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GRILLO: ‘SE IL M5S NON VINCERA’ LE ELEZIONI EUROPEE, TOLGO IL DISTURBO’

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beppe-grillo-a-genova

1 - GRILLO: VINCEREMO IN EUROPA OPPURE TOLGO IL DISTURBO
(ANSA) - "Andiamo in Europa e vinceremo le elezioni: il Movimento o vince o perde. E se gli italiani decidono che non ci vogliono io prenderò una decisione diversa, se ho sbagliato lascio". Lo dice Beppe Grillo che aggiunge: "Se però vinciamo noi cambiamo l'Italia dall'Europa". "Vincere significa essere il primo movimento in Europa", precisa il leader del M5S dopo aver premesso: "Gli italiani possono votarci o no. Se decidono di sostenere un governo che ha disintegrato questo Paese se lo tengano pure ma noi - aggiunge - siamo pronti a governare ma in tutt'altro modo".

2 - GRILLO, CI SARÀ IMPEACHMENT, NON VI DICO QUANDO
(ANSA) - "Ci sarà l'impeachment nei confronti di Giorgio Napolitano". Lo afferma il leader M5S, Beppe Grillo, spiegando che ci stanno lavorando due studi legali che tuttavia per il momento- aggiunge - "vogliono rimanere anonimi".

 

BEPPEGRILLO beppe grillo, il fondatore del m5sGRILLO

SARA TOMMASI TORNA IN VIDEO (VESTITA!) CONTRO IL SIGNORAGGIO BANCARIO

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Sara is back! La Tommasi torna contro le banche

Da www.signoraggio.it

I "diversamente leccaculo" delle banche sono coloro che per nessun motivo pronunziano la parola signoraggio perché essa riconduce alla soluzione giudiziaria del problema (oltre che a Marra), ovvero alla confisca da parte dei giudici delle quote private della Banca d'Italia: una soluzione che atterrisce il potere bancario perché può avvenire da un giorno all'altro ad opera di un qualsiasi PM.

sara tommasi nel video di alfonso luigi marra sara tommasi nel video di alfonso luigi marra

Ecco allora che le banche stesse fanno in modo che abbiano visibilità coloro che propugnano la soluzione politica, ovvero il ritorno alla lira, che, buono o cattivo che sia, è impossibile, o remoto, perché dovrebbero realizzarlo appunto i politici.

Soluzione politica che viene dunque utilizzata per distogliere dalla soluzione giudiziaria.
"Diversamente leccaculo" delle banche tra cui i sostenitori della cosiddetta MMT, che sarebbe una semplice strullata (il cui leader massimo è un tale Mosler, che in realtà proviene dal mondo della finanza speculativa, in particolare degli hedge fund), se non fosse invece anch'essa uno strumento di distrazione dal vero problema, perché è in favore del signoraggio, cioè della proprietà privata della moneta da parte delle banche centrali.
PAS-FermiamoLeBanche&LeTasse

 

sara tommasi nel video di alfonso luigi marra

LESBO STALKING TELEVISIVO - JESSICA JAPINO DENUNCIATA DA UNA CONCORRENTE DI "THE VOICE"

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Da "la Repubblica"

Sguardo profondo, viso acqua e sapone incorniciato da una chioma rossa, voce cristallina e fisico mozzafiato. In molti sono rimasti stregati dal fascino di Noemi Smorra, romana di 30 anni, durante il talent show "The Voice" lo scorso marzo su Raidue. Ad andare oltre fino a trasformarsi in un'ossessione, da quanto emerge dalla denuncia, è stata invece Jessica Japino, figlia del noto autore e coreografo televisivo Sergio.

Noemi Smorra

Un'attrazione non corrisposta da parte della Smorra che ben presto, nel 2013, è diventata persecuzione tanto che la Japino è ora indagata per il reato di stalking. «Ti ho fatto entrare a "The Voice". Ho conoscenze importanti come quella con la Carrà» questa l'accusa millantata dalla Japino e rinfacciata più volte alla Smorra.

Accusa rispedita al mittente da parte dell'artista che ha dato sempre il merito della partecipazione a "The Voice" al suo talento. Sei puntate quelle a cui la Smorra ha partecipato nel team capitanato da Raffaella Carrà ex compagna di Japino padre.
Poi l'eliminazione della Smorra che coincide temporalmente con il periodo con il quale tra le due nascono dei dissidi.

jessica iapino noemi smorra

Controversie a luci rosse.
Dietro l'ingresso millantato dalla Japino a "The Voice" della Smorra si celerebbe una richiesta a sfondo sessuale. Favori a cui la cantante non si è mai abbassata. E che, sempre stando alla denuncia, avrebbero generato la reazione da stalker della Japino. Sms, messaggi su Whatsapp, registrazioni video clandestine col cellulare, pedinamenti in giro per Roma, scenate sotto casa e nei teatri dove la Smorra recitava.

Fino all'ultimo episodio. Con la Japino, quest'estate durante un evento cinematografico nel cuore della capitale, a fissare insistentemente la Smorra e a riprenderla con il telefonino. Da qui la decisione di denunciare. Accuse mosse dalla giovane artista che sarebbero state poi confermate da numerosi amici sentiti dai carabinieri nei giorni scorsi. Occorre comunque precisare che trasmissione, autori, conduttori e giudici non sono parte in causa in questa vicenda e che la Japino non faceva parte del cast.

Una vicenda ancora da delineare con le indagini nelle mani del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del sostituto Cristina Macchiusi. La Smorra, 30 anni romana, era già nota al grande pubblico ancor prima della partecipazione al talent show canoro "The Voice", nel quale è stata eliminata alla sesta puntata, ad otto dalla fine. Non solo cantante la Smorra ma anche attrice di teatro, undici diversi spettacoli all'attivo, e del piccolo schermo. Per la tv vanta delle parti in La figlia di Elisa - Ritorno a Rivombrosa e in Don Matteo.

jessica iapino

 

CHIAMATE I CORAZZIERI! AL TEATRO QUIRINO RIUNIONE CARBONARA INTORNO AL LIBRO DI TRAVAGLIO

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Annalisa Ausilio per www.ilfattoquotidiano.it

Vittorio Occorsio

"Ha gli stessi poteri di un monarca assoluto: decide le maggioranze di governo, dà ordini ai partiti, monita sulla magistratura e sul voto degli elettori. Addirittura non può essere nominato in Parlamento". Marco Travaglio, vicedirettore de Il Fatto Quotidiano e scrittore, presenta con Antonio Padellaro (direttore de il Fatto Quotidiano), Paolo Flores D'Arcais (direttore di Micromega) e Daniela Ranieri (scrittrice) e al teatro Quirino di Roma il suo ultimo saggio "Viva il Re!" (edito da Chiarelettere, 16,90 euro, 640 pagine).

Un libro che ripercorre il disegno politico di Giorgio Napolitano, il primo presidente eletto due volte al Quirinale: blindare le larghe intese, distruggere il bipolarismo e accentrare sempre più poteri ignorando la Costituzione. "Renzi per lui rappresenta uno smacco, gli ha sfilato la carica da segretario del Pd che esercitava da anni". La minaccia di dimissioni? "E' la sua spada di Damocle sulla testa dei parlamentari e dei partiti, un abuso di potere dato che non spetta a lui concepire disegni politici".

Vittorio Ferraresi

"Credo - conclude Travaglio leggendo il messaggio che Indro Montanelli inviò al presidente Sandro Pertini dopo la sua elezione - che se in questi anni avesse ricevuto più critiche avrebbe fatto meno errori".

 

DALL'INTRODUZIONE AL LIBRO

Sabina Guzzanti

Quella che state per leggere non è una biografia. Ce ne sono già fin troppe, una se l'è addirittura scritta lui. Questo è ciò che manca nelle altre. La controstoria del primo presidente della Repubblica che ha concesso il bis, contro lo spirito della Costituzione e contro tutto quello che aveva giurato fino al giorno prima della sua rielezione. Alla veneranda età di ottantotto anni: quando un cittadino non può più guidare l'automobile. Ma lo Stato sì...

Qui si racconta il suo lato B, finora - salvo rare eccezioni - ignorato o relegato nel dimenticatoio, alla voce "lesa maestà". Di cose che non vanno, nella sua carriera e soprattutto nei suoi sette anni e mezzo al Quirinale, ma anche prima, ce ne sono parecchie: pensieri, parole, opere e omissioni. In un altro paese, un paese davvero democratico intendo, se ne discuterebbe liberamente e laicamente. In Italia è come se fosse vietato. Tabù.

Riccardo Iacona e Marco Travaglio

Non lo è (ancora) per legge: lo è nei fatti... Fra uno strappo oggi, una forzatura domani e un abuso dopodomani, Napolitano è diventato quello che tutti vediamo: il capo dello Stato di Emergenza, di Eccezione e di Necessità, che tutto può, anzi tutto deve... Può un presidente della Repubblica che ha giurato sulla Costituzione - quella vera, quella del 1948 - modificarla progressivamente a sua immagine e somiglianza, e intanto sollecitare continuamente i partiti a riformarla?... In questi anni di democrazia sottovuoto spinto, per mancanza di veri politici e di una vera politica, l'unico disegno politico chiaro e netto è stato ed è il suo. E lui lo persegue con certosina, scientifica, pervicace metodicità.

Marco Travaglio

 

Pino Corrias

 

OGGI SONO TRASCORSI TRE MESI DALL’INSEDIAMENTO DI LURCH COTTARELLI. RISULTATI? ZERO!

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DAGOREPORT

E bravo Lurch Cottarelli, tre mesi praticamente per far poco o niente. O almeno finora nessun segnale concreto. Sono passati novanta giorni da quel 23 ottobre quando mister Spending review si è installato in via Venti Settembre accompagnato dalla fanfara come il salvatore dei conti pubblici e del bilancio dello Stato.

CARLO COTTARELLI

A lui, il manager venuto dal freddo, Enrichetto e Saccodanni hanno affidato il difficilissimo compito di tagliare. Un'impresa dove aveva fallito un supertagliatore come Enrico Bondi voluto in quel posto da Rigor Montis.

A differenza di Bondi che lavorava da solo, Lurch Cottarelili si è portato un gruppo di tecnici e e di esperti che, tiene a precisare, non paga, ma lavorano evidentemente per la gloria. Mr Forbici il giorno del suo insediamento ha proclamato convinto: basta con le auto blu, d'ora in poi si adotterà il modello anglosassone che assegna solo al ministro la macchina di servizio. Tutti gli altri in taxi, tram, autobus o a pedagna.

COTTARELLI

E lui per primo dà il buon esempio. Arriva al ministero in taxi, "tanto glielo rimborsano" dicono le solite malelingue (e quante sono!) del Mef. Poi crea 25, dicasi venticinque, commissioni di lavoro. Comunque di concreto ancora nulla, se non qualche giorno fa è tornato sulla storia del taglio delle auto blu - evidentemente un suo palino fisso - e delle consulenze.

LURCH FAMIGLIA ADDAMS

In questi tre mesi Lurch di via Venti Settembre si è dato un gran daffare dal punto di di vista mediatico: interviste su quasi tutti i giornali, interventi in tv e radio, partecipazioni a convegni e tavole rotonde. E poi ha sfornato un bel sito (a proposito quanto sono costati il progetto e la realizzazione?) in cui elenca tutte le sue prodezze e mette in risalto le "differenze" col suo predecessore.

Insomma questa campagna dei cento giorni alla fine ha prodotto ben poco, se non come si dice una guerra fredda tra mister Spending Review e il ragioniere generale della Stato, Daniele Franco culminata in una clamorosa scenata nei corridoi del Ministero, per la verità sempre smentita dai diretti interessati.

DANIELE FRANCO

Così a Lurch è stato affibbiato un nuovo soprannome: Jafar. Sì, proprio come il genio cattivo della Lampada di Aladino. Quello che, una volta "compresso" nella lampada, è costretto ad ammettere di avere "fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale".

Insomma nulla può fare e conta come il due di briscola. Ecco proprio quello che sarebbe capitato a sor Forbici de' noantri. Un potere smisurato rimasto ingabbiato nelle quattro mura del suo ufficietto in via Venti Settembre. E lo hanno fatto pure arrivare da Washington!

SACCOMANNI

 

TRANI A GO-GO - NON SOLO I VERTICI BNL, ANCHE QUELLI DI BANCA INTESA: INDAGATI BAZOLI E PASSERA PER TRUFFA AGGRAVATA

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(Reuters) - La procura di Trani ha iscritto nel registro degli indagati il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, Giovanni Bazoli, l'ex AD della banca, Corrado Passera, e altre 13 persone, all'epoca dei fatti dipendenti dell'istituto, nell'ambito di un'indagine su alcuni strumenti finanziari messi sul mercato dalla banca.

int20 giovanni bazoli corrado passeraEnrico Salza Giovanni Bazoli e Corrado Passera

E' quanto ha riferito oggi una fonte giudiziaria precisando che nei giorni scorsi è stato notificato l'atto di chiusura indagini - di solito atto prodromico della richiesta di rinvio a giudizio - in un'inchiesta che si concentra sul periodo dal 2004 al 2008.

Secondo la fonte, l'ipotesi di reato per Bazoli e Passera è truffa aggravata e continuata.

"Intesa SanPaolo, nel ribadire la piena convinzione della correttezza del proprio operato, conferma la fiducia nell'operato delle autorità inquirenti alle quali, come sua consuetudine, ha prestato la massima collaborazione", ha detto un portavoce della banca.

IL PM DI TRANI MICHELE RUGGIERO

Secondo l'accusa, la banca avrebbe fatto sottoscrivere strumenti derivati swap a un imprenditore che aveva acceso un mutuo, garantendogli che avrebbero permesso una copertura dal rischio di variazione del tasso di interesse variabile. I titoli, riservati a operatori qualificati, hanno consentito alla banca di ottenere un ingiusto profitto patrimoniale di circa 100.000 euro.

Banca Intesa

Le ipotesi di reato, a vario titolo, vanno da truffa pluriaggravata e continuata a concorso in abusivismo finanziario continuato

 

BRUSH HOUR/ RENZI AGITA L'ARMA DELL'ESECUTIVO DI ROTTAMAZIONE RAPIDA

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Francesco Bonazzi per Dagospia

Una pistola sul tavolo e una sotto. Tanto per essere sicuro di tenere sempre in pugno la partita. Renzie ha buttato sul piatto un accordo "prendere o lasciare" con il resuscitato Berlusconi, minacciando di far saltare tutto quanto se qualcuno s'azzarda a inserire modifiche. Ma sotto il tavolo ha spianato la pistola del Renzie Uno, il governo fast & furious per le riforme che gli altri non vogliono fare.

RENZI E BERLUSCONI PROFONDA SINTONIA

Per ora, com'e' naturale, si tratta solo di un'ipotesi fatta circolare per forzare la mano, ma l'arma dell'esecutivo di Rottamazione Rapida turba i piani della minoranza piddina come degli alfanoidi, novelli alfieri della preferenza laica, democratica e antifascista.

Si tratterebbe di un governo monocolore del Pd presieduto dal segretario, ovviamente aperto all'immancabile e sedicente "societa' civile" e consentito nei fatti dall'appoggio esterno di B. Il programma sarebbe semplice: portare a casa le tre riforme annunciate sabato da Renzie e gestire il semestre di presidenza europea, che come e' noto consiste più' che altro nel disporre i centritavola e scegliere gli sfondi per le photo-opportunity.

Intanto proseguono gli sgarbi tra Renzie e Lettanipote. Se il primo vuol legare in tutti i modi i tempi della nuova agenda di governo al cammino parlamentare dell'Italicum - tenendo in questo modo il governo di Mezze intese come ostaggio - il secondo oggi ha fatto slittare il voto della commissione Affari costituzionali sulla legge che deve seppellire il Porcellum.

RENZI E BERLUSCONI A CENA

Lo ha fatto in modo ovviamente casuale, mettendo la fiducia sul decreto Imu-Bankitalia. A questo punto i bene informati sostengono che il frutto del Renzusconi potra' essere votato alla Camera intorno al 30-31 gennaio. La minoranza del Pd continua a minacciare un emendamento contro i listini bloccati e Grillomao si e' lamentato di Re Giorgio e del patto Renzie-Banana in un incontro riservato alla sola stampa estera. Non essendo esteri, molto sportivamente, diciamo a Grillo: "Ciao e alla prossima".

La non notizia del giorno e' comunque l'iscrizione sul registro degli indagati per presunta corruzione in atti giudiziari di Berlusconi Silvio, Ghedini Niccolo', Longo Piero e tanti altri. Il Cavaliere, impegnato nel dare il buon esempio dietetico al Dudù Toti, ha reagito senza alzare i toni. Come si conviene a un signore che da sabato indossa i panni del Padre Riformatore.

LETTA-RENZI

Tutto previsto, ma resta una grande domanda a cui nessuno ha ancora risposto: le condotte eventualmente illecite messe in atto per sviare le inchieste e i processi Ruby 1 e Ruby 2 non potevano essere oggetto di un procedimento immediato? Perche' la Procura di Milano ha aspettato le sentenze, quando i pagamenti alle Olgettine andavano avanti da mesi e le testimonianze farlocche, in altri processi, vengono perseguite seduta stante?

BERLUSCONI E GIOVANNI TOTI ALLA BEAUTY FARM

 

IL GOVERNO TURCO DI ERDOGAN VACILLA E LA LIRA COLA A PICCO

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Carlotta Scozzari per Dagospia

Il governo di Ankara guidato da Recep Tayyip Erdogan vacilla dopo lo scandalo sulla corruzione che lo ha travolto dalla fine del 2013 e la lira turca continua di giorno in giorno a rinnovare i minimi. All'inizio del 2014, proprio con l'accusa di corruzione, sono finiti in manette politici, alti funzionari ministeriali e uomini d'affari vicini al premier filo islamico Erdogan.

Sumeyye Erdogan

E oggi, come evidenziano gli esperti di Ig Markets nella consueta newsletter giornaliera, sui mercati finanziari, il tasso di cambio tra l'euro e la valuta estera ha toccato un nuovo massimo a quota 3,15, "sulla scia delle tensioni legate alla possibile caduta del governo di Ankara". Ciò significa che la lira turca ha lasciato sul terreno un buon 10% da dicembre.

proteste in turchia contro il governo erdogan

Proprio per questo motivo, oggi, per la prima volta in due anni, la banca centrale del paese ha deciso di scendere in campo in difesa della moneta locale vendendo dollari direttamente sul mercato aperto. Una mossa che tuttavia non è detto riesca a sortire effetti degni di nota, se si considera che economisti e addetti ai lavori si aspettano che il deprezzamento della lira turca nei confronti della valuta statunitense prosegua.

 


IL MIRACOLO AL CONTRARIO: ANDARE A MEDJUGORJE SANI E TORNARE ACCIACCATI

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Vittorio Messori per il "Corriere della Sera"

vittorio messori

È vicino il verdetto vaticano sulle apparizioni di Medjugorje. La decisione non sarà indolore. Se negativa, il danno pastorale sarà immenso, visti i milioni di pellegrini che si scopriranno vittime di un inganno. Se positiva, sarà devastante per il diritto canonico che lascia ai vescovi il giudizio su presunti fatti sovrannaturali avvenuti nella loro diocesi.

Léon Bloy - il «cattolico belva», come amava definirsi - gridava che non c'è fede nell'andare a Lourdes come malati che sperano nella guarigione. Fede, ululava, è solo quella di chi, sano, vada a bagnarsi alla Grotta pregando di ammalarsi, possibilmente di un morbo ripugnante, per partecipare così meglio alla croce del Cristo. Paradosso che mi è capitato talvolta di citare a chi mi chiedeva di dire la mia su Medjugorje.

In effetti fui tra i primi a recarmi in quella pianura allora semideserta, al centro della quale si ergeva un chiesone parrocchiale costruito da poco e chiaramente eccessivo per il luogo. Dimensioni da santuario, che insospettivano: quasi che i committenti francescani avessero voluto creare lo spazio adeguato per folle di pellegrini. Non ero mosso, in quel blitz, dal fervore del devoto bensì dalla curiosità del giornalista: volevo vedere cosa stesse succedendo in un posto sconosciuto sul quale, negli ambienti cattolici, giravano da qualche tempo strane voci.

Vittorio Messori

Al ritorno, però, l'auto sulla quale ero ospite slittò sulla neve attraversando l'Istria, finimmo in una scarpata, fummo tirati su con le funi dai pompieri, poi sommariamente medicati da medici divenuti brutali quando scoprirono delle Bibbie nei nostri bagagli. Ce ne andammo malridotti, insalutati, con lesioni tamponate alla bell'e meglio. A casa, quando mi riuscì di arrivarci, discendendo dal letto caddi a terra per un violento capogiro che si sarebbe poi ripetuto ad ogni levata. Nell'auto che più volte si ribaltava, avevo battuto la testa, ci vollero tempo e terapie adeguate per rimette le cose a posto.

Insomma, qualcosa che mi fece ritornare alla mente il paradosso di Bloy, nonostante non avessi certo pregato di partire in gran forma, da quel quarantenne che ero, e di tornare con la testa fasciata come da un turbante e acciaccato al punto da dover camminare reggendomi a un bastone. In cambio, va detto, ebbi un privilegio che - per tanti pellegrini entusiasti di oggi - è degno di «santa invidia»: essere, cioè, tra i pochi che, ammassati nella piccola sagrestia della chiesa, assistettero all'estasi - vera o presunta che fosse - di tutti e sei gli allora bambini o adolescenti e tra coloro che ebbero modo di scambiare qualche parola, in un misto di lingue, sia con i «veggenti» che con i francescani che mostravano ancora stupore nonché timore per le attenzioni di cui erano oggetto da parte della polizia politica del regime.

MAdonna di Medjugorje

È un aspetto che spesso si dimentica: Tito era morto da un anno, i successori già annusavano lo sfascio che si sarebbe poi verificato e, dunque, per salvarsi, invece di allentare i freni li stringevano, anche a proposito di lotta antireligiosa. Non erano di certo tempi favorevoli, quelli, per chi avesse voluto organizzare una sceneggiata di false apparizioni dal Cielo, utilizzando per giunta ben sei piccoli e piccolissimi: troppi e troppo giovani per giocare in modo attendibile una commedia che il primo interrogatorio di una polizia famosa per la brutalità poteva smascherare.

Se mi capita, lo dicevo, di narrare l'aneddoto del mio «miracolo rovesciato» (partire sano e tornare malridotto) è anche per cercare di attutire, con un sorriso, le passioni - a favore o contro - che spesso esplodono quando si parla di Medjugorje .

Passioni che hanno, peraltro, una loro giustificazione. In effetti, in una prospettiva cattolica, non si esagera definendo drammatico il dilemma. Da un lato si dice: la Chiesa non trascura, da ormai 33 anni (l'inizio dei fatti è del 1981) di riconoscere e dare autorità ufficiale a quelle che la Gospa , la signora, la Madre del Cristo, annuncia come le ultime apparizioni della storia e che sono gravide di esortazioni, di consigli, di messe in guardia? Ma, dall'altro lato si replica: la Chiesa non è forse colpevole per non essere intervenuta, dopo tanti anni, per smascherare una superstizione e, forse, una truffa contro le quali hanno tuonato con parole terribili i vescovi della diocesi, senza riuscire a stroncare un pellegrinaggio che ha ingannato e inganna milioni di ingenui fedeli?

MADONNA DI MEDJUGORJE

Ma, seppure con i suoi tempi, la Chiesa ha finito col muoversi. Proprio la settimana scorsa, dopo quasi quattro anni di lavoro, la Commissione d'inchiesta presieduta dal cardinal Camillo Ruini ha presentato il suo voluminoso fascicolo alla Congregazione per la dottrina della fede. Questa esaminerà il tutto e presenterà le sue conclusioni al Papa cui spetterà, ovviamente, la decisione.

Se si è atteso così a lungo - e se ancora si attenderà - il motivo principale sta certamente nel fatto che le «apparizioni» sono ancora in corso e che dunque è impossibile giudicarle, non sapendo come andrà in futuro. Dunque, per ora ci si è limitati a provvedimenti (peraltro poco seguiti dai devoti, qualche vescovo e almeno un paio di cardinali compresi) di divieto di pellegrinaggi «ufficiali», organizzati e guidati dal clero. Ma ciò che preoccupa la Santa Sede è che, in ogni caso, la decisione non sarà indolore. Se negativa , il danno pastorale sarà immenso, visti i milioni di pellegrini recatisi a Medjugorje da tutto il mondo e che si scopriranno vittime di un inganno.

tommasi-sara-medjugorje

Se positiva , sarà devastante per il diritto canonico che lascia ai vescovi del luogo il giudizio su presunti fatti sovrannaturali nella loro diocesi. A Medjugorje ci si trova di fronte al rifiuto categorico e polemico dei presuli che si sono succeduti a Mostar, capoluogo ecclesiastico. Smentendoli, la Chiesa dovrebbe smentire la sua stessa legge e la sua gerarchia, con conseguenze gravissime.

È facile prevedere che, alla fine, si starà per un interlocutorio non constat de supernaturalitate : non consta (sinora) della soprannaturalità dei fatti. Ci si asterrà, a noi pare sicuro, dal secco e definitivo constat de non supernaturalitate : consta (con certezza) che i fatti non sono soprannaturali. Così, in attesa di eventi nuovi e chiarificatori, suggerisce la Chiesa, i cattolici continuino a raccogliere gli abbondanti frutti spirituali da un albero che - va pur detto - si è rivelato davvero fecondo.

SARA TOMMASI A MEDJUGORIE

Preghino, si confessino, si accostino alla eucaristia, lasciando per ora da parte la questione delle origini. Gli scettici - ad essi pure, va detto, non mancano gli argomenti da opporre ai convinti - potranno riflettere su quanto mi disse un famoso mariologo: «Non so se, all'inizio, la Madonna ci fosse davvero, a Medjugorje. Ciò che constato, vedendo queste folle devote che l'hanno invocata e l'invocano da più di trent'anni, ciò che vedo è che ora c'è, che non può non esserci».

 

TIMORI EMERGENTI - LE PREOCCUPAZIONI PER ARGENTINA E TURCHIA AFFOSSANO PIAZZA AFFARI (-2,3%)

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Carlotta Scozzari per Dagospia

Cristina Fernandez de Kirchner

A Piazza Affari torna di gran moda una delle equazioni a cui il passato non troppo recente ci aveva bene abituato: più si alza il differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiano e tedeschi, più si scende la Borsa. E così, a Milano, mentre lo spread, che soltanto ieri era 216 punti, si è nuovamente allargato fino a 224 punti, l'indice Ftse Mib è sceso del 2,3% a 19.358,99 punti.

Spread a parte, però, a preoccupare gli operatori di mercato sono anche le condizioni economiche di alcuni paesi classificati come "emergenti": l'Argentina e la Turchia, dove le difficoltà dei rispettivi governi sono legate a doppio filo, in un complesso viluppo di causa-effetto, con quelle economiche. Non a caso, proprio negli ultimi giorni, sui mercati valutari si è assistito al crollo sia della lira turca sia del peso.

ERDOGAN

All'interno di un indice Ftse Mib completamente colorato di rosso, l'unico segno positivo è stato quello della Popolare di Milano, che ha terminato la seduta di venerdì con un rialzo dello 0,84 per cento. Il mercato sembra così avere preso abbastanza bene la probabile uscita di scena di Andrea Bonomi, il patron di Investindustrial che nell'autunno del 2011 aveva investito nella banca diventandone presidente del consiglio di gestione e che avrebbe dovuto portarla fuori dalle secche finanziarie in cui versava (al momento manca ancora all'appello un aumento di capitale da 500 milioni).

Un'impresa che però non gli è riuscita, anche perché l'istituto di credito è tornato a essere di fatto governato dai sindacati. Così, proprio ieri, Bonomi ha lasciato intendere che potrebbe vendere le proprie azioni Bpm (e chissà che non abbia già cominciato a farlo visto il calo degli ultimissimi giorni).

CHEN FENG

Nel listino principale, il calo più netto è stato quello accusato da Telecom Italia (-4,73%), che ha risentito delle tensioni in Argentina. "Se la crisi argentina dovesse allargarsi a macchia d'olio anche al vicino Brasile - dicono in una nota gli esperti di Ig Markets - le ripercussioni su Telecom saranno importanti e gli investitori stanno scontando questa eventualità". Flessioni di oltre il 4% anche per Tenaris (-4,24%) e Azimut (-4,53 per cento). Tra le peggiori performance del Ftse Mib, vanno poi segnalate anche Mediolanum (-3,78%) e Fiat (-3,41%), che sconta anche un po' di prese di beneficio dopo il rally degli ultimi giorni.

pallotta foto mezzelani gmt

Fuori dal listino principale, rialzo dell'1,18% per Risanamento, nel giorno in cui si è saputo che dopo il consiglio di amministrazione fiume di ieri le banche hanno fatto quadrato intorno a Unicredit per sbarrare la strada all'ex primo socio Luigi Zunino, che voleva rimettere le mani sul gruppo immobiliare e in particolare sui preziosi immobili parigini. Questi ultimi, ha deciso ieri il cda, finiranno al fondo Chelsfield anziché a Tom Barrack, che, con la consulenza di Mediobanca, avrebbe poi dovuto spartirsi il bottino con Zunino.

Sempre fuori dal Ftse Mib, balzo di poco più del 7% per l'As Roma, mentre sale l'attesa per l'arrivo in Italia dell'imprenditore cinese Chen Feng, che potrebbe rilevare la quota di Unicredit nella "Magica".

Luigi zunino

 

FORZA ITALIA: MA POSSIAMO FARCI DISEGNARE I COLLEGI DA ALFANO?

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Francesco Bonazzi per Dagospia

BERLUSCONI E GIOVANNI TOTI ALLA BEAUTY FARM

Ma possiamo farci disegnare i collegi da Angelino Alfano? E' questa la domanda che si sono fatti gli uomini di Forza Italia in commissione Affari costituzionali, quando il monumentale piddino Emanuele Fiano ha proposto di affidare al Viminale la preparazione della mappa dei nuovi collegi elettorali. Si può immaginare la risposta: un secco no. Anche se va detto che è un lavoro abbastanza tecnico e che agli Interni l'hanno sempre fatto in ogni epoca.

Al di là delle diffidenze, delle impuntature e dei dissidi, la riforma che ha preso il plumbeo nome di "Italicum" oggi ha tagliato il suo primo traguardo: l'approvazione del testo base in Commissione. Hanno votato a favore Pd, Forza Italia, Ncd e Sciolta civica. Assenti causa congresso i deputati di Sel. Contrari grillini e leghisti, fatto che lassù avrà profondamente addolorato Re Giorgio.

BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE

Le vere trattative, però, come al solito si tengono fuori dal Parlamento. La renziana che piace al Colle, Maria Elena Boschi, è andata nella sede di Forza Italia per provare a scongelare Verdini sulle preferenze, ma il Grande Macellaio Denis non si è fatto commuovere. Il Lettanipote che ha provato l'invasione di campo, anche a lui a favore delle preferenze, è stato lasciato solo perfino da Dario Franceschini.

L'unica variazione allo schema base del Renzusconi che potrebbe andare in porto senza troppi problemi è l'innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38-40%. Circolano poi ipotesi più o meno concrete di una sorta di mediazione sul problema delle preferenze: l'introduzione di collegi uninominali per far capire chiaramente ai cittadini chi stanno votando.

Se la giornata a Montecitorio è stata decisamente interlocutoria, non così si può dire dalle parti di Arcore. A parte ripetere che viviamo nella "barbarie giudiziaria", Il Banana ha finalmente nominato il Pupino Toti "consigliere politico per il programma". Ok, la formula non è il massimo e rimanda alla preistoria democristiana, ma è solo un primo passo.

letta napolitano x

Del resto se Giovannone Toti ha accettato di mollare una poltrona in Mediaset da 400 mila euro l'anno non è certo per fare la bella statuina nel giardino del Re. Toti sarà con ogni probabilità il capolista di Forza Italia alle prossime europee e proverà a prendere in mano il partito. Un piccolo problema gli potrebbe arrivare solo dall'agenda: un signore di Milano con il seggio a Strasburgo, quanti giorni alla settimana potrà passare a Roma? Falchi e catafalchi già ridono.

RENZI, BOSCHI,

 

LA GATTA MORTA HA VINTO: "HOLLANDE E VALÉRIE UFFICIALIZZANO OGGI LA SEPARAZIONE"

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1. "HOLLANDE E VALÉRIE UFFICIALIZZANO OGGI LA SEPARAZIONE"
Ansa.it

PER VOICI HOLLANDE HA SCELTO JULIE

Il presidente francese, Francois Hollande, e la première dame di Francia, Valérie Trierweiler, dovrebbero ufficializzare oggi la loro separazione: lo dice il Journal du Dimanche sul suo sito Internet.

Secondo le informazioni del Journal du Dimanche, per il momento non confermate, l'Eliseo diramerà in giornata un comunicato stampa, nel quale si spiega che Francois e Valérie "mettono fine alla loro vita di coppia".

Il chiarimento arriverebbe così alla vigilia dell'arrivo in India, nel quadro di una missione umanitaria, di quella che è ancora formalmente la Première dame. Secondo il JDD, Trierweiler arriverebbe dunque a Mumbai come semplice cittadina. Quanto a Hollande, si presenterà solo negli Stati Uniti da Barack Obama. Le Journal du Dimanche spiega anche che le modalità di questa separazione sono state decise durante un pranzo giovedì scorso.

HOLLANDE DAL PAPA

Il 18 ottobre 2007, l'allora presidente Nicolas Sarkozy, aveva ufficializzato la sua rottura con Cécilia con un breve comunicato: "Cécilia e Nicolas Sarkozy annunciano la loro separazione consensuale. Non faranno nessun commento".

2. TRIERWEILER DOMENICA A MUMBAI, PER BENEFICENZA
Corriere.it

Otto giorni dopo le sue dimissioni dall'ospedale, in seguito a un malore per lo scandalo sulla relazione del presidente Hollande con Julie Gayet, Valerie Trierweiler - quasi a voler dare il segnale che è ancora lei la premiere dame di Francia - domenica partirà alla volta dell'India, a Mumbai, a sostegno di un'iniziativa di beneficenza. Lo ha reso noto un consigliere della Trierweiler mentre Francois Hollande è oggi a Roma per incontrare il Papa. Il viaggio della premier dame durerà due giorni ed è stato organizzato dall'Ong Action Against Hunger.

HOLLANDE article AA AD C x

LA TRASFERTA - La Trierweiler rispetterà il suo impegno della trasferta in India per sostenere l'Ong «Action contro la faim», che si farà carico delle spese di viaggio. Nel corso della visita di due giorni, la giornalista sarà accompagnata dall'attrice Charlotte Valandrey. In programma, fra l'altro, una visita a una bidonville, un pranzo con donne indiane e una cena di gala all'hotel Taj Mahal di Mumbai, lunedì sera, dedicato al tema della malnutrizione.

HOLLANDE article AA x

Giovedì sera l'entourage della premiere dame ha smentito le affermazioni diffuse nel pomeriggio da Le Figaro dell'avvocatessa Frederique Giffard, secondo le quali la coppia presidenziale starebbe «riflettendo insieme» su una soluzione negoziata.

 

 

QUELLO STRANO ASSE - SULLA LEGGE ELETTORALE, RE GIORGIO STA CON MATTEO E SILVIO

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Marco Conti per "Il Messaggero"

Non è uno che si commuove facile, ed è noto. E così è stato anche ieri, malgrado Renzi abbia mandato nella sede di FI la giovane e affascinante Maria Elena Boschi.
Il niet di Denis Verdini è stato totale sia sulle preferenze, sia sulle soglie di sbarramento. «Non si tocca nulla». Soprattutto non si rivede quel 5% di sbarramento che nel palazzone di San Lorenzo in Lucina sospettano sia il vero obiettivo da abbattere per il Nuovo Centrodestra.

RENZI NAPOLITANO

NIET

«I patti sono chiari e anche su questo abbiamo discusso a lungo. Noi abbiamo già ceduto sul doppio turno e oltre non riusciamo ad andare», è stata la cortese ma ferma spiegazione data dal coordinatore azzurro alla parlamentare che il segretario del Pd ha incaricato di seguire la trattativa. Ma la trattativa non c'è, almeno per ora, e il «prendere o lasciare», pronunciato da Renzi sabato scorso dopo l'incontro con Berlusconi, diventa un muro contro il quale sinora sono andati a cozzare tutti i tentativi.

RENZI E BERLUSCONI MATRIMONIO ALL ITALIANA

Compreso quello che Angelino Alfano sta facendo con Enrico Letta e Dario Franceschini. Quest'ultimo ha rotto ogni indugio schierandosi ieri l'altro sul Corriere in maniera netta contro il ritorno delle preferenze, mentre il presidente del Consiglio continua a guardare con sospetto le mosse di Renzi e cerca di tenere buono l'alleato con l'assunto che le riforme spettano al Parlamento e ai partiti.

Sino a ieri il gioco è stato tenuto dai partiti, ma da lunedì il confronto si sposta prima in Commissione e poi in Aula. Il via libera dato ieri al testo base di tutti i partiti contraenti dell'accordo rafforza le speranze del sindaco di Firenze che è però consapevole delle insidie che lo attendono.

Al punto da aver ieri di nuovo detto chiaramente che «se salta tutto si torna a votare anche in pieno semestre di presidenza italiana dell'Europa». Una constatazione, o una minaccia, che non impressiona i piccoli partiti che in questi giorni stanno facendo la voce grossa, visto che l'alternativa all'Italicum c'è ed è il sistema proporzionale che ha scritto la Consulta.

BERLUSCONI NAPOLITANO

ALLARME

Una iattura per Renzi, che vorrebbe andare a palazzo Chigi forte di una sua e coesa maggioranza, ma non per il Cavaliere che potrebbe elettoralmente lucrare sulla incapacità del centrosinistra di mantenere fede agli impegni presi con gli elettori e con FI. Lo schema dentro il quale avviene la trattativa sta comunque cominciando ad emergere e se il Sel di Vendola se la prende con il suo potenziale alleato - il Pd - altrettanto ha cominciato a fare ieri Alfano che ha messo in guardia il Cavaliere da una legge che favorirebbe la sinistra.

In buona sostanza ogni partito lavora nel tentativo di convincere il leader del partito potenzialmente alleato. Per le "trappole" e gli accordi trasversali, occorrerà attendere che il testo arrivi in aula. Per ora anche nel Pd regge il principio che gli emendamenti si presentano solo di gruppo. Francesco Paolo Sisto, presidente della prima Commissione, ha fissato per lunedì alle 13 il termine ultimo per gli emendamenti confermando il timing accelerato imposto da Renzi.

QURINALE

RENZI-VENDOLA

L'invito del Capo dello Stato ad approvare al più presto il pacchetto di riforme rafforza la strategia del segretario del Pd che conta molto sulla velocità e, per evitare che il tutto si impantani, continua a brandire il rischio di elezioni subito. Il silenzio del Quirinale sul possibile esito della legislatura tratteggiato da Renzi, qualora dovesse naufragare il tentativo in atto, la dice lunga sull'umore di Giorgio Napolitano nei confronti delle promesse dei partiti, tante volte disattese, di riscrivere la legge elettorale e di varare un pacchetto di riforme istituzionali.

ENRICO LETTA E ALFANO NEL GIORNO DELLA FIDUCIA AL GOVERNO FOTO LAPRESSE

Ipotizzando il voto anche nel semestre europeo, Renzi ieri ha spinto la sua minaccia ben oltre il portone di palazzo Chigi dove, a suo giudizio, la coppia Letta-Alfano lavora per affossare la legge elettorale in Aula grazie al voto segreto, contando proprio sulla presunta volontà del Colle di preservare l'appuntamento internazionale. Ciò avvalora l'esistenza di una sorta di intesa tacita a tre (segretario del Pd, Cavaliere e Colle), che potrebbe divenire a quattro (Letta) subito dopo la stipula del patto di programma che dovrebbe avvenire a metà del mese prossimo.

 

PROTESTA DEGLI AVVOCATI A NAPOLI CONTRO LA CANCELLIERI: MANI LEGATE E MASCHERE DI ANONYMOUS

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Giuseppe Crimaldi e Leandro Del Gaudio per "Il Mattino"

Mani legate (simulando il gesto delle manette) e una fascia tricolore con una scritta "a difesa dei diritti": eccola la posizione degli avvocati di Napoli, nei minuti che precedono l'inaugurazione dell'anno giudiziario.

AVVOCATI PROTESTANO ALL INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO DI NAPOLI

Chiara posizione polemica da parte del consiglio dell'ordine degli avvocati di Napoli per le mancate riforme in materia di giustizia. Atmosfera calda, in attesa dell'intervento dell'esponente ministeriale, l'ex pm napoletano Francesco Cascini, quando gli avvocati abbandonano il salone dei busti di Castelcapuano per protesta.

AVVOCATI PROTESTANO ALL INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO DI NAPOLI


Appena prende la parola il vicecapo del Dap Cascini, in rappresentanza del ministro della Giustizia, un centinaio di avvocati presenti nel salore dei busti di Castelcapuano inscena un'altra clamorosa protesta: gli esponenti della classe forense - molti dei quali in toga - voltano le spalle sollevando la maschera di Anonymous.

AVVOCATI PROTESTANO ALL INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO DI NAPOLI

Colpi di tosse o di risate scandiscono l'intervento di Cascini. Interrotta l'udienza, Cascini al microfono: "Presidente posso continuare? Per la verità non vedo neanche la folla" Cori di buu dagli avvocati.

AVVOCATI PROTESTANO ALL INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO DI NAPOLI

 

IL VERBO DI CHOMSKY: “STIAMO ANDANDO VERSO LA PLUTOCRAZIA, IN ITALIA LA DEMOCRAZIA È MORTA”

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1. CHOMSKY, STIAMO ANDANDO VERSO LA PLUTOCRAZIA
ANSA - Noam Chomsky, il maggior linguista vivente, l'autore del capolavoro Il linguaggio e la mente, a 86 anni ha una lucidità di pensiero che non lascia spazio a dubbi e illusioni. "Le nostre società stanno andando verso la plutocrazia. Questo è neo-liberismo" dice Chomsky, in Italia per il Festival delle Scienze all'Auditorium Parco della Musica di Roma, stasera e domani, e del quale è appena uscita la raccolta di testi inediti nel nostro Paese 'I padroni dell'umanità'(Ponte alle Grazie).

Noam Chomsky

"La democrazia in Italia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti, designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori". Ha detto Chomsky. In generale, "le democrazie europee sono al collasso totale, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere, perché sono decise da burocrati e dirigenti non eletti che stanno seduti a Bruxelles.

Questa rotta - ha sottolineato Chomsky - è la distruzione delle democrazie in Europa e le conseguenze sono dittature". Il linguista ha parlato anche di neoliberismo come di "un grande attacco alle popolazioni mondiali, il più grande attacco mai avvenuto da quarant'anni a questa parte" e di new media, sottolineandone uno degli aspetti negativi che è "la tendenza a sospingere gli utenti verso una visione del mondo più ristretta perché quasi automaticamente le persone sono attratte verso quei nuovi media che fanno eco alle loro stesse vedute".

New York Time logo


2. CHOMSKY, LINGUISTA E POLITOLOGO: "I RISCHI DEI NUOVI MEDIA? UNA SOLA VISIONE DEL MONDO"
Simone Valesini per www.wired.it

Noam Chomsky è uno degli intellettuali americani più importanti dei nostri giorni, famoso per il suo impegno politico, e per le forti critiche mosse nei confronti della politica estera degli Stati Uniti. Ma è anche un linguista e un filosofo di primo piano, che a partire dagli anni '50 ha contribuito a riportare lo studio del linguaggio umano al centro del dibattito scientifico, dando una spinta fondamentale allo sviluppo di discipline come l'intelligenza artificiale, le scienze cognitive e le neuroscienze.

Non poteva dunque che essere uno degli ospiti più attesi del Festival delle scienze di Roma, di cui Wired è media partner, in corso in questi giorni all'Auditorium, e dedicato quest'anno proprio al tema del linguaggio. Sono due gli interventi previsti, e il primo andrà in scena stasera alle 21: Conversazioni con Chomsky, una talk-opera organizzata in collaborazione con l'Auditorium Parco della Musica, e dedicata al pensiero politico del linguista.

mario monti enrico letta

Intervenuto in occasione del Festival, Chomsky ha colto l'occasione per dire la sua sullo stato di salute delle democrazie occidentali. Una bacchettata che non risparmia il sistema politico italiano. "In Italia la democrazia è scomparsa con l'arrivo di Monti, che non è stato eletto dal popolo, ma da un gruppo di burocrati di Bruxelles", ha commentato infatti il linguista americano, ricordando però come il problema non sia limitato al nostro Paese. "Lo stesso Wall Street Journal ha scritto che la democrazia americana è al collasso. Ogni governo, che sia di destra o di sinistra, segue la stessa politica, decisa da gruppi di banchieri e burocrati".

Secondo Chomsky, a dettare l'agenda politica, in Europa come in America, sarebbero dunque gli interessi particolari dei grandi gruppi finanziari e delle banche. Tra i loro obiettivi principali, la distruzione di quel welfare state che è stata una delle principali conquiste europee del dopoguerra. "Il concetto lo ha sintetizzato bene Draghi in un'intervista recente, in cui ha dichiarato che il contratto sociale ormai è morto", ha raccontato Chomsky: "Questo vuol dire che la politica ormai serve solo ad arricchire i banchieri".

samaras barroso INAUGURANO IL SEMESTRE EUROPEO

Se la diagnosi è chiara, la cura invece sembra difficile da trovare. Anche Internet e i nuovi media, spazi e linguaggi innovativi che per molti potrebbero contribuire a spezzare il "circolo vizioso del potere", secondo Chomsky portano invece con sé nuovi pericoli. "Mi sembra che spesso i nuovi media portino a una visione più ristretta del mondo, perché le persone sono attratte dai mezzi che esprimono esattamente la loro stessa concezione", ha spiegato infatti il linguista.

"Se su un giornale come il New York Times si trovano ancora un certo numero di opinioni differenti, un blog tende invece ad averne una sola. D'altra parte Internet mi permette di leggere i giornali di tutto il mondo. Dipende quindi da come si usano. Possono essere un bene, allargando i nostri orizzonti, così come un male".

Oltre al suo pensiero politico però, il contributo di Chomsky al Festival delle Scienze riguarderà ovviamente anche il suo lavoro di scienziato. Per domani infatti è previsto il suo secondo intervento, sabato alle ore 21, dal titolo Il linguaggio come organo della mente, in cui farà il punto sulle nuove scoperte della linguistica.

I DATI PERSONALI IN INTERNET

"Negli ultimi anni sono venute alla luce alcune conclusioni sorprendenti sulla natura e sull'evoluzione del linguaggio, che cercherò di illustrare nella conferenza di domani", ha spiegato il linguista, ricordando poi gli importanti traguardi raggiunti dalla linguistica negli ultimi decenni: "La moltitudine di studi svolti negli ultimi anni ha prodotto un incredibile aumento della comprensione teorica dei fenomeni linguistici, e oggi anche nuove discipline come le brain sciences iniziano a dare contributi interessanti".

Un esempio? "Oggi sappiamo che l'ordine delle parole è un fenomeno superficiale, che ha più a che fare con il sistema articolatorio che con la comprensione del linguaggio. A migliaia di anni di distanza da Aristotele, che diceva che il linguaggio è l'unione di suoni e significati, oggi sappiamo invece che è fatto di significati con attaccati i suoni, i quali rivestono un'importanza solamente marginale".

NON TOCCATE INTERNET

 

 


E IL “VIRUS” DI PORRO (5,44%) SUPERA LA BARBARICA DARIA BIGNARDI (4,23%) - ANCORA MEGLIO “QUARTO GRADO” DI NUZZI (6,59%)

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http://www.davidemaggio.it/archives/91476/ascolti-tv-di-venerdi-24-gennaio-2014 - more-91476

LA7 - Victoria Cabello - Myrta Merlino - Lilli Gruber - Enrico Mentana - Daria Bignardi - Ilaria D'Amico - Gad Lerner

Ascolti tv prime time
Su Rai1 la prima puntata della fiction, con Virna Lisi, Madre Aiutami ha conquistato 5.125.000 spettatori pari al 19.2%. Su Canale 5 il film Baaria ha raccolto davanti al video 3.526.000 spettatori pari al 15.73% di share. Su Italia 1 Arrow ha registrato 2.876.000 spettatori (10.01%) mentre The Tomorrow People è piaciuto a 2.074.000 spettatori con il 7.86%. Su Rai2 Virus ha informato 1.377.000 spettatori (5.44%). Su Rai3 gli ultimi episodi della seconda stagione di Scandal hanno raccolto davanti al video 746.000 - 763.000 - 868.000 spettatori (2.59% - 2.79% - 4.4%). Su Rete4 la puntata numero 150 di Quarto Grado totalizza 1.535.000 spettatori (6.59%). Su La7 il talk Le Invasioni Barbariche è stato visto da 953.000 spettatori (4.23%).

Nicola Porro

Access prime time
Affari Tuoi supera i 6 milioni, ma Striscia non è lontana.

Su Rai1 Affari Tuoi è stato seguito da 6.032.000 spettatori e il 21.17% di share mentre su Canale 5 Striscia la notizia ha fatto segnare 5.823.000 spettatori (20.37%). Su Italia1 CSI ha registrato il 5.29% di share con 1.457.000 spettatori. Su Rete4 Tempesta d'amore ha siglato il 5.01% con 1.422.000 individui all'ascolto. Su Rai3 Un Posto al sole ha fatto segnare il 7.32% e 2.042.000 spettatori, mentre Otto e Mezzo su La7 1.523.000 e il 5.38%.

rif61 daria bignardi

Preserale
Sconosciuti cala al di sotto del 4%.

Nella fascia preserale L'eredità - La Sfida dei 6 ha ottenuto un ascolto medio di 3.948.000 spettatori (21.38%) mentre L'Eredità ha raccolto 5.300.000 spettatori (24.18%). Su Canale 5 Avanti un Altro ha raccolto 4.173.000 spettatori con il 19.55% (Avanti il primo al 17.6% con 3.097.000 spettatori). Su Italia1 CSI ha totalizzato 749.000 spettatori (3.25%). Su Rai2 la serie NCIS ha interessato 1.128.000 e 1.607.000 ascoltatori (5.6% - 6.56%). Il Segreto in replica su Rete4 è stato seguito da 1.398.000 telespettatori con il 5.63%. Su Rai3 Blob si porta al 4.46% con 1.097.000 spettatori mentre Sconosciuti segna il 3.82% con 990.000 spettatori. Su La7 la serie Il Commissario Cordier ha appassionato 585.000 spettatori (share del 3.08%).

Daytime Mattina
Storie Vere al 19.37%.

Su Rai1 Uno Mattina dà il buongiorno a 1.000.000 telespettatori con il 17.91% nella prima parte e 1.072.000 spettatori con il 19.37% nella seconda parte. Uno Mattina Storie Vere segna il 19.37% con 1.055.000 spettatori mentre Uno Mattina Verde registra il 16.12% con 900.000 spettatori. Su Canale5 Tg5 Mattina ha informato 1.437.000 spettatori con il 22.15%. Federico Novella e Federica Panicucci al timone di Mattino Cinque hanno convinto 673.000 spettatori (11.66%), nella prima parte, e 710.000 spettatori (12.84%) nella seconda parte. Una Mamma per Amica su Italia1 ha ottenuto 157.000 e 242.000 con il 2.42% e il 4.03%. Su Rete 4 Carabinieri è piaciuto a 325.000 spettatori con il 5.93%. Su Rai3 Agorà segna il 10.42% con 627.000 spettatori mentre Mi Manda Rai3 convince il 5.66% con 318.000 spettatori. Su La7 Omnibus conquista il 2.79% di share (165.000) e Coffee Break il 4.85% (268.000).

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Daytime Mezzogiorno
Solo l'8.88% per L'inaugurazione dell'Anno Giudiziario. Ne approfittano I Fatti Vostri.

Su Rai1 l‘Inaugurazione dell'Anno Giudiziario porta a casa 669.000 spettatori con l'8.88%. A seguire Antonella Clerici con La Prova del Cuoco si aggiudica 2.439.000 ascoltatori (16.76%). Su Canale 5 Forum arriva al 15.6% con 1.498.000 telespettatori. Su Rai2 I Fatti Vostri ottiene 1.078.000 spettatori con l'11.25%.

LILLI GRUBER E MARIO MONTI

Su Italia1 la serie Dr House ha interessato 387.000 spettatori con il 4.48%. Subito dopo Studio Aperto, Sport Mediaset ha ottenuto 1.704.000 con il 9.59%. Su Rai3 Il Pane Quotidiano ottiene 711.000 spettatori (4.61%) mentre Il Tempo e la Storia, con Massimo Bernardini, arriva al 2.89% con 531.000. Su Rete4 il telefilm Un Detective in Corsia è stato seguito da 633.000 telespettatori con il 4.78% e subito dopo La Signora in Giallo si porta al 6.05% con 1.092.000. Su La7 L'Aria che Tira ha raccolto 382.000 spettatori con il 5.51%, nella prima parte, e 433.000 spettatori con il 3.19%.

Daytime Pomeriggio
Record in valori assoluti per il daytime de Il Segreto.

Su Rai1 il court show Verdetto Finale ottiene il 12.62% con 2.112.000 telespettatori. A seguire l'anteprima di Vid Italia in diretta ha interessato 1.792.000 spettatori con il 13.98% (presentazione all'11.94% con 1.718.000 spettatori). La Vita in Diretta ha convinto 2.155.000 spettatori (16.04%) nella prima parte, e 2.617.000 spettatori (16.98%) nella seconda parte. Su Canale5 Beautiful ha raccolto 3.922.000 telespettatori con il 20.76%, la soap CentoVetrine ha conquistato il 18.82% con 3.365.000 spettatori. Uomini e Donne ha convinto 3.248.000 spettatori con il 21.63%.

EZIO GREGGIO HUNZIKER CON IL CANE A STRISCIA jpeg

A seguire Il segreto ha convinto 3.410.000 spettatori con il 26.94%. Pomeriggio Cinque ottiene 2.687.000 spettatori (20.39%) nella prima parte e 2.340.000 spettatori (15.03%) nella seconda parte. Detto Fatto ha raccolto su Rai2 805.000 e 1.069.000 spettatori e il 4.39% e il 7.15% di share nei due rispettivi segmenti di messa in onda. A seguire Cold Case segna il 3.52% e il 3.75% e con 445.000 e 491.000 spettatori. Su Italia1 I Simpson arrivano all'8.22% e all'11.06% con 1.554.000 e 2.053.000; Dragon Ball ottiene 1.303.000 telespettatori con il 7.47%.

The Big Bang Theory segna il 5.69% e il 4.97% con 785.000 e 830.000 spettatori mentre Due Uomini e Mezzo segna il 4.97% e il 4.91% (670.000 - 624.000 spettatori). L'ottava stagione in prima tv assoluta di How I Met Your Mother ha divertito 595.000 spettatori con il 4.71%. Su Rete4 Lo Sportello di Forum è stato seguito da 954.000 spettatori con il 5.66%. Su Rai3 Geo ha convinto 1.414.000 spettatori (9.77%). Su La7 TgLa7 cronache ha informato 402.000 spettatori con il 2.19%. Su Real Time Amici ottiene 495.000 spettatori con il 2.71%.

Luca Telese

Seconda Serata
A notte inoltrata Matrix si ferma al 9.64%.

Su Rai1 l'appuntamento con Tv7 totalizza 1.052.000 spettatori per uno share del 7.6%. Obiettivo Pianeta porta Rai2 al 4.33% con 406.000 spettatori. In 556.000 si sono sintonizzati su Canale 5 per seguire Matrix (share del 9.64%). Su Italia1 Revolution ha appassionato 1.348.000 - 1.026.000 spettatori (6.84% - 8.21%). Su Rete 4 Soldi Sporchi ha interessato 419.000 spettatori con il 6.68%.

Telegiornali
(edizioni meridiana e della sera in migliaia):

TG1: 4.040 (21.62%) / 6.105 (24.06%)
TG2: 2.782 (16.49%) / 1.781 (6.47%)
TG3: 1.956 (11.17%) / 2.175 (10.83%)
TG5: 3.567 (20.91%) / 5.034 (19.8%)
STUDIO APERTO: 2.129 (15.64%) / 1.206 (7.24%)
TG4: 523 (6.77%) /989 (4.98%)
TGLA7: 736 (3.94%) / 1.710 (6.68%)

 

L’ISOLA DEI MAFIOSI - NUOVA PUNTATA DEL REALITY “RIINA EXPRESS”: “PROVENZANO SI ERA MESSO A FARE IL CARABINIERE”

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Salvo Palazzolo per "la Repubblica"

TOTO RIINA

Totò Riina lascia intendere che una trattativa fra mafia e ambienti delle istituzioni ci fu, ma non passò da lui. Piuttosto, dal suo compagno di sempre, Bernardo Provenzano, che arriva a soprannominare in modo dispregiativo, come un «carabiniere» manovrato da qualcuno.

«Mi dispiace prendere certi argomenti - dice Riina al fidato compagno d'ora d'aria, il boss della Sacra Corona Unita Alberto Lorusso - questo Binnu Provenzano chi è che gli dice di non fare niente? Qualcuno ci deve essere che glielo dice. La cosa... quindi tu collabori con questa gente... A fare il carabiniere pure... e non dici... a rispondergli giusto, regolarmente, e dirgli: perché devo fare questo? Qual è il motivo».

TOTO RIINA IN CARCERE

È un discorso frammentario. «Ai tempi miei, di Totò Riina... ‘u zu Totò Riina solo trattava cose e persone importanti. Però... è inutile questo trio... di uomini... non ce n'è che a trovare le idee di un cristianu... che si mettono a disposizione per fare i carabinieri». Il 19 agosto scorso, il capo di Cosa nostra si sfoga su Provenzano, compagno di una vita di affari e delitti.

«Quello è un bambino che adesso si è ammalato... però Binnu... non capisco... come lo hanno fottuto... disgraziati... Lui i piccioli( i soldi - ndr) ce li ha. Tanto è vero - sostiene Riina - che la moglie ce li ha conservati... ce li ha messi a gazzane (nelle mensole - ndr)».

Totò Riina nascondiglio Mafia

Riina sostiene di avere «avvertito» Provenzano, non è chiaro per cosa: «Però io ce l'avevo detto, Binnu usciamone, e lui mi ha detto: per ora sono messo, che so... ci sono cristiani... che ti ha detto? Perfetto. Eh... Binnu... meschino, mi è dispiaciuto, era una persona, un grande uomo ed un signore... era serio».

1 toto riina

Cosa è accaduto fra Riina e Provenzano? Quale scelta li ha divisi? Secondo la Procura, Provenzano avrebbe venduto Riina ai carabinieri. Lui, il capo dei capi in carcere dal 15 gennaio 1993, continua a incensarsi. «Con me hanno tutti da perdere, perché io sono un tedesco nato, i tedeschi dovrebbero venire a scuola da me per imparare il tedesco buono».

BERNARDO PROVENZANO

E ancora: «A me il terreno mi ha buttato e il cielo mi ha accolto... Minchia, stavo sempre dalla parte della ragione». Fra un discorso e l'altro, Riina torna a parlare del giudice Giovanni Falcone: «Anche per il fatto dell'Addaura, quando gli hanno messo la bomba... figlio di puttana, lui ha detto... saranno gente perfetta, gente che... se lo è immaginato che poteva essere gente... politici... gente che...».

Bernardo provenzano arrestato

Riina ricorda la frase di Giovanni Falcone sulle «menti raffinatissime », pronunciata dopo il fallito attentato all'Addaura, del giugno 1989. «Pensava, pensava - dice Riina - sono gente con il cervello». Ma è rimasto il mistero sulle menti raffinatissime.

 

Giovanni Falcone

BONOMI AZZERA L’INVESTIMENTO NELLA POPOLARE DI MILANO E PORTA A CASA UNA BELLA PLUSVALENZA

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Carlotta Scozzari per Dagospia

In finanza (e non solo), si sa, le dichiarazioni dei protagonisti più che ascoltate vanno interpretate, decifrate, perché spesso significano quel che lì per lì può non sembrare. Questa volta però Andrea Bonomi si è davvero superato. Il nipote di Anna Bonomi Bolchini (con la sua Bi-Invest di fatto l'unica signora della finanza che la storia italiana ricordi) ieri sera, a Borsa chiusa, ha annunciato di avere completamente azzerato la partecipazione in Bpm, che soltanto fino a poco tempo fa deteneva indirettamente con il suo fondo di private equity Investindustrial e che era pari all'8,6 per cento. Nel dettaglio, il 20 gennaio la partecipazione è stata portata sotto il 5% e il 23 sotto il 2 per cento.

anna bonomi bolchini jpegANDREA BONOMI

Nulla di male: la Borsa è fatta apposta per comprare e vendere azioni. Se non fosse che Bonomi, non più tardi di due giorni fa, vale a dire il giorno stesso in cui stava scendendo sotto il 2% del capitale, ha rilasciato dichiarazioni che, per quanto lasciassero percepire una volontà di vendere, non avrebbero certo fatto immaginare un'uscita completa dal capitale della banca in tempi così rapidi.

"Non so cosa farà Investindustrial. Decideremo nei prossimi giorni. Nei prossimi giorni si saprà", ha dichiarato giovedì Bonomi a chi gli domandava se il private equity avrebbe mantenuto l'investimento nella banca. Quel "decideremo nei prossimi giorni" ha il sapore di un'affermazione che va in direzione del tutto contraria rispetto ai fatti, dal momento che le vendite - lo si è saputo ieri sera - erano già abbondantemente scattate.

Insomma, il mercato sembra essere stato privato di una fetta importante, se non decisiva, di informazioni, motivo per cui sembra esserci già abbastanza materiale perché la Consob accenda il suo proverbiale faro.

E pensare che soltanto in una intervista concessa ieri al "Sole 24 ore" il neo consigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, evidentemente completamente all'oscuro delle mosse di Bonomi, si augurava non soltanto che Investindustrial restasse nella compagine azionaria, ma anche che partecipasse all'aumento di capitale da 500 milioni, che a questo punto, con un investitore all'8,6% fuori dai giochi, si prospetta sempre più complesso.

DAVIDE CROFF E MOGLIEANDREA BONOMI

Del resto, che qualcuno stesse vendendo a man bassa azioni Bpm negli ultimi giorni era diventato abbastanza evidente: basti pensare che venerdì 17 gennaio il titolo viaggiava poco sopra i 53 centesimi, mentre il 23, giorno in cui Bonomi è sceso sotto il 2%, era precipitato a ridosso dei 47.

Prezzo, quest'ultimo, che in ogni caso implica una plusvalenza per il patron Investindustrial. Bonomi, infatti, nell'autunno del 2011, dopo essersi assicurato il sostegno di una parte dei sindacati della banca e avere sconfitto l'avversario Matteo Arpe, era entrato in Bpm investendo circa 35 centesimi per azione.

Ma la "liaison" con i sindacati, da sempre potentissimi in Piazza Meda, è durata poco e i rapporti si sono definitivamente incrinati sulla trasformazione in società per azioni della Popolare che il patron di Investindustrial aveva progettato. Già lo scorso novembre, il consiglio di gestione della banca presieduto da Bonomi si era dimesso proprio per le tensioni che stavano emergendo in maniera sempre più evidente.

Giuseppe Castagna

Il cdg è poi stato rinnovato venerdì scorso, il 17 gennaio, e conta almeno un componente, Davide Croff, molto vicino a Bonomi (sebbene il finanziere nei giorni scorsi abbia smentito che si tratti di un suo rappresentante). Si potrebbe, insomma, affermare che il patron di Investindustrial ha aspettato di piazzare un consigliere in cdg per poi uscire di scena intascando una lauta plusvalenza. Un colpo da vero private equity, alla faccia delle ragioni "industriali" e "strategiche" dell'investimento in Bpm da sempre sbandierate.

 

LETTERA DEGLI AVVOCATI DI FRANCESCA DELLERA PER SMENTIRE LA LIAISON CON IL BOSS

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tn francesca dellera

1. LA LETTERA DI SMENTITA DI FRANCESCA DELLERA
Spett.le
Dagospia.com



Via e-mail all'indirizzo rda@dagospia.com

c.a. dottor Roberto D'Agostino

Egregio Direttore,

nell'interesse della signora Francesca Dellera, che ci conferisce mandato professionale, dobbiamo rappresentarLe quanto segue.

In data odierna è stato pubblicato un articolo dal titolo: "1. FERMI TUTTI! DALLA ‘PIZZA CONNECTION' DEI 23 RISTORANTI ROMANI SBUCA UNA VECCHIA RELAZIONE SEGRETA TRA L'ATTRICE FRANCESCA DELLERA E IL BOSS EDOARDO CONTINI - 2. UN COLLABORATORE DI GIUSTIZIA, FONDAMENTALE PER RICOSTRUIRE GLI AFFARI DELLA CAMORRA, HA RACCONTATO ANCHE DI "DEBOLEZZE" DEL BOSS EDOARDO CONTINI, SPIETATO NELLE SUE PUNIZIONI, MA TENERO CON LA SUA AMANTE, L'ATTRICE FRANCESCA DELLERA - 3. "ERA L'ANNO DEI MONDIALI, IL '90, ERAVAMO DETENUTI INSIEME IN CARCERE; EDOARDO MI CONFIDÒ DI AVERE AVUTO UNA RELAZIONE EROTICA CON FRANCESCA DELLERA E MI DISSE CHE LUI GLI AVEVA PROCURATO ANCHE DELLA COCAINA CHE CONSUMAVANO INSIEME'' in cui è dato leggere, per quello che qui interessa, quanto segue:

 

"L'ATTRICE E IL BOSS. Un collaboratore di giustizia, fondamentale in questa inchiesta per ricostruire gli affari della camorra, ha raccontato anche di "debolezze" del boss Edoardo Contini, spietato nelle sue punizioni, ma tenero con la sua amante, l'attrice Francesca Dellera. «Era l'anno dei Mondiali, il ‘90 - dice il collaboratore ai pm - eravamo detenuti insieme in carcere; Edoardo mi confidò di avere avuto una relazione erotica con la nota attrice Francesca Dellera e mi disse che lui gli aveva procurato anche della cocaina che consumavano insieme. Fu proprio Salvatore (mi sembra) Righi a presentare a Edoardo la".

Tale notizia è falsa e come tale destituita di ogni fondamento; è altresì lesiva dell'onore, della reputazione, della identità personale e dell'immagine della signora Francesca Dellera che non ha mai conosciuto Edoardo Contini né tanto meno Salvatore Righi.

Si tratta di diffamazione gravissima in contrasto con quelli che sono i diritti personalissimi della signora Francesca Dellera che, pertanto, si riserva di agire nelle opportune sedi giudiziarie a propria tutela.

Si chiede, dunque, l'immediata rimozione dal sito dell'articolo diffamatorio e che tale smentita venga pubblicata ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 8 della legge 47 del 1948, così come modificato dall'art. 42 della legge 416 del 1981.

full francesca dellera


2. IL BOSS CHE IN CARCERE RACCONTÒ AI COMPAGNI L'AMORE CON FRANCESCA DELLERA
Goffredo Buccini per il Corriere della Sera

La pupa e il boss, variante pulp della «Bella e la Bestia», è archetipo che funziona sempre: nella sceneggiata napoletana e nei tribunali. Dunque ecco che dalle carte della nuova Pizza Connection, dov'è narrato lo sbarco camorrista nella Capitale, spuntano una bellona storica che ha fatto sognare almeno due generazioni di maschietti e uno storico Malamente, incubo di almeno quattro generazioni di guaglioni e povere vittime.

EDOARDO CONTINI

Lei è Francesca Dellera, che Tullio Kezich descriveva con metafora verista: una fisicità parlante ; lui, Edoardo Contini, alias O' Romano , camorra imprenditrice. Un pentito controverso come O' Nasone Giuseppe Misso sostiene che il padrino gli rivelò in cella la sua storia rovente con la morbida ninfa del «Capriccio» di Tinto Brass. «Era l'anno dei Mondiali», mette a verbale O' Nasone , parafrasando Venditti: quelli di Italia ‘90.

Lei ha trascorso l'ultimo lustro a rendersi quasi invisibile - tra il rifugio di Parigi e quello dei Parioli - forse inseguita davvero troppo da quella sua fisicità. Dunque dev'essere un bell'incubo sentirsi risucchiare in quest'universo di soprannomi grotteschi, cuori tatuati e scannapecore accolti nella Roma mondana per qualche tiro di coca.

EDOARDO CONTINI

Vera o falsa che sia, si tratta di smargiassata camorristico-sessuale: gomitate bavose davanti a un poster dietro le sbarre, «chella è a' femmena mia », par di vederli; e Francesca è vittima di qualche rigo di verbale di troppo come qualsiasi donna può essere vittima dell'indiscrezione d'un uomo stolto.

Anni fa, raccontò a Cesare Lanza: «Forse per una suggestione infantile, mi piace l'uomo gangster, da cui bisognerebbe stare alla larga». Nel mondo occhiuto delle scartoffie di Procura, questa parrebbe persino una confessione stragiudiziale. Nel mondo normale, la sua liaison dangereuse dovrebbe essere ascritta alla sempre vasta categoria del chi-se-ne-frega.

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Non fosse che, paradossalmente, la cronaca nera qui acciuffa la cronaca rosa, e la diva invisibile si trova sovraesposta: luci della ribalta a sua insaputa. Diceva di lei uno dei suoi mentori, Marco Ferreri, che non aveva il problema di ottenere le cose, «ma di volerle dopo averle ottenute». E infatti sappiamo che la felicità non sta nell'avere ciò che si desidera ma nel desiderare ciò che si ha. Chissà se Francesca ha desiderato tutto quello che ha avuto, dalla natia Latina a salire e scendere per curve e dossi di quell'accento pontino che un po' l'ha punita a dispetto del corpo sontuoso, costringendola a qualche doppiaggio.

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Chissà quanto c'è di contrappasso nel ritrovarsi O' Romano tra i flirt attribuiti dopo Emanuele Filiberto, Christopher Lambert, Yannick Noah e John Bryan, il playboy texano noto per aver baciato nientemeno che l'alluce a Sarah Ferguson. I siti di gossip l'hanno addirittura inserita tra i «dieci rospi» che dovette ingoiare Veronica. Pettegolezzo che troverebbe appoggio su una voce dal sen (!) fuggita a Tinto Brass: «Berlusconi si invaghì della Dellera quando vide una sua foto sul set del mio film, Capriccio . Un giorno le mandò un visone tutto bianco e Francesca chiese consiglio a mia moglie: "Che devo fare?". Mia moglie rispose: "Prendilo, cara, prendilo". E lei lo prese».

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Era il 1987, e quello fu il suo esordio: pescata in discoteca, lei raccontò d'aver dato persino qualche buca al maestro, pigra, svogliata e irresistibile come solo una ninfa popolana sa essere. Se non sono tutte bubbole, la relazione con O' Romano sarebbe più o meno di quegli anni, e dunque l'ignaro Cavaliere avrebbe di nuovo sfiorato un intreccio di fili ad alta tensione erotico-giudiziaria, per la gioia di procuratori comunisti e sceneggiatori.

Mito? Realtà? Lei rispose così a chi le chiedeva della relazione «con un uomo molto importante»: «Non ne parlo, la mia vita è altro». Cha peau . Come Jessica Rabbit, che impersonò per spot, la disegnano maliarda. In realtà dice cose di buonsenso che mal s'attagliano al cliché: «Preferisco farmi ricordare attraverso la pubblicità piuttosto che fare la televisione, che detesto... mai mi lascerei avvilire da un ruolo di soubrette, io sono un'attrice».

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La Lollo, sul set della nuova «Ciociara », le ammollò per gelosia ceffoni dolorosi, «uso il metodo verità». Lei reagì con una spettacolare sberla figurata: «Doveva fare la madre, ma voleva ancora fare la figlia...». Quando lo scorso novembre la sorprendono a far shopping a Milano, è sparita già da un pezzo. Sicché i paparazzi si fanno sotto, curiosi e ribaldi. È ancora bella, ma il tempo ha forse reso un po' afona la fisicità parlante. Francesca apre un ombrello e si ripara: dai flash, dagli sguardi morbosi, da quei maschietti di cui O' Romano e O' Nasone sono infine caricature nere, deformi ma rivelatrici come in uno specchio di luna park.

 

Tinto Brass con Moglie

 

Tinto BrassTinto Brass e Debora Caprioglio

CAZZI MIEI/1 - ELTON JOHN SCRIVE A PUTIN: “LASCIA CHE TI PRESENTI I MIEI AMICI GAY RUSSI”

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Lettera di Elton John pubblicata da "la Repubblica"

Per contestare la legge anti-gay approvata lo scorso anno in Russia, il cantante ha diffuso sul suo sito web una lettera aperta al presidente russo Vladimir Putin che lo ammira e che solo la scorsa settimana lo ha definito una «persona straordinaria a prescindere dal suo orientamento». La pubblichiamo di seguito.

ELTON JOHN NEL 1968

Sono profondamente grato per il sostegno del popolo russo, che mi ha accolto e accettato nel suo Paese fin dalla mia prima visita, nel 1979. L'ultima volta che sono venuto in Russia, lo scorso dicembre, mi chiedevo se la nuova legge che vietava la «propaganda omosessuale » avrebbe cambiato l'atteggiamento delle persone, ma da parte del pubblico ho sentito lo stesso calore e la stessa accoglienza che ho avvertito tutte le volte che sono stato in Russia.

gaga elton

A Mosca ho incontrato alcuni esponenti della comunità Lgbt. Mi hanno accolto favorevolmente in quanto straniero apertamente gay, ma il mio obbiettivo era cercare di capire di persona in che modo la nuova legge avesse cambiato la vita di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali russi nel loro Paese.

Quello che mi hanno raccontato ha confermato e rafforzato le storie che circolano sui mezzi di informazione da quando la nuova legge è entrata in vigore: l'omofobia più feroce è stata legittimata e gli estremisti si sentono autorizzati a violare i diritti umani fondamentali delle persone.

Le persone che ho incontrato a Mosca - uomini e donne omosessuali di 20, 30 e 40 anni - mi hanno raccontato storie di minacce da gruppi di picchiatori decisi a «curare» le loro tendenze cospargendoli di urina o massacrandoli di botte. Un ragazzo è stato assalito fuori da un locale gay da un uomo che fingeva di essere un tassista e che ha cercato di strangolarlo con la corda di una chitarra perché «sodomita ».

ELTON JOHN AND ROBERT DE NIRO

Tutti raccontavano storie di violenze verbali e fisiche, sul posto di lavoro, nei locali e nei ristoranti o per strada, da quando la legge è entrata in vigore lo scorso giugno. E in certe occasioni il lavoro fondamentale di fornire informazioni alla comunità gay per prevenire l'infezione da Hiv è stato etichettato come «propaganda omosessuale» e vietato.

putin muscoli

Era evidente che mentre stranieri in visita in Russia, come me, non sono toccati da questa nuova legge (e il presidente Putin lo ha confermato recentemente), per chi vive nel Paese è tutta un'altra storia.

Come ha detto il mese scorso la parlamentare Maria Maksakova ai suoi colleghi: «Stiamo riscontrando conseguenze estremamente negative in seguito all'introduzione di questa legge, con una crescita dei reati di discriminazione». Il presidente Putin dice che non era questa l'intenzione, ma è indubbio che questo è stato l'effetto che ha avuto la sua legge, promuovendo incomprensione e ignoranza. È molto grave che la legge colleghi esplicitamente l'omosessualità agli abusi nei confronti dei bambini, quando innumerevoli studi hanno dimostrato l'infondatezza di questa equazione.

Mayak Cabaret p uno degli ultimi gay club di Sochi

Le persone che ho incontrato a Mosca erano uomini e donne per bene, persone patriottiche che non avevano nessuna volontà di imporre la loro sessualità a chicchessia. Qualunque siano le intenzioni delle leggi russe sulla propaganda dell'omosessualità e della pedofilia, vedo che si stanno trasformando in un serio pericolo per la comunità Lgbt e che costituiscono una ragione di profonda divisione all'interno della società russa.

La comunit LGBT teme che la nuova legge porter a violenza

Sarei molto lieto se potessi avere l'opportunità di presentare al presidente Putin russi che meritano di essere ascoltati e di essere trattati nel loro Paese con lo stesso rispetto e la stessa calorosa accoglienza che ho ricevuto io durante la mia ultima visita.

 

Andrej Tanichev e Roman Kochagov gestiscono lultimo gayclub della citt Putin Medvedev Berlin gay pride poster
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