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IL GIORNALE “IL GOLFO” LA SPARA: A GIUGNO BERLUSCONI E LA PASCALE SI SPOSERANNO A ISCHIA

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Anna Paola Merone per il "Corriere del Mezzogiorno"

Fiori d'arancio a Ischia per Silvio Berlusconi e Francesca Pascale? La coppia - secondo una indiscrezione sparata a tutta pagina sul quotidiano dell'isola verde il Golfo - convolerebbe a nozze a Lacco Ameno il prossimo giugno. Officiante Domenico De Siano, coordinatore regionale di Forza Campania, ed ex sindaco di Lacco, che dovrebbe unire i due in matrimonio.

IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE

La notizia ha creato non poco scompiglio a Ischia (molti hanno finora pensato che la location fosse molto più a nord) e tanti affermano che una serie di sopralluoghi sia già stata effettuata da professionisti di fiducia del Cavaliere - wedding planner e responsabili della sicurezza - che hanno raccolto informazioni sulla logistica e le potenzialità ricettive dell'isola.

DOVE - Le nozze potrebbero essere festeggiate al Regina Isabella, straordinario albergo con affaccio sulla spiaggia, scogliera e approdo privato. Il Mezza Torre, l'altro albergo extralusso della zona, potrebbe ospitare parte degli invitati. Francesca tradirebbe così Capri, l'isola che ha sempre detto di amare tanto.

Fin qui l'anticipazione del Golfo. Le fonti vicine alla «coppia azzurra» molti danno per sicuro e imminente il «sì», ma fanno trasparire un'estrema incertezza sul «dove» con il Cav. che preferirebbe una location «nordica» con minori problemi logistici di Ischia.

IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE

LE ALTERNATIVE - Ma le alternative (alcune davvero ipotetiche) nei dintorni di Napoli non mancano certo. La Piazzetta dell'isola azzurra ha un suo inossidabile appeal, proprio come Villa Santa Chiara a Casoria, dove Noemi Letizia festeggiò i suoi 18 alla presenza di Berlusconi (ma qui sarebbe difficile convincere Francesca). Irresistibile Ravello, località scelta da Renato Brunetta per sposare la sua Titti: nozze blindatissime fra Villa Rufolo e l'hotel Caruso.

silvio e pascale B AB

Certo, un castello potrebbe avere il suo fascino. E' disponibile quello del «Boss delle cerimonie» visto in tv: La Sonrisa di Sant'Antonio Abate, perfetto per ospitare un numero di ospiti spropositato in una atmosfera fastosa e al riparo da occhi indiscreti. Infine Napoli. Berlusconi in città ha sempre alloggiato all'hotel Vesuvio e conosce bene l'appeal del lungomare. Potrebbe sposarsi al Castel dell'Ovo opzionando tutto il Borgo Marinari per una festa a tema. Dress code ‘'bandana''.

francesca pascale sposa

 


VIDEO-CAFONALINO - SANTORO E MENTANA PRESENTANO IL LIBRO DI WALTER MOLINO

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Foto-frame dal video di Veronica Del Soldà

Da www.ilsaggiatore.it

MICHELE SANTORO E MICHELE SANTORO presentazione libro Walter Molino

Un libro che si inserisce in temi di stretta attualità, quello scritto dal giornalista Walter Molino e intitolato Protocollo fantasma (Il Saggiatore, 2013). Lo si comprende già dal sottotitolo, "dossier, silenzi e segreti di Stato. Strategia della tensione al tempo delle larghe intese", e dal fluire dei capitoli: dall'assoluzione del generale Mario Mori nel processo in cui era accusato di aver favorito la latitanza di Bernando Provenzano alle parole del figlio del boss, Angelo, dalle indagini sugli stragi degli anni Novanta alle telefonate tra l'ex ministro Nicola Mancino e Loris D'Ambrosio, il magistrato divenuto altissimo funzionario del Quirinale con l'elezione di Giorgio Napolitano a presidente della Repubblica, nel 2006.

ENRICO MENTANA MICHELE SANTORO presentazione libro Walter Molino

Il libro di Molino è una specie di "romanzo, ma non di sola fantasia. Le vicende sono state rielaborate dall'autore, ma senza tradire la realtà". Si tratta di una sorta di compendio della storia della trattativa, o di quello che della trattativa si sa, in cui compaiono "zozzoni" e "zozzerie", depistatori, pentiti veri e fasulli, investigatori che denunciano colleghi e superiori, sospetti autori di fughe di notizie e giovani medici finiti in strani suicidi, come Attilio Manca, la cui morte sembra davvero poco un suicidio. E si arriva fino al protocollo che dà il titolo al volume, quelle dodici pagine che vengono recapitate nel settembre 2012 al pubblico ministero palermitano Nino Di Matteo.

Un depistaggio? Forse, e solo l'esito degli accertamenti sui ventiquattro punti che contiene potrà stabilirlo. Ma intanto qualcosa su quel documento si può dire. Scrive Walter Molino:

ENRICO MENTANA presentazione libro Walter Molino

Il Protocollo fantasma non è un anonimo in forma classica. Innanzitutto per i contenuti ampi e circostanziati, pieno com'è di dettagli e particolari che fanno pensare a una manina "interna": un investigatore, forse, qualcuno che ha vissuto in prima persona la lunga stagione della lotta a Cosa nostra, a partire almeno dagli anni Ottanta.

Il dossier è un viaggio nei segreti della mafia e dell'antimafia, dal delitto La Torre all'assassinio del generale Dalla Chiesa, dai misteri dell'arresto di Totò Riina fino all'inchiesta sulla trattativa. E poi c'è il tono, quasi confidenziale, per niente minaccioso nei confronti del pm, anzi. Chi gli scrive vuole metterlo in guardia: "Ci sono uomini delle istituzioni che vi stanno sorvegliando. Canalizzano tutte le informazioni che riescono ad avere sul vostro conto a una centrale di Roma. Non fidarti di nessuno".

ENRICO MENTANA E MICHELE SANTORO presentazione libro Walter Molino

E le parole del documento un primo riscontro l'hanno portato: il ritrovamento della borsa in pelle di Dalla Chiesa, rimasta dopo l'omicidio del prefetto, avvenuto il 3 settembre 1982, in uno scantinato del palazzo di giustizia di Palermo.

MICHELE SANTORO presentazione libro Walter Molino enrico mentana presentazione libro Walter Molino

 

michele santoro presentazione libro Walter Molino

 

LA FINE DELLE COOP ROSSE? L’INGRESSO DELLO SPECULATORE SOROS NEI FONDI IMMOBILIARI

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Gad Lerner per ‘La Repubblica'

Soros ha intestato la casa di Manhattan a Tamiko

Forse non sarà necessario riscrivere l'articolo 45 della Costituzione ("La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata"); però questo ingresso del finanziere statunitense George Soros nella Igd, fondo di gestione immobiliare controllato dalla Lega delle Cooperative, in altri tempi lo avremmo definito un matrimonio contronatura.

Ma come? Il re della speculazione internazionale diventa terzo azionista di un fondo delle Coop "rosse"? Va bene che Soros nel tempo libero si trasforma in filantropo liberal, ma qui ci sono di mezzo gli affari; nonché l'assetto futuro del nostro depresso sistema economico. Che frutti potrà mai generare un simile innesto?

Il miliardario George Soros

Desiderosi come siamo di attrarre investimenti stranieri nel belpaese, non ci permetteremo certo di fare gli schizzinosi. Né indugeremo nella dietrologia sulla firma del contratto con Soros, giunta proprio sei giorni dopo che il presidente della Lega Coop, Giuliano Poletti, è entrato a far parte del governo Renzi in qualità di ministro del Lavoro.

La nomina di Poletti appariva come segno culturale adeguato alla durezza dei tempi: far ricorso all'esperienza solidaristica su cui è fondato il movimento cooperativo per favorire la nascita di nuove imprese e di nuovi strumenti di assistenza sociale. Avevamo equivocato? Le Coop sono divenute semplicemente un nuovo "potere forte" che si cimenta in campo finanziario al pari degli altri? La domanda non è oziosa, e l'arrivo di Soros ce lo conferma.

Gad Lerner

Vivendo in un'epoca di scarsità permanente, dovendoci attrezzare per un futuro di penuria, la buona pratica del mettersi insieme, aiutarsi a vicenda, superare l'individualismo proprietario, è ritornata più che mai attuale. Là dove la politica si rivela inadeguata, sopperisce - dal basso - la virtù autogestita della condivisione. Basta guardarsi intorno per constatare che la sofferenza sociale non produce sempre solo lacerazione e solitudine. Parole antiche come mutuo soccorso, fratellanza, cooperazione, riacquistano qui e là un significato concreto.

Affondano le loro radici nell'umanesimo cattolico e mazziniano da cui germogliarono le società operaie e artigiane del primo movimento socialista. Ma oggi di nuovo si avverte la necessità di un'economia capace di anteporre il benessere collettivo alla rendita speculativa. Sarebbe davvero un peccato dover constatare che nel frattempo gli eredi di quella storia, i colossi della cooperazione - non importa se "rossa" o "bianca" - sono diventati inservibili a tale scopo.

Soros con la nuova moglie Tamiko Bolton

Al tempo in cui l'Unipol guidata da Giovanni Consorte si alleò con furbetti di ogni sorta nel tentativo di acquisire il controllo di una banca, molti dirigenti della sinistra reagivano con stizza alle critiche: perché mai la finanza "rossa" dovrebbe restare esclusa dalle partite che contano?

Poi Consorte fu assolto. Tanto che ora dà vita a un'associazione finalizzata a modernizzare la cultura riformista, e nessuno gli chiede più conto delle decine di milioni incassati per consulenze estranee alla sua attività di manager della cooperazione. Difficile eludere la constatazione di Luigino Bruni, tra i massimi studiosi dell'economia sociale italiana: «Viene da domandarsi dove sia finito lo spirito cooperativo quando alcuni direttori e dirigenti di cooperative di notevoli dimensioni percepiscono stipendi di centinaia di migliaia di euro».

Qualche anno dopo Consorte, l'Unipol ha rilevato l'impresa assicurativa della famiglia Ligresti con tutte le partecipazioni societarie annesse nei "salotti buoni". Niente da ridire, ma sarebbe questa la sinistra cooperativa e mutualistica che avanza?

Ora viene il turno di George Soros associato a un fondo immobiliare delle Coop specializzato in centri commerciali e ipermercati (1,9 miliardi di euro il patrimonio stimato). Va rilevato che il settore immobiliare italiano suscita un rinnovato interesse nei gruppi stranieri. Soros non è il solo a puntarci. Naturalmente ciò non ha nulla a che fare con la nostra emergenza abitativa: a fare gola sono i nuovi grattacieli per uffici direzionali, l'edilizia di lusso e, per l'appunto, i centri commerciali.

CARLO CIMBRI jpeg

È verosimile che tali investimenti speculativi funzionino da volano per uno sviluppo equilibrato? Piacerebbe sentire in merito l'opinione dei manager della cooperazione e dello stesso ministro Poletti. Anche perché la loro diversificazione finanziaria non ha evitato che la crisi sospinga varie cooperative in difficoltà a chiudere un occhio su materie delicate, come i subappalti precari e sottopagati.

Accolto con un doveroso benvenuto il compagno americano, ci chiediamo che strana razza di capitalismo verrà fuori dal suo incrocio con la finanza "rossa". Le buone pratiche diffuse della cooperazione, che sia di produzione, distributiva o di cura alle persone, non attenderanno i dividendi di Borsa. La loro carica profetica e soccorrevole si esprime altrove.

 

NUOVO TOY BOY PER HEIDI KLUM! E’ IL VENTISETTENNE VITO SCHNABEL, EX DI DEMI MOORE

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da www.dailymail.co.uk

Vito Schnabel è il nuovo compagno di Heidi Klum, o almeno sono stati visti in preda alla passione all'afterparty degli Oscar. La supermodella ha 40 anni, lui ne ha 27. E' un toy boy recidivo, già legato a Demi Moore, 51 anni, e a Elle Macpherson, 49 anni.

TIM GUNN E HEIDI KLUM Heidi Klum

Heidi è tornata single a gennaio, dopo la relazione con Martin Kristen.
La supermodella è madre di quattro bambini, Leni, 9 anni, Johan, sette, Henry, otto, e Lou, quattro. Ha una linea di abbigliamento per l'infanzia.

 

 

Vito Schnabel ex fidanzato di Demi Moore Demi Moore in bikini

 

COLABRODO SIAN: OMBRE NELL’ASSEGNAZIONE DEI FONDI E QUEL FINANZIAMENTO DA 50 MLN

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Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per il sito di "Repubblica" - www.repubblica.it

Immaginate di avere un'automobile in affitto. Un'automobile che vi costa un sacco di soldi ogni mese, però non funziona. Alle volte non parte, alle volte non frena, non si accendono le luci, o si accendono quando non servono. Insomma un disastro. Ecco, quell'automobile sgangherata assomiglia molto al Sian, il Sistema informatico che del ministero dell'Agricoltura è il cuore pulsante, perché distribuisce 7 miliardi di euro all'anno di contributi europei.

sin ministero dell agricoltura

Dal 2010 ad oggi sono stati prodotti almeno una decina di dossier, tra relazioni di collaudo, audit interni, perizie legali che dimostrano come il Sian sia un costosissimo colabrodo, un sistema che ha drenato fino ad oggi dalle casse dello Stato la bellezza di 780 milioni di euro.

Motivo, forse, per ritoccare i termini del contratto con i privati che lo gestiscono, suggerirebbe la logica. Invece no, anzi. Poche settimane fa, nel pieno del marasma del caso De Girolamo, quel contratto è stato ulteriormente ingrassato, aumentandone la provvigione di altri 90 milioni di euro per il triennio 2014-2016. E il Sian si è rivelato, ancora una volta, per quello che è: una torta che scatena appetiti, e la prima grana che piomba come un macigno sulla scrivania del neo ministro renziano Maurizio Martina.

A CHI VANNO I FONDI DELL'AGRICOLTURA?
A giudicare dalle 62 pagine dell'ultima di queste relazioni di collaudo, certificata dallo studio dell'ingegner Giuseppe Felice e finita nel fascicolo aperto dal pm di Roma Alberto Pioletti proprio sul funzionamento del Sian, di cose che non tornano ce ne sono parecchie.

sian MINISTERO POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI

Le superfici dei terreni, ad esempio. Quelle inserite via internet nel sistema dagli agricoltori in molti casi sarebbero diverse da quelle reali. C'è un fienile nel comune di Mistretta di 900 metri quadrati per cui sono stati erogati fondi come se fosse di 2000. Ci sono pratiche per cui il software si accorge di "scostamenti tra le superfici richieste e quelle effettive del 100 per cento", eppure i soldi partono lo stesso, in automatico. Ci sono società agricole che accumulano penalità di 200 mila euro e ottengono comunque il denaro e ci sono finestre del software in cui un soggetto compare prima come intestatario di 2 fabbricati agricoli, poi all'improvviso di 23. Alla stessa data.

I finanzieri del Nucleo speciale di Tutela Spesa Pubblica, oltre a valutare la relazione di Felice, da mesi passano al setaccio tutti i rimborsi ottenuti dagli agricoltori italiani negli ultimi anni: i risultati di questa maxi inchiesta sono ancora coperti da segreto, ma secondo indiscrezioni ci sarebbero milioni di euro pagati a chi non ha nemmeno un fazzoletto di terra coltivato, a prestanomi di clan mafiosi, a chi ha un garage e lo spaccia per fattoria. E spunta un finanziamento da 50 milioni finito nel nulla.

Quando Repubblica ne diede conto, a gennaio, l'allora ministro De Girolamo si arrabbiò molto promettendo querele e spiegando che l'indagine era partita prima del suo arrivo al ministero (verissimo) e che lei aveva provato ad arginare il fenomeno. Evidentemente il nuovo capogruppo dell'Ncd però dimenticava che una parte, anche consistente, dell'inchiesta riguarda proprio il mal funzionamento del Sian così come testimonia la perizia tecnica di collaudo depositata in procura a settembre.

DA 20 ANNI SEMPRE GLI STESSI
A questo punto bisogna fare più di un passo indietro, per capire la fibrillazione che si provoca nelle stanze del dicastero dell'Agricoltura quando il discorso finisce sul Sian, la banca dati più grande e complessa del comparto agricolo e forestale. Perché da vent'anni a gestirlo sono sempre gli stessi imprenditori privati. Cambiano i governi, ma loro no.

sian MINISTERO POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI

Dal 2007 il sistema è in mano alla Sin, spa partecipata per il 51 per cento da Agea (società del ministero), per il 49 per cento da un raggruppamento temporaneo di imprese Rti: Almaviva è mandataria con il 20,02%, poi ci sono Auselda1, Sofiter2, Telespazio, Cooprogetti, Ibm, Agriconsulting, Agrifuturo. Sono loro, quell'anno, ad aggiudicarsi il super appalto da 1,1 miliardi di euro per gestire il Sian fino al 2016, ed erano loro che avevano fornito ad Agea lo stesso servizio dal 2001 al 2007, riuniti in consorzio sotto il nome "Agrisian". "Ed erano loro anche prima - si legge nell'esposto alla procura firmato da Ernesto Carbone, ex presidente e amministratore delegato di Sin, deputato vicinissimo a Matteo Renzi - i fornitori di Agea sono stati sempre gli stessi, sebbene in compagnie societarie diverse nella forma, ma immutate nella sostanza".

Carbone, con il suo esposto, ha dato il via all'inchiesta di Pioletti. Nei pochi mesi in cui è stato amministratore di Sin (da fine aprile 2012 a marzo 2013) ha disposto una consulenza legale su un altro nodo di questa storia, la trasformazione da srl in spa della Sin decisa nell'agosto del 2011.

nunzia de girolamo francesco boccia

Scrive l'avvocato Francesco Carluccio nella relazione finale, anche questa depositata in procura: "Fino a quella data si evidenziava una rigorosa e costante verifica del rispetto degli impegni da parte del Rti fornitore. La conseguenza della trasformazione in spa è stato una sorta di favore nei confonti dei soci privati... la Sin sembra aver impegnato i suoi maggiori sforzi quasi unicamente per aumentare i compesi e i rimborsi agli amministratori". In altre parole, "peggioramento nella gestione della società" e "aumento ingiustificato dei costi".

MAURIZIO MARTINA

"NON SO NIENTE DI AGRICOLTURA", E LO NOMINANO DIRETTORE...
E alla Sin che dicono? Per il momento nulla. Anche perché c'è molto imbarazzo. La De Girolamo, infatti, "per portare legalità" aveva nominato come commissario straordinario di Agea il generale della Finanza, Giovanni Mainolfi, il cui nome era rimbalzato più volte nell'inchiesta della P4. E' sua la decisione, durante l'interim di Enrico Letta all'Agricoltura dopo le dimissioni della De Girolamo, di rinnovare al rialzo il contratto con i soci privati, aumentando di 30 milioni l'anno la provvigione. Tra i primi atti di Mainolfi, anche la nomina di Antonio Tozzi alla direzione generale della Sin. Ruolo delicato, il suo. È l'uomo che deve gestire i 7 miliardi di euro. Ma chi è Tozzi?

Trentacinquenne commercialista di Benevento, su facebook i suoi amici lo definiscono "re della movida locale", ex fidanzato di Nunzia De Girolamo, di cui è stato portavoce e capo segreteria. Non esattamente un esperto di agricoltura. "Non ho competenze specifiche. Ma per partecipare non erano richiesti requisiti particolari. E' sufficiente una laurea, poi io sono stato commissario liquidatore e amministratore di alcune aziende. Sì è vero, conosco bene Nunzia, sono un amico di famiglia, ma l'incarico non l'ho avuto direttamente da lei". Il dottor Tozzi guadagna 175 mila euro lordi all'anno.

... CON CONSULENTE AL SEGUITO
E nonostante la Sin abbia un'area della Direzione Audit e Comunicazione dedicata all'organizzazione della società, con un direttore che percepisce 163mila euro l'anno, e nonostante abbia anche una direzione amministrativa per le questioni finanziarie, con un altro direttore che di euro ne prende 123mila, il primo febbraio è stato stipulato un contratto di consulenza da 43.084 euro con Antonio D'Angelo, il quale dovrà "affiancare il direttore generale nella supervisione degli aspetti amministrativi, organizzativi, finanziari, procedurali della società... che abbia caratteristiche di terzietà che ovviamente non è possibile riscontrare nell'ambito di Sin".

Una clausola che da sola racconta il clima di veleno e di sfiducia che si respira in azienda e che ha toccato anche lo stesso Carbone, accusato dall'attuale presidente Sin, Francesco Martinelli, di aver utilizzato in modo improprio 23mila euro per spese personali e di rappresentanza. "Tutte falsità", si difende Carbone.

MAURIZIO MARTINA PD MILANO

Di certo c'è che negli ultimi due anni alla Sin hanno visto avvicendarsi 4 presidenti e 5 amministratori delegati. "C'è fortissima preoccupazione per il mantenimento sia del livello occupazionale sia della professionalità dei lavoratori di Sin - dichiara la Rsa Cgil in una nota - confidiamo nel nuovo Ministro De Martina perché il cosiddetto "Collegato Agricoltura", pur in linea con l'obiettivo di riorganizzazione degli enti vigilati del suo dicastero, tuteli i nostri posti di lavoro insieme con le competenze". Se il nuovo ministro cercava un punto da cui partire per svolgere il suo mandato, lo ha trovato.

 

 

DOPO L’OSCAR, SORRENTINO DIVENTA TESTIMONIAL FIAT E IL WEB LO INFILZA: LA GRANDE MARCHETTA

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1. VIDEO - SORRENTINO SFRECCIA IN 500
Da ‘La Stampa'

 

2. PAOLO SORRENTINO, L'OSCAR CORRE AL VOLANTE DELLA 500
Da ‘La Stampa'

SORRENTINO FIAT

La Fiat celebra l'Oscar. All'indomani dell'assegnazione della statuetta al suo «La Grande Bellezza», Paolo Sorrentino si mette al volante della 500 in uno spot che, oltre ad omaggiare l'italianità che ha portato al successo la sua pellicola, rappresenta un ringraziamento della casa automobilistica alla nuova stella. Il video propone, in 30 secondi, il viaggio di Sorrentino verso l'Oscar. Dall'Italia agli Usa, con le immagini di Los Angeles che si alternano a quelle di Roma, la città in cui ha ambientato il capolavoro.

3. TWEET SU SORRENTINO E LO SPOT FIAT

botero ‏@carriolarossa 36m
Sorrentino faceva la pubblicità della Fiat 500 ieri sera..... vuoi vedere che l'Oscar l'America voleva darlo a Marchionne?

ZIP-SatiraLampo ‏@zip_1974 8h
#LaGrandeBellezza è un film talmente lento che Sorrentino è stato ingaggiato per la pubblicità di una Fiat.

Sad Eyes Giovanni ‏@Berlinismydream 9h
Ve lo immaginate uno come #wimwenders che dopo aver vinto un Oscar diventa testimonial di #opel? #sorrentino: dalle stelle alle stalle #fiat

Francesco Nardi ‏@coconardi 8h
Sorrentino poteva dircelo. Per evitargli (ed evitarci) lo spot Fiat della 500, avremmo potuto fare una colletta. #lagrandebellezza

Angela Azzaro ‏@AngelaAzzaro 8h
pubblicità Fiat con Sorrentino (orribile!) dimostra quanto è poco Sorrentin e come sapessero che vincesse prima. Do you know Fiatchrisler?

Franco Maria Fontana ‏@francofontana43 12h
Anche Antonioni e Fellini hanno fatto spot pubblicitari: con ironia e stile.
Ma lo spot di Sorrentino per Fiat è solo una #grandemarchetta

Roberto Renga ‏@RobertoRenga 17h
Jep ricorda lo sponsor della Juve; Sorrentino fa spot per la 500 della Fiat. Un grande caso?

Alessio Viscardi ‏@AlessioViscardi 18h
Però la pubblicità della Fiat con Sorrentino è veramente uno schifo!

donnadimezzo ‏@donnadimezzo 20h
fantastica l'interruzione pubblicitaria con lo spot di Sorrentino per la Fiat #lagrandebellezza de #lagrandemarchetta

Tiziana Silvestri ‏@tizsilvestri 2h
Lo dico senza pudore: la pubblicità di #Sorrentino alla Fiat che cavalca #LaGrandeBellezza mi ha molto deluso.
Non x questo amo meno il film.

valeria canavesi ‏@pinpin68 3h
#Sorrentino nello spot blablabla come fusse antani di #Fiat . Come rinnegare il film per cui ha vinto #Oscars2014 #LaGrandeBellezza

Tenor Smich ‏@TenorSmich 3h
E comunque #LaGrandeBellezza è una cagata pazzesca. E la ricerca di senso di #Sorrentino è esemplificata dallo spot #fiat che lancia #expo

vint-ros ‏@Rosa_vint 3h
@monicaspicciani @tizsilvestri ma di Sorrentino che fa la pubblicita' alla fiat scimmiottanto il titolo del filmNe vogliamo parlare? #aborro

Elia Bei ‏@eliabei 3h
Però la pubblicità della #Fiat te la potevi risparmiare. Tutto qua. #LaGrandeBellezza #Sorrentino

Cloudya ‏@neverEndingMee 3h
Sorrentino, "nuovo orgoglio italiano", regista e protagonista di uno spot Fiat, che dell' Italia se ne fotte e scappa all'estero.

Paola M ‏@PaolinaMig 4h
#Fiat fisco in Inghilterra, sede in Olanda, quotazioni a New York e #spot a #roma con #Sorrentino ?
#LaGrandeBellezza dell'#autogol siamo.

Roberto Di Molfetta ‏@robertodimo 4h
Sorrentino... celebra l'Italia con una marca che di italiano ha il ricordo... autogol ?!?

Massy Max ‏@xloveandragex 4h
A me è piaciuta piu' la pubblicita' della #Fiat #fiat500 con #Sorrentino che #LaGrandeBellezza. Un ringraziamento a #Marchionne !

Michele Realini ‏@RealiniMichele 4h
Sono contento dell'Oscar a Sorrentino, ma già il giorno dopo vedere uno spot Fiat col regista che si omaggia la trovo una mancanza di stile.

roberto pacenti ‏@zliim 4h
La grande bellezza, cinica, decadente e cafona: come il regista Sorrentino che guida una FIAT in un noto spot..

Matteo Tacconi ‏@mat_tacconi 5h
Ma Sorrentino lo sa che la Fiat 500 la fanno in Polonia?

Mirø ‏@morimale 5h
Ma (ri)parliamo di Sorrentino che intanto ha venduto tutto alla fiat (pure se stesso) per uno spot demmerda?

Caleidoscopic* ‏@Caleidoscopic1 5h
Sorrentino!
O'sarracino bellu guaglione!
Venduto alla Fiat 500!?
Manco chessò 'na berlina!?
Che malincunnnia!

#LaGrandeBellezza
#shock

Mario Andrea Frighi ‏@MarioFrighi 6h
Ma Sorrentino in Fiat era una scena del film o uno spot?

elp ‏@elpme10 6h
È una marchetta,eccome se è una marchetta. Se poi aggiungi che #FIAT fa auto di merda,è anche ingiustificata. #Sorrentino #LaGrandeBellezza

Sara G. ‏@Sara_6277 7h
Lo spot Fiat con Sorrentino non ci voleva. Contraddice il senso del suo film e lo svilisce. Una caduta di stile che da lui non mi aspettavo.

Lorenzo Guarnera ‏@lorenzoguarnera 7h
Sorrentino e la pubblicità Fiat 500. Operazione viscida come la Roma raccontata in #lagrandebellezza ???

Davide Piccinini ‏@Davide_Picci 7h
Ieri sera ho visto "La Grande Bellezza". Interessante la parte del film nel quale Sorrentino guida quella Fiat 500

Bruno De Stefano ‏@destefano66 7h
Paolo Sorrentino testimonial per la Fiat. Di questo passo, il protagonista de "La grande bellezza 2" si chiamerà Jeep Gambardella.

Me Stesso ‏@CiroDItalia1 7h
#Sorrentino lo spot #Fiat nel bel mezzo di un film premio Oscar è stato un cazzotto nello stomaco!

ma come hai potuto?
#LaGrandeBellezza

Molto Benone ‏@MoltoBenone 8h
Ieri sera ho visto il film di Sorrentino
"FIAT 500, LA PICCOLA GRANDE BELLEZZA".
Non è poi così lungo.

Lucia Valenzi ‏@LuciaValenzi 8h
quando ho visto la pubblicità della Fiat con Paolo Sorrentino ho capito come mai hanno dato l'oscar alla Grande Bruttezza

Roberto Lotito ‏@kopli80 9h
Scusate ma lo spot della Fiat 500 con Sorrentino quando è stato girato? Mah! mi puzza di bruciato questo oscar, propaganda #LaGrandeBellezza

Jelena ‏@spindoctoressa 9h
La grande tristezza:
spot #500 con Sorrentino. Il "grazie" ad un film italiano da un'azienda che di italiano non ha più niente. #fiat #fca

Gianluca Mari ‏@seasluke 9h
Il film dell'oscar girato grazie al credito di imposta delle banche?sorrentino che pubblicizza la Fiat 500? Tutto molto ........mah!

Rosario Cuomo ‏@RosarioCuomo 10h
Come ha fatto Sorrentino a girare lo spot per la Fiat mentre gli consegnavano l'Oscar?

LaGipsy ‏@IaGipsy 17h
#Sorrentino macheddiavolo Sorrentì, ma sputare in un occhio a Fiat invece che guidare la 500 per il loro spot ipocrita? #nonècosa

Michaela N. ‏@MikaIsti185 17h
@fiatontheweb Non eravate un po' inglesi, un po' olandesi e un po' statunitensi?#lagrandebellezza

 

 

 

 

SORRENTINO FIAT SORRENTINO FIAT

LA GRANDE AMAREZZA DI BEPPE FIORELLO: ‘MIO FRATELLO VITTIMA DEL CINISMO DEL WEB’

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1. L'AMAREZZA DI BEPPE FIORELLO
Da ‘www.lastampa.it'

GENNARO DI VIRGILIO CON BEPPE FIORELLO

«A Rosario ho filtrato tutto il cinismo nei suoi confronti, che serpeggia soprattutto sul Web come se fosse una sua abitudine uscire di cassa e mettere sotto delle persone. Gli parlo invece di tutto l'affetto che gli sta arrivando da tante parti».

È amaro lo sfogo di Beppe Fiorello, fratello dello showman Rosario ricoverato dal 3 marzo al Policlinico Gemelli dopo essere stato protagonista di un incidente in via della Camilluccia a Roma. Le sue condizioni non sono gravi ma i medici hanno deciso di trattenerlo in ospedale per almeno due settimane dopo che, nelle ultime ore, il presentatore ha avuto diversi episodi di capogiro, nausea e vomito.

La diagnosi al momento del ricovero era stata di trauma cranico e a Fiorello erano anche stati dati 20 punti in testa a causa della lacerazione riportata dopo la caduta nonostante indossasse il casco. Lo schianto si era verificato all'altezza di un passaggio pedonale: un passante di 72 anni, Mario Bartolozzi, stava attraversando sulle strisce quando è sopraggiunto lo scooter guidato dallo showman che nulla ha potuto fare per evitare l'impatto. Entrambi i feriti sono stati subito soccorsi dal 118 e trasportati in ambulanza al Policlinico Gemelli. Al pedone sono state riscontrate fratture a tibia, perone, bacino e spalla.

«È stato un incidente come ce ne sono molti - ha spiegato Beppe Fiorello - ma sembrerebbe diverso dagli altri perché spesso ci si diverte a modificare le cose quando c'è di mezzo una persona un po' più nota delle altre. Mio fratello ha 54 anni, 50 punti sulla patente e non ha mai fatto male a nessuno, è stato un semplice incidente ma lui si chiama come si chiama ed è stato bersagliato. Ma si sa come è: fa più rumore un albero che cade di cento che crescono».

FIORELLO DOPO L INCIDENTE FOTO GMT IL TEMPO beppe fiorello sanremo

 

2. FIORELLO CHIAMA IL PEDONE INVESTITO
Da www.tgcom24.mediaset.it

FIORELLO DOPO L INCIDENTE FOTO GMT IL TEMPO

Alla fine sono riusciti a parlarsi. Due giorni dopo l'incidente Fiorello, da poco uscito dalla terapia intensiva, ha chiamato Mario Bartolozzi, il pensionato 73enne che lunedì mattina ha travolto a Roma mentre stava attraversando sulle strisce pedonali. "Non riattaccare ti prego, ti chiedo infinitamente perdono per quello che ho fatto", ha detto lo showman. I due si dovrebbero incontrare nei prossimi giorni: "Vorrei chiederti scusa di persona".

VESPA FIORELLO DOPO L INCIDENTE

 

 

MONTE DEI PACCHI SUBISCE ANCORA - PERQUISIZIONI PER LA TRUFFA A MPS DA PARTE DI ENIGMA

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Da ‘la Stampa'
Perquisizioni in varie città italiane sono in corso da parte della Guardia di Finanza per una truffa milionaria ai danni del Monte dei Paschi di Siena. L'attività investigativa trae origine da operazioni sospette che chiamano in causa la società Enigma. Alcuni broker di tale società sono già indagati nel filone sulla cosiddetta banda del 5 per cento.

MUSSARI MARCEGAGLIA MANSI mps

Le perquisizioni, eseguite da militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, sono una decina e sono in corso a Milano (anche negli uffici di Centrosim, società di intermediazione mobiliare con controllo esclusivo da parte dell'Istituto centrale delle Banche popolari italiane), Monza e Siena nei confronti di dipendenti del Monte dei Paschi di Siena che, al momento, non sono indagati. I finanzieri, su ordine dei pm di Siena, sono alla ricerca di numerose operazioni di trading eseguite tramite il broker Enigma con danno per Mps.

 

 


IL CAPOSTAZIONE DEL QUIRINALE E’ PRONTO A FERMARE IL TRENO IMPAZZITO DELLA “GRANDE RIFORMA”

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DAGOREPORT

giorgio napolitano e vladimir putin

Il treno della Grande Riforma annunciato via Twitter (sic) da Superbone Renzi al primo scambio (istituzionale) perde il vagone di lusso con a bordo l'abolizione dell'attuale Senato attraverso i suoi lunghi passaggi costituzionali.

Sulle rotaie parlamentari che collegano la Leopolda con Roma-Montecitorio viaggia così, sia pure a scartamento ridotto, soltanto l'Italicum.

Vale dire la nuova legge elettorale che se non è un Porcellum rivisitato gli assomiglia da vicino con il placet a denti stretti di Berlusconi.

Un doppio binario che, a differenza di quanto scrive il Corrierone, il Quirinale giudica a dir poco azzardato.

MATTEO RENZI GIURA AL QUIRINALE DA NAPOLITANO

E a conferma degli umori neri di Re Giorgio è arrivata da "il Foglio" con una letterina dell'ex ministro socialista, Rino Formica, che del Capo dello Stato è buon amico e spesso anche ascoltato consigliere insieme ad Emanuele Macaluso.

scaroni berlusconi interna nuova

Una missiva-appello in cui Formica si chiede (e domanda a Napolitano) se si può modificare il nostro modello costituzionale di stato repubblicano" attraverso l'art.138 della nostra Magna charta come hanno intenzione di fare i "rottamatori" appena arrivati a palazzo Chigi.

pennarellini renzi berlusconi Rino Formica

La sua risposta ovviamente è "no".
A giudizio di Formica si tratterebbe addirittura di un vero e proprio "golpe".
E pone la questione (delle questioni): "è possibile modificare l'architettura istituzionale della Carta costituzionale con leggi costituzionali approvate da un Parlamento eletto con legge elettorale incostituzionale?" (il Porcellum, ndr).

Mentre i costituzionalisti à la carte ancora una volta si dividono, non in nome dei principi sanciti dalla Carta, ma soltanto per non smentire se stessi per aver appoggiato la rivoluzione viola del Renzi Riformattore (il professor D'Alimonte in testa) al Quirinale già studiano come mettere qualche semaforo rosso lungo la tratta Leopolda-Roma (solo andata).

NAPOLITANO e EMANUELE MACALUSONAPOLITANO E MACALUSO IN ALTO ADIGE

 

 

 

DOPO NEANCHE 2 ANNI, I TRENI CIUFF-CIUFF DI MONTEZEMOLO-DELLA VALLE SONO IN CRISI NERA

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Montezemolo e Della Valle all evento CAssina per il Salone del Mobile foto Corriere

(ANSA) - Accordo fatto tra Ntv e sindacati. La società ferroviaria privata, alle prese con una situazione economica delicata, spunta l'intesa che prevede mille contratti di solidarietà, evitando così 80 licenziamenti, e mette dunque un altro tassello nell'opera di risanamento varata col piano presentato a fine 2013. L'intesa firmata con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Attività Ferroviarie e Fast prevede contratti di solidarietà per tutti i addetti, con una riduzione dell'orario di lavoro mediamente dell'8% (in sostanza 1,5 giorni di lavoro al mese) e ha una durata di 12 mesi. Ntv si impegna anche a impiegare le ore perse di lavoro in formazione, «al fine di non intaccare la qualità del servizio ai viaggiatori, vero fattore cruciale di successo».

Con l'accordo, hanno spiegato i sindacati, «si sono evitati 80 licenziamenti che interessavano tutti i settori produttivi e si è messa in sicurezza l'occupazione». L'intesa, tra l'altro, riguarda anche il premio di risultato 2013, che sarà erogato interamente, e l'adeguamento dei livelli retributivi. Secondo le organizzazioni sindacali, comunque, «è altrettanto fondamentale avviare, al più presto, un periodo di confronto sindacale costruttivo ed efficace che consenta di risolvere fattivamente le problematiche del lavoro che sono rimaste pendenti».

MONTEZEMOLO E IL TRENO ITALO DELLA VALLE E MONTEZEMOLO

Va dunque avanti il taglio dei costi da 68 milioni di euro contenuto nel piano industriale che è stato presentato a dicembre ai sindacati. Piano che ha spostato il break even dal 2014 al 2016 e che prevede anche la rinegoziazione dei contratti con i fornitori, il dimagrimento della governance, il taglio del 10% degli stipendi dei dirigenti: ma che per il momento continua a essere applicato dal presidente Antonello Perricone, a cui sono andate le deleghe dopo le dimissioni dell'ad Giuseppe Sciarrone.

Gianni Letta e Antonello Perricone

La scelta del nuovo amministratore delegato rimane infatti in sospeso, anche perchè il cda in programma il 27 febbraio e da cui si attendeva qualche novità in merito, è slittato di qualche giorno per problemi organizzativi.

 

UN RAGAZZO AUTISTICO SI LAUREA GRAZIE AI FACILITATORI – NICOLETTI: ‘ATTENTI ALLE ILLUSIONI’

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1. AUTISTICI TRA TRUFFE E FALSE SPERANZE
Gianluca Nicoletti per ‘La Stampa'

GIANLUCA NICOLETTI CARLO FRECCERO E PAOLA SEVERINI - copyright Pizzi

So bene che non bisognerebbe mai infilarsi nei meandri delle discussioni tra genitori sulle migliori terapie possibili per i propri figlioli autistici. Se in Italia l'autismo è ancora circondato dalle nebbie della superstizione, è proprio perché nessuno della nostra comunità scientifica si è ancora preso concretamente la responsabilità di definire cosa sia giusto fare per il proprio figlio, o cosa invece sia inutile e dannoso.

Ci sarebbero le linee guida dell'istituto Superiore della Sanità, tra poco sarà già ora di riscriverle perché sono quasi passati cinque anni ma i nostri politici si sono ben guardati da trasformarle in legge dello Stato. Così in quelle oltre 600 mila famiglie ognuno fa come meglio crede, come immagina che sia meglio per il proprio figlio, a volte fidandosi delle persone che gli capita via via d'incontrare, vagando a caso nel suo impraticabile labirinto di solitudine.

bambino autistico

Ne ho viste e sentite parecchie in questi anni di gestione diretta di un figlio autistico; dalle camere iperbariche, alle diete purificatrici, ai vaccini colpevoli, ai rimedi omeopatici, agli sciamani, persino agli esorcisti. Sembra impossibile, ma c'è veramente chi prima di rivolgersi a un neuropsichiatra ha pensato bene di portare il figlio strambo dal prete, tante volte fosse indemoniato.

Ancora peggio di questi paradossi sono i portatori di verità quasi plausibili, quelli che traducono il problema in una seduta psicoanalitica a vita per madri e figli in coppia, o quelli, oggi all'onore delle cronache, che vorrebbero farti credere che il tuo vero figlio sia una sorta di spirito guida rinchiuso in una gabbia. Solo loro, lautamente pagati, possono mettersi in contatto con quel figlio occulto che al computer diventa un genio, anche se nella vita quotidiana non s' infila i calzini da solo.

autismo jpeg

Che faccio io? Cerco che mio figlio sia autonomo il più possibile, lo sia nella sua banale quotidianità. C'è voluto accanimento e metodo, ma un ragazzo di 16 anni che si alza all' ora giusta, va in bagno, si lava, si veste e si siede per far colazione è già un traguardo fantastico.

Dell'inclusione scolastica vediamo gli aspetti illusori, ma nell'ubriacatura ideologica generale, sappiamo bene quanto a questo principio di civiltà ci si debba attaccare come piovre. La scuola serve soprattutto a non fare del nostro figlio un isolato, gli insegna a stare il più possibile tra esseri umani e relazionarsi con loro. Inutile pretendere risultati pari ai suoi compagni, magari usando il trucco dei noti facilitatori che si fanno interrogare al posto suo.

Io addestro mio figlio a svolgere attività pratiche, con altri ragazzi s'industria a fare il cuoco, il muratore, il carpentiere, lo stalliere. Tutte occupazioni promosse da volenterosi genitori che si sono messi a disposizione per riempire le lunghe giornate vuote dei loro autistici che si avviano all'età adulta. Tommy preferisce stare all'aria aperta, allenarsi a rugby, nuotare, accudire e montare un cavallo, comunicare come può e come sa.
Non credo che il mio ragazzo abbia ambizione di fare il professore, sarà autistico, ma ha capito che ce ne sono già troppi a spasso. Io non gli chiedo certo di giustificare l'esistenza di un signore che mi faccia credere che sia uno scienziato, quando a lui riesce meglio pulire la sella di un cavallo.


2. RAGAZZO AUTISTICO SI LAUREA, ATTENTI ALLE FACILI ILLUSIONI
Gianluca Nicoletti per ‘La Stampa'

autismo

Un ragazzo autistico si è laureato, era stato giudicato "ritardato mentale" ora è dottore in pedagogia. Piercarlo Morello di 33 anni lunedì si è laureato con il voto di 96/110 dottore magistrale in Scienze umane e pedagogiche all'università di Padova con una tesi dal titolo "Morello Inclusione e benessere sociale. Una storia d'autismo per capire".

La notizia è di quelle che dovrebbero d'istinto indurre speranza e ottimismo: Piercarlo, a quanto viene proclamato, sarebbe il primo autistico non verbale a laurearsi in Italia. Occorre però fare un punto sul fatto che Pier per esprimersi usi il sistema della scrittura facilitata (Woce): una tecnica che gli consente di scrivere al computer grazie a uno stimolo esterno, un tocco al dorso da parte di un assistente alla comunicazione.

Chi conosce l'autismo, così detto "a basso funzionamento", sa però che un ragazzo che abbia questa particolare sindrome, e non verbalizza salvo poche parole, nella maggior parte dei casi ha enormi problemi cognitivi e relazionali, soprattutto non è in grado di redigere una tesi di laurea, di esprimere concetti elaborati, come la frase attribuita a Pier nelle cronache dell'evento: "La disuguaglianza è la vera disabilità, so che cammino solo. Ho contro un male che rende la vita muta, solitaria, vacua e bisognosa di altri, ma nella mia cesta di parole taciute trovo anche soli e lune, oceani calmi e colori di luce."

Questo è anche il parere della presidentessa dell'Angsa onlus nazionale (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) la professoressa Prof.Liana Baroni Fortini che, a proposito della notizia che un artistico non verbale si fosse laureato ha detto: "Angsa si congratula vivamente con Pier Morello per la laurea conseguita. Tuttavia se il brano che ha citato è stato scritto da Pier e non dal suo facilitatore, Pier non può dirsi autistico, poiché dimostra di avere una comunicazione sociale molto buona. Una delle caratteristiche principali degli autistici è quella d'essere incapaci di comunicazione sociale, indipendentemente dal modo di espressione, che può essere scritto oppure parlato, oppure a segni."

Non è la prima volta che si legge di straordinari risultati scolastici ottenuti da soggetti autistici grazie a un "facilitatore" che lo aiuta a esprimersi via computer, il confine ambiguo di questa tecnica è quanto sia in realtà il facilitatore a indurre nell'autistico concetti e frasi che, in autonomia, non sarebbe mai in grado di elaborare.

A questo proposito la presidentessa dell'Angsa ha una sua possibile lettura": Pier può essere diagnosticato come muto ma non come autistico, e se qualcuno ha fatto questa diagnosi si tratta di un errore diagnostico. In medicina si commettono molti errori diagnostici, e quando questi sono errori per eccesso e si diagnostica una malattia inguaribile che non c'è, allora si creano le condizioni per poi gridare al miracolo della guarigione. La Comunicazione Facilitata, che ora si presenta con il nome di WOCE, viene classificata dalla Linea guida n.21 dell'Istituto Superiore di Sanità del 2011 fra gli interventi non raccomandati per l'autismo."

In realtà negli Stati Uniti sono già 15 anni che la comunità degli psichiatri ha fatto studi specifici sulla comunicazione facilitata, negandone la scientificità: "Purtroppo la comunicazione facilitata non ha evidenza scientifica-Dice Luigi Mazzone neuropsichiatra del Bambino Gesù con esperienza decennale nel trattare autistici- avrebbe fatto piacere a tutti sapere che questo metodo potesse essere validato scientificamente per l' autismo.

Il metodo parte dal presupposto che il problema a comunicare sia unicamente espressivo e non legato a un deficit cognitivo, sappiamo invece che negli autistici esiste un 50-60% di ritardo mentale, percentuali che potranno anche essere rivalutate, ma che comunque sono un ostacolo alla comprensione."

Questo non toglie che la storia di Pier sia positiva: "In realtà che questo ragazzo si sia laureato è una cosa bellissima -continua il dott. Mazzone che è particolarmente impegnato nel progetto "Aita", finalizzato alla realizzazione di summer camp per ragazzi con problemi psichici- Ogni obbiettivo che un autistico raggiunge è ragione di felicità per lui e la sua famiglia, l' importante è non generalizzare il beneficio avuto da un soggetto su tutta la comunità degli autistici."

Il prof Carlo Hanau, docente di statistica medica e direttore del Master "Tecniche comportamentali per i bambini con autismo" Università di Modena e Reggio, ricorda a proposito: "Una ricerca condotta in Gran Bretagna già parecchi anni fa, aveva trovato che su cento bambini con diagnosi di autismo soltanto sei esprimevano il proprio pensiero tramite comunicazione facilitata, mentre nei restanti 94 casi chi si esprimeva era in realtà il facilitatore e non il facilitato che parlava attraverso il computer."
Ricorda il prof Hanau del un caso di studente universitario che superava regolarmente i primi esami con la comunicazione facilitata, finché c'è stata la presenza del suo facilitatore: "La sua carriera si è bloccata quando agli esame gli era stato assegnato come facilitatore un docente di pedagogia della facoltà."

Il problema vero è che se una famiglia s'impegna in questa attività, rischia di perdere di vista il problema più importante, che secondo Hanau è quello delle autonomie di base della vita quotidiana e degli obbiettivi possibili a raggiungersi da parte dei ragazzi.

In conclusione non si può che condividere l'orgoglio di un ragazzo con difficoltà che riesce a raggiungere un traguardo così importante come la laurea, il percorso di Pier è in assoluto gratificante per chiunque soffra per l'emarginazione e il pregiudizio in cui affondano i soggetti con disabilità psichica in genere.

Massima soddisfazione quindi per la bella storia padovana, purché il caso di Pier non si risolva nella facile equazione: autistico che non parla con un facilitatore accanto diventi uno scienziato, perché così non è.

Non è nemmeno giusto che si alimentino illusioni e speranze nelle famiglie che, spesso in totale solitudine, ogni giorno hanno la grossa responsabilità di dover decidere quale sia la maniera giusta per far vivere il più felicemente possibile il proprio figlio, spesso nelle limitatezza delle proprie condizioni economiche. Può essere fantastico far laureare un figlio, anche se avrà sempre bisogno di una persona accanto che l'aiuti a scrivere, purché questo non tolga attenzione e risorse per qualcuno che gli insegni, ad esempio, a essere autonomo quando va al gabinetto.

 

 

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BANCO POP. VENDE IMMOBILI EX ITALEASE (MA PRIMA DEVE SVALUTARLE) – MONCLER NEL FTSE MIB

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1.PARTERRE
Da ‘Il Sole 24 Ore'

IL BANCO POPOLARE VENDE 20 ASSET
Il grande fermento che il mercato immobiliare sta vivendo in termini di operazioni concluse e che si profilano all'orizzonte si riconduce alle quotazioni in netto ridimensionamento. Sono i valori a sconto, infatti, che attirano gli investitori esteri, per ora tutti catalogabili come "opportunistici". Non si sottrae al trend il portafoglio che il Banco Popolare starebbe proponendo sul mercato.

banco popolare

Si tratta di una ventina di asset di Release (Italease) del valore di bilancio di circa 800 milioni di euro, ma che alcuni protagonisti del mercato come Blackstone, Cerberus e Fortress starebbero guardando con valutazioni non superiori ai 400 milioni di euro. È un portafoglio con una buona percentuale di asset interessanti, dicono alcuni operatori. Gli immobili più degni di nota del portafoglio sono gli uffici Telecom di Parco dè Medici a Roma e la sede di Ericsson sempre a Roma. Ma l'a.d della bancaPier Francesco Saviotti sarà pronto a svalutare? (P. De.)

Logo "Fiat"

UN EX MCKINSEY PER L'IPO DI ANIMA
Anima Sgr corre verso la Borsa per quella che si preannuncia come la maggior quotazione del 2014, e il timone - insieme all'ad Marco Carreri - dal presidente uscente sta per passare da Giuseppe Zadra a Claudio Bombonato. Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, toccherà a lui, consigliere di Reply con esperienze in Morgan Stanley e 25 anni in McKinsey (dove tra l'altro è stato responsabile del Financial istitutions group per l'Italia e del Commercial banking per l'Europa) presiedere la società proprio ora che si avvicina alla quotazione: la nomina è attesa per oggi nel corso dell'assemblea, che vedrà protagonisti i soci forti dell'Sgr Clessidra, Bpm e Mps.

Forse non casuale la scelta di un ingegnere aeronautico con Phd in aerospaziale: con lo sbarco a Piazza affari i soci sperano che il valore della controllata possa decollare in fretta, in modo da cedere con plusvalenza almeno una parte delle quote che hanno in tasca. (Ma.Fe.)

IL LINGOTTO PRONTO A CONVERTIRSI IN DOLLARI
Cnh Industrial fa un altro passo verso l'America. La holding delle macchine agricole e dei camion, che fino all'anno scorso si chiamava Fiat Industrial e aveva sede a Torino, ha spostato la sede legale in Olanda, quella fiscale in Gran Bretagna e la quotazione principale a Wall Street. Ora conferma quanto lasciato intendere un mese fa alla presentazione dei risultati 2013: da quest'anno, per andare incontro agli investitori Usa, i bilanci saranno redatti solo in dollari (in due versioni: una secondo gli standard contabili Us Gaap, l'altra con gli Ifrs internazionali).

alitalia etihad

Vedere i bilanci di Iveco solo in dollari farà un certo effetto, ma la notizia è interessante per un altro motivo: finora il matrimonio fra Fiat e Chrysler nell'auto ha seguito fedelmente le tracce di quello tra Fiat Industrial e Cnh. Dal 2015, quindi, una volta quotata a Wall Street, è possibile che la futura Fiat Chrysler Automobiles si converta alla valuta americana. (A.Mal.)

2. ALITALIA, ENTRO IL 31 MARZO - LA SCELTA DI ETIHAD E IL PIANO
Da ‘La Stampa'

La scadenza è fissata: 31 marzo. Entro quella data, infatti, Alitalia ed Etihad prevedono di concludere il dialogo e quindi presentare il nuovo Piano industriale. Lo ha detto ieri il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che ha riaffermato la strategicità di Alitalia anche per il governo Renzi e ribadito il favore con cui si guarda al partner arabo, considerato «indispensabile e necessario».

Oltre a ribadire che nessuna risorsa pubblica è stata versata per questa vicenda, Lupi, che si è detto fiducioso, ha fatto il punto nel corso del question time alla Camera: di fatto la data indicata dal ministro posticipa di un mese quella indicata dalle due compagnie ad inizio febbraio, quando annunciarono l'avvio della fase finale del processo di due diligence. «Abbastanza fiducioso» sulla chiusura del negoziato con Etihad anche l'ad di Unicredit Federico Ghizzoni: «Non ho ragioni per essere negativo, continuano le negoziazioni per cui l'obiettivo è chiudere».
[r. e.]

moncler-in-borsa-va-alle-stelle-un-gol-eccezionale-del-lusso-made-in-italy

3. MONCLER ENTRA NEL FTSE MIB
Da ‘La Stampa'

Moncler entra nel paniere principale di Piazza Affari. Ieri il Ftse Mib Italia Index Policy Committee ha approvato alcune modifiche dell'indice che saranno operative dopo la chiusura delle operazioni di venerdì 24 marzo. In particolare tra le Blue Chip debutta Moncler, sbarcata in Borsa lo scorso dicembre. Il gruppo presieduto da Remo Ruffini prende il posto di Ansaldo Sts, che entra nel Ftse Italia MidCap sostituendo Tamburi Investment Partners.

Il gigante della moda, che ha chiuso l'esercizio scorso con un fatturato in aumento del 19%, a 580,6 milioni di euro, entra anche nell'indice All-Share, insieme con Nice e Monrif.. Ieri intanto sono stati diffusi i conti di un'altra matricola: Yoox ha archiviato il 2013 con un utile netto di 12, 6 milioni di euro, in crescita del 23,9% rispetto al 2012. I ricavi sono saliti del 21,2% a 455,6 milioni di euro e il margine operativo lordo ha visto un incremento del 34,2% a 43,1 milioni.
[r. e.]


4. KAKÀ AI MONDIALI MA SOLO COME ‘AMBASCIATORE'
Da ‘Il Giornale'
L'asso del Milan, Ricardo Izecson dos Santos Leite, meglio noto come Kaká, andrà quasi sicuramente ai mondiali brasiliani, ma non come giocatore. Il rossonero, che non è tra i convocati nella Seleçao, lo potrebbe invece essere nel team degli «ambasciatori» Hyundai. La casa automobilistica coreana ha infatti un contratto, valido fino al 2022, che prevede la sponsorizzazione di tutti gli eventi organizzati da Fifa e Uefa. Kakà, oltre che per l'immagine positiva e la sua professionalità, avrebbe dalla sua anche i milioni di contatti su Facebook. Agli Europei 2012 Hyundai aveva scelto Giuseppe Rossi (Italia), Casillas (Spagna), Benzema (Francia) Sturridge (Inghilterra) e Podolski (Germania).

KAKA

5. CATELLA E MICHELI COMPRANO E CRESCONO IN HINES ITALIA
Da ‘Il Giornale'

Manfredi Catella e Francesco Micheli crescono nel capitale di Hines Italia sgr, ed esce dall'azionariato Unipol Sai (che possedeva il 18% «ereditato» dal gruppo Ligresti). Catella è salito dal 10 al 28,87% della società di gestione di fondi immobiliari che a Milano sta costruendo il progetto Porta Nuova; il maggior azionista resta il colosso americano Hines, con il 63,13%, mentre il finanziere Francesco Micheli è salito all'8% dal 5% precedente.

unipol

Sulla quota Unipol è stata esercitata un'opzione call; l'incremento di Catella e Micheli era programmato in quanto soci industriali. Catella ha detto che «Porta Nuova sta andando bene». «Sugli uffici abbiamo stabilito un nuovo record di mercato per Milano con valori di 500 euro l'anno al metro quadro». Quanto all'abitativo, la torre Solaria «è venduta a un prezzo medio di 9.800 euro al metro quadro».

 

E PISTORIUS PREGA! IN AULA OSCAR SGRANA IL ROSARIO MENTRE SFILANO I TESTIMONI

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da www.dailymail.co.uk

Video http://www.youtube.com/watch?v=pkTew7qiwXw

Quarto giorno di processo per Oscar Pistorius

Video http://www.youtube.com/watch?v=FhQX6_Utsk8

Oscar Pistorius ha le mani fra i capelli mentre il dottore racconta al processo di come tentò di resuscitare Reeva Steenkamp.
Il radiologo Johan Stipp accorse alla villa dopo aver sentito colpi di pistola e trovò Pistorius inginocchiato accanto al corpo della ragazza, pregando Dio che sopravvivesse, e disse: «Le ho sparato. Pensavo fosse un ladro e le ho sparato».
Non riesce proprio a rievocare quel momento Pistorius, che in aula si tappa le orecchie e stringe i grani del rosario.
Miss Steenkamp non mostrava segni di vita. Non respirava, non aveva battito. Il medico notò una ferita sulla coscia destra, sul braccio e sulla testa. C'era tessuto cerebrale intorno. Testimonia il dottore: «Oscar continuava a piangere. Diceva che avrebbe dedicato la vita a Dio se l'avesse lasciata in vita quella notte».
Prima c'è stata la deposizione del vicino di casa Charl Johnson, che sostiene di aver sentito Reeva gridare e poi di aver sentito gli spari. L'avvocato di Pistorius ha ribattuto che non è possibile, perché Reeva era chiusa in bagno. Anche stando sul balcone, lui non avrebbe potuto percepire le grida.
Secondo l'avvocato, Johnson ha cambiato versione per allinearsi con quella data da sua moglie Michelle Burger. Versione diversa da quella che i due originariamente avevano dato alla polizia, dove mancano dettagli cruciali.

Pistorius parla di incidente non di omicidio

Le grida che i due testimoni dicono di aver sentito, sono semmai quelli di Oscar che chiama aiuto. I colpi sono quelli che Oscar ha dato con la mazza da baseball sulla porta del bagno, dopo aver capito di aver sparato alla sua fidanzata.

Le grida non sono antecedenti agli spari, ma successive. Se fossero precedenti si avallerebbe l'idea che tra Oscar e la fidanzata c'era stata una forte discussione e dunque il movente di un omicidio volontario.

Charl Johnson ha anche raccontato al giudice di essere subissato di telefonate intimidatorie di sostenitori di Pistorius. Non ha più la sua privacy da quando l'avvocato di Oscar ha letto in aula il suo numero di telefono.

La cugina di Reeva parla con Aimee sorella di Oscar

A testimoniare è stato anche chiamato il boxer sudafricano Kevin Lerena. Ha ricordato una cena in un ristorante, avvenuta un mese prima dell'uccisione di Reeva. I quattro amici erano seduti, quando Darren Fresco ha passato una pistola sotto al tavolo a Pistorius dicendogli che c'era un colpo dentro. Il colpo partì e fortunatamente non ferì nessuno, ma Pistorius, dopo essersi scusato, chiese a qualcun altro di prendersi la responsabilità del gesto perché di lui, sui media, si parlava fin troppo. La colpa infatti se la prese Darren.

Il Blade Runner sembra essere un tipo ossessionato dalle armi da fuoco.

 

Il processo a Pistorius viene seguito da tutto il mondo

 

 

LA CEDOLA CHE NON C’E’ – IL MERCATO SI ASPETTA UN DIVIDENDO NULLO PER TELECOM ITALIA…

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Antonella Olivieri per ‘Il Sole 24 Ore'

C'è il nodo cedola sul tavolo del board Telecom che si riunisce oggi per l'esame dei conti del 2013. L'esercizio si chiuderà in rosso dopo aver spesato 2,2 miliardi di ulteriore svalutazione degli avviamenti - non ne sono attesi altri dall'impairment test di dicembre -, ma tecnicamente sarebbe possibile distribuire dividendi attingendo alle riserve, sebbene queste ultime siano state prosciugate negli ultimi tre anni dalle svalutazioni del goodwill per una cifra complessiva dell'ordine di 12,5 miliardi.

MARCO PATUANO

A fine dicembre residuava un cuscinetto di riserve per circa 4 miliardi che però andrà rettificato ancora al ribasso per la copertura delle perdite dell'esercizio: gli analisti stimano per il 2013 un rosso di poco inferiore ai 600 milioni. E gli avviamenti, che nel 2010 erano vicini ai 44 miliardi, sono ancora un'ipoteca sul futuro della bellezza di 30 miliardi.

Lo scorso anno è stato pagato un monte dividendi di 451 milioni e dunque, anche nell'ipotesi di invarianza, non sarebbe impossibile remunerare gli azionisti. La questione però è l'opportunità di farlo. Il rating di Telecom è appena stato declassato a junk e la società, solo pochi mesi fa, ha lanciato un convertendo per un rafforzamento patrimoniale "a termine" di 1,3 miliardi.

In questo contesto avrebbe senso con una mano prendere capitali dagli investitori istituzionali e con l'altra restituirne un terzo agli azionisti? Gli analisti ne dubitano e per questo ritengono che quest'anno ci si dovrà accontentare (e non è poco) dell'insperato capital gain che dai minimi di agosto è superiore all'80%, mentre, almeno per quanto riguarda le azioni ordinarie, scontano che la cedola non sarà pagata.

PATUANO

A decidere però sarà il consiglio e in particolare sarà da verificare cosa ne pensa Telco, che finora ha potuto contare sulla cedola per compensare gli oneri finanziari sull'indebitamento della holding, ma che non farebbe un dramma se si dovesse decidere per quest'anno di azzerare i dividendi.

Altro tema riguarda la verifica a consuntivo dell'andamento del mercato mobile domestico che continua a soffrire, ma, almeno a stare alle previsioni di Borsa, un po' meno rispetto al trend di inizio anno e meno dei concorrenti. La flessione dei ricavi da telefonia mobile che era stato superiore al 18% nella prima metà dell'esercizio e che nel terzo trimestre aveva rallentato il passo al 14,8% dovrebbe registrare un minimo miglioramento nell'ultimo scorcio dell'esercizio.

cesar_alierta

Per una svolta più incisiva le speranze sono però appese a fattori "esterni", cioè a che arrivi a compimento la difficile gestazione del consolidamento del settore mobile italiano con una fusione tra il terzo e il quarto operatore, Wind e 3 Italia. Tra gli analisti circola la congettura che Tim e Vodafone potrebbero agevolare il processo rilevando parte degli asset dei concorrenti per rendere meno gravoso il problema del debito che pesa in particolare dalla parte di Wind. Secondo le ipotesi, Vodafone, cioè, potrebbe essere interessata a Infostrada (la parte fissa di Wind) e Telecom alle torri per farne un pacchetto con le proprie e poi rivenderle, come da programmi. Ammesso che l'ipotesi sia realistica, per il complesso torri-fisso circolano stime che arrivano fino a 2,5 miliardi.

MARCO FOSSATI jpeg


Più in generale il consensus degli analisti stima per Telecom, senza più l'Argentina, ricavi a 23,5 miliardi che si confrontano con un dato omogeneo 2012 di 25,7 miliardi (-9%), e un Ebitda reported di 9,5 miliardi, -9,4% rispetto al risultato confrontabile precedente di 10,5 miliardi. Dovrebbe essere centrato l'obiettivo di ricondurre l'indebitamento netto intorno ai 27 miliardi, contro i 28,3 miliardi di fine 2012.

Un contesto comunque ancora incerto su cui grava l'incognita degli sviluppi in Brasile (uscita o Gvt?) e dell'evoluzione dell'azionariato (Telco a giugno potrebbe sciogliersi). Anche per questo l'Asati si è schierata contro l'ipotesi di varare un piano di stock option a favore del top management, se non vincolato a una serie di obiettivi su rating, debito, redditività e rivalutazione del titolo che l'associazione dei piccoli azionisti/dipendenti ha messo nero su bianco ma che allo stato sembrano da libro dei sogni.

 

SI RIACCENDE LA GUERRA: KIEV ORDINA L’ARRESTO DEL PREMIER DELLA CRIMEA

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ANSA

SIM UKRAINE RUSSIA TROOPS MGzoom

Vertice straordinario dei capi di Stato e di governo Ue a Bruxelles per fare il punto sull'Ucraina. L'Italia e' rappresentata dal premier, al suo esordio sulla scena europea. Gli Usa intanto impongono sanzioni: la Casa Bianca ha comunicato che il Dipartimento di Stato imporra' restrizioni sui visti a funzionari e singoli. E Merkel: 'porta aperta al dialogo, ma nel vertice si dovrà affrontare anche il capitolo sanzioni'. Questa mattina il Parlamento della Crimea ha votato l'adesione alla Russia. Kiev ha dichiarato incostituzionale il referendum del 16 marzo e i leader europei sostengono questa linea.

La giustizia ucraina ha emesso mandati d'arresto per il premier e per il presidente del parlamento (Rada) della Crimea, Serghii Aksionov e Vladimir Kostantivov. I due, il cui potere non è riconosciuto da Kiev, sono a capo delle istituzioni della penisola che stanno portando la Crimea tra le braccia della Russia con un referendum fissato il 16 marzo. A emettere il mandato è stato il tribunale distrettuale Shevchenko di Kiev su richiesta della procura generale. I due sono indagati in base all'articolo 109 del codice penale che prevede fino a 10 anni di reclusione per azioni volte a cambiare il regime costituzionale o a prendere il potere con la forza.

SIM UKRAINE RUSSIA TROOPS MGzoom

Per il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, "Se una regione qualsiasi di un qualsiasi Paese decide, in contraddizione con la sua Costituzione, di unirsi a un altro Paese che lo ha incoraggiato a farlo, vuole dire che non c'è più la pace internazionale, né frontiere certe".

Uno dei volantini sparsi per Kiev con la faccia di Yanukovich

Se il referendum in Crimea è per una maggiore autonomia o per l'annessione alla Russia "questo cambia completamente": nel secondo caso "vuol dire che l'integrità territoriale dell'Ucraina non viene rispettata, mentre per noi è fondamentale", ha aggiunto Fabius parlando con i giornalisti a margine della Conferenza sulla Libia alla Farnesina. "Immaginate cosa potrebbe accadere" se questo accadesse in una qualsiasi regione "dell'Europa, o in Africa, o in Medio Oriente o in Cina. Bisogna fare molta attenzione", ha concluso il capo della diplomazia francese.

Sergey Aksyonov primo ministro della Crimea

A Bruxelles, primo 'faccia a faccia' da presidente del Consiglio per Matteo Renzi con la cancelliera Angela Merkel. I due si erano già incontrati a Berlino nel luglio scorso, quando Renzi era ancora sindaco di Firenze. E si rivedranno il 17 marzo di nuovo a Berlino per un bilaterale italo-tedesco. Ma al pre-vertice Ue di oggi sulla crisi ucraina (con Hollande, Cameron, Tusk e la cancelliera tedesca) il presidente del Consiglio era seduto proprio accanto alla Merkel e i due, prima che iniziasse la riunione, ne hanno approfittato per un primo scambio di vedute. Renzi prima dell'avvio dei lavori del vertice ha anche avuto una breve conversazione con il presidente della Commissione Ue Barroso.

 

Sergey Aksyonov primo ministro della Crimea

 

 

Vladimir KONSTANTINOV presidente del parlamento di crimea

PRESSING DEGLI STRANIERI SULL’ITALIA, LOBBYING SU RENZI E PADOAN PER LE NOMINE PUBBLICHE

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Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale)

RENZI E PADOAN

Il pressing è iniziato da giorni. Del resto la partita delle nomine di Stato sta entrando nel vivo e tutti i protagonisti in campo vogliono far sentire la loro voce. Particolarmente attivo, ai limiti del nervosismo, è in queste ore il gruppone degli investitori esteri, ovvero l'autentica mole di società di gestione del risparmio e di intermediari vari che vantano partecipazioni a non finire nelle società del Belpaese. Grosso modo sono tutti rappresentati in Italia da Assogestioni, che in queste ore (e nemmeno sotto traccia) sta svolgendo una vera attività di lobbying nei confronti della presidenza del consiglio e del ministero dell'economia, dove si sono da poco insediati Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan.

Tanto per dire, ad Assogestioni aderiscono intermediari esteri come Allianz, Axa, BlackRock, Bnp Paribas, Credit Suisse, Deutsche Bank, Dexia, Franklin Templeton, Groupama, Ing, Invesco, Jp Morgan, Pimco, Societe Generale, State Street e Ubs. Insomma, veicoli finanziari di mezzo mondo. Cosa vogliono? Semplice, che l'imminente tornata di nomine vada a premiare manager in grado di dare garanzie ai loro investimenti miliardari.

PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE

Potenza di fuoco
Del resto basta guardare la composizione azionaria dei principali gruppi italiani quotati, i cui organi sono in scadenza, per rendrsi conto delle dimensioni del fenomeno. Si pensi all'Eni, il colosso petrolifero al momento guidato dall'a.d. Paolo Scaroni. Ebbene, dopo il 25,7% in mano alla Cassa Depositi e Prestiti, e il 4,34% detenuto dal Tesoro, una fetta del 60% del suo capitale fa direttamente capo agli investitori istituzionali (tra cui anche i fondi pensione). Al loro interno ci sono "orme" sin troppo nette. Il 12,25% del Cane a sei zampe è custodito nella pancia di 1.349 investitori che vengono da Usa e Canada.

Mentre l'11,35% fa capo a 794 investitori che vengono dal Regno Unito e dell'Irlanda. All'Enel, per ora guidata dall'a.d. Fulvio Conti (ricevuto due giorni fa al Quirinale da Giorgio Napolitano), dopo il 31,2% in mano al Tesoro c'è un 41,9% riconducibile agli investitori istituzionali. Anche qui la scomposizione geografica restituisce un quadro piuttosto netto. Si dà infatti il caso che il 33,8% degli stessi investitori istituzionali venga da Nord-America, il 10% dal regno Unito, il 5,3% dalla Francia e il 5,8% dalla Germania.

E che dire di Terna, guidata dall'uscente (secondo i rumors prevalenti) Flavio Cattaneo? Qui, dopo il 29,85% controllato dalla cassa Depositi e Prestiti, il 48% rappresenta la quota detenuta dagli investitori istituzionali. Al loro interno spicca un 8,8% di intermediari provenienti da Usa e Canada e un 7,2% di investitori inglesi.

Paolo Scaroni and Vladimir Putin April jpeg

Padroni del debito
Che questi fondi esteri avranno una gran voce in capitolo, tra l'altro, è confermato anche dal fatto che una cospicua parte di essi è controllata da banche inserite nella lista dei nostri "specialisti in titoli di Stato". Si tratta, in pratica, di quelle banche e istituzioni finanziarie che, coinvolte dallo Stato italiano, hanno il compito di aiutare il Tesoro a collocare sul mercato i titoli del debito pubblico (Btp, Bot) e di garantirne anche determinate soglie di acquisto. In base a una lista stilata da via XX Settembre, risalente all'aprile del 2013, attualmente ci sono 20 banche che lavorano in questi termini al debito pubblico italiano.

Fulvio Conti Flavio Cattaneo

E che, in un certo senso, possono esserne considerate le padrone. Tra queste, tanto per fare degli esempi, figurano Bnp Paribas, Credit Suisse, Ing, Jp Morgan, Societe Generale e Ubs, esattamente le stesse banche che aderiscono ad Assogestioni. Per questo nessuno si nasconde il potere di interdizione che tutto questo movimento può esercitare nei confronti delle prossime operazioni di nomina. E ci sarebbero anche questi fondi esteri, a quanto filtra, dietro la sponsorizzazione di alcuni nomi circolati nei giorni scorsi.

Per esempio quello di Andrea Guerra, a.d. di Luxottica, stimato da Renzi, che in molti vedono proiettato al vertice dell'Eni, magari in ticket con uno Scaroni nel ruolo di presidente operativo. Ma si parla da settimane anche di Vittorio Colao, capo mondiale di Vodafone. Di sicuro i fondi internazionali stanno affilando le loro armi.

 

scaroni berlusconi interna nuova

 

0rep vittorio colao

MASTURBATI E LEGGI! ECCO L’ORGASMO FEMMINILE NEI VIDEO DI “LETTERATURA ISTERICA”

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da www.dailybeast.com

VIDEO - http://hystericalliterature.com/sessions

Clayton Cubitt è il fotografo americano che ottenne la notorietà con i suoi reportage sui volti dei sopravvissuti all'uragano Katrina. Dopo di che si è dedicato a un singolare progetto chiamato "Letteratura Isterica" cioè una serie di video in cui le donne leggono un libro mentre si masturbano con un Hitachi Magic Wand, la Cadillac del vibratori.
La sessione dura fino all'orgasmo, il più lungo è arrivato dopo 11 minuti e 42 secondi.

sessioni Letteratura Isterica

Il primo video è stato postato nell'agosto 2012. Non c'è nudità, non si dicono oscenità, il vibratore non si vede perché è tenuto sotto al tavolo, l'impianto è fotografico, il meno esplicito possibile. Si unisce l'atto della lettura, mentale, al piacere fisico. Ognuno sceglie il libro che vuole e lotta fra cultura e sessualità.

D'altronde la letteratura del Marchese De Sade ha raggiunto un livello di pornografia che nessun regista è riuscito a riprodurre al cinema. Ma i libri che vengono letti nelle sessioni non sono erotici né pornografici, sono fiabe, Premi Pulitzer, classici.

Nella società del ventunesimo secolo il piacere femminile è ancora un tabù. L'orgasmo femminile è praticamente censurato. A novembre l'attrice Evan Rachel Wood ha protestato perché nel film "Charlie Countryman" è stata tagliata una scena di sesso orale mentre è rimasto tutto il resto: «E' tempo che la gente cresca. Accettate il fatto che le donne non debbano solo essere scopate. Vogliamo provare piacere».

A febbraio è uscito un nuovo video di "Letteratura Isterica". Dice il regista: «I commenti sono vietati, perché si tratta di arte visuale, non di un'arena da combattimento dove dare il peggio di sé. Vorrei che partecipassero anche donne più anziane, e leggessero in lingue che non siano l'inglese. Cerchiamo volontarie»

Schermata alle

Cubitt con la controversia ci flirta, ma, dice lui, se la controversia aiuta a sollevare il dibattito, allora benvenga. Intanto i suoi video hanno 20 milioni di visualizzazioni in 200 paesi.

 

Schermata alle

L'INSOSTITUIBILE VIERI CERIANI: DAL 2008 DETTA E SCRIVE LEGGE IN MATERIA DI TASSE

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F.D.D. per "Libero quotidiano"

VIERI CERIANI

Sembra insostituibile: consulente di Giulio Tremonti per la riforma fiscale; sottosegretario all'Economia con Mario Monti e poi con Vittorio Grilli; e ancora a via Venti Settembre come consigliere particolare del ministro Fabrizio Saccomanni. Vieri Ceriani è ritenuto il massimo esperto di tasse e infatti detta legge dal 2008. Non può farne a meno neanche Matteo Renzi che lo avrebbe inserito fra gli esperti di palazzo Chigi, dove è nata una cabina di regia volta a controbilanciare la potenza del Tesoro.

TREMONTI Alessia Ferruccio e Vittorio Grilli

E sarebbe proprio Ceriani l'autore delle bozze di patrimoniale agitate in questi giorni. Due le ipotesi di stangata a cui sta lavorando l'ex Banca d'Italia: l'aumento del prelievo sui bot dal 12,5% al 20% o l'incremento dell'imposta di bollo sui conti correnti dal 2 per mille al 3-3,5 per mille. Ragionamenti arrivati pure alle orecchie di Filippo Taddei. Pare che il responsabile economico del Pd, però, oltre a innervosirsi per il metodo, non condivida fino in fondo il contenuto. Speriamo che basti a stoppare il giro di vite.

SACCOMANNI E LETTA

 

MISTERO FINITO - NEESWEEK RIVELA L'IDENTITA' DELL'INVENTORE DEL BITCOIN NAKAMOTO...

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Giusppe Bottero per ‘la Stampa'

Un giubbino grigio da pensionato, gli occhiali da secchione, il cappello da baseball. L'uomo che ha inventato il Bitcoin non ha l'aria del banchiere e neppure quella del pirata informatico. Satoshi Nakamoto getta la maschera. Anzi, gliela sfilano i cronisti di Newsweek dopo un inseguimento durato mesi.

Il signor Nakamoto ha 64 anni, vive insieme con la madre novantareenne nel Sud della California ed è di origine giapponese. «E' uno stronzo» dice di lui il fratello. Satoshi dunque esiste: non è, come ipotizzato da molti, uno pseudonimo, un nickname collettivo dietro cui si sarebbero nascosti per anni misteriosi attivisti.

Satoshi Nakamoto

Il papà del bitcoin è un laureato in fisica ossessionato dai modellini dei treni, una carriera silenziosa al servizio dell'esercito statunitense e di grandi compagnie. «Di bitcoin non parlo» dice ai giornalisti americani che l'hanno scovato, svelando il segreto meglio custodito del web. «E' un tema che non mi appartiene più».

Nessuno, racconta Newsweek, sapeva della sua invenzione: la moneta del futuro. Neppure la sua famiglia. Satoshi è un uomo riservato che comunica esclusivamente via mail. Un ricco che gira con una piccola utilitaria.

Gavin Andresen, il suo braccio destro all'interno dell'organizzazione Bitcointalk forum, racconta di lunghe discussioni senza mai alzare la cornetta. La miccia che ha innescato la corsa della cripto-moneta, il signor Nakamoto, l'ha innescata nel 2008: un documento di nove pagine postato in rete che proponeva la nascita di «una moneta elettronica» che «permettesse pagamenti tra privati senza la mediazione di un istituto finanziario».

Il tutto alla luce del sole, verificato. Era il codice genetico del bitcoin, fatto di calcoli elaborati da un «miner», ovvero un server totalmente autonomo che invia i calcoli a centrali più grosse (si chiamano «pool») le quali, a loro volta, riconoscono al proprietario una piccola percentuale di bitcoin, generati costantemente.

È curioso che Satoshi Nakamoto sia uscito allo scoperto proprio in questi giorni, i più delicati per la valuta virtuale. Dopo il collasso di Mt. Gox infatti ha chiuso anche la banca specializzata canadese Flexcoin. L'istituto il cui software è stato attaccato dagli hacker fa sapere di aver subito nei suoi forzieri online un furto di 896 bitcoin, pari a 600 mila dollari. Gli hacker hanno rubato le monete virtuali online, mentre il denaro offline non è stato toccato.

E ieri è arrivato anche la prima morte in qualche modo legata al mondo del bitcoin: Autumn Radtke, 28 anni, amministratore delegato del fondo asiatico First Meta, è stata trovata morta a Singapore. La polizia locale sta indagando in quella che definisce una morte «innaturale», termine che potrebbe significare suicidio o malore.

 

 

DALEMIX IN VERSIONE CINCINNATO ESALTA L’ULIVO ‘DA 1500€’ E IL ‘CANE BUONO CHE PUÒ UCCIDERE’

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Pino Corrias per ‘Il fatto Quotidiano'

VELTRONI E DALEMA

La passeggiata di Massimo D'Alema tra le terre emerse della sua proprietà umbra fatta in compagnia di Alain Friedman - tra ulivi secolari "che valgono millecinquecento euro, pensa, millecinquecento euro l'uno!" e cani "che non mordono, ma direttamente uccidono" - è un prezioso capitolo sui danni, anche psichiatrici, a cui conduce la deriva del potere e del potente quando corrosi dalle alte temperature della solitudine, del narcisismo ferito e del rimpianto non più riconciliato: "Mi occupo dell'Italia solo nelle pause, tra un impegno internazionale e l'altro". Ma per fortuna è anche una irresistibile gag comica (per quanto involontaria) di eterna commedia italiana. La quale non conduce mai alla scespiriana tragedia.

Ma finisce sempre per riconciliarci con questo amato Paese eternamente fatto di macerie e maccheroni. Perché tra le sue immense risorse (specie emotive) sopravvive la capacità di guardare con un certa tenerezza persino i titolari delle suddette macerie (e maccheroni). In fondo anche loro vittime del crollo, e del troppo sugo, come il Berlusconi impietosamente struccato nelle foto del Sunday Times.

WALTER VELTRONI E MASSIMO DALEMA jpeg

O in questo commovente D'Alema danzante, in bianco padronale, che di vigna in vigna, si riempie gli occhi contabilizzando le sue soleggiate proprietà: "Quella collina fa parte dell'azienda, diciamo, e poi anche il versante che non si vede... E anche laggiù, fino a quella altura...".

Estensioni che deglutisce goloso, preparandosi a esibire le sue nuovissime competenze enologiche: "Facciamo due vini. Uno in purezza senza solfiti. L'altro più strutturato". E pazienza se "purezza" non vuol dire "senza solfiti", quello che conta è il braccio teso ad accarezzare il vasto orizzonte campestre che dovrebbe stupirci: "Massì, siamo una piccola azienda agricola, diciamo, che dà lavoro a più di qualcuno". Ed ecco, dal viottolo, sbucare un cane, che lo sollecita a tranquillizzare l'ospite: "É un cane buonissimo". Buonissimo? Non del tutto: Be', se percepisce il pericolo, uccide", sogghigna. Gli piace la perentorietà del verbo.

MASSIMO DALEMA

E quello che gli ispira: "Sempre obliasti, Aiace Telamonio/ogni prudenza in guerra, ogni preghiera", che poi sarebbe un Cardarelli novecentesco (e ridondante) che recita per presentarci non sé medesimo, ma il cane: "Ecco lui è Aiace, l'unico maschio dell'allevamento", a confermare un sottinteso, oppure un riverbero, tra le qualità del cane e del padrone, la capacità di uccidere dell'uno e di andare in guerra dell'altro. Che è intrinseca biografia offerta all'anglo giornalista.

E privato turbamento, per essersi intestato la sola guerra italiana a non essere rinominata "missione di pace", quella contro la Serbia, anno 1999, 10mila obiettivi bombardati in due mesi, con il plauso di Cossiga e della Nato, più gli sghignazzi della destra, compiaciuta per come si mostrava al mondo l'ex pioniere del Pci di Togliatti arrivato finalmente a manovrare non solo i bottoni, ma anche gli otturatori del potere. E ora un potere al tramonto lo assedia, proprio lì, tra Narni e Otricoli.

Al punto che i 15 ettari di azienda agricola, battezzata proustianamente La Madeleine, che è come dire Nostalgia, non fanno che moltiplicare il rimpianto che emana. A dirne la fissità rurale, il ripiegamento provinciale, dopo le molte avventure di palazzi romani finite in sconfitte. Dopo i marosi cavalcati su Ikarus.

Massimo Dalema

E le altrui scale della politica traversate su scarpe cucite a mano. Tutti i residui di quelle fascinazioni danarose - "D'Alema piace alla destra perché anche lui disprezza la sinistra" - sono in questa risacca di nobiluomo in ritiro volontario e sdegnoso. Non rottamato da altri, sia chiaro. Che lo fanno assomigliare allo straziante protagonista dell'Ultimo nastro di Krapp di Beckett, assediato dagli anni ormai trascorsi. Ma sempre raccontandosi come l'eterno viaggiatore del film Tra le nuvole (lo nota Giuseppe Salvaggiulo nella notevole biografia Il peggiore) quando incanta gli anziani nelle feste di paese "con le sue fantasmagoriche avventure planetarie".

MASSIMO D ALEMA INTERVISTATO DA ALAN FRIEDMAN

"Recentemente sono stato in Brasile". "Vengo da New York, tutti gli anni partecipo all'assemblea della Clinton Foundation, di cui sono socio". "Io sono stato al congresso dell'Spd a Berlino". "Noi abbiamo fatto un convegno a Parigi". "Arrivo da Bruxelles, sto per partire per la Cina, vuol vedere il visto?".

È così che riemerge ogni tanto, elegantissimo, tiratissimo, ospite di Lilli Gruber - "Sono appena rientrato dalla Polonia, è successo qualcosa?" - gonfio di stizza e indispettito. Indispettito dalle domande. Indispettito dall'Italia, dalla bassa politica, da Matteo Renzi, "il ragazzino". Ma specialmente dal vuoto. "D'Alema non ha più nulla di politico
- dettò il suo ex maestro di sartoria Claudio Velardi - . Lo dico con affetto antico che sconfina nella tenerezza e nella pena. Ha imboccato una deriva triste e biliosa. Ormai siamo nella psicologia non è in pace con se stesso".

Molti anni fa, quando ancora si immaginava skipper d'ogni corrente, diceva: "Andare a vela è un grande insegnamento per la politica e la vita. In vela sai che non puoi andare controvento, ma sai pure che piegandoti di 30 gradi, puoi risalirlo. Questo è un insegnamento per la vita: se non ti pieghi non vinci". Peccato che a forza di piegarsi, senza mai andare controvento, abbia perso (quasi) tutto. Perché continua a guardare senza vedere. Neanche con i suoi ulivi ci riesce, pensa che siano soldi sonanti, invece che vita.

MASSIMO D ALEMA INTERVISTATO DA ALAN FRIEDMAN MASSIMO D ALEMA INTERVISTATO DA ALAN FRIEDMAN

 

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