell'Avvenire, sarebbe stato il direttore dell'Osservatore Romano, Gian Maria Vian. Lo stesso Vian, oltre a passare il testo della lettera anonima, avrebbe dato assicurazioni che i guai giudiziari di Dino Boffo derivavano dalle sue tendenze sessuali. Omosessuali, per la precisione. Non è una colpa, fino a quando l'omosessualità non è accompagnata dalla trasgressione del codice penale.

Per esempio, dalle molestie, tanto per intenderci. Il Giornale pubblicò la storia. Conoscete il resto: siamo nel 2009, governa Silvio Berlusconi, la sinistra è scatenata nelle accuse al Premier. Ragazze, escort, soldi. Clima infuocato, da mesi. Anche Dino Boffo è critico. Il Giornale racconta la vicenda del direttore dell'Avvenire. Chiaro l'intento: guarda da che pulpito vengono certe prediche.

Un putiferio. Boffo è costretto ad abbandonare la direzione dell'Avvenire. Poi i dubbi, le precisazioni, le nuove accuse, questa volta non a Boffo. L'intervento dell'Ordine dei giornalisti, la sospensione per tre mesi di Feltri. E una domanda: chi passò quelle carte a Feltri? Fermi tutti: non è una domanda oziosa, semplice curiosità. Qui si parla del Vaticano, misteri, intrighi, lotte intestine. Il Vicario di Cristo e le poltrone bollenti. Il controllo dell'edito - ria con il logo della Santa Sede. Fede, affari e politica. Interessante.

Direttore, allora confermi, fu proprio Gian Maria Vian, il direttore dell'Osservatore Romano? Lo dice Dino Boffo nelle sue lettere al Papa. È scritto nel nuovo libro di Gianluigi Nuzzi.
«Ma da quelle lettere non si evince un bel niente. È l'ipotesi, anche se circostanziata, di Boffo. Tutto qui».

Ed è scoppiato di nuovo il putiferio.
«Ho letto, però non sono d'accordo».

Con chi?
«Per esempio, con Maurizio Belpietro».

Il nostro direttore parla di un «bidone» che ti fu rifilato.
«Una cosa non vera. La condanna di Boffo c'è. Non capisco, che vuol dire bidone?».

Torniamo alla domanda impossibile: fu Gian Maria Vian?
«La notizia era già nota. Noi abbiamo avuto quei documenti, che in parte non erano atti ufficiali della Procura o del Tribunale, da un'alta personalità della gerarchia ecclesiastica».

Li hai ricevuti tu?
«Non io personalmente. Arrivarono sul tavolo di Alessandro Sallusti, che me li notificò. E siccome la provenienza era autorevole non mi è mai venuto il sospetto che i documenti potessero contenere falsità. Ciò nonostante, pregai la redazione, che non è fatta da principianti, di fare le necessarie verifiche. Quando le verifiche furono eseguite, scrissi un commento, niente di particolare, dicevo solo, vado a memoria, che Boffo non aveva più i titoli per fare delle prediche moralistiche».

Non fu un bidone. Un mezzo bidone?
«Io mi pongo una domanda: se fosse stata una bufala, tutta una bufala, perché Boffo si dimise e perché le dimissioni furono accettate dalla Cei?».

Beh, si sa come vanno queste cose: c'è la notizia, ci sono le trappole, i giochi di potere. Pare che il Vaticano, in materia, sia uno specialista.
«Ripeto: i documenti arrivavano da un'alta personalità. Per questo non ci fu neanche il sospetto che potesse trattarsi di una trappola o che ci sarebbero state code velenose. E come potevamo immaginarlo: io non sono un prete e neanche un sacrista, non sono neanche cattolico, neanche credente. Ho dato una notizia, punto. Non venendo la notizia da una sacrestia di paese, mi pareva che non ci potessero essere dubbi».

Però pare che si trattasse di una sacrestia editoriale. So che non mi dirai mai il nome, ma devo insistere: Vian, sacrestano dell'Osservatore?
«Se io dicessi chi mi ha dato la notizia, l'Ordine dei giornalisti mi potrebbe perseguire di nuovo».

Per la verità, oltre all'Ordine, c'è anche la coscienza giornalistica che impedisce di fare certe cose. Le fonti vanno tutelate. Per noi è un ritornello.
«Guarda, dell'Ordine ce ne sbattiamo i coglioni, fin quando però non minaccia di sbatterci fuori. Con l'Ordine non si scherza. La coscienza non ti espelle, l'Ordine ti radia».

E dunque niente conferma.
«A me non fregherebbe nulla di svelare nomi e cognomi, ma se lo facessi non lavorerei più. Sono già stato condannato a tre mesi di sospensione, che altro c...».

Tre mesi nonostante le scuse.
«Scuse è una parola grossa. Intendiamoci: a volte si chiede anche scusa. Si sbaglia, si cerca di rimediare. Nel caso specifico, ci fu una precisazione. Quando Boffo, tramite il suo avvocato, si fece vivo e chiese una precisazione, io la feci e la misi in pagina. Per il resto, non c'è stata mai una lettera di smentita da parte di Boffo».

Sembra tutto così semplice, lineare.
«Semplice? Tre mesi di sospensione... ».

E gli altri, la redazione, chi fece le verifiche?
«Il pezzo fu scritto da Gabriele Villa. Io non fui querelato da nessuno, neanche da Dino Boffo. E mi hanno colpito. La cosa ridicola è che Villa ha ricevuto dall'Ordine solo una censura. È stato tutto strumentalizzato, tutti giù con il metodo Boffo».

Ormai è una frase fatta, si alzano un po' i toni ed ecco il metodo Boffo, con annessa macchina del fango. È diventato un modo di dire, un luogo comune. Anche questo è sintomo di successo.
«Un luogo comune, e alla fine io ho pagato con tre mesi di sospensione, che non mi sembra una cosa comune. Però, mi devo considerare fortunato: non mi hanno radiato. Con il clima che correva, tutto poteva succedere».

Il «Baretto» è ormai vicino, il telefonino gracchia, il nome della fonte non viene fuori. Fine dell'intervista. Delusi? E che cosa vi aspettavate, che Feltri, Ordine o non Ordine, spiattellasse nomi, cognomi, età, indirizzi e cariche? Per Boffo fu Vian. Per altri (anche questo si disse) un vescovo che vive dalle parti di Rimini, ma non a Rimini, e neppure a Ravenna. Da quelle parti. Feltri non dice nulla. Dice solo: «Alta personalità della gerarchia ecclesiastica». Vian, storico, professore, è un laico. È nelle alte sfere, ma non fa parte delle «alte gerarchie ecclesiastiche». A rigor di logica, non fu lui. Sicuramente, stando a Feltri, non lui direttamente.

Giornalista di lungo corso, direttore per anni e anni, profondo conoscitore di trappole e bidoni. E un'abitudi - ne consolidata negli anni: di solito, quando Feltri fa una cosa, tutti vengono a saperlo a cosa fatta. Parla, Feltri, racconta. Dice di tutto. A volte fa solo intuire. Al suo vecchio cronista, forse suggerisce. E i suoi segreti non li confida neanche a se stesso.

Direttore, quando tornerai al comando di un quotidiano?
«Non dipende da me. Il mio contratto è ottimo, e poi non ho alcun interesse a rimettermi a fare il direttore. Forse il direttore politico, con un direttore responsabile alla testa del giornale».

Feltri lontano dal timone di un quotidiano? Sembra impossibile.
«Fra poco più di un mese compio 69 anni».

Nel pieno della maturità. Allora? A quando il ritorno?
Il «Baretto», eccolo qui. L'intervista è davvero finita. E come volevasi dimostrare, com'è giusto che sia, il nome non è saltato fuori. Figuriamoci. La smentita sì. Quella c'è.

 

STORAX SOGNA LA GRECIA - “MI SENTO VICINO AD ALBA DORATA”, IL PARTITO NEONAZISTA CON LA SVASTICA COME SIMBOLO

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1- FRANCESCO STORACE (La Destra) alla ZANZARA su RADIO 24: "IN GRECIA MI SENTO VICINO AD ALBA DORATA. ". "NAZISTI? HANNO PRESO VOTI COME GLI ALTRI...". "DESTRA DORATA? MAGARI...". "MONTI VA ACCUSATO DI ISTIGAZIONE AL SUICIDIO".

FRANCESCO STORACE FRANCESCO STORACE RENATA POLVERINI

"Non so se Alba Dorata sia un movimento nazista, ma hanno democraticamente raccolto il sette per cento dei voti, come altri partiti. Con alcune proposte che condivido. Alcuni punti del loro programma sono uguali a quelli del mio partito". Lo dice Francesco Storace, leader della Destra, alla Zanzara su Radio 24. "Non è vero che vogliono minare le frontiere - dice ancora Storace - mentre uscire dall'euro lo dicono anche altri partiti. Vogliono cacciare gli immigrati irregolari? Sono d'accordo". Poi attacca ancora Mario Monti. "C'è un avvocato che ha fatto un esposto contro il premier per istigazione al suicidio - dice Storace alla Zanzara - e io sono d'accordo. Si può tranquillamente accusare Monti di questo".

giuseppe cruciani

2- "POLVERINI? NON E' STATA ELETTA PER CANTARE BELLA CIAO. NON LO FARA' PIU'". "DA QUEL GIORNO NON CI PARLO, HA SBAGLIATO". "NON E' GRAZIE ALLA RESISTENZA CHE SONO LIBERO DI PARLARE"
"Mi ha dato molto fastidio l'esibizione della Polverini quando ha cantato Bella Ciao alla radio, alle nostre manifestazioni non ha mai cantato. Su queste questioni mi sono scontrato con Fini, e non credo che abbia dato fastidio solo a me...". Lo dice Francesco Storace, leader della Destra, alla Zanzara su Radio 24. Storace dice che da quel giorno "non ho più parlato con lei, ma è solo un caso...mi ha dato molto fastidio...cantare quella roba, è una canzone che non mi piace, non voglio nemmeno ascoltarla...".

MARIO MONTI E IL DITINO ALZATO

Quando i conduttori, Giuseppe Cruciani e David Parenzo, mettono in onda la voce della Polverini che intona Bella Ciao Storace dice: "Mi tolgo le cuffie, non voglio ascoltare...". Ma è grazie alla Resistenza che lei è libero di stare qui, chiedono i conduttori. "No, non è grazie alla Resistenza, ma grazie ai voti che prendo", risponde il leader della Destra. "La Polverini non è stata eletta per cantare Bella Ciao - dice ancora Storace - ma per governare. Non lo farà più".

3- EQUITALIA: STORACE, STATO E' MANDANTE, CITTADINI VITTIME
(ANSA) - "Da qualche mese abbiamo scoperto quel mostro giuridico e sanzionatorio che è Equitalia. Un esattore di Stato, che sceglie i cittadini come vittime. Indistintamente. E le conseguenze sono spesso tragiche, come la sfilza di suicidi che si è abbattuta in Italia per l'azione congiunta e depressiva della crisi e di chi impone una disciplina del credito che segue logiche disumane e irragionevoli".

Sedi Equitalia

E' quanto scrive sul suo blog, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. Secondo Storace i metodi di riscossione di Equitalie sanciscono "una condanna a morte" per i contribuenti in difficoltà. "Lo Stato ne è il mandante, e le vittime proprio quel cittadino che dovrebbe invece tutelare. Ecco perché la sfilza di suicidi che registriamo è da mettere sul conto di chi governa, che non prevede nessuna tutela per gli italiani contro questo meccanismo che spinge a gesti estremi".

 

PIÙ CHE SCRITTORE, SAVIANO PASSERÀ ALLA STORIA COME FOTOCOPIATRICE - FAZIO-SAVIANO MISOGINI A LORO INSAPUTA

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Riceviamo e pubblichiamo:

ROBERTO SAVIANO E FABIO FAZIO IN _QUELLO CHE NON HO

Lettera 1
Più che come scrittore, Saviano passerà alla storia come fotocopiatrice?
Pietro@ereticodarogo

Lettera 2
Caro Dago, l'ultima volta che l'Italia è stata governata da un signore non eletto dal popolo con un cognome che iniziava per "M" e terminava per "i" è finita male...
Tommy

ROBERTO SAVIANO E FABIO FAZIO IN _QUELLO CHE NON HO

Lettera 3
Caro Roberto,
credo seriamente che le cose si stiano mettendo male e che (come ti scrissi già 2/3 mesi fa) il Governo Monti da fine mese sarà in carica solo per l'ordinaria amministrazione. Infatti in assenza di capacità politica e ormai anche in mancanza di eterodirezione dall'estero non rimane che l'ordinaria amministrazione.
liberbrio

Lettera 4
Caro Dago, come mai in Grecia e in Spagna la gente fa la coda per togliere i soldi dalle banche e da noi, invece, il governo obbliga i cittadini ad aprire un conto solo per riscuotere lo stipendio o la pensione?
G.C.

Lettera 5
Caro Dago, possibile che i socialisti per governare la Francia abbiano bisogno di ben 34 ministri? Ma che cos'hanno anche un ministro per l'alzabandiera?
Ugo L.

fazio saviano

Lettera 6
Caro Dago, una volta è l'effetto Spagna, un'altra i timori per la Grecia, una terza è colpa delle elezioni francesi e una quarta di quelle in Germania. Da quando non c'è più Berlusconi se la Borsa crolla e lo spread sale è sempre colpa degli altri. Tra un po', ispirandosi alla teoria del caos, i giornaloni ci racconteranno che una scorreggia alle Isole Tonga può provocare un tornado sullo spread italiano.
P.Terzi

Lettera 7
Blitz Pdl-Lega per riapertura manicomi : Berlusconi e Bossi preparano il loro "buen retiro"!
Sanarnaieri

Lettera 8
Caro Dago,
Il maramaldo Massimo Gramellini, candidato , insieme a Fabio Fazio e Beppe Severgnini, al Premio Enzo Biagi, quale Patrocinatore delle cause già vinte; potendo pescare tanti pesci grossi ha pensato bene di arpionare una piccola Trota. Come suol dirsi, ha sparato sulla Croce Rossa, ma prima si è ben bene assicurato che l'ambulanza su cui venivano portati in ospedale Bossi e figli, non fosse il Ducato della Fiat dei suoi padroni ( la quale Fiat, per inciso, è costata ai contribuenti molto, ma molto, ma ancora molto di più della paghetta che Bossi elargiva ai suoi ram...polli !
Ciao
Natalino Russo Seminara

crisi euro grecia economist

Lettera 9
Se l'Auditel non conteggiasse quelli che dormono con la tv accesa, lo share del programma di Fazio e Saviano sarebbe molto diverso.
Stefano55

Lettera 10
Dago darling, bisognerà proprio arrivare a orride scene metropolitane come alcune del film "I cannibali" di Liliana Cavani prima di farla finita con l'accanimento terapeutico sull'Euro per Grecia, Italia, Portogallo e Spagna? Basta con tutte ste' palle che ci raccontano (i Sergi Romani e compagnia bella) e ste' pagliacciate degli incontri tra Grandi burattini, che vanno avanti da anni senza concludere niente (almeno per i sudditi). Povera la grande Grecia di Melina Mercuri, Zorba, Theodorakis, ecc., che ha già i "fondi avvoltoi" in casa! Lo splendido paese da cui é partita la civiltà occidentale, ora ridotto come un mendicante dalla troika (UE, BCE, FMI) e dagli avvoltoi finanziari. Viva la dracma, l'ouzo, la moussaka e il sirtakis!
Natalie Paav

Lettera 11
Caro Dago,
ancora una volta Monti dimostra di essere debole coi forti e forte con i deboli. La tassa sui cani e gatti farà angosciare i già abbondantemente bastonati da questo governo anziani, pensionati e persone sole. Ridicole le motivazioni: servirà a combattere il randagismo.
Ridicolo, come questo governo. Assolutamente ridicolo.
Francesco

bankia

Lettera 12
lo stato non paga più : volete scommettere che tra qualche mese obbligheranno tutti noi (già alla canna del gas) a stipulare una polizza obbligatoria con le compagnie assicurative per garantire questo tipo di rischi ?

Lettera 13
Caro Dago,
vorrei offrire anch'io il mio contributo per segnalare gli sprechi in Italia: la Botteri che si collega tutte le sere a linea notte da New York...ma che ci sta a fare là a spese degli italiani?...ripete a pappagallo articoli del washington post e della cnn senza aggiungere niente di più, che un qualsiasi laureato disocuppato di scienze politiche italiano potrebbe fare nella stesso modo collegato da casa via skype.
saluti
Alessandro

Lettera 14
"La classe dirigente italiana ha 59 anni: è la piu' vecchia d'Europa." Bella notizia solo che, ha detto la Fornero, non possiamo metterli in pensione !!!
a mandolfo (StC)

Giovanna Botteri

Lettera 15
Ma quando ‘sti benedetti "professori" cominceranno ad essere tali? Al momento sembrano essere peggiori dei loro peggiori alunni! Se la Bocconi (a suo tempo citata come fonte dei suddetti "professori") produce tali effetti, beh allora dovremmo chiuderla! Possibile che siano solo capaci di mettere tasse ed accise? Nessuna nuova idea? E poi la protezione alle banche e fondazioni bancarie! Non pagano l' IMU, mentre gli altri sì! Bella roba! Alla faccia della giustizia! Qualsiasi incompetente in materia economica avrebbe come primo acchito messo nuove tasse, come loro hanno fatto. Risultato, l' economia si deprime, i redditi calano, e l' immediato maggiore introito dalle suddette tasse ben presto svanisce con il peggior risultato di aver dissanguato il paese.
Complimenti, "professori"!!
Gb49

Lettera 16
Cosa centra la Juve con quello che ha fatto Conte col Siena o col Novara? E' pensabile che il Giornale rosichi per lo scudetto perso,ma Voi attenti ai titoli che pubblicate e siate seri come ho sempre pensato che lo foste!!!
Edo 43

MARIO MONTI

Lettera 17
La riforma elettorale deve prevedere il "Doppio Turno" con "Premio di Maggioranza" per unire libertà di scelta & governabilità: col primo turno scegliamo l'Imperatore, col secondo decidiamo e Dio sceso in terra o solo inviato e col premio, diciamo del 300% evitiamo quelle rotture delle opposizioni; !!!
a mandolfo (StC)

Lettera 18
Molte persone si sono risentite, a giusta, giustissima ragione, per il ruolo marginale conferito alle donne nella trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano. Io però non credo che Fabio Fazio e Roberto Saviano siano cattive persone, anzi, sicuramente sono bravissime persone. E' che, come esistono un razzismo consapevole e un razzismo inconsapevole, così esistono una misoginia consapevole e una misoginia inconsapevole. Molte persone sono razziste inconsapevoli, non sopportano il diverso, però il loro razzismo non assurge mai a teoria. Sono semplicemente fatti così.

antonio conte

E' un po' come se il razzismo l'avessero nel Dna. Parimenti la misoginia di molte persone, non assurge mai a teoria. E' come se l'avessero nel Dna. Il razzista consapevole è sempre una cattiva persona. Il razzista inconsapevole può anche essere una brava persona, poiché non si rende conto d'essere razzista. Un esempio di razzista consapevole nella storia è a tutti noto: Hitler. Pessima persona. Gli esempi di razzisti inconsapevoli non si contano, così come non si contano gli esempi di misogini inconsapevoli.

Un esempio di misogino inconsapevole è il nostro Pontefice. Bravissima persona sicuramente, non si rende conto d'essere misogino quando esclude le donne dal sacerdozio, non appellandosi alla ragione, ma al fatto che Gesù scelse uomini e non donne per evangelizzare il mondo. Non si rende conto, e senza rendersene conto, dà del misogino a Gesù. Fabio Fazio e Roberto Saviano sono misogini inconsapevoli. Come il Papa. Tutte bravissime persone.
Miriam Della Croce

 

 

NAGEL-PERISSI-ROTTO, LA GUERRA È INIZIATA - L’ULTIMO ANNO DELL’AD GENERALI A TRIESTE SARÀ INFUOCATO

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GIOVANNI PERISSINOTTO

Paola Pilati per "l'Espresso"

ALBERTO NAGEL

Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto: chissà se la regola dei cowboy vale anche per la disfida tra Giovanni Perissinotto e Alberto Nagel, il primo amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, il secondo di Mediobanca e quindi suo azionista di riferimento. In attesa di capire chi abbia il fucile e chi la pistola, nei rispettivi quartier generali si danno da fare per smussare: "Ma quale disfida!", è il ritornello.

La maretta però c'è. Anzi, nelle ultime settimane si è andati molto vicini, dicono i ben informati, a un cambio repentino del vertice del leone triestino. Poi, invece, si è preferito lasciare Mario Greco, eterno candidato alla successione, a scaldarsi i muscoli nella sua Zurich, e tenere di riserva un altro nome, quello di Raffaele Agrusti, l'attuale direttore finanziario.

1 mario greco lapresse

Ma il tempo che rimane a Perissinotto alla fine del suo mandato, nel 2013, non sarà certo rose e fiori. Come ha dimostrato la pubblica critica del suo operato fatta da uno degli azionisti di rango, Leonardo Del Vecchio, che quando ha visto bruciati in cinque anni a Trieste 400 milioni del suo investimento (ha il 3 per cento), ha convocato il "Corriere della Sera" e si è tolto dallo stomaco tutti i rospi accumulati da quando, dopo aver sconsigliato un investimento Generali nella Défense parigina perché strapagato, non gli avevano dato retta.

AGRUSTI

Certo, a guardare l'andamento del titolo Generali, che in dieci anni ha perso il 59,7 per cento e addirittura il 69,5 negli ultimi cinque, il malumore del padrone di Luxottica deve essere condiviso dalla gran parte degli altri azionisti, da Francesco Gaetano Caltagirone (ha il 2,27 per cento) a De Agostini (con il 2,43), figurarsi Mediobanca che ha oltre il 13. Non che i competitor abbiano fatto molto meglio in Borsa: Allianz ha perso il 65,5 in dieci anni e Axa il 54, oltretutto dopo aver chiesto ripetuti aumenti di capitale, che agli azionisti di Trieste sono stati risparmiati (vedi grafico nella pagina a fianco).

Ma in questo momento niente basta a consolare chi ha puntato sulla società più blasonata del listino, con una cassa da invidiare, il rating che supera quello della Repubblica italiana, e che oltre a bruciare il proprio capitale, nell'ultimo bilancio si è visto anche dimezzare il dividendo.

DEL VECCHIO

Ma se l'era Perissinotto sembra volgere al termine, l'uomo certamente venderà cara la pelle. Che ha dimostrato di avere assai dura, a dispetto del profilo da "uomo tranquillo" che gli è stato cucito addosso. Solido ed equilibrato, lo descrive chi lo conosce, ma anche schivo e quasi timido. Cinquantanove anni, sposato due volte, tre figli, casa in collina e niente barca, sobrio nel look e con una capigliatura che tutti i barbieri di Trieste sognano di domare, è quasi anomalo nel panorama dei manager del suo livello: rapporti con la politica ridotti al necessario, trasferte a Roma vissute come un marziano.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Famiglia triestina, è nelle Generali praticamente dalla culla, essendo suo padre, agronomo, colui che ha sviluppato la società agricola del Leone di cui è ancora, ultraottantenne, presidente. Il cursus honorum verso la poltrona di vertice inizia dopo la laurea, assunto e spedito subito a Londra, Bruxelles, New York. Non uno che vende polizze, dunque, ma uno che parte col cucchiaio d'argento in bocca. E infatti il ritorno a Trieste lo proietta verso la direzione generale, e poi il ruolo di amministratore delegato, nel 2001, gemellato con Sergio Balbinot secondo la rituale ripartizione di compiti di casa Generali: quest'ultimo ministro degli Esteri, lui guida strategica. Fino a diventare, un anno e mezzo fa, il ceo unico. E cominciando subito a prenderle.

Se le bordate del Fondo Algebris - che pretendeva più utili - gli hanno fatto il solletico (agli scalpitanti finanzieri ha risposto flemmatico che quello assicurativo non è un business per "teste calde"), più bruciante è stata la campagna contro di lui del finanziere bretone Vincent Bolloré, che dalla poltrona di vicepresidente ha criticato la campagna acquisti di Perissinotto nell'Europa dell'Est e la joint-venture praghese con Ppf, arrivando a minacciare, scandalo mai visto in quelle severe stanze, di non votare il bilancio 2010 (alla fine si è astenuto).

Sergio Balbinot

Ma la madre di tutte le battaglie è stata quella con Cesare Geronzi, giunto all'agognata poltrona di presidente dopo il francese Bernheim. Nello contro epocale di ripartizione del potere, è stato il "banchiere di sistema" a perdere, e a vincere Perissinotto, laureandosi come il campione della Macondo triestina contro qualsiasi intrusione (salvo poi affidare al bolognese Segafredo la gestione dello storico caffè degli Specchi, alla faccia di Illy).

Ora il fronte più critico - e la partita campale - è quello con Mediobanca. Tra Perissinotto e Nagel c'è una conoscenza, quasi un'amicizia, dai tempi in cui comandava Vincenzo Maranghi. Poi, c'è il peso di quel pacchetto del 13 per cento. Di fatto, gli inviti di piazzetta Cuccia all'indirizzo del Leone sono sempre stati accolti. Senza fiatare. L'acquisto del pacchetto di Telco, per esempio, costato una pesante svalutazione in bilancio.

VINCENT BOLLORE

E, ultimamente, l'acquisto della quota di Salvatore Ligresti in Citylife, il nuovo polo direzionale milanese. Proprio il salvataggio della compagnia assicurativa dei Ligresti, Fondiaria-Sai, voluta da Nagel, e dunque il rafforzamento di un concorrente grazie alla fusione con Unipol, ha reso palese un conflitto latente: l'abbraccio con Mediobanca, per Generali, è diventato asfissiante. E forse anche viceversa.

Cesare Geronzi

Nel futuro, infatti, ci sono delle scadenze pressanti che introducono incognite nello scenario, e aprono opportunità. Dal 2014 Mediobanca dovrà alleggerire il pacchetto Generali, passando dal 13 al 10 per cento, per onorare gli impegni imposti dall'Europa al sistema bancario con Basilea. Chi approfitterà della ritirata? Dal fronte Generali sanno che nel 2014 dovranno far fronte all'impegno con il finanziere cèco Petr Kellner di rilevare la sua quota nella joint-venture Generali-Ppf.

Salvatore Ligresti

Un contratto che ha procurato mal di pancia nella governance della compagnia, fino a spingere Caltagirone a chiedere la creazione di un "comitato investimenti". Oggi la crescita vivace di quei mercati ha spianato i dissidi, cosicché su questo fronte Perissinotto è stato quasi perdonato. Comunque: per liquidare Kellner serviranno almeno 2,5 miliardi. Se fosse necessario un aumento di capitale chi, tra gli azionisti attuali, sarebbe in grado di far fronte?

Petr_Kellner

"Non c'è bisogno di alcun aumento di capitale", garantiscono a Trieste: i 2,5 miliardi non sono un problema, e faranno soffrire poco il solvency ratio della compagnia (al 127 dal 133 attuale). E poi ci sono sempre numerosi asset "non core" da vendere. Perissinotto ha iniziato liberandosi della compagnia in Israele (troppo rischiosa quell'area), e potrebbe, in caso estremo, considerare la vendita della Banca della Svizzera Italiana, il cui valore, sui 2,5 miliardi, produrrebbe una plusvalenza di un miliardo tondo.

Ma a pensarci bene quel 2014 sia per lui che per Nagel potrebbe essere troppo in là. A gestire quella doppia transizione potrebbero non essere più loro. Oppure potrebbero essere ancora lì, ma in una nuova formazione. Nagel, si sussurra, potrebbe puntare a Generali. Come anche Perissinotto potrebbe ambire alla presidenza, dopo tanti anni di onorato servizio. Solo a quel punto, la legge del cowboy sarebbe davvero smentita.

 


NELL’ITALIETTA SCASSATA NON SI SA PIU’ NEMMENO CHI GUIDA LA POLITICA TRIBUTARIA: RIGOR MONTIS O ATTILA BEFERA?

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"Il buon pastore
deve tosare le pecore,
non scorticarle"
(Svetonio)

STRETTA DI MANO BEFERA MONTI

DAGOREPORT
Ricordate i "botti" fiscali di Capodanno per festeggiare (in anticipo) i primi cento giorni del neo premier Rigor Montis? Con la perla delle Dolomiti, Cortina d'Ampezzo, presa d'assalto dai cacciatori di scontrini fiscali. E con i grandi giornali a brindare all'inconsueta messinscena pirotecnica. Anche se Lor signori della carta(straccia), e i suoi direttori, più che applaudire al blitz degli esattori facevano festa per una ragione assai meno nobile: lo scampato pericolo di una patrimoniale secca che avrebbe colpito le tasche dei loro editori.

MARIO MONTI

Già, i Poteri marci che, rispetto ai lavoratori dipendenti, non hanno il prelievo alla "fonte" (dalla busta paga) e a volte godono pure dell'Iva al 4%. Oltre a poter schierare, sul campo fiscale, agguerriti tributaristi. Nel caso di controversie con l'agenzia delle entrate. Lusso che non si può permettere un artigiano o un bottegaio di paese.

ATTILIO BEFERA

L'Italia del commercio non è soltanto Cortina o via Montenapoleone.
Storia vecchia, si dirà, ma finora non si era mai visto un governo composto di tanti garruli Superciuk. Stiamo parlando dell'antieroe dei fumetti creato da Max Bunker, l'opposto di Robin Hood, che ruba ai poveri per dare ai ricchi.

Nel suo pamphlet sui contribuenti-sudditi "La mano che prende, la mano che dà", edito da Raffaello Cortina, il filoso tedesco Peter Sloterdijk, osserva che il giornalismo politico dei nostri giorni "riformula in mille varianti quattro luoghi comuni". E tra questi "luoghi comuni" c'è, da parte della stampa, quello di sollevare solo polveroni.

"E il buon uso dello scandalo - osserva Sloterdijk - diventa uno strumento per tenere in vita il potenziale utopico del modo di vivere politico chiamato democrazia".

Nell'Italia degli Indignados à la carte (dei padroni) c'era, addirittura, chi parlava di "rivoluzione delle tasse" dopo aver assistito ai fuochi fatui accesi dalle fiamme gialle nel ricco presepe ampezzano. Senza nemmeno aver dato una sbirciatina su come funziona e opera davvero la burocratica macchina trita-contribuenti avviata dai vari governi della cosiddetta seconda Repubblica.

Sedi Equitalia

Una struttura dai costi di gestione mostruosi: oltre un miliardo di euro l'anno. Pagati ovviamente, dai poveri tartassati di turno.
I ricavi di Equitalia? Qualche spicciolo di milione.
Del resto, sosteneva l'ex presidente americano Ronald Reagan "chi paga le tasse è uno che lavora per lo Stato senza essere un impiegato statale".

Così, nell'ubriacatura (fiscale) di fine anno qualcuno anche a sinistra-sinistra (il Fatto) scambiava pure l'amministratore di Equitalia, il puffo Attila Befera, per un Lenin dell'aggio (altrui).Tant'è, che il Signorotto delle imposte con "tassi di usura" (9%), attratto dal profumo d'incenso che lo stava avvolgendo, si è presentato davanti alla folla di adulatori (i media) per promuovere il marchio Equitalia. Che grazie agli exploit televisivi di Befera, rovesciando lo slogan di una ditta di cucine, ben presto è diventato il più odiato dagli italiani.

AGENZIA DELLE ENTRATE

E il risultato più grave e negativo delle performance di Attila è stato soltanto uno: nel giro di pochi giorni l'agenzia delle entrate, e i suoi solerti dirigenti, sono diventati un simbolo del male e l'obiettivo sconsiderato di violente e ingiustificate contestazioni.
Tutte azioni condannabili senza se e senza ma.

A tirare sassi contro le vetrine di Equitalia non erano però i proprietari di auto Suv o i bottegai infedeli, come avevano immaginato i soloni di carta(straccia).
A gridare la propria protesta erano i milioni di cittadini a reddito fisso. Lavoratori la cui dichiarazione fiscale è fatta, tra l'altro, dai propri datori di lavoro.

Secondo alcune stime, mai smentite dai gabellieri di Stato, l'80% degli incassi di Equitalia proviene dalle tasche dei salariati dipendenti, pensionati e da piccoli professionisti.
Spesso vessati per qualche centinaio di euro (il mancato pagamento del canone Rai) con ganasce alla propria auto o l'iscrizione d'ipoteche sulle abitazioni.

Ronald Reagan

I Grandi Profitti, invece, possono dormire sonni tranquilli anche sotto il governo di Rigor Montis e del suo scudiero (fiscale) Attila Befera.
Così nel panorama dell'informazione, che dovrebbe rappresentare l'opinione pubblica, ancora una volta sono stati i propri lettori a far cambiare registro ai giornali.
E poi gli editori si lamentano della perdita di copie in edicola!

GIAN ANTONIO STELLA E SERGIO RIZZO

Una valanga di lettere spedite alle redazioni ha fatto giustizia su come funziona davvero (In)Equitalia.
Eppure, facciamo l'esempio del Corrierore guidato stancamente dal disincantato Flebuccio de Bortoli, aveva sotto mano la coppia di Gabibbo alle vongole, i mitici Stella&Rizzo, per andare a dare almeno un'occhiatina su come funziona e opera la burocratica macchina da guerra pilotata da Attila Befera.
Niente, invece.

Giuseppe Orsi

Dei due Indignados à la carte (dei padroni) uno era impegnato a fare le bucce a qualche disgraziato delle comunità montane; l'altro a difendere l'ing. Giuseppe Orsi, amministratore di Finmeccanica, che è accusato di "riciclaggio internazionale" dai giudici di Napoli.
Se fosse stato un parlamentare con un simile fardello (inquisitorio) sulle spalle, Sergio Rizzo, ne avrebbe chiesta la decapitazione sulla piazza del Parlamento.

E nemmeno una riga si è letta su chi oggi guida la politica fiscale dell'Italia.
Il premier Rigor Montis o Attila Befera?
Dopo la sciagurata soppressione del ministero delle Finanze per creare un superministero dell'Economia - accorpando insieme Tesoro e Bilancio -, la delega nel campo dei tributi è stata lasciata dal governo dei bocconiani, come ha ricordato il professor Enrico De Mita sul "Sole 24 Ore", all'Agenzia delle entrate.
Con i risultati politici, economici e sociali che sono sotto gli occhi di tutti.

tasse

E sorprende che il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, scrupoloso garante della Costituzione non si sia accorto, come osserva ancora Enrico De Mita, che è proprio la carta repubblicana che "affida concretamente e non apparentemente la politica tributaria al Governo e al Parlamento".

Altrimenti, in assenza di un'azione istituzionale, si finisce sotto la scure del gabelliere-riscossore Attila Befera.
E gli italiani onesti, per citare nuovamente il filosofo Peter Sloterdijk, sono trasformati "da cittadini di uno Stato a titolari di un codice fiscale".

 

 

 

 

 

MOVIMENTO A 5 STELLE - I PRIMI PROBLEMI DEL M5S: LA GESTIONE DI GRILLO E CASALEGGIO È POCO TRASPARENTE

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Enrico Arosio per "l'Espresso"

TRE SCATTI DI BEPPE GRILLO

No, la Lamborghini nera nel cortile di via Morone non è loro. Né di Beppe Grillo, che preferisce la Ferrari F 40, né del suo editore e guru Gianroberto Casaleggio, che va a piedi. Se la sede del Movimento 5 Stelle esiste solo in Rete, nel senso che è il blog di Grillo, il blog di Grillo è fabbricato qui, in un luogo ben preciso. Un indirizzo emblematico della Milano ultra-bene: via Morone, tra Montenapoleone e quel Palazzo Belgiojoso dove l'imprenditore Raul Gardini si sparò un colpo in testa nei mesi caldi dell'inchiesta Mani pulite.

La sede della Casaleggio Associati, gli strateghi del grillismo, e del marketing virale che ha fatto dei 5 Stelle il fenomeno emergente della politica italiana, si trova nello stesso palazzo che ospita la Camera della Moda, tra avvocatoni, ereditiere e private banker.

GIANROBERTO CASALEGGIO

Questo indirizzo "riche, très riche, extra très riche" (Ennio Flaiano) stride con tanti cinquestellati in giro per l'Italia: studenti, impiegati da mille euro al mese che fanno politica per civismo contro i partiti corrotti e a favore di un'altra economia e di energie sostenibili. Il metodo Grillo è ancora un bel mistero.

Il suo meccanismo, in apparenza semplice, è un grumo di contraddizioni. All'orizzontalità del Web, alla democrazia diretta, al "tutti contano uguale" corrisponde un centralismo, il duo Grillo-Casaleggio, dai contorni poco chiari. Mario Bucchich, il socio portavoce di Casaleggio, interpellato dall'"Espresso", dichiara: "Non rilasciamo dichiarazioni di alcun tipo" e "farci pubblicità non ci interessa". E allora ricostruiamoli un po' noi, il metodo e le contraddizioni, dopo i successi alle amministrative.

Come ci si candida. Nei 5 Stelle si entra facilmente, iscrivendosi al blog di Grillo, luogo immateriale della linea politica. Per candidarsi basta mandare una mail allo staff grilliano (in realtà: la Casaleggio Associati) con fotocopia della carta d'identità e del casellario giudiziario per dimostrare di non avere carichi pendenti. E già qui inciampa l'asino: Grillo stesso non si candiderà alle politiche del dopo-Monti per una vecchia condanna del 1988 (omicidio colposo plurimo, per un terribile incidente stradale nelle Alpi marittime che causò tre morti). Le candidature, questo è vero, si selezionano dal basso.

Federico Pizzarotti, la sorpresona delle comunali a Parma, è stato scelto da una platea minima, una cinquantina di persone, battendo quattro sfidanti alle primarie. Il fai-da-te ce lo spiega Pizzarotti stesso: "Non intendo dotarmi di uno staff per rispondere ai cittadini, preferisco farlo di persona. Ci sono software in grado di gestire le richieste in base alla categoria e permettono agli utenti di sapere l'avanzamento del proprio quesito", spiega lui, project manager informatico in una banca.

ANNA MARIA TARANTOLA

E l'eventuale ricerca degli assessori? "Abbiamo fatto un bando per ricevere i curricula da tutta Italia, dopo il primo turno ne sono arrivati oltre cento". Anche in Veneto, a Sarègo, dove è stato eletto il primo sindaco dei 5 Stelle, Roberto Castiglion, ingegnere informatico, le riunioni politiche sono passate dalla Rete al ristorante Il Brolo, in paese: "Abbiamo evitato di prendere assessori esterni al movimento in segno di trasparenza verso i nostri elettori". Castiglion si è messo in aspettativa presso l'Enel dove lavora.

Chi paga. I 5 Stelle spendono pochissimo. Pizzarotti ha dichiarato 6 mila euro in tutto. Antonio Giacon, recordman di voti con il 20,4 per cento a Budrio in Emilia, 500 euro appena. Il Castiglion di Sarègo, addirittura 300. Lo stesso Mattia Calise, unico consigliere cinquestellato nella Milano di Pisapia, ha vinto le primarie (erano in nove, ciascuno ha esposto alla platea la propria idea sulla città) davanti a 300 persone.

E per farsi eleggere dice di aver speso 9.500 euro: "Su circa 10 mila raccolti con donazioni volontarie via PayPal o ai banchetti, tutte nominali e consultabili on line", racconta: "Il nostro è volontariato vero: i due attivisti che seguono le sedute di consiglio a Palazzo Marino e ne diffondono l'andamento via Twitter, e chi risponde alla mail della segreteria del Movimento a Milano". In Piemonte, i 5 Stelle hanno voluto introdurre un tetto di mille euro alle singole donazioni.

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Timori da democrazia diretta, che il più forte si compri il consenso scavalcando i deboli? Quanto Grillo ci metta di suo, per finanziare il network, non è stato dichiarato né chiarito. I 5 Stelle, nota l'esperto di comunicazione politica Marco Marturano, iniziano a dividersi: tra la fedeltà al Grillo catalizzatore mediatico e la crescente diffidenza per il suo "leaderismo carismatico, affiancato da una struttura decisionale che manca di trasparenza".

Chi decide. È il punto-chiave. Chi comanda nel M5S? Chi deciderebbe i candidati, se si votasse alle politiche col Porcellum dei listini bloccati? Primarie, liste civiche, un organismo centrale tutto da definire? E rieccoci all'asse Grillo-Casaleggio. Gianroberto Casaleggio, il gestore esclusivo dei Meetup, del blog, dei tour, della comunicazione Web attraverso i social forum, ha una storia speciale. Piemontese, fisico mancato, computer nerd della prima ora, fissato sulla fantasy, su Re Artù e Gengis Khan, esordì nella Olivetti di Roberto Colaninno.

Ha amministrato la Webegg, una Internet company partecipata dalla Telecom di Tronchetti Provera, studiando anche i temi delicati della sicurezza elettronica. Da quel nucleo crea nel 2004 Casaleggio Associati, a oggi cinque soci. Fino al 2009 ha gestito anche il blog di Antonio Di Pietro, con cui ruppe dopo le Europee (Di Pietro non accettò il sistema "chiavi in mano" dei Casaleggio, Gianroberto e il fratello Davide).

Il riccioluto esperto dagli occhiali tondi, con villa a Settimo Vittone, sopra Ivrea, ha come socio più sorprendente il giornalista-manager Enrico Sassoon: ex Sole-24 Ore, è stato otto anni amministratore delegato della American Chamber of Commerce in Italy, agguerrita lobby per la penetrazione delle imprese hi-tech in Italia; oggi presiede una sua società, Global Trends, e dirige la "Harvard Business Review" in edizione italiana.

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Chi è il vero guru. S'è intuito? Casaleggio e colleghi sono ben più che computer freaks di talento. E basta vedere il video "Gaia. The Future of Politics" sul loro sito, per ricordarsi che l'idea dei Meetup proviene dal candidato alle presidenziali Usa del 2004, Howard Dean.

E per notare lo strano tono oracolare sulla nuova politica basata sul "sapere collettivo" del Web. Il video prevede, nientemeno, che nel 2018 il mondo sarà diviso in due: l'Occidente con democrazia diretta e libero accesso a Internet e il trio liberticida Cina-Russia-Medio Oriente. E per il 2020 si spinge a profetizzare la Terza guerra mondiale, riduzione della popolazione a un miliardo, catarsi e rinascita verso Gaia, il governo mondiale...

Qualcosa è fuggito di mano a Grillo, ai grillini, ai bravi ragazzi a 5 Stelle. E infatti, insieme al successo nelle urne, sta crescendo anche il malumore della base. Destinato, così prevedono alcuni osservatori, ad aumentare nei prossimi mesi.

 

KELLY PRESTON ESAURITA PER LO SCANDALO GAY DEL MARITO JOHN TRAVOLTA. MA SAPEVA DEI SUOI GUSTI PRIMA DELLE NOZZE

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

WILLIAM E KATE

1 - IL PRINCIPE WILLIAM DOVRA' SCEGLIERE TRA KATE E L’AERONAUTICA...

http://bit.ly/JCMFqo
Life & Style -
Il principe William adora volare ed e' pilota di elicotteri per la Royal Air Force.  Per questa ragione, ha trascorso il suo primo anno di matrimonio, per lunghi periodi lontano da casa.

KATE

A breve, dovra' decidere se smettere o continuare per un altr'anno. Kate non ama saperlo sempre in volo, ma non gli chiedera' mai di rinunciare alla sua grande passione.

Un insider rivela che solo l'anno prossimo, quando William e Kate si trasferiranno a Kensington Palace, William interrompera' la sua carriera di pilota.


2 - KELLY PRESTON ESAURITA PER LO SCANDALO GAY DEL MARITO JOHN TRAVOLTA. MA SAPEVA DEI SUOI GUSTI PRIMA DELLE NOZZE...

http://bit.ly/MrJ54a
Jezebel -
Nell'ultima edizione di "Star Magazine", il dolore e l'umiliazione di Kelly Preston, scioccata dallo scoppio dello scandalo gay del marito John Travolta, accusato di molestie sessuali. Già nel 1990 il gay porno star Paul Barresi aveva confessato di essere stato amante di Travolta dal 1983 al 1985.

STAR: KELLY PRESTON E JOHN TRAVOLTA

La mamma di Kelly ha rivelato che la figlia e' svenuta ed e' esausta a causa del tormento causatole dei media e da telefonate di amici e collaboratori che chiedono notizie sulla verdicità delle accuse. "Star" racconta anche che la Preston era al corrente dei gusti sessuali del marito già da prima del loro matrimonio avvenuto nel 1991.

Quando Travolta e Kelly si sono sposati lei avrebbe firmato un contratto prematrimoniale "di ferro" che le proibiva categoricamente di parlare "male" del marito e di commentare eventuali scandali. Kelly sapeva che il marito era gay ma voleva una vita da moglie di un attore famoso.


3 - CHARLIZE THERON NON AVEVA DENTI FINO AGLI 11 ANNI...

CHARLIZE THERON

http://gaw.kr/MrJgfM
Gawker -
Charlize Theron ha recentemente ammesso al tabloid "The Sun" che: "La mia infanzia è stata devastante. Non avevo denti fino all'età di 11 anni. Avevo piccole escrescenze perché da bambina ho avuto l'ittero e mi curavano con così tanti antibiotici che i miei denti erano marciti. Hanno dovuto toglierli".

"Quindi non ho mai avuto i denti da latte. Era particolarmente orribile per me il giorno delle foto a scuola e dover posare facendo finta di avere i denti in bocca"


4 - LA RAGIONE DELLE NOZZE JOLIE-PITT: BRAD È PREOCCUPATO PER LE MISSIONI ONU DI ANGELINA...

BRAD E ANGIE

http://bit.ly/JCLQ0W
The Sun -
La vera ragione per cui Angelina Jolie ha accettato di sposare Brad Pitt? Secondo "The Sun" sia Angie che Brad sono preoccupati per il futuro dei loro bambini se accadesse qualcosa ad Angelina mentre non sono ancora sposati.

Ora che la Jolie ha un incarico piu' importante alle Nazioni Unite e s'imbarchera' in una nova missione umanitaria nel Sudamerica contro i boss criminali e i lord del narcotraffico, Brad e' terrorizzato che qualcosa di brutto le possa accadere.

All'inizio dell'anno Angelina aveva partecipato ad una missione pericolosa durante la quale quale ha persino dovuto comunicare il suo gruppo sanguigno se, in caso di attacco, fosse stata ferita.

TOM CRUISE


5 - TUTTE LE FOTO HOT DI 'ROCK STAR' TOM CRUISE...

http://bit.ly/KY7fB1
Celebitchy -
Ecco il resto delle foto troppo forti di Tom Cruise da Rock star per la rivista "W".
Guarda le foto nella gallery...


6 - JENNIFER ANISTON HA TROPPI EX: IL BOYFRIEND ROSICA...

JENNIFER ANISTON

http://bit.ly/MrJ54a
Jezebel -
Justin Theroux pare non sia per niente felice del fatto che la sua fidanzata Jennifer Aniston abbia piu' di successo di lui racconta "OK!" magazine.

Jennifer, nel suo prossimo film, reciterà a fianco del suo ex, Jason Sudeikis e questo fa arrabbiare moltissimo Justin e lo rende super geloso!


SHARON STONE 7 - MINACCE DI MORTE PER SHARON STONE... 

http://bit.ly/L4W7Q7
Life & Style -
Sharon Stone racconta a "Life & Style" di aver ricevuto minacce di morte, bullismo e prese in giro da quanto si occupa di beneficenza.

"Pensavano che lo facessi solo per pubblicita'", dice la Stone, portavoce della Fondazione Americana per la Ricerca dell'AIDS. La Stone incentiva le altre star ad usare il loro status per portare attenzione a fondazioni benefiche.


8 - NICOLE SCHERZINGER HA RISCHIATO DI MOSTRARE LE MUTANDINE A LONDRA...

PREMIERE "MEN IN BLACK 3" LONDRA: NICOLE SCHERZINGER E WILL SMITH

http://bit.ly/KleC1b
Just Jared -
Nicole Scherzinger ha scelto un abito nero con uno spacco vertiginoso per la premiere inglese di "Men in Black III", rischiando in un momento di mostrare a tutti sul tappeto rosso le sue mutandine!

Con lei anche il protagonista del film, Will Smith.
Guarda le foto nella gallery...


9 - GISELE BUNDCHEN MOSTRA IL LATO B E PROMUOVE LA SUA LINEA DI LINGERIE...

GISELE

http://bit.ly/JXEmp6
http://bit.ly/KIMGsK
Just Jared-
Gisele Bundchen posa in topless (coperto) e mostrando il suo perfetto lato b brasiliano insabbiato sulla nuova copertina di "Vogue".

GISELE

La top model ha promosso la sua nuova collezione di lingerie, Hope, a San Paolo in Brasile, dove migliaia di fan hanno partecipato pur di vedere anche solo un secondo la bella Gisele.
Guarda le foto nella gallery...


10 - GLI SCIENZIATI DICONO CHE IL “GAYDAR” ESISTE DAVVERO...

http://gaw.kr/JSjwGR
Gawker -
Secondo un nuovo studio il chiacchierato "gaydar" (o radar gay) esiste davvero.

IL 'GAYDAR' ESISTE

Infatti, la ricerca condotta dal "Public Library of Science" sostiene che le persone hanno la capacita' di riconoscere l'orientamento sessuale di un individuo, con estrema accuratezza, solo osservando i tratti del suo volto.

 

11 - Filippine, Lady Gaga contestata da gruppo cristiano per brano 'Judas'...

La Presse/AP - Circa 70 giovani cristiani nelle Filippine hanno urlato e cantato "Stop ai concerti Lady Gaga" alla manifestazione che si è tenuta ieri a Manila per chiedere che il concerto previsto per la settimana prossima venga annullato.

LADY GAGA

I rappresentanti del gruppo Biblemode Youth Filippines si dicono offesi dalla musica di Lady Gaga e dai suoi video, in particolare dalla sua canzone 'Judas', che che secondo loro si prende gioco di Gesù Cristo.

Uno dei leader della protesta, l'ex membro del Congresso filippino Ben Abante, ha detto che il suo gruppo ha in programma di presentare una causa contro Lady Gaga e gli organizzatori dei suoi concerti, se la star oserà cantare il brano incriminato ai suoi concerti di lunedì e martedì.

L'ex sindaco di Manila, Jose Atienza, dice che la cantante e gli organizzatori possono essere puniti per aver offeso una razza o una religione.


12 - LADY GAGA: KARAOKE IN GIAPPONE POI PARTE PER TAIWAN...

GIAPPONE: LADY GAGA

http://bit.ly/J2J29b
http://bit.ly/JCM4F6
Celebuzz e Just Jared -
Lady Gaga ha dimostrato di saper cantare dal vivo ad un karaoke a Tokio in Giappone. La pop star era con il suo amico fotografo Terry Richardson che ha catturato il divertimento della serata.

Poi, Gaga ha continuato il suo tour in Taiwan dove ha salutato I fan indossando un abito verde florescente.
Guarda le foto nella gallery...


13 - SFIGATI AMERICANI USANO IL ‘FACEBOOK RUSSO’ PER TROVARE MOGLI...

SOCIAL NETWORK RUSSO

http://gaw.kr/JXEjtj
Gawker -
VKontakte e' il social network Russo piu' importante. E' anche un mercato per gli americani che cercano una moglie russa senza rivolgersi ad un'agenzia.

I media hanno anche ammonito dell'influsso di ‘strani uomini americani' sui siti di social network russi. Pare proprio che lì, gli uomini americani, abbiano piu' fortuna ‘in amore'.


14 - Mila Kunis denuncia un uomo per stalking...

MILA KUNIS

La Presse/AP - Un uomo è stato incriminato per stalking nei confronti di Mila Kunis, in violazione di un ordine restrittivo emesso dopo che aveva fatto irruzione in un appartamento vuoto di proprietà dell'attrice.

Stuart Lynn Dunn dovrà presentarsi in giudizio oggi a Los Angeles per rispondere di due accuse di stalking e persecuzioni e dovrà pagare una cauzione di 190mila dollari. L'uomo di 27 anni è stato arrestato due volte quest'anno per aver perseguito l'attrice e cercato di mettersi in contatto con lei.

MILA KUNIS

Già nel mese di febbraio un giudice ha ordinato a Dunn di stare lontano dalla Kunis dopo che era stato trovato in uno degli appartamenti dell'attrice.

Prima dell'arresto aveva provato più volte a contattarla ed è stato fermato a inizio di questo mese quando si trovava fuori dalla sua palestra.


15 - Rihanna e il cestista J.R. Smith, effusioni a Manhattan...

La Presse - Tra esaurimenti nervosi, eccessi e comportamenti strani, come il tweet con la foto del suo braccio con l'ago della flebo, Rihanna sembra aver trovato il tempo di divertirsi con una nuova fiamma: la popstar è stata avvistata da una fonte di LaPresse nel locale Veramda a Manhattan in atteggiamenti abbastanza intimi con il cestista dei New York Knicks J.R. Smith.

RIHANNA

"Rihanna era seduta sulle sue gambe e i due hanno flirtato tutta la sera" ha detto la fonte. Ovviamente, la star originaria delle Barbados ha scelto il giocatore più controverso della squadra di basket newyorkese: noto per il suo temperamento ribelle, Smith è stato recentemente multato dalla Nba 25mila dollari per aver messo su Twitter la foto del sedere di una donna stesa sul suo letto.


16 - SEXY FOTO DI RIHANNA PER "ESQUIRE"...

RIHANNA

http://bit.ly/KY7oV6
X17 -
Sul web, sono apparse una serie di foto molto sexy di Rihanna per "Esquire UK".
Le foto, nella gallery...

RIFATTONE DAL VISO PAFFUTO


17 - LE STAR SUPER-GONFIATE...

http://bit.ly/JXEncz
Radar -
"Radar" ha creato una lista di star che devono assolutamente evitare d'ora in poi di gonfiarsi il volto con punturine e filler. I loro medici dovrebbero essere denunciati!

Da Madonna, Carla Bruni, Daryl Hannah, Kylie Minogue a Lindsay Lohan, scoprile tutte nella gallery...


18 - IL CANE CHE VA IN BICI (VIDEO)...

NORMAN

Radar - Adorabile e divertente! Norman e' un cane pieno di talento che sta cercando di sfondare in televisione. Eccolo in un video, indimenticabile, in cui dimostra uno dei suoi incredibili talenti: andare in bicicletta!

Guarda il video qui:
http://bit.ly/JcwUXV

 

E’ SCOPPIATA LA GUERRA DEL VENERDÌ TRA CORRIERE E REPUBBLICA - QUANTO COSTA MONTALBANO? GLI ECCESSI DEI DIVI DELLA FICTI

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1- La guerra del venerdì non va presa sotto gamba: il Corriere è partito a sorpresa (la decisione è stata comunicata solo domenica scorsa) contro il giorno più forte di Repubblica. E ha messo in campo "Sette" rifatto da zero by Vercesi, più hard giornalisticamente, con tanto di guida tv, con la tiratura monstre di un milione uno di copie. Obiettivo doppio: far riprendere il supplemento che nella vecchia gestione apportava appena 30 mila copie in più, e danneggiare il "Venerdì", che fa vendere a Repubblica 120-140 mila copie in più.

platinettemas12 lierluigi vercesi

2- Da "Novella 2000" - Nello scorso numero avevamo raccontato della forte tensione lavorativa tra Platinette e Linus, direttore di Radio Deejay. I due ancora oggi non hanno trovato un equilibrio. Inoltre Platinette è stato visto negli studi di Radio Montecarlo, dove ha incontrato Alberto Hazan, direttore editoriale della radio medesima. Tra i due una chiacchierata molto fruttuosa per entrambe le parti.

3- Da "Novella 2000" - Il deputato e vice-presidente di Fli Italo Bocchino è al settimo cielo. In questo periodo il suo cuore ha ripreso a battere per una ragazza più giovane di lui. La coppia non si nasconde e si bacia in pubblico tra i vicoletti di Trastevere.

4- Da "Novella 2000" - In questo periodo di estrema euforia perché la sua squadra, la Juventus, ha vinto lo scudetto, Lapo Elkann firma i suoi messaggi così: "Laps&Love". Insomma, un toccasana di buonumore.

5 - Carlo Rossella per "il Foglio" - Rosy Greco ha dato il meglio nel party a casa sua per l'artista Isabella Gherardi. Molto apprezzati da alcuni augusti ospiti sia il fascino indubbio che le profonde analisi politico-economiche di Veronica Bini Smaghi, retour d'Allemagne. Nella notte, poco dopo le tre, Vittorio Sgarbi è stato l'ultimo a lasciare. E Rosy, ormai insonne, ha letto per mezz'ora "Storie ciniche" di W. Somerset Maugham, fresco di stampa da Adelphi.

VITTORIO SGARBI ISABELLA GHERARDI

6- Da "la Repubblica" - Nuova gaffe per il principe Filippo, inciampato questa volta in un abitino rosso. In visita a Bromley per il Giubileo di diamante della consorte, la regina Elisabetta, il novantenne duca di Edimburgo si è fermato davanti a una venticinquenne con un vestito rosso chiuso da uno zip e le ha detto: «Se ti tirassi giù la lampo finirei agli arresti». La battuta non è sfuggita ai tabloid britannici, che hanno pubblicato le fotografie dell´incontro.

LINUS E FIORELLO ALLA FESTA PER I ANNI DI RADIO DEEJAY jpeg

7 - Paolo Martini per l'inserto tv di "Sette" - C'è finalmente un nuovo simpatico protagonista nello studio 5 di Cologno Monzese. Peccato che non possano vederlo gli spettatori. Si tratta di Lulu, il barboncino bianco di Federica Panicucci. A dire il vero, per qualcuno è diventato una sorta di incubo dietro le quinte: quando la padrona è in scena Lulu viene piazzata in braccio a chi capita, una truccatrice, un assistente, persino un ospite. I racconti dei piccoli incidenti causati dalla vivace cucciolina costellano persino il twitter della Panicucci.

ISABELLA GHERARDI GIOVANNI SARTORI LUCA ZINGARETTI la kryptonite nella borsa jpeg

Una foto la ritrae mentre mangia il copione della presentatrice. E il 3 maggio ‘Fede' cinguetta per la gioia dei suoi 214mila e rotti followers: "devo ancora capire come si fa a farle fare i bisognini dove dico io"... Decisamente, la presentatrice ha trovato di che distrarsi dalle preoccupazioni degli ascolti. "Buona Domenica" si è rivelata una mezza tragedia e anche Mattino 5 non va proprio a gonfie vele. Ma ci penserà il suo agente Lucio Presta a sistemare tutto. Come al solito.

ROSANNA D AGOSTINO E GIGI PROIETTI

8- Paolo Martini per l'inserto tv di "Sette" - Sarebbe stato stralciato dal piano fiction ufficiale della Rai per il 2012 l'intero fascicolo Montalbano: per le ultime due puntate prodotte nel 2011 la tv di Stato aveva stanziato 6 milioni di euro. Quasi un sesto del costo se ne sarebbe andato a coprire il cachet di Luca Zingaretti, che sarebbe il numero uno in un'ideale classifica dei compensi delle stelle dei film per la tv, davanti a Beppe Fiorello, che si attesta intorno ai 400 mila euro.

COSTANZO jpeg

Si potrebbe calcolare l'ingaggio di Raoul Bova, che però è in esclusiva con Mediaset, in 300 mila euro circa per un tv movie, 500 mila per una miniserie di 2 puntate, tal quale Gigi Proietti. Una lunga serialità, poi, mette sul tavolo anche 1 milione di euro per avere attori di richiamo come Claudio Amendola o Terence Hill.

Secondo il mensile tecnico Tivù, che ha lanciato la polemica contro gli eccessi dei costi delle stelle della fiction, anche alcuni autori avrebbe raggiunto compensi da capogiro.

9- Paolo Martini per l'inserto tv di "Sette" - A 74 anni Maurizio Costanzo aggiunge anche la prima serata di Raiuno al suo palmares ineguagliabile. Con tanto di Vanessa Incontrada, e Claudio Lippi e Giancarlo Magalli, al fianco. Ma per evitare una spazzolata dall'Auditel, a Costanzo non resta che puntare su qualcuno che ha salvato lui, 17 anni fa, da un disastroso colpo di 'spazzolino'... soluzione Fiorello

 

 

 

G8: HOLLANDE E OBAMA, LA GRECIA DEVE RESTARE NELL’EURO, PUNTIAMO SULLA CRESCITA - MONTI: ITALIA HA CARTE IN REGOLA

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1 - G8: HOLLANDE-OMBAMA, GRECIA DEVE RIMANERE NELL'EURO
(ANSA) - "La Grecia non deve uscire dall'euro. Su questo siamo d'accordo" con il presidente americano Barack Obama. Lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, al termine dell'incontro tra i due alla Casa Bianca che precede l'apertura di stasera del summit del G8.

HOLLANDE E VALERIE TRIERWEILER

2 - G8: HOLLANDE, CON OBAMA D'ACCORDO, CRESCITA PRIORITA'
(ANSA) - "Voglio che si affermi una forte alleanza con gli Stati Uniti". E' quanto ha detto il presidente francese Francois Hollande al termine del colloquio con Barack Obama, sottolineando di aver detto al presidente Usa che "la crescita deve essere una priorità".

MARIO MONTI E BARACK OBAMA

3 - MONTI,INCONTRO DOPPIAMENTE IMPORTANTE,MOMENTO MOLTO DELICATO
(ANSA) - "Questo G8 avviene in un momento in cui la situazione finanziaria e economica mondiale ed europea è molto complicata lo sappiamo tutti, dalla Grecia e per le implicazioni più vaste...". Così il premier Mario Monti lasciando l'albergo di Washington che lo ha ospitato prima di recarsi al G8 di Camp David. Monti ha sottolineato che il summit dei grandi della terra "é una occasione quindi doppiamente importante".

4 - MONTI A G8,ITALIA HA CARTE IN REGOLA,ORA PIU' CRESCITA
(ANSA) - Al G8 "vengo a rappresentare un'Italia con le carte in regola e che quindi ha le sue posizioni da esprimere con forza nel quadro europeo". Così il premier Mario Monti, da Washington. "L'Italia, ha aggiunto, chiede "che ci sia a livello mondiale ed europeo una crescita molto più vigorosa che consentirà anche di mantenere nel tempo quegli equilibri di bilancio pubblico che l'Italia per prima e con tanta fatica ha raggiunto e intende mantenere in un quadro di crescita". Queste cose, ha concluso, dirò ai miei partner.

5 - G8: PUTIN SNOBBA OBAMA E SUMMIT E PUNTA SUL G20
(ANSA) - Putin snobba il G8 ospitato da quegli Usa tanto vituperati in campagna elettorale, preferendogli il G20 nel più neutrale Messico, dove sarà meno dominante il ruolo della Casa Bianca e potrà contare sul supporto dei Brics. Troppo impegnato nella formazione del prossimo governo, si era giustificato nei giorni scorsi annunciando l'invio al suo posto del premier Medvedev, primo capo di governo a rappresentare la Russia da quando è stata invitata al 'club', nel 1997.

VLADIMIR PUTIN

Una motivazione apparsa poco convincente alla maggioranza degli analisti: da un lato, osservano, nel varo del nuovo esecutivo, discusso peraltro da due mesi, Medvedev è parimenti coinvolto; dall'altro la nomina del nuovo governo non ha impedito al neo presidente francese Francois Hollande, insediatosi il 15 maggio, di volare a Camp David. Tanto più che in questi giorni il leader del Cremlino non sembra così assorbito dalle consultazioni con i candidati ministri già proposti da Medvedev ma rimasti coperti dal più fitto riserbo, con una opacità poco degna di un Paese democratico: ieri Putin ha trovato il tempo per visitare il centro di addestramento per gli ufficiali del ministero degli interni, oggi per un centro di progettazione che produce dispositivi ottici militari.

6 - INFRASTRUTTURE:PASSERA,REALIZZABILE AVVIARE OPERE PER 100MLD
(ANSA) - "L'obiettivo di avviare infrastrutture per un valore di 100 miliardi nel corso della vita di questo governo appare realizzabile". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo, infrastrutture e trasporti, Corrado Passera, presentando un nuovo sito del ministero. "Cento miliardi equivale al 5-6% del Pil - ha detto Passera - ovvero qualcosa che può fare la differenza in termini di crescita per il nostro Paese"

CORRADO PASSERA

L'obiettivo di questo governo, ha ribadito Passera, "é mettere in moto interventi infrastrutturali per 100 miliardi tra fondi pubblici, privati e comunitari e questo è uno strumento fondamentale dell'agenda della crescita". Nello specifico, ha illustrato il ministro, 27,7 miliardi sono opere già approvate dal Cipe, confermate e Piano Sud (comprensivi di 2,7 miliardi di fondi regionali e 2,8 miliardi di fondi privati); 24,5 miliardi sono opere già sbloccate proceduralmente e cantierabili tra il 2012 e il 2013 (circa 6,7 miliardi ancora da reperire); 50,9 miliardi sono le opere identificate e in corso di approfondimento per essere cantierabili tra il 2014 e il 2015.

"Se è stato possibile accelerare così in questi mesi è stato grazie all'introduzione di un centinaio di norme" per le infrastrutture, ha detto Passera evidenziando che "molto spesso nel passato e anche oggi i ritardi infrastrutturali non dipendono dalla mancanza di risorse ma dalle lungaggini amministrative". "Dobbiamo porci l'obiettivo di attirare capitali privati sia esteri che italiani - ha proseguito - e il ritmo dato ai lavori é molto indirizzato a questo. Con le cose fatte si possono veramente attirare capitali privati"..

raffaele lombardo02 lap

7 - SICILIA: LOMBARDO SI DIMETTE 28 LUGLIO, VOTO A OTTOBRE
(ANSA) - In Sicilia si voterà il 28 e 29 ottobre. Lo ha annunciato il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, che si dimetterà il 28 luglio. "Annuncio le mie dimissioni per fare chiarezza - ha aggiunto Lombardo - Ho concordato le date con gli alleati, per la verità già da un mese e mezzo".

8 - LOMBARDO,SOTTOSCRIVO TRE VOLTE CHE NON MI RICANDIDO
(ANSA) - "Confermo, sottolineo e sottoscrivo tre volte con firma autenticata che non mi ricandiderò". Così il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ha risposto ai giornalisti a Palazzo d'Orleans.

9 - STRAGE CAPACI: LOMBARDO, INVITATO A INIZIATIVE MA NON ANDRO'
(ANSA) - "Ieri ho ricevuto l'invito della Prefettura a partecipare alle iniziative per la strage di Capaci. Ma non andrò da nessuna parte, l'ho scritto anche al Capo dello Stato spiegandone le ragioni". Lo ha detto il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, conversando con i cronisti. "Ho deciso di non partecipare per evitare imbarazzi soprattutto a me stesso - ha sostenuto Lombardo rispondendo ai cronisti - e per rispetto delle figure che vengono commemorate. Non è opportuno che una persona con una imputazione coatta partecipi a manifestazioni di questo tipo. Io la penso così".

luigi lusi

10 - LUSI:LUNEDI' DENUNCIA VERTICI MARGHERITA CONTRO EX TESORIERE
(ANSA) - La preannunciata denuncia dei vertici della Margherita nei confronti dell'ex tesoriere Luigi Lusi per le dichiarazioni fatte nel corso della sua audizione davanti alla Giunta del Senato sarà presentata lunedì prossimo. "Abbiamo avuto incarico - hanno dichiarato gli avvocati Titta Madia e Alessandro Diddi - dalla Margherita e dai suoi dirigenti, chiamati in causa dalle dichiarazioni rese da Lusi dinnanzi alla Commissione del Senato che deve valutare l'autorizzazione al suo arresto, di procedere in sede penale ed in sede civile per il risarcimento dei danni gravissimi causati alla loro onorabilità".

ROSI BINDI

11 - BINDI,QUERELO CHI PUBBLICA NOTIZIE FALSE,MAI PRESO EURO
(ANSA) - "Ho dato mandato di depositare una denuncia querela nei confronti del 'Giornale' e di tutti gli organi di informazione che hanno pubblicato il falso sul mio conto". Lo dichiara la presidente dell'assemblea nazionale del Partito Democratico, Rosy Bindi riguardo alle dichiarazioni dell'ex tesoriere della Margherita Lusi. "Le iniziative politiche da me organizzate sono autofinanziate e non ho mai ricevuto da Lusi nemmeno un euro. Né sono mai stata a conoscenza di presunti accordi spartitori".

12 - RUTELLI DEPOSITA DENUNCIA PENALE CALUNNIA
(ANSA) - Sarà depositata lunedì la denuncia penale per calunnia da parte di Francesco Rutelli nei confronti di Luigi Lusi, per le dichiarazioni "radicalmente false e gravissimamente infamanti" rese davanti alla Giunta del Senato e rese ancora più incredibili dalle dichiarazioni al 'Fatto Quotidiano'. Così una nota dell'ufficio stampa della Margherita.

"Siamo oltre la diffamazione, oltre il tentativo di inquinamento del processo: come può esserci qualcuno che da ancora retta a Lusi?", ha detto Rutelli durante una riunione con i suoi collaboratori. "Nel corso della settimana è anche previsto un incontro con i legali del partito per varare numerose azioni di risarcimento danni a seguito della pubblicazione, anche sul web, di notizie diffamatorie a danno dei dirigenti della Margherita".

FRANCESCO RUTELLI

13 - LUSI: E.BIANCO, SOLLEVA POLVERONI, VOTERO' PER SUO ARRESTO
(ANSA) - "C'é qualcuno che vuol passare troppo comodamente dal banco dell'accusato, di cose molto gravi, a quello dell'accusatore". Lo dice il senatore Enzo Bianco, intervenuto a '24 Mattino' su Radio 24, parlando di Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita che ha accusato lo stesso Bianco di avere preso soldi. "Lo dicono i magistrati - osserva Bianco - è in corso un' attività per distrarre l'attenzione, sollevare polveroni, inquinare le prove". L'ex ministro degli Interni definisce Lusi: "incredibile, inimmaginabile" e ricorda come "suscitava un timore quasi reverenziale, era una persona severissima, rigorosissima, con una storia fatta di volontariato, di cose splendide".

Enzo Bianco phAgrpress

"E' un magistrato onorario. Quando abbiamo scoperto quelle cose siamo rimasti di stucco, di sale. Una cosa inaccettabile" aggiunge Bianco che riguardo alla richiesta di arresto su cui si dovrà esprimere il Senato, non ha dubbi: "vengo dal Partito Repubblicano e la mia linea, tranne che non ci siano evidentissimi elementi di fumus persecutionis, è per l'arresto. I parlamentari sono cittadini come gli altri che hanno diritto di difendersi, ma il processo lo fanno i magistrati". "Non ho il minimo dubbio, in questo caso non ritengo che ci siano gli estremi di un evidente fumus persecutionis che giustificherebbe il contrario" precisa Bianco.

14 - LUSI:FOLLINI,GIUNTA DECIDERA' PRESTO SU ACQUISIZIONE VERBALI
(ANSA) - "In relazione alla volontà della Procura di Roma di acquisizione dei verbali dell'audizione del senatore Lusi, il presidente della giunta per le autorizzazioni a procedere, senatore Marco Follini nelle prossime ore convocherà una riunione della giunta medesima per sottoporre alla valutazione dell'organo parlamentare, tale richiesta tenendo conto che si tratta di atti interni e, per prassi, riservati e, naturalmente, del rapporto di leale collaborazione tra gli organi dello Stato". Lo rende noto lo stesso Follini in un comunicato.

I CANI CI STANNO A QUARDARE

15 - TASSA CANI E GATTI: POLILLO, NON LA FACCIAMO,MIA ERA BATTUTA
(ANSA) - "Tranquilli: nessuna tassa sugli animali domestici. Era solo una battuta nei confronti di un deputato che l'aveva proposta". Lo scrive il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo su Twitter. E smentisce così quanto affermato in commissione Bilancio alla Camera il 17 maggio, in sede di parere alla legge che prevede la possibilità per i Comuni di introdurre una tassa sugli animali domestici. Il sottosegretario, in risposta al deputato Pd Massimo Vannucci, aveva detto di "concordare in linea di principio".

16 - OMOFOBIA - PAOLA CONCIA (PD) ALLA ZANZARA SU RADIO 24: "SUI GAY VITTORIO FELTRI E' PIU' AVANTI DI D'ALEMA E ROSY BINDI".
"Sui diritti alle coppie gay Vittorio Feltri è più avanti di molti esponenti del Pd, vedi Massimo D'Alema e Rosy Bindi. E' molto più liberale". Lo dice Paola Concia, deputato del Pd, alla Zanzara su Radio 24. "Se D'Alema e Bindi pronunciassero le stesse parole e scrivessero le stesse cose - dice ancora Paola Concia - sarei molto più contenta. Feltri li ha scavalcati". "Su questo argomento - prosegue ancora Concia alla Zanzara - D'Alema è come Berlusconi, pensano solo a non irritare gli alleati di turno". "Oggi in Parlamento abbiamo degli omofobi d'accatto, dei poveracci - sostiene il deputato Pd - come Scilipoti e Cimadoro dell'Idv, ma Fini dovrebbe sanzionarli. In altri Paesi dopo certe uscite contro i gay ci si dimette, in Italia no".

ANNA PAOLA CONCIA AURELIO MANCUSO MARIA TERESA MELI

 

COLPO DI TEATRO DI QUELLA FURBONA DELLA MERKEL: “LA GRECIA INSIEME AL VOTO FACCIA UN REFERENDUM SULLA PERMANENZA NELL’EU

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1 - GRECIA: MERKEL, REFERENDUM SU EURO INSIEME A VOTO
(ANSA-AFP) - La cancelliera tedesca Angela Merkel ha suggerito oggi che con il voto per le legislative si tenga un referendum sulla permanenza di Atene nell'euro. Lo ha annunciato l'ufficio del premier greco ad interim precisando che la proposta è stata formulata dalla cancelliera nel corso della sua telefonata di oggi con il presidente Karolos Papoulias. La Merkel, precisa la nota, "ha evocato l'idea di un referendum, in parallelo con le elezioni, per sapere se i greci vogliano restare in eurolandia"

IL SORRISETTO FURBO DI ANGELA MERKEL

2 - GRECIA, FITCH TAGLIA RATING DI 5 BANCHE DA -B A CCC
(LaPresse/AP) - Dopo aver tagliato ieri il rating della Grecia, oggi Fitch abbassa anche il rating di cinque banche elleniche da -B a CCC. Gli istituti colpiti dal downgrade sono la Banca Nazione di Grecia, Eurobank, Alpha, Piraeus e Banca Agricola di Grecia. La decisione, spiega l'agenzia, è dovuta al fatto che le banche non hanno ancora ricevuto l'iniezione di capitale a loro destinato secondo l'ultimo piano internazionale di salvataggio per Atene.

crisi euro grecia economist

3 - BORSA:PER ATENE E MADRID UN GIORNO DA PRIME DELLA CLASSE, MILANO -0,3%
Radiocor - I tagli di rating sulla Grecia, da parte di Fitch, e sulle banche spagnole, arrivati da Moody's, non fanno sbandare le borse europee che comunque chiudono negative con l'eccezione, paradossalmente, proprio di Madrid (+0,44%). Atene spicca a +2,5%. Londra la peggiore, lascia sul terreno oltre l'1%, mentre Piazza Affari cede un limitato 0,3% nel Ftse Mib dove a essere penalizzati sono piu' gli industriali che i bancari.

Maglia nera pero' e' Mediolanum (-6,3%) a causa della forte esposizione ai titoli di stato mentre Pirelli (-4,2%) e Fiat Industrial (-2,9%) pagano la giornata negativa del settore auto (-2,4% l'Eurostoxx di settore). Rimbalzo per A2a (+4,5%) che riprende la corsa dopo alcune sedute di correzione, bene Finmeccanica (+3,7%) tra movimenti al vertice e nuove ipotesi per la dismissione degli asset non core. Sul fronte valutario, l'euro e' tornato sopra 1,27 sul biglietto verde a 1,2714 dollari (1,2705 ieri, 1,2663 ieri) e a 100,54 (100,46). Petrolio in correzione a 92,33 dollari al baril e da 92,56.

4 - SPREAD BTP-BUND CHIUDE IN LEGGERO CALO A 438,3 PUNTI
(LaPresse) - Chiude a 438,3 punti base lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, con il rendimento dei decennali italiani al 5,81% sul mercato secondario. Il differenziale aveva terminato ieri gli scambi a 440,8 punti. In leggero calo anche la pressione sul debito spagnolo, con lo spread tra Bonos e Bund a 10 anni che termina a 484,5 punti, con i decennali di Madrid al 6,27%.

Berlusconi arriva per il processo Mediatrade

5 - CASSAZIONE:MEDIATRADE;SI' PROSCIOGLIMENTO BERLUSCONI
(ANSA) - La Seconda sezione penale della Cassazione ha confermato il proscioglimento disposto dal Gup di Milano il 18 ottobre 2011 "per non aver commesso il fatto" nei confronti dell'ex premier Silvio Berlusconi per la vicenda Mediatrade sui diritti cinematografici e tv. Il proscioglimento era stato impugnato dalla Procura di Milano.

6 - PREMAFIN: CDA FINITO, NESSUNA DECISIONE SU CONCAMBI
Radiocor - Il cda di Premafin, che si e' chiuso pochi minuti fa, non ha preso alcuna decisione sui concambi con Unipol. E' quanto si apprende da fonti vicine al b oard al termine della riunione. E' previsto che il cda torni ad aggiornarsi nei prossimi giorni. Ieri il board di Fonsai aveva approvato una proposta che assegnava a Unipol il 61% delle quote e a Premafin lo 0,85%, al di sotto della forchetta individuata da Maurizio Dallocchio che e' compresa tra 0,98% e 1,66%.

Giulia, Salvatore e Jonella Ligresti

7 - FACEBOOK, AUTHORITY TEDESCA: IMPLODERÀ SE APPLICATA PRIVACY EUROPEA
(LaPresse/AP) - Il modello di business di Facebook "imploderà" se passerà la linea sulla privacy europea. A mettere in guardia gli investori nel giorno del debutto a Wall Street del social network, è Thilo Weichert, il Data Protection Commissioner per lo stato settentrionale tedesco dello Schleswig-Holstein. Secondo il regolatore sui dati personali, citato dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, l'attività di Facebook è soggetta a un "complesso insieme di regolamenti statunitensi e stranieri in materia di privacy, protezione dati e altre questioni" che potrebbero danneggiare la sua attività. Weichert ha precisato che non è escluso che al social network possa essere ordinato in futuro di fermare il trasferimento delle informazioni degli utenti negli Stati Uniti.

facebook Zuckerberg

8 - FIAT: TENSIONE TERMINI; FERMI TUTTI IMPIEGATI MIRAFIORI
Amalia Angotti per l'ANSA - La Fiat lascia a casa per la prima volta tutti i 5.400 impiegati di Mirafiori, mentre sale la tensione a Termini Imerese, dove circa 300 operai della ex fabbrica del Lingotto bloccano l'autostrada Palermo-Catania. Sono preoccupati anche i lavoratori dello stabilimento di Cassino, che sollecitano nuovi modelli. I sindacati chiedono la conferma degli investimenti e annunciano un incontro con i vertici Fiat a giugno. In Sicilia la situazione è sempre più difficile.

marCHIONNE E ELKANN big

Un nuovo tavolo è convocato al ministero dello Sviluppo economico per lunedì 4 giugno con Fiat, Dr Motor, sindacati, Regione Sicilia e ministero del Lavoro "Dopo ben 19 giorni di lotta - afferma il sindaco Salvatore Burrafato - la mobilitazione dei lavoratori della Fiat e dell'indotto ha portato finalmente il ministro Passera ad occuparsi direttamente di Termini Imerese. Sono molto preoccupato, è una città che rischia di esplodere". Il ministro Corrado Passera rassicura: "dobbiamo trovare una soluzione solida in cui i soldi pubblici vengano impiegati al meglio. Se il piano di Dr Motors può essere realizzato daremo il massimo appoggio. Abbiamo dato 15 giorni a Dr per confermare o meno la loro capacità e disponibilità ad attuare l'impegno preso.

Il giorno dopo è stato convocato il tavolo. Se la risposta arriverà prima anticiperemo l'incontro". Per il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, "una soluzione al problema dello stabilimento siciliano deve venire dal governo e da Fiat. Il sindacato non accetterà mai che Fiat possa semplicemente chiudere e licenziare". Le difficoltà del mercato dell'auto e il calo delle vendite Fiat cominciano ad avere contraccolpi in tutti gli stabilimenti italiani.

A Mirafiori per la prima volta tutti i colletti bianchi andranno in cassa integrazione sei giorni: 14, 15 e 21 giugno, 12, 13 e 19 luglio. Altri erano già programmati per il 22 giugno e il 20 luglio quando lo stabilimento torinese resterà chiuso utilizzando i permessi personali dei lavoratori.

MARIA CANNATA

9 - BTP ITALIA: TESORO, NUOVA EMISSIONE, SOTTOSCRIZIONE DAL 4 AL 7 GIUGNO
Radiocor - Dopo il successo della prima emissione il Tesoro torna a riproporre sul mercato il BTp Italia. In un comunicato diffuso dal ministero d ell'Economia, si informa che la prossima emissione del BTp destinato ai piccoli risparmiatori avverra' da lunedi' 4 a giovedi' 7 giugno compresi. 'Durante questi quattro giorni - si legge nella nota - sara' possibile per tutti i risparmiatori sottoscrivere direttamente i titoli, per un taglio minimo di 1.000 euro e senza limiti di acquisto, recandosi presso la filiale della banca o anche l'ufficio di Poste Italiane dove si detiene un conto titoli oppure direttamente online attraverso il proprio sistema di home banking se e' attiva la funzione di trading'. Il tasso fisso di rendimento minimo garantito verra' comunicato al pubblico a ridosso dei giorni di collocamento.

10 - BTP ITALIA: CANNATA, PENSIAMO DI FARE 3 EMISSIONI QUEST'ANNO
Radiocor - 'Pensiamo di fare tre emissioni di Btp Italia quest'anno: la prima l'abbiamo fatta a marzo, la seconda l'abbiamo annunciata ora per giugno e la terza la vareremo dopo l'estate'. Lo ha detto il direttore del debito pubblico del Tesoro, Maria Cannata, intervenendo all'It Forum di Rimini.

'Ho avuto molti incontri con investitori istituzionali di tutto il mondo - ha detto - e devo dire che sono tutti molto interessati a questo tipo di emissione. Sono colpiti anche dalla partecipazione della cittadinanza e considerano questo tipo di Bond un elemento di forza dell'Italia'. Cannata ha ricordato la solidita' della domanda nella prima asta che ha visto il collocamento di 7,3 miliardi. 'Vista la domanda siamo molto fiduciosi sulle prossime emissioni' ha detto la Cannata specificando che anche le altre due emissioni avranno le medesime caratteristiche.

BORSA DI ATENE

11 - GRECIA: BONDHOLDER ITALIANI E GRECI RICORRONO A CORTE EUROPEA CONTRO SWAP
Radiocor - Nuova chance per i bondholder possessori di titoli greci, proprio nei giorni in cui il futuro del Paese nell'area Euro e' sempre pi u' a rischio. Un gruppo di risparmiatori italiani e greci che detiene bond per circa 13 milioni, secondo quanto apprende Radiocor, ha fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo contro la decisione del Governo greco di estendere le condizioni dello swap sui titoli di Stato anche a coloro che non le avevano accettate.

'I risparmiatori che non avevano aderito volontariamente all'offerta di scambio - chiarisce uno dei legali, Andrea Saccucci, professore di diritto internazionale alla II Universita' di Napoli - sono stati espropriati dei bond in loro possesso ed hanno ricevuto in cambio nuove obbligazioni per un controvalore nominale pari al 47% di quanto originariamente posseduto, con scadenza fino al 2042 e cedole al 2-4% subendo cosi' una perdita netta tra il 70 e l'80% dell'investimento'.

I ricorrenti sostengono che l'operazione del Governo greco abbia violato 'il loro diritto al rispetto dei beni in quanto l'attivazione delle clausole di azione collettiva ha comportato una privazio ne della proprieta' ai loro danni'. In piu', nota un altro legale dei ricorrenti, Massimiliano Massara, 'le banche hanno dato seguito allo swap senza alcun preavviso formale'. I piccoli risparmiatori hanno in tutto 18 miliardi; un miliardo e' in mano ai piccoli investitori italiani.

 

A SANT’APOLLINARE SI VOLTA PAGINA:INDAGATO PER CONCORSO IN SEQUESTRO DI PERSONA DON PIERO VERGARI

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Emanuela Orlandi a sinistra scomparsa a anni e De Pedis depedis cardinale ugo poletti

1- DON PIERO VERGARI SAREBBE IL CUSTODE DEI SEGRETI DI SANT'APOLLINARE
di Rita Di Giovacchino per Il Fatto


Per la scomparsa di Emanuela Orlandi c'è ora un quinto indagato. Un prete, l'unico in grado di chiudere il cerchio di un'inchiesta "corsara" che indaga sul mistero della tomba di Renatino De Pedis nella cripta di Sant'Apollinare. Sotto la riga blu, che copre l'omissis, c'è il nome di don Piero Vergari, in quegli anni rettore della basilica minore, dal 1992 passata all'Opus Dei, all'epoca dipendente dal Vicariato di Roma e cioè dal cardinale Ugo Poletti.

Atto dovuto, liquida rapidamente la "fonte". Ma, la recente iscrizione del parroco, precede di pochi giorni la decisione della Procura di Roma di varcare la soglia del sagrato, tra piazza Navona e il Senato, scendere nei sotterranei inviolati e aprire quel sarcofago tempestato di zaffiri attorno al quale, in un delirio di curiosità e legittimi interrogativi, è andata crescendo la convinzione che soltanto lì è racchiusa la verità.

EMANUELA ORLANDI

Non soltanto sulla scomparsa di Emanuela, ma su inaccessibili segreti vaticani a fronte dei quali gli intrighi romanzeschi di Dan Brown impallidiscono. Unico dato certo è che fu Vergari a sollecitare il trasferimento a Sant'Apollinare della salma di De Pedis, ucciso il 2 febbraio in via del Pellegrino, con una lettera al cardinal Poletti che vergò il nulla osta in tempi rapidissimi. I resti del boss, riemersi quasi intatti dall'umido abitacolo, sono lì dal 20 marzo 1990.

de pedis ispezioni_basilica_sant_apollinare De Pedis foto GMT

Ma Sant'Apollinare è anche la chiesa dove per l'ultima volta fu vista Emanuela, il 22 giugno 1983, prima che sparisse nel nulla. "Quell'indegna sepoltura rappresenta lo snodo del patto tra Stato, Chiesa e criminalità", ha detto lunedì scorso Pietro Orlandi, sul piazzale della chiesa dove è tornato dopo 29 anni per assistere alla riapertura della tomba. Da anni il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Simona Maisto indagano su una strana pista che lega la scomparsa della ragazzina a un "ricatto" nei confronti di Wojtyla.

Mafia e malavita romana beffati dal Vaticano e pronti a tutto per rientrare di 250 miliardi di vecchie lire che i boss avevano riciclato nelle casse dello Ior. Soldi che il papa avrebbe utilizzato per finanziare Solidarnosc, il sindacato polacco di Walesa. Atto dovuto l'iscrizione di don Vergari, ma conferma della pista Ior. A indicarla era stata nel 2009 Sabrina Minardi, l'ex amante di Renatino. "La ragazza è morta, ho visto Sergio gettare due sacchi nella betoniera in un cantiere a Torvaianica... quando siamo tornati a casa gli ho chiesto chi era. Che te lo devo dì io, mi rispose". Quello di Emanuela era un rapimento "indicato" da qualcuno molto in alto, dice la donna. Da chi?

" Da Marcinkus... doveva creare scalpore, come la morte di Calvi, così chi doveva capi' capiva". Frasi apparentemente sconclusionate, ma non del tutto: l'anno prima la mafia aveva ucciso Roberto Calvi. Ora gli imputati di quel processo sono stati tutti assolti, ma agli atti restano i legami incrociati tra siciliani e romani: Calò era amico di De Pedis, considerato "l'uomo del Vaticano" come l'augusta sepoltura conferma.

Ora non è più soltanto Sabrina ad affermare che Emanuela era stata rapita da De Pedis. Molti personaggi legati alla banda della Magliana lo hanno confermato: da Maurizio Abbatino, a Fabiola Moretti, fino a Nino Mancini, l'Accattone che nell'intervista di martedì scorso al Fatto Quotidiano ha detto: "Bisognava decidere se far ritrovare qualche cardinale in una pozza di sangue o mandare un segnale forte, abbiamo scelto la seconda strada". Un segnale che Marcinkus deve aver recepito: forse il cardinale da far ritrovare "nella pozza di sangue" era lui. Anche Sabrina è indagata, ha ammesso di averla tenuto in ostaggio Emanuela in un appartamento a Torvaianica.

Con lei ci sono altri tre pregiudicati iscritti con l'accusa di sequestro di persona aggravato dallo scopo di estorsione, dalla conseguente morte dell'ostaggio e dalla minore età della vittima. Tutti a piede libero, tranne Sergio Virtù, in carcere per altro reato, l'uomo che avrebbe occultato il cadavere a Torvaianica. L'uomo ha sempre negato, ma ad accusarlo c'è anche la testimonianza di una donna polacca un tempo legata a lui.

sabrina minardi bruno giordano stampa1sabrina minardi bruno giordano rep4

Ci sono poi due fedelissimi di De Pedis, Ciletto e Giggetto, alias Angelo Cassani e Gianfranco Cerboni. Sospettato di aver avuto un ruolo marginale è anche Giuseppe De Tomasi, l'ex commercialista di Renatino che ha aggredito Federica Sciarelli, nell'ultima punta di Chi l'ha visto. Una perizia afferma che sarebbe Mario "il barista", il telefonista anonimo. Se non fosse morto nel 2006 la Procura di Roma avrebbe iscritto anche Marcinkus per concorso in sequestro? Sospetto fondato, ma la prescrizione è dietro l'angolo. Il prossimo anno saranno 30 anni che Emanuela è scomparsa.

EMANUELA ORLANDI CERCASI De Pedis foto GMT

IL BANDITO "AIUTAVA LE MENSE DEI POVERI"
Dal sito internet www.vergarimonspiero.com  


Tra le più belle esperienze della mia vita sacerdotale in Roma (...) mi è stata carissima quella della visita alle carceri di Regina Coeli (...). Nel carcere mai ho domandato a nessuno perché era là o che cosa aveva fatto. Tra le centinaia di persone incontrate dei più diversi stati sociali, parlavamo di cose religiose o di attualità; Enrico De Pedis veniva come tutti gli altri, e fuori dal carcere, ci siamo visti più volte (...). Mai ho veduto o saputo nulla dei suoi rapporti con gli altri, tranne la conoscenza dei suoi familiari.

marcinkus-wojtylaPAPA RATZINGER E DON VERGARI

Aveva il passaporto per poter andare liberamente all'estero. Mi ha aiutato molto per preparare le mense che organizzavo per i poveri. Quando seppi dalla televisione della sua morte in via del Pellegrino, ne restai meravigliato e dispiacente. Qualche tempo dopo la sua morte i familiari mi chiesero, poiché la stampa aveva parlato del caso e da vivo aveva espresso loro il desiderio di essere un giorno sepolto in una delle antiche camere mortuarie, nei sotterranei di S. Apollinare, di realizzare questo suo desiderio.

Furono chiesti i dovuti permessi religiosi e civili, fu restaurata una delle camere e vi fu deposto. Doveva essere valido come sempre, il solenne principio dei Romani "Parce sepulto": perdona se c'è da perdonare a chi è morto e sepolto. (...) la visita alla cappella funeraria era riservata ai più stretti congiunti. Questo fu osservato scrupolosamente per tutto il tempo in cui sono rimasto rettore, fino al 1991.

Mons. Piero Vergari

banda della magliana MARCINKUS

3- L'INCONTRO CON DE PEDIS, L'AMICIZIA E LA SEPOLTURA DEL BOSS
IL SACERDOTE È TORNATO A VIVERE NEL SUO PAESINO NATALE IN UMBRIA. LA SUA STORIA È PARALLELA A QUELLA DEL POTENTE MARCINKUS


Don Piero Vergari da anni è tornato a Sigillo, il paesino dell'Umbria che 72 anni fa gli diede i natali. Ogni tanto i giornalisti suonano alla sua porta per intervistarlo, ma lui si affaccia al balcone, saluta e lascia tutti a bocca asciutta. Un esilio che un po' ricorda quello subito dal vescovo Marcinkus, tornato a Cicero nell'Illinois (che come tutti sanno è patria di Al Capone), nel 1989.

Se non fosse per la scomparsa di Emanuela nulla legherebbe il destino di un vescovo che per 27 anni è stato tra gli uomini più potenti della Chiesa, che si muoveva come un capo di Stato o almeno come un ministro degli esteri, con quello di un umile parroco di cui mai avremmo sentito parlare se non fosse per questa strana storia della tomba di De Pedis.

A segnare il suo destino, dicono, furono i primi anni Ottanta quando assisteva i detenuti nel carcere di Regina Coeli, in quegli anni affollato dai boss della Banda della Magliana. Lì conobbe Renatino e ne fu conquistato: "Parlavamo di cose religiose e di attualità". Ma anche il boss lo amava. Tanto che nessuno sa dire se sia stato lui a introdurlo nelle sacrestie che contano e non invece sia stato De Pedis, importante crinale della "trattativa" tra Vaticano e boss, amico di tanti pezzi grossi della Santa Sede, a raccomandare il prete amico suo.

Il fratello di Emanuela Orlandi GIULIO ANDREOTTI E FEDERICO FELLINI IN _VIAGGIO AL TERMINE DELL'ITALIA - FELLINI POLITICO_ DI ANDREA MINUZ (RUBBETTINO)

Nel 1989, proprio mentre Marcinkus lasciava la Roma che tanto amava a causa di quell'ordine di cattura spiccato dalla procura di Milano per il crac del banco Ambrosiano, don Vergari ormai rettore della basilica di Sant'Apollinare officiò le nozze di De Pedis con Carla Di Giovanni, ragazza seria e di buona famiglia. La pecorella smarrita era tornata all'ovile. Fu dopo, mentre si stappavano le bottiglie di champagne, che Renatino scherzando disse: "Quanno me tocca, me piacerebbe esse sepolto qui". La profezia si avverò in tempi rapidi, appena tre mesi dopo in via del Pellegrino.

TOMBA DEPEDIS

Il resto è noto. Quando lo scorso anno fu convocata in procura, Carla Di Giovanni diede questa spiegazione: "Mio marito era legato a quella chiesa, lì andavamo a messa la domenica e lì ci siamo sposati, so che aveva fatto offerte importanti a don Vergari, io stessa consegnai nelle sue mani 500 milioni". Il parroco confermò: "Era un gran benefattore, ha fatto tanto del bene a giovani e persone bisognose".

Giulio Andreotti, chiamato in causa dalla Minardi per un paio di cene, commentò caustico: "Forse non era un benefattore dell'umanità, ma di Sant'Apollinare sì". A guastare la festa c'è il fatto che Emanuela Orlandi frequentava quella chiesa, anzi la scuola di musica Tommaso Ludovica de Victoria, dove studiava flauto traverso. La scuola si trova all'interno dell'imponente complesso di Sant'Apollinare. Tre volte a settimana, dalle 15 alle 18, entrava in quel cortile, quella primavera era improvvisamente sbocciata, ormai era un'adolescente e non passava inosservata.

Potevano rapirla ovunque, invece l'hanno rapita lì. Inutile girarci intorno, la famiglia sospetta l'esistenza di un basista. "Mia sorella è stata rapita soltanto perché era una cittadina vaticana", ribadisce il fratello Pietro. Il segnale forte, di cui parla l'Accattone è passato sulla sua testa. Don Vergari è indagato anche se, quando i magistrati sono scesi nella Cripta, non era lì ad aprire la porta.

GELLI-CALVI-SINDONA-MARCINKUSEmanuela Orlandi

Ma nel 1983 era lui il padrone di casa. Atto dovuto. Il nuovo rettore è don Pedro Huidobro, dell'Opus Dei, che per uno strano segno del destino è medico patologo e in questa veste ha assistito ai passaggi più delicati della riesumazione della salma. "Noi ci auguriamo che l'apertura della tomba aiuti a far ritrovare serenità e rispetto nei confronti di un luogo sacro, da parte nostra la collaborazione con le autorità competenti è totale". A Sant'Apollinare si volta pagina, qualcuno dice: solo perché non è più la Curia romana a comandare in queste mura.

 


CHOC A BRINDISI. UN'ESPLOSIONE DAVANTI ALL'ISTITUTO PROFESSIONALE: MUORE UNA RAGAZZA DI 16 ANNI, OTTO FERITI

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Ansa.it

Choc a Brindisi. Un'esplosione davanti all'Istituto professionale per i servizi sociali 'Morvillo-Falcone' ha provocato la morte di una studentessa e il ferimento di altri ragazzi. La giovane era giunta in ospedale in gravissime condizioni. Altri otto sono feriti (sono quasi tutte studentesse perche' si tratta di un istituto professionale per i servizi sociali).

La ragazza ora piu' grave e' una sedicenne, che come la sua amica e coetanea morta, era tra le persone più vicine all'ordigno esploso. E' in sala operatoria. Le sue condizioni sono gravissime, con traumi toraco-addominali e ustioni su gran parte del corpo. Degli altri cinque feriti, due soli hanno ferite di lieve entità e se la dovrebbero cavare con poco. Gli altri tre avrebbero riportato ustioni del 40%, e uno di loro avrebbe subito fratture e gravissimi danni agli arti inferiori.

La scuola di Brindisi dove e' avvenuta l'esplosioneLa scuola di Brindisi dove e' avvenuta l'esplosione

La ragazza morta si chiamava Melissa Bassi, aveva 16 anni ed era nata a Mesagne. E' di Mesagne e ha anche lei 16 anni, la ragazza che era vicino a Melissa al momento dell'esplosione e come lei è stata investita in pieno dallo scoppio: attualmente i medici dell' ospedale Perrino la sottopongono a un intervento chirurgico, essendo le sue condizioni gravissime.

Le due bombole di gas, probabilmente collocate ad un timer, erano state collocate su un muretto vicino ad un cancello secondario della scuola Morvillo Falcone di Brindisi. L'esplosione ha coinvolto alcune studentesse che erano appena scese da un autobus urbano e stavano raggiungendo l'edificio scolastico. Un particolare questo che fa ritenere agli investigatori che l'ordigno avesse come obiettivo l'istituto stesso.

La scuola di Brindisi dove e' avvenuta l'esplosione

L'ordigno e' esploso questa mattina intorno alle 7,45-7,50 in via Galanti, non lontano dal tribunale. L'ordigno - sempre secondo le prime notizie - sarebbe stato di notevole potenza.
A Brindisi stanno arrivando sia gli uomini del Ros dei carabinieri sia quelli del Servizio centrale operativo della polizia. Ci sono troppe coincidenze in questa vicenda... Mi auguro che siano solo tali, anche se in questo momento la nostra unica preoccupazione è quella dei ragazzi". Lo ha detto il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, all'ANSA, rispondendo ad una domanda sulla possibile matrice mafiosa dell'attentato.

BRINDISI

Napolitano sta seguendo gli sviluppi delle indagini con apprensione e partecipe vicinanza ai familiari della vittima, ai feriti e all'intera collettività brindisina. Il ministro Cancellieri segue personalmente la vicenda, in contatto con il prefetto. Nel capoluogo pugliese è in arrivo il vicecapo della Polizia Francesco Cirillo, insieme agli investigatori di polizia e carabinieri, che insieme ai magistrati, faranno un primo punto sul caso.

BRINDISI

Lunedì il ministro sarà a Brindisi con i vertici delle forze di polizia ed i magistrati per una riunione del Comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza. Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo si recherà sul luogo dell'esplosione. Anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola si sta recando sul luogo e con l'assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati si recheranno a incontrare i feriti. L'ex ministro della Pubblica istruzione, Beppe Fioroni, sollecita "una risposta coesa nella lotta al terrore" dopo "l'atto ignobile" dell'attentato davanti alla scuola di Brindisi.

 

LA CANNES DEI GIUSTI - FINALMENTE ARRIVANO GANGSTER CON LA MITRAGLIA E AZIONE: "LAWLESS" DI HILLCOAT

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Marco Giusti per Dagospia

Cannes 2012. Quarto giorno. Finalmente arrivano gangster con la mitraglia e azione al Festival. Non sara' un capolavoro, non sara' adatto a Cannes, ma ci diverte parecchio questo "Lawless" dell'australiano John Hillcoat, ottimo regista di "The Road" e del western "The Proposal", che aveva scritto assieme a Nick Cave (lui), sceneggiatore e musicista anche di questo film, tratto dal romanzo di Matt Bondurant, ispirato ai racconti che gli avevano fatto il nonno e gli zii.

LAWLESS

Siamo nel 1931 in Virginia, nella contea di Franklin. E' li' che si muovono i tre rozzi ma sani fratelli Bondurant, interpretati dagli emergenti Shia Le Boeuf, il giovane, Tom Hardy, il superbono e Jason Clark, il più' grosso. Distillatori clandestini alle prese con la polizia corrotta, con i gangster di Chicago e la violenza del posto.

LAWLESS

Guy Pearce e' un azzimato e cattivissimo procuratore che tagliegga i fratelli, Gary Oldman uno strepitoso gangster di Chicago, Jessica Chastain la donna di Tom Hardy e Mia Wasikowska la ragazzina mormone che fa impazzire Shia La Boeuf. Gran lavoro musicale di Nick Cave, gran recupero dei film dedicati alla Moonshine War, da "Il bandito e la madama" di Hal Needham al dimenticato "The Moonshine War" di Richard Quine, troppa violenza, sceneggiatura un po' facile.

Carino, ma non all'altezza dei precedenti film di Hillcoat, lancia pero' definitivamente la stella del supermacho Tom Hardy, qui mena tutti, tromba poco, ma se la cava anche dopo che gli hanno tagliato la gola. Le ragazze, come al solito, meravigliose.

Ieri sera ha molto colpito, anche perche' durava due ore e mezzo, il film rumeno in concorso, "Dupa Dealuri" di Cristian Mungiu, che a Cannes e' gia' stato premiato con la Palma d'Oro qualche anno fa con un altro melo femminile sull'aborto. Costruito con grandi e complessi piani sequenza che vedono gli attori quasi muoversi attorno alla macchina da presa, il film segue la storia d'amore e di fede fra due povere orfanelle, Voichita e Alina, che hanno passato assieme la propria infanzia e sono legate da qualcosa di più' dell'amicizia.

HILLCOAT

Quando Alina torna dalla Germania ha intenzione di portarsi via per sempre l'amica, ma questa vive ormai da suora in un convento ortodosso dominato da un Pope barbuto che male vede l'Occidente e le sue tentazioni. Alina, per non perderla e per dormire ogni notte con lei dice di farsi suora, di avere anche lei la fede. Questo la portera' a un vero calvario psicologico e fisico con tanto di esorcismo rurale in una Romania lontana e misteriosa.

matteo garrone sul set di reality

Film di grande stile, rilancia Mungiu come autore di prima grandezza e si impone come uno dei grandi film del festival. Certo, non per tutti i gusti, ma solo l'idea della ragazza amata da Alina al centro di ogni inquadratura, anche della più banale, dimostra quanto sia regista sofisticato e complesso Mungiu.

Quanto a "Reality" di Matteo Garrone, incassa qualche brutta recensione ("Variety" lo definisce dull, monotono), che potrebbe non aiutarlo. Alla Quinzaine, dopo un'apertura non troppo gradita con l'ultimo film di Michel Gondry, tutto ambientato su un autobus con una scolaresca newyorkese, e' stata la celebrazione di Pablo Larrain con il suo "No", grande film storico politico (svegliate Rulli e Petraglia) sulla guerra tra il "si" e il "no" per il governo Pinochet nel Cile del 1988.

REALITY DI GARRONE b une scene du film italien de matteo garrone a a da e e b cbdeec f

Tutto e' visto attraverso il confronto fra due pubblicitari della stessa agenzia, che lanciano il più' vecchio il "si" e il più' giovane il "no". Grandi applausi a tutte le proiezioni e vera e propria ovazione finale a regista e attori a quella ufficiale del pomeriggio. A "Un certain regard" un po' noioso il canadese "Laurence Anyways" di Xavier Dolan, ritratto di un uomo, il francese Melvin Poupaud, attore di Raoul Ruiz, che decide di diventare donna nella Montreal di fine anni '80.

Molto Cocktail d'amore generation, a tratti anche divertente, ma dopo un'ora il protagonista non aveva fatto grandi sforzi, si era messo gomma e orecchina e telefonava a mamma, Nathalie Baye inflessibile, perche' lo avevano menato. Nella seconda parte, sembra che abbia telefonato al padre. Ero gia' uscito

 

IL MINISTRO CANCELLIERI: “L'ATTENTATO È UN FATTO ANOMALO E COMPLESSO CHE DESTA GRANDE PREOCCUPAZIONE

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Ansa.it

MELISSA

Una ragazza di sedici anni, Melissa Bassi, dilaniata dallo scoppio di un ordigno, una seconda, Veronica Capodieci, in gravissime condizioni, tre giovani con ustioni su tutto il corpo, due delle quali in gravi condizioni (una probabilmente perderà gli arti inferiori), altre cinque persone colpite in maniera meno grave: è il bilancio, orrendo, di un attentato compiuto dinanzi ad una scuola brindisina, l'Istituto Professionale di Stato per i Servizi Sociali 'Francesca Laura Morvillo Falcone' di Brindisi, che conta 600 alunni. Le persone in condizioni meno gravi sono tre studenti che vengono soccorsi in ospedale per forti manifestazioni da ansia e due passanti che vengono curati perché colpiti da otalgie a causa dello scoppio.

MELISSA

Un attentato, quello di stamattina a Brindisi, diretto contro la scuola, secondo i primi accertamenti degli investigatori. Si sarebbe trattato di un ordigno confezionato artigianalmente con un innesco collegato a tre bombole di gas, probabilmente collocate anche ad un timer e collocate su un muretto vicino ad un cancello secondario della scuola Morvillo Falcone di Brindisi.

MELISSA

E' stato trovato successivamente anche il timer. Il timer trovato nei pressi della scuola 'Morvillo Falcone' era bloccato, secondo indiscrezioni, sulle 7.55 ma l'esplosione dell'ordigno rudimentale è avvenuto intorno alle 7.45. Sul luogo dell'attentato sono ancora in corso i rilievi da parte della polizia scientifica. A breve comincerà in Prefettura una riunione del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico al quale è prevista la partecipazione del procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, che sta raggiungendo Brindisi.

L'esplosione ha coinvolto alcune studentesse che erano appena scese da un autobus urbano e stavano raggiungendo l'edificio scolastico. Non a caso è il preside della scuola che dà fiato al tremendo timore e orrore che serpeggia nelle teste di tutti, via via che si delineano i particolari dell'attentato: "'E' stato fatto per uccidere: a quell'ora - dice all'ANSA il prof.Angelo Rampino - le ragazze entravano, proprio a quell'ora. Fosse accaduto alle 7,30 non ci sarebbe stata nessuna conseguenza".

ATTENTATO A BRINDISIATTENTATO A BRINDISI

D'altro canto, ha rilevato poco dopo l'attentato il neosindaco, Mimmo Consales (in carica da una settimana), sono troppe le "coincidenze" perché il pensiero non corra subito ad un attentato mafioso di forte valenza simbolica: è stato colpito l'istituto intitolato alla moglie di Giovanni Falcone, a pochi giorni dal ventesimo anniversario della strage di Capaci, e nel giorno dell'arrivo a Brindisi della Carovana antimafia. E' stata inoltre colpita la scuola, gli studenti, i giovani, proprio i giovani che dalla Sicilia alla Calabria alla Puglia hanno costituito l'elemento più forte di rifiuto della cultura mafiosa di guerra e di morte.

ATTENTATO A BRINDISI

All'ospedale 'Perrino', è morta Melissa Bassi, 16 anni. E' invece viva Veronica Capodieci, anche lei di 16 anni, che sembrava essere la seconda vittima dell'attentato, secondo informazioni fornite dalla polizia nei primi, concitati momenti subito dopo l'esplosione. Per la direzione sanitaria dell' ospedale, le condizioni di Veronica rimangono gravissime ma sono stabili. Entrambe le ragazze sono di Mesagne (Brindisi).

ATTENTATO A BRINDISI

Degli altri feriti, due soli hanno ferite di lieve entità e se la caveranno - pare - con poco. Gli altri - a quanto si apprende - avrebbero riportato ustioni almeno del 40%, e uno di loro avrebbe subito fratture e gravissimi danni agli arti inferiori. A Brindisi è arrivato il procuratore della distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, per tenere nella Procura di Brindisi con le forze di polizia una riunione per le strategie di indagine sull'attentato. Vi parteciperà anche il vicecapo della polizia, Francesco Cirillo.

VERONICA LOTTA CON LA MORTE

Il ministro Cancellieri riferirà al Senato martedì alle 16,30. L'attentato è "un fatto anomalo e complesso che desta grande preoccupazione, oltre che grande dolore perché ha colpito giovani vite", ha detto a Sky. Lunedì il ministro sarà a Brindisi con i vertici delle forze di polizia ed i magistrati.

ATTENTATO A BRINDISI

Nella ricerca del movente dell'attentato "colpisce che sia stato presa di mira una scuola intestata a Morvillo Falcone" nel ventennale della strage di Capaci, ha detto. Cancellieri ha aggiunto che "qualsiasi pista e buona: per ora non nessuna certezza su nessun canale". "Non si può pensare di militarizzare il territorio, serve potenziare l'intelligence".

ATTENTATO A BRINDISI La scuola di Brindisi dove e' avvenuta l'esplosione

"Lo Stato è forte e compatto - ha aggiunto - ma abbiamo bisogno di capire di più attraverso l'intelligence". Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo si recherà sul luogo dell'esplosione. Anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola si sta recando sul luogo e con l'assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati si recheranno a incontrare i feriti. L'ex ministro della Pubblica istruzione, Beppe Fioroni, sollecita "una risposta coesa nella lotta al terrore" dopo "l'atto ignobile" dell'attentato davanti alla scuola di Brindisi.

 

 

BEPPE GRILLO: “CUI PRODEST QUESTO ATTENTATO?ALLA CRIMINALITÀ IL CUI TERRITORIO SARÀ CONTROLLATO PER MESI?

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Beppegrillo.it

ATTENTATO A BRINDISI

Istituto Morvillo-Falcone, Brindisi. Una bomba formata da tre bombole di gas esplode. Una ragazzina morta, una gravissima, altri sei studenti feriti. Oggi, nel ventennale della strage di Capaci, a Brindisi era attesa una carovana anti-mafia proveniente da Roma. Coincidenze? Io ho smesso di crederci da tempo, da quando ho visto da bambino per la prima volta Andreotti in televisione.

TRE SCATTI DI BEPPE GRILLO

Ancora una volta non siamo stati in grado di proteggere i nostri ragazzi. Gli italiani lo pensano e io lo dico: da tempo ci si aspettava una bomba come questa, era nell'aria elettrica come prima di un temporale.

Le indagini ci diranno chi sono i colpevoli. La prima pista è quella della criminalità organizzata. Io spero che siano trovati i delinquenti che l'hanno collocata e i mandanti. Soprattutto i mandanti.

Le stragi, e questa poteva esserlo se l'esplosione fosse avvenuta pochi minuti più tardi con l'arrivo di altri pullman di studenti, in Italia hanno sempre avuto colpevoli, ma non mandanti. Da piazza Fontana, alla stazione di Bologna, a piazza della Loggia, a Capaci, a via D'Amelio. Gli Spatuzza sono in galera, ma chi li ordinò è ancora a piede libero.

ATTENTATO A BRINDISIATTENTATO A BRINDISI

Questa bomba ricorre in un periodo storico molto simile a quello del '92/'93. Furono le bombe del Pac di Milano, dei Georgofili a Firenze allora a precipitarci in un ventennio infame di cui stiamo pagando le conseguenze e a impedire ogni cambiamento. Spero che Brindisi, che segue l'attentato a Adinolfi a Genova, non sia l'inizio di una militarizzazione del territorio, di leggi speciali, di neo terroristi e di depistaggi.

Cui prodest questo attentato? Alla criminalità brindisina il cui territorio sarà controllato da tutti corpi di Polizia per mesi? Alla mafia siciliana che si vendica così della commemorazione della morte di Falcone? Cui prodest la morte di una ragazza che andava a scuola?

 

LA CANNES DEI GIUSTI - TUTTI A VEDERE IL GRANDE FAVORITO, IL FILM DA PREMIARE, "AMOUR" DI HANECKE

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Marco Giusti per Dagospia

Cannes 2012. Quinto giorno. Domenica. Piove e tira vento. Stremati da un festival finora di non cosi' alto livello siamo tutti andati a vedere il grande favorito, "Amour" di Michael Hanecke con Jean-Louis Trintignant e Emmanuelle Riva. Due ore e sette minuti di sofferenza e d'amore tra una vecchia coppia borghese, musicisti parigini con figlia, Isabelle Huppert, mal sposata, che si avviano alla morte.

AMOUR-TRINTIGNANT

Sappiamo da subito che la polizia entrera' nella loro casa e trovera' lei morta. E' li' che arriva, non ironicamente, il titolo "Amour". Perche' e' di amore che si parla nell'accudimento da parte del marito per la moglie malata fino alla sua morte. Haneke non ci risparmia nulla del calvario che in molti conosciamo dei nostri vecchi verso la morte e della reazioni d'amore dei loro compagni e compagne.

AMOUR-TRINTIGNANT

Se la prima parte lascia qualche spazio alla commedia fra i due grandi attori protagonisti, la seconda e' tutta in discesa nella malattia e nel dramma, l'abbandono di lei e l'amore e il dolore di lui nel vederla cosi'. "Senza nessun sentimentalismo", era l'ordine del regista, ha ricordato Emmanulle Riva in conferenza stampa.

Sostenuto, anzi vissuto dai due protagonisti con interpretazioni che vanno al di la' del cinema ("e' la prima volta che mi e' piaciuto vedermi al cinema" ha detto Trintignant in conferenza stampa), costruito da Haneke con uno sguardo moralmente esterno, totalmente distante da qualsiasi forma di fede religiosa, privo di compiacimento nei suoi aspetti più pornografici, ma di grande rigore cinematografico, e' ovviamento il film da premiare.

HANEKE - HUPPERT

E Trintignant, che torna al cinema dopo lo schock della morte della figlia Marie, e' l'attore che Cannes, che lo premio' tanti anni fa per "Z" di Costa Gavras, non puo' scordare. Diciamo che tutto il festival sembra essere costruito su quest'evento, anche se la gran massa di critici non giovanissimi lo hanno molto sofferto.

Tomas Vintenberg

Di fronte al film di Haneke scompare un po' quello di Tomas Vintenberg presentato ieri sera. Bello, complesso, con qualche punta di gia' visto, e male accolto alla proiezione della stampa, "Jagten", "La caccia", del celebrato regista di "Festen", che ripropone il suo ricco stile di cinema per un dramma tutto ambientato in un piccolo centro danese. Il maestro Lucas, interpretato dal bravo Mads Mikkelsen, una star nordica che ha fatto anche il cattivo nel bondiano "Casino Royale", cerca di ricomporre la sua vita dopo un recente divorzio, ma una bambinetta bionda di cinque anni, Klara, una specie di Lolita in miniatura figlia del suo miglior amico, Theo, lo accusa di pedofilia.

ANTIVIRAL

Gli avrebbe fatto vedere il pisello e forse anche di più. Quello che per la bambina e' una piccola vendetta nei confronti dell'amato maestro che non ha accettato il suo bacio e un cuoricino in regalo, diventa un incubo per il povero insegnante che si trova in breve tempo additato come un mostro dall'intera comunita'. Non solo nessuno gli crede, ma finisce sotto processo, perde il posto, la custodia del figlio.

Cronenberg, Brandon

Costruito dal regista seguendo due mesi, novembre, con una grande scena di caccia tra maschi iniziale, e dicembre con la preparazione del Natale, funziona per svelare i meccanismi di esclusione e di odio represso della piccola comunita' e dell'intera societa' danese. Non un capolavoro, ma un film di grande intelligenza e finezza che ci mostra, come in certi classici dell'avventura, "Ciclone sulla Giamaica" per tutti, quanto certi angioletti possono essere maligni e pericolosi.

Cronenberg e figlio Brandon

Quanto a "Antiviral", opera prima del bizzarro figlio di David Cronenberg, Brandon, sorta di medicin-fiction dedicata allo smercio dei virus delle star in un gelido futuro, a parte un bell'impianto visivo, diciamo che tutto appare un po' inerme e privo di fascino.

A parte un Malcolm McDowell invecchiato e un protagonista molto glamour che si atteggia a Lapo Elkann, comprendiamo perche' papa' Croneberg si sia buttato ultimamente sulla psicanalisi. Ma non capiamo perche' imporlo a Cannes. Difficile fare il mestiere dei genitori.

 

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