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TRA I FEDELISSIMI DI CASINI E QUELLI DI FINI SONO VOLATI SMS DI FUOCO CON MINACCE NEANCHE TROPPO VELATE

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Bigador per Dagospia

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

1 - Tiro al fringuello. "L'unico aspetto positivo e' che in Transatlantico non c'e' quasi nessuno, altrimenti potrebbe accadere di tutto". Dice uno dell'Udc. Tra chi potrebbe "accadere"? Tra Superfurbini e SubComandini si sono scambiati messaggi di fuoco. Minacce neanche troppo velate.

GIANFRANCO FINI PIERFERDINANDO CASINI

2 - Montezemolo salvaci tu! Il pressing del centrodestra continua. Insistente. Tu prostrati davanti al Divo Luca.

3 - Ora l'arca diventa il centrosinistra. Piu' di un (ex) Terzopolista sta pensando di farsi imbarcare dal Pd o dall'Idv. Cheneso', magari la Perina. Cheneso', magari Tabacci...

4 - Allertasto'! I duri e puri del centrosinistra rispondono "col cavolo" ai naufraghi Terzopolisti. "Pensiamo a noi...".

5 - E il SubComandante Fini? Avvelenato. O avvilito. In molti continuano a rimproverargli il "non essersi dimesso quando doveva. Ora non conta piu' un cazzo...". Esagerati!

BRUNO TABACCI

6 - Pessimismo acuto! Con chi parli del Pdl, la canzone e' sempre la stessa: "Siamo finiti, non c'e' piu' speranza!". Oh, ma tutti, tutti...

RENZI

7 - "Quando io ero all'asilo, Flores era stato gia' espulso dalla Fgci per trotzkismo". Dobbiamo ammetterlo, questa di Renzi e' buona. (Piangiamo nel dirlo...)

8 - Pessimo commento di Barca contro la Frignero. Oh, la detesta con tutto se stesso!

9 - Telefonate continue tra Giuliano Amato e il suo allievo, Guglielmo Epifani. Continue...

GIULIANO AMATO

 


TROTA E LODE - RENZO BOSSI ENTRA NEL CLUB “A MIA INSAPUTA”: “MI DISSOCIO COMPLETAMENTE DAL DIPLOMA ALBANESE”

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1- "THE FAMILY, SEGRETI E MISTERI DI CASA BOSSI"
Gabriella Sassone per Dagospia

BOSSI CON LA MOGLIE MANUELA E IL FIGLIO RENZO IN VACANZA A CHIAVARI IN PIEDI FRANCESCO BELSITO jpeg

Umberto Bossi e la nascita del cerchio magico nei giorni del ricovero in ospedale. La moglie Manuela, fra la passione per l'occulto e la fede nella Madonna di Medjugorje. I flop scolastici del figlio Renzo che veniva già rimproverato dalla maestra di dialetto alla scuola Bosina perché a casa parlava solo italiano. Ecco perché è stato il prescelto dalla madre e poi è diventato il trota. Gli altri figli: il primogenito Riccardo e la sua dolcevita; Roberto Libertà che coltiva frutti di bosco e Sirio Eridano che ascolta Gigi D'Alessio. Le rivalità in famiglia, le passioni e gli amori, svelati da fidanzate ed ex. Roberto Maroni e che cosa pensano davvero di lui a casa Bossi.

UMBERTO BOSSI CON MANUELA MARRONE jpeg

Sono solo alcuni degli aneddoti e delle confidenze esclusive raccolte, come in un romanzo, in "The family - segreti e misteri di casa Bossi",(Cairo Editore) il primo libro che racconta la famiglia del Senatur, mentre la Lega Nord è travolta dal più grande scandalo di sempre. Il volume è firmato da due giornalisti varesini, Giorgio Michieletto (redattore di Diva e donna ex corrispondente di Il Giorno) e Valentina Fumagalli (cronista di La provincia di Varese,) che hanno raccontato il Carroccio sul territorio, ascoltando anche le reazioni dei militanti alla bufera "The family".

Monica Rizzi e Riccardo Bossi a Dubai da Oggi

«Si tratta di un ritratto privato fra luci e ombre di un leader dava sberle agli avversari, ma che non sapeva dire no ai figli. Il "duro e puro" rimasto vittima di un male tutto italiano», spiegano Michieletto e Fumagalli. «La famiglia (nel bene e nel male) è la chiave per capire lo scandalo che si è abbattuto sul Carroccio, ma anche per scoprire il futuro del partito più vecchio d'Italia».

Riccardo Bossi

L'Umberto di ieri diceva: «Porto la famiglia in battaglia con me. La mia donna e i miei figli devono sentire l'odore della polvere e il fragore metallico delle spade». Quello di oggi scoppia in lacrime in pubblico: «Mi scuso per i miei figli». Che cosa c'è dietro il terremoto che ha travolto la Lega? Un complotto politico o semplici affari di famiglia? Trame ordite nei palazzi del potere o decisioni prese nel tinello di Gemonio? Dal cappio sventolato in Parlamento all'urlo di Roma ladrona, dai lingotti & diamanti alle lacrime di coccodrillo: cronaca dell'ascesa e caduta del leader leghista.


2- RENZO BOSSI, NESSUNA LAUREA IN ALBANIA, IO MASSACRATO
Alessandro Franzi per l'ANSA

MONICA RIZZI E IL TROTA

Per una settimana intera, la riproduzione di quel diploma di laurea albanese in gestione aziendale ha conquistato le pagine dei giornali e alimentato lo scandalo in casa leghista. Questa sera Renzo Bossi ha deciso di parlare, per giurare che lui, con quella vicenda, non c'entra alcunché. Anzi, ne sarebbe "venuto a conoscenza solo adesso", nel mezzo di quello che lui stesso è convinto sia un "massacro mediatico continuativo" nei suoi confronti ma con l'obiettivo politico di "impaurire" il padre Umberto per la ricandidatura alla segreteria federale della Lega.

RENZO BOSSI CON LA MAGLIETTA DEL TROTA

"Mi dissocio completamente da quel diploma universitario - ha detto Renzo all'ANSA -. Non sono mai stato in Albania, non parlo l'albanese, non ho mai vantato titoli accademici e non sono mai stato a conoscenza di quel documento datato 2010". L'ex consigliere regionale lombardo, che si è dimesso proprio al montare delle inchieste giudiziarie sui fondi del movimento, che sarebbero stati usati per le spese personali dei membri della sua famiglia, offre anche un'indicazione più circoscritta, per smentire quella laurea trovata dai magistrati nella cartelletta 'The Family' dell'ex tesoriere Belsito.

RENZO BOSSI - TROTA

"A un'analisi critica chiunque può constatare che la data di nascita è oltretutto errata", ha sostenuto evidenziando che nelle foto il documento indica ottobre al posto di settembre. "Quanto riferisco - ha insistito - è avvalorato dal fatto che siamo nel 2012 e solo oggi ne vengo a conoscenza: inoltre non ho mai detto di essere laureato e questo avrà almeno un senso...".

UNIVERSITA KRISTAL DI TIRANA IN ALBANIA

Una sottolineatura, quest'ultima, che evoca gli accenni agli studi universitari del figlio cui spesso Umberto Bossi non ha rinunciato anche in recenti comizi. Benché in una intervista abbia cullato l'idea di lavorare in futuro come contadino, c'é chi giura, fra chi conosce bene la famiglia, che Renzo stia effettivamente studiando per laurearsi, a Londra. Ma questo è sempre stato un particolare mantenuto al limite del mistero. Di certo c'é che la sua carriera di studi è diventata motivo di imbarazzi nella Lega. Prima la maturità mancata per tre volte, poi la presunta laurea.

CARTELLINA _THE FAMILY_ LEGA NORD BELSITO

"In campagna elettorale abbiamo dovuto occuparci di diamanti e di lauree in Albania", commentava amaro il risultato delle comunali l'europarlamentare Matteo Salvini. Sui social network in questi giorni si è anche scatenata la velenosa ironia della Rete. E persino la magistratura di Tirana ha aperto un'inchiesta.

IL DIPLOMA DI RENZO BOSSI ALL UNIVERSITA ALBANESE KRISTAL

"Ho visto e sentito troppe persone accusarmi ingiustamente solo per utilizzarmi come arma nei confronti di mio padre - ha detto oggi Renzo -, per cercare di impaurirlo e di convincerlo a non ricandidarsi alla carica di segretario federale". "Chiedo di essere lasciato in pace - ha quindi chiosato - visto che ho dimostrato tutta la mia buona fede dimettendomi da ogni carica politica e lasciando la Lega libera di portare avanti il suo progetto politico".


3- TROTAELODE.COM, BOOM DEL SITO SATIRICO CON LE FINTE LAUREE ALBANESI
Da http://internet.tuttogratis.it/

Il sito per ottenere il diploma come il Trota è www.trotaelode.com

IL DIPLOMA DI RENZO BOSSI ALL UNIVERSITA ALBANESE KRISTAL

Basta con le infinite ore di studio, le giornate passate sui libri, gli anni di fatica per arrivare in fondo all'università. Da oggi c'è un sito che permetterà anche a voi di ottenere una laurea con un semplice clic. Naturalmente, si tratta solo di uno scherzo: il sito in questione si chiama infatti Trotaelode.com ed è nato come un'iniziativa goliardica a seguito del recente scandalo che ha investito la Lega Nord e in particolare il figlio del fondatore del partito Renzo Bossi.

Gli inquirenti hanno infatti scoperto che il giovane ex consigliere regionale lombardo, soprannominato dal padre con l'eloquente appellativo di ‘Trota', infatti, avrebbe conseguito una laurea all'Università Kristal di Tirana: peccato che tale obiettivo sia datato soli otto mesi dopo il suo diploma, il che getta molti dubbi sulla veridicità di tale risultato accademico.

TROTA E LODE

Per gli aspiranti emuli di Bossi Jr, imitarlo è ancora più semplice. Non occorre infatti nemmeno aprire il portafogli, ma solo cliccare sul sito Trotaelode.com. La procedura è semplice e veloce: bisogna inserire nome, cognome, data di nascita, data di discussione della tesi e facoltà prescelta. Si può scegliere tra una vasta quantità di corsi di studio: dall'ostetricia all'ingegneria, da gestione finanziaria a fisioterapia.

A questo punto, basta un ultimo clic sul bandone che porta scritto ‘Laureati ora' e il proprio diploma di laurea verrà inviato direttamente alla stampante. ‘Non ne puoi piu' delle notti passate a studiare, e vorresti andare in discoteca e sfondarti di Cuba Libre e Vodka Redbull?' si legge nell'allettante invito sulla home page. ‘Il tuo papà non ti regala l'Audi se prima non gli porti a casa il pezzo di carta? Dimentica le tue preoccupazioni, compila questo modulo e scarica istantaneamente il tuo certificato di Laurea da stampare e appendere sopra il camino.'

BELSITO E TROTA

Meno di cinque minuti e nessun obbligo di frequenza. Ovviamente anche il valore di tale laurea è pressochè lo stesso di quella conseguita da Renzo Bossi. ‘Il sito trotaelode.com ha finalita' esclusivamente goliardiche, dal momento che affronta in maniera ironica le ultime news provenienti dalla sfera politica italiana,' si sono infatti premurati di specificare i simpatici autori. ‘Non e' inoltre affiliato in nessun modo alle persone/societa' citate. I dati raccolti non vengono in nessun modo memorizzati e/o tracciati.'

ROSI MAURO CON PIERANGELO MOSCAGIURO jpeg

L'idea, comunque, sembra essere piaciuta molto ai navigatori italiani di Internet: il sito sta impazzando fra gli utenti dei social network e in poche ore sono già oltre 9mila coloro che hanno scaricato il loro diploma albanese in tutto e per tutto simile a quello ottenuto dal ‘Trota'. Ma con un tocco in più: lo stemma di una bella trota guizzante.

 

DAGOSPIA CELEBRATION: MA FARCELA PER 12 ANNI DI VITA È STATO DAVVERO UN MIRACOLO

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Foto di Mario Pizzi e Luciano Di Bacco per Dagospia
Lilli Garrone per il "Corriere della Sera - Roma"

SORA CESIRA CON DAGO SORA CESIRA CON DAGO

Il sito di gossip ha 12 anni. «Dedicato a chi lo clicca» Per una sera è tornato al suo antico mestiere, il dj, sul palco del teatro Centrale. «Il mio vero lavoro» racconta soddisfatto Roberto D'Agostino, pensatore un po' tuttologo nelle trasmissioni di Renzo Arbore, poi inventore di successo del sito di gossip «Dagospia» che ha compiuto 12 anni e che è ormai il nome con il quale lui stesso è universalmente conosciuto.

OMBRE DI BURLESQUE

E così una festa di compleanno perché «i 12 anni - racconta D'Agostino - sono la fase di passaggio dall'infanzia all'adolescenza. È l'età dei brufoli, inizia una nuova fase della vita. Ma ho voluto festeggiare - aggiunge - anche per il fatto di essere riuscito a far viver per 12 anni "Dagospia": sono quasi sorpreso. È stata una sopravvivenza, sono partito da zero, senza nessun editore alle spalle, e me lo sono conquistato cliccata dopo cliccata».

OMBRE DI BURLESQUE

Musica tanta musica, anche dei ruggenti anni Ottanta, con i suoi amici Marco Trani e Corrado Rizza (anche loro - ovviamente - dj, il primo famosissimo e «inventore» del Pascià di Riccione, il secondo animatore tra l'altro del Piper) e tanti, tantissimi amici fra i quali tutti i suoi collaboratori chiamati sul palco. Gli inviti, oltre che da lui stesso, sono stati fatti dalle sue tre amiche, le signore grandi eventi, Camilla Morabito, Laura Melidoni e Benedetta Lignani Marchesani. E così è stato il caos.

«Ma io non ho voluto fare una festa per i soliti "mostri" - aggiunge Roberto D'Agostino - sarebbe stata una sorta di "auto-cafonal". Ho voluto una festa per chi ogni mattina apre il computer e va sul sito, per tutti coloro che vengono a curiosare su "Dagospia"»...

L ESIBIZIONE DELLA SORA CESIRA

 

 

 

CACCIA AL MURDOCH - LA COMMISSIONE D’INCHIESTA HA GRIGLIATO REBEKAH LA ROSSA E COULSON IL FIGHETTO

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1 - MURDOCH: REBEKAH, MESSAGGIO DA CAMERON DOPO DIMISSIONI
(ANSA) - L'ex amministratore delegato di New International ha detto di aver ricevuto un messaggio da David Cameron in cui il primo ministro le esprimeva sostegno dopo le sue dimissioni dal gruppo Murdoch per il Tabloidgate. Il messaggio del premier era pero arrivato attraverso un canale indiretto, ha detto Rebekah alla commissione Leveson.

REBEKAH BROOKS CON IL MARITOREBEKAH BROOKS SUL CAVALLO

Il messaggio,, ha detto la Brooks era del tenore 'tieni la testa alta' e esprimeva inoltre il rammarico di non poterle essere più vicino. Oltre che da Downing Street, Rebekah ha detto di aver ricevuto messaggi di 'condoglianze' anche dal "Foreign Office, il Cancelliere dello Scacchiere, il Ministero del'Interno e gente che lavorava in quegli uffici".

2 - REBEKAH, PARLAI DI BSKYB CON CAMERION E OSBORNE
(ANSA) - L'ex ad di News International Rebekah Brooks ha ammesso di avere parlato della scalata del gruppo Murdoch alla piattaforma satellitare BSkyB con il primo ministro David Cameron e il cancelliere dello Scacchiere George Osborne ma che "non c'era nulla di inappropriato" nelle conversazioni.

CAMERON E REBEKAH BROOKS

3 - REBEKAH, CAMERON FIRMAVA SMS CON 'LOL'
(ANSA) - David Cameron firmava i suoi sms a Rebekah Brooks con un 'DC, LOL'. "A un certo punto ho dovuto dirglielo. LOL significa 'laugh out lout (mi sto sbellicando dalle risate) non 'lots of lové", ha aggiunto l'ex ad di News International.

4 - REBEKAH, C'ERA UN'ALLEANZA ANTI-SKY
(ANSA) - In Gran Bretagna c'era una "alleanza anti-Sky" che voleva bloccare l'affare BSkyB. Questa alleanza, ha detto la Brooks, includeva le emittenti rivali di Sky.

5 - REBEKAH; SESSISMO NEI MIEI CONFRONTI
(ANSA) - L'interrogatorio davanti alla Commissione Leveson è condito di "pettegolezzi sessisti": lo ha contestato l'ex ad di News International Rebekah Brooks al procuratore Robert Jay che da ore la sta tenendo sotto torchio sul Tabloidgate. "Se fossi un vecchio brontolone di Fleet Street non mi chiedereste se Rupert Murdoch mi ha regalato un vestito o roba del genere", ha detto la Brooks.

HINTON COULSON MURDOCH BROOKS

6 - REBEKAH, C'ERA UN'ALLEANZA ANTI-SKY
(ANSA) - In Gran Bretagna c'era una "alleanza anti-Sky" che voleva bloccare l'affare BSkyB. Lo ha detto Rebekah Brooks alla Commissione Leveson. Questa alleanza, ha detto la Brooks, includeva le emittenti rivali di Sky.

MURDOCH Rupert e James

7 - REBEKAH, HUNT CHIESE A NEWS INT. GUIDA SU BSKYB
(ANSA) - Il ministro della Cultura Jeremy Hunt chiese a News International guida "per lui e per Downing Street" sulla posizione da tenere nell'affare BSkyB. Lo si legge in una mail di Fred Michel, il lobbista del gruppo di Rupert Murdoch in Gran Bretagna, a Rebekah Brooks. La mail in cui si parla dell'affare Rubicon (il nome in codice dato dall'azienda all'affare SSkyB) è del 27 giugno 2011. E' allegata al dossier trasmesso dalla Brooks alla Commissione Leveson.

James Murdoch con David Cameron

8 - HUNT, SU BKSYB SEMPRE AGITO CON INTEGRITA'
(ANSA) - Il ministro britannico alla Cultura Jeremy Hunt ha respinto le implicazioni di una email del lobbista di News International Fred Michel a Rebekah Brooks secondo cui avrebbe chiesto direzioni per lui e Downing Street sull'affare BSkyB. Un portavoce di Hunt ha detto che il ministro non ha parlato "privatamente" di BSkyB con News International e che le prove che porterà alla Commissione Leveson dimostreranno che ha agito con integrità. L'email è emersa dal dossier portato dalla Brooks in Commissione.

brooks murdoch e eb e afbccb ab f

9 - MURDOCH: COULSON, CAMERON MI CHIESE DI INTERCETTAZIONI - PROCURATORE ACCUSA TYCOON, DISONESTO PER AMNESIE SELETTIVE
Alessandra Baldini per l'ANSA

Prima di assumerlo nel 2007 come portavoce dei conservatori, David Cameron chiese all'ex direttore di News of the World Andy Coulson cosa sapeva dello scandalo delle intercettazioni. Cameron però non tornò alla carica chiedendo al suo portavoce nuovi lumi sullo scandalo quando nel 2009 il Guardian rivelò che la pratica del domenicale di Rupert Murdoch di spiare i cellulari di celebrità e politici era ben più diffusa di quanto emerso fino ad allora. Al timone di Notw dal 2003 al gennaio 2007, quattro mesi dopo portavoce Tory e poi a Downing Street, Coulson è stato per due ore alla sbarra della Commissione Leveson dopo che nel luglio scorso è stato arrestato e liberato su cauzione per il Tabloidgate.

ZUPPA DI MURDOCH CON BROOKS E COULSON

Alle domande (ridotte nell'impatto dall'inchiesta giudiziaria in corso nei suoi confronti), l'ex giornalista venuto dalla strada scelto da Cameron per scrollarsi di dosso la patina di 'rampollo posh' ha risposto con una sfilza di "non ricordo". Coulson ha eguagliato nel numero delle "amnesie selettive" il vecchio tycoon, suo ex datore di lavoro a News International. "Quando Murdoch dice di essersi dimenticato di un incontro a quattr'occhi con Margaret Thatcher sull'acquisizione di Times e Sunday Times ne va della sua integrità", ha osservato oggi il procuratore Robert Jay che lo ha interrogato in aprile.

Andy Coulson testimonia al parlamento

Poco credibile, anche per un ottuagenuario, perché, ha osservato Jay, "era una svolta nella sua carriera di barone dei media. Come pensare che non ricordi?". Chi si aspettava fuochi di artificio dalla deposizione, è rimasto deluso dalla performance piatta di oggi dell'ex portavoce. Ma alcune schegge di verità che potrebbero aiutare a portar luce nel rapporto "troppo intimo" tra politica e media sono emerse egualmente. Coulson ha ammesso di avere tenuto 40 mila sterline di azioni di News Corp anche dopo esser andato a lavorare per il governo senza che nessuno gliene chiedesse conto e ragione.

jeremy hunt

La presenza di azioni nel portafoglio dell'ex portavoce prefigura un conflitto di interesse con l'affare BSkyB, la scalata da parte del gruppo Murdoch alla piattaforma di tv satellitare che avrebbe portato il tycoon al quasi totale monopolio dei media in Gran Bretagna e a cui il governo Cameron doveva dare il suo imprimatur. E' emerso anche che Coulson ha avuto accesso a dossier top secret che gli sarebbero stati preclusi dato il suo basso livello di 'clearance'.

10 - MURDOCH: COULSON, NON CI FU COMPLOTTO PER BSKYB IN NEWS CORP
(ANSA) - Non ci fu un complotto da parte del gruppo Murdoch e di Downing Street per favorire il takeover da parte di News corp della piattaforma satellitare BSkyB. Lo ha detto Andy Coulson. "La prova è che il dossier fu affidato da Cameron al ministro LibDem Vince Cable che era contrario".

Vince Cable

11 - COULSON, REBEKAH ERA VICINA A POLITICI
(ANSA) - Rebekah Brooks era "vicina a politici"

12 - STAMPA, COULSON PARTECIPO' INCONTRI INTELLIGENCE
(ANSA) - L'ex-portavoce del premier David Cameron, Andy Coulson, partecipò "probabilmente" a incontri a Downing Street in cui furono discusse questioni di intelligence pur non avendo il livello di 'clearance' necessario per esser messo a parte di informazioni riservate. Lo hanno ammesso al Guardian fonti dell'ufficio del primo ministro. Coulson, ex-direttore di News of the World dal 2003 al 2007, depone davanti alla Commissione Leveson sullo scandalo delle intercettazioni.

BSKYB LOGO

La deposizione di Coulson è la prima sotto giuramento dal tempo dell'arresto nel luglio 2011 per il suo ruiolo nel Tabloidgate. Negli incontri a Downing Street si parlò di Afghanistan, antiterrorismo e materie di difesa. Coulson, ex direttore di News of the World dal 2003 al 2007 e poi portavoce dei Tory fino al maggio 2010 quando seguì Cameron a Downing Street, poteva essere messo a parte solo di informazioni con basso livelli di sicurezza a differenza di altri portavoce di Downing Street come Alastair Campbell e Michael Ellam, sottoposti a controlli più approfonditi sul loro passato prima di essere ammessi alle riunioni di intelligence.

 

ELSA MONTI FA IL SUO DEBUTTO DAL PARRUCCHIERE DEI VIP ROMANI - LA TOMMASI PRENDE CASA (IN REGALO)

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1- Fiato alle trombette! Ieri pomeriggio, a piazza di Pietra, dal parrucchiere Roberto D'Antonio, numero uno dei "tagliatori di teste" delle celebrità romane, è apparsa la first lady Elsa Monti.

MARIO MONTI CON LA MOGLIE ELSA

2- Che si dicevano ieri pomeriggio alle quattro sedute in un bar di via Belsiana Fiorenza Sarzanini e Isabella Votino? Vuoi vedere che presto vedremo sul Corriere qualche scoop sulla Bossi family. Ah, saperlo...

ROBERTO MARONI ISABELLA VOTINO

3- Carlo Rossella per "il Foglio" - Bella, aristocratica ed elegante cena di compleanno da Raffaella Leone. Mozzarelle imperdibili. Alcuni ospiti, a mezzodì, erano stati a colazione con Cesare Romiti, e parlavano molto del suo libro di memorie.

4- Da "Oggi" - Intervista a Giancarlo Aneri a proposito del premio "E' giornalismo", ndr) Chi dettava legge tra i fondatori?
"Erano tre grandi lotte. Tra loro tre, vinceva Montanelli. Quando Indro è morto, Biagi e Bocca decidevano al 50 per cento. Poi sempre Bocca. Ora in giuria ci sono Maltese, Riotta, Stella, Anselmi, Mieli"

Mai una donna...
"Natalia Aspesi voleva farne parte, ma Montanelli e Bocca non l'avevano voluta".

Bocca Giorgio Bocca e Natalia Aspesi

5- Dalla rubrica di Carlo Mondonico per "Novella 2000"
- LA TOMMASI PRENDE CASA
Sara Tommasi ha definitivamente lasciato la casa del suo ex Alfonso Luigi Marra per andare a vivere da sola. La showgirl non perde occasione di mostrare sul sul suo telefonino le foto dell'appartamento dove da qualche giorno abita. Si tratta di 100 metri quadri ben arredati e situati in un bellissimo stabile in via del Babuino a RomaLa Tommasi dice che la casa non l'ha comprata, ma che l'ha ricevuta in regalo. Da chi?

SARA TOMMASI

- LA ZARDO VA IN ACIDO ...
Torna il sereno nella vita di Raffaella Zardo dopo la bufera che ha coinvolto il Tg4. Allontanato il direttore Emilio Fede, lei si è ritrovata senza il suo Sipario e tutto questo le ha causato uno stress acuto, tanto che per distendere le rughe si è messa in società con Francesco Villa (conosciuto come Franz del duo comico Ale & Franz) dando vita a una linea di cosmetici a base di acido ialuronico. Alla presentazione della linea Kryage Cosmetics al Just Cavalli di Milano si sono presentate tante amiche di Raffaella e anche il suo Fede. Semplice cortesia o voglia di una punturina miracolosa?

lux27 emilio fede raffaella zardo

- PIPPO SCOPRE LA DANZA DEL VENTRE
Pippo Inzaghi continua le sue scorribande notturne nei locali più alla moda di Milano. Finita la relazione con Alessia Ventura, il calciatore del Milan si è dato alla bella vita e pare che ultimamente abbia una predilizione per le danzatrici del ventre. Eccolo fotografato nel celebre locale marocchino Yacout, dove lo danno sempre presente, con una splendida mora di nome Lamiaa Afroud. Tra i due pare ci sia un'attrazione sconvolgente... e la faccia di Pippo lo dimostra

6- Da "Novella 2000" - Quando il direttore del Giornale Alessandro Sallusti (juventino sfegatato) incontra nei corridoi Mediaset la conduttrice Federica Panicucci, i due fanno finta di non vedersi e si ignorano, senza salutarsi. Quale sarà la causa di tanta discordia?

ALESSANDRO SALLUSTI

7- Da "Novella 2000" - Con la ormai sicura partenza di Ilary Blasi da Le Iene, nella prossima stagione si prevede l'arrivo di due donne che affiancheranno Enrico Brignano. In pole position il nome di Belen Rodriguez, ma fa già Colorado. Una coppia a sorpresa il cui nome circola in queste ore è quella formata dalle "nemiche" Elisabetta Canalis e Melissa Satta.

8- Adriano Sofri per "il Foglio" - Letti da fuori Italia, i quotidiani italiani fanno un effetto diverso da quello che fanno da dentro. Un po' sembrano di dieci anni fa, un po' sembrano giornali di satira. Giornali di satira di dieci anni fa.

ELISABETTA CANALIS

9 - Martedì 15 maggio Melania Rizzoli presenta il suo libro "Detenuti" (ed. Sperling & Kupfer), sulla condizione dei carcerati italiani. Con l'autrice interverranno Angelino Alfano, Luigi Manconi e Giuliano Pisapia, moderatore Vittorio Feltri. Sala Liberty del Circolo Filologico Milanese - Via Clerici 10, Milano - ore 18,30.

MELANIA RIZZOLI

10- Da "il Giornale" - Brescia-Roma, andata e ritorno, come ogni anno. Questa volta però il tracciato sarà impreziosito da una presenza d'eccezione, il presidente della Fiat, John Elkann, che parteciperà all'edizione 2012 della «Mille Miglia» dal 16 al 20 maggio. Elkann, sarà al volante di una berlinetta sportiva Fiat 8V costruita, in serie limitata, dal 1952 al 1954, con l'obiettivo di rilanciare l'immagine sportiva del marchio Fiat. Al suo fianco siederà la moglie Lavinia Borromeo, nelle vesti di navigatore e copilota. L'aspetto curioso è che John e Lavinia racconteranno in diretta le loro emozioni di questo viaggio attraverso l'Italia grazie a Twitter .

BERLUSCONI PIZZICATO DALLA TV RUSSA CHE SPIZZA UNA BIONDA

11- Da "Libero" - Incorreggibile Silvio, o per lo meno è così che la tv russa Ntv sembra dipingerlo. Nell'inquadratura l'ex premier applaude soddisfatto davanti allo spettacolo del suo amico e neo-presidente Putin che gioca a hockey, mentre al suo fianco non manca una gentile «traduttrice bionda». La partita, che festeggia il ritorno dell'ex Kgb al Cremlino, si è svolta all'arena Megasport di Mosca e ha visto Putin regalare alla sua squadra amatoriale una rete, un assist e un rigore, così da pareggiare con gli avversari, ex professionisti. Al termine Berlusconi ha elogiato l'amico: «Dovevate vederlo che bravo che è a giocare a hockey».

MILLE MIGLIA - MARTINA STELLA

12- Massimiliano Lazzari per "Il Messaggero" - La Mille Miglia quest'anno si arricchirà dello splendido sorriso di Martina Stella che, ieri mattina, era in Campidoglio per la presentazione della storica rievocazione d'auto d'epoca. Alla presentazione della Mille Miglia erano presenti il suo presidente Alessandro Casali, il segretario generale della gara Sandro Binelli, il sindaco Gianni Alemanno. È stata ufficializzato che la gara si disputerà dal 17 al 19 maggio, lungo lo storico percorso Brescia-Roma-Brescia. A Roma la carovana delle auto d'epoca arriverà il 18 sera a Castel Sant'Angelo. In questa edizione ai nastri di partenza ci saranno anche lo sceicco Mohamed Al Thani e John Elkann con la moglie Lavinia Borromeo, questi ultimi al volante di una berlinetta sportiva Fiat 8V costruita, in piccola serie, dal 1952 al 1954.

Mozzi - Binelli Paolo - Binelli Sandro - Assessore Bordoni - Stella - Casali - Paolo Rubini

 

FACE-SBOOM? DOMANDA DEBOLE PER LA QUOTAZIONE FACEBOOK - MILANO +0,3%, MALE I BANCARI - SPREAD 400

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1 - FACEBOOK: DOMANDA IPO DEBOLE, PER ANALISTI VALUTAZIONE ECCESSIVA
Radiocor - New York, 11 mag - Le prospettive di crescita di Facebook preoccupano i potenziali investitori del social network. Mentre prosegue il roadshow in vista del l'Ipo della settimana prossima, proprio questo sta mettendo sotto pressione la domanda di titoli, finora inferiore alle previsioni. Altro problema e' che le mire dell'amministratore delegato Mark Zuckerberg sembrano troppo alte: la valutazione della societa' a 96 miliardi di dollari (tanto sarebbe se il collocamento avvenisse al massimo del range ipotizzato, ovvero tra i 28 e i 35 dollari per azione) e' considerata eccessiva per gli analisti.

MARK ZUCKERBERG CON UN POLLO IN MANOMOODY'S

2 - BANCHE: ALLARME DI MOODY'S, ESTATE DI DOWNGRADE (FT)
Radiocor - Moody's potrebbe esprimere presto un giudizio negativo sulle grandi banche d'affari americane e internazionali. L'agenzia di rating, che aveva messo sotto osservazione per un possibile downgrade 17 banche, citando alta 'vulnerabilita'' nel settore, emettera' il suo giudizio entro meta' giugno. Secondo quanto riporta il Financial Times, che ha sentito gli analisti di Moody's, il rating di Credit Suisse, Morgan Stanley e Ubs potrebbe essere rivisto al ribasso di tre gradini, va un po' meglio a quattro banche, che vedrebbero il giudizio tagliato di una sola tacca, mentre la maggioranza - dieci istituti - potrebbero subire un downgrade di due scalini.

MARIO MONTI LUKAS PAPADEMOS

3 - FITCH: SE GRECIA ESCE DA EURO ITALIA TRA PAESI A RISCHIO DOWNGRADE
Radiocor - Se la Grecia dovesse lasciare l'eurozona a seguito dell'impossibilita' di uscire dall'attuale crisi politica e se la sua economia non riuscisse a statizzarsi, allora i rating sovrani degli paesi europei potrebbero finire sotto pressione con rischio di downgrade in particolare per Italia, Francia, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo, Slovenia e Belgio. E' quanto scrivono gli esperti di Fitch in un rapporto pubblicato oggi e dedicato alla crisi attraversata dalla Grecia.

'Il risultato incerto delle elezioni parlamentari del 6 maggio e la conseguenza impossibilita' a formare un governo di coalizione rendono probabile un nuovo ricorso alle urne in giugno - si legge nel rapporto di Fitch -. L'elezione o la formazione di un governo greco non disposto o non in grado di rispettare i termini dell'accordo sottoscritto con la Ue e con l'Fmi aumenterebbe il rischio di una fuoriuscita della Grecia dall'eurozona. Se si dovessero rendere necessarie, le nuove elezioni diventerebbero dunque un eve nto di importanza cruciale sia per la Grecia che per il resto dell'eurozona'.

fitch ratings

4 - BORSA, LA GIORNATA: MILANO POSITIVA, GIÙ BANCHE, SU A2A E FONSAI
(LaPresse) - La Grecia non ha alternative all'austerità se vuole rimanere nel club dell'eurozona. Sono le parole molto dure del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che stamane hanno pesato sul mercati, facendo pensare a una sempre più probabile uscita di Atene dalla moneta unica. La Borsa di Milano ha messo tuttavia a segno un recupero nella seconda parte di seduta chiudendo in cauto rialzo, con l'indice Ftse Mib che sale dello 0,29% a 14.045,35 punti. Il Ftse All-Share avanza invece dello 0,43% a 15.097,75 punti.

Sui bancari europei ha pesato inoltre, sin dall'apertura, l'annuncio di JP Morgan, che ha ammesso una maxi-perdita da 2 miliardi di dollari sul trading di derivati nelle ultime sei settimane. Nel pomeriggio è arrivato anche l'annuncio di Fitch, che parla di un rischio downgrade per tutta l'eurozona se la Grecia dovesse davvero abbandonare la moneta unica. In questo contesto, chiusura mista per le principali Borse europee. Salgono l'indice Ftse 100 di Londra (+0,57% a 5.575,52 punti) e il Dax di Francoforte (+0,95% a 6.579,93 punti). Debole invece il Cac 40 di Parigi, che cede lo 0,01% a 3.129,77 punti. Più pesanti l'Ibex di Madrid, che lascia lo 0,71% a 6.995,6 punti, e il Ftse Athex 20 di Atene, che mostra un tonfo del 5,15% a 231,67 punti.

Giulia Paolo Jonella e Salvatore Ligresti

A Milano deboli le banche, con Banco Popolare (-1,09% a 1 euro), Banca Montepaschi (-1,19% a 0,24 euro), Bper (-1,71% a 4,146 euro), Intesa Sanpaolo (-1,47% a 1,071 euro) e Ubi Banca (-0,56% a 2,5 euro), Unicredit (-1,06% a 2,812 euro), Popolare di Milano (-0,14% a 0,3546 euro) e Mediobanca (-1,22% a 3,234 euro).

Bene Enel (+0,81% a 2,5 euro), in scia alla trimestrale diffusa ieri a mercati chiusi, con un utile netto in leggera flessione a 1,18 miliardi di euro (-1,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Bene i ricavi del colosso elettrico, che salgono a 21.193 milioni di euro (+8,5%). Giornata positiva anche per la galassia Agnelli, con Exor (+0,18% a 16,82 euro) che ha mostrato un utile netto di 105,5 milioni di euro nel primo trimestre, in rialzo del 135% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Salgono anche Fiat (+4,11% a 3,594 euro) e Fiat Industrial (+2,59% a 7,91 euro). Inoltre, da segnalare ancora una giornata brillante per l'utility lombarda A2A (+5,9% a 0,522 euro). Fuori dal paniere principale il ritorno all'utile di Fonsai nei primi tre mesi del 2012 vale alla compagnia della galassia Ligresti un balzo del 19,89% a 1,109 euro. Bene anche Premafin (+2,45% a 0,2053 euro) e Milano Assicurazioni (+7,48% a 0,25 euro).

FEDERICO GHIZZONI

SPREAD BTP CHIUDE POCO SOTTO 400 PUNTI
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il bund tedesco termina la settimana appena sotto i 400 punti base (399,2). Il rendimento del decennale si attesta al 5,51%. Il differenziale Madrid-Berlino chiude a 449 punti col tasso sui bonos al 6,01%.

5 - FINMECCANICA:ORSI,NO SISTEMA MALAFFARE,SINGOLI EPISODI
(ANSA) - "Non c'é nessun sistema ma solo singoli episodi di malaffare dovuti a comportamenti personali mai assurti a sistema. Finmeccanica agisce nel rispetto delle norme e del suo codice etico sia in Italia che nel mondo". Così l'a.d. del Gruppo, Giuseppe Orsi - apprende l'ANSA - alla convention annuale dei dirigenti.

"Mentre all'estero gli stati supportano i loro campioni nazionali, in Italia è partita una nuova operazione di assurdo autolesionismo, come il violento attacco al Gruppo e alla mia persona - ha spiegato Orsi - Qualcuno vuol far passare Finmeccanica come un sistema di malaffare e corruzione: io non sono così, voi non siete così, Finmeccanica non è così". Oggi, ha aggiunto il manager, "per Finmeccanica il futuro vuol dire cambiare rispetto al passato".

 

FINMECCANICA: ORSI, ENTRO ANNO VENDITA ANSALDO STS, BREDA ED ENERGIA

AnsaldoBreda

Radiocor - 'Entro l'anno' Finmeccanica cedera' AnsaldoBreda, la quota di controllo in Ansaldo Sts e il 55% che ancora detiene di Ansaldo Energia. Lo ha detto il presidente e amministratore delegato Giuseppe Orsi durante la convention dei dirigenti del gruppo a Milano. 'Orsi - riferiscono a Radiocor fonti qualificate - ha detto che entro l'anno le tre aziende saranno deconsolidate dalla holding, cedendone il controllo'. Il gruppo ha da tempo annunciato al mercato l'intenzione di dismettere una serie di asset da cui conta di ricavare introiti per un miliardo. La scorsa settimana il direttore generale Alessandro Pansa ha parlato di 'due diligence' in corso con importanti partner nei settori dei trasporti e dell'energia.

LOGO ANSALDO

 

Per il settore trasporti si va verso una cessione ai giapponesi di Hitachi che rileverebbero il 50% di AnsaldoBreda e un 20-25% del 40% di Ansaldo Sts detenuto da Finmeccanica. Per quello che riguarda Ansaldo Energia tutte le strade portano verso il Fondo strategico italiano de lla Cassa Depositi e Prestiti, che entrerebbe nel capitale della societa' - oggi 55% Finmeccanica e 45% al fondo Usa First Reserve - con una quota, anche in questo caso, del 20-25 per cento. Riguardo ai tempi, diverse fonti fanno capire che le trattative vanno stringendosi, ma e' difficile che entro il primo semestre dell'anno si possa andare oltre una lettera d'intenti.

 

6 - FINMECCANICA: ORSI, SU DISMISSIONI VISIONE STRATEGICA
(ANSA) - Le dismissioni di alcune attività civili di Finmeccanica "non sono motivate dalla necessità di fare cassa ma da una precisa visione strategica". Così l'a.d. del Gruppo, Giuseppe Orsi nella convention annuale con i dirigenti spiegando che esse "non distruggeranno valore ma consentiranno a queste società di crescere e svilupparsi con un nuovo assetto proprietario, più adatto dell'attuale".

Giuseppe Orsi

Parlando delle dismissioni che riguardano in particolare i settori trasporti ed energia, Orsi ha indicato "tre i punti fermi per Finmeccanica: mantenimento e crescita dei livelli occupazionali, mantenimento in Italia delle capacità di sviluppo ingegneristiche e industriali e salvaguardia dell'indotto qualificato". Alla platea di dirigenti, il numero uno di Finmeccanica ha assicurato che "la decisione di dismettere queste aziende non è determinata da come sono gestite, perché sono gestite molto bene e rendo merito ai dirigenti presenti".

Spiegando che "Finmeccanica non vuole abbandonare il campo civile ma diventare una società di alta tecnologia", Orsi ha affermato - sempre secondo quanto appreso - che "la mia attenzione resta concentrata su ciò che più conta: portare avanti con voi il piano di risanamento e di rilancio di Finmeccanica per guardare al futuro con ottimismo".

Orsi ha quindi parlato del piano industriale in generale sottolineando che "nessun piano sarà efficace se ciascuno di noi non lo avrà prima metabolizzato e condiviso nella sua necessità. Dobbiamo chiederci, ciascuno di noi deve farlo se e quale suo atteggiamento personale è cambiato rispetto agli anni in cui tutto andava o sembrava andasse bene. Se non è cambiato niente nell'atteggiamento personale, vuol dire che non abbiamo capito la difficoltà della situazione in cui ci troviamo e non fatto nostro il cambio del piano. Dobbiamo avere capacità di fare scelte - ha avvertito il manager - che a volte richiederanno anche il coraggio di dire no. Non vogliamo essere un gruppo italiano con una dimensione internazionale ma vogliamo diventare un gruppo internazionale di proprietà italiana. I dipendenti di Finmeccanica devono sapere che sono in mani sicure - ha concluso - perché sappiamo dove vogliamo andare e sappiamo come andarci".

MALACARNE

7 - FONSAI: GHIZZONI, NON ANCORA DECISA PARTECIPAZIONE RICAPITALIZZAZIONE
Radiocor - Il cda di UniCredit 'non ha ancora preso una decisione' sull'eventuale sottoscrizione pro quota dell'aumento di capitale di Fonsai. Cosi' l'amministratore delegato di UniCredit, Federico Ghizzoni. Il top manager di UniCredit ha aggiunto che riguardo alla prospettata fusione di Fonsai e Premafin con Unipol la partecipazione di UniCredit si diluirebbe ma la diluizione non e' ad oggi stimabile perche' i negoziati sui concambi 'sono ancora in corso'.

8 - SNAM:SPUNTA IPOTESI ALLEANZA CDP-FONDO SOVRANO PER RILEVARE 29%
Radiocor - Spunta l'ipotesi di un'alleanza tra Cassa depositi prestiti e un fondo sovrano estero per rilevare il 29% di Snam da Eni. A formularla, secondo quanto risulta a Radiocor, e' stata una primaria banca d'affari internazionale: in questi giorni il dossier e' sul tavolo dei ministeri competenti. L'entrata in scena di un fondo sovrano si potrebbe configurare attraverso la creazione di una newco partecipata pariteticamente con Cdp, non quotata e con una governance adeguata, che comprerebbe il 29% di Snam.

SCARONI E RECCHI GetContent asp jpeg GORNO TEMPINI

Cio' permetterebbe, di fatto, alla Cassa di dimezzare l'investimento previsto (da 3,8 a 1,9 miliardi) conservando risorse finanziarie per supportare la societa' in futuro e a Eni di preservare buona parte delle azioni proprie, che in alternativa sarebbero state annullate. Inoltre, l'intero l'iter della separazione proprietaria tra Snam ed Eni, che attualmente la controlla al 55%, verrebbe velocizzato. L'ingresso di un fondo sovrano, che potrebbe essere attirato dai dividendi e dal busi ness stabile di Snam, configurerebbe l'intervento di un'istituzione straniera in una infrastruttura strategica del Paese. Ma contemporaneamente lo stesso fondo rappresenterebbe un partner industriale di lungo periodo. Nella newco sulla quota del fondo sovrano saranno previste clausole di put&call.

PERISSINOTTO GALATERI BALBINOT

9 - GENERALI: UTILE I TRIM 567 MLN (-7,9%), RACCOLTA +6,1% A 19,8MLD
Radiocor - Utile netto di 567 milioni di euro per il gruppo Generali nel primo trimestre 2012, in calo del 7,9% rispetto ai 616 milioni dello stesso periodo del 2012, ma - come sottolinea una nota - in forte ripresa rispetto agli ultimi tre trimestri del 2011. I premi hanno totalizzato 19,8 miliardi, di cui il 75,2% nei Paesi esteri e crescono sia nel vita (+6,9% a 12,8 miliardi) sia nei danni (+4,7% a 7 miliardi). Il risultato operativo e' stabile a 1,2 miliardi, con un incremento del 3,8% nel danni e del 12,2% nel segmento finanziario, mentre nel vita cala del 4,2%. La nuova produzione in termini Ape sale del 6% a 1,3 miliardi e il combined ratio migliora al 95,4% dal 96,1% al 31 marzo 2011. Il margine di solvency 1 aumenta al 133% dal 117% della fine dello scorso anno.

ELSA FORNERO

10 - PENSIONI: UE, IMPATTO MOLTO POSITIVO E VISIBILE DA RIFORME ITALIANE
Antonio Pollio Salimbeni per Radiocor - Le riforme attuate negli ultimi anni dall'Italia nel settore pensionistico 'stanno avendo un impatto positivo visibile molto ampio'. E' questa la valutazione contenuto nel nuovo rapporto Commissione-Ecofin sulle pensioni, i cui contenuti Il Sole 24 Ore Radiocor e' in grado di anticipare. Nella proiezione sulla spesa relativa all'invecchiamento della popolazione entro il 2060, l'Italia si trova nel gruppo di paesi in cui l'aumento 'restera' moderato' (4% o meno).

 

IL ‘TG SENZA’ DI RIOTTA RIOTTAMATO DA TRAVAGLIO. ED E’ SUBITO SCAMBIO DI QUERELE

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1- VIDEO - L'editoriale di Travaglio: http://www.corriere.it/politica/12_maggio_11/gianni-riotta-travaglio_2739678e-9b80-11e1-81bc-34fceaba092f.shtml

2- RIOTTA: "DIEDI AMPIA COPERTURA A BEPPE GRILLO"
Corriere.it

BEPPE GRILLO E MARCO TRAVAGLIO - Copyright Pizzi RIOTTA

Caro Direttore, nel corso del programma di Michele Santoro «Servizio pubblico», Marco Travaglio ha ricordato in modo impreciso la copertura giornalistica che il Tg1 Rai, allora da me diretto, offrì agli ascoltatori in occasione del V Day di Beppe Grillo. Il Tg 1 presentò la manifestazione cosiddetta V Day in un servizio nell'edizione principale in prime time delle ore 20. Io stesso dedicai poi alla vicenda un mio editoriale, sempre in prime time.

Chiedemmo a più riprese, tramite i colleghi David Sassoli, vicedirettore, e Bruno Luverà, inviato, un'intervista a Grillo, garantendogli pieno contraddittorio. Non ricevemmo mai risposta. Bruno Luverà girò quindi un lungo approfondimento per Tv 7 sulle manifestazioni di Grillo e, di nuovo, un suo servizio fu lanciato alle ore 20, edizioni principale prime time.
Luverà fu costretto a filmare con una telecamerina perché il servizio d'ordine di Grillo aveva impedito l'ingresso alla sua troupe.

Per la stessa ragione, il giorno del V Day, le immagini provenivano anche da operatori non del servizio pubblico. Alla manifestazione di Grillo e al suo movimento il Tg 1 dedicò dunque due servizi in prime time, un commento e uno speciale di approfondimento. Come censura mi sembra strana, ricordo che l'ascolto del Tg superava il 30% di audience, raggiungendo quindi milioni di telespettatori, una cifra che comprende l'intera tiratura della nostra stampa. Davvero un bel «lancio» per Grillo.

CARLO ROSSELLA GIANNI RIOTTA riotta_twitter

Travaglio ironizza poi sui servizi dedicati alla morte del tenore Pavarotti, ma tutti i quotidiani, compreso il Corriere, diedero naturalmente ampio spazio alla fine del grande artista. Non saprei come commentare invece le «smorfie» che il giornalista attribuisce al conduttore del Tg 1 di quella sera, Attilio Romita: mi limito a ricordare che la stampa di destra sempre, volendo criticare i nostri servizi, attaccava la collega Maria Luisa Busi proprio per le «smorfie».

È una accusa assurda, che nessuno può provare, ma serve a fare confusione. Difesi allora Maria Luisa, cui mi legano stima e affetto, anche in Commissione di Vigilanza Rai dagli attacchi diretti di un senatore di Forza Italia. Difendo oggi Attilio.

BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO

Travaglio ha tutto il diritto di non trovare buoni quei servizi e pessimo il mio commento, anche se la storia professionale di Sassoli e Luverà non mi sembra li assegni al campo dei conservatori più biechi. Non avrei abusato della tua cortesia se non si trattasse, invece, di un falso totale. Attendo dalle teche Rai i link dei servizi, li metteremo online e ciascuno dei tuoi lettori potrà farsene un'idea.

VIGNETTA DI BENNY - BEPPE GRILLO BOMBAROLO

Spiace l'accanimento di Travaglio contro il lavoro di tanti colleghi perbene. Da tempo è anche lui un giornalista tv, a lungo della Rai, ma insiste a fare il critico tv. Non si può purtroppo essere giocatore e arbitro, non si può tirare fuori il cartellino rosso professionale contro chiunque non la pensi come noi. Il grande Aldo Grasso commenta, ma non lavora a programmi tv, in palese conflitto di interessi.

Ricordo con che toni accorati il compianto collega de La Repubblica Giuseppe d'Avanzo ammonì Travaglio sulla sfortunata vicenda delle vacanze da lui trascorse nel 2003, con varie ipotesi su chi abbia poi effettivamente pagato il conto, in compagnia di un personaggio condannato per mafia, l'ex maresciallo della Guardia di Finanza Ciuro.

BEPPE GRILLOdavanzo

Travaglio - scrisse saggiamente d'Avanzo - non farti eterno giudice di chi dissente da te, o rischi che, per esempio sulla vicenda vacanze con Ciuro, la condanna senza processo colpisca te. Peppe non c'è più e ci manca: spiace che, neppure adesso, Travaglio ascolti la sua lezione. Grazie per lo spazio, buon lavoro.

3- LA CONTROREPLICA DI MARCO TRAVAGLIO
di Marco Travaglio per Il Fatto.it


Non avendo di meglio da fare, una combriccola di buontemponi della penna si dà convegno ogni giovedì sera su twitter per sparlare di Servizio Pubblico, dando vita a una sorta di Dopofestival o di Processo del Lunedì, ma di livello nettamente inferiore. Si tratta di Pigi Battista, Stefano Menichini, Gianni Riotta e altri noti desertificatori di giornali e di ascolti.

L'altra sera le allegre comari erano tutte sdegnate perché avevo appena ricordato quando il Tg1 di Riotta, la sera del primo V-Day di Beppe Grillo, l'8 settembre 2007, riuscì a non inserire l'evento nei titoli di testa e a relegarlo in un annuncetto di 29 secondi netti, affogato fra notizione memorabili: i subacquei sott'acqua (mica sopra: sotto), le nozze di Marco Baldini con Fiorello testimone, gl'immancabili sviluppi del caso Garlasco, la prostituzione a Milano (ma prima del caso Ruby, s'intende).

ATTILIO ROMITA

Riotta avrebbe potuto mettere online quella memorabile edizione, o almeno pubblicarne la scaletta. Ma siccome era esattamente come l'avevo raccontata, ha preso a cinguettare farfugliando: "Per chi insiste su bugie, Tg1 e Grillo ho fede nei tribunali". Tribunali? Le immagini, Riotta, bastano le immagini. E poi via, in un groviglio di twittate e ritwittate (anche di Sassoli, direttamente dal Parlamento europeo): "i calunniatori", "le menzogne", "Riotta smentisce", "li portiamo in tribunale così si rinfrescano la memoria", "li portiamo tutti in giudizio", "la vedranno gli avvocati", "grazie David vecchio mio", "manipolatori insopportabili", "fai bene a reagire", "il Tg1 approfondì", "le bugie hanno le gambe corte", "guardate le teche Rai", "bravo cantajele chiare a sto busciardo" (Battista, testuale).

Sono andati avanti così per tutta la notte: forse non hanno neppure dormito, poveretti. Abbiamo atteso trepidanti per tutto il giorno le famose "teche", cioè il filmato dei formidabili "approfondimenti" del Tg1 dell'8 settembre 2007 sul V-Day. Ma invano. Così ce lo siamo procurato noi: i lettori possono goderselo su ilfattoquotidiano.it   e serviziopubblico.it   Indovinate chi è il "busciardo"?

grillo travaglio abbraccio lap

Ieri Riotta ha voluto dare ulteriore sfoggio di sé con una lettera al sito del Corriere. Mi ha dato dell'"impreciso" a proposito del "servizio" del suo Tg1 sul V-Day, ma purtroppo quella sera non vi fu alcun "servizio": solo uno striminzito "strillo" di Romita (al minuto 14) da studio, e senza immagini originali, visto che in piazza Maggiore a Bologna non c'erano né inviati né telecamere del Tg1.

MARCO TRAVAGLIO

Poi Riotta ha cominciato a divagare, che è la cosa che gli riesce meglio: "Alla vicenda dedicai poi un mio editoriale". Certo, "poi": non la sera dell'evento, ma nei giorni successivi, quando tutti i giornali ne avevano parlato così tanto da costringere persino lui ad accorgersene. Riotta si fa scudo del Tv7 (7 giorni dopo), ma l'ho citato anch'io. Dice che il suo inviato "fu costretto a filmare con una telecamerina perché il servizio d'ordine di Grillo aveva impedito l'ingresso alla troupe": ma quello non era il V-Day, era uno show di sei giorni dopo per il pubblico pagante.

MICHELE SANTORO MARCO TRAVAGLIO

Riotta mi accusa pure di "conflitto d'interessi" perché collaboro con un programma tv e critico altri programmi tv: forse confonde la libertà d'informazione con l'omertà. Infine s'avventura pericolosamente nelle mie ferie in Sicilia del 2003, di cui stento a comprendere l'attinenza col Tg1 e Grillo: le definisce "sfortunate" e parla di "varie ipotesi su chi abbia poi effettivamente pagato il conto".

Spiacente di deluderlo, ma quelle vacanze furono fortunatissime e il conto lo pagai io, come ho dimostrato pubblicando i bonifici e gli assegni (a proposito: contrariamente a quanto scrive il disinformato Riotta, il maresciallo Ciuro presente nello villaggio in cui soggiornavo non è mai stato "condannato per mafia"). Però fa bene Riotta a invocare, con le allegre comari, i tribunali: infatti ci vediamo lì.

 

 

LA VENDETTA, LA TREMENDA VENDETTA DI TREMONTI SUL DUPLEX DRAGHI E BERLUSCONI

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Stefano Feltri per Il Fatto.it

MARIO DRAGHI E TREMONTI BERLUSCONI-TREMONTI

"Basta leggere la lettera della Bce per capire che è stata scritta a Roma. Quella lettera è un passaggio politico di grande rilievo che entra nella sovranità di un Paese", ha buttato lì l'ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti durante la puntata di Servizio Pubblico di giovedì sera. "E qualcuno l'ha chiesta, dentro il governo e non solo, c'era un certo tifo per quel tipo di intervento a vari livelli. L'attuale presidente del Consiglio ha detto in Parlamento: ‘non starei in un governo che chiede una lettera' e in modo inglese stava facendo capire che quella della Bce è stata richiesta da quello precedente", allude, dice e non dice, ma Tremonti invita a rileggere la storia di quel documento che ha cambiato molto. Perché tutto cominciò da lì. E lì bisogna tornare ora che, dopo sei mesi, si può cominciare a guardare con l'oggettività della distanza alla nascita del governo Monti.

TREMONTI CONTRO BRUNETTA TREMONTI BRUNETTA

L'ULTIMA CHANCE PER B.
La lettera della Bce, il programma di emergenza firmato da Mario Draghi e Jean Claude Trichet che ha prima accompagnato Silvio Berlusconi alla porta e poi ha dato le basi per l'azione dei tecnici. Nella vulgata giornalistica la lettera è diventata la condanna a morte del governo Berlusconi, secondo quanto ha ricostruito il Fatto Quotidiano, grazie al racconto di alcune delle persone coinvolte, quel documento era invece l'ultimo tentativo di rendere accettabile ai mercati un esecutivo screditato, ridimensionando la probabilità di una crisi politica che all'epoca, nell'estate 2011, poteva dare il colpo finale alle finanze del Paese.

Una lettura critica della storia della lettera deve partire dal 4 agosto, dalla conferenza stampa convocata a sorpresa in cui il governo Berlusconi ammette di dover riscrivere la manovra di luglio giudicata inadeguata dai mercati, anticipando al 2013 il pareggio di bilancio previsto in origine per il 2014 (ma con oltre 20 miliardi di interventi rinviati a dopo la fine della legislatura).

draghi trichet

I giornali liquidano come un "siparietto" l'educato ma violento dialogo tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. Il ministro dell'Economia accenna ai contatti del governo avviati con diverse istituzioni finanziarie per discutere insieme le misure da adottare, e cita l'Ocse e il Fondo monetario internazionale, "Noi saremo attivi aprendoci al confronto con queste istituzioni internazionali". Berlusconi lo interrompe aggiungendo: "Anche la Bce".

Tremonti con la T Shirt di Dracula

Tremonti lo guarda stupito, con l'espressione di chi pensava che il Cavaliere, alle prese in quel periodo con le vicende bunga bunga, avesse solo una vaga idea di cosa fosse la Banca centrale europea. "Credo sia molto importante, ma non coinvolgibile in questa fase", precisa il ministro, pensando a quanto Francoforte tenga alla sua indipendenza dai governi e viceversa. E Berlusconi, sibillino: "Ma informabile sì".

IL NEGOZIATO SEGRETO.
Tremonti non insiste. Ma al ministro suona bizzarro: in quei giorni il Cavaliere è già un paria per i partner europei, Tremonti è rimasto l'unico ambasciatore del governo nei consessi internazionali, con una mossa di immagine e di sostanza ha appena avvicinato John Lipsky, allora vicedirettore generale del Fmi in procinto di lasciare il suo posto a Washington.

CHRISTINE LAGARDE

Lipsky doveva diventare un superconsulente, anello di congiunzione con il Fmi di Christine Lagarde che Tremonti aveva individuato all'inizio dell'estate come la sponda adatta nei mesi difficili dello spread. Invece sorpresa: Berlusconi trattava con la Bce di Mario Draghi, da sempre poco in sintonia con Tremonti (il cui ultimo libro, Uscita di sicurezza è un lungo atto d'accusa implicito a Draghi).

La lettera della Bce "arriva" al governo il 4 agosto (e, a quanto risulta al Fatto, è arrivata in simultanea a palazzo Chigi e al Tesoro). Raccontano diverse fonti, quel documento è stato elaborato più a Roma che a Francoforte e l'ordine delle firme in calce, Mario Draghi, Jean Claude Trichet, non è soltanto alfabetico.

Certo, anche alla Bce ci sono monitoring team che sanno quanto via Nazionale delle cose italiane. E le richieste della lettera non erano molto diverse dai punti principali delle considerazioni finali di Draghi, a fine anno (e dalle richieste dei mercati). Ma il documento è frutto di un negoziato che si svolge a Roma.

Ci lavorato l'altro cervello economico del governo berlusconiano, Renato Brunetta, che oggi oppone un drastico "Non ho niente da dire, ho scritto tutto nelle mie slide", alludendo alle corpose presentazioni che manda con cadenza settimanale ai giornalisti per commentare l'attualità. A ben guardare, Brunetta ha fatto il suo coming out, sul Foglio, il primo di ottobre: "Ora che la lettera della Bce è divenuta pubblica posso smettere di nascondere la mia reazione quando la lessi: i signori della Bce hanno ragione, i loro suggerimenti sono il nostro programma".

Bazoli e PasseraGiulio Tremonti e Mario Draghi

E nella conclusione dell'articolo che argomenta come la lettera "annienta gli avversari del governo", Brunetta scriveva: "In quella missiva, quindi, più che l'intimazione a cambiare rotta c'è, per il governo, la pressante richiesta di procedere più speditamente. E di farlo nella direzione fin qui intrapresa". Così veniva vissuta, in quell'ala del governo, ciò che ad altri pareva commissariamento internazionale: un'assicurazione che permetteva a Berlusconi di sopravvivere.

LA PAUSA DI MONTI
Ma torniamo ai giorni cruciali di agosto. L'8 agosto il Corriere della Sera rivela i contenuti della lettera che qualcuno, c'è chi dice Draghi chi Tremonti, ha allungato a via Solferino: privatizzazioni dei servizi pubblici locali, liberalizzazioni, riforma del lavoro con intervento sull'articolo 18, e una riforma della Pubblica amministrazione, punto questo che sembra una firma di Brunetta che certifica il suo coinvolgimento (tipicamente brunettiano il passaggio "negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance").

MONTI E PRODI A REGGIO EMILIA

In cambio, anche se non si può esplicitare il do ut des, la Bce comprende buoni del Tesoro italiani sul mercato secondario per ridurre lo spread e quindi i rendimenti, cioè il costo. È il Securities Market Program che, forzando un po' i limiti del mandato della Bce spingerà alle dimissioni il membro tedesco del board Jürgen Sark.

CALOIA

Il giorno prima della rivelazione dei contenuti della lettera, quasi a darvi l'imprimatur, il Corriere pubblica un editoriale del professor Mario Monti: "Il podestà forestiero". La frase importante è questa: "Il governo e la maggioranza, dopo avere rivendicato la propria autonoma capacità di risolvere i problemi del Paese, dopo avere rifiutato l'ipotesi di un impegno comune con altre forze politiche per cercare di risollevare un'Italia in crisi e sfiduciata, hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un ‘governo tecnico'". Quindi: "Le forme sono salve. I ministri restano in carica. La primazia della politica è intatta. Ma le decisioni principali sono state prese da un ‘governo tecnico sopranazionale'".

ANNA LISA BRUCHI E DE BENEDETTI

É il segnale a un certo mondo che l'operazione governo tecnico è sospesa. O meglio, delegata a Draghi. Così da salvare - come nota Monti - almeno nelle forme la sovranità italiana. E soprattutto rimandare la caduta di Berlusconi di cui nessuno, allora, era in grado di prevedere le conseguenze.

Come aveva rivelato Fabio Martini su La Stampa il 24 luglio, infatti, l'idea che il premier lo dovesse fare Monti era già condivisa in ambienti influenti. In una riunione lunedì 18 luglio, nella sede della banca Intesa Sanpaolo, ci sono Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza, l'editore di Repubblica Carlo De Bendetti, Romano Prodi, il banchiere vaticano Angelo Caloia e il futuro ministro Corrado Passera, allora capo azienda di Intesa.

Monti, come suo stile, si mette a disposizione ma soltanto nel caso ci sia un consenso generale dietro il suo nome, non vuole imporsi ma essere imposto. Poi la lettera Bce offre un'ultima chance a Berlusconi. Sappiamo come è finita.

 

 


SE OGGI ATENE NON AVRÀ UN NUOVO GOVERNO, L´APOCALISSE EUROPEA È SERVITA:COSTEREBBE 11MILA EURO ALL´ANNO PER OGNI EUROPEO

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1- L'APOCALISSE PROSSIMA VENTURA
Ettore Livini per Repubblica

LA GRECIA AFFONDA

L´Europa si prepara ad alzare il sipario sulla madre di tutte le tragedie greche: l´addio di Atene all´euro. Il Partenone in crisi non trova la quadra per il nuovo governo e viaggia verso le elezioni-bis. E il vecchio continente allaccia le cinture di sicurezza in vista di un´Apocalisse finanziaria di cui tutti conoscono il copione ma nessuno è in grado di prevedere il finale. Unica certezza: il ritorno della dracma, se mai succederà, «non sarà indolore né per la Grecia né per la Ue», ha garantito Per Jansson, numero due della Banca di Svezia.

SALVATAGGIO GRECO

E tra corse agli sportelli, crac da brividi, dazi, effetto-contagio (occhio all´Italia) e disordini sociali potrebbe costare all´Europa "100 miliardi in un anno", come ha vaticinato il presidente del Fondo salva-Stati Klaus Regling.

IL PRIMO ATTO
Il primo atto del possibile Calvario è già scritto: un fine settimana, a mercati chiusi, Atene formalizzerà a Bruxelles la sua uscita dalla moneta unica. Poi sarà il caos. La Banca di Grecia convertirà dalla sera alla mattina depositi, crediti e debiti in dracme, agganciandoli al vecchio tasso di cambio con cui il Paese è entrato nell´euro nel 2002: 340,75 dracme per un euro.

GRECIA RISCHIO DEFAULT

Si tratta di un valore virtuale: alla riapertura dei listini, prevedono gli analisti, la nuova moneta ellenica si svaluterà del 40-70 per cento. Per evitare corse agli sportelli (i conti correnti domestici sono già calati da 240 a 165 miliardi in due anni), Atene sarà costretta a sigillare i bancomat, limitare i prelievi fisici allo sportello e imporre rigidi controlli ai movimenti di capitali oltrefrontiera.

IL PRESIDENTE PAPOULIAS ACCOGLIE SAMARAS

IL PIL GIU´ DEL 20%
L´addio all´euro costerà carissimo ai greci: il Prodotto interno lordo, calcolano alcune proiezioni informali del Tesoro, potrebbe crollare del 20 per cento in un anno. I redditi andrebbero a picco, l´inflazione rischia di balzare del 20 per cento. Il vantaggio di competitività garantito dal "tombolone" della dracma sarà bruciato subito.

TSIPRAS E SAMARAS

La Grecia - che a quel punto non avrebbe più accesso ai mercati - sarà costretta a finanziare le sue uscite (stipendi e pensioni) solo con le entrate (tasse) senza potersi indebitare. E non potrà più contare né sui 130 miliardi di aiuti promessi dalla Trojka, nei sui 20,4 miliardi di fondi per lo sviluppo stanziati da Bruxelles.

Di più: i costi delle importazioni (43 miliardi tra petrolio e altri beni di prima necessità nel 2011) schizzerebbero alle stelle mettendo altra pressione sui conti pubblici. Un Armageddon che rischia di far passare il memorandum della Trojka per una passeggiata. Il colpo di grazia per una nazione in ginocchio, reduce da cinque anni di recessione che hanno bruciato un quinto della sua ricchezza nazionale e con la disoccupazione al 21,7 per cento.

TORNANO I DAZI
In questa tragedia greca, l´Europa non avrà solo il ruolo di spettatore. Il pedaggio a carico del Vecchio continente - che un minuto dopo il ritorno della dracma potrebbe imporre dazi alle merci elleniche - è salatissimo. L´effetto contagio, tanto per cominciare, si tradurrà in una Caporetto per i mercati e una via crucis per Italia e Spagna.

Il premier greco PapandreuVenere di Milo - Grecia - dito Medio - Copertina Focus

Gli spread, calcono gli algoritmi di Sungard, potrebbero salire del 20 per cento, le borse scendere del 15 per cento. Ma è solo l´antipasto. La Grecia - dove le banche saranno nazionalizzate - smetterà di pagare i debiti anche ai privati e così lo tsunami della dracma travolgerà diversi istituti di credito e molte imprese continentali. Una matassa inestricabile (anche legalmente), molto peggio di quella della Lehman che nel 2008 ha mandato in tilt il mondo.

I CALCOLI DI UBS
Italiani e spagnoli, ha calcolato Ubs un anno fa, pagherebbero tra i 9.500 e gli 11.500 euro a testa all´anno per l´addio all´euro di Atene. I tedeschi poco meno. Le cifre vanno aggiorante al rialzo: il debito di Atene a fine 2009 (301 miliardi) era tutto controllato da privati. Ora, grazie alla ristrutturazione, è sceso a 266 miliardi. E ben 194 sono in mano a paesi Ue, Bce e al Fondo Monetario. Se la Grecia non onorerà i suoi impegni come ha fatto l´Argentina, l´Apocalisse europea è belle e servita.
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2- LA BCE: "NESSUNA CATASTROFE SE ATENE USCISSE DALL´EURO" - NUOVO GOVERNO, ULTIMA CHANCE - LE NUOVE ELEZIONI SI TERREBBERO GIÀ A GIUGNO, NEI SONDAGGI VOLA LA SINISTRA ESTREMA
Andrea Tarquini per La Repubblica

GRECIA SCONTRI DI PIAZZA jpegGRECIA SCONTRI DI PIAZZA jpeg

Per la Grecia è iniziato ormai il conto alla rovescia. Fallito fin qui ogni tentativo di formare un governo, il presidente Karolos Papoulias ha convocato per oggi il vertice dell´ultima istanza tra i capi dei partiti. E una dopo l´altra, molte delle voci più influenti nell´eurozona suggeriscono un´uscita possibile di Atene dalla moneta unica: sarebbe dolorosissimo per i greci ma perfettamente gestibile per chi resta nell´euro, hanno detto nello spazio di poche ore il membro del board della Bce Patrick Honohan, il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann e il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble. Solo il presidente uscente dell´eurogruppo, il premier lussemburghese Juncker, chiede più pazienza, ma è una voce isolata nel mainstream della linea dura ispirata da Berlino e Francoforte.

Il carismatico, 82enne capo dello Stato socialista Papoulias tenta l´ultima carta, con il vertice di oggi insieme ai leader dei tre principali partiti: Alexis Tsipras della sinistra radicale Syriza, Antonis Samaras di Nea Dimokratia (conservatori) e Evangelos Venizelos del Pasok (socialisti).

GRECIA SCONTRI DI PIAZZA jpeg

Le posizioni sono lontane, Nea Dimokratia e Pasok da soli non bastano per una maggioranza favorevole al rispetto dei durissimi impegni di risanamento presi con la Ue. L´alternativa sarebbero nuove elezioni il 10 o 17 giugno, passo forse irreparabile verso l´uscita dall´euro con Syriza, contraria al rigore, che vola nei sondaggi al 25,5%. E nel resto dell´Unione l´ipotesi ("made in Germany") di un´uscita della Grecia dall´euro viene ora definita male minore, gestibile con costi sopportabilissimi per chi resterà nella moneta unica.

IL CRAC DELLA GRECIA

Un ritorno di Atene alla dracma, ha detto il membro irlandese del board della Bce, Patrick Honohan, «non sarebbe un evento necessariamente disastroso e fatale, e pur rappresentando un colpo alla fiducia nell´eurozona sarebbe tecnicamente gestibile, sebbene tutti stiano lavorando per evitarlo».

i fondi italiani esposti con grecia e portogallo

Lo stesso presidente della Commissione europea, Barroso, ha avvertito che «o i greci rispettano i patti o devono uscire». Ancora più duri sono stati gli avvertimenti del Commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, e del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Secondo Rehn, «La Ue lavora per facilitare la permanenza della Grecia nell´eurozona ed è convinta che Atene possa evitare l´uscita rispettando gli impegni, ma la palla è ora nel loro campo, e Atene soffrirebbe da un addio all´euro molto più del resto dell´eurozona».

grecia - Papademos

Per Weidmann, il falco tedesco nel vertice Bce, «non c´è nessun diktat da parte di Berlino, se Atene non rispetta gli impegni, sarà una decisione democratica, ma con la conseguenza che verrebbero sospesi i programmi di aiuti, e le conseguenze di un ritorno alla dracma sarebbero ben peggiori per i greci che per il resto dei cittadini dell´eurozona».

olli rehn

Solo il presidente uscente dell´eurogruppo, Juncker, invita a «mostrare pazienza con Atene e darle tempo», pur avvertendo che «non c´è per loro alternativa al risanamento dei conti». «Non c´è alcuna strada facile per Atene», nota il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, «tocca alla Grecia mostrare se ha la forza di mettere insieme la maggioranza necessaria: senza le riforme concordate il Paese non ha prospettive».

 

IL GRANDE SCRITTOR EMANLIO CANCOGNI: “LO SPORT È L'ARTE DEL '900, LA COSA PIÙ BELLA DEL MONDO MODERNO”

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Antonio D'Orrico per La Lettura - Corriere della Sera

Nel giugno del 1946 la televisione non c'era e Manlio Cancogni, scrittore e giornalista quasi trentenne, si fece 130 chilometri in bicicletta per andare a vedere il Grande Torino che giocava all'Ardenza di Livorno. Fu un viaggio epico, perché la sua bicicletta era quello che era, le strade erano quello che erano e la guerra era stata quello che era stata (particolarmente dove passava la Linea Gotica, con i suoi eccidi, le sue distruzioni). Ma il miraggio di vedere dal vivo lo squadrone di Mazzola e di Ferraris II fu più forte di tutto.

MANLIO CANCOGNI Messi Lionel

Cancogni partì da Fiumetto, in Versilia, dove abita ancora e, seduto in poltrona, una camicia a quadri (ma senza il papillon che per anni è stato il tocco finale della sua eleganza, estrosa come la sua scrittura e la sua conversazione), rammenta quella lontana avventura che adesso è diventata un piccolo libro, Toro delle meraviglie, pubblicato da Urbano Cairo, l'editore che è anche il presidente del Torino. «Ma io volevo intitolarlo Torna Toro, per portare fortuna alla squadra ora in corsa per la serie A».

Cancogni, lei descrive il gioco del Grande Torino così: «Grezar vede Loik, Loik vede Mazzola, Mazzola vede Menti, Menti vede Gabetto». Ed è gol. Una ragnatela di passaggi rasoterra che mi ha fatto venire in mente il Barcellona di Guardiola.
«È vero. Intendiamoci, era molto superiore il Torino. Il Barcellona mi sembra una squadretta. Tic toc, tic toc. E poi sono, fisicamente, delle mezze seghe. Alla fine arriva la palla a Messi e Messi è un fuoriclasse. Però le ha buscate l'altra volta dal Chelsea, che li ha messi fuori dalla Coppa dei Campioni. Che partita! Non credo che ce la farà il Chelsea a Monaco col Bayern. Però sarebbe una bella sorpresa. Battesse i crucchi in casa loro, non mi dispiacerebbe».

CRISTIANO RONALDO

Ha visto anche la partita del Real Madrid con il Bayern?
«Ed ero per il Real. Che peccato. Non è giusto uscire ai rigori. Bisogna fare come una volta, dopo i supplementari si procede a oltranza, chi segna prima ha vinto».

Ma lei le partite se le vede tutte?
«Certo. E mi vedo anche il ciclismo. La mia passione è lo sport. Se mi avessero detto: preferisci vincere la maratona alle Olimpiadi o il Nobel? Io avrei detto la maratona».

Le piace Mourinho?
«Molto. Mi è dispiaciuto per lui».

Mourinho in ginocchio

Che scena quando si è inginocchiato durante l'esecuzione dei rigori.
«Mi piace anche per questo. Lui ci ha il rosario in tasca. E mi piace anche perché è un po' un furfante, un po' impostore. Non gli importa un fico secco delle squadre che allena, cambia quando gli pare a lui. È un po' una canaglia, lo dico con grande simpatia ovviamente».

Il Milan le piace?
«No, sono degli avventurieri. Si sono fatti battere dalla Juve».

Panorama - Copertina Mourinho

Non le piace Ibra?
«No, gran delinquente, però è talmente delinquente che mi fa simpatia. Ibra è un mercenario. Mi ricorda i soldati di ventura. Mi ricorda Muzio Attendolo Sforza, o il suo rivale Fortebraccio. È quel tipo lì».

Nemmeno Cassano le piace?
«Mi è odioso. Con quella testa a papero. Certo, aveva un talento incredibile. Quello che odio di più è Del Piero quando caccia la lingua di fuori e fa il bamboccio. Bel giocatore però».

Odia anche Balotelli?
«No, se fossi un allenatore subirei tutti i capricci da un talento del genere. Cosa vuoi fare, se ha dei capricci contentiamolo per il piacere di vederlo giocare».

ALBERTO SAVARESE CON CASSANO

E così lo scudetto l'ha vinto la Juve di Conte.
«La Juve l'ho sempre detestata. Nel 1976 ho scritto un articolo sul "Corriere" in cui celebravo le mie nozze di odio con la Juve. Perché la odio da quando a dieci anni, nel 1926, scoprii il calcio leggendo il giornale della sera che mio padre portava a casa. Quando uscì l'articolo delle mie nozze d'odio, mi telefonò l'avvocato Agnelli e mi invitò a Torino a vedere Juve-Bologna, la squadra della città dove sono nato (sono sempre stato un minoritario nella mia vita e mi dispiacerebbe non esserlo). Così andai. Pranzai con l'avvocato e la moglie e poi andammo alla stadio. Agnelli, prima della partita, mi portò negli spogliatoi e disse ai giocatori: "Questo giornalista è nemico della Juve. Fategli vedere chi siete". Vinsero loro per uno a zero. E mi sentii colpevole. Agnelli mi aveva usato per gasare i suoi giocatori. Fu una gara mediocre. Ero annoiato. Agnelli invece era molto interessato, gli piaceva molto guardare le partite di pallone».

Alessandro Del Piero

Torniamo alla prima volta che vide il Grande Torino. Dunque, lei parte per Livorno con una bicicletta che era un catenaccio ed è come un viaggio tra i fantasmi della guerra appena finita. Passa per la base dove gli americani tenevano i prigionieri. Dove era stato rinchiuso, in una gabbia come Hannibal the Cannibal, il grande poeta Ezra Pound accusato di tradimento. Poi entra all'Ardenza e vede che in curva ci sono i prigionieri tedeschi portati lì in vacanza premio e guardandoli lei capisce che la guerra è proprio finita. Intanto, l'altoparlante dello stadio trasmette «Symphony», la canzone americana che era la colonna sonora di quell'epoca.
«Una musica bellissima. La conosce? Gliela accenno: Symphony ta-ta-ta-ta ta-ta-ta. Come erano belle le canzoni americane di allora».

MARIO BALOTELLI

Comincia la partita e il Livorno che tre anni prima, prima che il campionato fosse interrotto per la guerra, si era battuto per il titolo, si butta in avanti come una furia. Il Torino sta come a guardare. Fino alla mezz'ora del primo tempo quando, come se qualcuno avesse suonato la fine della ricreazione, il Torino va all'attacco.

Uso le sue parole per descrivere quello che successe: «Come per caso, Gabetto, Loik e Grezar si trovarono soli dove il Livorno non avrebbe mai dovuto permettere che si trovassero: a una dozzina di metri dalla porta». E qui c'è la zampata del leone. Lei scrive semplicemente: «Uno di loro tirò». Gol. E lei non fa nemmeno il nome del marcatore, perché non ce n'è bisogno, quasi come se i gol del Grande Torino fossero il risultato di un disegno superiore, qualcosa di ineluttabile.

Questa sua frase («Uno di loro tirò»), caro Cancogni, io la custodirò d'ora in poi nello scrigno che contiene le frasi più preziose della letteratura italiana accanto a «La sventurata rispose» e «E quell'infame sorrise». Poche parole, un soggetto e un predicato per dire che il destino bussa alla porta.
«Ah ah ah, grazie. Senta, diamoci del tu».

bassani giorgio 01 GRANDE TORINO

Poi lei racconta, cioè scusa, poi tu racconti che la visione dal vivo del Grande Torino ti fece venire voglia di giocare a calcio. E così a Roma, dove lavoravi, andavi a giocare con altri due scrittori, Giorgio Bassani e Carlo Laurenzi, al Galoppatoio di Villa Borghese. Vi levavate la giacca, vi allentavate il nodo della cravatta, vi rimboccavate le maniche della camicia e i calzoni, vi incitavate l'un l'altro con urla tipo: «Dai Grezar, vai Gabetto, tira Loik...» e sfidavate, voi trentenni, i liceali che avevano marinato la scuola. In che ruolo giocavi?
«A centrocampo. Facevo la spola, avevo un fiato. Non crollavo mai. Sono sempre stato un gran camminatore. A Bassani, gli facevo certi passaggi. Una volta si fece una partita in campo regolare, a undici, invitati da Pasolini che era un buon giocatore. Lui aveva la squadra con i suoi ragazzini. Noi eravamo tutti letterati. Ricordo che feci un lancio a Bassani e lui tac, gol e mi rimandò un'immagine di grande felicità. Gli avevo messo la palla davanti al piede e Bassani mi fu di una gratitudine per aver segnato quel gol contro Pasolini...».

Bassani, essendo tennista, doveva avere un bello stile.
«Invece no. Aveva le gambe corte, il testone».

Poi nel libro racconti la fine del Grande Torino, l'aereo che si schianta contro la collina di Superga.
«Quando accadde abitavo a Firenze, in piazza D'Azeglio. Ero stato operato di tonsille ed ero a letto. A un certo momento accesi la radio, una radiolina che avevo accanto su un tavolinetto. Sentii questa voce rotta che diceva: "Il Torino...", ma non riusciva a continuare per i singhiozzi. E subito ho pensato: "È caduto l'aereo", perché sapevo che stavano tornando da Lisbona. Fu commozione vera. Mai un lutto nazionale ha avuto un'eco così».

GRANDE TORINO

C'è una immagine bellissima nel libro, che dice tutto dell'amore per il Grande Torino, quella del cieco che andava a vederne le partite.
«Me lo raccontò Laurenzi. Una volta che i granata giocavano a Roma, andò allo stadio e si trovò accanto un cieco di guerra con un accompagnatore che gli faceva la cronaca minuto per minuto. E lui, fissando gli occhiali neri sul campo, sembrava non ne perdesse un'azione. E gridava: "Dai Grezar! Vai Loik! Forza Toro!"».

GRANDE TORINO

C'è un problema, in quest'intervista dovevamo parlare di letteratura.
«E che cosa abbiamo fatto finora? Lo sport è la cosa più bella del mondo moderno. La mia grande passione. Figurati che mi ricordo ancora a memoria l'ordine di arrivo del Tour del 1930. Avevo 14 anni. Vinse Leducq. Secondo Antonin Magne, terzo... Oh, Dio, mi sono punito da solo. Aspetta... Terzo Demuysere. Quarto... Possibile che faccio questa brutta figura? Oh, no».

Non importa. Non si preoccupi. Le credo sulla parola.
«Dunque primo André Leducq. Secondo Antonin... no, che dico, secondo Learco Guerra, terzo Magne, quarto Demuysere, quinto Marcel Bidot, sesto Pierre Magne, settimo Bonduel, ottavo il mio amato Benoît Fauré, nono Charles Pélissier, uno dei tre fratelli Pélissier, e decimo Adolf Schön».
Forza Manlio.

 

DOPO BERLUSCONI, ZAPATERO, PAPADEMOS, SARKOZY E’ ARRIVATO IL TURNO DELLA MERKEL? UNA SCONFITTA PESANTISSIMA

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Repubblica.it

UNA GIOVANE ANGELA MERKEL jpeg

Disfatta pesantissima, debacle doppia rispetto alle previsioni, per la Cdu della Cancelliera Angela Merkel alle elezioni di oggi nel Nordreno-Westfalia, il più popoloso Stato dei 16 della Repubblica federale e cuore industriale, minerario, operaio e politico del paese.

MERKEL

Le sinistre democratiche volano grazie al trionfo della Spd, e la cancelliera esce così gravemente indebolita anche sul fronte europeo: la sua richiesta ossessiva di rigore a ogni costo perde peso e forza, perché la Spd chiede (come Monti e Hollande) impegni per la crescita, in cambio della ratifica del fiscal compact.

Quando tra 48 ore circa Merkel riceverà alla cancelleria il presidente eletto francese, il socialista François Hollande appunto, sarà più debole davanti alle sue richieste di non voler governare l'Europa da sola e di fare di più per crescita e occupazione.

Vediamo i risultati, secondo le proiezioni di solito molto precise delle tv Ard e Zdf sulla base degli exit polls. La Cdu di Merkel precipita dal 34 al 25,5-26 per cento, un crollo doppio rispetto alle previsioni di prima del voto, che la davano attorno al 30%. Il suo capolista Norbert Roettgen, ministro federale dell'Ambiente e merkeliano di ferro, esce spazzato via, e lo schiaffo coinvolge tutto l'esecutivo.

sarko merkel ridi

Vola invece trionfante la Spd con la popolarissima governatrice uscente e futura Hannelore Kraft: il più antico partito della sinistra europea sale al 39 per cento. Stabili i Verdi al 12 per cento, quindi le sinistre democratiche
sommate conquistano la maggioranza assoluta, non governeranno più a Duesseldorf con un gabinetto di minoranza.

POSA PLASTICA PER MERKEL E MONTI A ROMA

Vincono (eccezione) i liberali (Fdp, junior partner della cancelliera nel governo federale) salendo all'8,5 per cento, vincono ancora una volta i Pirati al 7,5 per cento, la Linke (sinistra radicale) crolla invece al 2,5 per cento ed esce dal Landtag, il Parlamento dello Stato.

Anche la perdita di un rivale a sinistra è un successo in più per la Spd, che guidata da una donna nel cuore rosso della Bundesrepublik ha sonoramente sconfitto oggi la 'donna più potente del mondo'. I contraccolpi europei e mondiali della disfatta di Merkel non si faranno attendere.

BERLUSCONI BACIA MERKEL

Tra l'altro Merkel e il suo pupillo Roettgen hanno perso contro Hannelore Kraft anche perché il governo federale e la Cdu rimproveravano alla governatrice socialdemocratica di spendere troppo. Troppi tagli e troppa austerità produrrebbero miseria come in Sud Europa qui nel cuore industriale della Germania, ha risposto Frau Kraft, e gli elettori le hanno dato ragione così come i francesi hanno preferito Hollande a Sarkozy.

bur merkel1

E con Hollande appunto, martedì sera alla Cancelleria, Merkel avrà un confronto in una situazione che la obbligherà a cercare compromessi con il nuovo partner a ovest del Reno.

 

FIGURA DI MERKEL, BOCCIATA L’AUSTERITY - HANNELORE KRAFT, LA DONNA CHE HA SCONFITTO ANGELA - L’ULTIMO GOL DI DEL PIERO

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Il Velino.it

ANGELA MERKEL

Il CORRIERE DELLA SERA - In apertura "Merkel ora è più debole". Sotto: "Da Dimon a Le Pen, ecco tutti i nemici della moneta unica". E "La storica che insegna ‘le ricette della fame' agli ateniesi in crisi". Editoriale di Michele Ainis "Meglio poche cose che un altro rinvio". Con fotonotizia sotto l'apertura: "Festa addii e lacrime: le emozioni del calcio". A destra: "La preoccupazione di Monti per le forti tensioni sociali". Sotto a sinistra: "Equitalia, il piano del governo". In basso "La donna inglese e le dieci coltellate". Accanto "Zuckerberg genio nonostante tutto".

LA REPUBBLICA - In apertura: "Crolla la Merkel, bocciata l'austerity". Sotto l'analisi "Il tramonto di un'egemonia". Accanto "Monti: qualcosa sta cambiando". Con fotonotizia: "Del Piero, addio con gol e lacrime". A sinistra: "Troppe tensioni sociali, servono unità e coraggio". Sotto: "Terrorismo, ecco il piano del Viminale. E' polemica su Segio in tv". A destra: "Un contadino all'Onu in difesa delle tribù". In basso: "Quella tassa pagata due volte, la vittoria delle famiglie" Accanto: "I ragazzi con lo zainetto salveranno il futuro dei libri".

MARIO MONTI

LA STAMPA - In apertura: "Germania, tracollo Merkel" Sotto: "Cancelliera sotto tiro" Accanto con foto "Hannelore Kraft, la donna che ha sconfitto Angela". Ancora sotto: "Monti avverte : forti tensioni sociali". In basso "Wenzhou, tra i cinesi con la pizza nel cuore". A destra: "La domanda a cui Curcio non risponde". Sotto: "Nomine Agcom una chance da non sprecare". In alto: "L'addio del capitano. Lacrime d'amore nel giorno di festa".

IL GIORNALE - In apertura: "Figura di Merkel" con articolo di Angelo Allegri. Al centro con foto: "L'ultimo gol di Del Piero è un addio da manuale". A sinistra editoriale di Alessandro Sallusti: "Travaglio doloroso (con aborto)". Al centro i richiami a due editoriali "Il matrimonio? Un lavoro che si fa in due" di Vittorio Feltri e sotto: "Roma in marcia per difendere il valore della vita" di Magdi Cristiano Allam". A sinistra: "Se i professori danno un a mano ai fannulloni". In basso l'articolo del lunedì di Francesco Alberoni "Cari maschi, oltre all'economia studiate l'amore".

delpiero

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Appalti, un stretta sulle regole". Editoriale di Giorgio Santilli "Chi spende meno spende meglio". Al centro "Una pioggia di aumenti nascosti". Sotto: "Nuovo redditometro, le categorie chiedono il rinvio". Ancora in basso: "Cacciatori di teste? Ora la preda è l'artigiano di lusso". A sinistra dall'alto "Pagamenti della Pa: il rispetto dei tempi vale 5 miliardi di Pil". Sotto "Dalla tecnologia alla chimica le Pmi premiate all'estero". A seguire: "Il tessile sotto pressione rischia un'escalation di chiusure". Ancora sotto "Prove di semplificazione dai bar al commercio". E "Mercato mondiale dell'immobiliare a due facce".

Rino Gattuso

IL MESSAGGERO - In apertura: Germania, crolla la Merkel". Con l'analisi di Alssandro De Lellis "Punito il rigore senza crescita, trionfa la Kraft l'anti-Angela". A sinistra editoriale di Francesco Paolo Casavola "Riforme da fare, l'ultima chiamata". Accanto taglio centrale "Lazio, che rimpianto. Roma: ora Montella". Taglio centrale ma a destra "Monti: forti tensioni sociali" Sotto con foto: "Marcia per la vita a Roma, è polemica". In basso l'inchiesta "Anarchici, si indaga su 40 nomi. Anche stranieri tra gli attentatori". E accanto: "La grande paura dei tempi moderni è restare isolati senza il cellulare".

Sergio Segio

IL TEMPO - In apertura: "Merkel sconfitta. E Monti si sveglia" con editoriale di Mario Sechi. Al centro, fotonotizia: "Niente Champions, la Lazio giocherà in Europa league". A destra dall'lato: "Il capo di Bundesbank chiamato ‘Doktor Nein'". Sotto "Per Equitalia è difficile recuperare i crediti". A seguire: "Voto sette giorni fa, Palermo ancora conta". In basso "Caro Aldo Grasso, io almeno non distruggo" di Federico Moccia e accanto "Polanski si racconta e non paga per lo stupro".

 

BUSINESS INTERNATIONAL - LA MERKEL PERDE NEL NORD RENO - DSK UN ANNO DOPO - IL CONCEPT DELL’I-PHONE 5 (FOTO)…

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DAGOREPORT
1 - FINANCIAL TIMES
JPMORGAN INDAGA SUL RUOLO DI LONDRA NELLA PERDITA
http://on.ft.com/JbLRZl

JPMorgan Chase ha avviato un'indagine interna per capire se i traders di Londra abbiano nascosto l'entità delle perdite sui derivati, dopo la rivelazione della scorsa settimana in merito alla perdita di 2 miliardi di dollari.

jp morgan angela_merkel

GLI ELETTORI TEDESCHI RIFIUTANO L'AUSTERITÀ NELL'ELEZIONE CHIAVE
http://on.ft.com/IQ5bIZ

Il partito di Angela Merkel ha subito una pesante sconfitta nell'elezione del nuovo parlamento del Nord Reno-Westfalia, lo stato più popoloso della Germania, dove il centro-sinistra dei socialdemocratici e i Verdi hanno conquistato la netta maggioranza.

2 - THE WALL STREET JOURNAL
GM SI AVVICINA AL FACCIA A FACCIA IN EUROPA
http://on.wsj.com/KjLSu8

Il piano di General Motors Co. per riportare alla redditività le unità europee sta prendendo forma e la società, che ha annunciato "decisioni impopolari", si prepara alla sua prima grande prova di forza con i potenti sindacati della regione per portare a termine la ristrutturazione.

KAROLOS PAPOULIAS

3 - BLOOMBERG
SI PROFILANO LE ELEZIONI IN GRECIA DOPO IL FALLIMENTO DELL'ACCORDO CON L'OPPOSIZIONE
http://bloom.bg/Kld10Y

La situazione di stallo politico in Grecia sembra destinato a continuare per un'altra settimana poiché il presidente Karolos Papoulias non è riuscito a ottenere un accordo su un governo di unità nazionale e scongiurare nuove elezioni con il paese che si dirige verso una possibile uscita dalla zona euro.

Logo GM

4 - LES ECHOS
UN ANNO FA, DSK COMINCIAVA LA SUA VERTIGINOSA CADUTA IN UN HOTEL DI NEW YORK
http://bit.ly/JLM7v2

Il 14 Maggio 2011 scoppiò lo scandalo Sofitel che ha rovinato le ambizioni presidenziali e la carriera dell'ex capo del FMI.

CONCEPT I-PHONE

TEPCO HA REGISTRATO UNA PERDITA DI 7,6 MILIARDI DI EURO
http://bit.ly/L0Mass

Tokyo Electric Power (Tepco), proprietario della centrale nucleare di Fukushima devastata dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo 2011, ha registrato una perdita per l'anno fiscale 2011-2012 di 781.6 miliardi di yen (7,6 miliardi euro) ha causa dei costi connessi con l'incidente.

CANNES ALL'ITALIANA
http://bit.ly/JNq7Dh

Cosa sarebbe la Croisette senza l'Italia? Glamour, provocazione, scandali. Dopo l'ultima Palma d'Oro all'italiano "La stanza del figlio" nel 2001, Nanni Moretti presiederà la giuria.

strauss-kahnFukushima

5 - LA TRIBUNE
HOLLANDE SOTTO LA PRESSIONE DI BRUXELLES, IL CANCELLIERE DEI SUOI ELETTORI
http://bit.ly/L0oHRW

Aspettatevi un faccia a faccia più teso del previsto, il 15 maggio, tra Francois Hollande e Angela Merkel. Le critiche nei confronti della Germania sono diventate più accese tra i socialisti durante il fine settimana e le elezioni in Nord Reno-Westfalia mettono il Cancelliere in una situazione di debolezza. Senza contare che la credibilità del piano francese di ridurre il deficit pubblico è messa in discussione dalla Commissione europea, preoccupata per l'aumento delle tasse annunciato da Francois Hollande.

NANNI MORETTI E CHIARA PALMIERI FRANCOIS HOLLANDE

6 - MASHABLE
L'I-PHONE 5 POTREBBE ASSOMIGLIARE A QUESTO (FOTO)
http://on.mash.to/JcxQGy

Secondo alcune indiscrezioni, l'i-Phone 5 potrebbe uscire sul mercato già entro la fine di quest'anno con un annuncio ufficiale previsto per giugno alla Worldwide Developer Conference di Apple (WWDC).

 

I LEADER DELL’UE PRONTI ALLA RESA DEI CONTI SUL DESTINO DELL’EURO - COLLASSO JPMORGAN: IN TRE PRONTI ALLE DIMISSIONI

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DAGOREPORT

THE TIMES WALL STREET JOURNAL

1 - THE NEW YORK TIMES - A destra, "Obama: dopo la decisione sui matrimoni, la chiamata ai pastori" - "Il capo degli investimenti di JpMorgan pronto a lasciare" - A sinistra, "I leader greci in lotta per la coalizione"

2 - THE WASHINGTON POST - A destra, "Il petrolio invenduto dell'Iran tenuto sulle navi" - A sinistra, "Le speranze di Obama di trovare voti fra i veterinari" - Al centro, "La Spagna soffre per gli effetti collaterali della cura dell'austerità"

3 - THE WALL STREET JOURNAL (EUROPE) - In apertura, "In tre si stanno per dimettere dopo le perdite di JpMorgan" - A destra, "Continuano le manifestazioni anti-Putin" - In basso, "Thompson, il CEO di Yahoo, si dimette"

4 - THE GUARDIAN - In apertura, "I leader dell'Ue pronti alla resa dei conti sul destino dell'euro" - A destra, "Un Manchester City atipico: con degli stupendi gol negli ultimi minuti strappa il primo titolo dopo 44 anni" - In basso, "La paura e i vigilantes repubblicani dilagano nella nuova città della cultura"

THE NEW YORK TIMES THE SUN

5 - THE INDEPENDENT - In apertura, "Le cliniche di fecondazione in vitro accusate di mettere il denaro prima della sicurezza" - Al centro, "Il primo titolo per il Manchester City dopo 44 anni, ma quasi se lo faceva soffiare"

6 - THE TIMES - In apertura, "Cable dà l'allarme sull'euro" - Al centro, "Epico finale per il Manchester City che inseguiva la gloria in Premier League"

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "500 mila persone perderanno il sussidio per la disabilità" - Al centro, "Mancini: pensava fosse tutto finito... ma non era così" - A sinistra, "Le reazioni minacciano le misure d'austerità" - In basso, "Il prossimo capo della Bbc dovrà essere un Tory, dice Boris Johnson"

8 - FINANCIAL TIMES - In apertura, "JpMorgan investiga sul ruolo di Londra nelle perdite" - A destra, "Manchester City: il titolo deciso da un drammatico gol nel finale" - Al centro, "Pietra miliare bancaria per Canary Wharf" - In basso, "La Bce cambia posizione sulla possibile uscita della Grecia dall'euro"

9 - DAILY MAIL - In apertura, "Il Servizio sanitario nazionale spende 1 milione di sterline a settimana per gli aborti ripetuti", "Alcune donne single lo usano come ‘una forma di contraccettivo'"

THE GUARDIAN THE INDEPENDENT

10 - THE SUN - In apertura, "Miracle Manc" - A sinistra, "I traditori afghani uccidono dei britannici"

11 - LE FIGARO - In apertura, "François Hollande, il momento della verità" - A destra, "Ump: Brice Hortefeux lancia una corrente sarkozista" - "Iran: il viaggio di Michel Rocard fa polemica" - "Grecia: dopo il fallimento della coalizione, regna il caos" - "Siria: il conflitto si estende a nord del Libano" - In alto, "Il proprietario del Paris Saint-Germain vuole ingrandire il Parc des Princes"

12 - LIBÉRATION - In apertura, "Jean-Luc Mélenchon: ‘Contro il Fn, devo salire sulla barricata'" - A sinistra, "I primi passi della première dame"

13 - LA CROIX - In apertura, "I greci disorientati" - A destra, "Il risultato delle elezioni contestato in Algeria"

14 - LES ECHOS - In apertura, "Il momento delle prime sfide per François Hollande" - Al centro, "Lo shock di JpMorgan rilancia il dibattito sulla regolazione bancaria" - In basso, "Accordo internazionale sull'acquisto di terreni" - In alto, "Il grave fallimento politico di Angela Merkel"

LE FIGARO LES ECHOS

15 - LA TRIBUNE - In apertura, "Hollande-Merkel: un incontro ad alta tensione" - In basso, "La pulizia tardiva del settore bancario spagnolo"

16 - EL PAIS - In apertura, "Il 15-M perde forza in strada dopo gli sgomberi" - A destra, "L'Economia spinge quattro banche che potrebbero essere fuse o che potrebbero collaborare"

 

QUANTO A LUNGO REGGERÀ LA CANCELLIERA? HA DI CERTO UN FUTURO, SCRIVE ‘DIE ZEIT’. “RESTA DA CAPIRE QUALE”

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Gaia Cesare per Il Giornale

angela_merkel ANGELA MERKEL

E ora anche la stampa tedesca si chiede: «La sua era è finita?».
Cinquantasette anni, protestante dell'Est entrata nel Bundestag a 36, Angela Merkel non ha mai amato i politici della Germania dell'Ovest: troppo viziati, amanti della vita comoda e poco coraggiosi, ha sempre pensato. Molti di coloro che in questi anni hanno preteso di «far parte del suo piccolo cerchio di potere» sono stati costretti a fermarsi di fronte al suo giudizio impietoso: troppo testosterone, troppa retorica, troppo poca lealtà.

La cristianodemocratica, pupilla di Helmut Kohl, das Mädchen («la ragazza ») - come venne soprannominata quando divenne il più giovane ministro dell'ex Cancelliere - dopo la fine politica del suo mentore tuonò contro «l'immobilismo » dell'era appena conclusa. E quando nel 2005 divenne la prima Cancelliera donna e la più giovane del dopoguerra si propose di non fare la fine del suo «padre » politico: «Mai come Kohl. Sedici anni al potere proprio no».

ANGELA MERKEL ANGELA MERKEL

Eppure ne sono trascorsi già sette dalla sua ascesa alla Cancelleria e la nuova «lady di ferro» d'Europa è ancora in sella, «la più amata tra i politici tedeschi», forte dell'appoggio pieno del suo partito, la Cdu, e nemmeno lontanamente minacciata da una figura in grado di contrastarla ai vertici della Spd. La sua carriera «è allo Zenit», il suo apice. «O lo ha già superato?» si chiede il settimanale tedesco.

La batosta di ieri potrebbe essere, a prima vista, il punto di rottura: la Cdu in caduta libera, i liberali salvi oltre la soglia di sbarramento ma in crisi e i socialdemocratici in piena ascesa. Non solo: «I primi europei che ne hanno avuto la possibilità hanno votato contro di lei».

FRANCOIS HOLLANDE

Eppure...eppure nella sua carriera politica «la ragazza » ha dimostrato brillanti capacità di adattamento. Un camaleonte. Che «ha saputo ascoltare gli umori della maggioranza del Paese, soprattutto della maggioranza dell'Ovest ».

hannelore KRAFT

I tedeschi le riconoscono grandi risultati: la modernizzazione della Cdu, il cambio di paradigma nella politica fiscale, la svolta verde in campo energetico, la moltiplicazione del potere della Germania nel mondo. Ora però inizia il difficile. A cominciare dal confronto che avrà in Europa con il nuovo presidente francese François Hollande, al quale Merkel si presenterà con i segni dello schiaffo elettorale appena subito e di certo indebolita sul fronte interno.

ANGELA MERKEL

Sarà il faccia a faccia tra «l'uomo normale» di Francia e la «Cancelliera ultranormale» di Germania, come la definisce Die Zeit ricordando la sua pessima ars oratoria ma sottolineando che «a volte un discorso non tenuto può essere più efficace di un discorso portato a termine». Senza questa «tedesca normalità» - sottolinea il giornale - «l'Europa sarebbe affondata nel caos ».

HOLLANDE

Angela Merkel ha di certo un futuro, chiude Die Zeit. «Resta da capire quale».

 

 


L’IMU-RTACCI VOSTRA! - LE FONDAZIONI BANCARIE INCASSANO L’ESENZIONE DALLA TASSA SUGLI IMMOBILI…

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Franco Bechis per "Libero"

GIUSEPPE GUZZETTI resize

Sulla carta è una piccola città nascosta al fisco italiano e inaccessibile perfino ad Equitalia. Una cittadina fatta di 1.572 fabbricati e 712 terreni, alcuni anche di proporzioni notevolmente estese. È una sorta di città della cuccagna italiana, perchè è uno fra i pochi luoghi inaccessibile allo spauracchio fiscale degli italiani, quella Imu che adesso molti cittadini tornano a pagare con la dichiarazione dei redditi anche sulla prima casa con aliquote aumentate alle stelle.

Giuseppe Guzzetti Presidente Acri

La cittadella è in realtà sparsa un po' in tutta Italia, perchè si tratta delle partecipazioni immobiliari dirette di tutte le fondazioni bancarie. Quelle grandi e grosse che sono dietro ai principali gruppi del credito italiano, come la Fondazione Cariplo e la Compagnia di San Paolo di Torino (Banca Intesa-San Paolo) o la fondazione della cassa di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (Unicredit). Ma ci sono anche le piccoline, nate alle spalle di una cassa di risparmio locale talvolta inglobata in gruppo più grande, altre volte rimasta solitaria sul territorio di origine.

Le fondazioni hanno ben più di quei 1.572 immobili censiti dalla banca dati dell'Agenzia del catasto, perchè molte di loro hanno costituito società immobiliari strumentali. Queste ultime però non possono beneficiare di alcuna esenzione totale ai fini dell'Imu e quindi non sono state considerate nel calcolo della cittadella a prova di fisco. Anche per i 1.572 immobili il regime fiscale è diversificato.

GIUSEPPE GUZZETTI MARIO MONTI E IL DITINO ALZATO

Super ombrello
Alcuni godono solo di agevolazioni comuni ai palazzi storici, perchè le fondazioni bancarie spesso hanno la sede principale nei palazzi originari delle banche poi confluite in grandi gruppi. Sono esentasse, e quindi non pagano un centesimo di Imu, tutti gli immobili utilizzati dalle fondazioni per quella che loro chiamano «l'esercizio dell'attività filantropica», e cioè per finalità sociali e culturali come non si stanca di precisare il direttore generale dell'Acri, Giorgio Righetti.

Questo è il punto più controverso della vicenda, che in queste settimane ha alimentato numerose polemiche. Perchè il fine dell'utilità sociale e dello sviluppo del territorio assegnato alle fondazioni per renderle omogenee a tutti gli enti non commerciali, si trasforma inevitabilmente in un ombrello assai largo per mettere al riparo dello sguardo indiscreto del fisco troppe attività.

Agevolazioni fiscali per altro sono già previste dalla legislazione vigente per gli investimenti nelle attività stesse, e a questo vantaggio che già premia la quota di patrimonio investita in utilità sociale, si aggiunge in modo meno comprensibile anche l'esenzione Imu per l'immobile strumentale.

imu

Le polemiche sul regalo alle Fondazioni bancarie si sono moltiplicate quando nell'aprile scorso il governo di Mario Monti ha bocciato un emendamento parlamentare trasversale che sopprimeva l'esenzione Imu per le fondazioni, sostenendone l'incostituzionalità e proteggendo i banchieri piuttosto degli anziani ricoverati in ospizio, che verranno invece tassati sugli immobili di proprietà.

Giuseppe Guzzetti

Monti ha sostenuto che è impossibile per il fisco raggiungere la cittadella della cuccagna bancaria, perchè si farebbe loro torto rispetto agli altri enti non commerciali: enti religiosi, onlus, associazioni (come l'Arci) varie. Certo per provare la reazione della Corte costituzionale di fronte a questa presunta disparità, bisognerebbe provare a tassare le fondazioni bancarie. Prima si incassa e poi si vede. Una differenza rispetto a tutti gli altri enti non commerciali è evidente non solo al cittadino comune. Gli enti non commerciali non hanno modo di fare soldi per altra via, quindi si detassa una attività benefica a chi non ha entrate diverse dalla generosità dei propri associati e benefattori.

Le fondazioni bancarie, nonostante lo spirito originario della legge che diede loro vita fosse quello di separarle definitivamente dagli istituti di credito, hanno ancora floride partecipazioni nelle banche conferitarie. È cosi nella stragrande maggioranza dei casi: delle 88 fondazioni esistenti solo 18 non hanno partecipazioni negli istituti di credito. Per 70 è ancora così. E di queste 15 hanno ancora la proprietà assoluta della banca (più del 50% diretto). Le altre 55 hanno partecipazioni inferiori alla maggioranza, ma di fatto sono le padrone delle banche unendo le loro partecipazioni (caso lampante quello di Unicredit).

fondazioniGiuseppe Guzzetti - Pres Fondazione Cariplo

Forti coi deboli...
Nel 2010 dalle loro partecipazioni bancarie, in un anno definito di crisi, le fondazioni hanno ricevuto proventi per 1,98 miliardi di euro. Quale ente religioso, quale associazione benefica, quale onlus può contare su questa entrata annuale (nel 2009 ammontava a ben più di 2 miliardi) per avere diritto alla detassazione Imu in aggiunta alle agevolazioni fiscali già previste per gli investimenti di utilità sociale?

La vera disparità che la Corte costituzionale dovrebbe sanare è proprio questa. Riportando la cittadella della cuccagna sotto l'alveo del fisco.
E tassando con l'Imu (che poi non sarebbe una tragedia: porterebbe via loro una decina di milioni di euro) tutti gli immobili delle fondazioni bancarie indipendentemente dalla attività ivi svolta. E avrebbe dovuto farlo il governo per primo. Impossibile però chiederlo a Monti, il premier portato a palazzo Chigi dalle banche e dalla grande finanza.
Hanno sempre più ragione quelli che descrivono un governo tecnico duro e forte con i deboli, debole e impaurito con i forti.

 

AVVIO IN CALO PER LE BORSE EUROPEE, PENALIZZATE DALLA SITUAZIONE POLITICA IN GRECIA: MILANO -1,4%

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1 - BORSA: GIU' L'EUROPA, PESA PREOCCUPAZIONE SULLA GRECIA...
Radiocor - Avvio in calo per le Borse europee, penalizzate dalle preoccupazioni per la delicata situazione in Grecia dove, per adesso, sono andati falliti i tentativi per creare un governo di larghe intese pro-Europa. Sono inoltre sotto osservazione i risultati elettorali del Reno-Westfalia, andati particolarmente male per la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Francoforte, comunque, pur segnando un calo dell'1,1% registra una performance migliore delle altre Borse europee. Milano cede l'1,4%, Parigi l'1,5% e Madrid l'1,9%.

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO BORSA TOKYO

Atene ha avviato le contrattazioni in ribasso di oltre il 5%. Rimane sotto osservazione il settore delle banche, soprattutto dopo che venerdi' e' emerso che Jp Morgan ha accusato 2 miliardi di perdite su trading su derivati. A Piazza Affari vanno giu' tutti gli istituti di credito. Sul mercato dei cambi, l'euro passa di mano a 1,2991 dollari (1,2937 venerdi' scorso) e a 103,185 yen (103,33). Il dollaro-yen si attesta a quota 80,04 (79,885). Anche il petrolio, infine, e' debole: il wti vale 95,42 dollari al barile (-0,7% sui valori di venerdi').

2 - BORSA TOKYO: +0,23% NIKKEI IN CHIUSURA, RESTA NERVOSISMO PER GRECIA...
Radiocor - La Borsa di Tokyo ha terminato in lieve rialzo la seduta odierna con un rialzo dello 0,23% rispetto ai valori di chiusura di venerdi' a quota 8.973,84 punti. Bassi i volumi di contrattazioni che sono stati pari a soli 1,66 miliardi di euro. Sul mercato permane un sentimento di nervosismo per l'evoluzione della crisi politica in Grecia.

3 - GRECIA: KOUVELIS (SINISTRA DEMOCRATICA), IMPOSSIBILE FORMARE GOVERNO COALIZIONE...
Radiocor - Non e' possibile in questo momento formare un governo di unita' nazionale in Grecia. Lo ha affermato questa mattina il lead er della formazione politica Sinistra Democratica, Fotis Kouvelis, parlando al canale televisivo Antenna. 'Nessun governo di coalizione puo' vedere la luce del giorno' ha detto Kouvelis che ha sottolineato la posizione di intransigenza assunta da Syriza, il partito di estrema sinistra arrivato secondo alle elezioni dello scorso weekend e contrario a sostenere qualsiasi esecutivo che voglia attuare le misure di austerita' concordate dal paese con la troika Ue-Bce-Fmi. Oggi il presidente della Repubblica Carolos Papoulias tentera' un ultimo tentativo per convincere i leader di partito a dare vita a un governo di coalizione.

KAROLOS PAPOULIAS

4 - BUONGIORNO: DOCOMO DEUTSCHLAND ANNUNCIA OPA CASH A 2 EURO...
Radiocor - Docomo Deutschland, societa' interamente controllata dalla giapponese Ntt Docomo (gruppo Nippon Telegraph and Telephone Corporation) , ha intenzione di promuovere un'offerta pubblica di acquisto sulla totalita' delle azioni ordinarie di Buongiorno per un corrispettivo pari a 2,00 euro per ogni azione. Venerdi' scorso il titolo Buongiorno ha concluso la seduta con un prezzo di riferimento di 1,746 euro. Il capitale sociale di Buongiorno fa capo per il 20,19% a Mauro Del Rio (anche attraverso Capital B Lux Sarl ) e per il 3,76% a Van Den Heuvel Hoolger (attraverso Selin). Mauro Del Rio si e' impegnato irrevocabilmente a portare in adesione all'offerta tutte le loro azioni. L'Offerta e' finalizzata al delisting del titolo Buongiorno

5 - SORGENIA CEDE GLI ULTIMI IMPIANTI FOTOVOLTAICI...
C.Fe. per il "Sole 24 Ore" - Sorgenia, controllata di Cir, avvia la vendita di quel che resta dei suoi impianti fotovoltaici. In tutto, sul mercato finiranno i residui 5 megawatt di impianti a terra coerentemente con la strategia annunciata nel 2011 di spostare il focus dell'azienda dal solare a terra a quello sui tetti, un progetto partito da poco tempo ma più in linea con l'evoluzione del settore, la compatibilità ambientale e con gli obiettivi sul residenziale della società.

Lo scorso anno proprio Sorgenia aveva venduto 19 megawatt di impianti fotovoltaici al fondo di private equity Terra Firma, un gruppo finanziario londinese molto attivo nell'energia verde italiana che era già salito agli onori della cronaca per aver comprato Reti Rinnovabili da Terna. E, secondo le indiscrezioni, proprio Terra Firma potrebbe essere tra i soggetti interessati ai residui 5 megawatt di Sorgenia.

sorgenia LOGO

6 - COGEME SUL BARATRO, SOCI ALLO SCONTRO...
S.Fi. per il "Sole 24 Ore" - Per un pugno di voti. Cogeme rischia il fallimento per uno 0,07% di soci. La pmi di componentistica auto, ultima matricola del 2006, aveva bisogno di un'iniezione di 40 milioni di euro: già finita in liquidazione a febbraio, la società ieri era chiamata a una ricapitalizzazione essenziale per ottenere il concordato. All'appuntamento si è presentato il 36% del capitale e siccome era un'assemblea straordinaria era necessario una maggioranza del 66%, pari al 24% delle azioni.

A favore dell'aumento di capitale il nocciolo duro dei fondatori manager, raccolti nella holding Tms che ha il 19%, più CentroBanca titolare di un 5%. Sulla carta abbastanza per avere l'ok, ma si è messo di traverso un gruppo di piccoli soci, capitanati dall'avvocato Sergio Calvetti. Ai tempi del crack Freedomland Calvetti si mise alla testa dei piccoli azionisti e ottenne dei rimborsi. Ma con Cogeme non è detto che farà il bis: senza aumento la società porterà i libri in Tribunale.

SALVATAGGIO GRECO

7 - ALT ALLE SCOMMESSE SULL'USCITA DELLA GRECIA...
S.Car. per il "Sole 24 Ore" - Vietato scommettere sull'uscita della Grecia dall'euro: lo hanno deciso i due principali bookmakers britannici. Lo hanno fatto per evitare di squilibrare i loro conti: dopo l'esito delle ultime elezioni, l'impennata di scommesse sulla forzata resurrezione della dracma rischiava di far saltare il banco. Così Ladbrokes e William Hill hanno annunciato che non accettano più alcuna puntata sulla fuoriscita di Atene entro l'anno o su quale Paese sarà il primo a lasciare l'eurozona.

Resta qualche distinguo: Ladbroke, ad esmepio, accetta ancora puntate sulla possibilità che la Borsa di Atene perda il 25% in una sola sessione entro fine anno. William Hill è andata oltre: non accetta più puntate sull'esistenza dell'euro entro la fine del 2015. La massa degli scommettitori, insomma, appare ancora più pessimista dei mercati finanziari.

GRECIA RISCHIO DEFAULT

8 - IMPREGILO E GLI AVVOCATI CHE DIVENTANO SOCI...
R.Fi. per il "Sole 24 Ore" - C'è un nuovo azionista di Impregilo che ha un peso che sembra andare oltre le azioni che ha depositato: lo studio Bonelli Erede Pappalardo. All'assemblea del general contractor dello scorso 27 aprile, Sergio Erede e Roberto Cera, entrambi espressione dello studio Bep, consulente di Salini, si sono presentati anche in qualità di azionisti mettendo sul piatto rispettivamente 100 e 1000 azioni del gruppo di costruzioni.

Cera ha anche presentato al vertice di Impregilo una serie di quesiti, 11, puntando il dito contro specifiche poste di bilancio e la delicata questione Campania. Lo ha fatto in qualità di legale di Salini ma l'avvocato è anche da tempo nel consiglio di Atlantia, fino a marzo scorso socio di controllo di Impregilo, ed è pure nel board di Salini. E negli anni scorsi spesso lo studio Bep ha assistito Impregilo, anche sulla vicenda Acerra.

9 - MORNING NOTE...
Radiocor

Sergio Erede

Cda (approvazione dati contabili) Banca Carige, Ferragamo, Impregilo, Iren, Mondadori, Rcs MediaGroup, Ubi.

Milano: presentazione della relazione Consob per l'anno 2011 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Milano: in occasione della proclamazione dei vincitori della 10ma Edizione del Premio Sodalitas Social Award, convegno 'Coesione sociale, crisi e nuove forme di welfare'. Partecipano, tra gli altri, Alberto Meomartini, presidente Assolombarda; Diana Bracco, presidente Fondazione Sodalitas; Elsa Fornero, ministro del Lavoro, in videoconferenza.

Roma - incontro di presentazione della Fondazione Ricerca & Imprenditorialita': un progetto al servizio del Paese. Partecipano, tra gli altri, Enrico Cucchiani, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo; Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato Finmeccanica. Conclude Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico.

Roma - incontro di presentazione del 'Progetto Gse. Energie per il Sociale' organizzato dalla Camera dei Deputati. Partecipano, tra gli altri, Elsa Fornero, ministro del Lavoro; Emilio Cremona, presidente Gse.

Roma - Istat diffonde i dati sull'inflazione in aprile.

PIETRO SALINI

Caltanissetta - evento di premiazione del concorso 'Disegna la legalita'', organizzato dalla Camera di commercio di Caltanissetta. Partecipa, tra gli altri, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria.

EUROPA: All'Eurogruppo il caso Grecia, che rischia nuove elezioni. Merkel piu' debole dopo la disfatta alle elezioni nel Nord Reno-Westfalia. Bocciata l'austerity (dai giornali). Project bond e investimenti, ora le nuove mosse di Bruxelles (La Repubblica, pag. 3). La Grecia verso nuove elezioni, piu' vicina l'uscita dall'euro (Il Messaggero, pag. 5). Trattato, Hollande vuole rinegoziare (La Repubblica, pag. 4). 'I governi pensano solo all'austerita' ma cosi' non si da' speranza alla gente'. Intervista al premier belga Elio Di Rupo (La Repubblica, pag. 4). La Bce cambia posizione sulla possibile uscita della Grecia dall'euro (Financial Times, pag.1). Se la Grecia va... Politici e investitori guardano alla probabili conseguenze (Financial Times, pag.7)

salini costruttori

BANCA MONDIALE: Zoellick, Usa e Europa hanno bisogno di imparare di piu' e insegnare di meno. Intervista al numero uno della banca mondiale, Robert Zoellick (Financial Times, pag.4)

CRISI: Marchionne, 'Dopo il rigore serve la crescita. Il governo acceleri'. La Fiat non vuole incentivi ma va creata una politica industriale (La Stampa, pag. 7)

JP MORGAN: Il pentimento tardivo. Il numero uno Dimon: abbiamo sbagliato (La Stampa, pag. 21). Ora cadono le prime teste (Il Giornale, pag. 21). Indagini sul ruolo di Londra nelle perdite (Financial Times, pag.1). Richiesta alle banche Usa di privarsi delle divisioni a rischio (Financial Times, pag.17)

MPS: Mps e la Sinistra pessima banchiera (Il Giornale, pag. 21). Mps, tempesta perfetta. E' lotta contro il tempo sui parametri dell'Eba (Affari&Finanza, pag.15)

BANCHE: Banche e bolle immobiliari, cosi' dilaga la febbre spagnola (Affari&Finanza, pag.1,2)

UNICREDIT: In Piazza Cordusio inizia l'era di Vita. Piu' Italia nei conti (CorrierEconomia, pag.1,5)

SERGIO MARCHIONNE A SIXTY MINUTES

BANCO POPOLARE: Saviotti, 'Ora il Banco e' guarito dalla crisi di Italease' (CorrierEconomia, pag.&)

GENERALI: Borsa, Est e dividendi la sfida di Perissinotto sui tre fronti di Generali (Affari&Finanza, pag.1,8)

MEDIASET: Se i 'big spender' la mollano (Affari&Finanza, pag.1,4-5)

AUTOSTRADE: Tempo di fusioni e di concessioni prolungate (CorrierEconomia, pag.4)

PIAGGIO: L'obiettivo al 2014 e' generare in Asia la meta' dei ricavi. Lettera al risparmiatore (Il Sole 24 Ore di Domenica, pag. 1,16)

SORIN: Cuore oltre l'ostacolo, utile 2012 verso i 60 milioni (Affari&Finanza, pag.1,16-17)

SERGIO MARCHIONNE

RECORDATI: Acquisizioni per crescere (Affari&Finanza, pag.24). Recordati: 'La Borsa? Non aiuta. Se potessi, ora lascerei il listino' (CorrierEconomia, pag.10)

PAGAMENTI PA: Il rispetto dei tempi vale 5 miliardi di Pil (Il Sole 24 Ore del Lunedi', pag.1,5)

FISCO: Una pioggia di aumenti nascosti (Il Sole 24 Ore del Lunedi', pag.1,7)

ASSICURAZIONI: Vigilanza, il governo punta su Bankitalia (Affari&Finanza, pag.47)

TESSILE: Patto di filiera per salvare il tessile. Tronconi (SMI): 'Sinergie con i brand per evitare l'escalation di chiusure tra i fornitori' (Il Sole 24 Ore del Lunedi', pag.12)

 

 

NON PIÙ EURO, MA NEURO - L’EURO ORMAI È UN MALATO TERMINALE - LA GRECIA HA I MESI CONTATI, LA SPAGNA È AL COLLASSO

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Massimo Restelli per "Il Giornale"

La crisi di governo che imprigiona la Grecia rappresenta una mina pronta a esplodere nella pancia di Eurolandia: Atene ha risorse per resistere qualche mese - secondo alcuni analisti non oltre due - poi, in mancanza di un nuovo intervento da parte della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale, la bancarotta diventerebbe una realtà, insieme all'addio all'euro.

CRISI GRECIA MANIFESTANTI IN PIAZZA CONTRO LE MISURE DEL GOVERNO

Per quanto quello di Atene sia un dramma annunciato, i prossimi 60 giorni promettono quindi di essere decisivi per l'integrità di Eurolandia. Malgrado Bruxelles appaia maggiormente preparata rispetto a due anni fa ad affrontare il peggio, nelle sale operative ci si domanda se gli 800 miliardi concentrati nel Fondo Esm saranno realmente sufficienti a evitare il contagio.

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Le Borse internazionali potrebbero quindi tornare presto a fare i conti con strappi repentini, provocati dal riaccendersi della guerra contro il debito sovrano europeo: malgrado la calma apparente di venerdì scorso, negli ultimi dodici mesi Piazza Affari ha ceduto il 33% e il 7% da gennaio. Non per nulla la casa di rating Fitch ha già lasciato intendere che potrebbe mettere sotto osservazione l'affidabilità del Vecchio continente, con la conseguenza di dare una sforbiciata ai Paesi ritenuti in bilico.

IL PRIMO MAGGIO DI FRANCOIS HOLLANDE jpeg

Uno scenario molto delicato sia per l'Italia, che da qui a fine anno chiederà al mercato di assorbire circa 140 miliardi di Btp e altre obbligazioni governative per rinfrescare il proprio debito pubblico, sia per altri Stati «periferici». A partire dalla Spagna, che è alle prese con una situazione al limite del collasso per il suo sistema bancario, cui si aggiungono i problemi di Irlanda e Portogallo. A Madrid il rapporto deficit-Pil, senza interventi correttivi, è destinato a restare oltre il 6% nel 2012 e nel 2013.

ANGELA MERKEL

Il dossier greco e quello spagnolo saranno questa sera sul tavolo dell'Eurogruppo, chiamato a trovare una soluzione per favorire la ripresa dei consumi dopo la conferma dello stato di recessione per l'intero 2012. Molto in realtà, dipende da come si risolverà il dibattito in atto tra i Paesi membri per reinterpretare la linea del rigore di bilancio alla luce dell'ascesa dei socialisti in Francia.

Domani sera il neo presidente transalpino, François Hollande, cenerà a Berlino con la cancelliera Angela Merkel: si tratta poco più di un incontro preparatorio, ma lo scontro a distanza è già incominciato. Da un lato il ministro tedesco, il «falco» Wolfgang Schaeuble, ha premesso che il «fiscal compact» non può esser messo in discussione. Dall'altro, l'ala radicale dei socialisti francesi ha replicato che Frau Merkel «non può decidere da sola le sorti dell'Europa». La priorità, secondo Parigi, è «rinegoziare» il trattato europeo pensando al rilancio dell'economia, superando il «rigore» e l'austerity.

Wolfgang SchaeubleJEAN CLAUDE JUNCKER CON ANGELA MERKEL

A dispetto della sintonia difesa dal governo Sarkozy, Parigi e Berlino non sono insomma più d'accordo quasi su nulla. Ulteriori incognite sono poi rappresentate dalla Slovacchia, dove si è insediato un governo socialista, e dall'Olanda, dove sono previste a breve nuove elezioni: il governo dell'Aia era ancora più intransigente di quello tedesco nel pretendere disciplina e rigore dai Paesi del Sud.

Resta quindi da capire come l'Europa calibrerà il rigore fiscale, che Berlino considera una pietra angolare dell'Europa, con la priorità di evitare il collasso della moneta unica: il premier Mario Monti avanzerà la proposta italiana di escludere per tre anni dal patto di bilancio gli investimenti produttivi. In gioco c'è, però, anche il nuovo assetto di comando europeo: sempre ieri, lo stesso Schaeuble si è infatti detto disponibile a guidare l'Eurogruppo, subentrando all'uscente Jean-Claude Juncker.

A quel punto resterebbe da ridisegnare anche il vertice del Fondo salva-Stati ora in mano al tedesco Klaus Regling.

 

 

CAOS MPS - DOPO LA BUFERA GIUDIZIARIA PROFUMO RESTA CON TRE CARTE IN MANO:SPEZZATINO, SOCIO PUBBLICO O RIDIMENSIONAMENTO

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Francesco De Dominicis per "Libero"

ALESSANDRO PROFUMO jpeg

Per capire cosa significhi per Siena il «sistema» Monte dei Paschi, e quindi tastare con mano i timori cagionati dalla tempesta giudiziaria che da mercoledì si è abbattuta sulla provincia toscana, basta fare un salto a Milano, in una delle tante sedi di Mps. Ed eccola sorpresa Qualsiasi tipo di fornitura arriva da artigiani e imprese del comune senese: dalle macchinette del caffé ai quadri raffiguranti avvincenti scene del Palio.

FABRIZIO VIOLA

Funziona così, da sempre: il «Babbo Monte» dà da "mangiare" ai senesi, quasi tutti. E chi non lavora allo sportello prende (legittimamente) soldi in altro modo. Un meccanismo oliato che «finirà» ha detto però ieri il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. La città, perciò, trema e attende le mosse della Procura di Siena Tra i quattro indagati, ci sarebbero l'ex dg, Antonio ogni, e i tre membri del collegio sindacale in carica nel 2008, durante l'assalto da 10 miliardi di euro alla banca Antonveneta, al centro dell'inchiesta. Nessun avviso di garanzia per l'ex presidente, Giuseppe Mussari.

GIUSEPPE MUSSARI

Tuttavia, gli sviluppi dipendono in buona parte dalla Guardia di finanza. Nei fatti, la regia delle indagini è stata spostata a Roma: tutta la documentazione Mps sequestrata è nelle mani del Nucleo di polizia valutaria delle Fiamme gialle. È la Gdf a guidare, in qualche modo, le operazioni. Mentre le sorti di Rocca Salimbeni sono nelle mani del nuovo tandem al vertice, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola Secondo indiscrezioni, presidente e amministratore delegato, insieme con un altro paio di membri del cda, avrebbero formato un gruppo direttivo con poteri straordinari.

Gabriello Mancini

Un assetto - che assomiglia parecchio al commissariamento - in grado di mettere fuori gioco una fetta rilevante del vecchio top management. Una «soluzione interna» con la quale sarebbe stata «rassicurata la Banca d'Italia» spiega una fonte vicina al dossier.

FRANCO CECCUZZI

Ora si tratta di capire come verrà disegnato il piano industriale, che dovrebbe arrivare a metà giugno. Le teoriche soluzioni sul tavolo di Profumo sarebbero tre: aumento di capitale propedeutico alla vendita di Mps in Italia sotto forma di "spezzatino" o in blocco a un player straniero; ingresso nell'azionariato della Cassa depositi e prestiti attraverso la conversione degli 1,9 miliardi di euro di Tremonti bond ora in mano al Tesoro; progressivo ridimensionamento del gruppo, con cessioni parziali della rete, mascherato da «banca dei territori». Le prime due piste farebbero perdere alla Fondazione Mps (oggi azionista col 33%) il controllo di Rocca Salimbeni.

Così l'ente guidato da Gabriello Mancini potrebbe fare il tifo per l'ultima alternativa. Anche se Comune e Provincia - che determinano le scelte di palazzo Sansedoni - la pensano diversamente. Per il sindaco Franco Ceccuzzi e il presidente Simone Bezzini serve una svolta e «l'architettura della Fondazione va sottoposta averifica». Ceccuzzi e Bezzini, ieri, hanno messo in discussione financo il 33%: «Per l'autonomia servono i risultati, non i numeri». Quelli di piazza Affari dicono che ieri il titolo è sceso ancora (-1,19%) arrivando a 0,24 euro ad azione. Per Profumo la strada resta in salita.

 

KRAFT HA SPALMATO LA CULONA - HANNELORE KRAFT È LA “REGINA DEL DEBITO”, LA PRESIDENTE CHE HA SCELTO DI INVESTIRE IN SCUO

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Marina Verna per www.lastampa.it

HANNELORE KRAFT HANNELORE KRAFT FESTEGGIA

Le donne funzionano in modo diverso dagli uomini, non meglio o peggio. Hanno altri pensieri, altre esperienze, altre priorità». E così, «funzionando» in modo diverso e infilandosi là dove gli uomini non volevano andare per esempio, a raccogliere i cocci delle sconfitte - la socialdemocratica Hannelore Kraft è arrivata per la seconda volta in venti mesi in cima al suo Land, il Nord Reno-Vestfalia. Rieletta con un programma di spesa dopo che il suo governo era caduto per eccesso di debiti. E c'è pure chi la suggerisce come antiMerkel alle elezioni federali del 2013. Due donne diametralmente opposte, due politiche inconciliabili: il rigore contro l'indebitamento.

HANNELORE KRAFT BACIA IL MARITO

Il destino del nuovo ministro-presidente è già nel nome: Kraft, forza. E di forza gliene è occorsa tantissima per coprire la lunga strada che da Müllheim - la cittadina della Ruhr dov'è nata nel 1961, figlia di un tranviere e una commessa - l'ha portata ai palazzi del potere di Düsseldorf, l'elegante capitale del Land dove però lei non abita: la sua città è sempre Müllheim, di cui ha conservato il forte accento e i modi semplici e solidi.

HANNELORE KRAFT

E dove vive con il marito, conosciuto ai tempi della scuola a una festa di Carnevale, e il figlio diciannovenne. Lì ha studiato, ha preso un diploma e ha cominciato a lavorare in banca. Ma era una vita troppo piccola. Così si è iscritta all'Università e ha studiato economia, laureandosi a Duisburg a 28 anni, con un intermezzo al King's College di Londra. Il nuovo lavoro è conseguente: consulente aziendale per la piccola industria. Il suo mondo è quello: la Ruhr operosa e modesta.

HANNELORE KRAFT

La politica arriva, un po' a sorpresa, nel 1994, alle elezioni comunali a Müllheim. Serve un volto nuovo, lei è capace, dopo pochi mesi ha già un ruolo di responsabilità. Bastano sei anni per fare il salto nel parlamento regionale e poche settimane per diventare ministro degli Affari federali ed europei, poi dello Sviluppo tecnologico. Il grande salto avviene nel 2005 quando, dopo 39 anni di governo ininterrotto, la Spd è battuta dalla Cdu e perde il Land. I politici locali, stravolti i e avviliti, non sanno come ricominciare.

JOACHIM PAUL DEI PIRATI

Affidano a lei la riscossa, nominandola nei posti-chiave che servono a prepararla: capogruppo al parlamento, responsabile del partito. È la prima donna eletta in quelle cariche. Cinque anni dopo Kraft restituisce il Land al suo partito, anche se con un governo di minoranza. Da ministro-presidente dimostra che cosa significhi «funzionare diversamente». Fa una classica politica socialdemocratica: più giustizia sociale, più asili, scuole mgiliori, aiuti alle famiglie. Per lei i debiti sono «denaro ben investito». «È la regina del debito, una irresponsabile», la accusano dall'opposizione.

hannelore KRAFT

Effettivamente, Kraft spende molto, oltre a non aggredire il debito (172 miliardi di euro): abolisce le tasse universitarie che il suo predecessore aveva appena messo, riforma il sistema scolastico, promulga nuove leggi per l'integrazione. Tutte riforme che costano. Nel 2011 il deficit è di tre miliardi e la Corte dei conti boccia una manovra perchè contempla troppi nuovi debiti. A marzo 2012, davanti a una finanziaria che prevede un deficit ancora superiore al 2011 - 3,6 miliardi - l'opposizione fa cadere il governo. Ma oggi Kraft è di nuovo in sella con una percentuale altissima, che le consentirà di formare una maggioranza con i verdi.

FESTEGGIA IL PARTITO DEI PIRATI TEDESCO

«Non dobbiamo solo risparmiare», è stato il mantra ripetuto in campagna elettorale. «Risparmiamo in modo coerente, miglioriamo le entrare, ma ricordiamoci che nessun bambino deve restare indietro. Perché se resta indietro ci costerà molto di più». Conti alla mano, ha dimostrato che spendere bene per la famiglia e l'istruzione permette di ridurre gli immensi costi delle «riparazioni» per i disastri familiari e scolastici. Ogni anno, ha ricordato, «il Nord Reno-Vestfalia paga 23 miliardi in "riparazioni" su un bilancio di 55 miliardi. Perché non aiutiamo prima genitori e insegnanti? A conti fatti, spenderemo meno». E gli elettori le hanno creduto.

PARTITO DEI PIRATI TEDESCHI

PIRATI E SINISTRA
ANSA - Non fa quasi più notizia poi l'ennesima affermazione dei Pirati, che col 7,7% dei voti (1,6% nel 2010) entrano a questo punto nel quarto Palamento regionale: dopo Berlino, Saarland, e Schleswig Holstein. Il loro leader, Joachim Paul ha detto in campagna elettorale di voler imparare, più che governare. Esce invece anche da questo Parlamento regionale la sinistra della Linke, con il 2,6% ((5,6% nel 2010).

 

 

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