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TUTTI I CONIGLI DAL CILINDRO DEL BANANA - TOTI È L’ENNESIMO COLPO DI FULMINE DEL CAV

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Mario Ajello per "il Messaggero"

Dal taschino di Berlusconi esce sempre qualche piccolo o grande delfino. Chi per fare il successore in pectore del Cavaliere addirittura come nuovo leader dei moderati (ma tanto dopo Silvio solo Silvio ci può essere secondo Silvio) e chi, più in piccolo, per essere messo a dirigere il partito di Berlusconi ed essere illuminato dalla sua luce. Che s'accende si spegne con regale leggerezza, secondo i piaceri e le bizze del sovrano.

Giovanni Toti

E' il delfino numero trenta Giovanni Toti, arrivato nel cuore di Silvio dopo che ne è uscito Alfano ma forse Angelino sta per rientrarne perchè è mutevole il sentimento del super-leader che non innalza mai davvero nessuno ma neanche gode nello scaricare le persone di cui si è stufato.

O meglio, una trentina, ma forse anche di più dal '93 e soprattutto dal '96 a oggi, sono le cotte, i piccoli colpi di fulmine (a volte grandi: come quando nell'estate del 2007 voleva affidare tutta la baracca a Michela Vittoria Brambilla, ora degradata a consigliera zoologico-animalista che comunque non è poco), le infatuazioni, le voglie di creare nuovi Silvio o simil-Silvio (anche in salsa femminea) sapendo che è impossibile. Prima ancora di puntare su se stesso, nel '93, Berlusconi già aveva un delfino, o meglio un alter ego ovvero un sostituto («Ma è troppo molle») capace forse di impedire la dittatura bolscevico-occhettiana in Italia.

Ma l'accordo con il prescelto, Mariotto Segni, non si chiuse e allora sua Emittenza scese in campo personalmente. Per due anni, dal '94 al '96, si stette calmo, ma appena cominciò quella fase che Silvio chiamò «la traversata nel deserto» (la dura vita all'opposizione dopo il Ribaltone di Bossi e fino alla rivittoria nel 2001 e Scajola gestì le liste con mano sicura) Berlusconi s'è messo a giocare pazzamente con le figurine. Il '96 è l'anno di Letizia Moratti che successivamente, come «la nostra Lady Ferro», rispunterà come ereditiera quasi certa cioè improbabile.

GIOVANNI TOTI

ALBUM
Ora il posto di Letizia nell'album è di Marina Berlusconi o di Barbara e la prima come trainer per la leadership ha l'ex filosofo, e fondatore di Forza Italia, Paolo Del Debbio sul quale più volte in passato e di recente Silvio ha fatto un pensierino come «nuova guida dei moderati» in quanto «è spigliato in tivvù». E comunque, Moratti ballò un annetto ma ancora nel 2010, sindachessa di Milano, si trovò a smentire in un take dell'Adnkronos del 1 aprile: «Non sono il delfino di Berlusconi. Il Cavaliere ha tanti delfini e tutti validissimi».

MARIO SEGNI

E anche, spesso, somigliantissimi - almeno agli occhi del Re - tra di loro. Lui predilige i bellini, composti e gentili, piuttosto alti di statura per supplire nel suo immaginario ai centimetri che gli mancano: Toti è così e lo è un altro vecchio sogno (svanito) che si chiama Franco Frattini, per non dire di Mauro Pili. Pili chi? Sardo e governatore della Sardegna, pettinato e piacente, fisicamente slim, con però un difettuccio che gli è costato la carriera anche agli occhi del suo grande mentore.

LETIZIA MORATTI SERATA SANPATRIGNANO

Nel discorso di insediamento da presidente sardo, recitò un discorso ricalcato pari pari da un testo che si riferiva originariamente alla Lombardia. E così, si scoprì che il fiume Ticino bagna la Barbagia e il Mincio scorre in Costa Smeralda. E Maurizio Scelli, che doveva sostituire tutti i «parrucconi» forzisti - eterno incubo del Presidentissimo - grazie alla sua esperienza alla Croce Rossa? Svanito in un attimo, e subito dopo la sua convention personale a Firenze disertata quasi anche da lui stesso.

fini casini download jpeg

L'ELENCO TELEFONICO
Un elenco telefonico potrebbero riempire le mancate promesse messe in campo da Silvio. E via: Alfio Marchini, Corrado Passera, Mario Monti («Gli affido la guida del centrodestra moderato»), Daniela Santanchè (tuttora in pista per un ruolo super-top ma meno di prima), Luca di Montezemolo (Berlusconi provò a convincerlo nel 2012), Fini e Casini (ma lì non c'era amore), Formigoni (ma in realtà Silvio non lo ha mai amato), Guido Barilla, Guido Martinetti (il mister Grom dei gelati, cometa di un giorno), Gianni Letta (ovvio), Gianpiero Samorì. E Guido Bertolaso?

formigoni berlusconi rullo

E Fitto, che ancora mastica amaro? E la Carfagna portavoce unica, ossia una Silvia più mora e piacente di lui? Sogni, bufale, sbandamenti. Con una morale in queste ore spesso ripetuta a Toti da chi gli vuole bene: «Ma sei sicuro che domani Silvio, che ti ha appena dato il quid, non te lo toglie?».

 

MARIA VITTORIA BRAMBILLA

IL DELIRIO ANTI RICCHI DI VIRZÌ, FORAGGIATO DAI SOLDI PUBBLICI, HA ANCHE LE PRIME SCENE FUORI SINCRONO

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Mariarosa Mancuso per ‘Il Foglio'

POSTER IL CAPITALE UMANO

I brianzoli hanno protestato, i comaschi hanno protestato. Ma che dovrebbe dire Carmelo Bene, scelto da Paolo Virzì per la proiezione privata e scopereccia nella villa dei ricchi? Guardano "Salomé" Valeria Bruni Tedeschi, ex attrice che ha sposato il finanziere nordico Fabrizio Gifuni (per definizione senza scrupoli) e il professorino del sud Luigi Lo Cascio (per definizione con velleità intellettuali che il mondo si ostina a non prendere in considerazione).

E' il momento propizio per infilare la mano tra le cosce della signora, che tiene gli occhi fissi sullo schermo, e per darsi un po' da fare, mentre il cellulare squilla invano nella frenesia della passione. Ricomposti, un po' di tempo dopo lei va a trovare lui nell'umile dimora e lo trova intento a scrivere: "E' questo l'effetto che mi fai...". Va da sé che non vorremmo leggere neanche una riga dell'opera prodotta in preda al delirio erotico.

il capitale umano

Come non avremmo voluto vedere neanche una scena di questo film, prodotto in preda a un delirio anti ricchi che non rende un buon servizio al romanzo dell'americano Stephen Amidon. Un incidente stradale, troppo alcol in corpo, un Suv di cui si cerca il guidatore, le ville e le feste del Connecticut, un immobiliarista che cerca l'affare che gli risolverà la vita: bastano per collocare "Il capitale umano", inteso come romanzo, in zona "Grande Gatsby".

virzi con il cast del capitale umano

La ricchezza e gli imbrogli fanno da sfondo, ingolosiscono i personaggi e servono da cartina di tornasole per raccontarli. Ma sono personaggi, appunto, non figurette su cui sputare giacché il denaro è lo sterco del diavolo, e basta starne lontani per allontanare ogni tentazione. Questo forse lo pensano a Livorno, passeggiando su e giù sul lungomare e tirando l'ora dell'aperitivo. Fuori, segnatamente negli Stati Uniti, hanno capito che i soldi fan girare il mondo e producono benessere (l'assistenzialismo, culturale e no, impigrisce e avvilisce).

La trama viene deportata "in una tundra mongola, una misteriosa Siberia dove le foreste sono pronte a inghiottirsi da un momento all'altro le villette degli immobiliaristi, i centri commerciali, le ville padronali, le periferie degradate, tutto" (citiamo dall'intervista-velina distribuita alla stampa da Paolo Virzì medesimo, così da evitare l'effetto "io non sono cattivo, sono le giornaliste di Repubblica che mi dipingono così").

uni bentivoglio il capitale umano

"Hic sunt leones", come nelle antiche mappe con le terre incognite, popolate di mostri che neanche l'esploratore più coraggioso osa avvicinare. Per un regista che vorrebbe raccontare l'Italia com'è, servirebbero un po' più di sopralluoghi. Magari anche un'occhiata a certi racconti di Carlo Emilio Gadda, che sapeva guardare e raccontare. Senza alcol portato da Roma per evitare le botte di depressione: anche nell'operosa Brianza esistono bar e frigobar.

Pure le lamette per un eventuale taglio delle vene sono reperibili sul posto, e l'informazione vale anche per Concita De Gregorio, che con lo stesso impeto liricheggiante un giorno osanna Valeria Parrella e il giorno dopo Paolo Virzì (datemi una trasmissione di cultura in tv e la userò come leva per un mondo più buono e più giusto).

Il capitale umano

La via di fuga (dal cinema assistito) la vorremmo trovare noi spettatori, dopo le prime scene fuori sincrono: sarà un dettaglio, ma in un film girato con un budget tutt'altro che risicato si fa notare. Già fatichiamo ad appassionarci, quando ci viene detto che l'immobiliarista Ossola (Fabrizio Bentivoglio, gigionando assai) spera in un guadagno del 40 per cento sul capitale investito. Per non saper né leggere né scrivere di economia, pare demenziale. E i soldini al Campo dei Miracoli, li ha già seminati o aspetta un cenno dal Gatto e dalla Volpe?

Mariarosa Mancuso

Tutto di nascosto dalla moglie, Valeria Golino in modalità "aiuto i ragazzi con problemi, sono il raggio di speranza in un'umanità modesta, senza voglie, antropologicamente corretta". Per fortuna tra un po' arriva "The Wolf of Wall Street" di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio: lusso sfrenato, moralismo a zero, strepitoso cinema.

 

‘VIOLETTA’, LA NUOVA STELLINA DISNEY MODELLO TALENT: ECCITAZIONE PIÙ CHE SENTIMENTO

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VIOLETTA index

Elisabetta Ambrosi per ‘Il Fatto Quotidiano'

C'è una guerra a casa mia per il concerto: 80 euro a persona, due bambine più un adulto 240 euro, è una vergogna", scrive sulla pagina Facebook di Violetta Italia (818.349 "like"), Michele, padre esasperato, che forse di V-Day conosce solo quello di Grillo.

Ma loro, quelle decine di migliaia di adolescenti che si sono già accalcate al Forum d'Assago di Milano, o che affolleranno i loro 32 V-Day, quasi tutti sold out, del tour italiano della sedicenne star argentina Martina Stoessel (stasera, domani e domenica a Roma, poi Napoli, Catania, Padova, Firenze Torino), i padri non li sentono proprio. Forse perché impegnate a scrivere sui social - "Ti amo Violetta sei la mia Vita, la tua ammiratrice e V-Lover n. 1 ", "Sono appena stata a #ViolettaIlConcerto è stato STUPENDAMENTE FANTA - oppure a canticchiare, ad esempio, Destinata a Brillar: "Chi può mettere limite all'ambizione quando si vuole trionfare? /Non mi importa nulla /quello che voglio è cantare e ballare".

Niente di meglio, infatti, che i testi delle sue canzoni - quelle cantate allo Studio 21 (dove è iscritta nella fiction e dove si svolgono gran parte delle puntate), oppure davanti alle sue V-Lover, come si chiamano le sua fan in delirio - per capire l'incomprensibile: e cioè come una qualunque fiction sudamericana in cui la protagonista è una ragazzina che vuole diventare famosa e s'innamora del bellone della scuola, sia diventata una coproduzione, e insieme un evento, planetari.

violetta evento cinema grande

Con relativo fenomeno editoriale (il suo Diario è uno dei libri più venduti nel 2013) film, magazine e aggressivo merchandising, tanto che le edicole sono state prese d'assalto dalle bambine in cerca delle 228 figurine Panini. Insomma, per intenderci, Violetta sta alle ragazzine come Peppa Pig ai bambini piccoli (e in più ha il tour musicale).

Tre le stagioni della telenovela argentina, di cui l'ultima in arrivo il prossimo anno, che hanno totalizzato ascolti record su Disney Channel e su Rai Gulp (qui per una media di 200.000 spettatori a puntata, che hanno fatto triplicare le vendite dei gadget).

x violetta generic promo

La prima - in due parti, Su destino es hoy e Violetta està cambiando, 40 più 40 puntate, del 2012 - racconta di una ragazzina qualunque, né bella né brutta, che torna dall'Europa con il padre (la madre, cantante, è morta in un incidente stradale), a Buenos Aires, e si iscrive allo Studio 21, nonostante l'avversione del genitore. Qui si innamora di Léon, fa amicizia ma ha anche temibili rivali, come la cattiva Ludmilla.

Nella seconda serie proseguono gli intrighi: in particolare la relazione tra Violetta e Léon viene insidiata da Diego e Lara, che - con l'aiuto della rivale cattiva Ludmilla - tentano di mettere zizzania. Un plot banale, o comunque simile a tanti altri, come Il mondo di Patty, il cui successo è stato spiegato così: un marketing potentissimo, quello Disney; personaggi con cui identificarsi facilmente; un look da imitare, con tanto di pagine Facebook dove si pubblicizzano i suoi completini, infine i sogni che diventano realtà.

Diventare medico o astronoma? Neanche per nulla. L'obiettivo, perfetto per l'epoca dei talent (e manco a farlo apposta la terza classificata di X-factor ha lo stesso nome, o viceversa) è cantare e ballare, proprio come ai tempi di Saranno Famosi, ma con molti meno anni Ottanta, nel look e nei valori. Nessun personaggio, ragazzi o insegnanti, ha il carisma di una Lydia Grant o di un Leroy Johnson.

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Qui non c'è l'ascesa e la caduta, non ci sono lutti e sconfitte, ma neanche grandissime passioni: solo il brillare del possibile, anzi, sicuro, successo, e dei colori pastello - che le hanno dato persino il nome - che caratterizzano visivamente tutta la serie e i relativi gadget (tanto che c'è chi ha auspicato, come Benedetta Tobagi, tessendo le lodi del più ironico Greg, una Schiappa in gonnella, per rimediare ai danni di Violetta ).

Chi, però, non volesse finire a lodare solo le fiction della propria infanzia, finendo per giocare il polveroso ruolo del laudator temporis acti, può andare un po' oltre. E cercare di capire, come avviene sempre nei fenomeni che poi diventano tormentoni commerciali, le ragioni un po' meno banali del successo di Martina Stoessel e della sua amica del cuore, Francesca (l'italiana Lodovica Comello, che ha già pubblicato il suo primo album).

Tornando ai testi delle canzoni: ritorna ossessivo, quasi scaramantico, il tema del successo oggi ("Non può succedere nulla, niente mi fermerà", "Sempre e comunque ci arriverò" ); l'espressione delle emozioni istantanee, più eccitazione che sentimento ("È questo che importa, un brivido di paura ed euforia").

Ma anche, visto che i genitori sono morti o assenti, oppure impegnati a farsi tranelli, il tentativo di sopravvivere al terrorizzante, e insieme, affascinante, momento del distacco, con relativi timori ("E mi accorgo che sta cambiando tutto intorno a me, a un tratto sta girando i miei dubbi sono tanti", "Mi sento una bimba nell'oscurità, alla mia età /non riesco a parlare con semplicità /la mia mente comincia già a viaggiare in libertà, e mi sento ancora più fragile /ma anche piena di felicità").

iVIOLETTA mages

Si rassegnino insomma i trentenni che di Violetta conoscono solo quella con l'ukulele; o i sessantenni che, come il sindaco Pisapia, hanno applaudito con le lacrime agli occhi una "straordinaria Violetta" dopo la Traviata alla Scala di Milano in dicembre. Che ci piaccia o no, Violetta è anche Martina Stoessel, e le sue fan le nostre adolescenti. Decise a vivere "fino in fondo", come canta la sigla, il loro "destino". Banale o grandioso che sia.

 

Violetta Tour Concerti Italia

CRONACA DA NOCERA INFERIORE, DOVE IL CALCIO NON È SOLO UNA PASSIONE MA LA VITA

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Attilio Bolzoni per ‘La Repubblica'

NOCERINA-SALERNO

Si sentono morti, dicono che hanno appena celebrato il funerale di loro stessi. Non hanno più squadra e quindi non hanno più niente. Dopo tre giorni passati in questo posto abbiamo capito che vincere o perdere qui non conta. E il pallone c'entra e non c'entra.

Sarebbe troppo facile scrivere che tutti, tutti quei diecimila o quindicimila uomini, vecchi, ragazzi, bambini, nonni, nipoti, cognati, cugini, padri, figli, pasticceri, operai, consiglieri comunali, fornai, autisti, avvocati, medici, disoccupati, imprenditori, incensurati e pregiudicati ci sono sembrati - tutti - completamente pazzi.

Meglio farglielo confessare a loro chi sono e come stanno di testa in quest'inizio di anno nuovo. «Siamo malati, malatissimi, incurabili», riconosce Salvatore Bove, proprietario del bar dello Stadio in una città che non ha un solo stadio ma che è tutta uno stadio. Salvatore, cos'è la tua squadra per te? «Sangue, la mia squadra è il mio sangue, sono i miei globuli rossi».

DERBY SALERNITANA-NOCERINA

Dove siamo finiti, salendo sulla cima di una collina che da una parte ha per vista il Vesuvio e dall'altra la costiera amalfitana che si allunga fra la nebbia? Siamo finiti a Nocera Inferiore. «Inferiore per colpa vostra», è la battuta risentita del professore Palumbo, Stefano Satta Flores nel C'eravamo tanto amati di Ettore Scola, rivolta ai notabili di questa capitale campana che già batteva moneta quando l'odiato capoluogo di provincia Salerno era ancora un borgo marinaro sconosciuto alle mappe.

Proviamo a scoprirla Nocera Inferiore - e non soltanto per colpa loro - cominciando dalla sua edilizia grossolana, palazzotti, castelletti, torri, merli, il cemento dei costruttori amici della camorra, un'estensione grigiastra che ogni tanto è spezzata da caserme borboniche, qualche villa liberty, chiese e conventi segno del passato distinto di una comunità che oggi è stata trascinata nella vergogna dal calcio. Eccola due mesi dopo la città sportiva della messinscena al 21' del primo tempo della partita con la Salernitana di domenica 10 novembre 2013.

DERBY SALERNITANA-NOCERINA

Tre finte sostituzioni e cinque finti infortuni imposti dalla «legge della curva», gli ultrà dell'Associazione Sportiva Giovanile Nocerina fondata il 10 febbraio del 1910, tre volte in serie B, settemila con la tessera del tifoso voluta dal ministro Maroni (in proporzione Roma ne dovrebbe avere almeno un milione), duecento picchiatori violentissimi sempre al suo seguito, il rosso e il nero come colori sociali e per simbolo un molosso, il cane da guerra che Carlo V di Spagna sguinzagliava contro le truppe nemiche.

Forza Molossi e forza Nocerina, ultima in classifica nella Lega Pro, prima divisione del girone B, un campo intolato a San Francesco d'Assisi e il patron Giovanni Citarella che è un «tipico prodotto locale » - come i «babà» a Napoli e gli «sfincioni» a Palermo - con un gancio dentro la malavita a 23 carati degli anni Novanta e in intimità anche con quella più stracciona di questi tempi. Citarella fa sempre il suo calcestruzzo ma non ha più al fianco i club dell'esageratissimo tifo di Nocera.

«Questa società non merita questa città», decreta il cartello che pende davanti allo stadio dove da quel pomeriggio - il 10 novembre - non va più nessuno. È diserzione totale. Anche i più fanatici restano a casa, anche quelli che andavano in trasferta sui campetti di terra battuta quando si giocava in Eccellenza.

DERBY SALERNITANA-NOCERINA

Fine di un amore impetuoso. E tutto per quell'entrata dei giocatori all'Arechi di Salerno, ragazzini di 18 o 19 anni, che non avrebbero mai dovuto toccare palla per «solidarietà» con loro, i tifosi lasciati fuori dalla stadio con ordinanza prefettizia per il derby ad alto rischio con la Salernitana.

A Nocera lo aspettavano da 28 anni. «Se giocate vi ammazziamo», avevano minacciato prima della partita. I calciatori sono scesi in campo con la maglia con su scritto "Rispetto per Nocera", ma poi - per paura o per altro, tutto ancora da scoprire dalla magistratura sportiva e da quella ordinaria - hanno recitato la peggiore farsa della loro vita.

Al 2' sostituiti Polichetti, Evacuo e Ficarotta. Al 3' si fa male Remedi, poi anche Hettor al 7', al 13' Danti, al 15' Kostandinovic, al 20' Lepore. Al 21' la Nocerina resta in sei e l'arbitro
fischia la fine. La curva esulta per la sconfitta, la curva vince.

Onore e disonore di Nocera e della sua squadra. Le polemiche, le lacrime, gli attacchi, il solito conformismo e le solite dichiarazioni degli impomatati dirigenti del Coni e della Lega che fingono di non avere idea di cosa sia qui una domenica di calcio. E poi la verità che si deforma. Ultrà e società erano d'accordo? La società ha scaricato sui tifosi o è stata travolta? Qualcuno ha fatto il doppio gioco? La Commissione disciplinare ha già deferito - «per avere alterato lo svolgimento e il risultato della gara » - 17 fra dirigenti e giocatori della Nocerina.

VOLANTINO ULTRAS

I calciatori non parlano, l'allenatore Fontana non parla. Parla solo Gigi Pavarese, il direttore sportivo: «Oltre a quello fisico esiste anche l'infortunio psicologico, con i miei occhi ho visto tifosi che facevano il gesto di volere tagliare la gola ai giocatori». Faccia da simpatica canaglia, Pavarese è scivolato in una Calciopoli del 2010.

Come tuttofare di Luciano Moggi l'hanno pizzicato per le "signorine" offerte agli arbitri. Un infortunio psicologico? Quello però era uno scandalo solo italiano. Il giro del mondo l'ha fatto invece uno spot della Coca Cola mandato in onda dopo la partita con la Salernitana. Un calciatore in maglia rossonera - come la Nocerina - che finge di infortunarsi mentre calcia il pallone. Esce dal campo e festeggia in anticipo il Natale.

Circolo Las Vegas, il club più estremista. Dice Stefano Verticale: «Hanno ucciso la nostra storia». È tutto vestito di rosso e nero. Adesso vuole cancellare il rosso dal suo locale e lasciare solo il nero. Gli risponde Ubaldo Rea: «Stefano, la storia non si uccide ». Ubaldo, imbianchino, vanta parentela con Domenico Rea, lo scrittore napoletano che qui, nel «pozzo buio e nero di Nofi», Nocera, è sepolto e ha ambientato il suo bellissimo romanzo, Ninfa Plebea.

LIBERTA PER GLI ULTRAS

Stefano e Ubaldo sono come in lutto. Fino a quando ci sarà questa società, i tifosi non andranno più alle partite. Soffriranno le pene dell'inferno ma vogliono fuori Citarella, che qualcuno addita come «pentito» per avere ceduto prima, per avere fatto marcia indietro poi.

Non è un complimento da questi parti. Chissà come sono andate veramente le cose quel giorno. Lo ignora anche il sindaco Manlio Torquato, uno di destra che come vice ha una di sinistra, che ama la sua città e prova a spingere ai margini i compari dei clan che erano abituati a comandare in Comune. Il sindaco, che non ha mai avuto il sostegno degli ultrà nelle sue campagne elettorali, difende il buon nome di 45mila abitanti: «La nostra tifoseria non è violenta ma appassionata, abbiamo pagato il pregiudizio di essere Sud. E io mi ribello: è una vergogna».

Bar dello Stadio, bar dello Sport, circolo Las Vegas. È un solo grande vulcano. Ce l'hanno con Prandelli («Chi minaccia non è ultrà ma delinquente») e Letta («Tolleranza zero»), ma cosa avrebbero dovuto dire il ct della Nazionale e il presidente del Consiglio davanti alla tragedia sportiva del 10 novembre o dopo gli scontri del 30 agosto per le strade di Nocera prima della partita con il Perugia? Quindici ragazzi arrestati, una telecamera che li riprende mentre devastano tutto, tre erano già stati indagati anche per le minacce ai giocatori della Nocerina. E tra di loro ci sarebbe stato anche Guido Garzillo, se non l'avessero ucciso sotto casa a metà ottobre. Era un ragazzino, apparentemente tranquillo.

L'anarchia del tifo non sente ragioni. Salvatore Bove scende in cantina e risale con il suo archivio. Coppe, vecchi giornali («Grazie traversa», titola il Trottolino Rossonero dopo un pareggio in casa), cronache della partita di Coppa Italia con la Juve nel ‘96, la foto del calciatore più amato di ogni epoca a Nocera, Andrea Pallanch. Si confida un altro tifoso: «Sono pregiudicato per avere assaltato una famiglia e rubato la loro auto dopo la partita con il Savoia: sono contento, io per la Nocerina farei tutto».

ultras

Uno dei tanti casi che sarebbe piaciuto al professore Marco Levi Bianchini, psichiatra che fra le due guerre ha tradotto in italiano alcune opere di Freud e che a Nocera è diventato direttore del manicomio. Parlano tutto il giorno di pallone ma poi lo stadio è sempre vuoto. Una rivolta dolorosa. Vivere senza calcio è un vivere senza vivere per Nocera. Soprattutto per quella fazione feroce, che tiranneggia gli altri. «Conosciamo la pericolosità di certi personaggi», spiega il questore di Salerno Antonio De Iesu che ha firmato 72 Daspo. Uno anche per Pino Alfano, un consigliere comunale che aveva la delega allo Sport.

Lasciamo il centro della città dove sventolano ancora le bandiere dell'ultima promozione e scendiamo un'altra volta verso lo stadio, infilandoci nei vicoli del quartiere Grotte. Sotto i nostri piedi ci sono i resti di un anfiteatro romano. Fu ampliato dopo furibondi scontri a Pompei - nel 59 dc - tra gli abitanti del luogo e i nocerini dopo uno spettacolo di gladiatori riportato da Tacito negli Annales.

Una vita da Ultras

Ancora oggi, i nocerini nominano quel precedente rivendicando la loro supremazia sull'altra tifoseria. In realtà, i fatti si svolsero altrimenti. Dopo quella rissa, con morti e feriti, l'imperatore Nerone portò la vicenda in Senato che deliberò la "squalifica" dell'anfiteatro di Pompei per dieci anni. Così decisero di ingrandire quello di Nocera, che diventò il più grande della Campania. Anche se i nocerini preferiscono ricordare il contrario, a Pompei furono mazziati. Forza Molossi.

 

FORTE PRESSING DEL MINISTERO DI SACCODANNI PERCHÈ PROFUMO RESTI AL MONTE DEI PACCHI

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Cesare Peruzzi per ‘Il Sole 24 Ore'

SACCOMANNI E LETTA

Il consiglio d'amministrazione che metterà fine alle incertezze sul futuro dei vertici di Banca Mps è stato convocato per martedì prossimo. Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente presidente e amministratore delegato del gruppo di Rocca Salimbeni, la cui proposta di varare in gennaio l'aumento di capitale è uscita sconfitta dall'assemblea del 28 dicembre, hanno ancora qualche giorno per decidere se lasciare Siena oppure restare al timone della terza banca del Paese, alle prese con la realizzazione del piano di ristrutturazione scritto da loro stessi in accordo con le istituzioni italiane e la Commissione europea.

La sensazione è che non ci saranno rotture traumatiche. Sia Bankitalia che il Tesoro si sono mossi per garantire la stabilità in una fase di transizione così delicata. E la maggior parte degli osservatori ritiene che la "moral suasion" citata dal segretario democratico Matteo Renzi avrà successo. Del resto la Fondazione Mps, azionista di maggioranza relativa del Monte (33,5%), che ha contrastato la linea dei manager di Rocca Salimbeni sull'aumento di capitale, facendo slittare l'operazione al secondo trimestre dell'anno, ha rinnovato in più di un'occasione la fiducia sia a Profumo che a Viola.

FABRIZIO SACCOMANNI BANCA DITALIA resize

«Abbiamo approvato il piano di ristrutturazione e l'aumento di capitale da 3 miliardi, limitandoci a chiedere qualche mese in più di tempo, in linea con le indicazioni dell'Europa», ha puntualizzato Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps. «Confidiamo che i vertici della banca restino al loro posto, ma se si verificherà una condizione diversa la affronteremo», è il commento di Enrico Granata, il nuovo provveditore (direttore generale) dell'Ente di Palazzo Sansedoni, che ieri ha incontrato i giornalisti a Siena.

ALESSANDRO PROFUMO ENRICO CUCCHIANI DAVID THORNE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA

Granata, avvocato e manager con una notevole esperienza in campo bancario e di Governo (è stato in Abi e consulente del Tesoro ai tempi di Mario Draghi), ha accettato una sfida difficile come quella di traghettare la Fondazione senese in acque tranquille, ripianando l'indebitamento (340 milioni) e mettendo in sicurezza (e a reddito) il patrimonio residuo. Per centrare l'obiettivo deve vendere alle migliori condizioni il 33,5% del Monte (ieri -1,3% in Borsa a 0,1841 euro), prima dell'aumento di capitale. E comunque prima di aprile, quando scadrà il mandato degli attuali amministratori di Palazzo Sansedoni.

Profumo Alessandro MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSI

«Il percorso non è breve me nemmeno troppo lungo e si può fare nella tempistica disegnata dagli organi di governo della Fondazione», sottolinea Granata. «Si tratta di un lavoro complesso, perchè la situazione è difficile, ma credo che ci siano le premesse per fare bene e consolidare il ruolo della Fondazione - aggiunge - con la prospettiva di mantenere un rapporto con la banca in un contesto rivisitato e soprattutto corroborare le funzioni di supporto al territorio».

ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA mario draghi

Nessuno, però, non si fa illusioni: «Bisogna ritrovare modalità in grado di mettere a reddito il patrimonio per consentirci di fare il lavoro da Fondazione bancaria, dove il termine bancaria ricorda la genesi dell'Ente ma non è determinante nell'azione e nel posizionamento della Fondazione stessa», spiega il nuovo direttore generale. I destini di Rocca Salimbeni e Palazzo Sansedoni, insomma, sono destinati alla separazione. E la governance del Monte si prepara a cambiare.

 

BORSE ANCORA POSITIVE (FTSE +0,34%) DOPO L’OCCUPAZIONE USA – SVETTA MEDIOLANUM (+5%)…

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Carlotta Scozzari per Dagospia

YOOX

Nuova chiusura positiva per le Borse europee e per Piazza Affari, nel giorno dell'atteso sull'occupazione statunitense, che si è posizionata al 6,7%, il minimo dal 2008, principalmente a causa di coloro che hanno lasciato la forza lavoro definitivamente. Un dato a cui, come sottolinea Claudia Segre, segretario generale Assiom Forex, i mercati azionari hanno reagito senza strappi. "E' stata una tranquilla giornata di bonaccia in attesa del dato, con un buon andamento dell'equity a mitigare gli effetti sul mercato dei Treasuries", dice Segre. Così a Milano si è chiusa una settimana positiva per la Borsa con l'indice Ftse Mib a quota 19.569 punti, con un progresso giornaliero dello 0,34 per cento.

All'interno del paniere principale di Piazza Affari, continua la fase ribassista del titolo Yoox, che dopo la corsa forsennata di fine 2013 oggi ha ceduto un altro 2,7 per cento. Al contrario, si è ripresa Tod's (+2,03%) dopo il rosso della vigilia. Rimbalzo, dopo l'andamento di ieri, anche per Luxottica (+1,98%), che ha beneficiato del giudizio positivo degli analisti di Citigroup, che hanno anche ventilato l'ipotesi di un super dividendo in arrivo per il gruppo dell'occhialeria che fa capo alla famiglia Del Vecchio.

YANET YELLEN cover obama e bernanke

All'interno del Ftse Mib, tra i maggiori cali della giornata, oltre a Yoox, va segnalata Bpm (-2,28 per cento). Permane un clima di incertezza su chi sarà il nuovo amministratore delegato della banca milanese: dopo il pressing di Bankitalia per lasciare che Fabrizio Viola resti a Siena, aumentano le chance dell'ex manager di Intesa Sanpaolo, Giuseppe Castagna, che tuttavia non sembra intenzionato ad attendere tempi troppo lunghi.

Intanto, oggi, il neo presidente del consiglio di sorveglianza di Bpm, Piero Giarda, ha scritto in una lettera ai dipendenti: "Non sono in grado, né saprei farlo, di promettere miracoli. So che ci sarà bisogno da parte di tutti, e soprattutto da parte degli amministratori della Banca, di una dedizione assoluta all'obiettivo della redditività e della crescita patrimoniale...". All'interno del settore del credito, secco calo anche per Intesa Sanpaolo (-1,7%) e Mediobanca (-1,3 per cento).

OBAMA E BERNANKE FABRIZIO VIOLA MONTEPASCHI

Tra gli industriali, poco mossa Fiat (-0,59%), nel giorno in cui il numero uno Sergio Marchionne ha rilasciato una intervista al quotidiano "Repubblica". "Le indicazioni - hanno commentato le sue parole gli analisti di Intermonte - sono positive e confermano il forte impegno a rilanciare il gruppo sul fronte premium, facendo leva sulla base produttiva presente in Europa e sulla rete distributiva in Nord America. E' possibile - proseguono da Intermonte - che l'opzione prestito convertendo da 1-2 miliardi si possa materializzare già nel primo trimestre, con effetti diluitivi limitati".

Giuseppe Castagna

All'interno del Ftse Mib è svettato il titolo Mediolanum (+4,96%), che oggi ha comunicato dati di raccolta positivi per il 2013. Tra le migliori performance della giornata di Borsa, anche Snam (+2,32%) e Prysmian e Stmicroelectronics, con rialzi del 2% circa a testa.

 

CERVELLO PIGRO? SI PUO’ RIMEDIARE PARLANDO DA SOLI, LAVANDOSI AD OCCHI CHIUSI O DIVENTANDO MANCINI

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da www.businessinsider.com

Se siete un po' giù, potrebbe essere che il vostro cervello sia annoiato. La routine può rendere insipide le giornate, ma si può ovviare con poche e semplici accortezze, come tenere in allenamento la mente con semplici trucchetti. Ecco cinque proposte.

USATE L'ALTRA MANO
Se in genere usate la destra, diventate mancini per un giorno. Aiuterà il vostro cervello a pensare in modo diverso.

PARLATE DA SOLI
Per un'oretta discutete a voce alta di qualsiasi cosa con voi stessi, invece di tenerlo segregato in testa. Descrivete cosa vedete, cosa preparerete per cena, quali sono i progetti del pomeriggio. Sembrerete matti ma parlare mentre pensate aiuta molto. Sfogare lo stress fa anche dormire meglio.

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SCRIVETE I VOSTRI SOGNI
Tenere carta e penna sul comodino per appuntare i sogni che avete fatto è un modo divertente per far funzionare il cervello. Usare la memoria e dare un senso ai misteri della mente, la rinforzerà e vi permetterà di conoscervi meglio.

LAVATE I CAPELLI AD OCCHI CHIUSI
I sensi aiutano il cervello a prendere decisioni e a creare connessioni, ma in genere ci affidiamo solo a un paio di loro, dimenticando gli altri. Chiudete gli occhi mentre vi lavate i capelli, mangiate o vi vestite, così stimolerete il cervello a usare i sensi di cui vi siete dimenticati.

CAMMINATE
Proprio come il corpo, la mente ha bisogno di esercizio fisico. Una passeggiata migliora la circolazione del sangue, non stanca, anzi ricarica di energia. Vi schiarisce la mente e, se siete circondati da un po‘ di natura, vi rigenera.

 

 

PAGHE-RAI – SPARISCE NEL NULLA L’APPALTO PER LA FORNITURA DI GAS SENZA AIUTO DELLA CONSIP

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Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

L'avviso relativo alla procedura di gara era stato spedito il 7 maggio del 2013. Quasi otto mesi dopo, per la precisione il 16 dicembre dell'anno scorso, è arrivato un altro avviso che informa che quella gara di appalto è finita nel nulla. Offerte irregolari e nessun vincitore.

logo raidue

Volendo fare una battuta si potrebbe dire che la Rai adesso si trova alla canna del gas. Già, perché l'appalto in questione era stato predisposto proprio dall'azienda di viale Mazzini per acquistare una fornitura di gas naturale da 7,8 milioni di euro in due anni, che sarebbero potuti diventare 11,7 milioni con eventuali 12 mesi aggiuntivi. Peccato però che, nonostante siano giunte tre offerte, tutto si sia risolto in un nulla di fatto.

rai corporation

Qualche giorno fa il gruppo televisivo, guidato dal direttore generale Luigi Gubitosi, ha pubblicato un avviso nel quale si spiega che "l'appalto non è stato aggiudicato per assenza di offerte valide, in quanto le offerte presentate non erano conformi alla lex specialis di gara e alla normativa qui richiamata e una è risultata anche anomala". Linguaggio un po' "burocratese", il cui significato è che in sostanza non sono arrivate candidature conformi alle prescrizioni del disciplinare di gara e del capitolato tecnico. Insomma, 8 mesi di procedura gettata al vento.

Le critiche
Al punto che qualcuno, adesso, sta facendo osservare che la Rai avrebbe potuto far riferimento al sistema di appalti Consip per la fornitura di gas. La Consip altro non è che la società del ministero del Tesoro che cura l'approvvigionamento di beni e servizi per la pubblica amministrazione. Il suo obiettivo è proprio quelli di strappare consistenti risparmi per gli uffici pubblici.

GUBITOSI E TARANTOLA jpeg

Ora, il gas naturale è una delle principali categorie merceologiche gestite dalla Consip, con tanto di operatori già individuati a cui la varie pubbliche amministrazioni possono far riferimento. Le società fornitrici scelte dopo una gara dalla spa del Tesoro, tanto per fornire qualche nome, sono Edison, Estra Energie, Energetic, Trenta e Multiutility. Insomma, perché la Rai, invece di avventurarsi in una procedura autonoma, non si è rivolta alla Consip come fanno altri enti pubblici o a partecipazione pubblica?

La normativa
Qui, purtroppo, entriamo nei meandri della normativa sugli obblighi di adesione alle convenzioni della Consip. In materia di gas naturale, come di altre categorie merceologiche, l'obbligo di aderire riguarda anche le società a partecipazione pubblica, a patto però che siano inserite nel conto economico consolidato individuato dall'Istat. All'interno di questa lista la Rai, controllata al 100% dal Tesoro, non c'è. Viale Mazzini, quindi, per la legge attualmente in vigore ha solo la facoltà di fare riferimento a convenzioni e accordi quadro perfezionati dalla Consip. Facoltà che, visto l'esito dell'appalto per il gas naturale, potrebbe essere esercitata un po' più spesso.

Postemobile TARANTOLA GUBITOSI

La questione
La vicenda, però, non fa altro che introdurre il tema di tutte le società pubbliche che di fatto possono "eludere" gli appalti Consip. Nel conto economico consolidato dell'Istat, infatti, le società a partecipazione pubblica sono pochine. Ci sono Anas, Equitalia, Italia Lavoro e Coni Servizi, solo per limitarsi a quelle che grosso modo fanno capo al ministero dell'economia. Non compaiono invece società come Fs, Poste, Invitalia, Poligrafico e via dicendo. Tutte queste, in pratica, organizzano appalti per conto loro. Da qui l'ulteriore domanda: siamo sicuri che riescano a ottenere prezzi competitivi per le loro forniture? Chissà, magari il tema potrà finire sul tavolo del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, e su quello del ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni.

Poste Italiane jpeg

 

FRANCESCHINI FERROVIERE

IL SAMSUNG GALAXY S5, IN ITALIA FORSE AD APRILE, POTREBBE AVERE UNO SCANNER DELL’IRIDE

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Manolo De Agostini (*) per "Repubblica.it"
(*) della redazione di Tom's Hardware Italia

SAMSUNG GALAXY S

Il Galaxy S5 dovrebbe arrivare in aprile e tra le tante novità potrebbe avere uno scanner dell'iride. Le informazioni arrivano da Bloomberg, che ha avuto la possibilità di parlare con Lee Young Hee, vicepresidente esecutivo dell'unità mobile del colosso sudcoreano. Insieme allo smartphone Samsung presenterà una nuova versione del Galaxy Gear con funzioni per controllare il consumo calorico, il battito cardiaco e misurare i livelli di stress, tra le altre cose.

"In passato abbiamo annunciato il nostro modello di punta durante la prima metà di ogni anno, all'incirca tra marzo e aprile, e stiamo puntando anche stavolta a quella data. Con il Galaxy S5 potete anche aspettarvi un successore del Gear con funzioni più avanzate e un design migliorato". Con il nuovo smartphone l'azienda asiatica punta a sorprendere dopo che l'S4 non ha rispettato le aspettative, con vendite che hanno rallentato dopo l'uscita dell'iPhone 5S a settembre.

GALAXY SAMSUNG CINQUE

Così, mentre il terminale di Apple è dotato di un sensore capace di riconoscere le impronte digitali, Samsung sta pensando d'integrare uno scanner oculare. Secondo il dirigente molte persone amano la tecnologia di riconoscimento dell'iride e per questo l'azienda sta pensando se integrarla o meno nel terminale. Lee Young Hee non ha voluto per sbilanciarsi.

Non sarà certo l'unica novità, anche perché secondo Samsung il terminale non ha convinto appieno i consumatori perché troppo simile al modello precedente, il Galaxy S3. Il nuovo modello sarà differente, a partire dallo schermo. "Quando siamo passati dal Galaxy S3 all'S4 i consumatori non hanno captato grande differenza tra i due prodotti da un punto di vista fisico, quindi la reazione del mercato non è stata molto alta. Con il Galaxy S5 torneremo alle origini. In gran parte tutto ruota attorno allo schermo e alla cover".

Samsung punta insomma a creare un feeling diverso. Staremo a vedere se colpirà nel segno. Bloomberg scrive inoltre che il prossimo Galaxy Note avrà uno schermo a tre lati, così da poter leggere messaggi anche sul bordo del dispositivo. A tal proposito l'anno passato Samsung aveva mostrato un concept di schermo "Youm" che in un certo senso richiama l'idea di schermo a tre lati citata, ma non sappiamo se effettivamente il futuro Note avrà sembianze simili.

 

 

SACCODANNI E’ RICONFERMATO GRAZIE AL VIATICO DEL COLLE – SCONTRO tra FRANCO E COTTARELLI

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DAGOREPORT

"Toglietemi tutto ma non il mio Saccomanni", Bella Napoli lo aveva detto martedì ad Enrichetto nel faccia faccia al Colle, lo ha ripetuto anche dopo nei tanti colloqui telefonici con l'inquilino di Palazzo Chigi. E stamattina ad avvertire Matteuccio che Gelatina è un intoccabile è stato il Chierichetto.

SACCOMANNI E LETTA

A far capire la piega che prendeva il caso Saccodanni comunque era stato ieri uno dei giornali di casa Napolitano, l'Unità, sottolineando che Superciuk di via XX Settembre conta "sul gradimento del Quirinale" e "in caso di rimpasto non riguarderà in ogni caso il titolare di quel dicastero". Più chiaro di così!

E oggi a ribadire ulteriormente il Quirinale-pensiero ci ha pensato il quotidiano della Confindustria. Saccomanni? E' ben piazzato sotto "il vigile ombrello del Quirinale". Forte della riconferma er Pappagorgia ha rialzato la testa. Lunedì ha convocato i dirigenti di via XX Settembre per fargli un liscio e busso, dopo gli auguri di Natale arriverà la cazziata della Befana.

Gelatina ad Enrichetto ha confidato che le "incomprensioni" di queste ultime settimane (e chiamale incomprensioni!) sono state provocate dai suoi uffici scaricando così tutta la responsabilità sui collaboratori. Un'anteprima di quello che dirà lunedì agli alti gradi di via XX Settembre è stato anticipato all'inizio di questa settimana al suo staff spedendo - dicono - sul banco degli imputati (senza mai nominarlo) il suo capo di gabinetto Daniele Cabras.

FABRIZIO SACCOMANNI BANCA DITALIA resize

Cabras è un figlio d'arte. Suo padre è l'anziano senatore della sinistra dc famoso più per la polemica con Cossiga che per il lavoro parlamentare. Sull'ex presidente della Repubblica ha sparato più di una volta ad alzo zero definendolo "personaggio pericoloso per le Istituzioni, un predicatore furbastro, un peronista della peggior specie, uno che considera normale lo Stato parallelo e i poteri occulti".

Cossiga che le cose non le lasciava mandare a dire lo bollò come "triste e tristo figuro" chiudendo la partita ricordando che "ai piccoli e agli scemi i miei genitori mi hanno sempre insegnato di non fare del male".

QUIRINALE CERIMONIA PER LO SCAMBIO DI AUGURI CON LE ALTE CARICHE DELLO STATO LETTA NAPOLITANO

Il rampollo dell'antiCossiga in primavera è sbarcato all'Economia grazie al governicchio di Enrichetto con il preciso mandato di chiudere l'era Tremonti-Monti-Grilli. Una promozione suggerita al Chierichetto, poi trasmessa a Saccodanni che pensava a tutt'altra persona, da Francesco Boccia in Di Girolamo e Pippetto Patroni Griffi quando era segretario della Commissione Bilancio della Camera.

Due presentazioni giuste che gli hanno consentito di sedere su una poltrona dove passano tutti i dossier più importanti (leggi nomine, fusioni ecc.) a cui però sembra non riservare a tutti la stessa attenzione, vista come è andata con i 150 euro di aumento ai professori.

Intanto, in via XX Settembre il clima interno non sarebbe dei migliori. Le polemiche su Saccodanni questa volta non c'entrano. Nei corridoi del ministero si parla (o meglio si sussurra) di un epico scontro, che sarebbe avvenuto all'inizio della settimana, tra il ragioniere generale dello Stato Daniele (porto) Franco e Lurch Cottarelli. Il primo avrebbe accusato mister Spending Review di sconfinare dal suo mandato e invadere gli spazi della Ragioneria. Insomma per chi deve tagliare. Di più, s'intende.

napolitano letta renzi

 

NAPOLITANO ANDREOTTI COSSIGA PRODI Vianello Patroni Griffi NUNZIA DE GIROLAMO

VIDEO-CAFONAL - ‘MODERATI’ TU CHE A ME VIEN DA RIDERE: ALFANO PRESENTA IL MANIFESTO

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

1. ALFANO, NCD SCUDO A CANNE, ADOZIONI GAY E IMMIGRATI
(ANSA) - "Siamo al governo per fare scudo a delle cose che la sinistra farebbe se non ci fossimo noi. Se non ci fossimo noi, la sinistra riterrebbe normale legalizzare la canna, i matrimoni gay, le adozioni dei gay e frontiere libere agli immigrati. Questo è il riformismo di sinistra. Noi siamo dall'altra parte". Così il vicepremier Angelino Alfano, alla presentazione del libro-manifesto del Ncd 'I moderati'.

Sacconi e Cicchitto Gaetano Quagliariello

"Alla base di Ncd non c'è un pantheon di riferimento, ma dei valori, quelli del mondo dei moderati - spiega Angelino Alfano - Io non sono affezionato al termine 'moderati', sono affezionato al sistema di ideali e valori e i nostri valori sono quelli per cui la società è precedente allo Stato e i diritti non li concede lo Stato ma vengono prima". "Noi crediamo che la vita qualcuno la dà e qualcuno la toglie e quel qualcuno non è il Parlamento", sottolinea il leader di Ncd, a proposito dei temi etici.

2. NCD: ALFANO, RIUNIREMO C.DESTRA E FAREMO PRIMARIE COALIZIONE
(ANSA) - "Il centrodestra deve riunirsi e ricompattarsi e vincere alle prossime elezioni. E' questo l'orizzonte in cui ci muoviamo". Alfano ribadisce che il candidato alla premiership del centrodestra sarà scelto con le primarie di coalizione: "Dovrà svolgersi una gara democratica tra tutti coloro che si ritengono di centrodestra, molto simile a quella delle primarie che si sono svolte nel campo della sinistra. In questo modo anche il centrodestra avrà una indicazione da milioni di persone grazie alla quale la prossima volta vinceremo noi".

Paolo Vigevani

3. NCD: ALFANO, NON TEMIAMO EUROPEE, SONO OCCASIONE DI SUCCESSO
(ANSA) - "Noi non temiamo le elezioni europee, anzi le aspettiamo". "Per noi - spiega il leader di Ncd - le europee possono essere l'occasione di un grande successo. Siamo europeisti convinci, ma non euro-tappetini".

Maurizio Sacconi e Gaetano Quagliariello

4. FI: ALFANO, DI GIOVANNI TOTI HO GRANDISSIMA CONSIDERAZIONE
(ANSA) - "Personalmente ho di Giovanni Toti nella sua esperienza di giornalista, ma anche per il rapporto personale che ho sempre avuto con lui, una grandissima considerazione"..

 

RAI-VISIONISMO STORICO - GLI ANNI DI PIOMBO TRADITI DALLA FICTION TV: ‘UN’ITALIA FINTA’…

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Silvia Fumarola per ‘La Repubblica'

Gli Anni Spezzati Il Commissario Solfrizzi nei panni di Luigi Calabresi

«Si difenderanno dicendo che una fiction è un'opera di fantasia, ma allora non dovevano chiamare il commissario col nome di Calabresi e non dovevano ambientarla a Milano ma in una città di fantasia. Hanno fatto un'operazione orribile che ci ha ferito». Mauro Decortes, portavoce del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa, critica Gli anni spezzati-Il commissario la contestatissima serie di Graziano Diana trasmessa su RaiUno.

Operazione ambiziosa, raccontare gli anni 70, che ha scatenato polemiche feroci. Dopo il film su Calabresi con Emilio Solfrizzi, il 14 e il 15 andrà in onda quello dedicato al rapimento del giudice Sossi; chiude la trilogia, il 27 e il 28, la storia di un immaginario dirigente Fiat che combatte il terrorismo in fabbrica mentre la figlia abbraccia la lotta armata.

Commissario Calabresi Emilio Solfrizzi

«Il bar degli anarchici a Milano non è mai esistito» spiega Decortes «Ma l'operazione è sottile: lo spettatore ha l'impressione di entrare in un bar di malviventi. Se alla fine si fa capire che non hanno messo la bomba, restano lo stesso delinquenti e drogati». Twitter demolisce la fiction «revisionismo storico in diretta», scena per scena, dai dialoghi ai costumi ai "buchi" nel racconto.

Un errore clamoroso viaggia in rete, notato da quelli che sono considerati gli anarchici del terzo millennio, il collettivo Militant. Durante una perquisizione nella stanza di un anarchico appare un manifesto contro Casapound. «Nel 1969! Con 40 anni d'anticipo! C'eravamo sbagliati», si legge sul sito antagonista «questo non è RAIvisionismo storico; questo è RAIvisionismo futurista».

ANNI SPEZZATI

Guido Crainz, docente di Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università di Teramo boccia la serie: «Tralasciamo i dettagli, che pure hanno colpito il pubblico e hanno valore. Nel momento in cui scompare il clima dell'autunno caldo, quello che accade dopo resta incomprensibile» spiega il professore
«Questo per me è l'aspetto centrale. Non se ne fa cenno e risulta incomprensibile, nella seconda puntata, l'emergere della pista nera. All'inizio del racconto non si spiega mai che la stragrande parte degli atti violenti sono fascisti: penso alle bombe dell'aprile e dell'agosto ‘69. La responsabilità principale è far scomparire le offensive di quei mesi, ignorare la pista nera, che era battibile da subito».

FICTION GLI ANNI SPEZZATI

Un'altra pecca, secondo lo storico, è che gli autori non sono riusciti a restituire l'immagine autentica dell'Italia di quegli anni. «Manca il clima sociale» dice lo storico. «Quella rappresentata è un'Italia finta, inesistente. Non faccio il processo alle intenzioni, vedo una falsificazione del periodo. Poi ho trovato che altri aspetti, invece, sono stati curati, senza omissioni: come il fermo protratto di Pinelli. Alcuni punti chiave ci sono, e sono spiegati allo spettatore. Per esempio mentre Pinelli scompare, Calabresi dice: "È la mia stanza, quelli sono i miei uomini"».

«Per capire quale fosse il clima di quegli anni» continua Crainz, «c'è un documentario straordinario di Giuseppe Fiori e Sergio Zavoli, Quelli che perdono, trasmesso da
Tv7 il 19 dicembre del 1969: partiva dalla folla ai funerali delle vittime di Piazza Fontana». E qui si apre il discorso sul ruolo del servizio pubblico «che ha una grande responsabilità quando si tratta di raccontare la storia di questo Paese. Che sia un prodotto di quart'ordine si vede, ma è insensato prendersela con gli attori» dice Crainz «fanno il loro lavoro, la colpa è nella scrittura.

Sergio Zavoli Letta foto mezzelani gmt

Non accennare al golpe Borghese, trattare in quel modo la morte di Annarumma, quelle sono colpe. Cancellando la pesante presenza dei neofascisti - c'è solo una scritta su un muro - si deforma tutto, non si capisce come nasca la pista nera. E infatti leggo che ai giornali di destra la serie è piaciuta... La sinistra da salotto, il modo di rappresentare Pansa o la Cederna, certe fesserie non le considero. Il punto è questo: scompaiono i fascisti, le ragioni da cui nasce la strage di Piazza Fontana, e scusate se è poco. Dietro quella strage c'è tutto quello che sarebbe successo dopo».

 

GIUSEPPE PINELLI

LETTA E L'INCONTRO CON RENZI. ATTESA A BREVE LA DICHIARAZIONE DI RENZI: LETTA CHI?

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Utile e positivo. Questo il commento di Letta sull'incontro con Renzi a Palazzo Chigi. Attesa a breve la dichiarazione di Renzi: Letta chi?
Tiziano Longhi

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA

Lettera 2
Gentil Dago,
Il TNAS ha RIDOtto la Stangata, inflitta a MAURI, A 6 MESI.
Il capitano biancazzurro POTRA' GIOCARE Il 2 FEBBRAIO, nella partita della Lazio di nonno Reja con il Chievo di Corini.
Quanto......scommettiamo, amici lettori, sul fatto che Stefano tornerà più forte di prima?...
Ossequi.
Pietro Mancini

Lettera 3
Che fine ha fatto Luca Telese?
Tella

RENZI E LETTA

Lettera 4
Caro Dago, hai letto il fantasmagorico commento di Jole Santelli (FI), alla notizia dell'annullamento delle elezioni regionali in Piemonte...? Eccolo:"Che strano!!!! Saranno solo coincidenze ma ogni volta che c'è un giudice a decidere, dà ragione sempre alla Sinistra. Questo sfida anche le leggi della statistica". In pratica, rispetto al totale dei reati o delle violazioni di legge, vorrebbero essere condannati solo nel 50% dei casi, o giù di lì... "Che mi fa un po' di sconto....?"
Pietro@ereticodarogo

Lettera 5
Caro Dago,
Scajola ha comprato ( a sua insaputa, o meno) una sola casa coi soldi di finanziamenti privati. Di Pietro ha comprato cento case coi soldi del finanziamento pubblico. Perché a uno tre anni e all'altro nemmeno un rinvio a giudizio?
Salve
Natalino Russo Seminara

ASSEMBLEA PD PRIMA FILA MADIA RENZI LETTA

Lettera 6
Scovato il mistero delle firme piemontesi i pensionati che hanno falsificato le firme sono gia' andati all'aldila' e non e' stato possibile farli rifirmare per i dovuti controlli. pensate: VENTISETTEMILA VECCHIETTI pagati dalla lega...con un grappino o col bicerin ( liquore tipico torinese a base di cioccolato) roby

Lettera 7
Uno guarda il film "Fruitvale Station", sul nero ucciso dalla polizia americana, e resta sconvolto. Proprio il giorno dopo, legge dell' omicidio "legittimo" del nero ucciso dalla polizia inglese. A quel punto ripensa al casino piantato sù per la doccia fredda anti-scabbia ai neri di Lampedusa. E pensa che tra "freddare" e "raffreddare" c'è un bel po' di differenza.
Vittorio Larabbiaelascabbia InFeltrito

Luca Telese

Lettera 8
Eh, caro Dago, nessun mistero: è scritto male ma la Pagano con "il Capo" si riferisce a Berlusconi, capo del senatore Pdl Mario Mantovani. La Pagano vuol dire che ha dato il due di picche al Berlusca che ci aveva provato (politicamente) con lei: Romiti e Bassolino posson confermare. Nient'altro, purtroppo.
Ciao
Faber

Lettera 9
non é proprio come diceva el caballero rimbottito di viagra. l´italia non é un paese di merda! Ma dell´italia ne avete fatto un paese di MERDA! Tra politici (di tutti i partiti e partitini) corrotti e mafiosi, e quotidiani e giornalini e giornalisti che scrivono cazzate senza fine e senza capirne il contenuto di cosa scrivono e puntano solo allo SFASCIO! Siete tutti un VOMITO! L´Italia senza gli italiani..... un PARADISO!
Lecca lecca

Luca Telese

Lettera 10
Dago darling, "Vive la France, vive la République [monarchica e imperialista]", dove anche i budini trombano "avec ardeur et grandeur". Giusto, fate l'amore e non la guerra. Chissà, comunque, se "le con" della nuova favorita é spirituale come quello di Madame de Pompadour o avido come quello di Diana di Poitiers o come quello famosissimo dell'Irène di Louis Aragon.
Natalie Paav

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI JOLE SANTELLI E ROBERTO FORMIGONI

Lettera 11
Caro Dago,
sarà che il duetto Santoro/Travaglio in salsa "non disturbiamo troppo Renzi che così sbarchiamo in Rai" non interessa più di tanto.
Sarà che il passaggio da "Cave canem" a "cave navem" (di Della Valle) ormai è definitivo.
Sarà che per la prima volta Santoro veniva controprogrammato da una fiction e da una partitella (ma mai, comunque come Sottile, Floris, Paragone, Formigli, Del Debbio, Gabanelli e Porro che si sbranano a vicenda negli altri giorni).

Sarà che ormai du palle vederlo duettare con Brunetta.
Sarà che finito Berlusconi, finito Santoro.
Sarà la pastella, come diceva Mandrake.
Ma ieri il matador di Servizio Pubblico ha perso un milione e mezzo circa di telespettatori rispetto alla sua media (7,84% di share).
Sevizia Pubica

JOLE SANTELLI

Lettera 12
Caro Dago,
sulla questione de Gregorio - Mastella, giusto per puntualizzare, dato per appurato che i campani se non piazzano parenti non sono contenti, la parentopoli di Mastella stando ai fatti risulta tutt'ora più grave: la de Gerolamo, ha fatto vincere l'appalto in un bar di una ASL a uno zio, che non mi sembra una cosa che abbia tutta questa rilevanza economica, Mastella aveva la (bella) moglie che in regione comandava tutto, più il famoso scazzo Elio Mastella vs Iena Sortino dove si dettero dei raccomandati a vicenda, perchè a neanche 30 anni lavorava già in Selex, e l'altro invece a Mediaset.

In più Mastella stesso tra aerei di stato, elicotterate con della Valle, ospitate fisse in Rai, aveva già buttato giù due tre governi e come politico, con il suo inutile partitino UDEUR, rappresentava un pericolo costante. Fermo restando che la de Gregorio per me si può anche dimettere perchè non condivido quel modo di fare politica, Mastella non lo rimpiango proprio.
Alessandro

Lettera 13
Signori di Dagospia, non so Voi, ma il sottoscritto è rimasto perplesso circa l'intervista rilasciata dal tristemente noto Rocco Siffredi al quotidiano "Il Giornale" che, per quanto possa non brillare quanto a imparzialità e trattamento degli avversari politici, raccoglie pur sempre tanti lettori di stampo cattolico.

hollande obama

Ora, come mai un'intervista del genere, che dovrebbe essere (per me cattolico lo è) un vero e proprio schiaffo in faccia a quelli come noi? Non tanto per le stronzate dette, quanto proprio perché ospitate sul Giornale. A meno che non sia per il magnifico assist offerto dal pornoattore alla direzione quando e dove dice che c'è solo Silvio Berlusconi "in gamba" quanto lui a pornificare.

Tutto può essere con Berlusconi e dintorni. Tornando al tema, però, quello che voleva esprimere a nome di tante persone che la pensano come me, è che il punto di vista del pornouomo è tutto da rigettare senza appello e sine die. Contrasto in toto quanto afferma sulla sua "attività professionale" che considero quanto di peggio e di immorale possa fare una persona.

Padronissimo di farla, ma non da farsene vanto. Voglio proprio scoprire di questa intervista il marciume che essa tende a nascondere ammantandosi di valori famigliari, di figli e di moglie etc. come una famiglia tradizionale. La sua visione della famiglia è quanto più lontano ci possa essere tra la famiglia cattolica e i seguaci di questo povero uomo. Che ha impostato la sua vita sulle parti basse e ora tenta pure di diventare maestro di vita. Torni ad abbevverarsi nel truogolo.
Luciano

innocenzi travaglio vauro santoro

Lettera 14
Mitico Dago,
in questi giorni capita di leggere sui giornaloni delle autentiche pippe mentali di fior fior di economisti che cercano di spiegare l'arcano oscuro meccanismo che ha portato Marchionne a comperarsi una fabbrica negli States. E' un esercizio di contorsionismo per evitare di ammettere una cosa semplicissima che tutti gli imprenditori hanno capito al volo, ovvero che produrre dove la fiscalita' non ti ammazza e' il sogno di ogni industriale Italiano.

Rocco Siffredi

Ma questo fatto non va letto come un desiderio di maggior lucro da parte degli imprenditori, ma come una lotta per la sopravvivenza. Basti pensare che la Fiat sta prendendo delle legnate paurose dalle tedesche, e non perche' i tedeschi sono piu' bravi, ma semplicemente perche' i margini che noi (o meglio i nostri politici) si ciulano in fiscalita', loro invece li reinvestono in ricerca. Per cui, o si produce con gli stessi margini dei tedeschi o si chiude, e come diceva un grande recentemente scomparso, tutto il resto e' noia.
Se poi ci aggiungiamo che negli States come in tutti i paesi emergenti, gli imprenditori sono visti come fonte di ricchezza per la nazione tramite il lavoro che creano, a differenza dell'Italia dove sono visti come fonte di ricchezza per le tasse a cui si possono estorcere, e' ancora piu' facile intuire il motivo della fuga che, quelli che possono, praticano con sollievo.
Stefano55

Lettera 15
Caro Dago,
vorrei tornare sui nostri Marò e soprattutto sull'India. Come sappiamo possiede l'atomica, ma questo non rappresenta una patente di democrazia o di "ricchezza"
(la possiedono, tanto per fare esempi, Pakistan , Corea del Nord ed a breve l'Iran) piuttosto uno strumento di minaccia verso i vicini e il mondo.

L'India è un paese dove a fronte di pochi ricchissimi ci sono milioni di persone che vivono in totale miseria, muoiono di stenti lungo le strade e la sepoltura che possono attendersi è di essere gettati in un fiume. Arrivando in aeroporto si vedono centinaia di bambini che chiedono qualcosa; una caramella, una moneta, ricevono solo manganellate ... La corruzione dall'alto al basso è spaventosa.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

In India è possibile violentare bambine, ucciderle senza avere conseguenze.
Le donne sono schiavizzate, umiliate, sfruttate, uccise . Le infrastrutture non esistono, strade, ferrovie risalgono all'epoca coloniale. Un accenno all'igiene, cosa ancora sconosciuta. E noi italiani lasciamo che due nostri CONNAZIONALI restino prigionieri di questi selvaggi.

C'è solo da pensare che i "ricchissimi" di cui sopra abbiano comprato tanti di quei BOT e CCT (e qualche politico) da essere in grado di comandare in casa nostra.
Da ultimo una considerazione amara, come mai tacciono anche i nostri militari? Come mai non fanno sentire la loro voce? Come mai noi che siamo così vicini a tutti e in tutti i teatri di guerra siamo isolati in questa vicenda? Perché non minacciare un immediato disimpegno da tuti i fronti se i nostri Marò non verranno rilasciati?
Cosa c'è dietro? un altro dei tanti misteri italiani insoluti?
FB

 

OGNI GIORNATA HA LA SUA BANANATA: “ALLE EUROPEE CAPOLISTA IN TUTTA ITALIA” (MA È VIETATO)

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1. BERLUSCONI: «IL 25 MAGGIO ELECTION DAY - DOBBIAMO TENERCI PRONTI A TUTTO - VORREI ESSERE CAPOLISTA ALLE EUROPEE»

«Puntiamo all'election day per il 25 maggio e vinceremo, grazie al lavoro dei coordinatori appena nominati e dai numerosi club che stanno nascendo in tutta Italia, siamo già oltre 6000. Arriveremo a 12.000»: lo ha detto oggi Silvio Berlusconi nella riunione con i coordinatori locali in piazza San Lorenzo in Lucina, a Roma.

Silvio berlu

«Dobbiamo tenerci pronti a tutto» ha detto Berlusconi, convinto che a fine maggio si andrà a votare anche alle politiche. E ha spronato tutti i coordinatori di Forza Italia a darsi da fare. Il Cav, raccontano i presenti, conta sui Club Forza Silvio e sul lavoro dei coordinatori per riconquistare indecisi e delusi dalla politica.

«Spero di essere capolista in tutte le regioni alle Europee» ha detto il Cavaliere.

BERLUSCONI NOMINA COORDINATORI REGIONALI IN ABRUZZO, UMBRIA, PUGLIA.
«Il Presidente Silvio Berlusconi - si legge in una nota di Forza Italia - ha nominato tre nuovi Presidenti dei comitati regionali. Altri incarichi nazionali e regionali saranno definiti nei prossimi giorni. Abruzzo: Nazario Pagano; Puglia: Francesco Amoruso; Umbria: Catia Polidori (Commissario). Il primo compito dei nuovi presidenti, in accordo con il presidente nazionale, sarà la costituzione di un comitato di presidenza regionale costituito da altri quattro vice presidenti che li affiancheranno nello svolgimento delle loro funzioni».


2. LA DIRETTIVA EUROPEA IMPEDISCE A BERLUSCONI DI CANDIDARSI AL PARLAMENTO DI STRASBURGO A MAGGIO

Direttiva 93/109/CE del Consiglio, del 6 dicembre 1993, relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini

(...)

silvio berlu occhiali

Articolo 10
1. All'atto del deposito della dichiarazione di candidatura, il cittadino comunitario eleggibile deve fornire le stesse prove richieste al candidato nazionale. Inoltre, deve presentare una dichiarazione formale, indicante:

a) cittadinanza e indirizzo nel territorio elettorale dello Stato membro di residenza;
b) che non è simultaneamente candidato alle elezioni al Parlamento europeo in un altro Stato membro,
c) eventualmente la collettività locale o la circoscrizione dello Stato membro di origine nelle cui liste elettorali è stato iscritto da ultimo.

berlusconi guarda il suo quadro nella sede di forza italia

2. Il cittadino comunitario eleggibile deve inoltre presentare, all'atto del deposito della propria candidatura, un attestato delle autorità amministrative competenti dello Stato d'origine che certifichi che egli non è decaduto dal diritto di eleggibilità in tale Stato o che a dette autorità non risulta che il cittadino sia decaduto da tale diritto.

 

Parlamento Europeo LOGO

L’USCITA A VUOTO DEL NEOPREFETTO DI VICENZA: ‘VERONA-ROMA? VADO ALLO STADIO CON LA MAZZA’

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Da ‘Corrieredelveneto.corriere. it'

«Quando vado allo stadio tengo in macchina una mazza, con quella gente non si sa mai». Una battuta, sostiene lui. Una frase pronunciata ridendo di fronte ai giornalisti, a margine di un incontro con la stampa. Ma l'uscita pubblica del neo prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, è già diventata un caso. Soprattutto a Verona. Perché «quella gente», nelle parole di Soldà, sarebbero proprio i tifosi dell'Hellas Verona. E così dalla città scaligera sale la dura presa di posizione dell'eurodeputato leghista Lorenzo Fontana: «Frase discriminatoria, chiederò il suo allontanamento, ma sarebbe opportuno che si dimettesse subito». Insomma, una vera e propria dichiarazione di guerra.

EUGENIO SOLDA

Tutto nasce pochi giorni fa: Soldà, nominato dal governo il 17 dicembre per sostituire l'ex prefetto Melchiorre Fallica, è appena arrivato a Vicenza. Romano, 62 anni, conosce il Veneto perché ha già lavorato in prefettura a Padova e dopo aver incontrato i rappresentanti della forze dell'ordine si concede ai giornalisti. Si affrontano i problemi della città, dai cortei in centro storico ai presidi dei Forconi, ma si finisce per parlare anche di calcio e della sua squadra del cuore: la Roma. «Il 26 gennaio ci sarà Verona-Roma, non me la perderò» esordisce. Seguono commenti sulla tifoseria scaligera e arriva, riportata dai media locali, la battuta di Soldà: «Lo so che sono violenti, infatti quando vado allo stadio tengo in macchina una mazza, con quella gente non si sa mai».

Apriti cielo. A dar fuoco alle polveri è l'eurodeputato leghista Lorenzo Fontana: «Non volevo crederci, ma ora non si può più tacere. Le parole di Soldà sono di una gravità inaudita. Chiederò al ministro Alfano il suo allontanamento». Dalla prefettura berica, ieri, è filtrato un secco no comment sulla vicenda e in contra' Gazzolle quella frase viene considerata una battuta. Ma a Fontana non basta: «Anche fosse poco cambia - dichiara l'eurodeputato - un prefetto non può parlare così, e comunque è una battuta greve, volgare, gratuita, pregiudiziale e discriminatoria nei confronti di una città e di migliaia di persone».

 

 


GIORGIO GORI SI CANDIDA A SINDACO DI BERGAMO, E IL DIRETTORE DI ITALIA1: “POTREI SFIDARLO”

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Simone Bianco e Anna Gandolfi per il "Corriere della Sera - Bergamo"

Giorgio Gori si candida ufficialmente al ruolo di sindaco di Bergamo. Scelto dal Pd, partito al quale ha aderito poco più di due anni fa, l'ex manager di Mediaset dovrà affrontare le primarie di coalizione a fine febbraio. Ma la strada è aperta. Lo ha dimostrato la conferenza stampa con cui questa mattina è stata confermata la discesa in campo. Oltre ai giornalisti si è presentata una pattuglia di gran lunga più numerosa di uomini e donne del Pd, renziani come lui, bersaniani, cuperliani e via.

CRISTINA PARODI GIORGIO GORI TECHNOGYM

Gori esordisce: «Il Pd è unito e non ci sono correnti (poi puntualizzerà: «a Bergamo», ndr). Presentarci divisi avrebbe forse fatto piacere ai giornali...» . Così il moloch democratico si sistema in platea, incluso Antonio Misiani, tesoriere nazionale dell'era pre-renziana che con il gruppo degli ex Ds ha deciso di convergere sulla candidatura unica di Gori.

E l'ex manager ha la scena per sé. Camicia bianca senza cravatta, giacca blu nello stile del sindaco di Firenze, lui che in passato ne era stato considerato lo «spin doctor» sceglie cartelle stampa patinate e chiavette Usb per i comunicati, ma nelle sale del Mutuo soccorso, caro all'associazionismo di sinistra, interviene davanti a una evocativa riproduzione del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.

Parla di «Bergamo che amo, dove sono cresciuti i miei figli», e qualcuno in sala ha un brivido pensando a «questo è il Paese che amo, qui ho le mie radici» del Berlusconi 1994. Ma non scansa l'ostacolo: «Forse su di me ci sono pregiudizi, qualcuno pensa che io non sia abbastanza di sinistra, ma sono pronto a dialogare, a farmi conoscere, a lavorare». Con Renzi, i rapporti si erano raffreddati, tanto che Gori venne escluso dalle liste per l'assemblea nazionale e in quell'occasione annunciò di voler correre per le amministrative. Poi, la rinata sintonia.

Giorgio Gori

«Non ho sentito Matteo - afferma in conferenza -, ma per interposta persona mi ha fatto sapere che vede con molto favore questa mia scelta». L'ex manager, marito della giornalista Cristina Parodi, primarie permettendo sfiderà il sindaco uscente di centrodestra, Franco Tentorio, su un terreno caro anche alla Lega. Ma a dargli del filo da torcere potrebbe esserci anche qualche ex collega.

LUCA TIRABOSCHI

In terra orobica si verifica in questi giorni una particolare fibrillazione «televisiva». Sulla corsa di Gori, già direttore di Canale5 e ideatore - fra l'altro - de l'Isola dei famosi, ha detto la sua Luca Tiraboschi, pure bergamasco, oggi direttore di Italia 1: «Potrei anche scendere in campo con il centrodestra, a livello locale. Con Gori sarebbe un bel match...». Intervistato dal Corriere Bergamo, non ha lesinato le ironie: «Beh, la dicotomia Gori-Pd potrebbe essere il tema di una puntata di "Misteri". Mi sarei aspettato da Giorgio una civica, magari apparentata con il Pd e i catafalchi della sinistra. Non l'adesione totale alla chiesa politica della sinistra italiana...».

TIRABOSCHI

 

NEL FONDO DI PRIVATE EQUITY LANCIATO DA MION (EX BENETTON) MOLTI BIG DELL'IMPRENDITORIA

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Luca Pagni per ‘La Repubblica'

A metà strada tra una boutique e un fondo di private equity. Un piccolo salotto con nomi di primo piano della finanza e dell'imprenditoria, da Leonardo Del Vecchio a Gianmarco Moratti, ma anche banchieri e manager. Con l'obiettivo di individuare e investire in un'azienda che rappresenti una delle eccellenze dell'industria italiana per portarla a Piazza Affari.

GIANNI MION

C'è più di un motivo di interesse nel progetto "Space", la società che ha esordito a Piazza Affari il 18 dicembre scorso e di cui nei giorni scorsi, con la pubblicazione sul sito della Consob di tutti i soci sopra il 2 per cento, si conosce la nuova fisionomia. Con non poche sorprese.

Per capire meglio di cosa si tratta, è meglio ripartire dai soci fondatori di "Space": Gianni Mion, manager di lungo corso del gruppo Benetton (vicepresidente di Edizione Holding), Sergio Erede (fondatore dello studio Erede Bonelli Pappalardo), il presidente del fondo Cinven in Italia Roberto Italia e due banchieri, Carlo Pagliani (senior advisor di Morgan Stanley) e Edoardo Subert (senior advisor di Rotschild).

Loro l'idea di dare vita a una "spac" (special purpose acqusition company) da quotare al segmento dedicato di Borsa Italia, con la quale hanno raccolto 130 milioni (da 53 investitori) da usare in una società che verrà individuata nei settori di punta dell'industria italiana: abbigliamento, design, lusso, alimentare, biomedicale, meccanica. Meglio se sotto il controllo familiare o di un fondo private.

Ora sono emersi i nuovi soci. Il primo azionista è diventato Leonardo Del Vecchio: il fondatore di Luxottica è accreditato del 7,7%, stessa quota del gruppo Generali e di Joseph Nissim, imprenditore di origine greca fondatore del gruppo del largo consumo Bolton Group che vanta 1,5 miliardi di fatturato e marchi come Nostromo, Rio Mare, Manzotin, ma anche Roberts, Brioschi, Chilly e Collistar.

AVV SERGIO EREDE

Alle loro spalle Gianmarco Moratti e una sicav di Julius Baer, entrambi con il 6,2 per cento. Quote minori per l'ex manager del fondo Bc Partners Alberto Tazartes, l'imprenditore Ennio De Rigo e per Solo Dwek, patron con il fratello Maurice di Fineurop, società specializzata nel finanziamento delle esportazioni italiane.

Dopo l'ingresso dei nuovi soci, l'operazione, nella seconda fase, prevede l'ingresso di Space nella società obiettivo, con una quota di minoranza: il controllo dell'azienda rimarrà all'imprenditore, così come la gestione operativa.

DEL VECCHIO

Una procedura che permette di limitare i costi di una quotazione, ridurne i tempi tecnici e fissare un prezzo al momento dell'accordo tra Space e l'impresa obiettivo, senza l'alea di una quotazione di mercato. Un modello replicabile, tanto che potrebbe aprire una nuova strada per chi avesse bisogno di reperire quei capitali che le banche, di questi tempi, fanno fatica a concedere alle imprese.

 

GIANNI MION MASSIMO E GIANMARCO MORATTI DA L ESPRESSO

SOLO NEL 2013 IL ROTTAM'ATTORE HA DISTRIBUITO A FIRENZE 183 CONSULENZE ESTERNE

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Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

Sia chiaro: la formazione professionale, a maggior ragione in un periodo di disoccupazione dilagante, rappresenta un investimento fondamentale. Eppure dalle parti del comune di Firenze, guidato ormai dal 2009 dal nuovo segretario del Pd Matteo Renzi, ci sono cifre che come minimo ispirano qualche domanda. Nel solo 2013, tanto per dirne una, il capoluogo fiorentino ha assegnato 183 consulenze esterne.

RENZI E LETTA

Un numero di tutto rispetto, non c'è che dire, costituito soprattutto da incarichi attribuiti per non meglio specificati "corsi di formazione e aggiornamento professionale". Parliamo di contratti che possono raggiungere anche i 20 mila euro di valore. Dal calderone delle 183 collaborazioni, poi, spuntano fuori anche 16 consulenze esterne per "docenze laboratorio cucina" e "docenze laboratorio sala bar". Con esborsi di non poco conto.

La chef belga Francoise Authom, ormai fiorentina di adozione, ha per esempio incassato dal comune due assegni, uno da 12.120 e l'altro da 9.750 euro. Un'altra chef fiorentina, Maria Paola Giannone, ha incamerato prima 17.880 e poi 19.530 euro. Il collega Domenico Macaluso ne ha invece messi in cascina 9.750. A completare il quadro ci sono i compensi erogati a Pasquale Di Pizzo (12.480 + 19.500 euro), a Stefania Borgioli (12.480 + 9.750) e a Bouchra Cherkaoui (9.750).

RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD

E che dire dei virtuosi del cocktail? Qui a farla da padrona è stata Antonia Lo Casto, barista che va per la maggiore nella zona di Prato, che ha ricevuto dal comune due assegni, rispettivamente di 14.430 e 12.360 euro. A seguire ci sono il barman Cristoforo Matassa (8.040 euro), Franco Sabatini (12.360), Sergio Panerati (12.360) e Roberto Matteuzzi (20.340). Ma a cosa servono, esattamente, tutte queste spese?

La difesa
La Notizia ha chiesto al comune di Firenze di capire in cosa consistano esattamente le decine di incarichi descritti genericamente come "corsi di formazione". E ha chiesto anche il perché di così tanti incarichi per laboratori di sala bar e cucina. L'amministrazione ha fatto sapere che "queste collaborazioni riguardano il nostro centro di formazione professionale che ha due settori: industria e turismo e ristorazione". Parliamo, ha proseguito il comune, di strutture gestite sin dagli anni ‘50.

Per l'amministrazione si tratta di "collaborazioni completamente finanziate con bandi del fondo sociale europeo relativo alla formazione professionale", indirizzati in particolare ai giovani in obbligo formativo. Ma proprio perché il comune vanta strutture formative avviate da decenni in tutto il territorio provinciale, con tanto di personale, viene da chiedersi come mai ci sia bisogno di elargire centinaia da consulenze.

napolitano letta renzi

Rapporti comunque finanziati con fondi pubblici (a loro modo lo sono anche quelli europei). Dal sito internet del comune dedicato alla formazione, infatti, si apprende che "l'amministrazione destina considerevoli risorse finanziarie e umane alle politiche attive del lavoro, con una costante ricerca di coordinamento e collaborazione con gli attori pubblici e privati operanti sul territorio".

L'elenco
Tornando alla lista delle 183 consulenze del 2013, il totale della spesa sostenuta dal comune guidato da Renzi è di 1 milione e 208 mila euro. Nel gruppo l'incarico più consistente, del valore di 42.156 euro, rappresenta il compenso 2013 per Danilo Ammannato, l'avvocato che rappresenta il comune di Firenze, in qualità di parte civile, al processo sulla trattativa Stato-mafia.

Tra le curiosità ci sono anche 13.780 euro corrisposti all'amministrativista Giacinto Della Cananea per assistere il comune davanti all'Alta Corte di Londra nel processo contro le banche Merrill Lynch, Dexia e Ubs a proposito di contratti derivati firmati dalla giunta precedente e annullati successivamente da Renzi in via di autotutela.

letta_renzi

 

 

ZAPPADU CONTRO GRILLO: “SAPEVA DA MESI CHE NEL M5S C’ERANO MASSONI E FASCISTI INFILTRATI”

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Paola Zanca per ‘Il Fatto Quotidiano'

Con il suo zoom è riuscito a superare le mura di Villa Certosa e a immortalare le vacanze osè dell'ex ministro ceco Mirek Topolanek a casa Berlusconi. Tanta gloria, e tanti guai. Ma adesso la missione di Antonello Zappadu sembra ancora più complicata: diventare consigliere regionale in Sardegna. Ci ha provato con Beppe Grillo, ma alla fine M5S non si presenterà nell'isola. E lui ritenta con la lista di Michela Murgia, nonostante continui a dichiararsi "5 Stelle in tutto e per tutto".

Zappadu, che è successo?
È difficile spiegarlo, quella che si era creata all'interno del Movimento era una situazione fortemente imbarazzante.

La faida tra meetup, la pace impossibile e alla fine la decisione di Grillo di non concedere il simbolo a nessuno.
C'erano due possibilità: o affidarsi alla rete o dare l'incarico al nostro Alessandro Polese, fargli scrivere il programma e scegliere poi tra le persone che più si impegnavano.

Ma i vostri "nemici" di Olbia di candidato ne avevano un altro...
Ci siamo confrontati a lungo, qualche volta con la dialettica, qualche altra con gli insulti, non lo nego. Ma poi abbiamo scoperto che c'erano addirittura altri due gruppi clandestini.

Clandestini?
I senatori Cotti e Serra si erano fatti il loro orticello, noi non ne sapevamo nulla.

Grillo ha bruciato anche loro.
Ha bruciato tutto. Quello che gli rimprovero è di non essere venuto qui, di non aver mandato nessuno a darci una mano.

A fare cosa?
Isolare gli infiltrati: neofascisti, massoni. Grillo sapeva benissimo cosa stava succedendo, dai primi di ottobre... sapeva che c'era gente che era arrivata per rovinare il Movimento, doveva venire qui a fare il carabiniere invece li ha lasciati fare.

Perchè secondo lei?
È stata una leggerezza. Ma si rende conto di cosa significano i 276 mila voti che M5S ha preso alle ultime elezioni? Non dico solo in termini politici ma anche economici....c'è gente che si è venduta per rovinare il Movimento, pensano che quei voti adesso siano a disposizione degli altri partiti, del Pdl...ma si sbagliano: andranno tutti agli indipendentisti e alla Murgia!

Vista da qui, sembra un po' complottista come tesi.
Macché, io la sensazione l'ho avuta da quando ero in Sudamerica: seguivo il meetup e vedevo cose strane. Poi sono tornato in Sardegna e ho avuto la conferma: era tutto segreto, anche noi avevamo il terrore delle infiltrazioni, arrivavano decine e decine di iscrizioni al blog dagli stessi indirizzi Ip, tutti dal Nord Sardegna. E poi minacce, microspie...un mio conoscente si è dato fuoco alla macchina perché non riusciva a trovarle.
Ora le daranno dello Scilipoti.
Mi aspetto una censura dallo staff, ma quel che è fatto è fatto. Pensavo di ricevere una razione di insulti giornaliera, invece finora ho avuto grande solidarietà. Spero di non fare brutta figura. Alla Murgia l'ho detto: ti rimarrò fedele, ma ricordati che sono un grillino.

E lei?
Mi ha detto: non c'è problema, mi siete anche simpatici.

beppe-grillo-a-genovala vera storia di Antonello Zappadu-il fotoreporter di Villa CertosaZAPPADUmichela murgia a ballaro

ENRICO VANZINA SHOW: “VIRZÌ? I SOLDI PUBBLICI ANDREBBERO DATI SOLO ALLE OPERE PRIME”

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Da "La Zanzara" - www.radio24.it

Paolo Genovese con Enrico e Carlo Vanzina

"Renzi? Non mi piace perché la butta sempre in caciara. Però ha delle meravigliose doti da attore, fa delle battute di effetto, forse gliele scrive Brizzi. Credo che sia affascinato da Berlusconi, e viceversa". Lo dice il regista Enrico Vanzina a La Zanzara su Radio 24. "Toti? E chi è? Non lo conosco - dice Vanzina del possibile nuovo coordinatore di Forza Italia - io conosco solo Totti. E i Toti, gli imprenditori romani, costruttori".

Vanzina esce in questi giorni con un nuovo film ‘Sapore di te', diretto insieme al fratello Carlo. "A quelli che ci considerano ancora come cinema di serie di serie B - dice - dico che ormai con mio fratello siamo diventati dei culti. Vivere essendo culto è una tragedia. Fanno tesi di laurea, mi invitano a convegni dove vorrei parlare di cinema, invece si parla sempre di stronzate e mai di cinema". Quando Brunetta sostiene che Zalone ha fatto un film berlusconiano secondo Vanzina "ha detto una stronzata".

ENRICO VANZINA FOTO ANDREA ARRIGA POSTER IL CAPITALE UMANO

Però "Moretti col Caimano ha reso il Cavaliere ancora più forte". Ne ha anche per Dudù, il cane di casa Berlusconi: "A me piacciono molto i cani, ma penso che Dudù sia finito in una storia più grande di lui, vedo una tristezza nel suo sguardo che mi fa immalinconire". Sulla polemica tra Virzì e i leghisti Vanzina dice che "i finanziamenti pubblici vanno dati solo alle opere prime. Il cinema si deve misurare col mercato. E' ridicolo vedere quella lista in cui ci sono i massimi autori della lobby di un certo tipo che prendono tutti quei soldi. Quella è una lobby che funziona sia col centrosinistra che col centrodestra, una cosa inconcepibile".

virzi con il cast del capitale umano FRANCESCA PASCALE SILVIO BERLUSCONI E DUDU Giovanni Toti

Ma, prosegue, "sbagliano quelli che se la prendono per la storia della Brianza. E' inconcepibile che un artista, prenda come sfondo una regione, un popolo, una città, e quelli si arrabbiano. Tanti anni fa, in uno dei più bei film della commedia all'italiana, "Signore e signori", Pietro Germi distruggeva Treviso. Poi Paolo Virzì sbaglia a parlare di berlusconismo. Questo è conformismo, non ha più senso dire queste cose".

 

BERLUSCONI DUDU DUDU DIETRO IL CANCELLO

 

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