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INIZIA (L’ULTIMO?) CDM DEL GOVERNO BERLUSCONI - ROMANO (GIÀ SALVATO DAL CARROCCIO) VEDE UNO SPIRAGLIO

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1. GERMANIA, MERKEL-SARKOZY FRAINTESI SU BERLUSCONI...
(ANSA)
- "Le allusioni italiane sul sorriso scambiato ieri in conferenza stampa tra Merkel e Sarkozy sono basate su un equivoco". E' quanto fanno notare all'ANSA fonti governative tedesche commentando l'episodio di ieri a Bruxelles quando in conferenza stampa è stata posta loro una domanda sulle rassicurazioni fornite da Silvio Berlusconi.

Silvio Berlusconi

"Il video della conferenza stampa - spiegano le stesse fonti - mostra chiaramente che Merkel e Sarkozy, di fronte alla domanda, si sono scambiati un sorriso sull'incertezza generata da chi dovesse rispondere prima alla domanda stessa"

2. BERLUSCONI: NESSUNO PUO' DARE LEZIONI IN EUROPA, NESSUN 'COMMISSARIO'...
Radiocor
- 'Nessuno nell'Unione puo' autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei. Nessuno e' in grado di dare lezioni ai partner'. Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Quanto all'andamento dei conti pubblici e degli impegni assunti nei confronti dell'Ue, il cavaliere puntualizza: 'L'Italia ha gia' fatto e si appresta a completare quel che e' nell'interesse nazionale ed europeo, e che corrisponde al suo senso di giustizia e di equita' sociale.

UMBERTO BOSSI

Onoriamo il nostro debito pubblico puntualmente, abbiamo un avanzo primario piu' virtuoso di quello dei nostri partner, faremo il pareggio di bilancio nel 2013 e nessuno ha alcunche' da temere dalla terza economia europea, e da questo straordinario Paese fondatore che tiene cara la cooperazione sovranazionale almeno quanto la sua orgogliosa indipendenza'.

3. CRISI: BRUXELLES, NON CI SONO SVILUPPI SU EFSF E ITALIA
Radiocor
- 'Non c'e' nessuno sviluppo che riguardi il Fondo salva-stati Efsf e l'Italia'. Lo ha indicato il portavoce del commissario Ue Olli Rehn in relazione alle indiscrezioni riportate da Le Monde e dalla Afp secondo cui tra gli scenari possibili e' allo studio un intervento Efsf per sostenere le emissioni italiane.

4. ROMANO, POSSIBILE INTESA CON LEGA; FORSE SU DDL
(ANSA)
- Saverio Romano, ministro dell'Agricoltura, entrando al Consiglio dei ministri si dice fiducioso sulla possibilità di trovare un'intesa con la Lega sulla riforma delle pensioni, magari usando lo strumento del ddl anziché di un decreto.

merkel e sarko ridono di berlusconi

"Tenteremo di convincere gli amici della Lega" sul tema delle pensioni, ha detto il ministro dell'Agricoltura fermandosi a parlare con i giornalisti prima di entrare a Palazzo Chigi. "Anche perché le pensioni - ha aggiunto - non andrebbero toccate ma si tratterebbe solo di far andare in pensione non più a 65 anni ma a 67". "Penso che ci sia la possibilità di trovare una linea di intesa - ha concluso - che potrebbe essere il percorso parlamentare" con lo strumento del disegno di legge anziché del decreto.

SARKOZY E MERKEL

5. SALVINI, GOVERNO KO SE DL SENZA ASCOLTARE LEGA...
(ANSA) -
"Se il Pdl farà passare il decreto sull'innalzamento dell'età pensionabile con i voti del Terzo Polo vorrà dire che non c'é più maggioranza e, quindi, governo". La maggioranza in realtà ci sarebbe. "Ma sarebbe una maggioranza diversa rispetto a quella che hanno votato gli italiani quattro anni fa". Lo dice Matteo Salvini europarlamentare della lega a Radio2. Quindi se passa il decreto, voi mollate il Governo?". "Ovvio - risponde - sì, yes, oui. Noi usciremo da un Governo che per una decisione come questa esclude la Lega e vota coi democristiani", spiega Salvini. Ma Berlusconi sta seguendo le direttive di Bruxelles, è la domanda. "A Bruxelles - risponde - si fanno anche delle vaccate. Se mi dicono di tagliare le pensioni, io gli dico 'taglia tua sorella'!".

6. FRATTINI, IN CDM MI ASPETTO BUON SENSO...
(ANSA)
- Al Consiglio dei ministri di questa sera "mi aspetto buon senso e ragionevolezza, siamo in una barca che non consente rallentamenti perché l'Ue ci chiede un'accelerazione. Lo faremo nell'interesse dell'Italia". Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a margine di un convegno organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, rispondendo ai cronisti sulle divergenze emerse tra Pdl e lega sulla riforma delle pensioni.

olli rehn

"Credo che tutte le forze politiche - ha proseguito il ministro - quelle di maggioranza e quelle di opposizione, si debbano ritrovare intorno all'interesse nazionale. Noi facciamo tutto questo non per Bruxelles ma lo facciamo perché è un interesse dell'Italia".

7. INCONTRO BERSANI-CASINI, PREOCCUPATI PER ITALIA...
(ANSA)
- Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il leader Udc Pier Ferdinando Casini si sono visti oggi all'ora di pranzo a Bologna. Un faccia a faccia nel quale entrambi hanno espresso preoccupazione per la situazione economica italiana e sullo stallo nell'azione di governo nonostante le pressioni dell'Europa ad adottare misure urgenti.

8. MARCEGAGLIA, PRESIDENTE CONSIGLIO PRENDA DECISIONI LUNGIMIRANTI...
Radiocor
- 'Penso che il Presidente del Consiglio stasera deve decidere se fare un decreto per il Paese, anche se parte della sua maggioranza non ci sta, oppure non farlo e tenere la maggioranza unita, non fare la riforma delle pensioni perche' la Lega non lo vuole. Credo che presidente del Consiglio abbia la forza di capire che ci sono momenti per fare grandi scelte. Il Paese sara' in posizione migliore se si faranno queste scelte'.

Cosi' la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che parlando al convegno 'Make it in Italy' ha aggiunto: 'l'appello a nome degli imprenditori e' decidere di fare le cose con lungimiranza e con forza. l'Italia non e' paragonabile alla Grecia e alla Spagna. Abbiamo una situazione forte, uniamoci, lavoriamo insieme. Credo che il Paese ce la puo' fare e uscire da questa situazione che non ci meritiamo. Dobbiamo essere una voce forte, autonoma e indipendente per guardare al futuro con piu' ottimismo'.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO

9. BOZZA DL SVILUPPO: IN ARRIVO DODICI CONDONI...
(ANSA)
- Dodici diversi tipi di condono. E' quanto contenuto nella nuova bozza del dl Sviluppo che l'ANSA è in grado di anticipare. Si va dalla riapertura per gli anni pregressi alla regolarizzazione delle scritture contabili, fino a quello per i tributi locali.

Le sanatorie previste nella bozza del dl Sviluppo sono tutte fiscali: riapertura dei termini per gli anni pregressi; regolarizzazione delle scritture contabili; accertamento con adesione per i periodi di imposta pregressi; definizione dei ritardati od omessi versamenti; definizione degli atti di accertamento e di contestazione, degli avvisi di irrogazione delle sanzioni, degli inviti al contraddittorio e dei processi verbali di constatazione; definizione delle liti pendenti; definizione dei tributi locali; definizione agevolata ai fini delle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni (proroga di termini); definizione degli importi non versati; regolarizzazione di inadempienze di natura fiscale; proroga di termini per risolvere la violazione dell'obbligo della dichiarazione Iva; cumulabilità delle definizione agevolate.

10. BOZZA, CON 50 EURO ANNO SANATORIA CANONE RAI...
(ANSA)
- Regolarizzazione per il canone Rai non versato (50 euro l'anno) e per i manifesti politici. E' quanto prevede la nuova bozza del decreto Sviluppo. Per il canone si tratta dei versamenti non effettuati fino al 31 gennaio 2011. Per 'manifesto selvaggio' si potrà regolarizzare con 750 euro l'anno per affissioni fino al 2010.

Le violazioni relative al canone - si legge nel testo - nonché alla tassa di concessione governativa commesse fino al 31 gennaio 2011, possono essere definite, entro il 2 aprile 2012, anche nelle ipotesi in cui vi sia un procedimento amministrativo o giurisdizionale in corso, con il versamento di una somma pari a 50 euro per ogni annualità dovuta.

Matteo Salvini

Per 'manifesto selvaggio' invece le violazioni ripetute e continuate delle norme in materia di affissioni e pubblicità commesse fino al 31 dicembre 2010 mediante affissioni di manifesti politici possono essere sanate in qualunque ordine e grado di giudizio nonché in sede di riscossione delle somme eventualmente iscritte a titolo sanzionatorio, mediante il versamento, a carico del committente responsabile, di un'imposta pari, per il complesso delle violazioni commesse e ripetute, a 750 euro per anno e per provincia.

11. BOZZA; VENDITA IMMOBILI,RICAVI A ENTI LOCALI...
(ANSA)
- "Ottimizzazione degli spazi per gli immobili utilizzati dalla pubblica amministrazione", "vendita del patrimonio residenziale pubblico agli inquilini" e "ricavi della vendita agli enti locali per spese di investimento in deroga al patto di stabilità". E' quanto prevede il dl Sviluppo che che l'ANSA può visionare.

12. BOZZA; ASILO NIDO IN CAMBIO TAGLIO STIPENDIO...
(ANSA)
- Gli accordi aziendali "possono prevedere che il datore di lavoro e il lavoratore si accordino su una retribuzione inferiore a quella dovuta, in cambio di servizi messi a disposizione dal datore di lavoro, quali asili nido, servizi alla persona ovvero misure per la mobilità". E' quanto si legge nel dl Sviluppo in possesso dell'ANSA.

EMMA MARCEGAGLIA

13. INTERESSE STRATEGICO PER TORINO-LIONE...
(ANSA)
- Le aree interessate ai lavori per la Torino-Lione diventano "aree di interesse strategico nazionale". Lo prevede la bozza del dl Sviluppo. Quindi chiunque si introdurrà nelle aree di interesse strategico ovvero impedirà l'accesso autorizzato alle aree sarà punito a norma dell'articolo 682 del codice penale.

14. AGEVOLAZIONI PER CASA PRECARI UNDER 40 ...
(ANSA)
- L'aliquota Iva relativa all'acquisto dell'abitazione principale da parte di giovani al di sotto dei 40 anni e titolari di reddito da lavoro parasubordinato è fissata nella misura dell'1%. Lo prevede la bozza del decreto sviluppo. Arrivano inoltre agevolazioni Irpef per gli studenti lavoratori.

TREMONTI-ROMANI

15. APPROVAZIONE UNICA CIPE PER OPERE STRATEGICHE...
(ANSA)
- Arriva l'approvazione unica del progetto preliminare per le opere strategiche: il Cipe potrà procedere all'approvazione, su richiesta del soggetto aggiudicatore, del solo progetto preliminare, eliminando l'esame di quello definitivo qualora ci sia coerenza tra i due. Lo prevede il dl sviluppo che l'ANSA può visionare. "Il Cipe - si legge nella bozza - può valutare il progetto preliminare ai fini dell'approvazione unica dello stesso, assicurando l'integrale copertura finanziaria del progetto".

 


MILANO A +0,7% - VOLA IMPREGILO, CALANO BPM ED EDISON - FONDO SALVA-STATI, LA GERMANIA VOTA MERCOLEDÌ

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piazza affari

1 - BORSA, LA GIORNATA: MILANO SPINTA DA WALL STREET, VOLA IMPREGILO...
(LaPresse)
- Il buon avvio di Wall Street riporta in territorio positivo la Borsa di Milano, che chiude più cauta delle sue principali colleghe europee ma si mantiene sopra la parità. L'indice Ftse Mib mostra un rialzo dello 0,72% a 16.232,26 punti e il Ftse All-Share cresce dello 0,71% a 17.035,08 punti. Nel resto d'Europa il Dax di Francoforte guadagna l'1,41% a 6.055,27 punti, il Ftse 100 di Londra mostra un incremento dell'1,08% a 5.547,79 punti e il Cac 40 di Parigi sale dell'1,55% a 3.220,46 punti. A Madrid, l'indice Ibex avanza dell'1,18% a 8.957,1 punti. Tonfo invece per Atene, che chiude con il 6,7% di ribasso e il tracollo dei titoli bancari sulla possibilità di un possibile maxi taglio sui rimborsi dei bond della Grecia. L'haircut sui titoli ellenici dovrebbe ammontare al 50%, stando agli ultimi rumors.

John Elkann

A Milano le banche chiudono in difficoltà, con Banco Popolare (-0,58% a 1,192 euro), Bper (-1,41% a 6,295 euro), Unicredit (-0,55% a 0,9 euro) e Popolare di Milano (-3,35% a 1,646 euro). Oggi il presidente uscente di Piazza Meda, Massimo Ponzellini, ha reso noto il contenuto della lettera di Bankitalia sul prossimo consiglio di gestione che sarà scelto dal consiglio di sorveglianza con la maggioranza in mano all'associazione Amici della Bipiemme. Via Nazionale chiede all'istituto di scegliere i componenti "tra professionalità esterne", alla luce delle ispezioni di mesi scorsi. Chiude debole ma sopra la parità Banca Montepaschi (+0,05% a 0,36 euro). Fanno meglio Ubi Banca (+0,88% a 2,99 euro) e Intesa Sanpaolo (+0,86% a 1,29 euro).

Tra gli altri titoli bene la galassia Agnelli, con Fiat (+1,87% a 4,9 euro), Fiat industrial (+5,84% a 6,07 euro) e la controllante Exor (+1,57% a 16,15 euro). Secondo l'amministratore delegato di Fiat e presidente di Fiat Industrial, Sergio Marchionne, i due gruppi insieme supereranno quest'anno il risultato operativo registrato nel 2008, il record in 109 anni di storia del Lingotto. Ottima performance per Impregilo, che vola del 6,89% a 2,202 euro. Bene anche Mediaset (+4,35%), Pirelli (+1,48%), Prysmian (+3,12%), Stm (+3,51%), Tenaris (+2,9%).

ANGELA MERKEL

Cadono Mediolanum (-1,22%), Snam Rete Gas (-1,68%) e A2A (-1,99% a 0,983 euro), dopo che la società ha partecipato all'incontro con i rappresentanti del colosso francese Edf sul riassetto di Edison. I transalpini sono pronti a chiedere l'esenzione dall'obbligo di Opa su Foro Buonaparte alla Consob e hanno proposto ai soci in Delmi (tra cui A2A) una ristrutturazione che permetta a Edf di prendere la maggioranza in Edison e agli italiani di creare un nuovo player nazionale attivo nel settore delle rinnovabili. Fuori dal paniere principale, Edison chiude con un tonfo del 5,96% a 0,884 euro.

2 - BORSE EUROPEE: LONDRA +1,08%, FRANCOFORTE +1,41%, PARIGI +1,55%...
(LaPresse)
- Chiusura sopra la parità per le principali Borse europee. Il Dax di Francoforte guadagna l'1,41% a 6.055,27 punti, il Ftse 100 di Londra mostra un incremento dell'1,08% a 5.547,79 punti e il Cac 40 di Parigi sale dell'1,55% a 3.220,46 punti. A Madrid, l'indice Ibex avanza dell'1,18% a 8.957,1 punti. Tonfo invece per Atene, che chiude con il 6,7% di ribasso e il tracollo dei titoli bancari sulla possibilità di un possibile maxi taglio sui rimborsi dei bond della Grecia.

ignazio visco

3 - PARLAMENTO TEDESCO VOTERÀ SU FONDO SALVA-STATI MERCOLEDÌ...
(LaPresse/AP)
- Il Parlamento tedesco voterà mercoledì in seduta plenaria per aumentare i poteri del Fondo di salvataggio europeo. Lo rende noto Frank-Walter Steinmeier, leader parlamentare dell'opposizione socialdemocratica, confermando la notizia dopo che i parlamentari sono stati aggiornati dal cancelliere Angela Merkel sui progressi dei piani di salvataggio dell'eurozona. Fonti ufficiali dell'entourage della Merkel avevano detto che un voto è stato programmato in Parlamento. Secondo la legge tedesca, basterebbe un voto della Commissione bilancio perché il piano venga approvato, ma i deputati conservatori hanno proposto un'approvazione dell'intero Parlamento per sottolineare l'importanza della decisione.

4 - BANKITALIA: OK UNANIMITA' CONSIGLIO SUPERIORE A VISCO GOVERNATORE...
Radiocor
- Via libera all'unanimita' dal Consiglio Superiore della Banca d'Italia all'indicazione del nome di Ignazio Visco per la carica di Governato re dell'istituto. Lo conferma a Radiocor il consigliere anziano Paolo Blasi che ha presieduto la riunione straordinaria del Consiglio. 'Abbiamo mandato il tutto al presidente del Consiglio Berlusconi' aggiunge.

gba 01 marco turrina graziano tarantini

5 - EDISON: TARANTINI, DA EDF PROPOSTA IRRICEVIBILE, NON SVENDIAMO...
Radiocor
- 'La proposta di Edf per il riassetto di Edison e' irricevibile, non va assolutamente bene. Bisogna ripartire dall'accordo di marzo migliorato su alcuni punti che riguardano sia Edison sia A2A'. Lo ha dichiarato Graziano Tarantini, presidente del consiglio di sorveglianza di A2a, all'uscita da un vertice con l'assessore al Bilancio del Comune di Milano, Bruno Tabacci. 'Su questa valutazione - ha aggiunto - siamo in linea con i due comuni azionisti, Milano e Brescia, non possiamo svendere la societa'' ha indicato.

6 - EDISON: PIQUEMAL, OPERAZIONE INDUSTRIALE, NON FINANZIARIA...
Radiocor -
'Il nostro obiettivo e' essere al 50% di Edison, con il controllo industriale. Non vogliamo il 100%, vogliamo un azionariato italiano forte e una societa' quotata alla Borsa di Milano. Non abbiamo una visione egemonica. Vogliamo fare un'operazione industriale, non finanziaria'. Cosi' il direttore finanziario di Edf, Thomas Piquemal, ha riassunto gli obiettivi del gruppo francese nella conference call in cui ha illustrato le proposte presentate oggi ai partner italiani di Delmi per il futuro di Edison.

Piquemal ha detto di avere informato il Governo italiano della nuova proposta. Quanto alla deadline del 30 ottobre per il raggiungimento di un accordo, concordata a settembre, il cfo ha indicato che resta valida, nel senso del raggiungimento 'delle grandi linee di un accordo'. Per la finalizzazione dell'intesa 'ci vorra' piu' tempo', ha aggiunto.

EDISON

7 - EDISON: EDF, PROPOSTA DI MARZO RESTA SUL TAVOLO...
Radiocor
- Nessuna replica da parte di Edf alle dichiarazioni di Graziano Tarantini, presidente del cds di A2A che ha definito 'irricevibile' la proposta presentata o ggi dal gruppo francese per la riorganizzazione di Edison, indicando piuttosto l'accordo di marzo quale base da cui ripartire. Il direttore finanziario di Edf, Thomas Piquemal, nel corso di una conference call aveva d'altro canto spiegato che la proposta odierna e' 'alternativa a quella di marzo, che resta sul tavolo'. Edf con la nuova proposta ha inteso venire incontro a due esigenze emerse da parte dei partner italiani riuniti in Delm, ovvero quella della liquidita' e la costituzione del polo di energie rinnovabili.

8 - BCE: ACQUISTATI BOND PUBBLICI PER 4,49 MLD LA SCORSA SETTIMANA...
Radiocor -
La Banca centrale europea ha acquistato titoli governativi per 4,49 miliardi di euro la scorsa settimana, circa il doppio di quelli acquistati la settimana precedente per 2,243 miliardi. Le nuove operazioni hanno portato a 169,5 miliardi di euro il totale di titoli di stato comprati dalla Bce nell'ambito del programma messo in campo da maggio.

henri-proglio-edf

9 - BPM: MAZZOTTA, ORA UNITA', TUTTI DIANO FIDUCIA A MANAGEMENT...
Radiocor
- 'Il risultato dell'assemblea ha mostrato in modo chiaro la volonta' dei soci. Adesso l'importante e' che vengano superate le divisioni e si rit rovi la necessaria unita' nel consiglio e negli organi di gestione'. Cosi' Roberto Mazzotta, ex presidente della Banca Popolare di Milano, in un colloquio con Radiocor commenta l'esito dell'assemblea di sabato, che ha visto prevalere la lista sostenuta dall'Associazione Amici in ticket con Andrea Bonomi come partner industriale.

'I mercati - nota Mazzotta - non consentono di perdere tempo per il rafforzamento della banca e per la ripresa a piena ritmo dell'attivita' operativa, dopo le recenti divisioni'. Quanto al futuro capo azienda, Mazzotta esprime la sua fiducia nella struttura della banca e quindi anche nell'attuale direttore generale Enzo Chiesa: 'Ritengo che la banca abbia una buona struttura manageriale e operativa e in un momento come questo alla struttura deve essere data fiducia da parte di tutti', spiega. S

ANDREA BONOMI

econdo quanto riferito dallo stesso Chiesa, Mazzotta l'avrebbe voluto alla guida della banca dopo l'uscita di Fabrizio Viola, ma per questioni di equilibri interni gli era stato preferito Fiore nzo Dalu. Ora, sottolinea Mazzotta, 'il sostegno ai manager deve arrivare da tutti, in primo luogo dall'interno. Quanto alle autorita', io credo che quando devono intervenire e' bene che intervengano, poi pero' lascino lavorare'.

10 - MORETTI (FS): NON VENDEREMO MAI LE NOSTRE STAZIONI...
(LaPresse)
- "Mai venderemo le stazioni. Gli asset proprietari sono del gruppo Fs e non sono in vendita". Lo ha dichiarato Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie Italiane, a margine della presentazione della Sala blu, servizio per i disabili, alla Stazione centrale di Milano.

ENZO CHIESA E MASSIMO PONZELLINI

11 - MORETTI (FS): GOVERNO TAGLIA? NON SAPREMO COME PAGARE GLI STIPENDI...
(LaPresse)
- "Tagli al trasporto regionale? E' quello che dice l'assessore Cattaneo, è quello che dicono le Regioni: in quel caso non sapremmo come fare perché non possiamo pagare stipendi e fare servizi se non abbiamo i ricavi per poter coprire i costi".

12 - BORSA: IMPREGILO BALZA (+6,8%) SU IPOTESI OPA DA PARTE DEI SALINI...
Radiocor
- Per gli analisti di Intermonte esiste almeno il 30% di possibilita' che Pietro Salini, costruttore romano che ha di recente fatto il suo ingresso nel principale general contractor italiano con l'8,13%, lanci un'Opa sulla societa'. Basta queste poche righe riportate in un articolo di Affari&Finanza a scatenare la speculazione sul titolo Impregilo che guadagna al momento il 6,8% a 2,2 euro.

Con scambi pari a quasi 6 milioni di pezzi. Nell'articolo si ipotizza che il costruttore romano sia pronto a sferrare l'attacco a Impregilo - controllata dalle famiglie Benetton, Gavio e Ligresti riunite nella holding Igli - con l'intento primario di fondere la Salini Costruzioni nel grande general contractor e in campo - ipotizza il settimanale di Repubblica - secondo runors ci sarebbe anche Caltagirone. L'Opa si finanzierebbe da sola vendendo la partecipata Ecorodovias.

MAURO MORETTI

13 - FIAT: SORPRESI DA RICHIESTA CONSOB, SIAMO SEMPRE TRASPARENTI CON TUTTI...
(LaPresse)
- "Siamo rimasti sorpresi dal fatto che una richiesta della Consob, di natura limitata alle parti, con cui l'autorità di tutela dei mercati finanziari ha ritenuto rientrare nella sua sfera di competenza l'acquisizione di ulteriori dettagli produttivi sul piano industriale, abbia trovato ampia copertura nei media. Siamo sempre stati della massima trasparenza con i mercati, le istituzioni e le parti sociali". Lo ha detto l'a.d. Fiat Sergio Marchionne a un convegno all'Unione industriale in merito alla richiesta dell'ente di controllo della Borsa sul piano 'Fabbrica Italia'.

14 - FIAT, MARCHIONNE: DA FIOM TIRANNIA MINORANZA, MINACCIA PRODUZIONE
(LaPresse)
- Quella della Fiom è "tirannia della minoranza". Parole di Sergio Marchionne. "La posizione della Fiom - ha spiegato all'Unione industriale di Torino - è sempre stata preconcetta, anacronistica, alimentata da un antagonismo a priori, e più preoccupata di tutelare il proprio potere che gli interessi collettivi".

"E' sempre stata - ha ribadito - molto più politica che sindacale. Anche quando gli accordi che abbiamo raggiunto con le altre organizzazioni sindacali sono stati votati e approvati direttamente dalla maggioranza dei lavoratori, non solo non c'è stato il rispetto sacrosanto della volontà liberamente espressa, ma ci siamo visti intentare una causa legale. La cosa veramente offensiva in tutto questo è che stiamo vivendo un periodo di tirannia della minoranza".

SERGIO MARCHIONNE

15 - FIAT, MARCHIONNE: NON È LICENZIANDO CHE SI DIVENTA PIÙ EFFICIENTI...
(LaPresse)
- "Non è licenziando che si diventa più efficienti". "Non è il costo del lavoro - ha aggiunto - di per sè che fa la differenza tra un'azienda competitiva ed una relegata ai margini del mercato".

16 - INTESA SANPAOLO: PASSERA, AUMENTO GIA' FATTO, E' OLTRE 10% CORE TIER1...
Radiocor -
'L'aumento di capitale l'abbiamo gia' fatto'. Cosi' l'a.d. di Intesa Sanpaolo a chi gli chiede se l'istituto si prapara a una nuova r icapitalizzazione dopo che il summit Ue del fine settimana ha calcolato la necessita' di nuovi capitali per le banche europee in 108 miliardi. Nel ricordare che la ricapitalizzazione e' stata fatta in tempi non facili, Passera sottolinea come 'il nostro core tier 1 e' sopra il 10%'.

17 - LUXOTTICA: FATTURATO 3° TRIM. A 1,5 MILIARDI, UTILE NETTO A 106 MLN...
(LaPresse)
- Nel terzo trimestre del 2011, il fatturato di Luxottica ha mostrato un incremento del 10,0% a parità di cambi (+4,0% a cambi correnti), passando da 1.464,7 milioni di euro a 1.523,8 milioni. Nei primi nove mesi, quindi, il fatturato è cresciuto del 9,6% a parità di cambi2 a 4.713,5 milioni di euro (4.451,5 milioni nello stesso periodo del 2010). Considerando le performance operative, l'Ebitda è risultato in progresso rispetto all'anno precedente, passando da 263,5 milioni di euro del terzo trimestre 2010 a 276,0 milioni (+4,7%).

han 22 giuseppe vegas

L'utile netto del terzo trimestre del 2011 è quindi cresciuto a 106,1 milioni di euro (101,9 milioni nel 2010, +4,1%), corrispondente a un Eps (utile per azione) di 0,23 euro (con un cambio medio euro/dollaro pari a 1,4127). L'Eps in dollari è invece cresciuto del 13,4% a 0,33 dollari. Nel corso del terzo trimestre del 2011 è proseguita la forte generazione di cassa positiva3 (200 milioni di euro). L'indebitamento netto al 30 settembre 2011 è risultato quindi pari a 2.078 milioni di euro (2.111 milioni a fine 2010), con un rapporto indebitamento netto/Ebitda pari a 1,8 rispetto a 2,0 di fine 2010.

18 - DEL VECCHIO RISPONDE AI RAGAZZI DEL HEDGE FUND...
Carlo Cinelli e Federico De Rosa per "CorrierEconomia"
- Di sviluppo e futuro si è parlato anche giovedì scorso a Milano. Con i diretti interessati: 600 ragazzi invitati da Paolo Basilico a un seminario dal titolo più che eloquente, «Essere giovani in Italia non è una disgrazia». Il fondatore dell'hedge fund Kairos li ha trovati con il passaparola, tra figli di amici e clienti.

Accorsi in massa ad ascoltare le storie di chi ce l'ha fatta nella finanza, come Basilico, nell'alimentare, di cui hanno parlato Oscar Farinetti di Eataly e il «gelataio» Guido Martinetti, patron di Grom, e su Internet con Paolo Ainio di Banzai. Ma più di tutti è stato un ospite in particolare a catturare l'attenzione, vista anche la proverbiale riservatezza: Leonardo Del Vecchio, rimasto fino a tarda sera a rispondere agli ospiti.

MAURIZIO LANDINI

19 - MARCEGAGLIA LANCIA SQUINZI (MAPEI) PER LA SUA SUCCESSIONE...
Carlo Cinelli e Federico De Rosa per "CorrierEconomia"
- Per essere un presidente in scadenza Emma Marcegaglia non si sta risparmiando. Tra una stoccata e un ultimatum al governo, il numero uno di Confindustria pensa però anche al futuro. Non solo al suo, ma anche a quello di Viale dell'Astronomia. È la sensazione che hanno avuto Elio Catania, Pietro Guindani, Nicola Ciniero e buona parte dei 30 imprenditori invitati martedì scorso in Assolombarda dalla presidente di Confindustria per una colazione riservata.

In cui si è parlato, tra le tante cose, anche del caso Fiat, con i presenti concordi con le posizioni della Marcegaglia. Che al lunch aveva invitato anche Giorgio Squinzi, avversario di Alberto Bombassei nella corsa alla successione in Viale dell'Astronomia.

passera

20 - ORACLE VERSO ACQUISIZIONE SOFTWARE 'CLOUD' RIGHTNOW PER 1,5 MLD DLR...
(LaPresse/AP) -
La società di software Oracle è pronta ad acquisire RightNow Technologies per circa 1,5 miliardi dollari. Lo ha annunciato la stessa Oracle, spiegando che l'offerta è di 43 dollari per azione ed equivale a un premio sulla chiusura di venerdì di RightNow, a 35,96 dollari per azione, del 19,6%. Il cda della società da acquisire ha accettato l'operazione che rimane però soggetta al via libera dell'assemblea degli azionisti. Oracle prevede di completare l'acquisto entro la fine di quest'anno o all'inizio del prossimo. RightNow è attiva nella produzione di software per servizi 'cloud'.

Leonardo del vecchio

21 - BILANCIA PAGAMENTI: AD AGOSTO ESTERO IN FUGA DA TITOLI ITALIA PER 21MLD...
Radiocor
- Ad agosto gli investitori esteri hanno disinvestito dall'Italia titoli di portafoglio, cioe' azioni e obbligazioni, per 21 miliardi netti: il dato peggiore dal novembre del 2009 (-30 miliardi). La fuga era gia' iniziata a luglio ma l'indizio che in agosto fosse diventata piu' ampia l'aveva offerto l'allargamento dello spread BTp-Bund ai livelli record nei giorni a ridosso del varo della manovra correttiva dei conti pubblici di agosto. Oggi arriva la conferma nei dati della bilancia dei pagamenti diffusi dalla Banca d'Italia.

A luglio i disinvestimenti di portafoglio degli esteri avevano raggiunto i 20,43 miliardi (dato ancora provvisorio). Situazione completamente diversa ancora il mese precedente: giugno viene archiviato da Banca d'Italia con afflussi di investimenti di portafoglio dall'estero per 25,4 miliardi.

 

FABIO VOLO PRESENTA IL SUO ULTIMO LIBRO E FOLLE DI FAN ADORANTI LO RIVERISCONO MANCO FOSSE PHILIPH ROTH

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FABIO VOLO AI TEMPI DELL'INTERVISTA NUDO AD ALESSIA MARCUZZI PER "LE IENE"
http://www.maidireweb.it/view_video.php?viewkey=499f12b79770834c0164

Malcom Pagani e Andrea Scanzi per il "Fatto quotidiano"

fabio volo le prime luci del mattino

"Sai cosa stai osservando? La versione laica del corpo di Cristo". Di norma, Fabio Volo frequenta la normalità dell'assurdo, ma ora, mentre ti guarda e con la destra firma la 640esima copia consecutiva del suo libro, sembra serissimo. Da circa tre ore sorride senza soste e ha una parola di speranza per ogni credente. Sono in duemila. Lo aspettano dalla tarda mattinata. Un fiume di bambine, uomini e donne che, ordinatamente, occupano per centinaia di metri i marciapiedi romani di un giorno feriale.

FABIO VOLO

I Musei Vaticani versione best-seller si chiamano Melbook Store. Con i commessi sconvolti: "Mai visto niente del genere" e i fedeli in attesa dell'ostia. Il Papa è in alto, veste in jeans e maglietta blu, faceva il panettiere e adesso vende copie a milioni. Gli portano reliquie da firmare, vecchi poster, lettere d'amore, bigliettini. Si lanciano: "Ti posso dare un bacetto?".

Lui porge la guancia, abbraccia, accatasta i doni. Ogni tanto esagera e si toglie i paramenti. Ammicca alle ragazze: "Se non si tromba, però, lasciamo perdere". Ma per quanto pronunci la parola cazzo con mirabile frequenza, e rotei platealmente gli occhi davanti a un bel culo, non riesce mai a essere volgare.

FABIO VOLO LEVIGATO E PHOTOSHOPPATO MEJO DI BERLUSCONI DA GQ

Volo è un fenomeno che non si può spiegare. Le prime luci del mattino, il sesto libro, è appena uscito per Mondadori. Trionfo assoluto, resse e prenotazioni. Facendo leva su una modestia così ostentata da apparire studiatissima ("Hanno ragione i prevenuti che mi considerano un qualunquista, quelli che non mi reputano un attore né uno scrittore"). Forse il segreto è lì. Il suo successo è l'elogio della normalità furba, dell'ex iena mai stato carogna, del prestigiatore che promulga un'idea vaga - e quindi rassicurante - di amore globalizzato.

FABIO VOLO FIRMA IL SUO NUOVO ROMANZO

Non è brutto e non è bello, ma in lui anche l'alopecia diventa chioma. Abita a chilometri dall'Olimpo, ma il suo primo editor - Marco Garavaglia - si spinse a paragonarne le atmosfere a quelle di Roth in Lamento di Portnoy. Volo non sapeva chi fosse. Se lo andò a leggere. Non querelò Garavaglia, ma continuò a non capire. Il suo profilo Facebook ha quasi 300 mila fan. Molti lo odiano, ma anche la disistima è funzionale. Chi muove critiche è snob: lo scacco matto (già esplorato da Moccia) atto a elevare la mediocrità a florilegio generazionale.

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Nell'ultimo libro parla di una donna, Elena, annoiata dalla vita matrimoniale (tema inedito). Alcune frasi ("Abbiamo stupidamente pensato che due infelicità unite potessero dar vita a una felicità") erano già vecchie ai tempi di Badoglio. Ma se le scrive Volo, il déjà-vu è letterario. Diventano preziosi anche gli aneddoti, magari inventati, come quello del Postalmarket: una masturbazione dell'autore, sbirciando pagine su mutande e reggiseni, da cui 10 anni fa scaturì l'incendio.

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Vedi tu, a volte, le controindicazioni della biancheria intima. Alcuni, come Simon F. Di Rupo si sono sforzati di elaborare analisi critiche: "È inesatto dire che scriva banalità: le sue sono distorsioni dell'ovvietà (...) Fabio Volo è il gradino letterario sotto il bacio Perugina". Condivisibile. Opinabile. Non conta: Volo scrive, vende, vince. E intrattiene la platea come nessuno. La splendida agente bionda che vigila sul perimetro magico dell'autore ("Non concediamo interviste"), azzarda: "Vuoi una mano per le foto?".

volo

Volo annuisce e lei paga. Non farà altro per ore, imbracciando i telefonini di centinaia di sconosciuti e restituendoli dopo un clic, con sopportazione zen: "Non me la potresti fà mentre lui sorride?". Intorno le persone giurano che è "normale", "sincero" e "non se la tira". Che racconta "i cessi degli autogrill" e rivela "cose che gli altri non hanno il coraggio di dire" (menomale).

volo

Non basta. L'ex signor Bonetti da Calcinate, Bergamo, ha capito che anche una sola smorfia del mito crea fedeltà. La magnifica illusione di essere considerati davvero un Forrest Gump emerso dalla nebbia, nutre il miracolo. Il resto è cabaret. Lui è simpatico e sveglio. "Paraculo" come sostiene una fan in odore di eresia: "Però in un Paese in cui mentono tutti, farsi prendere in giro da Fabio è un sollievo". Arrivano coppie mano nella mano. Lui va a nozze: "Se vi lasciate, riportamela".

O in versione solo lievemente rivista: "Torna anche da sola". Ogni 20 minuti impugna il microfono e parla alle truppe: "Cazzo, non mollate. Grazie per tutta questa pazienza". Mima fughe impossibili. Minimalismo. Semplicità. Lui e loro. Loro e lui. Volo sa perfettamente cosa il suo pubblico desideri, ha una memoria di ferro e - quando dimentica - rimedia con la fantasia. Se incontra una fanciulla di Parma assicura di essere stato il giorno prima sul regionale Bologna-Modena.

Fabio Volo

Con la studentessa americana improvvisa un "I love It", con la turista parigina parla in francese. Una ragazza piange: "Grazie per tutto quello che fai". La trentenne incinta dietro le transenne suda e ansima. Lui se ne accorge: "Ma quando partorisci?". Lei giuliva: "Tra una settimana". Però è lì. Ad ascoltarlo, mentre ilare, non cede neanche sul nome del 1200esimo della coda: "Ti chiami Pio? Che nome difficile, strano tu non sia diventato punk". Nella cosmogonia di Volo l'autoironia è un'acqua santa.

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"A pagina 170 c'è l' unica battuta del libro, il resto è una rottura di coglioni". Le nove di sera. Qualche segno di cedimento. Quasi le dieci. L'ultimo fortunato stringe la Sindone. Lui si alza. È stravolto. Fuori, nella notte di Roma, qualche reduce fuma. Si affaccia un bodyguard: "Niente assalti, per favore". È un diversivo. Volo è librato altrove. Tornerà. E come sempre, darà la sensazione di aver dato il meglio quella volta che si presentò davanti ad Alessia Marcuzzi, nudo, consapevole di non avere poi molto da nascondere.

 

LE NOTIZIE CONTRADDITTORIE SULLA SORTE DI SAIF GHEDDAFI POTREBBERO ESSERE UN MODO PER NASCONDERNE L’ESECUZIONE

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Eric Salerno per "il Messaggero"

saif gheddafi

Saif al-Islam, morto, ferito e nelle mani dei vincitori, o in fuga e pronto ad assumere il ruolo di erede del padre alla guida della Libia? Dopo le confuse e contraddittorie notizie sulla sorte del secondogenito del raìs, considerato il suo delfino, il sito dell'importante quotidiano arabo al-Sharq al-Awsat riferisce dell'incarico deciso da non meglio identificati esponenti della tribù Qadafia, sostenuti anche da giovani delle tribù Warfela e Magara. Il mandato conferito a Saif dai capi della tribù che in questi otto mesi di guerra ha resistito alle forze ribelli e difeso Gheddafi e la città dove è nato in una modesta tenda è chiaro: deve prendere il posto di suo padre e «liberare la Libia dai ribelli della Nato».

saif gheddafi

Sirte, grazie ai petrodollari investiti da Gheddafi per premiare la sua gente e il suo luogo di nascita, è una città moderna, devastata oggi dai combattimenti. Settant'anni fa era poco più di un'oasi nel deserto intorno alla quale orbitavano i berberi islamizzati Qadafa. Una tribù relativamente insignificante, come dimensioni, divenuta ricca e potente dopo la rivoluzione del 1969. Se oggi si può dire che i legami tribali sono meno forti nella società libica urbanizzata, allora costituivano un fattore fondamentale nella struttura del paese.

Gheddafi si servì della lealtà tribale per coprirsi le spalle garantendosi, anche attraverso il matrimonio, la fedeltà di altri gruppi. Dai Qadafa, provenivano molti degli alti ufficiali e delle milizie meglio armate del paese. Warfela e Magara e Barasa vantano legami di famiglia (la moglie del raìs appartiene a quest'ultima tribù) con il clan del dittatore morto. Secondo le notizie riportate dal quotidiano arabo, gli appartenenti della tribù di Gheddafi avrebbero rifiutato di riconoscere il Consiglio Nazionale Transitorio.

Cadavere di Gheddafi

Ma Saif dove si trova? L'ex capo dei servizi segreti del regime, Abdallah Al-Senoussi, è stato segnalato nell'estremo Nord del Niger, al confine con la Libia. È una zona desertica e montagnosa attraversata da decine di piste usate dai trafficanti di migranti africani e droga. Non è chiaro come sia arrivato così lontano, se sono vere le voci che lo davano in viaggio con Gheddafi quando il convoglio fu attaccato dai caccia della Nato e da un drone americano. Saif era veramente con loro? La sera stessa dell'uccisione del raìs, il suo delfino era stato segnalato nell'estremo Sud della Libia, prima vivo, poi morto, poi ferito gravemente. Il Cnt non ha diffuso il promesso video della sua cattura.

IL CAPO DEL CONSIGLIO LIBICO DI TRANSIZIONE MUSTAFA ABDEL JALIL

E ieri il comandante militare del Cnt, Abdul Majid Mlegta, ha detto che è possibile che anche Saif sia riuscito ad arrivare nel vicino Paese africano a bordo di uno dei tre mezzi blindati in fuga segnalati venerdì dai ricognitori della Nato. Tutte queste notizie contraddittorie potrebbero nascondere l'esecuzione dell'erede-delfino e, per evitare polemiche come quelle intorno all'uccisione di Gheddafi, la decisione di far sparire nel nulla il suo corpo. Sarebbe estremamente scomodo per il futuro della Libia se, invece, fosse ancora in vita, fuori dalla Libia e capace di mobilitare una guerriglia contro il Cnt.

saadi_gheddafi

Su Saif e gli altri figli di Gheddafi resta in piedi il mandato di cattura spiccato su richiesta della Corte criminale internazionale. Due figli maschi, Mohamed e Hannibal, sono ancora in Algeria, Saadi è in Niger mentre, secondo fonti algerine, l'unica figlia del raìs, Aisha, insieme con sua madre ha lasciato il Paese maghrebino per trasferirsi in uno stato del Golfo che ha accettato la loro richiesta di asilo ma respinto quello dei suoi fratelli.

Hannibal Gheddafi Il vandalo

 

CHI METTERÀ FASSINO AL POSTO DI BENESSIA ALLA COMPAGNIA DI SANPAOLO? SALZA, JOZZO, GARIBALDI O CHIAMPA?

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Salvatore Tropea per "Affari & Finanza - la Repubblica"

PIERO FASSINO

Piero Fassino dice che l'argomento presidenza della Compagnia di Sanpaolo "non è all'ordine del giorno". Se si dimentica che questo lessico spesso porta nella direzione opposta al suo significato letterale si potrebbe riconoscere che sul piano temporale e tecnico della scadenza il sindaco di Torino ha ragione.

Enrico Salza

Ma è noto che i tempi della politica sono diversi da quelli che scandiscono le vicende dei comuni mortali e dunque negli ambienti di Ca' de Sass e Corso Vittorio Emanuele, ma anche fuori, tutti sanno che quella presidenza è già argomento di attualità con qualche mese di anticipo. Perché in gioco non c'è soltanto un ambito posto di potere ma qualcosa di più complesso che va a incrociare col futuro di Torino e di Intesa Sanpaolo.

Se ci fosse mai qualche dubbio provvedono i numeri a cancellarlo perché essi fotografano meglio di qualsiasi altra cosa l'importanza della posta in gioco in una partita aperta sin dai tempi della fusione da cui è nato il colosso bancario italiano. Che non sono poi così lontani e che continuano ad essere ancora un nervo scoperto di Torino.

La Compagnia presieduta da Angelo Benessia, con un investimento che è pari a poco meno del 42 per cento del suo patrimonio, controlla il 9,888 per cento di Intesa Sanpaolo e dunque è di gran lunga il più potente degli azionisti della banca. Per intenderci più del doppio della quota della Cariplo presieduta da Giuseppe Guzzetti. Questa "anomalia" è quel che resta della torinesità del potente ex istituto di Piazza San Carlo. Che ora potrebbe non bastare più.

Angelo Benessia

La città avverte di perdere il contatto con le altre metropoli per un fenomeno diverso ma simile nelle paure che genera a quello che quasi un quarto di secolo fa Saverio Vertone aveva definito "mancanza di aggressività frontale". Tanto più ora che la Fiat, con la quale il vecchio Sanpaolo ha sempre incrociato nei cda, tende progressivamente a ridimensionare la sua torinesità. Anche per questo, ma non solo, la presidenza della Compagnia non è una "poltrona" come le altre.

In questa situazione è una garanzia da gestire in un perimetro che non è soltanto torinese ma riguarda più in generale la politica di Ca' de Sass che i torinesi non hanno rinunciato per sempre a influenzare. E sulla quale oggi continuano però a non avere il ruolo che avrebbero voluto e forse anche meritato.

L'occasione del rinnovo della presidenza della Compagnia di Corso Vittorio viene perciò vista come un'opportunità per riequilibrare i pesi. Come azionista di riferimento, il Comune di Torino, è il regista e Fassino, che lo sa bene, si muove con cautela, senza far trapelare alcun segnale sulle sue mosse. Intanto, col passare delle settimane, la rosa dei candidati è arrivata a una mezza dozzina.

Giuseppe Guzzetti Presidente Acri

L'avvocato Benessia, che alcuni ricordano di aver visto entrare per primo nell'ufficio elettorale di Fassino per complimentarsi dopo la vittoria di metà maggio, conta di fare il bis, anche se il suo potere di manovra si è ridotto rispetto a quattro anni fa. E il segnale arrivato di recente dal sistema delle Camere di commercio, altro azionista di peso, non è di quelli che lui possa considerare a suo favore.

Anzi. C'è poi chi ipotizza un ritorno in pista di Enrico Salza, l'uomo che ha avuto un ruolo determinante nella fusione ma che ancor prima aveva giocato da protagonista nella vita economica e politica di Torino. Secondo alcuni sarebbe una buona garanzia per i rapporti tra la banca e la città che però non sono più quelli che lui ha conosciuto e governato in passato.

Sergio Chiamparino

Alfonso Jozzo, già ad del Sanpaolo e personaggio vicino al Pd quando sembrava che l'alleanza dovesse essere tra Piazza San Carlo e il Monte dei Paschi, e Pietro Garibaldi componente del Consiglio di sorveglianza di Banca Intesa, docente di economia e direttore del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, sono le classiche candidature di "vicinanza". Al partito la prima e direttamente a Fassino la seconda essendo oggi Garibaldi uno dei "consiglieri" del sindaco che nel suo caso, si dice, potrebbe fare una scelta generazionale di rinnovamento. Nei giorni scorsi si è parlato anche di una candidatura di Valentino Castellani, il sindaco che ha preceduto Chiamparino. Ma l'impressione è che si tratti di un nome di disturbo.

Un candidato tutt'altro che di disturbo è invece proprio Chiamparino. Il sindaco delle Olimpiadi e del 150mo dell'Unità d'Italia è tra tutti quello che sembra avere maggiori chances. Ma la sua uscita di scena, come primo cittadino, rischia di metterlo in ombra e quelli che hanno interesse a dimenticare fanno presto a dimenticare. Tutti sanno che egli sarebbe una garanzia di continuità con in più l'esperienza maturata nei dieci anni in cui è stato alla guida di Palazzo di Città.

Giovanni Bazoli

Egli sconta però qualche nemico a Milano, essendo noto che tra lui e il presidente del Consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli, i rapporti non sono dei migliori. E certo non si può andare a uno scontro tenuto conto anche del fatto che Banca Intesa ha in portafoglio i mutui del comune di Torino. In più va ricordato che Fassino per aggregare, come intende fare, le società partecipate del Comune ha bisogno di una grande banca che gli faccia di sponda. E sarebbe curioso se andasse a bussare a una porta "estranea".

E allora? Allora Fassino potrebbe, alla fine, estrarre dal cilindro un nome a sorpresa. Non sarà facile. E non può sbagliare mossa, dimenticare che il peso della Compagnia potrebbe essere determinante quando tra poco più di due anni si porrà il problema di qualche avvicendamento generazionale sul ponte di comando di Ca' de Sass. E che un azionista di riferimento non potrà fare da convitato muto per la seconda volta.

 

ACCORDO CON NAPOLITANO: SE CADE BERLUSCONI, UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA CON TECNICI IN MANO RESIEDUTO DAL FIDO GIANNI

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Bigador per Dagospia

Tremonti e Gianni Letta Dal Riformista

1- Palazzo Grazioli luogo di supplizio. Altro che Bunga Bunga! Entra Tremonti, esce Tremonti. Arriva Letta: deve stemperare tra i due. Quindi tocca ad Alfano, convocato per ultimo, lui fa solo il "segretario". Bei tempi, quelli passati... I toni fra i tre sono poco concilianti, nonostante il Pompetta l'abbia buttata sul melodrammatico, tipo "ci vogliono tutti male, siamo accerchiati". Il nodo restano le pensioni e l'ostilità della Lega. Tremonti risponde: "Devi convincere Bossi!". E il Pompetta, in chiave supplichevole: "Almeno, questa volta, dimmi cosa hai in mente". Tremonti: "Vedrai...".

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2- Chi è al muro è Maroni: in caso di crisi, i suoi, gli hanno detto di far secco il grande Capo. Lui ci pensa, ma non sa come...

3- L'Umberto non ci sta. Se perde questa battaglia, il ciglio diventa burrone. Ha mandato avanti la sua Rosy Mauro che ha sbraitato: "Scenderemo in piazzaaaa!" Così ecco la girandola di telefonate per trovare la giusta mediazione. Niente da fare. Nessuno degli uomini del Banana è disposto a farsi impalare davanti alla Lega. Qualcuno ha anche proposto l'intervento di La Russa, chissà se il suo ghigno produrrà l'effetto giusto? Certo, sarebbe stato meglio Lupi...

ILLUSTRAZIONE - SECESSIONE BOSSI E MARONI

4- Lupi che è impegnatissimo. Sudatissimo. Allenatissimo. Concentratissimo. Finalmente, domani alla Casa del Cinema di Roma, il ciellino presenta il gruppo di maratoneti che partirà per New York...

GIULIO NAPOLITANO ANGELO MARIA PETRONI GIULIO TREMONTI - copyright Pizzi

5- Commozione al tribunale di Milano: il Banana è assente giustificato! Il pm De Pasquale non ha battuto ciglio, chi lo conosce gli ha letto ai lati della bocca una smorfia modello-sorriso è ha certificato il "legittimo impedimento" per l'udienza Mills. Insomma, bastano gli schiaffoni europei di questi giorni e quelli romani di oggi. A partire dal Cdm di questo pomeriggio.

6- Provocatori. "Sono solo dei provocatori e parassiti che se ne approfittano del momento di difficoltà...", sentenziano dal Pdl. Destinatari: i traditori di Fli e dell'Udc, rei di aver dichiarato: "Siamo disposti a votare la riforma, ma subito dopo vogliamo le dimissioni di Berlusconi".

PIERLUIGI BERSANI MASSIMO DALEMA

7- Allarme in casa Bersani! Nicola Zingaretti cresce, cresce e ancora cresce. Manifestazione che va, appuntamento politico al quale partecipa, ovazione che trova. Il vincitore del week end è lui, il fratello di Montalbano, mentre il leader del Pd sembra il suo Catarella.

MAURIZIO LUPI

8- Scoppia la bolla Matteo Renzi. Chi lo ha visto da vicino durante gli incontri del fine settimana l'ha visto fuori giri. Nervoso. Isterico. Rabbioso. Poi tutti aspettano la "sorpresa" annunciata dal sindaco di Firenze alla Leopolda. Che sarà? O chi sarà? Tra i "rottamatori" scissionisti di Civati grandi risate: sarà una confezione di Lego per ricostruire l'Italia? Un mega orsacchiotto come nell'imitazione di Crozza? I più sicuri dettano la linea: porterà Jovanotti a cantare il "Big Bang". Ma si dev'essere scordato che c'è un precedente. Cantò "Mi fido di te" per Veltroni nel 2008 e Renzi rischia di fare la stessa fine.

RENATA POLVERINI NICOLA ZINGARETTI

9- Bersani ha anche incontrato Casini a Bologna. Strategie, alleanze, "vai avanti tu", "no, procedo io". Solito repertorio. D'Alema sempre sullo sfondo, anche se trai due leader del Pd corre sempre meno letizia...

PIERFERDINANDO CASINI PIERLUIGI BERSANI

10- A colpi di interviste o dichiarazione sulle agenzie. La signora Polverini e il camerata Alemanno si detestano sempre più. La prima sgomita, si sente leader, vuole essere tratta al pari di un ministro: fa di tutto per essere ovunque possa apparire. Proverbiali i suoi "Aohhhh", associati al cazzotto sulla scrivania. L'altro soffre, stressa il povero Simone Turbolente per tamponarla, isolarla. E' arrivato a parlare con Tajani per ipotizzare una strategia comune, anti-signora.

22sen17 napolitano letta

11- Accordo con Napolitano: se cade il governo Berlusconi, Palazzo Chigi in mano a un governo di salute pubblica in mano a Gianni Letta, dicono in Transatlantico...

 

SABINA BEGAN: PER BERLUSCONI HO RINUNCIATO A CLOONEY - UNA SETTIMANA DI PASSIONE PER SORRENTINO

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1- Paolo Sorrentino dovrà attendere ancora una settimana per sapere se il produttore americano che ha acquistato il film con Sean Penn, l'orso cattivo Weinstein, lo farà uscire entro il 31 dicembre per farlo partecipare alla corsa agli Oscar. Dicono che Weinstein voglia tagliare dieci minuti di pellicola (come già fece con "La Vita è bella" di Benigni).

HARVEY WEINSTEIN This Must Be The Place - Sean Penn

2- Il prossimo weekend non disturbate la responsabile Catia Polidori, come viceministro dello Sviluppo Economico sarà a Washington per partecipare alla festa e al gala dinner annuale della NIAF, la potente organizzazione degli italo-americani...

3- Gli addetti ai livori dicono che vi era un mezzo accordo sottobanco tra il Priapo di Palazzo Grazioli e i leader europei per far sì che fosse l'Europa a chiedere formalmente all'Italia una manovra extra con interventi sulle pensioni. "Così la Lega non potrà dire di no, e io salvo la faccia dicendo che me lo chiede Bruxelles", avrebbe detto. Sembra però che la cosa sia sfuggita di mano, visti i toni usati da Merkel e Sarkozy...

4- Martedì sera la ministra Mara Carfagna sarà occupatissima, offrirà una cena alla Camera, a Palazzo San Macuto, per i partecipanti e le partecipanti al seminario sulle donne del sud Mediterraneo...

5- Da non crederci, altro che Molise: non dite a Culatello Bersani, Monteprezzemolo, Pierfurby e compagnia cantante che gli ultimi sondaggi riservati sulle elezioni politiche che considerano i grillini in corsa da soli con il loro 5-6 per cento su base nazionale, e con l'Udc che non sottoscrive alleanze con il Pd, darebbero nuovamente il premio di maggioranza alla coalizione di centrodestra...

Bocchino e Carfagna nel Rocco Girlanda e Catia Polidori

6- Il Cav , a proposito della morte del sodomizzato ed imparruccato Rais che giace nella cella frigorifera del "Mercato dei tunisini" a Misurata, dichiara: "Sic transit gloria mundi", e il Capo dell'anti-terrorismo USA, Paul Bremer, osserva: "Sic semper tyrannis". Allude?

7 - Primo atto del Governo Transitorio, la reintroduzione dalla sharia in Libia, poligamia inclusa: tutti a Tripoli?

8- Da martedì 25 ottobre a domenica 30, tutti a vedere Marco Travaglio e Isabella Ferrari al Teatro Olimpico di Roma con il recital tragicomico "Anestesia totale" che spiega, tra letture di Montanelli e musica dal vivo, cosa rimarrà delle istituzioni dopo il ciclone che stiamo vivendo, e come funziona la disinformazione al tempo di Berlusconi.

BEPPE GRILLO CON I LIMONI IN VAL DI SUSA PER CALMARE GLI EFFETTI DEI LACRIMOGENI

9 - Aldo De Luca per Il Messaggero - Miracolo. Anche il bellissimo Gabriel Garko patisce i segni del tempo che passa. Sotto gli occhi erano apparse le cosiddette borse. Ora sono sparite. Il miracolo l'ha fatto il bisturi dell'estetica, il chirurgo Renato Calabrese.

garko ferilli

10- Da blitzquotidiano.it - Sabina Began si confessa a Diva e Donna e racconta che per amore del presidente Berlusconi avrebbe rifiutato anche George clooney.

La ragazza racconta al settimanale di gossip che l'incontro con Clooney sarebbe accaduto durante la famosa cena a Palazzo Grazioli in cui era presente anche l'attore americano. La Began dice che il bel George le avrebbe preso la mano ma che poi si sarebbe fermato pensando che se ci avesse provato con la fidanzata del presidente probabilmente non avrebbe più potuto mettere piede in Italia.

BERLUSCONI SABINA BEGAN GEORGE CLOONEY

George Clooney, malgrado avesse spiegato a suo tempo che lui con il bunga bunga non c'entra niente, viene tirato in ballo negli intrecci che riguardano Berlusconi e le "sue" ragazze. Quanto raccontato dalla Began è vero? Aspettiamo la conferma o la smentita dell'ex di Elisabetta Canalis.

CARLA BRUNI E LA PICCOLA GIULIA

11- Da "la Stampa" - Carla Bruni Sarkozy ha lasciato ieri la clinica con la piccola Giulia. A Bruxelles la cancelliera Merkel dà a Sarkozy il suo regalo: un peluche

 

FLASH DA PALAZZO GRAZIOLI - "PATTO DEI GIARDINETTI" TRA BOSSI E BERLUSCONI - LA LEGA NON ROMPE SULLE PENSIONI (SARANNO ANNACQUATE NEL TEMPO?) - IL SENATUR HA CAPITO CHE SE STRAPPA FINISCE SU UNA PANCHINA DEI GIARDINETTI IN COMPAGNIA DEL BANANA A FARE LA "SETTIMANA ENIGMISTICA"...


AD AGOSTO GHEDDAFI SCRISSE A BERLUSCONI: “CARO SILVIO..., FERMA LE BOMBE”

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(TMNews) - "Caro Silvio..., ferma le bombe". Così il colonnello Muammar Gheddafi scrive al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il 5 agosto scorso, in piena guerra civile, secondo quanto pubblicato dal settimanale francese "Paris Match".

GHEDDAFI E BERLUSCONI

"Caro Silvio..., sono rimasto sorpreso dall'atteggiamento di un amico con cui ho firmato un trattato di amicizia favorevole ai nostri due popoli. Avrei sperato da parte tua almeno che ti fossi interessato alla vicenda, e che avessi tentato una mediazione prima di dare il tuo sostegno a questa guerra", si legge sulla lettera inviata al premier italiano.

GHEDDAFI BERLUSCONI

"Non ti rimprovero per quello di cui tu non sei responsabile perché so bene che tu non eri favorevole a questa azione nefasta che non onora né te né il popolo italiano. Ma credo che tu abbia ancora la possibilità di fare marcia indietro e di far prevalere gli interessi dei nostri popoli", continua l'ex rais, ucciso il 21 ottobre a Sirte, nell'est della Libia.

"Ferma questi bombardamenti che uccidono i nostri fratelli libici e i nostri figli. Parla con i tuoi amici e con i vostri alleati per fermare questa aggressione contro il mio Paese. Spero che Dio Onnipotente ti guiderà sul cammino della giustizia", conclude l'ex rais.

La lettera è stata consegnata all'inizio di agosto a Roma alle autorità italiane da un coppia di amici del colonnello Gheddafi, che gestisce un'agenzia di hostess in Italia, riferisce "Paris Match".

GHEDDAFI CON LA SUA ASSISTENTE OCCULTA MABROUKA E I SUOI AMICI DI HOSTESSWEB CLIO EVANS E ALESSANDRO LONDEROBERLUSCONI E GHEDDAFI NEL

2- TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DI GHEDDAFI DA PARIS MATCH (IN FRANCESE)
Da "Paris Match"

« Cher Silvio.
Je te fais parvenir cette lettre par l'intermédiaire de tes concitoyens, qui sont venus en Libye nous apporter leur soutien dans un moment aussi difficile pour le peuple de la Grande Jamahiriya.

J'ai été surpris par l'attitude d'un ami avec qui j'ai scellé un traité d'amitié favorable à nos deux peuples. J'aurais espéré de ta part au moins que tu t'intéresses aux faits et que tu tentes une médiation avant d'apporter ton soutien à cette guerre.
Je ne te blâme pas pour ce dont tu n'es pas responsable car je sais bien que tu n'étais pas favorable à cette action néfaste qui n'honore ni toi ni le peuple italien.
Mais je crois que tu as encore la possibilité de faire marche arrière et de faire prévaloir les intérêts de nos peuples.

GHEDDAFi Cadavere di Gheddafi

Sois certain que moi et mon peuple, nous sommes disposés à oublier et à tourner cette page noire des relations privilégiées qui lient le peuple libyen et le peuple italien.
Arrête ces bombardements qui tuent nos frères libyens et nos enfants. Parle avec tes [nouveaux (rayé)] amis et vos alliés (1) pour parvenir à [une solution qui garantisse au grand peuple libyen le choix en totale liberté de qui le dirige (rayé)] ce que cesse cette agression à l'encontre de mon pays (1).

J'espère que Dieu tout-puissant te guidera sur le chemin de la justice [dans le but d'arrêter ce bain de sang que subit mon pays la Libye (rayé)]. »

GHEDDAFI SODOMIZZATO

(Au texte imprimé de ce projet de lettre, le colonel Kadhafi avait ajouté la mention manuscrite suivante (en ht à g. de la lettre) :
« A l'attention d'Abdallah Mansour : faire parvenir ce message comme venant de moi par le biais de ce document et ce après correction. »)

 

 

ANDREOTTI RIBADISCE: “NESSUN RICOVERO” - MESSA: SONO SOLO IL MODERATORE - MERKEL E SARKÒ RIDONO DEGLI ITALIANI

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Riceviamo e pubblichiamo:

Andreotti al Seggio

Lettera
Buongiorno
sono Patrizia Chilelli segretaria particolare del Senatore Giulio Andreotti. Leggo ancora la notizia del ricovero per bronchite ma è assolutamente falsa. Il senatore non è stato mai ricoverato.
Cordiali saluti

Lettera
Caro Dago,
nella rubrica "Penisola dei Famosi" viene segnalata la pregevole iniziativa promossa da Aises e dalla Pontificia Università Lateranense e che si terrà giovedì prossimo, 27 ottobre. Non mi dispiacerebbe essere il motore di un incontro di così pregnante significato culturale (e solo culturale, non politico). In realtà, gli organizzatori - e cioè l'Aises con il suo presidente Valerio De Luca e la Pul - hanno avuto solo la benevolenza di indicarmi come moderatore. Tutto il resto è noia.

Un caro saluto, Paolo Messa

Paolo Messa

Lettera
La novità è che facciamo ridere i galli!

LA MERKEL DONA A SARKOZY UN PELUCHE PER LA PICCOLA GIULIA

Lettera
Ohilà, che strano! Tornano i condoni, condoni per tutti i gusti, sono ben dodici, tanto da non scontentare nessuno. Questa si chiama libertà! Quindi 50 euro per regolarizzare il canone Rai, 750 per i manifesti politici. E ancora: le dichiarazioni dei redditi per gli anni pregressi per evitare sanzioni su eventuali errori, la regolarizzazione delle scritture contabili, la definizione dei ritardati o omessi versamenti. Un sorriso non si nega a nessuno, come direbbe Sarkozy

Lettera 1
Caro Roberto, gli è andata bene alla Sicilia : come dimenticare Sgarbi che va da Gheddafi e gli chiede di annettere la Sicilia alla Libia ?
Margherita - Venezia

Lettera 2
Caro dago, sere fa ho raccattato dalla spazzatura buttata in strada un'alzatina decò abbastanza pregevole. Sarà stata eliminata da qualche parente stufo di cianfrusaglie, come crudamente spiegato da Busi. Mentre la lucido con il Nuncas penso a lui.

SARKOZY MERKEL

Lettera 3
Quale è la differenza tra Scilipoti e la Merkel e Sarkozy? Al primo piacciono le barzellette del Cavaliere agli altri due no.
Viper

Lettera 4
Caro Drago di un Dago, Di esempi, atti a dimostrare che verso Berlusconi c'è un odio viscerale che prescinde dai suoi difetti, errori e, persino, dagli eventuali reati ce ne sono così tanti che si potrebbe riempire un'enciclopedia ( dell'invidia ). Cito solo l'ultimo, i Sinistrati e le truppe Camussate della Cgil hanno sempre aborrito e demonizzato l'innalzamento dell'età pensionabile, eppure, oggi stanno con la Merkel e Sarkozy che tale innalzamento vogliono imporre, solo perché, con tale diktat, il Nano dell'Eliseo e la Kulona crucca mettono in difficoltà, e addirittura, deridono il Governo Berlusconi e la Lega. Insomma, questi poveretti se lo farebbero mettere in quel posto, pur di dare addosso al Cavaliere, il quale ben conoscendo questa loro predisposizone, generoso com'è, li accontenta con un ormai ventennale bunga-bunga ! Ciao
Natalino Russo Seminara

MERKEL SARKOZY NEMICIAMICI

Lettera 5
Caro Dago, niente di nuovo sotto il cielo! Se è una madre ricca ad uccidere il proprio figlio, i giornalisti (quasi tutti) usano la cortesia di fornirne solo le iniziali del cognome mentre i principi del foro, prontamente reclutati, ne ottengono subito la scarcerazione ed il ricovero in una "idonea" struttura sanitaria. Quando ad uccidere è una madre "comune", niente viene omesso e rispermiato, e subito tutto è apparecchiato (esperti,plastici, conduttori) per il gran spettacolo della giustizia on demand.
Massimiliano

Lettera 6
Pare che Berlusconi abbia mandato la Minetti in Libia per fare le pratiche di adozione delle amazzoni orfane di Gheddafi!
No TAV, è cosi triste vedere un corteo di gente che manifesta per accelerare la morte di una valle rifiutando l' ultima chance di sviluppo economico...
Steve

Cadavere di Gheddafi

Lettera 7
Caro Dago, Matteo Salvini con la barba sembra un probabile figlio di Gheddafi..!
Gianni Morgan Usai

Lettera 8
Buongiorno, non mi stupirebbe se Angela Merkel fosse anche, a tempo perso, una brava massaia; resta il fatto che ha un dottorato in fisica con una tesi in chimica quantistica ed un certo numero di pubblicazioni scientifiche in quel campo (si veda "Selected published works" in fondo alla pagina; il di lei marito e' anche lui un chimico quantistico:
http://en.wikipedia.org/wiki/Angela_Merkel
cercate di trovare un dispregiativo piu' azzeccato di "massaia"; saluti,
Paolino

MUTASSIM GHEDDAFI

Lettera 9
I medici che praticano l'aborto nelle strutture pubbliche italiane non superano i 150, mentre la percentuale dei medici obiettori va oltre il 70 per cento (Laiga). Il che significa che molte donne continuano a mettere al mondo figli pur non desiderandoli, e che molti bambini nascono senza essere voluti. Sembra che tra cinque anni in Italia sarà impossibile abortire legalmente in strutture pubbliche. E' confortante sapere che in Italia esistono tanti medici coscienziosi che non praticano l'aborto negli ospedali, e naturalmente, essendo appunto coscienziosi, neppure in cliniche private. E poi, con la crisi che c'è e la disoccupazione soprattutto femminile, chissà che non venga fuori un po' di lavoro per le mammane? Magari qualche donna morirà, ma che fa?
Renato Pierri

MASSIMO DALEMA

Lettera 10
Egregio direttore, D'Alema poteva non sapere, circa i voli ed il resto? Certo che poteva. D'Alema poteva non sapere dei finanziamenti indiretti alle fondazioni onlus ecc. ? Certo che poteva. Ed allora perchè non si dimette o sospende dal partito? Potrei saperlo?
Grazie per l'attenzione e buon lavoro
Paolino Di Licheppo - Roseto degli Abruzzi (Te)

Lettera 11
Caro Dago...il nostro governo a livello dialettico (a differenza di quello che avviene in patria) in europa è proprio pessimo, che ci voleva a ricordare a Sarkozy che la Francia sta messa poco meglio dell'Italia, e le banche francesi forse pure peggio di quelle italiane?...dalla conferenza di ieri Merkel-Sarkozy sembrava quasi che loro fossero i primi della classe che vanno bene a scuola e noi gli asini furbastrelli...ma non stanno proprio così le cose, forse era giusto che qualcuno all'interno del governo usasse un po' più l'eloquio come avviene anche se esageratamente quando siamo tra di noi.

Anche questo gioco di sinistra e repubblica che fa sempre da sponda ai luoghi comuni degli europei non mi piace, la presa di posizione sull'italia è molto pretestuosa dovrebbero riconoscerlo tutti e si dovrebbe sec me dire che ognuno faccia il suo e guardi in casa propria, visto che ci sono tanti altri paesi che non stanno messi molto meglio...in amicizia
Alessandro

VENDOLA DI PIETRO BERSANI

Lettera 12
Caro Dago, Merkel e Sarkozy ridono di Berlusconi e dell'Italia, e i neo-sciovinisti nostrani arricciano il naso per l'affronto. Perchè in fondo lo sanno che le risate sono rivolte anche a loro, per lungo concorso di colpa... In fondo i 2 si sono limitati ad un sorriso d'intesa. Se gli avessero chiesto "Pensate che Casini, Fini, Rutelli, possano prendere il timone del paese per la crescita?" sarebbero state risa sguaiate. "Ma allora pensate che l'unica soluzione è un cambio di maggioranza, con D'Alema, Bersani, Veltroni, Renzi, Di Pietro, Vendola?"... E qui sarebbero state risate scomposte e rantoli da soffocamento... Io lo capisco che siano di buonumore, con tutta 'sta gente potranno scippare indisturbati all'Italia tutto lo scippabile ( vedi Edison di questi giorni, manco l'OPA serve più... )...

Ma già si intravedono segnali inequivocabili di rinnovamento della classe dirigente : il "Pontificio consiglio per la giustizia e la pace" del Vaticano scende in campo a Roma per la tassazione delle transazioni finanziarie ( grazie mille ), a Milano SEL ci dice che sarebbe meglio cambiare il nome da Piazza Cadorna a Piazza Arrigoni ( ma andate a lavorare...), Renzi col suo orsacchiotto su facebook ci annuncia il big bang con Jovanotti ( copertura totale del TG5...), e i collettivi autonomi degli studenti chiedono di inviargli prima le domande perchè solo il collettivo nel suo insieme può dare una risposta condivisa ai servi del padrone delle televisioni ( anche a voi, ma lavorare? )...

Se anche fossimo come la Libia, e arrivassimo a trascinare per le strade il cadavere di Berlusconi e di qualche scagnozzo e ministro per modo di dire, ti giri un attimo e ti han già fatto la nuova costituzione basata sulla legge cristiana basata sul catechismo, ma in una versione condivisa dai collettivi studenteschi...
Lunga vita agli italiani, che almeno non si mascherano da statisti
PotereAiPiccoli

MARONI

Lettera 13
Caro Dago, invece di domandarvi chi paga le missioni piu' che legittime, in quando membro del governo, del ministro Maroni, al summit dei giovani industriali di Capri (specialmente alla vigilia di un dl sviluppo) perche' non vi chiedete chi sta pagando la campagna elettorale che il nostro Presidente della Camera sta facendo come Presidente di FLI? Il silenzio intorno a questo assurdo comportamento sta diventando assordante!
Affattoaffabile

Lettera 14
Premesso che non mi piacciono le dittature, di qualsiasi colore o religione esse siano, il dittatore Gheddafi, pur avendone fatte di tutti i colori, ha dato grande sviluppo al suo paese e io ho sempre avuto l'impressione che in Libia non si vivesse poi così male. Confesso che non avrei avuto il coraggio di esprimere pubblicamente questa mia opinione controcorrente se non avessi letto quanto anche Valentino Parlato ha detto in proposito. Per essere più sicuro ho fatto una piccola ricerca in rete sul tenore di vita in Libia.

Manifestazioni in Libia

Allego alcuni tra i links più interessanti e sorprendenti; chi, come me, ha qualche dubbio sull'opportunità e sulla validità di quella "rivoluzione" pilotata dall'Occidente, sul modo in cui quel regime è finito e sul futuro di quel paese, può dare un'occhiata. Aggiungo che mi sa che se, ipoteticamente, qualche stato straniero pilotasse e finanziasse i nostri tanti "Er pelliccia", anche in Italia rischieremmo di vedere una specie di rivoluzione e un altro corpo straziato come quello di Gheddafi...

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/07_Luglio/12/pop_tabella.shtml
http://www.indexmundi.com/g/g.aspx?c=ly&v=26&v=27&v=29&v=39&v=65&v=66&v=67&v=69&v=74&l=en
http://www.who.int/whosis/whostat/EN_WHS09_Table4.pdf
http://www.who.int/whosis/whostat/EN_WHS09_Table6.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_stati_per_PIL_(PPA)_procapite

Vittorio Erpelliccialibico InFeltrito

bini smaghi big

Lettera 15
ciao dago, dispiace dire che è tempo di guitti: vero che ci facciamo rappresentare da un tipo che imita l'eleganza fasulla di un fine dicitore da avanspettacolo... carlo dapporto di periferia. e però: al tempo di de gasperi tutto era contro di lui, salvo la personale cortesia dei suoi colleghi politici europei; oggi, sarkozy con la faccia gommosa da clown e la merkel con l'aria rubizza di una massaia ubriaca di birra, ci prendono per il culo nascondendo sotto al tappeto i guai seri di due mezze potenze ammaccate...
qui finisce che ha ragione l'altezzoso bini smaghi: resistere a un potere politico greve reazionario e codardo.

Lettera 16
mi stupisce lo stupore di chi finge di stupirsi di fronte alle risatine delle sorelle bandiera merkel-sarkozy. il dileggio dell'italia - e non semplicemente del suo premier - è il frutto più concreto che l'opposizione sia riuscita a cogliere. un frutto amorevolmente coltivato e puntigliosamente concimato. il solo che questa opposizione potesse ottenere, incapace di una seria proposta politica alternativa, priva di un leader riconosciuto e riconoscibile.

la delegittimazione di berlusconi a livello internazionale è stata perseguita con ogni mezzo, incluso lo strombazzamento planetario di conversazioni, ed anche vizi, private. così facendo, prima che il suo presidente del consiglio, è stata messa in ridicolo l'italia intera. inclusi gli stessi nemici dell'attuale governo, di cui appare chiara l'inabilità a costruire e presentare una qualunque seria alternativa.

merkel sarkozy

si capiva dal primo momento che fosse un gioco al massacro: le nostre beghe italiote non interessano all'estero, che pensa solo a indebolirci per spolpare quel che resta dei nostri asset economici e produttivi (qualcuno forse ricorda il mercatino della nostra industria di stato aperto nel 1992, svenduta con la benedizione - e le consulenze agli acquirenti - del professor prodi). l'auspicio è che il siparietto di bruxelles (hanno ben da ridere degli altri, merkel e sarkozy, per evitare che altri ridano di loro), apra gli occhi, ai politici italiani tutti: l'alternativa si costruisce con uomini e proposte credibili e non con le spallate e i colpi bassi all'avversario.

egregia opposizione (e centristi sepolcri imbiancati): lì, a bruxelles, quei due ridevano di berlusconi (merkel con qualche motivetto personale in più). ma soprattutto gongolavano al pensiero di quanto l'italia sia incapace di esprimere un'alternativa a berlusconi. sì, forse cominciate a capirlo: ridevano di voi.
enrico sbandi

EUGENIO SCALFARI

Lettera 17
Dago darling, se Jane Fonda avesse avuto dei dubbi su come si uccidono non solo i cavalli ma anche gli umani, ora - dopo che le civilissime democrazie occidentali hanno avallato (o autorizzato) il reality della mattanza del fu rais libico - non li ha più. Ovviamente, per quano concerne la Fonda, mi riferisco al film "Non si uccidono così anche i cavalli?" di una quarantina d'anni fa. «Requiem aeternam dona eis Domine et lux perpetua luceat eis, requiescant in pace. Amen ».
Natalie Paav

Lettera 18
Caro Dago, nel sermone di ieri, Scalfari rievoca un suo colloquio con Berlinguer avvenuto nel 1981. In quel periodo - dice tra l'altro il nostro predicatore domenicale - l'inflazione era alle stelle, il debito pubblico s'impennava, la mafia comandava e "la DC aveva registrato una regressione con l'alleanza Craxi-Andreotti-Forlani". Ma il famoso patto del CAF risale al 1989, quando, durante il congresso PSI all'Ansaldo di Milano, i tre si accordarono per la successione a De Mita al Governo, con Craxi, a Cossiga al Quirinale, con Forlani (poi le cose andarono diversamente, forse perché il terzo non beccava nulla..?) saluti
michele de rossi

CASINI

Lettera 19
Caro Dago, la scena di Sarkozy, novello e presuntuoso Napoleone, che ha sghignazzato,domenica, nella conferenza-stampa, a Bruxelles, con la Angelona Merkel, sul declino di Silvio Berlusconi, è stata brutta e mortificante. E dovrebbe indignare tutti gli italiani, non solo Pier Furby Casini, il quale, con il Quirinale nel mirino, ha, vigorosamente, protestato.Opportuno sarebbe una bacchettata del Capo dello Stato all'arrogante collega di Parigi a difesa della dignità delle nostre istituzioni. E' ragionevole auspicare anche una garbata, ma ferma, protesta del nostro ministro degli Esteri, Frattini, con il collega francese.

PAOLO GARIMBERTI

E l'opposizione, invece di gioire per il ceffone, rimediato da Silvio, dovrebbe ricordare, e far proprio, il famoso principio :Right or wrong, it is my country !"
Da parte sua, "Morfeo" Garimberti(PD, tendenza "Barbapapà Scalfari), cosi' severo con Minzolini, almeno due formali richiami dovrebbe, per posta interna, indirizzarli, subito, alla direttrice rossa, del TG3,Bianca Berlinguer, nostalgica di "tele-Kabul", e alla redattrice e compagna, Mariella Venditti,che ha definito Alfano il "ventrloquo" di Berlusconi. E noi, che non votiamo per Pigi Bersani, incazzati, continuiamo a subire la "Tv de lotta, dura e senza paura", contro il governo, e a sborsare l'esoso canone di "matrigna RAI"....
Un cordiale saluto
Pietro Mancini

Lettera 20
Dago, sicuro che Buttafuoco "faccia fuoco"? Ho letto l'articolo del filosofo teoretico siculo (lo scrivo per chi non lo sapesse, visto che non ha fatto che ripeterlo nell'ultimo decennio) che hai pubblicato e vedo che riesce a sviluppare come sempre e nessuno, questa volta attorno a Ghedaffi, una prosa disinvoltamente stralunata ridontante da consegnare alla storia del patetismo e a un mondo di immagini stralunate svincolate dalla legge della realtà. Ovvio che trattasi di immagini crude, violente di forte impatto emotivo ma il Buttafucoco va completamente in solluchero quando scrive di un tiranno sanguinario -che fuggiva- come "il più remoto degli eroi ha saputo fare" e lo paragona al mitologico Ettore dell'lliade e gli eroi dimenticati nell'Ade.

Ergo, alla fin fine mi aspetto che la stessa sorte tocchi presto ai dittatori Ammadinejad e Bashar al-Asad se la loro dipartita risulti necessaria alla risurrezione del popolo iraniano e siraniano.
honeybump

Lettera 21
Notevolissimo Bigador(new entry?) per stile ed inappellabile sintesi.Attendo, avido,bis,ter,quater...Saluti.
Orazio De Filippis Delfico/Pescara

PIETRALGELO BUTTAFUOCO

Lettera 22
Se il portachiavi di Carlà e la culona inchiavabile fondatori assieme a noi dell'unione europea e pretendenti alla guida economica, politica e MORALE della stessa danno in mondovisione il fulgido esempio di stile e corretteza istituzionale , indicandoci anche la via maestra per salvare la N/ italietta e l'europa tutta e quindi permettere a lor due di continuare a sfruttarla e gestirla secondo i loro interessi , è sicuramente giunta l'ora di tirar fuori un minimo di dignita e orgoglio nazionale , riprendere la n/ LIRETTA rottamare i NOSTRI e partire con la n/ capacità,volontà e fantasia a costruire il secondo miracolo economico italiano alla faccia dei gufi e dei maestrini!!! FORZA ITALIA ( non inteso come partito )
edo 43

Lettera 23
Non sono informatissimo sulla Tav in val di Susa, però, ascoltando la trasmissione "In Onda" (La7- 23 ottobre) condotta da Luca Telese e Michele Porro, ho capito che non si sa con certezza assoluta se è utile, giacché la ferrovia attuale trasporta solo un terzo delle merci che potrebbe trasportare. Che l'opera va fatta perché è stato deciso democraticamente di compierla, il che significa che tutto ciò che viene deciso democraticamente va eseguito a prescindere dalla sua giustezza. Che l'opera va fatta perché darebbe lavoro a molte persone. Il che significa che è giusto fare tutto ciò che dà lavoro, anche se inutile. Ed infine, che gli abitanti della Val di Susa, da anni aspettano ospedali, scuole, e treni per i lavoratori pendolari. Mezza Italia aspetta ospedali, scuole, e treni decenti per i lavoratori pendolari.
Attilio Doni- Genova

Lettera 24
Caro Dago,il perfido Minzolini ha combinato un'altra delle sue a danno del "comiziante" Fini.Partirà un'altra lettera al D.G. della RAI? Nel TG1 delle ore 20 di sabato 22 ha concesso all'oceanico raduno dei terzopolisti ben 80 secondi e ha scelto del comizio finiano proprio il frammento ( dal minuto 13 e 39 secondi) in cui si vede che al coordinatore nazionale del partito Menia, scappa uno sbadiglio ,uno solo però e poi abilmente dissimulato, solo un abbiocco senza complicanze politiche.

Vedere per credere. E si che Fini,nel vibrante comizio, ha invitato ad aprire gli occhi, come ha fatto lui dopo 17 anni su Berlusconi e dopo ben 40 anni ha capito che il fascismo era il male assoluto. Classe dirigente lungimirante, che apre gli occhi e sta migliorando nella sua lungimiranza,passa da 40 anni a 17 anni...Un cordiale saluto e grazie per l'attenzione.
Flavio Gori

Lettera 25
- La soppressione dell'ICE è stata una scelta retrogada da parte del Governo ! L'ICE (Istituto di Commercio con l'estero) era un importante punto di riferimento per le imprese italiane all'estero ed in generale per tutti gli Italiani residenti all'estero. L'istituto infatti facilitava l'internazionalizzazione del nostro Made In Italy attraverso l'organizzazione di Fiere, Servizi personalizzati, Formazione, Incontri B2B, Convegni tecnici,Mostre d'Immagine a promozione del Made in Italy etc. Si è scelto quindi di risparmiare andando a sopprimere un importante istituto per lo sviluppo e la diffusione dell'Impresa italiana all'estero invece di risparmiare sui milioni spesi ogni anno per pagare gli stipendi ed i vitalizi agli Onorevoli Deputati. VERGOGNA!!! riducetevi lo stipendio e reintroducete l'ICE !
Stefano de caterina

Lettera 26
Caro Dago, leggendo le parole della madre di Busi a commento della fine del dittatore Gheddafi "Ah no, troppo comodo, la morte non è mica una punizione sufficiente, io l'avrei lasciato vivere fino all'ultimo, così impara" mi sono chiesto se non é stata questa l'ispirazione del Dio vendicatore (ultor) dei cristiani quando stabilisce che c'é una pena eterna ad espiazione di colpe, anche gravissime, di noi poveri cristiani... però questa pena é posta in un aldilà la cui esistenza é ancora tutta da dimostrare.
serpico48

 

 

PAURA DEFAULT ITALIA - SEGNALI RECESSIONE - TUNISIA, VINCONO ISLAMISTI - WIKILEAKS SOSPENDE PUBBLICAZIONI

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Dagoreport

WELT WSJ

THE NEW YORK TIMES - In apertura, "Islamisti moderati verso la vittoria in Tunisia" - "Agenti infiltrati nei cartelli della droga al confine col Messico" - Al centro, "Tolto il leggio, Romney riscuote maggiore successo"

THE WALL STREET JOURNAL - In apertura, "Aumentano i segnali di una recessione" - "Cameron in una posizione scomoda"

LE FIGARO - In apertura, "Tunisia, gli islamisti padroni dei giochi" - Al centro, "Le idee del Vaticano per moralizzare il sistema finanziario" - "Crisi dell'euro, inquietudini per l'Italia" - In alto, "Le docce abbronzanti aumentano il rischio di cancro" - "Sinistra, gli alleati del Ps alzano i toni contro Hollande"

LE MONDE - In apertura, "Come la crisi dell'euro sconvolge gli equilibri politici"

LIBÉRATION - In apertura, "La Tunisia si tinge di verde. Vittoria degli islamisti"

TIMES

LES ECHOS - In apertura, "Settembre nero per le assicurazioni sulla vita in Francia" - "Guida dell'euro per otto anni, Trichet volta pagina" - In alto, "In difficoltà, Groupama si separa dal suo patron Jean Azéma"

PAIS

LA TRIBUNE - In apertura, "La paura del contagio. Il timore di un default dell'Italia obbliga l'Europa a rivedere il Fondo salva Stati" - In alto, "L'iPod ha 10 anni, ma è senza futuro"

LA CROIX - In apertura, "Rivoluzioni arabe? Quale ruolo per l'Islam?"

THE GUARDIAN - In apertura, "Cameron travolto dalla rivolta anti-Ue dei tories che puntano all'uscita dall'Unione" - "L'Inghilterra aiutò a consegnare la sua famiglia di ribelli a Gheddafi. Ora lei chiede: ‘Perché?'"

THE INDEPENDENT - In apertura, "Una relazione del governo sconfessa Cameron sulle cause delle rivolte di Londra: non la cultura delle gang, bensì la povertà"

NYT

THE TIMES - In apertura, "Il Papa ordina un'inchiesta su abusi minorili a Ealing" - "Cameron minimizza la rivolta anti-Ue dei tories" - Di spalla, "Blair aiutò Gheddafi a ottenere il sigillo reale di approvazione"

PUBLICO

THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "I tagli record alla spesa colpiscono gli asili" - Di spalla, "Non ho niente di cui rammaricarmi, dice Cameron di fronte alla ribellione anti-Ue"

FINANCIAL TIMES - In apertura, "Linea dura nei confronti dei detentori di bond greci" - "L'ultimo disperato tentativo di Cameron di sedare la rivolta anti-Ue dei tories" - In basso, "Elezioni in Tunisia, gli islamisti moderati sono il più grande partito"

DAILY MAIL - In apertura, "A Cameron sanguina il naso... Grande rivolta sull'Europa, ma lui insiste che l'Inghilterra dovrà attendere anni per recuperare poteri da Bruxelles"

INDEPENDENT

EL PAIS - In apertura, "La Merkel annuncia che il Fondo salva Stati supererà il miliardo di euro" - Al centro, "La crisi aggrava le fratture politiche in un Europa debilitata" - In basso, "Fernandez prende il potere in Argentina" - Di lato, "La vittoria degli islamisti in Tunisia mette i laici in minoranza"

LIBE

EL MUNDO - In basso, "Il Colonnello non ha nessuno che lo seppellisca. La Libia indaga sul suo linciaggio" - Di lato, "Berlusconi non riesce a fare le riforme che esige con urgenza la Ue"

PUBLICO - In apertura, "Un miliardo per sostenere l'euro. La Merkel annuncia il raddoppiamento del Fondo salva Stati" - In basso, "Gli islamisti si impongono in Tunisia con il 40% dei voti"

DIE WELT - In apertura, "La Merkel ha ancora bisogno di una maggioranza" - "Wikileaks al verde, sospende le rivelazioni"

TRIBUNE

 

PENSIONI, GOVERNO APPESO A UN FILO - NEL COLLOQUIO AL COLLE ANCHE L’IPOTESI DI UN ALTRO ESECUTIVO

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Da "il Velino"

merkel e sarko ridono di berlusconi

CORRIERE DELLA SERA - In apertura: "Il governo si divide sulle pensioni". L'editoriale di Massimo Franco: "Comanda la paura". A destra commento di Sergio Romano: "I due grandi che non hanno nulla da ridere". In alto a destra due boxini: "E Berlusconi disse: Umberto, stavolta non c'e' un piano B" di Francesco Verderami e "Nel colloquio al Colle anche l'ipotesi di un altro esecutivo". Di spalla: "La bozza del decreto: dai condoni alle norme sull'eredita' dei figli". Piu' a destra: "La Camera ci ripensa: i tagli? Scherzavamo". Fotonotizia al centro: "Tunisi sceglie il partito islamico": In basso: "Chiamati i carabinieri (per gestire due Asl)". Ancora in basso: "Quegli alunni stranieri nati e cresciuti in Italia". Sempre in basso al centro: Il sorriso di Sic e l'incredulita' di quella tribu' che vive di moto".

SILVIO BERLUSCONI UMBERTO BOSSI

LA REPUBBLICA - In apertura: "Pensioni, governo appeso a un filo". Editoriale di Barbara Spinelli: "Lo sberleffo della verita'". A sinistra il retroscena di Francesco Bei: "E il Cavaliere cede: stavolta potrei lasciare". Sotto l'apertura l'analisi di Paul Krugman: "C'e' un buco nel secchio europeo". A centropagina: "Dodici condoni nel decreto sviluppo". Di spalla: "Da Londra a Wall Street, le tende nelle city". In basso: "Mills, si' al legittimo impedimento. Sentenza a gennaio". Piu' a destra: "Gheddafi scrisse: ‘Amico Silvio, basta bombardamenti'". In basso a sinistra: "Basta con la velocita', fermate i Gran Premi". In basso al centro: "Quei Nocs violenti e il mistero Soffiantini".

LA STAMPA - In apertura: "Pensioni, la Lega non cede". Editoriale di Michele Brambilla: "L'assist di Bruxelles al Senatur". A sinistra in basso commento di Paolo Baroni: "Si rischia una soluzione al ribasso". Sotto l'apertura: "Berlino e Parigi ‘un equivoco quelle risate'". Piu' a destra: "Nella bozza 12 condoni: e' giallo. Nuove norme per le successioni". In alto: "Marchionne: e' anti-italiano chi non investe". In alto al centro: "Polanski: Fellini mi rubo' l'Oscar". A destra in alto: "Svelato il mistero della mummia". Al centro fotonotizia: "Vincono gli islamisti, le donne tornano in piazza". Di spalla anticipazione di Luca Ricolfi: "Il Paese (af)fondato sulle tasse". A destra a centropagina: "Gheddafi a Berlusconi: ‘Ferma tu la guerra'". In basso a destra: "Con la Sharia a Tripoli inizia l'inverno arabo". In basso al centro: "A Bergamo con l'iPad, negli Usa computer vietati".

ROBERTO MARONI

IL GIORNALE - In apertura: "Al diavolo Sarkozy". Editoriale con il titolo d'apertura di Giuliano Ferrara, condiviso con "il Foglio". Al centro fotonotizia: "Governo, sulle pensioni si tratta a oltranza". A sinistra in basso Nicola Porro: "Ma il presidente francese guardi le banche di casa sua". Al centro: Il premier e il no a Napolitano: ‘Non allarghiamo al Terzo Polo'". Piu' a destra: "Spunta il giallo dei 12 condoni: ‘Non servono e non li faremo'". In basso Marcello Veneziani: "Se sinistreggi ti promuovo, a prescindere".

LIBERO - In apertura: "La guerra delle pensioni". Editoriale di Maurizio Belpietro: "Ma i tagli partano dai vitalizi ai parlamentari". Al centro fotonotizia: "Dieci motivi per ridere di Sarko'". Di spalla: "I pensionados". A sinistra in basso: "Una perizia postdatata inguaia il Pd". In basso: "Il Grande Fratello? L'abbiamo gia' visto, ecco che succedera'".

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Pensioni, duello Berlusconi-Bossi". Editoriale di Guido Gentili: "Se non bastano le spalle al muro". Di spalla domande ai due leader: "Cara Angela, ma lei non e' gia' commissariata?" e "Caro Nicolas, perche' vuole nascondere il suo debito?". A sinistra in basso commento di Stefano Folli: "Al limite della rottura". In basso al centro: "Tassi BTp in rialzo, ma la Borsa tiene". A destra: Riassetto Edison, l'offerta di Edf non piace agli azionisti italiani".

GIULIO TREMONTI

IL MESSAGGERO - In apertura: "Pensioni,il governo si spacca". L'editoriale di Stefano Cappellini: "I veti che paga il Paese". Al centro il retroscena: "Il premier da Napolitano e ‘il passo indietro'". Piu' a destra: "Incontro Bersani-Casini: serve un esecutivo forte". Al centro la fotonotizia: "Il dolore di Valentino: ma non smetto". A destra: "Il giallo dei dodici condoni, bonus per chi assume giovani". A destra sotto: "Bankitalia, via all'era Visco. Draghi: lascio in buone mani". A sinistra in basso: "Osama e Imen, tunisini di Roma eletti all'Assemblea costituente". In basso al centro: "L'ultima lettera di Gheddafi". In basso a destra l'inchiesta: "Bambino morto alla Feniglia, telefonata choc della mamma killer".

La Padania 25 Ottobre

IL TEMPO - In apertura fotonotizia: "Berlusconi non vuol farsi pensionare". L'editoriale di Mario Sechi: "Il conflitto tra padri e figli". Sotto l'apertura, a sinistra: "I sorrisi sarcastici non siano l'alibi all'immobilismo". Piu' al centro: "La sinistra coerenza del dito medio". Piu' a destra: "Italia perseguitata dal debito fin dalla nascita". A destra: "Il fragile asse degli ex nemici Sarkozy-Merkel". In basso il caso del pedalo': "Aveva tentato di ucciderlo due volte". Due boxini in basso: "Scontri a Roma, identificati tre cinquantenni dei centri sociali" e "Multa al ristorante dopo la denuncia de Il Tempo".

L'UNITA' - In apertura la fotonotizia: Un lenzuolo con la scritta "Dimissioni". In alto: "Berlusconi nelle mani di Bossi". L'editoriale di Claudio Sardo: "Voto d'emergenza". Piu' in basso l'analisi di Ronny Mazzocchi: "La sindrome greca". In basso a sinistra: "La lettera di Gheddafi: ‘Caro Silvio aiutami tu'". Al centro in basso: "La caricatura di Gramsci". A destra in basso due boxini: "Per trovare lavoro si fugge all'estero" e "Concorsi, indagine su dieci universita'".

IL FATTO QUOTIDIANO - In apertura: "B. fa testamento". Editoriale di Marco Travaglio: "Troiate ad alta velocita'". A sinistra commento di Giampiero Gramaglia: "Sovranita' a rischio". In basso: "Onorevoli comprati e venduti. Di Pietro: ‘Li ho denunciati tutti'". Boxino in basso a sinistra: "Le previsioni di Bisi: ‘Un governo Draghi del cazzo". In basso al centro: "Visco, una strada in salita".

 

SARKO’ VS IL BANANA: DAL NUCLEARE ALLA LIBIA MA L’ULTIMA GOCCIA È IL GOSSIP “CORNUTO” SU CARLÀ

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1- DAL NUCLEARE ALLA LIBIA MA L'ULTIMA GOCCIA È IL GOSSIP SU CARLÀ
Carlo Tecce per il Fatto


Quel sorriso beffardo di Nicolas Sarkozy, riflesso sull'occhio vitreo di Angela Merkel, nasconde una leggenda o un segreto. Anzi, una vaporosa diceria o un'intercettazione con Valterino Lavitola: prima la "culona inchiavabile" Angela Merkel (mai confermato e mai smentito), poi il "cornuto" Sarkò. L'ex amico Silvio Berlusconi avrebbe insultato il presidente francese al telefono con il faccendiere-latitante Lavitola sciorinando dubbi di paternità: chi è il padre della figlia di Carla Bruni? Per prima Selvaggia Lucarelli, attrice e giornalista, innesca la miccia sul suo sito: "Sentite questa perché forte...".

merkel e sarko ridono di berlusconi

IL FATTORE PATERNITÀ
La fiammella prende vento in Rete, si diffonde oltre confine, s'infila fra le righe di Repubblica, accende la stizza di Sarkò e anima il rancore nel suo sguardo. La Lucarelli spiega: "Sono parole che circolano fra l'ambiente politico e giornalistico, la mia fonte è fidata, ma non ho letto le carte".

SARKOZY E MERKEL

Finisce così un'alleanza di destra fra Silvio e Nicolas, moderni gollisti, estroversi comunicatori. Il Cavaliere del quasi strike - disse a Gianpi Tarantini: "Erano 11, me ne sono fatte 8" - pensa che Sarkò sia un cornuto . Sarà vero o falso, chissà. Non è mai morbido con le offese, però. Ufficiali o ufficiose.

Al vertice Nato di Lisbona, appena un anno fa, B. accolse il presidente romeno Basescu, pubblicamente rimproverato dal francese. Il Cavalier caloroso sigillò le labbra gommose, e avvicinò l'indice a una tempia. Come per dire: "È matto". Il passo dal matto al resto è brevissimo. Le premesse ci sono, anche se condoniamo l'imitazione di Manlio Dovì, il Sarkò del defunto Bagaglino: "Era una festa per Putin".

Sarkozy e Angela Merkel article

E pensare che Berlusconi, in panchina nel 2007 durante il governo Prodi, celebrò come se fosse sua la vittoria del francese: "La netta affermazione di Sarkozy dimostra la volontà di cambiamento''. Ovviamente, Sarkò era bravo perché copiava: "Il suo programma coincide sostanzialmente con il nostro". In quel maggio 2007 dominava la moda dei cloni: dove trovare un Sarkò o un Obama italiani? Il Cavaliere sputò un po' di fiele contro Montezemolo, liquidando Sarkò fra i suoi mille ex collaboratori come un Dell'Utri qualsiasi: "Sarkozy è il Berlusconi francese. É stato anche il mio avvocato. Questi cosiddetti uomini nuovi hanno la memoria corta''.

Nessuno ci credeva. B. ha insistito: sì, venti anni fa curava i miei interessi in Francia con il gruppo La Cinq contro il governo e i miei soci. Quando Sarkò difese la Georgia dal fuoco russo per l'indipendenza dell'Ossezia meridionale, il Cavaliere, attore non protagonista, s'inventò una missione speciale: "Per fortuna mandai a Mosca da Medvedev il buon Sarkozy, che era il mio avvocato tanti anni fa. Io restai a lungo al telefono con Putin".

SARKOZY E BERLUSCONI

LACTALIS, GHEDDAFI E BINI SMAGHI
Le memorie storiche di Carlo Freccero sono diverse, soltanto nel '94, per la prima e trionfante discesa in campo, Sarkò ministro del Bilancio chiese informazioni su quel personaggio fra televisioni, pallone e politica. Per qualche anno, per finta o per davvero, il Cavaliere e Sarkò sono andati d'amore e d'accordo. Anche perché al francese conveniva: ottimo il patto fra Edf ed Enel per le centrali nucleare (ora un brutto ricordo), bene la resa per il controllo di Lactalis su Parmalat.

Una voce contro, in famiglia, c'era già. B. non avrà dimenticato le sporadiche eppure tostissime dichiarazioni di Carlà: "Fiera di non essere più italiana". La rottura è fresca. Per i permessi furbeschi del governo italiano rilasciati a migliaia di emigranti per farli scappare in Francia: "Possiamo respingerli in Italia", disse il ministro degli Interni di Parigi. La guerra libica ha isolato l'Italia e cancellato l'unico regime amico del Cavaliere. Mentre decollavano i caccia francesi, il premier italiano rifletteva se fosse opportuno disturbare l'amico Gheddafi, per poi subire l'ordine Nato e mobilitare i nostri tornado (che volavano, ma non sparavano!).

Sarkò ha messo a nudo la pochezza internazionale del collega italiano e, adesso, avverte la sua debolezza interna: perché Lorenzo Bini-Smaghi non si schioda dal seggio Bce che spetta a un francese? E quel ronzio che umilia la fedeltà di Carlà, se fosse più di un frequente rumore, avrebbe scatenato l'animo più docile.
Certo, Berlusconi ha rivoluzionato la politica estera. Senza citare de Gaulle e Adenauer, ma insultando i loro eredi.

cucu' Berlusconi Merkel

2- TRA "CUCÙ" E "CULONA" FRAU ANGELA CI HA SERVITO IL CONTO
Giampiero Gramaglia per il Fatto


Quei due non si sono proprio mai presi. Eppure, la storia di Italia e Germania è fitta di leader che se la sono intesa bene (pensiamo solo al dopoguerra, sia ben chiaro): De Gasperi e Adenauer, anche fisicamentesimili,determinatiaricostruireiloro Paesi e a costruire insieme un'Europa di pace; Andreotti e Kohl, loro fisicamente diversissimi, ma protagonisti insieme di una stagione che portò l'Europa fuori dal comunismo e ne accelerò l'integrazione - tedesca e continentale, con il Trattato di Maastricht - (e neppure una battuta di Andreotti contro l'unificazione della Germania rovinò il rapporto);

Prodi e Schroeder, insieme alla nascita dell'euro e nella stagione dell'allargamento dell'Ue - sarebbero stati insieme anche nel no all'invasione dell'Iraq, ma lì, in Italia, comandava già Berlusconi, che scelse di stare con Bush. Invece tra quei due, B. e la Merkel, l'intesa non c'è mai stata. Eppure l'Italia 2011,annoterzodellacrisideimutuifondiari,non è così forte e solida da fare spallucce all'appoggio della Germania. O addirittura da permettersi di irridere la Cancelliera con quel mai smentito "culona inchiavabile" che - lo riferiva il Financial Times - ha mandato su tutte le furie Frau Angela.

Berlusconi cucu' Merkel - nonleggerlo blog

Ma vaglielo a fare capire a Mr B. che le intese si creano sui fatti e non sulle gag. Non c'era lui, al Vertice del G8 di Heiligendamm, nel 2007, quando Angela, presidente di turno, si sentì fare sulle spalle il "popi-popi" da Bush: lei sussultò, visibilmente poco divertita. Ma a quel gesto sembrò ispirarsi il siparietto con cui Mr B. la accolse a Trieste, il 19 novembre 2008. Niente corna, esercizio goliardico d'una foto di gruppo fra leader, ma il gioco del nascondino: il Cavaliere si cela, a piazza Unità d'Italia, dietro un pennone portabandiera e, all'arrivo della cancelliera, ne sbuca fuori esclamando "cucù. Sono qui". La Merkel, allarga le braccia e risponde con un laconico e desolato: "Silvio".

artefatti berlusconi merkel surprise

LA VENDETTA D'ACCIAIO
Poi c'è la gaffe in Germania: una telefonata, ufficialmente al premier turco Erdogan, induce Berlusconi a ritardare l'arrivo a una cerimonia sul Reno che apre la seconda giornata del vertice Nato, il 4 aprile 2009. Sulla spianata del Ponte dell'Europa a Kehl, la Merkel accoglie l'uno dopo l'altro i capi di Stato e di governo. Ma il Cavaliere, sceso dall'auto, si ferma a parlare al cellulare, chiedendo a gesti ad Angela di attendere un attimo.

Carla Bruni COL PANCIONE

La cancelliera un po' lo osserva imbarazzata, poi si avvia e inizia i lavori senza di lui. Certo, nel rapporto che non funziona, anche lei ha le sue responsabilità: non solo non apprezza le battute, ma è proprio tedesca. Cioè, se uno le dice che farà una cosa, poi va a vedere se è stata davvero fatta. Se no, gliene chiede ragione. Sotto la rigidità della Merkel, c'è un po' di diffidenza teutonica nei nostri confronti: senza risalire all'8 settembre, una copertina di Der Spiegel del 1977 sintetizzava l'Italia con una pistola su un piatto di spaghetti, condensato di stereotipi da anni di Piombo.

Storia passata, uno direbbe. Ma il giochino venne aggiornato e il 18 luglio, Der Spiegel s'è ripetuto: in uno speciale dal titolo "Basta", il settimanale analizzava "il declino del Paese più bello al mondo"; sulla copertina, Berlusconi in versione gondoliere con ai piedi due sirenette e al centro dell'Italia un piatto di spaghetti con una pistola. E non era ancora saltata fuori la storia della "culona inchiavabile"...

CARLA BRUNI E LA PICCOLA GIULIA

Certo, il sorrisino d'intesa, domenica, tra Angela e il suo partner di direttorio Sarkozy non era il massimo della raffinatezza diplomatica. E pure la pezza messaci fa un po' (sor)ridere: la risatina nasceva dall'incertezza su chi dovesse rispondere sull'Italia, stile "vai avanti tu, che a me vien da ridire". O da piangere, se sei italiano: perché ci toccano le battute di lui e il sarcasmo di lei.

Culo della Merkel

 

IL BANANA SBUCCIATO O ACCETTA DI ANDARE A BRUXELLES CON UNA PROPOSTA AL RIBASSO O RIMETTE IL MANDATO

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Amedeo La Mattina per "la Stampa"

SILVIO BERLUSCONI UMBERTO BOSSI

Trattativa nella notte con lo spettro della crisi di governo. Il lunedì nero di Berlusconi, dopo il weekend europeo di paura, è affollato di queste voci. Ipotesi circolata a Palazzo Chigi, con lo stesso premier che avrebbe chiesto a Gianni Letta se fosse disponibile a guidare un nuovo esecutivo. Il sottosegretario alle presidenza avrebbe risposto di sì, sottolineando però che bisognerà provare di tutto prima di buttare la spugna. «Gianni, tieniti pronto», sarebbe stata la conclusione pessimista del Cavaliere. Addirittura raccontano che anche il capo dello Stato avrebbe sondato in maniera discreta la possibilità di aprire un paracadute nell'eventualità che non si trovasse un'intesa sulle pensioni.

GIORGIO NAPOLITANO GIANNI LETTA

Un'indiscrezione non confermata che contraddice la linea fin qui seguita dal Quirinale, quella di escludere un passaggio di mano di Berlusconi per non esporre l'Italia ad una bufera speculativa. Lo avrebbe escluso pure conversando nei giorni scorsi con la Cancelliera Merkel che chiedeva lumi al presidente della Repubblica.

Ma tutto questo è roba dei giorni scorsi, appunto, perché la situazione si è fatta alquanto pesante dopo che a Bruxelles è stato detto a Berlusconi che il problema è lui. Non è un caso che ieri al Consiglio dei ministri, convocato d'urgenza, il nostro premier ha raccontato che in Europa c'è «un clima ostile» nei nostri confronti.

Un «clima ostile» che lui avrebbe cercato di ribaltare. «Essere paragonati alla Grecia è una follia». Insomma, siamo al discorso «noi non accettiamo lezioni da nessuno». Detto questo però Berlusconi ha spiegato a Bossi che ci troviamo «con le spalle al muro». «Non possiamo evitare di fare la riforma delle pensioni e se cadiamo non mi salvo né io né tu». Messaggio chiaro del tipo «non pensare che nella Lega continuerai a comandare, perché Maroni non aspetta altro che farti la pelle».

SARKOZY MERKEL

Il Cavaliere gli ha fatto presente che certi ambienti non aspettano altro che fare un «Grande centro» in cui non c'è posto per il Carroccio. Sarebbero gli stessi ambienti che «avvelenano i pozzi in Europa». In ogni caso «chi mi attacca ogni giorno non riuscirebbe mai a mettere insieme una maggioranza parlamentare in grado di compiere quelle scelte storiche che ci consentiranno di uscire dalla crisi».

Nella sala del governo è calato il gelo. Sono molti i ministri che non credono più alla possibilità di farcela. E il silenzio dei tre ministri leghisti Bossi, Maroni e Calderoli è stato eloquente sul fatto che la Lega non è disposta a sbloccare la situazione sul versante delle pensioni. Ci ha provato Berlusconi nel vertice prima del Cdm e ha continuato a provarci nella riunione serale con un'ipotesi di mediazione che viene definita «al ribasso», cioè non in grado di consentire al Cavaliere di presentarsi mercoledì a Bruxelles superando l'esame.

BOSSI MARONI CALDEROLI

Letta ha spiegato che invece bisogna mettere le misure nero su bianco sotto forma di una proposta convincente, «altrimenti si rischia di andare a Bruxelles allo sbaraglio». Per il sottosegretario una cosa deve essere chiara: il presidente del Consiglio potrà partecipare al summit Ue solo se ci saranno le condizioni per un'intesa nella maggioranza. «Berlusconi non può diventare il capro espiatorio delle divisioni nel governo».

Berlusconi avrebbe intenzione di inviare un documento di indirizzo all'Ue per indicare punti e scadenze delle misure della crescita allo studio del governo. Per Tremonti però non bisogna scendere troppo nel dettaglio per evitare che siano altri Paesi a determinare scelte che competono all'Italia. A detta dei presenti, il ministro dell'Economia è rimasto sul vago. «Un intervento generico», lo ha definito un ministro. Anzi, l'impressione è stata che Tremonti frenasse sulla possibilità di varare misure prima dell'appuntamento a Bruxelles.

GIULIO TREMONTI

Bossi è rimasto silente per tutta la riunione del Cdm, ma alla fine ha detto che «le pensioni non si toccano, non è giusto far pagare la crisi ai pensionati». Non è però detta l'ultima parola. La trattativa nella notte potrebbe portare ad un risultato perché il Senatur ha ben presente di trovarsi sul ciglio del precipizio. Non vuole che si proceda con decreto: solo un disegno di legge e in ogni caso le pensioni di anzianità non si toccano. Su questo «non cediamo di un millimetro».

A questo punto, spiega un ministro, «o Berlusconi accetta di andare a Bruxelles con una proposta equivoca e al ribasso, rischiando di essere bocciato, o rimette il mandato e affida a Letta il compito di tentare un'operazione dolorosa». Ecco, lo spettro di un nuovo governo ieri sera si aggirava nelle stanze di Palazzo Chigi. Prima che iniziasse il Cdm, mentre Berlusconi e Bossi discutevano in una stanza a parte, alcuni ministri già discutevano di questa eventualità. «Chi metterebbero al posto tuo?», si chiedevano l'un l'altro.

 

SUCCESSIONE AD PERSONAM (VERONICA TIÈ!) - COSÌ IL CAVALIER POMPETTA FAREBBE SALTARE IL PIANO DELLA LARIO

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Francesco Grignetti per "la Stampa"

BERLUSCONI E VERONICA

Ci tiene moltissimo, il governo, a modificare le regole sulle successioni testamentarie e sul cosiddetto Patto di Famiglia (che dal 2006 regolamenta le successioni aziendali). E la novità non è piccola: si tornerebbe ai testamenti, superando le rigidità della famosa "legittima", in quanto si vorrebbe restituire la possibilità al genitore di orientare chi eredita una bella fetta del patrimonio e chi no.

Anziché prevedere parti uguali tra tutti i figli, solo una metà del patrimonio destinato ai figli sarebbe diviso egualitariamente. L'altra metà sarebbe attribuita all'uno o all'altro dal genitore. Ma anche il Patto di Famiglia cambia, introducendo una ben maggiore discrezionalità rispetto all'attuale formulazione.

Con singolare caparbietà, la materia era già presente nel primo decreto Sviluppo dell'estate scorsa. Quando però il decreto approdò al Quirinale, quella norma fu cancellata. Venne prontamente recuperata in un ddl di ventuno deputati del Pdl, ma se ne erano perse le tracce. Torna a galla con il nuovo decreto Sviluppo. «Avevamo fatto presente al governo questa proposta in un pacchetto di priorità», spiega il vicepresidente della commissione Bilancio, Giuseppe Marinello, Pdl. E il governo l'ha ascoltato. «E' una misura molto attesa dal mondo delle piccole e medie imprese italiane, quelle a conduzione familiare, sa?».

Famiglia Berlusconi Eleonora Piersilvio MArina Silvio BArbara Luigi

Tanta insistenza ha però già fatto insospettire parte dell'opposizione. Secondo Antonio Borghesi, Idv, trattasi dell'ennesima leggina «ad personam». Una norma tagliata a misura sulle questioni ereditarie del premier? C'entrano le dispute con la moglie separata Veronica e i problemi legati alla suddivisione del patrimonio di famiglia tra figli di primo e di secondo letto?

«Sorge forte il sospetto dice Borghesi - che si tratti dell'ennesima norma legata ad equilibri familiari del premier. Berlusconi non smette mai di sorprendere. Di fronte al rischio di catastrofe economica del Paese pensa bene di tutelare le proprie finanze». E già si guarda alle possibili ricadute su Mediaset, Mondadori, Mediolanum e Milan, ovvero i pezzi dell'impero controllati dal premier attraverso Fininvest.

Nella bozza di decreto si cambiano le norme che regolano il Patto di Famiglia, ovvero il contratto con cui un imprenditore trasferisce la società ai discendenti. La modifica che più salta agli occhi è la fine dell'unanimità: l'imprenditore stabilisce lui, di fatto, chi beneficiare con la trasmissione delle quote della società. Se attualmente è prescritto che alla stipula del Patto «devono» essere presenti il coniuge e tutti i figli, in futuro, ove passasse la nuova legge, gli altri eredi «possono» essere presenti, salvo essere informati entro trenta giorni delle decisioni adottate e impugnarle. Se vogliono e se possono.

Ma c'è di più: «L'imprenditore - come illustra Marinello - se considera non idonei i figli a gestire l'azienda, può affidarla anche a un terzo, che ha il potere di scegliere il più idoneo tra i nipoti, ivi compresi quelli che ancora devono nascere».

silvio berlusconi veronica lario lap01

Con la stessa logica della discrezionalità genitoriale, si cambia la "legittima". Attualmente il codice prevede che «se il genitore lascia un figlio solo, legittimo o naturale, a questi è riservata la metà del patrimonio. Se i figli sono più, è loro riservata la quota dei due terzi, da dividersi in parti uguali tra tutti i figli, legittimi e naturali».

In futuro, ferma restando la quota dei due terzi, soltanto metà della quota destinata ai figli sarebbe divisa in parti uguali; l'altra metà potrà essere attribuita dal genitore a uno o più figli in misura variabile. Trent'anni dopo il codice di famiglia, una rivoluzione.


2 - COSÌ BERLUSCONI AVREBBE PIÙ AUTONOMIA NEL DIVIDERE FININVEST
IL RITARDO DEL DIVORZIO CON VERONICA PREOCCUPA IL PREMIER
Paolo Colonnello e Francesco Manacorda per "la Stampa"

Chi lo frequenta assicura che tra i molti fantasmi di questi mesi - la magistratura che lo insegue, gli alleati che non lo lasciano lavorare, il risarcimento da 560 milioni alla Cir - ce ne sia uno che ha ormai le caratteristiche di una vera ossessione. Come potrà mai sistemare il suo asse ereditario - si chiede Silvio Berlusconi - tra i figli avuti dal primo e dal secondo matrimonio? E in particolare come potrà farlo se il divorzio con Veronica Lario non andasse in porto?

La posta in gioco, ovviamente, è uno dei maggiori patrimoni italiani. A marzo di quest'anno, dunque prima della crisi dei mercati finanziari, la rivista Forbes segnalava «Silvio Berlusconi and family» al terzo posto in Italia e al 118˚ nel mondo con una fortuna di 7,8 miliardi di dollari, che starebbe a dire 5,6 miliardi di euro. Leviamoci pure un miliardo che da inizio anno la Fininvest ha perso per il calo in Borsa delle sue partecipazioni, sottraiamo il mezzo miliardo che veleggia verso l'odiata Cir; restano pur sempre 4 miliardi di patrimonio familiare di cui almeno 3 sono proprio del Cavaliere.

1 berlusconi figli chi

L'idea del Berlusconi è sempre stata quella di dividere l'enorme patrimonio personale - per sommi capi il suo 65% di Fininvest che controlla il 40% di Mediaset, il 50% di Mondadori, il35% di Mediolanum e tutto il Milan, cui si aggiunge un megaimpero immobiliare che spazia da Villa Certosa alle Bahamas - in modo sostanzialmente paritetico tra i figli di primo e secondo letto.

Da una parte Marina e Piersilvio, che nell'ultimo decennio hanno contribuito con il loro impegno ad accrescere il patrimonio familiare; dall'altra Barbara, Eleonora e il giovanissimo Luigi, ancora a cavallotra gli studi e i primi incarichi nei cda, che si sarebbero divisi in tre l'altra metà. Una divisione, però, che ha sempre trovato contraria Veronica: fu proprio lei a spingere, nel 2005, perché Berlusconi assegnasse ai tre figli di secondo letto una quota complessiva del 21,4% della Fininvest equiparandoli di fatto ai due eredi diprimo letto che hannoil 7,65% ciascuno.

Alla difficoltà di trattare equamente gli eredi si aggiungono le vicende coniugali. Nell'agosto 2010, quando la separazione consensuale tra la ex «first couple» italiana sembrava cosa fatta, proprio da parte di Veronica arrivò un improvviso stop alla soluzione negoziata.

Colpa del forte divario tra quanto chiesto inizialmente dalla (ancora oggi) moglie del Cavaliere - oltre 40 milioni lordi l'anno - e i 7 milioni annui invece proposti. Secondo alcune indiscrezioni il cambio di strategia in quell'occasione è stato radicale: contando su innegabili dati anagrafici - la signora Lario è del 1956, il Cavaliere ha vent'anni di più - Veronica avrebbe deciso di negare la consensuale in modo da non escludere un suo ruolo come possibile erede.

E se Berlusconi decidesse comunque di andare avanti con il divorzio, visto che nella primavera del 2012 scadrà il canonico triennio di separazione, s'imbarcherebbe in un divorzio per colpa per il quale - a leggere i giornali - non mancherebbero alla controparte gli argomenti.

Famiglia Berlusconi

Con le attuali norme successorie, se per ipotesi Veronica dovesse essere ancora coniugata Berlusconi quando Berlusconi non ci fosse più, a lei andrebbe il 25% dell'eredità, mentre un altro 50% andrebbe diviso in parti uguali tra i cinque figli. Assieme ai tre figli, insomma, avrebbe il 55% del 65% della Fininvest oggi in mano al Cavaliere, che aggiunto al 21,4% già in possesso dei tre Berlusconi più giovani assicurerebbe la maggioranza assoluta della holding.

Ma anche se alla fine divorzio sarà, la norma infilata ieri nel decreto sviluppo servirà - come molti sospettano - proprio a risolvere la vicenda dei Buddenbrook di Arcore? Nell'entourage legale del Cavaliere il testo viene apparentemente disconosciuto. «Non ne ho mai sentito parlare - taglia corto l'avvocato di fiducia e parlamentare Niccolò Ghedini - e comunque non vedo il problema».

BERLUSCONI E VERONICA - Copyright Pizzi

Di fatto con regole che lasciano maggiore autonomia al genitore nel decidere il Patto di Famiglia e - nel caso in cui a spartirsi l'eredità siano solo i figli - permette di dividere in parti uguali solo un terzo del patrimonio, distribuendo poi in proporzioni diverse il restante terzo, il progetto del Cavaliere di una divisione alla pari tra i due «ceppi» familiari potrebbe essere più vicino.

 


BORSE FIACCHE, BANCHE FRANCESI GIÙ - SPREAD A 387 - BOND ITALIANI: DEUTSCHE BANK ESPOSTA PER 2,3MLD

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1. BORSA: EUROPA FIACCA ATTENDE UE, DEBOLI LE BANCHE FRANCESI...
(ANSA)
- Poche idee nelle Borse europee, che scendono di poche frazioni di punto e aspettano di vedere di dettagli del piano europeo per affrontare la crisi dei debiti sovrani. Calma in avvio anche sul mercato dei titoli di Stato. L'indice Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cede lo 0,28%, con qualche acquisto sui gruppi dell'energia mentre le auto sono tendenzialmente deboli. Tra le banche appaiono deboli le francesi: Societe generale cede il 2,13%, Bnp Paribas il 2,08%.

borsa di madrid

In calo anche Dexia (-1,64%) mentre tra i marchi 'made in Italy' il ribasso maggiore é segnato da Unicredit, che cede l'1,34% con Intesa che perde circa mezzo punto percentuale. Passata in leggero positivo dopo una partenza in calo Bpm: +0,55%.

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: - Londra -0,02% - Parigi -0,47% - Francoforte -0,38% - Madrid -0,18% - Milano -0,48% - Amsterdam -0,12% - Stoccolma +0,22% - Zurigo -0,24%.

2. BORSA: ASIA INCERTA ASPETTA UE, BENE SHANGHAI E BANGKOK...
(ANSA)
- Borse asiatiche in due direzioni in attesa del vertice Ue che dovrebbe varare le nuove misure per affrontare la crisi del debito sovrano: Tokyo ha perso quasi un punto percentuale, mentre Shanghai, che sale di un punto e mezzo, e ancor più il listino thailandese (+2,1%) hanno messo a segno buoni rialzi.

borsa di milano

A trainare gli acquisti sono ancora i gruppi delle materie prime che incassano il ripetuto rialzo dei prezzi dei metalli, mentre sul mercato azionario giapponese spiccano i cali di Ngk (-17,4%) e i rimbalzi sia di Tepco (+10,9%) sia di Olympus (+8,1%). A Sidney, dove sono quotati diversi titoli che possono anticipare l'avvio dei loro settori in Europa, qualche vendita sui gruppi assicurativi e delle telecomunicazioni.

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse di Asia e Pacifico: - Tokyo -0,92% - Hong Kong +0,41% (seduta in corso) - Shanghai +1,46% (seduta in corso) - Taiwan +0,28% - Seul -0,51% - Sidney -0,64% - Singapore -0,17% (seduta in corso) - Mumbai +0,06% (seduta in corso) - Kuala Lumpur -0,04% - Bangkok +2,11% - Giakarta +0,11% (seduta in corso)

3. TASSO BTP AL 5,96%, SPREAD CON BUND SOPRA 380 PUNTI...
(ANSA)
- Il rendimento del Btp decennale continua a mantenersi su livelli elevati risalendo al 5,96% dal 5,92% della chiusura di ieri. Il differenziale con il Bund è tornato sopra i 380 punti base: lo spread si è allargato fino a 388 punti (dai 379 di ieri) per poi stringere attorno a 382. Ancora in tensione il differenziale tra il decennale di Francia e Germania che viaggia sui massimi a 119 punti base, mentre quello della Spagna oscilla poco sotto la soglia dei 340 punti.

4. MORNING NOTE: L'AGENDA DI MARTEDI' 25 OTTOBRE...
Radiocor
- Milano: Stati Generali di Confcommercio per la presentazione di un documento per la crescita e lo sviluppo e di un Roadshow nazionale. Partecipa, tra gli altri, Carlo Sangalli, presidente Confcommercio.

BORSA DI FRANCOFORTE

- Milano: convegno 'Il finanziamento delle corporate italiane nel Nuovo Ordine dei mercati: dalla predominanza del ricorso al debito bancario, allo sbocco sul mercato internazionale dei capitali'. Organizzato da Bnp Paribas. Partecipa, tra gli altri, Giovanni Sabatini, d.g. Abi.

- Roma: incontro stampa, promosso dall'Agenzia delle Entrate, per la presentazione del nuovo 'redditometro'.

- Roma: assemblea pubblica annuale dell'Associazione nazionale filiera industria automobilistica. Partecipano, tra gli altri, Eugenio Razelli, presidente Anfia; Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat; Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico.

- Roma: presentazione dell'indagine Ipsos sulla propensione al risparmio degli italiani e sulle loro attese in merito, promossa dall'Acri. Intervengono Giuseppe Guzzetti, presidente Acri; Ferdinando Pagnoncelli, presidente Ipsos.

BORSA DI ZURIGO

5. MORNING NOTE: ECONOMIA E FINANZA DAI GIORNALI...
Radiocor
- MANOVRA: Pensioni, duello Berlusconi-Bossi. Slitta il decreto, tensione sui condoni (dai giornali). Speciale rischio Italia. Il provvedimento per il rilancio (Il Sole 24 Ore, pag. 7-23). Pensioni, la 'quota 97'. Ecco come cambieranno. Approfondimenti. La previdenza (Il Corriere della Sera, pag. 12-13)

FININVEST:successione ad personam nella manovra (dai giornali). Cosi' Berlusconi avrebbe piu' autonomia nel dividere Fininvest (La Stampa, pag. 11)

GOVERNO: Nel colloquio al Colle anche l'ipotesi di un altro Governo (Il Corriere della Sera, pag. 1,6). E il Cavaliere cede: stavolta potrei lasciare. Il retroscena (La Repubblica, pag. 1,3). Il premier da Napolitano e il 'passo indietro' (Il Messaggero, pag. 1,3). Il premier e il no a Napolitano: 'Non allarghiamo al terzo polo' (Il Giornale, pag. 1,3). Berlusconi affronta il downgrade sovrano definitivo (Financial Times, pag.2)

BANCA D'ITALIA: Si' definitivo a Visco Governatore (dai giornali)

GRECIA: Accordo ad un passo. Taglio volontario ai bond del 40-50% (dai giornali)

FIAT: Marchionne: 'Credo nel Paese, nel 2011 utili operativi record'. 'In Italia non licenzieremo' (dai giornali). Settembre boom per la 500 negli Usa (La Stampa, pag. 29)

borsa parigi

EDISON: L'offerta di Edf per il riassetto non piace agli azionisti italiani. A Consob la richiesta per evitare l'Opa (dai giornali). Il gioco delle parti nei negoziati duri (Il Sole 24 Ore, pag. 37)

MEDIOBANCA: Collegamento tra CariVerona e Unicredit (dai giornali)

BPM: Bankitalia non molla la presa, solo manager esterni(dai giornali). Il mercato travolto da Amici e Bonomi sotto gli occhi di Consob. Il presidente del collegio sindacale solleva dubbi sulla validita' delle nomine (La Repubblica, pag. 27). Le banche frenano sull'aumento Bpm. Consorzio in stand by dopo il diktat di Bankitalia (Il Messaggero, pag. 23). Chiesa fuori dal consiglio, Salvatori in pole. In corsa anche Modiano e Croff (Il Giornale, pag. 26)

GROUPAMA: Azema in uscita (dai giornali)

PMI: Pacchetto per la crescita (Il Sole 24 Ore, pag. 27)

TIRRENIA: Aponte, fugheremo tutti i dubbi dell'Europa (Il Sole 24 Ore, pag. 28)

6. DEUTSCHE BANK: SALE A 2,3MLD ESPOSIZIONE BOND ITALIA NEL III TRIM...
Radiocor
- L'esposizione del gruppo Deutsche Bank sui titoli sovrani dell'Italia e' tornata a crescere nel terzo trimestre dopo il drastico taglio e ffettuato a meta' esercizio. Dai lucidi della presentazione agli analisti consultati da Radiocor emerge al 30 settembre un'esposizione sull'Italia di 2,3 miliardi, contro il miliardo di fine giugno, con un aumento legato al portafoglio di trading.

Tra i titoli sovrani di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, i bond dell'Italia sono quelli dove Deutsche Bank e' piu' esposta, anche se ben al di sotto degli 8 miliardi segnalati a fine 2010. Al 30 settembre l'esposizione complessiva della banca tedesca verso il rischio sovrano di questi Paesi era di 4,4 miliardi (dai 12,1 miliardi a fine 2010), di cui 0,9 miliardi sulla Grecia, 0,3 miliardi sull'Irlanda, 2,3 miliardi appunto sull'Italia, 0,1 miliardi sul Portogallo e 0,9 miliardi sulla Spagna.

BNP PARIBAS logo

7. EDISON: ALPIQ SIGLA PRELIMINARE CON EDF PER CESSIONE 20% EDIPOWER...
Radiocor
- Il gruppo Edf e la svizzera Alpiq annunciano di avere siglato un accordo preliminare per la cessione al gruppo francese della quota del 20% detenuta dal gruppo svizzero in Edipower. Alpiq ed Edf si sono quindi accordate per avviare una negoziazione su un'ipotesi di prezzo compresa fra 150 e 200 milioni di euro.

8. LA CORSA DI IMPREGILO E LA SOSTA DI SALINI...
Mar. Man. per "Il Sole 24 Ore" -
Scatta in Borsa la caccia ai possibili compratori di Impregilo. Il gruppo di costruzioni ha segnato un balzo del 6,89% con una corsa favorita dalle ipotesi di un'Opa da parte del gruppo Salini, socio con l'8% circa. Offerta la cui probabilità di concretizzarsi, secondo gli analisti, non supera il 30% e che comunque Salini, dietro richiesta della Consob, ha escluso: il gruppo ha fatto sapere che non è «stata assunta alcuna determinazione in merito a possibili offerte pubbliche di acquisto o scambio aventi a oggetto azioni emesse da Impregilo Spa», ma resta ferma la volontà di proseguire con il disegno industriale.

Escluso in modo categorico anche un rafforzamento da parte del gruppo Gavio, socio insieme a Ligresti e Benetton, di Igli, il veicolo a cui fa capo il 29,8% di Impregilo. Solo speculazione, dunque? Il mercato per ora si posiziona. E non ha tutti i torti se si pensa che ci sono due buoni motivi per scommettere su imminenti novità: la vicina scadenza del patto di sindacato, tra sei mesi, e la presenza di un nuovo azionista «non gradito» nel libro soci.

DEUTSCHE BANK

9. LA FUSIONE ATAC-COTRAL E LA MINA DEL DEBITO...
C. Fe. per "Il Sole 24 Ore"
- Una fusione per salvarsi, cercando di rivedere necessariamente il piano regionale dei trasporti nel Lazio e di eliminare le tante aree di inefficienza. Ma con una spada di Damocle sulla testa: l'enorme debito. Proprio in questi giorni si sta riparlando della fusione tra l'Atac, azienda dei trasporti capitolina controllata dalla holding Roma Capitale e quindi dal Campidoglio, e la Cotral cioè l'azienda di trasporto della Regione Lazio. Nel programma di Gianni Alemanno e di Renata Polverini il progetto è allo studio. Con un problema non da poco.

Entrambe le aziende sono pesantemente indebitate: l'Atac per 397 milioni, la Cotral per 180 milioni. Tra le banche più esposte ci sono UniCredit e Intesa Sanpaolo. Lo scorso anno Atac, già nella bufera per la cosiddetta Parentopoli, era arrivata vicina a portare i libri in Tribunale, ma poi il Comune di Roma aveva ricapitalizzato con il conferimento degli asset immobiliari. La situazione di Cotral non è certo migliore. E il tempo per trovare una soluzione resta poco.

10. IL PC DI GREENPEACE CON TERMINALE IN EDF...
M. Mou. per "Il Sole 24 Ore"
- Tutto era cominciato nel 2006, quando il Laboratorio nazionale anti-doping francese aveva denunciato un'incursione nel suo sistema informatico. Ben presto gli inquirenti erano risaliti a un hacker autodidatta residente in Marocco, il trentanovenne Alain Quiros. Il quale, a quanto pare, era stato incaricato di raccogliere informazioni dall'entourage del ciclista americano dopato Floyd Landis. Nell'archivio di Quiros la polizia ha però scoperto anche dell'altro, persino più interessante.

GIANNI ALEMANNO

E cioè l'intrusione nel computer dell'ex responsabile delle campagne di Greenpeace, Yannick Jadot, poi diventato deputato europeo e portavoce di Eva Joly. I committenti erano due responsabili della sicurezza di Edf. Il gruppo energetico ha cercato di costituirsi parte civile, sostenendo di essere una vittima inconsapevole dell'operazione illegale. Il procuratore della Repubblica di Nanterre, alle porte di Parigi, ritiene invece che la società fosse al corrente e ne ha chiesto la condanna al pagamento di una multa di 1,5 milioni di euro.

11. ORA SU OLYMPUS SI MUOVE ANCHE L'FBI...
S. Car. per "Il Sole 24 Ore" -
Sette sessioni consecutive di Borsa in picchiata, con un crollo totale di oltre il 56% e una perdita di capitalizzazione che sfiora i 5 miliardi di dollari. Per la giapponese Olympus i guai sembrano destinati a continuare, dopo la cacciata del ceo britannico Michael Woodford che ha portato alla luce lo scandalo dell'acquisizione nel 2008 della britannica Gyrus: l'ulteriore cedimento del titolo dell'11% di ieri appare legato alla notizia che si è mossa non solo la Borsa di Tokyo, ma anche l'Fbi americana.

Lo stesso Woodford ha reso noto che le società di consulenza che hanno incamerato la commissione-monstre pari a 687 milioni di dollari sono le misteriose Axes America di New York e Axam investments delle isole Cayman. Dietro di esse si celerebbero due banchieri giapponesi, Hajime Sagawa e Akio Nakagawa: veterani di Wall Street al punto da aver iniziato insieme la carriera nel 1988 alla Drexel Burnham Lambert, la banca d'affari del re dei junk bonds e dell'insider trading Michael Milken.

12. LICENZA DI GUERRA...
Sara Bennewitz per "la Repubblica"
- Si chiama Guerra di cognome, ma è il principe dell´understatement. Così se l´ad di Luxottica conferma di avere intrapreso dei colloqui per rilevare la licenza di Giorgio Armani - oggi in mano alla Safilo - significa che alle parole probabilmente seguiranno i fatti. I bene informati riferiscono che il gruppo di Agordo la settimana scorsa avrebbe avuto più di un incontro con lo stilista milanese per definire i minimi dettagli della futura alleanza negli occhiali.

MASSIMO PONZELLINI

S´è parlato di distribuzione, di stile e perfino di eventuali sponsorizzazioni nel basket. Nell´anno in cui celebra mezzo secolo di attività, per Luxottica sarebbe una grande soddisfazione riportare a casa il primo marchio che lanciò il gruppo sul terreno, allora inesplorato, degli occhiali griffati, che oggi rappresenta un sesto dei suoi ricavi.

13. SOPAF, MAGNONI FA SPAZIO AI FIGLI NELLA CASSAFORTE...
F.Mas. per il "Corriere della Sera"
- Un passaggio generazionale in piena regola, avvenuto in sordina. È quello appena concluso da Giorgio Magnoni, che con la holding di famiglia Acqua Blu è il primo azionista con il 31,5% di Sopaf, un tempo gloriosa società di investimento ora con alcuni problemi nei numeri, visto che la continuità aziendale è legata principalmente alla sistemazione della partecipata Banca Network - cantiere ancora aperto - e nel semestre ha riportato perdite ante-imposte per 19,3 milioni a fronte di ricavi per 4,9 milioni e ha un debito netto di 107,5 milioni (in miglioramento dai 147,5 milioni di fine anno).

Come pubblicato ieri dalla Consob il finanziere lo scorso 14 ottobre ha passato ai figli il controllo della Acqua Blu, attraverso la «assegnazione del diritto di voto ai nudi proprietari». Giorgio Magnoni era usufruttuario delle quote mentre la nuda proprietà era già stata assegnata per il 55,44% ai figli (Niccolò, Luca Emilio Alessandro e Andrea) insieme, al 7,92% a Niccolò, al 7,92% a Luca Emilio Alessandro e al 7,92% ad Andrea.

Il 19,8% è in mano a un altro veicolo, Alfabravo, il restante 1% a Investissements d'Entreprises. Saranno dunque loro a intervenire sempre più nella scatola di famiglia, anche se Magnoni senior è ancora vicepresidente e amministratore delegato di Sopaf, accanto al presidente Roberto Mazzotta. E a contribuire all'indirizzo di gestione dei 137,5 milioni fra partecipazioni e altre attività finanziarie, fra le quali (oltre alla banca) China Opportunity e la quota residuale nella società di gestione di reti wi-fi Linkem.

14. SI RIVEDE ABN AMRO. COME COMPRATORE...
F.Mas. per il "Corriere della Sera"
- Sorpresa, si rivede Abn Amro. La banca olandese, per anni presente in forze in Italia, e auto-candidatasi durante i primi anni Duemila a diventare il più grande gruppo bancario del Continente, ieri si è proiettata di nuovo sul proscenio europeo come potenziale acquirente di portafogli e asset che le altre banche a corto di capitale saranno costrette a mettere sul mercato.

andrea guerra luxottica jpeg

È stato ieri l'amministratore delegato del gruppo ora controllato al 70% dallo Stato olandese, Gerrit Zalm, (già ministro delle finanze) a rivelare di avere parlato di questo proposito «con quasi tutti i suoi concorrenti» in Europa.

«Siamo molto bene capitalizzati e non in una posizione tale da dover ridurre il nostro bilancio. E siamo certamente interessati a rilevare dei portafogli» di altre banche, ha detto Zalm al Financial Times. La strategia di Abn Amro è ridiventare una banca internazionale dopo quattro anni di purgatorio in seguito prima allo spezzatino subito nel 2007 ad opera di Royal Bank of Scotland, Santander e Fortis, che insieme scalarono la banca in un braccio di ferro con Barclays, poi alla pubblicizzazione del ramo olandese ad opera del governo dell'Aja.

Con il senno di poi quella del 2007 fu una mossa azzardata per gli scalatori, visto che (anche a causa dello sforzo su Abn) sia Rbs sia Fortis hanno avuto bisogno di un salvataggio. Solo il Santander è stato più fortunato visto che si è accaparrato il Banco Real, la controllata brasiliana di Abn Amro. Fu anche la campagna italiana del 2005 per la conquista di Antonveneta, da affiancare alla quota in Capitalia, a indebolire il gruppo allora guidata da Rijckmann Groenink. Ora gli olandesi, forti di un patrimonio di 12,5 miliardi di euro, provano a rialzare la testa in vista della privatizzazione prevista per il 2014. Chissà se, nella ricerca di opportunità di acquisto, torneranno a gettare un occhio anche sull'Italia.

abn amro

15. STM E IL RALLENTAMENTO DEI MERCATI...
G.Str. per il "Corriere della Sera"
- StMicroelectronics ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con ricavi netti a 7,54 miliardi di dollari in rialzo dello 0,4% rispetto ai 7,51 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno e un utile netto a 661 milioni, contro i 611 milioni dei primi nove mesi del 2010.

Ma nel solo terzo trimestre i ricavi netti sono scesi a 2,44 miliardi (contro i 2,65 del terzo trimestre 2010) e i profitti netti sono passati da 198 a 71 milioni. «Siamo entrati nel terzo trimestre - ha commentato il presidente e Ceo Carlo Bozotti - preparandoci ad affrontare una situazione di mercato difficile, con un volume di business molto inferiore alle previsioni presso uno dei principali clienti e le correzioni dei magazzini già in corso».

 

AL DIAVOLO SARKOZY (ORGOGLIO ITALIANO!) - FERRARA SCENDE IN PIAZZA (FARNESE), DI FRONTE ALL’AMBASCIATA DI FRANCIA

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Pubblichiamo l'editoriale del direttore del Foglio, Giuliano Ferrara. Lo stesso articolo compare oggi sulla prima pagina del quotidiano. Si tratta di una «chiamata alla piazza». Alle 17, a Roma, in piazza Farnese, di fronte all'ambasciata di Francia. Per restituire a Nicolas Sarkozy la risata in faccia a Berlusconi e al popolo italiano.

Giuliano Ferrara per "il Foglio" pubblicato da "il Giornale"

giuliano-ferrara

Sarkozy ha dato il «la». Ma il primo a ridere di Berlusconi è Berlusconi, perché è un italiano sorridente e non un gallo cupo e ipercinetico. Però i banchieri e gli investitori e i risparmiatori francesi non ridono. Hanno in pancia oltre 400 miliardi di titoli italiani, il debito è puntualmente onorato, il Paese emittente ha un differenziale positivo tra entrate e uscite (avanzo primario), il patrimonio pubblico e il risparmio privato italiani sono imbattibili, l'indice di disoccupazione è migliore di quello francese, la capacità esportatrice competitiva.

Succa della pace a piazza Farnese

Le nostre banche si sono tenute relativamente fuori dalla turbolenza greca e dal contagio, quelle francesi ci sono entrate con tutte le scarpe e scoppiano di titoli semi­insolventi. Corporativismi e freni alla crescita sono di casa da noi e da loro.Non so se l'ultima risata, quella che conta, sarà dei donneurs de leçons.

La Merkel ha tenuto botta, ma si vede nel video che era imbarazzata dalla gaffe, e che non poteva non opporre un timido sorriso tipicamente tedesco alla imbarazzante performance di un uomo di stato inutilmente sarcastico con il quale ha litigato per mesi in modo inconcludente, «disastroso» come ha detto Jean-Claude Juncker, presidente dell'area euro. Adesso è il nostro turno di farci quattro allegre risate, come oggi alle 17 in punto a Piazza Farnese, davanti all'Ambasciata di Francia, con Antonio Martino. Venite tutti, mi raccomando. Non piove.

SARKOZY MERKEL

Scaricare i problemi politici franco-tedeschi sull'Italia: questo il programmino, lo spot di Bruxelles. I tedeschi hanno ragione quando chiedono che noi si vada in pensione in modo europeo e non latino. Qualche riformetta, di tante che ne aveva promesse, tra un matrimonio e l'altro, perfino Sarkozy l'ha fatta.

Ma non è quello il vero problema. L'Italia, i suoi governi e la società, anche imprenditoriale, peccano da tempo di inerzia davanti al problema della crescita, e una parte di questa inerzia, a parte il carattere furbo della nazione tutta, va addebitato alla scarsa propensione al rischio: che non fossimo un esempio di economia capitalistica lo si sapeva già dai tempi in cui generazioni di classi dirigenti e di italiani tutti accumulavano un debito pubblico poderoso, alimentando ricchezze sociali e private piuttosto consistenti, foraggiando una politica onnivora.

Martino Antonio

Lo dicono anche i bravi giovani trentenni capi sul territorio di quel che resta del Pd. Con Berlusconi qualcosa è cambiato, ma non abbastanza. Siamo i primi ad essere insoddisfatti, ragioniamo come Giavazzi & Alesina, la premiata ditta di economisti (silete economisti!, disse un arrogante Tremonti) che ci mette generosamente in guardia dall'equivoco secondo cui più libertà e concorrenza competitiva sarebbero nemiche dei giovani e dei lavoratori. Balle antimercatiste, balle apocalittiche, balle decliniste, balle per la gola.

Paul Krugman, che non è un calvinista ma un gigantesco cervello ebraico dell'economia liberal e keynesiana, non un neoliberista, cui non per sua colpa è toccato un Nobel come economista americano, continua a ripetere nel New York Times , che non è Le Figaro , una verità assoluta, di quelle che ci vuole molta psicologia depressiva o molta furbizia politica per non voler afferrare: l'euro è in crisi perché, senza un prestatore di ultima istanza come la Bce, che fermi l'aggressività dei mercati, coloro che prestano o giudicano il livello dell'indebitamento vorranno sempre più soldi in cambio da chi emette titoli.

BERLUSCONI-TREMONTI

Per la Grecia è successo quel casino che tutti sappiamo, ma è un'economia periferica, oltre che un popolo che vive di fierezza giusta e di ingiusta opulenza assistenziale. L'Italia è diversa, è un altro caso. Intanto è solvibile. Eppoi solo il circuito vizioso perverso che le impone una moneta non tutelata, come oggi è l'euro, può metterla in difficoltà, trascinando l'Europa intera nella rovina.

GIAVAZZI

Bene. Krugman dixit . Provvedere dunque, visto che quella è la incontrovertibile verità e l'inflazione nelle economie depresse è una tigre di carta e di incubi da anni Trenta, a meno che non si voglia distruggere il progetto di cui anche l'Italia è Paese fondatore, la base comune del progresso pacifico e prospero promesso dopo i fascismi dagli Adenauer, dagli Ehrardt, dai Monnet, dagli Spinelli e dai De Gasperi (sopra tutto De Gasperi).

Queste cose le sanno gli artigiani, gli esportatori delle piccole e medie imprese, ma anche la grande impresa manifatturiera e le banche italiane, quando ragionano con la loro testa e non fanno controproducenti moralismi a sfondo politico. Le dovrebbe sapere anche l'opposizione di Bersani e Letta, se non fosse trascinata nel disastro di un pensiero burocratico­giudiziario dall'antiberlusconismo come non programma. Agire, dunque, e subito.

alberto alesina

Ma non per autopunirsi, non per dividersi, non per procrastinare i problemi. Il colpo d'ala di Berlusconi è giudicato anche dal Corriere della Sera una possibilità. Era d'altra parte tutto scritto già, Berlusconi se ne era reso conto. Ma comandare è un'arte difficile nel Paese dei parrucconi e delle fazioni distruttive che sono capaci in questa situazione di ingaggiare una rissa strapaesana di tipo giudiziario e pornogiornalistico con il capo del governo. Ora però si deve annunciare, fare, spiegare, senza paura e tentennamenti. Basta lagne. E vediamo chi sarà l'ultimo a ridere. Intanto prendiamoci il tempo di una risata noi, a Piazza Farnese, ore 17.

Paul Krugman

 

GLI ULTIMI CONSIGLI DI JOBS - GUERRA AI MURDOCH! - LUXOTTIVA-ARMANI, TRATTATIVE IN CORSO

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Dagoreport

STEVE JOBS

1 - FINANCIAL TIMES
UBS, PROFITTI OLTRE LE PREVISIONI NONOSTANTE LO SCANDALO
http://www.ft.com/intl/companies

Il terzo trimestre va meglio del previsto per Ubs. Nonostante il recente scandalo costato al colosso svizzero 2,3 miliardi di dollari, l'istituto registra un guadagno di 1,13 miliardi di dollari.

british petroleum Logo

BP AUMENTA PROGRAMMA DI DISINVESTIMENTI DA 30 A 45 MLD $
http://www.ft.com/intl/companies

Bp ha annunciato un aumento del suo programma di disinvestimenti da 30 miliardi di dollari a 45 miliardi dollari. Il colosso petrolifero britannico che per finanziare il risarcimento dei danni causati dalla catastrofe del Golfo del Messico di un anno e mezzo fa ha già venduto alcuni asset, ha anche annunciato di aver triplicato il suo utile netto nel terzo trimestre, fino a 4,91 miliardi di dollari.

Leonardo Del Vecchio

2 - THE WALL STREET JOURNAL
LUXOTTIVA TRATTA CON ARMANI PER LICENZA SU OCCHIALI

Le trattative sono ufficiali: tra Luxottica e Armani potrebbe esserci un ritorno di fiamma. Sul tavolo, l'acquisto da parte del marchio di Leonardo del Vecchio delle licenze per gli occhiali Armani, oggi (e fino a fine 2012) in mano a Safio.

3 - BLOOMBERG
L'ULTIMO CONSIGLIO DI JOBS AI SUOI: "NON PENSATE A COSA AVREI FATTO IO. FATE SOLO CIÒ CHE È GIUSTO"
http://bloom.bg/vRIE2Y - http://bit.ly/tlzNfe (IL VIDEO DEL MEMORIAL)

GIORGIO ARMANI

In occasione del memorial per Steve Jobs organizzato al campus della Apple il 19 ottobre, il nuovo Ceo della Casa di Cupertino Tim Cook ha parlato dei consigli che il guru gli ha dato prima di morire, il 5 ottobre scorso. Tra questi, ha detto Cook, quello di "non chiederci mai cosa avrebbe fatto lui". "Fate solo ciò che è giusto", sono state le parole rivolte da Jobs al suo successore. In particolare il fondatore della Mela ha fatto l'esempio della Walt Disney che dopo la morte del suo fondatore ha passato tutto il tempo a chiedersi che cosa avrebbe fatto lui.

UBS logo

 

GOOGLE E MICROSOFT SI LITIGANO YAHOO PER ARRAFFARE IL 40% DI ALIBABA, SITO DI ECOMMERCE CINESE

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Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

alibaba

È come nello specchio di Alice, felice e abusata metafora del web: davanti c'è Yahoo, il gruppo in crisi che vale meno della metà dell'offerta da 47,5 miliardi che la Microsoft aveva messo sul piatto solo nel 2008; dietro Alibaba, il principale sito di e-commerce cinese, la gallina dalle uova d'oro che replica il modello di business di altre società americane ma che, per contrappasso, non può essere replicata da nessuno viste le complessità socio-politiche dell'Internet dietro la muraglia cinese. Insomma, sembra tornata la febbre da new economy ma c'è il trucco: si scrive Yahoo ma si legge Alibaba.

STEVE BALLMER

È solo considerando quel 40% che il declinante motore di ricerca Usa possiede nel capitale della società dell'imprenditore Jack Ma che si può comprendere fino in fondo l'improvviso interesse per il polmone finanziario Yahoo: la lista dei possibili acquirenti - che già vedeva Microsoft e Alibaba pronti a scendere in campo anche se con diverse intensità - si è allungata ieri con la discesa in campo di Google. Movimenti in questa direzione a Mountain View sono stati registrati dal Wall Street Journal che ieri ha scritto di incontri di Google con dei fondi di private equity.

Larry Page di Google

Un'acquisizione da parte del quasi monopolista del search e dell'advertising online sembra difficile vista la concentrazione ulteriore che questo passaggio comporterebbe. Nel 2008 il dipartimento di Giustizia Usa aveva avuto da ridire anche su una più semplice e meno invasiva alleanza commerciale Google-Yahoo. Ed è appunto per questo motivo che il gruppo guidato da Larry Page si starebbe muovendo con altri fondi di private equity: la strategia adottata potrebbe essere un tentativo di aggirare le leggi sulla concorrenza.

Jerry Yang

Microsoft che ha investito miliardi per sviluppare il concorrente nel mondo del search della grande G, Bing, non sembra voler stare a guardare. Il gruppo di Redmond guidato (non si sa ancora per quanto) da Steve Ballmer avrebbe preso contatti con il fondo di private equity Silver Lake e il fondo pensione Canada Pension Plan Investment Board per organizzare una cordata. In agitazione, non ultimo, c'è lo stesso Ma che vorrebbe scalare Yahoo proprio per tornare in possesso del proprio prezioso 40%: non deve essere piacevole sapere di dover finire nella pancia di un colosso americano.

YAHOO

Jack Ma, l'ex insegnante inglese che aveva puntato su Internet in Cina quando il giro d'affari era inesistente, è l'acquirente più aggressivo e aveva già esortato negli ultimi giorni Yahoo a prendere una posizione in merito alla propria offerta. «L'azienda americana deve prendere una decisione», aveva detto l'ad della società cinese. «Il tempo è prezioso per tutti noi e questa attesa non fa bene a nessuno».

Google

Ma non è del tutto corretto: da quando lo scorso 6 settembre il ceo Carol Bartz aveva lasciato l'incarico le azioni Yahoo hanno guadagnato circa il 25% (il 2,9% solo ieri). Il co-fondatore Jerry Yang che già in passato non si era mostrato una volpe negli affari e che, soprattutto, deve fare dimenticare agli azionisti di aver rifiutato un'offerta da 47,5 miliardi di dollari poco prima di un crollo mondiale, sembra avere imparato dagli errori. E adesso si è chiuso in uno arrocco tattico che gli permette di gestire l'ansia degli acquirenti muovendosi come un prestigiatore: si leggerà pure Alibaba, unico vero asset del gruppo insieme a Yahoo Japan, ma si continua a scrivere Yahoo. E, quindi, bisogna trattare con lui.

 

GUERRA AI MURDOCH! - AL MEETING ANNUALE DI NEWS CORP, UN BLOCCO DI PROTESTA SENZA PRECEDENTI: L’80 PER CENTO DEGLI AZIONISTI INDIPENDENTI HA VOTATO CONTRO IL RAMPOLLO JAMES (COMUNQUE LA FAMIGLIA DELLO SQUALO NON CORRE RISCHI CON IL 45 PER CENTO DELLE AZIONI) - E PROPRIO IL MESE PROSSIMO JAMES DOVRÀ AFFRONTARE UNA DURA BATTAGLIA PER ESSERE RIELETTO ALLA TESTA DELLA PAY TV INGLESE BSKYB...

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http://www.ft.com/intl/companies

JAMES E RUPERT MURDOCH

Al momento il controllo dei Murdoch è saldo, ma al meeting annuale di News Corp svoltosi venerdì scorso si è creato un blocco di azionisti indipendenti senza precedenti, fermamente decisi a cambiare l'equilibrio all'interno del board, spazzando via lo Squalo e i suoi figli James e Lachlan.

I dettagli del voto di protesta, diffusi ieri sera dalla compagnia, non descrivono un'immediata minaccia per il tycoon, che può contare su un ampio potere di voto, corrispondente al 38,4% delle azioni da lui detenute a cui va aggiunto un altro 7% in mano all'amico principe saudita Alwaleed bin Talal.

NEWS OF THE WORLD

Ad esprimersi a favore di una rielezione di James Murdoch, tuttavia, è stato solo il 20% degli azionisti non allineati con la famiglia fondatrice del conglomerato mediatico. Un segnale delle preoccupazioni dovute allo scandalo intercettazioni scoppiato in Inghilterra che lo coinvolge in prima persona e che ha fatto naufragare anche l'affare BSkyB di cui lui è presidente. E proprio il mese prossimo James dovrà affrontare una dura battaglia per essere rieletto alla testa della pay tv inglese.

 

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