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PATRIZIA D’ADDARIO SARÀ OSPITE D’ONORE DELLA FIERA HARD DI PORTO

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Da http://hardcelebrity.com/

PATRIZIA DADDARIO Berlusconi fotografato il 31 maggio 2009 davanti all'ingresso dell'hotel Palace di Bari, alle sue spalle Patrizia D'Addario

La VII Edizione della kermesse erotica di Porto, che aprirà i battenti il prossimo 6 marzo, si preannuncia davvero con una marcia in più. Sì perché oltre al nutrito gruppo di pornostar e sexy star internazionali, come annunciato sullo stesso sito della manifestazione, assieme alla biondissima Erica Fontes l'ospite d'onore sarà nientepopodimeno che Patrizia D'Addario. Inutile dire che i media portoghesi stanno cavalcando la "questione", tanto da sembrare davvero impazziti, già da alcuni giorni...

L'ex escort barese, autrice del famosissimo libro "Gradisca Presidente", salita alla ribalta delle cronache per i presunti legami con l'ex premier Silvio Berlusconi, sarà presente all'interno dello stand di Melany Moore, gettonatissima e blasonatissima sexy star italiana dalla prestigiosa carriera.

PATRIZIA DADDARIO

Sarà proprio la Moore a guidare la rappresentanza italiana all'interno della sexy fiera di Porto visto che, nel proprio stand di svariati metri quadri, oltre ad alcuni volti più o meno noti dell'hard italiano come Lisa Torrisi, Pamela Lolli e "La Miki", una interessante new entry meneghina, ospiterà anche alcuni scultori erotici che realizzeranno apposite creazione.

PATRIZIA DADDARIO

Con più di 80 artisti, una enorme area per i live show, ben undici palchi, e apposite aree dedicate al mondo gay, ai lap dance ed all'universo del BDSM, l'Eros Porto 2014 si candida ad essere una delle fiere meglio organizzate e più riuscite quest'anno in Europa.

PATRIZIA DADDARIO

 

 


NEGLI USA VOGLIONO VIETARE IL COLPO DI TESTA NEL CALCIO: ‘DANNEGGIA IL CERVELLO’

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Da ‘La Stampa'

CHIEVO FIORENTINA

Gli Stati Uniti vogliono mettere al bando il colpo di testa, inteso come azione nel gioco del calcio, almeno per i bambini. Niente più zuccate al pallone, perché danneggiano il cervello. Il dibattito è agli inizi, ma si sta già facendo strada nei media. I sospetti esistevano da tempo, però nel 2012 è avvenuto l'episodio che ha avviato la campagna: la morte di Patrick Grange, un giocatore semiprofessionista di college, colpito a 29 anni dal Lou Gehrig's Disease.

GILARDINO

Secondo Ann McKee, la neuropatologa della Boston University che aveva esaminato il suo cervello dopo il decesso, non è certo che la malattia sia stata provocata dai colpi di testa, ma Grange li faceva molto spesso e aveva iniziato a praticarli quando aveva appena tre anni d'età. Finora l'attenzione si era concentrata soprattutto sui danni che i contrasti nel football generano nel cervello, ma ora si sta allargando anche al calcio. Soprattutto nel caso dei bambini, i medici sostengono che il loro fisico non è ancora abbastanza formato per sopportare tutte quelle botte ripetute. Le prove definitive sul piano scientifico ancora non esistono, ma i genitori iniziano a chiedere che il colpo di testa sia bandito.
(Paolo Mastrolilli)

 

 

 

UCRAINA MODELLO CECOSLOVACCHIA: RENZI FA ASSE CON LA MERKEL SULLA SOLUZIONE ‘FEDERALE’ ALLA CRISI

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Claudio Cerasa per ‘Il Foglio'

PUTIN COPRE LA MERKEL AL PARTY G AL PALAZZO COSTANTINO DI SAN PIETROBURGO

Due popoli e un nuovo confine. Federica Mogherini, ministro degli Esteri del governo Renzi, oggi pomeriggio arriverà alla Camera e spiegherà sia il succo dell'incontro avuto ieri con i ministri degli Esteri europei sia il senso della prudente posizione portata avanti in queste ore dall'esecutivo guidato dal segretario del Pd.

Al termine di una giornata complicata in cui l'esercito russo è arrivato oltre i confini della Crimea conquistando lo scalo portuale di Kerch e in cui i mercati internazionali hanno risentito del clima da cortina di ferro (Milano ha chiuso a -3,34 per cento, Mosca a -10,8 per cento), Mogherini ha ripetuto che l'Italia sta "provando a tenere aperta la strada del dialogo" e ha ribadito che la linea del governo è questa: condanna delle azioni russe, difesa dell'integrità del territorio ucraino e attivazione di tutti i canali utili a convincere Vladimir Putin a non spostare le sue pedine oltre la Crimea.

MEETING DI HANNOVER MERKEL E PUTIN

Il primo passo morbido dell'iniziativa diplomatica italiana è quello annunciato ieri in sintonia con i leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, il presidente della Commissione europea e il presidente del Consiglio europeo: la sospensione della partecipazione a qualsiasi attività associata alla preparazione del G8 di Sochi di giugno. Dietro la posizione ufficiale del governo si nasconde però una strategia più complessa in cui l'Italia, di Renzi e di Napolitano, ieri a colloquio per 45 minuti, sta provando a ritagliarsi un ruolo di mediazione, a fianco della Germania di Angela Merkel, tra gli attendismi tedeschi e gli interventismi americani.

A Palazzo Chigi c'è un pizzico di scetticismo rispetto alla possibilità che il potere di deterrenza esercitato dal nostro continente nei confronti della Russia possa produrre qualche risultato apprezzabile nel breve termine e sotto sotto anche lo strumento delle sanzioni non viene ritenuto uno strumento di per sé sufficiente a convincere la Russia a non proseguire nella sua escalation militare.

RENZI MOGHERINI FOTO LAPRESSE

Ma in mancanza di alternative valide il percorso studiato dal governo è questo: ribadire (carezza all'Ucraina) la propria condanna alla violazione dell'integrità territoriale, ribadire (carezza alla Russia) la contrarietà per i metodi adottati nella defenestrazione di un presidente eletto democraticamente (Viktor Yanukovich), affermare la propria ostilità rispetto a qualsiasi tentativo di risolvere la crisi per via militare e cercare, attivando ogni canale possibile, anche extra politico, di riportare la risoluzione dell'intreccio in ambito istituzionale, affidando la transizione a due organismi neutrali: l'Osce per il dossier politico e l'Fmi per il dossier economico.

OBAMA PUTIN

Sul piano politico la linea tedesca, condivisa dall'Italia (Renzi ha in agenda un bilaterale con Merkel il 17 marzo) e anche dalla segreteria di stato americana, è individuare una personalità internazionale che possa prendere in mano la situazione, "essere una garanzia per le limitazioni dei diritti non solo della popolazione ucraina ma anche della popolazione russa", e traghettare il paese verso un percorso che viene definito così da una fonte del governo: "Una soluzione federale". Dove per "federale" si intende questo: una divisione consensuale dell'Ucraina, modello Cecoslovacchia.

putin- obama

L'incontro chiave su cui stanno puntati gli occhi del governo, più di quello che avverrà domani tra il segretario di stato americano John Kerry e i ministri degli Esteri di Russia e Francia, Lavrov e Fabius (tema ufficiale il Libano), è in agenda giovedì: quando Sigmar Gabriel, vicecancelliere tedesco e ministro dell'Economia e soprattutto dell'Energia, sarà ricevuto per due giorni a Mosca per discutere della crisi Ucraina. Renzi osserverà con attenzione le trattative tedesche con la consapevolezza però che l'Italia nella crisi ucraina può giocare un solo ruolo, come negli anni Ottanta i governi pentapartito con il mondo arabo: interpreti credibili dell'Equivicinanza.

La linea del governo Leopolda è questa. Anche a costo di pensare, come la Germania, che l'unico modo per convincere Putin a fermare la sua avanzata ucraina sia riconoscere all'amico Vladimir la possibilità di dar vita a una nuova soluzione federale. Non proprio il suo sogno di federazione, ma in grado di garantire la convivenza tra due popoli.

giorgio napolitano e vladimir putin

 

renzi prova a stringere la mano a obama matteo renzi e angela merkel

FIORELLO INVESTE UN PEDONE, POLEMICHE SUL WEB: PERCHÈ LA RAI NON PARLA ANCHE DEL PEDONE FERITO?

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Rinaldo Frignani per ‘Il Corriere della Sera'

FIORELLO DOPO L INCIDENTE FOTO GMT IL TEMPO FIORELLO DOPO L INCIDENTE FOTO GMT IL TEMPO

«Venti punti? Più di quelli dell'Inter!». Dalla terapia intensiva del Policlinico Gemelli Rosario Fiorello, in uno sprazzo di buonumore alla fine di una mattinata drammatica, affida a Marco Baldini, amico e storico partner non solo radiofonico, la prima battuta dopo la grande paura. Lo showman non ha perso la voglia di scherzare, ma questa volta più per scacciare i brutti pensieri e la preoccupazione per chi si è fatto male con lui.

FIORELLO DOPO L INCIDENTE FOTO GMT IL TEMPO

La testa di Fiorello è avvolta da una spessa benda bianca: ieri mattina i medici gli hanno suturato la profonda ferita sulla fronte provocata forse dalla rottura del parabrezza del Vespone che stava guidando e che è poi volato per alcuni metri su via della Camilluccia dopo aver investito un pensionato - Mario Bartolozzi, 73 anni, ex ad di Ina Assitalia -, anche lui rimasto seriamente ferito: frattura del bacino, della gamba e della spalla destra.

FIORELLO DOPO L INCIDENTE FOTO GMT IL TEMPO

Sarà operato nei prossimi giorni mentre Fiorello, sottoposto a una Tac per un trauma cranico, già oggi potrebbe essere trasferito in un reparto di degenza dopo una giornata trascorsa in osservazione a scopo precauzionale. Erano entrati al pronto soccorso in codice verde, ma poi i medici hanno preferito passare al codice rosso per le condizioni dei feriti: Fiorello, in particolare - che indossava il casco e nell'impatto ha perso la visiera -, non ricordava cosa fosse successo.

Se n'è forse reso conto con il passare delle ore perché la ricostruzione dell'incidente non è rimasta soltanto nelle testimonianze e sul verbale dei vigili urbani. È finita in un attimo sulla Rete, su Twitter e su Facebook - dove «Fiore» ha oltre un milione e mezzo di contatti - , mischiata fra le migliaia di messaggi di auguri dei fan dell'artista e le polemiche sul fatto che in pochi - almeno fino a tarda sera - si sono preoccupati per le condizioni del settantenne.

LA VESPA DI FIORELLO DOPO L INCIDENTE

Accuse, critiche, battibecchi online. Come quello innescato su Facebook da tale «Beatrice» per la quale è «un onore essere investiti da Fiorello, una fortuna nella sfortuna. L'importante è essere ancora vivi, nonostante l'errore», e che per questo è stata rimproverata da altri navigatori.

Su Twitter, oltre a quelli di alcuni cantanti (come Giorgia, Marco Carta e Alessandra Amoroso) e di vari personaggi dello spettacolo, un'altra valanga di messaggi. Ma c'è stato anche chi se l'è presa con la Rai per aver inviato un tweet «Preoccupazione per Fiorello» senza parlare del pensionato investito.

FIORELLO DOPO L INCIDENTE FOTO GMT IL TEMPO

Accuse analoghe anche ad alcune trasmissioni che hanno trattato l'argomento. Proprio lo showman aveva twittato il suo primo messaggio all'alba, prima di aprire l'Edicola Fiore, con «Buongiorno!!! Non so nulla Milan? Juve? Sorrentino? OSCAr? Renzi? ...». Poi più nulla. E questo ha fatto preoccupare molti dei suoi follower.

L'incidente sulla Camilluccia è avvenuto alle 9.20, al ritorno dalla registrazione della trasmissione. Fiorello non ha mai perso conoscenza, come anche Bartolozzi. Al Gemelli sono accorsi la moglie Susanna Biondo, le figlie, e poi, oltre ai fratelli Beppe e Catena - e a Baldini - anche Pippo Baudo e Amadeus. Una schiera di fotografi ha invaso il tunnel d'ingresso al pronto soccorso, presidiandolo per ore, mentre davanti a loro continuava come ogni giorno il viavai di pazienti su ambulanze e auto private. E fra loro molti ragazzi caduti con lo scooter.

FIORELLO DOPO L INCIDENTE FOTO GMT IL TEMPO LA VESPA DI FIORELLO DOPO L INCIDENTE

Vista la dinamica dell'incidente, anche per i vigili intervenuti alla Camilluccia è un mezzo miracolo che non sia andata peggio: «Mio padre attraversava la strada sulle strisce, c'erano le auto incolonnate, era quasi arrivato sul marciapiede per andare a fare fisioterapia per tenersi in forma, come ogni lunedì mattina - conferma la figlia di Bartolozzi, Laura -. La cognata di Rosario mi ha detto che Fiorello stava superando i veicoli sulla destra e per questo non l'ha visto. Non ce l'abbiamo con lui per quello che è successo - aggiunge -: pensate che nei vari spostamenti fra un reparto all'altro chiedeva con un filo di voce come stesse la persona che aveva investito. Fiorello è stato gentile e civile».

FIORELLO FA LE CORNA DAVANTI ALLA SUA VESPA

 

FIORELLO IN VESPA

IL CICLONE RENZI HA IN CALDO LA GUIDA DI ENI O ENEL PER L’AD DI LUXOTTICA, ANDREA GUERRA

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DAGOREPORT

I riflettori su di sé li ha accesi Andrea Guerra, due settimane fa, quando ha incontrato a Firenze l'amico Matteo Renzi e ha rifiutato un posto da ministro. Da quel giorno, l'amministratore delegato di Luxottica, è in pole position per una poltrona di vertice in quel che resta dello Stato padrone, a cominciare da Eni ed Enel.

GUERRA img

Guerra, milanese, 49 anni, è un renziano della prima ora e ha sponsorizzato i meeting della "Rottamazione" della Leopolda. Sotto la guida sicura - e autoritaria - di Leonardo Del Vecchio, fa l'amministratore delegato di Luxottica dal 2004 e ha ottenuto risultati più che buoni.

MATTEO RENZI

Il gruppo veneto, leader mondiale degli occhiali, fattura ormai oltre sette miliardi di euro. Una montagna di denaro che però quasi sparisce al confronto dei flussi di cassa di Eni, dove una cifra del genere è l'utile operativo di un anno neanche dei migliori, o di Enel, dove sette miliardi li fatturano in un mese.

Paolo Scaroni and Vladimir Putin April jpeg

Sono confronti che non devono sembrare irrispettosi, perché sulla ricerca dei prossimi vertici delle principali controllate sono al lavoro da diverse settimane, per conto del Tesoro, una serie di cacciatori di teste. E tra le prime cose che si guardano sono i numeri. Anche se poi la politica, e Renzi più di tutti per natura, sono ovviamente liberi di fare di testa propria.

E i rumors dilagano nei palazzi romani. C'è chi afferma che il premier, in ogni caso, vorrebbe sostituire Paolo Scaroni con Andrea Guerra e il manager avrebbe già chiesto il via libera a Silvio Berlusconi, che con Renzi ha stretto patti ben più ampi di quanto comunicato ai fotografi.

Sulla risposta ottenuta, poi, circolano due versioni di segno diverso. Secondo la prima, il Cavaliere avrebbe offerto il lasciapassare, con l'ovvia garanzia che la pubblicità del Cane a sei zampe sia sempre generosa con le reti Mediaset. Ma c'è anche chi sostiene che Berlusconi per ora starebbe ancora difendendo la poltrona di Scaroni. Di tutto, di più.

GUERRA img

Altro criterio che pesa sulle prossime nomine è quello della specializzazione. Il business energetico, come e più di tanti altri, ha una sua peculiarità e non è un caso che gruppi come il Cane a sei zampe da sempre si formino i manager in casa. Amministratori anche brillanti come Vittorio Colao, ad di Vodafone assai stimato dal premier, non è detto che possano facilmente portare la propria eccellente esperienza commerciale su prodotti e servizi di largo consumo nel mondo del petrolio e del gas.

Aggiungere infine che la crisi ucraina ha reso ancor più complesso il defenestramento di Scaroni, da sempre in ottimi rapporti con Putin (e la cautela della Merkel è una spia dell'importanza dei rapporti d'affari con il regime putiniano).

berlusconi scaroni della valle

E sempre nell'ottica del mercato e dei grandi fondi d'investimento esteri - che sono presenti in forze nel capitale dei nostri colossi dell'energia - anche l'esperienza ai vertici di un grosso gruppo quotato in Borsa è un criterio decisivo per la scelta del capo azienda.

Caratteristica che manca, per esempio, a un altro nome sul tavolo di Renzie come quello di Antonio Gubitosi, direttore generale della Rai desideroso di nuove esperienze.

In ogni caso, la partita sulle nomine pubbliche è appena cominciata. Entro metà aprile l'azionista Tesoro dovrà indicare i propri nomi da mettere in lista per le assemblee di bilancio e sarà possibile apprezzare il grado di innovazione del primo governo Renzi. Non sarà facile scalzare personaggi di peso come Paolo Scaroni e Fulvio Conti, nominati dal centrodestra con il rito lettiano e ai vertici ormai da oltre un decennio.

LUIGI GUBITOSI IN VERSIONE BLUES BROTHER ALLA FESTA DI DESIREE COLAPIETRO FOTO DA IL MESSAGGERO

E se Conti ha sempre scelto un profilo politicamente prudentissimo, Scaroni è invece stato assai vicino a Berlusconi, salvo lodare pubblicamente la spinta al cambiamento che oggi arriva dal sindaco fiorentino.

COLAO

Nelle sue trattative con Berlusconi, il premier si sarebbe sostanzialmente tenuto le mani libere e starebbe appunto pensando a nomi di "rottura" e di immagine come Guerra e Colao. Dal fronte berlusconiano però raccontano una storia parzialmente diversa e fanno capire che invece un qualche accordo sulle nomine ci sarebbe eccome.

Ma il fatto che anche il patto sulla legge elettorale vacilli pericolosamente sotto i colpi degli alfanoidi fa temere che Renzie, all'atto pratico, possa dimostrarsi un giocatore inaffidabile.

RENZI E PADOAN

In ogni caso, a pesare sulle prossime nomine sarà anche il ruolo - assolutamente informale - dei grandi fondi d'investimento e la capacità del ministro Padoan di combattere fino in fondo con Palazzo Chigi per "tutelare il più possibile il valore delle partecipazioni". Una formula che si ripete parecchio nei corridoi di via XX Settembre e si traduce più prosaicamente con un "niente lottizzazioni all'arma bianca".

 

DOPPIO PROCESSO PER DON SALVATORE, ACCUSATO DI CORRUZIONE E AGGIOTAGGIO SU PREMAFIN...

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Angelo Mincuzzi per ‘Il Sole 24 Ore'

La procura di Milano vuole un doppio processo per Salvatore Ligresti. Il sostituto procuratore della Repubblica Luigi Orsi ha chiesto infatti il rinvio a giudizio del costruttore siciliano al termine delle indagini su due dei numerosi filoni d'inchiesta aperti da oltre due anni. L'ingegnere di Paternò è accusato di due distinti reati: corruzione e di aggiotaggio.

ligresti salvatore

Nel primo filone d'inchiesta, accanto all'ex patron di Fondiaria-Sai, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio anche dell'ex presidente dell'Isvap, Giancarlo Giannini, accusato di corruzione in concorso con Ligresti e di calunnia nei confronti dello stesso costruttore. Secondo Orsi, infatti, l'ex presidente dell'Authority di vigilanza sulle assicurazioni avrebbe omesso qualsiasi controllo nei confronti di Fonsai dal 2002 all'agosto 2010. Solo nell'ottobre di tre anni fa, in base a quanto scrive la procura nel capo di imputazione, Giannini dispose «in modo tardivo e inefficace» un'ispezione nella società di Ligresti. Controllo, peraltro, rallentato e ostacolato dallo stesso Giannini.

PAOLO BERLUSCONI SALVATORE LIGRESTI IGNAZIO LA RUSSA

L'ex presidente dell'Isvap avrebbe tenuto un comportamento «contrario ai doveri d'ufficio» in cambio della promessa da parte di Ligresti di ottenere l'incarico di presidente dell'Antitrust. Secondo quanto hanno accertato le indagini, il costruttore di Paternò intervenne sull'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per caldeggiare la nomina di Giannini al vertice dell'Authority sui mercati, ma le pressioni non andarono a buon fine anche perché dopo pochi mesi Berlusconi fu costretto a dimettersi per lasciare il posto a Mario Monti.

Domenico Orsini Luigi Ficacci Anna Coliva e Carlo Giovannelli

Nell'altro filone d'inchiesta, Ligresti è accusato di aggiotaggio sulle azioni Premafin (la holding attraverso la quale la famiglia Ligresti controllava Fonsai) insieme all'uomo d'affari monegasco Giancarlo De Filippo e al fiduciario Niccolò Lucchini. Secondo Orsi, i tre avrebbero manipolato il valore di Borsa del titolo Premafin tra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre 2010.

GIANCARLO GIANNINI

Le operazioni di acquisto e di vendita dei titoli sarebbero state realizzate attraverso due trust domiciliati alle Bahamas (il The Ever Green Security Trust e il The Heritage Trust), che controllavano circa il 20% del capitale di Premafin. De Filippo era il trustee del fondo Heritage e l'asset manager dell'Ever Green Security Trust. Dietro ai due trust, secondo quanto accertato dalla Consob, si celava Salvatore Ligresti. Le operazioni furono attuate da Niccolò Lucchini.

LIGRESTI CON LE FIGLIE

Obiettivo della manipolazione del titolo sarebbe stato, secondo la procura, quello di sostenere le quotazioni Premafin a beneficio di due società dei Ligresti poi fallite, e cioé Imco e Sinergia, che avevano dato in pegno alle banche le azioni della holding in loro possesso. Una svalutazione dei titoli Premafin avrebbe infatti costretto le due società a fornire garanzie aggiuntive alle banche. Il gup Alessandra Clemente ha fissato l'udienza preliminare per il 21 marzo.

FAMIGLIA LIGRESTI

 

POVERO LEO! SUL WEB SPUNTANO PARODIE PER L’OSCAR PERDUTO E VARIE TEORIE ANTICAPRIOISTE

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1. da www.businessinsider.com - Leonardo DiCaprio non ha vinto l'Oscar e il mondo s'interroga sul perché, mentre i social media optano per la parodia della sua cocente sconfitta: allora si modifica la locandina di "Prova a prendermi", dove lui rincorre la statuetta, viene postata la scena di "The Wolf Of Wall Street" dove impara l'arte della truffa da Matthew McConaughey, che gli ha soffiato l'Oscar per "Dallas Buyers Club" e via sbeffeggiando.

Tutte le lacrime di Leo

2. da www.independent.co.uk - Sempre testimone e mai sposo. Quando alla cerimonia degli Oscar è stato fatto il nome di Matthew McConaughey, Twitter si è lanciato all'unanimità in un "povero Leo!" con l'hashtag #PoorLeo.
Si è addirittura parlato di una cospirazione contro di lui. Il "Los Angeles Times" scrive a sua difesa che non ha bisogno di una statuina per essere riconosciuto come un grande attore. Intanto la parodia impazza e spunta una foto di un sosia dell'attore fra i disordini in Ucraina con la scritta: "Dopo la delusione degli Oscar, Leo sfoga la sua rabbia altrove"

3. da www.telegraph.co.uk - Internet s'infiamma per "il povero Leo!". La notte degli Oscar segnava il ventesimo anniversario dalla prima nomination di DiCaprio e anche la quarta volta che se ne andava a mani vuote. E' una delle inspiegabili manie dell'ecosistema della premiazione, uno strano fenomeno naturale, come il plancton bioluminescente.

A guardare la lista di buche che gli sono state date negli anni, c'è da cominciare a prenderla sul personale. Nel 1994 è candidato come migliore attore protagonista per "Buon compleanno Mister Grape" e viene battuto da Tommy Lee Jones, nel 2005 è candidato per "The Aviator" e viene battuto da Jamie Fox, nel 2007 è candidato per "Blood Diamond" e viene battuto da Forest Whitaker.

Parodia di Prova a prendermi

Quest'anno gli hanno soffiato l'Oscar per "Wolf Of Wall Street" dove ha interpretato magistralmente il lupo della finanza Jordan Belfort. Forse troppo magistralmente. Forse chi ha votato agli Oscar voleva vedere punito quello squalo che in parte l'ha fatta franca, voleva dare il giusto castigo a un tipo spavaldo che oggi fa il comunicatore di successo.

Ma non perdiamo le speranze: Paul Newman, che come DiCaprio è bello, gradevole, versatile e carismatico, fu nominato sette volte fra il 1959 e il 1983, senza mai salire sul podio. Poi vinse con "Il Colore dei soldi". Al Pacino dovette aspettare vent'anni e 7 nomination per vincere nel 1993 con "Profumo di donna". Da "Buon Compleanno Mister Grape" abbiamo visto crescere Leo in maniera esponenziale, forse al punto che lo diamo per scontato, al punto che guardiamo il "Grande Gatsby" o "Django Unchained" e non ci viene da pensare: «Ok, è lui che merita l'Oscar».

Leo respinto dalla statuina

Forse dovrà tentare la carta della trasformazione come il McConaughey di "Dallas Buyers Club" o il Robert De Niro di "Toro scatenato" e l'età gli fornirà quelle sfumature espressive che oggi non gli vengono riconosciute. Gli Oscar hanno memoria lunga e un debole per consegnare la statuetta alla carriera. Arriverà il suo momento.

4. www.lefigaro.fr - Leo DiCaprio ha recitato in oltre cinquanta film ed è stato diretto dai migliori registi. Dopo la 86sima cerimonia degli Oscar, finita a mani vuote, la domanda sorge spontanea: perché non gli danno l'Oscar?

Quando ci si ricorda che lo hanno ricevuto Gwyneth Paltrow e Russell Crowe, allora si comincia a credere in un complotto "anticaprioista". Perché? Dovrebbe forse lasciare la madre a casa e farsi accompagnare da qualcuno che gli porta più fortuna? Oppure l'Accademia teme che, se conquistasse la statuetta, inizierebbe a sproloquiare sul riscaldamento globale, sulla necessità di salvare gli oceani, per poi andarsene via in limousine con la modella di turno?

Leo piange per la mancata statutina nei Simpsons

Forse la verità è che l'Accademia ci vede lungo. I suoi membri hanno una strategia a lungo termine: gli tolgono tutto quel che si merita, per poi dargli un Oscar alla carriera. Una sola statuetta che ne rappresenta tante altre. E un solo discorso da sopportare.

Dicaprio con Matthew Mcconaughey

 

 

L’OSCAR AL SENSO DI COLPA: COL PREMIO A “12 ANNI SCHIAVO” L’AMERICA SI DEPURA DELLA SCHIAVITÙ

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1. L'OSCAR CIVILE - PREMIO CONTRO IL RAZZISMO A "12 ANNI SCHIAVO", CONTRO L'AIDS A "DALLAS BUYERS CLUB"
Lorenzo Soria per "la Stampa"

Era ora che tornasse a vincere un film italiano, devono avere pensato i membri della Academy catturati dalle immagini del film di Paolo Sorrentino. Soprattutto, devono avere risposto allo slogan adottato dalla Fox Searchlight per promuovere 12 anni schiavo: «It's time». Era ora, voleva essere il non troppo sottile messaggio dello studio, che Hollywood riconoscesse la macchia forse più ignobile della storia americana, i milioni di africani deportati con la forza e costretti in schiavitù.

nominati agli oscar duemilaquattordicidodici anni schiavo vince come miglior film

Una storia che il cinema sinora aveva raccontato con toni caricaturali, con favole tipo La capanna dello zio Tom, come uno spaghetti western col Django di Quentin Tarantino. Ma poi e' arrivato 12 anni schiavo, dal titolo del libro in cui Solomon Northup, un afro-americano libero, racconta il suo orrore di ritrovarsi venduto e costretto alla schiavitù in una piantagione della Louisiana per appunto 12 anni.

Lupita Nyongo in Dodici Anni Schiavo

Un film intenso, viscerale, crudo, che molti non hanno retto e nel quale altri hanno invece visto una conferma dell'impeccabile eleganza stilistica e narrativa di Steve McQueen, arrivato al cinema dopo una ventina di anni nel mondo della visual art. E la Academy ha appunto risposto, anche perchè, come ha sottolineato scherzando ma non troppo la presentatrice Ellen Degeneres, all'inizio della cerimonia i giurati avevano di fronte due scenari. «Possibilità numero 1: 12 anni schiavo vince come miglior film. Possibilità numero 2: siete tutti razzisti».

steve mcqueen con il cast di dodici anni schiavo

Tra i nove concorrenti al premio più ambito, quello di «Best film», si sapeva che ce n'erano due che avrebbero potuto ostacolare la marcia, artistica e storica, di12 anni schiavo. Uno era American Hustle, il grande sconfitto della serata: dieci nominations e zero statuette. L'altro era Gravity, un film in 3D che ha incassato 700 milioni di dollari e che ha invece lasciato il Dolby Theater domenica notte con sette Oscar, contro i tre per 12 anni. Ha vinto per la colonna sonora, ha raccattato tutto quello che c'era da prendere nelle categorie tecniche, dal suono, agli effetti speciali. E poi stata la miglior regia, andata al molto ammirato regista messicano Alfonso Cuaron.

La diversità e la tolleranza sono stata anzi il tema portante della serata, che ha visto premiati gli attori di Dallas Buyers Club: Matthew McConaughey nella parte di un texano omofobico che scopre di avere l'Aids e diventa un attivista e Jared Leto in quella di un travestito. Cate Blanchett è invece la migliore attrice per Blue Jasmine, nonostante l'invito di Dylan Farrow al boicottaggio del film perchè suo padre Woody Allen l'avrebbe abusata quando era piccola, un'accusa respinta con veemenza.

Steve McQueen regista di dodici anni schiavo

La Blanchett ha voluto anzi ringraziare Allen e sottolineare che aveva fatto un film centrato su donne. Ma l'Oscar per il discorso di accettazione più commovente lo ha fatto Lupita Nyong'o, non protagonista in 12 anni schiavo, che ha voluto sottolineare l'ironia che «così tanta gioia venga da così tanto dolore». «I morti ci guardano», ha aggiunto. E per un attimo è sembrato vero.

Nonostante solo tre statuette contro le sette per Gravity ,con la vittoria di ieri notte il film destinato ad entrare nella storia del cinema è 12 anni schiavo. Corregge un torto storico. Ed è stata una soddisfazione personale anche per Brad Pitt, produttore esecutivo del film. Trascinato prima dalla Degeneres in una gag sulle pizze trascinatasi un po' troppo a lungo e poi in un foto di gruppo con Julia Roberts, Meryl Streep e Bradley Cooper che ha mandato in tilt Twitter per i milioni di condivisioni, è stato anzi il primo a prendere la parola, seguito da McQueen che ha detto che senza l'intervento di Pitt il film non sarebbe stato possibile.

dallas buyers club best supporting actor winner jared leto also brought his beautiful mother and brother

E che ha voluto dedicare l'Oscar a tutti quelli che hanno sofferto la schiavitù e ai 21 milioni di individui che ancora oggi hanno la schiavitù come loro condizione di vita quotidiana. «Tutti meritano non solo di sopravvivere ma di vivere», ha detto il primo regista di colore in 86 anni di Oscar a vincere per il miglior film. E così Hollywood ha potuto provare al mondo che non è solo una macchina che mira a produrre dollari, ma anche un agente del Bene. Per una notte l'anno, almeno.


2. LA TV PUBBLICA RUSSA CANCELLA LE PAROLE DI JARED LETO SULLA CRISI UCRAINA NELLA NOTTE DEGLI OSCAR
Da www.corriere.it

The Dallas Buyers Club Jared Leto Image

Il principale canale televisivo statale russo, Pervi Kanal (Primo Canale), aveva deciso di non trasmettere in diretta la cerimonia di consegna delle statuette degli Oscar, programmando la messa in onda di una registrazione per il martedì successivo. Un portavoce della tv aveva affermato che: «in conseguenza delle notizie che si susseguono sulla crisi tra Ucraina e Russia, Primo canale ha deciso che trasmettere l'intera cerimonia degli Academy Awards sarebbe stato inappropriato. Da qui la decisone di tagliuzzare la lunga maratona hollywoodiana, proponendone una versione-spezzatino. Ebbene, in questa versione della cerimonia, la tv russa si è dimenticata di mandare in onda il discorso di Jared Leto.

A TUTTI I SOGNATORI - Leto è stato l'unico dal palco ad aver fatto riferimento alla crisi ucraina (nonostante sui social fosse stato lanciato un appello a fare riferimento alle situazioni internazionali più critiche). Nel ritirare il premio come miglior attore non protagonista per Dallas Buyers Club, l'artista americano si era rivolto con parole di solidarietà a «tutti i sognatori nel mondo, a tutte le persone che stanno guardando questa cerimonia nel mondo, in particolare dall' Ucraina e dal Venezuela. Vi voglio dire che sosteniamo la vostra lotta per rendere possibile l'impossibile. Pensiamo a voi stanotte». A quanto ha denunciato il canale indipendente Dozhd (Pioggia), il telespettatore russo non ha però potuto vedere questa parte della serata.

 

 

Lupita intrusa nella foto di Jared Leto matthew mcconaughey lupita nyong o e jared leto

NICOLE MINETTI E LA TRESCA CON IL FIGLIO DI GIGI D’ALESSIO - RUBY VA A VIVERE IN MESSICO

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Da "Chi"

1 - D'ALESSIO JR FREQUENTA NICOLE
Claudio D'Alessio, figlio di Gigi, dopo aver troncato la storia con Cristina Buccino, ora frequenta Nicole Minetti rientrata in Italia, dopo nove mesi di vacanze tra Ibiza, New York e Miami. Sarà amore vero?

NICOLE MINETTI

2 - RUBY SI FA LA CASA IN MESSICO
Che fine ha fatto Ruby Rubacuori, vero nome Karima El Mahroug? La giovane magrebina si trova a Playa del Carmen, in Messico, con il compagno Luca Risso e la figlia Sofia Aida, dove sta controllando la fine dei lavori della casa (su due piani) che ha acquistato, a pochi passi dal mare, e dove, presto, si trasferirà a vivere definitivamente.

NICOLE MINETTI

3 - LAURA DICE NO AL MILIONARIO
Laura Barriales ha detto no! La modella spagnola ha rifiutato la proposta che le avrebbe cambiato la vita, ovvero sposare il magnate turco, e ormai suo ex fidanzato, Ali Baran Suzer, figlio di una ricchissima famiglia di imprenditori e amministratore delegato di una grande società di costruzioni.

4 - STILISTI D'ARGENT...ERO
«Un'avventura difficile, ma edificante. Abbiamo dato vita a un sogno e ora siamo pronti a viverlo». Parola di Luca Argentero versione imprenditore. L'attore, insieme con la moglie Myriam Catania ha creato, nonostante qualche battibecco, la linea di moda Mia D'Arco, che debutterà in autunno.

Ruby rubacuori

5 - LO SLOGAN DI SUPERMARIO
"Lotterò. L'otterrò. Lo terrò". In queste tre parole è contenuto lo slogan di Mario Balotelli, che ha scritto ben in evidenza sul suo telefonino e che sta pensando di tatuarsi sulla pelle.

6 - ROCIO, DA BOVA A TERENCE HILL
C'era da aspettarselo prima o poi... Rocio Muñoz Morales, la nuova compagna di Raoul Bova, debutta in Italia come attrice: per lei è pronto in Rai un posto nella fiction Un passo dal cielo, dodici puntate con Terence Hill. Ma ciò che stupisce è che per far posto a Rocio è stata stravolta la sceneggiatura. Inizialmente il ruolo prevedeva una ragazza bionda con accento milanese ed era stato assegnato ad un'altra attrice, dopo un provino, che, però, all'ultimo momento è stata spazzata via dalla fidanzata di Bova.

Raul Bova Sindrome Moccia

7 - ELIO AL POSTO DI LINUS
Chi prenderà il posto de Il grande cocomero, la trasmissione di Linus su Raidue? Sarà Elio (di Elio e le storie tese) con il Musichione.

8 - ITALIA UNO CAMBIA VESTE
Cambia il pomeriggio di Italia Uno. Alle 15 Paolo Ruffini presenta Very Normal Basta con le candid camera di persone non più giovanissime. Poi è il turno di Urban Life con il rapper Moreno, che, seduto su una gru, guarda Milano dall'alto e lancia i video più curiosi del web. Infine arriva Belen Rodriguez con Come tu mi vuoi (per 52 puntate), programma basato sul format americano Plain Jane. Belen avrà il compito di ricostruire da zero l'immagine a una giovane ragazza insicura, che si vede un po' bruttina.

raffaella fico mario balotelli x

9 - MATRIMONIO A TINTE BIANCONERE
Giorgio Chiellini, difensore centrale della Juventus e della Nazionale, ha deciso la data delle sue nozze. L'appuntamento all'altare tra il difensore e la fidanzata Carolina è il 18 luglio, a Livorno, subito dopo i Mondiali di calcio.

10 - POLITICALLY (S)CORRECT
di Giulia Cerasoli

PER LA GIANNINI
Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini adora i pizzi e le pizzette. Infatti, dopo aver sfoggiato un abito nero con fascia laterale di pizzo al Quirinale, ha poi indossato una maglietta nera con profilo di pizzo. Questo vezzo glamour viene però stemperato dalla totale frugalità del suo pranzo al bar Ciampini, a base di pizzette e tramezzini.

Elio e le Storie Tese

LA RAVETTO FREDDATA
Laura Ravetto ride di cuore con colleghi e giornalisti in una pausa di lavoro, ma viene freddata da un sms del fidanzato deputato Pd Dario Ginefra: «Amore, una risata più discreta?».

GIORGIO CHIELLINI SOTTO LA STATUA DEL CRISTO A RIO DE JANEIRO FOTO LAPRESSE

IL CLUB DELLE MAMME
Le donne di Forza Italia hanno fondato un club: "Mamme per la libertà". Promosso da Francesca Crispino (29 anni e un bimbo di 5 mesi), ha l'obiettivo di aiutare le mamme che incontrano difficoltà nel conciliare famiglia e lavoro. Le proposte verranno confrontate con le legislazioni europee.

 

 

 

 

FRIEDMAN: “SU MONTI HO SCRITTO COSE VERE CHE TUTTI SAPEVANO MA CHE NESSUNO PUBBLICAVA”

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Marco Cobianchi per "Panorama"

MASSIMO D ALEMA INTERVISTATO DA ALAN FRIEDMAN

Iniziamo male. Sarà l'ora, sarà la tensione, sarà che è il giornalista più odiato dai giornalisti, ma quando Alan Friedman risponde al telefono non lo fa con l'aplomb che uno si aspetterebbe. Sarà che da quando ha rivelato che nel giugno del 2011 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano già stava sondando la disponibilità di Mario Monti a sostituire Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, è stato aggredito al grido: «Lo sapevano tutti». Poi si calma...

Non ti preoccupare, Alan, so che hai un cattivo carattere.

Non credo di avere un cattivo carattere, è che alle 19 devo andare da Al Jazeera. Volevo avvertirti che l'intervista è iniziata. Facciamo così: io registro te e tu registri me. Ok?

ALAN FRIEDMAN

Perfetto (quando si dice la fiducia).

È che da quando ho rivelato il mio scoop ne ho viste di tutti i colori.

In effetti i giornalisti italiani non ti sopportano.

Non lo so, non credo, ma dovrei fare un sondaggio. Però ho tantissima stima per i giornalisti italiani, e ho simpatia per chi si può sentire un po' frustrato. In base a una regola non scritta del giornalismo italiano, alcuni segreti di Pulcinella, per motivi che non capisco sono conosciuti da dozzine di giornalisti o uomini di Palazzo, ma vengono riportati parzialmente o come voci o come rumors. Io quello che ho saputo l'ho scritto e l'ho dimostrato. Una mia collaboratrice mi ha detto che in italiano esiste un'espressione che definisce tutto questo: rosicare.

Comunque pare che le tue rivelazioni non siano ancora finite.

Infatti. È vero. Ho intervistato, audio e video, cinque ex primi ministri, Massimo D'Alema, Silvio Berlusconi, Romano Prodi, Mario Monti e Giuliano Amato, nello stile... hai presente David Frost con Richard Nixon? Come no? Bene, alcuni di loro danno dei retroscena, altri vere e proprie rivelazioni. Per esempio sul voto del 19 aprile 2013.

rn27 alan friedman egon furstenberg

Oh, Madonna... quando Napolitano è stato eletto presidente della Repubblica per la seconda volta. E cosa aspetti a mandarle in onda?

Lo avrei già fatto, ma in questi giorni sono stato un po' impegnato. Appena ho un po' di tempo...

Giuliano Ferrara ha definito il tuo giornalismo «giornalismo coloniale».

Quando scrivevo per lui diceva che ero uno dei più bravi giornalisti che avesse mai conosciuto.

MASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONI

Il «Fatto» ti ha attaccato per i tuoi programmi sulla Malesia mandati in onda dalla Bbc e prodotti da una società della quale eri presidente e che aveva tra i suoi clienti proprio la Malesia.

Ora la società non c'è più, è chiusa perché ho preferito tornare a fare il giornalista: mi annoiavo a fare il produttore televisivo. In quegli anni la Bbc faceva un programma suo che si chiamava Country Direct che si finanziava con la pubblicità turistica di quel paese. Io chiamerei questi servizi dei «publiredazionali ».

Quando il loro ispettorato interno ha indagato sulla qualità dei programmi, hanno scoperto che i programmi della Bbc erano finanziati dall'Onu e dalle grandi multinazionali e uno dei capi della Bbc è stato addirittura licenziato. Hanno indagato anche i nostri programmi e hanno scritto che una società che produce programmi editoriali e ha anche un dipartimento che raccoglie pubblicità, potrebbe dare l'impressione di un conflitto d'interessi, ma i programmi prodotti dalla società sono stati giudicati «imparziali ed equilibrati». Quindi io sono grato all'articolo del Fatto.

prodi dalema 2006 lap

Il tuo vero peccato originale è che nel 2001 hai fatto «Mister Euro», programma Rai per convincere gli italiani che l'euro era una specie di manna. Sei pentito?

Per niente. E anche oggi, che non esiste più la possibilità di svalutare la moneta, se noi uscissimo dall'euro, lo spread con i titoli tedeschi salirebbe a mille, duemila punti. E questa è l'economia, bellezza.

Mario Monti e Silvio Berlusconi e prodi l medium

Perché dici «noi»? Tu sei americano.

Ma a questo Paese devo molto, mi ha insegnato molto e lo amo molto e quando scrivo dell'Italia sono incazzato come un italiano.

Sì, ma i nostri politici ce li critichiamo noi. Non ci va che sia un americano a farlo.

Io non sono uno di quegli arroganti che vogliono insegnarvi come dovete vivere. Quello che penso è che in Italia ci sono milioni di piccoli imprenditori che rappresentano la spina dorsale di questa economia, che sono bravissimi e io ho imparato ad apprezzarli, ma sono sfruttati dai politici e penso che sia ora di cambiare. Come ho già detto, questa è l'ultima chance.

Mario Monti e Giuliano Amato

Il problema è Angela Merkel. O no?

È arrivato il momento di dire ai tedeschi: basta! Matteo Renzi deve assolutamente tentare di rinegoziare i vincoli di Maastricht dopo avere, però, riformato il mercato del lavoro, fatto una piccola patrimoniale, assicurato un minimo vitale a tutti, tagliato le pensioni a chi non ha versato i contributi e abolito la cassa integrazione in deroga. Poi può andare dalla Merkel.

la7 00 monti ferrara palombelli

 

MATTEO RENZI CON LA MOGLIE AGNESE

COLORI, PITONI E CANNABIS - INDIA E NEPAL CELEBRANO IL FESTIVAL MAHA SHIVARATRI

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da www.dailymail.co.uk

video www.dailymail.co.uk/femail/article-2570351/Revellers-streets-India-Nepal-dressed-deities-Shiva-Parvati-one-colourful-celebrations-year.html

Sono dodici i festival che festeggiano il dio Shiva La processione Shivatri a Allahbad


Maha Shivaratri è uno dei dodici festival Hindu dedicato a Shiva, dio della morte e della distruzione. Le più famose celebrazioni si tengono in India e in Nepal, dove i devoti si travestono da Shiva e dalla sua consorte Parvati.

Il Maha Shivaratri dura due giorni e celebra il matrimonio fra Shiva e Parvati attraverso la danza cosmica chiamata "Tavata". Il festival cade nella notte che precede il giorno di luna nuova, tra febbraio e marzo. I devoti digiunano per l'intero giorno e vegliano durante la notte, alcuni domano pitoni, molti si dipingono il volto con simboli sacri, gli aghori azzannano ossa umane, i santoni guidano il popolo in processione, attraverso canti mantrici e fumano cannabis che li aiuta per la meditazione.

Il festival Maha Shivaratri

 

 

In Nepal i santoni fumano cannabis Il festival dura due giorni

ALLA FIERA DELLA VANITA’! AL PARTY DELL’OSCAR ARRIVANO TUTTI, DA LADY GAGA A DE NIRO

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da www.vanityfair.com

Vanity Fair organizza il famoso party degli Oscar, quest'anno chiudendo anche una partnership con Instagram. In uno spazio dedicato il fotografo Mark Seliger ha ritratto gli attori in posa, all'interno dello spazio sul Sunset Boulevard sono stati invece immortalati gli ospiti man mano che arrivavano. Una vagonata di vip, fra vincitori e vinti, cantanti, modelle.
E così si sono aggiunti alla festa Elton John e Lady Gaga (sempre in compagnia di Donatella Versace), Robert De Niro e Jane Fonda, Haidi Klum e Irina Shayk e tanti altri prezzemolini tirati a nuovo per l'occasione.

Sasha Baron Cohen intrattiene gli ospiti Steven Tyler e JAred Leto

 

Spike Lee con Bill Murray e Rosario Dawson

LA FEBBRE DELLE NOMINE - NAPOLITANO HA RICEVUTO AD ENEL FULVIO CONTI

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(ASCA) - ''Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto questa mattina al Quirinale l'Amministratore Delegato e Direttore Generale dell'ENEL, Fulvio Conti''. Lo rende noto il Quirinale in un comunicato.

Fulvio Conti e Paolo Scaroniimage napolitano renzi

GENTILE SE NE VA MA ALLORA PERCHÉ NON SI DIMETTONO ANCHE I SOTTOSEGRETARI DEM INDAGATI?

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Enrico Paoli per "Libero quotidiano"

Si fa presto a dire Matteo Renzi il «rottamatore», «l'innovatore», «l'uomo del futuro», se il presente sembra uguale al passato. Anzi, ne segue pedissequamente le orme. Perché gli indagati "made in Pd", nominati vice ministri e sottosegretari, sono ben quattro, ai quali si va ad aggiungere il ministro Maurizio Lupi, indagato per abuso d'ufficio dalla Procura di Tempio Pausania per la nomina del commissario dell'Authority del porto di Olbia. Bene, dato il bel quadretto d'insieme quand'è che le solerti opposizioni decideranno di agire presentare le mozioni di sfiducia come hanno fatto con Antonio Gentile?

FRANCESCA BARRACCIU

E quand'è che le anime belle del Pd ne chiederanno le dimissioni? Procediamo con ordine. Dell'elenco fanno parte la renziana di ferro Francesca Barracciu, uscita dalla porta delle elezioni regionali in Sardegna e rientrata dalla finestra del sottosegretariato alla cultura. La Barracciu ha ricevuto un avviso di garanzia con l'accusa di peculato nell'ambito dell'inchiesta bis sui fondi ai gruppi consiliari della Procura di Cagliari.

Il sostituto procuratore Marco Cocco le ha contestato spese per 33mila euro quando era consigliere, nella precedente legislatura. Anche Umberto Del Basso de Caro è indagato per i rimborsi del consiglio regionale in Campania. Nel procedimento della "Rimborsopoli" lucana, in fase di udienza preliminare, c'è anche il nome di Vito De Filippo, neo sottosegretario alla Salute. In passato è uscito indenne da almeno due indagini l'ex saggio Filippo Bubbico, confermato al Viminale, ma indagato per abuso d'ufficio in un altro procedimento.

Mario Mauro e Maurizio Lupi

Su quest'ultimo, in particolare, pesa l'accusa di concorso in abuso d'ufficio, per favorire la nomina a direttore generale dell'Asl di Venosa (Potenza) di una persona politicamente «più gradita». La Procura della Repubblica di Potenza ha chiesto il rinvio a giudizio della Giunta regionale lucana in carica fra il 2000 e il 2001 e di tre dirigenti e funzionari della stessa azienda sanitaria: in totale undici persone.

Napolitano Maurizio Lupi ed Enrico Letta

Tutti i nominati e indagati sono rigorosamente del Pd. E allora perché due pesi e due misure? Difficile da capire, salvo seguire un ragionamento tutto politico che parte dalle dimissioni del senatore Antonio Gentile. L'esponente alfaniano si è dimesso dopo 48 ore di polemiche infuocate, alimentate dalle pressioni di buona parte del Pd e dell'intera opposizione.

Una decisione che, di fatto, toglie le castagne dal fuoco al governo ricucendo i rapporti nella maggioranza proprio mentre il nodo dell'Italicum si avvia al suo climax. E, a testimonianza di ciò, Renzi avrebbe detto ai suoi fedelissimi di rispettare e apprezzare una scelta che resta, ad ogni modo, di Ncd. Parole, quelle di Renzi, alle quali fanno eco quelle di Alfano: «Gentile ha rassegnato le proprie dimissioni da sottosegretario senza che alcuna comunicazione giudiziaria lo abbia raggiunto. Per noi viene prima l'Italia».

antonio gentile jpeg

Con le dimissioni del senatore, Renzi avrà un nodo in meno da sciogliere e potrà concentrarsi con più tranquillità sul suo programma, che il premier vuole rapido e concreto. Con il Piano Casa, venerdì sul tavolo del Cdm, come primo appuntamento chiave, e il Jobs Act come partita che Renzi vuole chiudere prima dell'incontro a Berlino con Angela Merkel. E in una lettera inviata ieri ai sindaci italiani, Renzi, confermando come fin «dalla prossima settimana arriveranno i primi provvedimenti economici», rimette in primo piano uno dei suoi cavalli di battaglia: il piano di edilizia scolastica. Dunque serve tenere sotto traccia la patata bollente dei sottosegretari indagati. E Gentile paga per tutti.

Filippo Bubbico

 

INTESA SULLA LEGGE ELETTORALE, IL CAV DA’ IL VIA LIBERA: ‘OK SOLO PER LA CAMERA’

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Da ‘ansa.it'

scaroni berlusconi interna nuova

Arriva l'intesa sull'Italicum. Dopo un vertice con tutto lo stato maggiore di Forza Italia, Silvio Berlusconi dà il suo via libera alla riforma della legge elettorale solo per la Camera. E Matteoli spiega che "l'importante "è che ci sia l'impegno a fare le riforme in brevissimo tempo perché se si tenta di portare a casa la legge elettorale e rinviare le elezioni sine die non siamo d'accordo".

"Prendiamo atto con grave disappunto - ha dichiarato il Cavaliere - della difficoltà del Presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati". "Per il resto - aggiunge Berlusconi - confermiamo integralmente l'accordo pubblicamente realizzato, senza alcun "patto segreto" come maliziosamente insinuato da alcuni organi di stampa".

pennarellini renzi berlusconi

La giornata era cominciata con uno slittamento dell'esame della riforma della legge elettorale alla Camera. Il comitato dei nove, chiamato ad esaminare gli emendamenti prima dell'arrivo del testo in Aula, è stato rinviato alle 16. Il comitato si doveva riunire in mattinata. La richiesta di uno slittamento è arrivata dal capogruppo Pd in commissione, Emanuele Fiano e questa decisione potrebbe far slittare la legge in aula, dove è in calendario dalle 15.

Francesco Paolo Sisto

Ma, assicura il relatore Francesco Paolo Sisto (Fi), "l'esame dell'assemblea sarà sicuramente in giornata", precisando che lo slittamento dei lavori dell'Aula dovrà comunque essere stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Molti gli emendamenti da ritirare, perché i tempi per la discussione sono contingentati. Ma da sciogliere restavano soprattutto i nodi politici, a partire da quello del rapporto tra questa riforma e quella costituzionale del Senato, che ha come conseguenza la durata della legislatura.

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

Si tratta su entrata in vigore entro 12 mesi da ok - Ancora aperta la trattativa sui nodi irrisolti. Al centro dei colloqui di queste ore, l'ipotesi di fissare un termine di 12 mesi all'entrata in vigore dell'Italicum, per poter nel frattempo fare la riforma del Senato. All'ipotesi, che sarebbe stata prospettata dal Pd a Fi, è contraria la minoranza Dem. La proposta trova forti perplessità anche in Ndc. Il tentativo è trovare un'intesa per portare in aula la legge stasera.

Vertice di Fi da Berlusconi - Vertice a palazzo Grazioli sulla legge elettorale. Silvio Berlusconi, rientrato a Roma, vede Denis Verdini, Giovanni Toti e i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, per fare un punto sulle trattative in corso sull'Italicum.

Renzi, ce la facciamo, sarà rivoluzione - Il premier ha trattato anche in prima persona cercando il punto di caduta che permetta di tenere in piedi l'intesa con Silvio Berlusconi (si è parlato di un incontro con una delegazione di Fi guidata da Denis Verdini), ma allo stesso tempo rispondere alle preoccupazioni del Nuovo centrodestra e della minoranza Pd. E su Twitter, rispondendo alle domande di Vanity Fair, si dice certo che la riforma della legge elettorale è "irreversibile. Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione".

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE

Grasso, riforme senza tradire cittadini - E sulle riforme arriva anche il monito del presidente del Senato Pietro Grasso. "Se il processo di riforma che ci apprestiamo ad avviare in Parlamento fosse guidato dall'intento di compiacere superficialmente l'opinione pubblica senza affrontare i problemi in chiave organica, si consumerebbe un tradimento del Paese e dei cittadini".

Diversi 'lodi' per far slittare l'entrata in vigore - Il nodo attorno a cui ruota l'intera trattativa è ancora quello dell'entrata in vigore della nuova legge elettorale. Alfaniani e il fronte composito della minoranza dem, ma anche gli altri piccoli partiti della maggioranza di governo, chiedono che si vincoli l'entrata in vigore dell'Italicum alla riforma del Senato. E mettono sul piatto diverse soluzioni: il 'lodo' D'Attorre (cancellare dall'Italicum le norme sul Senato), il 'lodo' Lauricella (la legge è applicabile solo dopo la riforma del bicameralismo), il 'lodo' Pisicchio (entrata in vigore dopo un anno o 18 mesi), il 'lodo' Balduzzi (gennaio 2016). Ma FI non vuole saperne e teme che Renzi "ceda alle pressioni".

GIOVANNI TOTI A PORTA A PORTA

Fi respinge tentativi differimento - FI, che vuole tenersi le mani libere per il voto, dice no a qualsiasi termine differito per l'entrata in vigore della legge e minaccia di far saltare l'accordo complessivo sulle riforme (e dunque far mancare la maggioranza dei due terzi in Parlamento), se l'impianto dell'Italicum sarà cambiato. Gli azzurri si dicono pronti a discutere modifiche non sostanziali, ma per sventare un'intesa in extremis Renzi-Alfano, fanno partire un fuoco di fila di dichiarazioni: "No al ricatto dei cespugli", dice Brunetta.
Toti, ci siamo fidati, premier non sgarri - ''Noi ci siamo fidati di lui. Se saltasse l'accordo, allora tutto tornerebbe in discussione e anche la nostra linea muterebbe repentinamente''.

Parola di Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, intervistato da Repubblica. ''Noi stiamo ai fatti e ai patti - spiega: - Renzi aveva detto che la legge elettorale sarebbe stata la sua prima riforma già nel mese di febbraio. Febbraio è finito, siamo al 4 di marzo''. ''A questo punto, la riforma così come è stata sottoscritta deve essere approvata. E subito, senza ulteriori tentennamenti. Piccoli correttivi sono possibili, ma certo non provvedimenti che snaturino il senso dell'accordo siglato da Berlusconi e Renzi''. ''Il riferimento è a tutto ciò che posticiperebbe l'entrata in vigore della legge''.

Renato Brunetta DECADENZA BERLUSCONI IL BACIO DI PAOLO ROMANI ALLA BERNINI

26 ore di dibattito, circa 300 votazioni - La Camera ha programmato 26 ore di dibattito quindi il voto sugli emendamenti potrebbe davvero concludersi tra la fine di questa settimana e quella successiva. Sono una cinquantina i nuovi depositati che si sommano alle 406 già presentate e ai 136 subemendamenti, arrivando a sfiorare quota 600. Ma, a causa del contingentamento, non tutti saranno esaminati. I gruppi potranno infatti mettere in votazione, viene spiegato, in totale circa 300 emendamenti al testo.

Ma i voti potrebbero essere in concreto all'incirca 250, grazie all'accorpamento delle proposte di modifica identiche. Il problema, però, non sono i tempi, bensì il fatto che alcuni dei contraenti dell'accordo, mettono in discussione ciascuno questo o quel punto del testo. Ncd insiste sull'introduzione delle preferenze, mentre i partiti centristi della coalizione (Udc, Pi, Sc) chiedono un abbassamento delle soglie di sbarramento (il 4,5% per i partiti in coalizione e l'8% per quelli che corrono da soli).

L.elettorale: Sel-Lega-Sc, per europee soglia al 3% - Abbassare la soglia per le elezioni europee al 3% (ora è al 4%). E' quanto si prevede in tre diversi emendamenti presentati da Gianluca Susta (Sc), Loredana De Petris (Sel) e Roberto Calderoli (Lega) al ddl che introduce la parità di genere per le europee. Le proposte di modifica sono state dichiarate ammissibili.

 

 


QUESTIONE DI CULO: SU INSTAGRAM TRA GLI SCATTI PIù SEGUITI DEL 2013 C’E’ IL BELFIE DI KIM KARDASHIAN

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da www.dailymail.co.uk

Temperature polari alle cascate del Niagara Le cascate del Niagara sotto lo zero

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=AyML1z9ppCE

E due. Per la seconda volta nel bel mezzo di questo polare inverno statunitense, le cascate del Niagara si sono completamente gelate. I milioni di metri cubi d'acqua che in genere scivolano giù prorompenti, sono diventati immensi cubi di ghiaccio nella giornata di ieri, offrendo uno scenario incantato ai fotografi. Ancora più incantato quando è salita la nebbia ad avvolgere tutto nel fumo, e quando sono stati accesi i fari colorati.

 

 

Le cascate del Niagara gelate e illuminate Le cascate del Niagara ieri Le cascate del Niagara attirano turisti anche gelate

 

Le cascate sembrano canyon rocciosi

CORRIERE: SE RENZI DESSE LA SUA BENEDIZIONE A UN RIBALTONE IN RCS DI DELLA VALLE E CAIRO

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DAGOREPORT

"Della Valle è quello che entra nel saloon dando il calcio alla porta e minacciando sfracelli, ma dietro di lui ci sono i cavalieri furbacchioni che vogliono dividersi le spoglie del Salotto buono". L'immagine è di un finanziere milanese che ne ha viste parecchie e sa legare i movimenti dei soldi a quelli della politica. E per questo allarga lo sguardo anche al nuovo inquilino di Palazzo Chigi: "I poteri forti sono tutti molto buoni con Renzi. Hanno molte aspettative, forse troppe".

berlusconi scaroni della valle

Se il clima era di luna di miele nazionale, con tutte le televisioni e i giornaloni di Lor Signori che facevano a gara nel rimuovere Enrico Letta e nel dimenticare le modalità decisamente da Far West con le quali è andata in scena la presa del potere renziana, va detto che domenica il film è bruscamente cambiato.

Quel giorno, il Corriere della Sera ha improvvisamente scoperto la voragine Sorgenia, ha lavato in pubblico i panni sporchi (aziendali) dei De Benedetti, ma soprattutto ha avvertito il giovane premier che eventuali salvataggi di Stato non passeranno sotto silenzio. Due spari per aria, mentre il cavallo di via Solferino roteava per aria gli zoccoli.

La risposta di Rodolfo De Benedetti al giornale diretto da don Flebuccio de Bortoli è arrivata subito, e con il garbo che contraddistingue il figlio dell'Ingegnere. Oltre a smentire la volontà di qualunque pastrocchio con l'Eni e a tentare di ridurre la faccenda a una questione tra azienda e banche creditrici, Rodolfo ha speso molto spazio della sua replica a separare da Sorgenia le attività del padre Carlo e il gruppo Espresso-Repubblica.
Una separazione che, come vedremo più avanti, è assolutamente fondamentale per il futuro della tv e della carta stampata in Italia.

RENZI E DELLA VALLE

Ma che cosa è successo di tanto grave per svegliare il drago di Via Solferino? Che il duplex Marchionne-Elkann non ami né Diego della Valle né Carlo De Benedetti è una faccenda stra-nota. Se non altro perché ancora un anno e mezzo fa Mister Tod's e l'Ingegnere di Dogliani criticavano pesantemente la gestione di Fiat, pur facendo attenzione a sfumare le parole su Marchionne. Piccolo particolare: i due sanno perfettamente che il manager svizzero è molto freddo sulle avventure editoriali del padroncino.

Il problema è che con lo sbarco a Palazzo Chigi di Matteo Renzi, in ottimi rapporti tanto con Della Valle quanto con De Benedetti, qualcuno si è sentito la partita in tasca, o quasi. Raccontano a Torino che la sortita più irritante del "pistolero" Dieguito non sia stata quella sul presidente Fiat che dovrebbe andare a fare uno stage alla Tod's, ma quella provocazione su Urbano Cairo, che se avesse in mano Rcs saprebbe come risanarla.

Napolitano Maurizio Lupi ed Enrico Letta

Quell'indicazione così sfrontata non è stata interpretata come il solito attacco a Scott Jovane, ad di Rcs, ma come un segnale alle banche creditrici e azioniste di via Solferino.
Di Rcs, i torinesi hanno il 20%, mentre Della Valle ha poco meno del 9 e Cairo quasi il 3 per cento. Un altro 15% è in mano a Mediobanca e il 5% è di Intesa Sanpaolo. Se fa il conto degli amici, dopo che perfino i Pesenti si sono scocciati, Kaki Elkann si trova pericolosamente solo.

Persino Abramo Bazoli, che sulla vendita della sede era contrario, si è messo alla finestra. E nel quartier generale di Mediobanca hanno più attenzione per le prossime mosse di Renzi sul fronte delle privatizzazioni che per le contorsioni della Rizzoli. Questo significa che se il premier desse la sua benedizione - ovviamente informale - a un ribaltone in Rcs guidato da Della Valle e da Cairo in veste di arieti, le munizioni a disposizione del Lingotto potrebbero non bastare. Anche perché non s'è mai visto che le banche si mettano a giocare contro chi sta al governo.

Se dunque Della Valle è quello che entra per primo nel saloon urlando che "la festa è finita", Cairo è l'editore "puro" (ma ha una concessionaria di pubblicità, tanto per la purezza) che in Rcs ha messo un piedino lo scorso anno, investendo 15 milioni per il 2,8%. Sempre un anno fa, l'imprenditore alessandrino, ed ex assistente di Berlusconi, ha rilevato per una cifra simbolica La7.

napolitano ed enrico letta

L'avrebbe voluta prendere anche Della Valle, spalleggiato da due pesi massimi del palinsesto come Enrico Mentana e Michele Santoro, ma si è mosso troppo tardi e Cairo ha portato a casa la sua preda. Si scrisse anche di un interesse del gruppo Espresso, che però rimase sulla carta.

sorgenia LOGO

Era marzo, Berlusconi non era più al governo, ma era miracolosamente resuscitato alle elezioni. E soprattutto, la Cassazione non aveva ancora reso definitiva la condanna Mediaset. I primi mesi di Cairo a La7 sono stati all'insegna della freddezza con Chicco Mentana, trattato come uno dei tanti, dei tagli chirurgici alle spese, ma anche di un paio di favori a Mediaset come l'ingaggio di Rita Dalla Chiesa e Salvo Sottile.

RODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOM

Poi il Cavaliere ha dovuto subire condanna definitiva e decadenza parlamentare, mentre la stella di Renzie saliva in modo inarrestabile. Ora La7 è di sicuro la tv più vicina al Rottam'attore e questi ricambia. Tanto che gli piace dire in giro che se uno come Cairo avesse in mano la spesa pubblica, "farebbe la spending review in sei mesi".

La spending review, intanto, l'ha fatta con successo a La7, riportandone la gestione in equilibrio. E in una serie di interviste recenti, Cairo ha anche buttato lì: "La riserva di 88 milioni che ho ottenuto dalla Telecom al momento dell'acquisto non l'ho toccata".
Non è una notazione da poco e non sono pochi soldi. Con quella cifra, per dire, potrebbe ampiamente quintuplicare la propria quota in Rcs. Ma Cairo, che con le banche finora ha lavorato il meno possibile e resta un cliente assai appetito, ha anche in mano una leva finanziaria straordinaria.

Della Valle e Cairo, nel loro cammino verso la stanza dei bottoni di via Solferino, hanno certamente dei compagni di strada che per ora stanno defilati. Anche se forse, a questo punto, basterebbero loro le banche e lo sguardo benigno di Renzi. Uno dei candidati della vigilia era certamente De Benedetti, che nel lungo ventennio berlusconiano è stato tenuti ai margini della tv e, in parte, anche dell'editoria. Adesso per giunta ha in cassa quasi mezzo miliardo di Berlusconi per via della sentenza sul lodo Mondadori e chissà quanti progetti ha.

ANDREA AGNELLI MARCHIONNE ELKANN

O meglio, aveva. Perché il disastro di Sorgenia, seppur aziendalmente separato dall'Espresso, mette Cir nella difficile posizione di spiegare alle banche che non ci sono soldi per onorare i debiti. Mentre invece ci sarebbero per fare altre operazioni nelle telecomunicazioni.

Se immaginare una partecipazione dell'Ingegnere a una cordata per il Corriere è pura fantascienza, se non altro per ragioni di Antitrust, non è invece per nulla azzardato ragionare di un suo interessamento per la La7. In fondo Cairo può dire di averla risanata in meno di un anno e che non gli si tocchino i ricchi contratti pubblicitari con Cairo Communication (è entrato per quello, per blindarli) forse sarebbe anche disposto a rivenderla. Per l'Ingegnere, oggi, il problema è solo di immagine: ha tutti addosso per Sorgenia. Deve passare la nottata.

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN BRUNO BARBIERI E ENRICO MENTANA

Per completare il quadro, c'è quel Cavaliere che oggi è preoccupatissimo che Renzi non mantenga i patti. Non solo sulla legge elettorale. Le mosse future delle banche e degli spagnoli di Telefonica in Telecom Italia - con il necessario lasciapassare di Palazzo Chigi - diranno se per Mediaset si aprono nuovi spazi nella vendita dei suoi contenuti non solo più in un segmento maturo come la tv generalista. Un'alleanza Mediaset-Telecom farebbe digerire al Banana anche un passaggio del Corriere in area renziana.

Gli unici a restare stritolati da questa spartizione - e per questo tirano calci - sarebbero i torinesi. Che però hanno già quasi abbandonato l'Italia e dopo essersi votati a Monti, a Lettanipote e a Napolitano, sono rimasti isolati dal "nuovo che avanza" dietro a Renzi

santoro berlusconi

 

CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERA

UN ITALIANO ALLA CONQUISTA DELLA MELA - MAESTRI NUOVO DIRETTORE FINANZIARIO DELLA APPLE

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Enrico Marro per 'Il Sole 24 Ore'

LUCA MAESTRI

Da oggi tra gli italiani più potenti al mondo Mario Draghi non è più solo. Il chief financial officer di Apple, Peter Oppenheimer, lascerà l'incarico a settembre e il suo posto sarà preso dall'italiano Luca Maestri, attuale vice del settore finanziario, che si troverà così a gestire l'enorme liquidità della Mela (circa 160 miliardi di dollari cash a fine 2013).

Maestri, romano, 50 anni, una laurea in Economia alla Luiss, master a Boston, ha un passato come top manager in aziende del calibro di Xerox, General Motors e Nokia-Siemens. Trilingue (oltre a italiano e inglese conosce bene il portoghese), ha vissuto in sette Paesi di tre continenti. Nel colosso automobilistico americano, in particolare, è rimasto per vent'anni vissuti da autentico globetrotter tra Europa, Americhe e soprattutto Asia, il continente che forse conosce meglio dal punto di vista del business (una carta probabilmente considerata vincente in casa Apple).

LUCA MAESTRI tim cook di apple testimonia davanti alla commissione del senato USA

In Gm debutta nel team che crea le attività in Asia-Pacifico, inclusi gli investimenti industriali in Cina e Thailandia. Poi diventa direttore finanziario del team che "ristruttura" le operazioni in Brasile e Argentina, garantendone il ritorno alla redditività. Il suo ultimo ruolo in Gm è quello di direttore finanziario per tutte le operazioni del gruppo auto in Europa, che spaziano in oltre 45 Paesi con ricavi netti annuali per circa 40 miliardi di dollari. In questa veste ricopre anche posizioni molto delicate, come quando diventa responsabile per il Vecchio Continente della joint Fiat-Gm, tra il 2000 e il 2005.

Tim Cook

Nel 2008 passa alla joint telefonica tra la finlandese Nokia e la tedesca Siemens, poi ecco un nuovo incarico alla Xerox, il colosso Usa delle macchine fotocopiatrici, in declino economico. Ambizioso, perfezionista e molto riservato, Maestri affronta ora la sfida più difficile della sua carriera, diventando il custode del tesoro di Apple, i 160 miliardi di dollari accumulati grazie alla leadership tecnologica e ai maxi-profitti dell'era Jobs, che andranno reinvestiti e sui quali il nuovo leader Tim Cook conta molto per il futuro.

CAMPUS DI APPLE

Non a caso a chiamare Maestri a Cupertino, poco più di un anno fa, è stato Tim Cook in persona.«Quando lo abbiamo assunto sapevamo che sarebbe stato il successore di Peter Oppenheimer - tiene a precisare il successore di Steve Jobs - il suo contributo ad Apple è già stato significativo e si è rapidamente guadagnato il rispetto dei colleghi».

NUOVO CAMPUS DELLA APPLE

 

SCIENZA, NON FANTASCIENZA! DOPO GLI OSCAR A “GRAVITY” LA NASA POSTA FOTO DELLA MISSIONE

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da www.the guardian.com

VIDEO - http://www.nasa.gov/content/nasa-congratulates-gravity-on-academy-award-wins/index.html#.UxcFpii9F3M


"Gravity" del messicano Alfonso Cuarón ha vinto sette premi Oscar: miglior regista, effetti speciali, sonoro (due categorie), fotografia, montaggio, soggetto originale. Dopo la cerimonia, la Nasa ha pubblicato le immagini reali di una missione.

Gli scatti sono incredibili: il sole che saluta la Stazione Spaziale Internazionale, l'astronauta Bruce McCandless II in volo sulla Terra grazie al dispositivo jet pack, l'attività della squadra di astronauti dentro la Cupola sopra all'Australia e nel Soyuz, le riparazioni in orbita degli ingegneri Chris Cassidy e Tom Marshburn, il comandante Mike Fossum che procede al rifornimento agganciato al braccio robotico Canadarm2, una passeggiata spaziale di quasi sette ore, il comandante Steven L Smith che, sospeso nel vuoto, posiziona il telescopio spaziale Hubble.

E ancora lo Shuttle Discovery che inquadra la luna, le stelle e l'aurora australe che si vedono dallo shuttle Atlantis, Spagna e Portogallo visti dallo spazio.
Gli astronauti della Nasa Mike Hopkins e Rick Mastracchio insieme al giapponese Koichi Wakata si sono congratulati con lo staff di "Gravity" dalla Statione Spaziale Internazionale, ma ci tengono a dire: «Naturalmente niente batte la cosa reale, qui nello spazio».

Equipaggio della Nasa si congratula con Gravity dallo spazio Astronauti dentro la Cupola e sopra l Australia jpeg

Nel link della Nasa c'è anche il video di Cady Coleman che durante la Spedizione 27 ha vissuto nello spazio mentre "Gravity" veniva girato. E' lei che parlava con Sandra Bullock per raccontarle come ci si sentiva lassù.

Chris Cassidy dentro la Cupola jpeg

 

Steven L Smith posiziona il telescopio Hubble jpegLa Stazione Spaziale Internazionale davanti al sole jpegDallo shuttle Atlantis si vedono stelle e aurora australe jpegCady Coleman dentro al Soyuz jpeg

ORA L’EUROPA DEVE SOBBARCARSI PURE L’UCRAINA - BARROSO: “PACCHETTO DA 11 MLD €”

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1. UCRAINA: BARROSO, PACCHETTO DA 11 MILIARDI IN DUE ANNI
(ANSA) - La Commissione europea ha "messo a punto un pacchetto di supporto per l'Ucraina" che vale, sotto varie forme, "11 miliardi nei prossimi due anni". Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso.

ENRICO LETTA E BARROSO

2. UCRAINA: FONTI, UE BLOCCA BENI 18 UCRAINI
(ANSA) - Il Consiglio della Ue ha deciso di mettere in atto il blocco dei beni di 18 cittadini ucraini, parte del pacchetto di sanzioni deciso dal Consiglio esteri del 20 febbraio. Lo riferiscono fonti europee. Le sanzioni scattano "per appropriazione indebita di fondi dello stato".

La lista dei nomi sarà pubblicata stanotte sulla Gazzetta Ufficiale Ue. Le fonti mantengono il massimo riserbo sui nomi inseriti nella lista "per evitare il trasferimento di fondi" ed impedire così che le sanzioni perdano reale efficacia. Nei giorni scorsi alcuni paesi, tra cui Austria e Svizzera, hanno già attuato autonomamente il blocco dei beni su liste indipendenti di responsabili ucraini. Il via libera del Consiglio alla decisione di congelare i beni ai 18 ucraini, individuati dai comitati tecnici della Ue, è stata presa con la cosiddetta "preocedura scritta".

 

KIVE PROTESTE MOLOTOV Viktor Yanukovych fa l occhiolino a Vladimir Putin
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