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ARDE LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGI - LUCIANONE VINCE IL PRIMO ROUND: LA COMMISSIONE DISCIPLINARE DELLA FEDERCALCIO ACCOGLIE LA RICHIESTA DI RICUSAZIONE E STRAPPA DALLE MANI DEL COLLEGIO IL SUO PROCESSO - IL PROCEDIMENTO PER LA RADIAZIONE DELL’EX DG JUVENTINO DOVRÀ ESSERE RIPRESO DA ALTRI GIUDICI…

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Moggi e Giraudo

(Adnkronos) - La Commissione Disciplinare della Federcalcio, udite le parti, ha accolto l'istanza di ricusazione presentata dai legali di Luciano Moggi ed ha sospeso il procedimento in corso trasmettendo gli atti ad altro collegio per la decisione.

Il procedimento davanti ai giudici della Commissione Disciplinare della Federcalcio al Parco di Principi, doveva decidere sulla radiazione o meno di Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini.

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Dei tre, nell'albergo romano che ospitò cinque anni fa il processo sportivo denominato poi Calciopoli, era presente solo l'ex direttore generale della Juventus che, assieme al nutrito pool di avvocati, si è opposto alla "proposta" di radiazione avanzata dalla Corte federale il 25 luglio 2006.

 


come incastrai GELLI - GHERARDO COLOMBO ricorda: “Turone e io eravamo giudici istruttori dell´omicidio Ambrosoli e il \"finto rapimento\" di Sindona. In quell´inchiesta emergevano molteplici collegamenti tra il finanziere siciliano e Gelli. Decidemmo di perquisire l´abitazione di Gelli. Avevamo chiesto agli ufficiali della Guardia di Finanza incaricati delle perquisizioni di non avvertire nemmeno i loro superiori\" - l’incontro con Forlani...

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Leopoldo Fabiani per "la Repubblica"

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«Non pensavamo certo di trovare una cosa del genere. Con quella lista davanti agli occhi fu immediata la sensazione che quel materiale fosse esplosivo». Gherardo Colombo, con il suo collega Giuliano Turone, è il magistrato che ha scoperto, nel marzo del 1981, due mesi prima che il governo decidesse di renderle pubbliche, le liste degli appartenenti alla P2.

Colombo da quattro anni è uscito dalla magistratura e si dedica a un lavoro di sensibilizzazione dei giovani, particolarmente nelle scuole, ai temi della legalità e del rispetto delle regole, qualcosa che si può chiamare una "pedagogia costituzionale". A trent´anni di distanza il ricordo di quei giorni è ancora molto vivo, percorso dalle emozioni della scoperta e da episodi quasi grotteschi.

Licio Gelli x

Dottor Colombo, come siete arrivati alle carte di Gelli?
«Giuliano Turone e io eravamo giudici istruttori delle indagini che riguardavano l´omicidio Ambrosoli e il cosiddetto "finto rapimento" di Sindona. In quell´inchiesta emergevano molteplici collegamenti tra il finanziere siciliano e Gelli. Decidemmo di perquisire l´abitazione di Gelli, l´azienda Giole, e l´Hotel Excelsior di Roma, dove il venerabile dà appuntamento a tutti i suoi interlocutori».

Dove erano le liste?
«Avevamo chiesto agli ufficiali della Guardia di Finanza incaricati delle perquisizioni di non avvertire nemmeno i loro superiori. A un certo punto quella mattina del 17 marzo da Castiglion Fibocchi, dove si trova la Giole, arriva una serie frenetica di telefonate. Il colonnello Bianchi ci avverte che ha trovato materiale importantissimo, con i nomi degli appartenenti alla loggia P2. Noi siamo impazienti, per vedere il tutto dobbiamo aspettare la mattina dopo».

GELLI

E cosa pensate quando lo avete in mano?
«È subito evidente che siamo davanti a qualcosa di inimmaginabile. Negli elenchi ci sono i nomi di ministri in carica, dei vertici dei servizi di sicurezza, parlamentari, prefetti, questori, alti ufficiali delle forze armate, imprenditori, giornalisti, editori. I capi della Guardia di Finanza protagonisti dello scandalo dei petroli, ufficiali dei servizi responsabili dei depistaggi sulle stragi. Anche magistrati.

C´è anche il nome di un generale argentino che fa parte della giunta golpista responsabile dei "desaparecidos". È una cosa enorme. Decidiamo due cose: evitare qualunque fuga di notizie e mettere al sicuro i documenti. Li fotocopiamo e li nascondiamo nel fascicolo di un´indagine che un nostro collega sta conducendo su tutt´altra questione. Poi cerchiamo il presidente della Repubblica. Ma Pertini è in viaggio di Stato in Sudamerica. Allora prendiamo appuntamento con il presidente del Consiglio, Arnaldo Forlani».

GHERARDO COLOMBO

E cosa accade?
«Dopo ore di anticamera, a Palazzo Chigi ci accoglie il segretario di Forlani, prefetto Semprini, il cui nome è nella lista. Pensavamo che avesse il buon gusto di non venire proprio lui ad aprirci la porta, ci viene da ridere. Il presidente del Consiglio mostra di non sapere perché siamo lì. Glielo spieghiamo e per un paio di minuti non riesce ad articolare parola. Poi balbetta, cerca di minimizzare. Il minuetto è estenuante. Alla fine Forlani ci dice che studierà le carte personalmente e poi deciderà cosa fare».

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Il presidente del Consiglio nominerà un comitato di saggi e il 20 maggio renderà pubbliche le liste. Lo scandalo sarà enorme e Forlani si dovrà dimettere. Intanto qual è il destino della vostra inchiesta?
«Pochi mesi dopo, a settembre, le indagini verranno trasferite a Roma. E alcuni filoni dell´inchiesta saranno archiviati. Per scoprire, ad esempio, il Conto Protezione di cui ha usufruito Bettino Craxi, abbiamo dovuto attendere il periodo di Mani Pulite. Alla fine dei processi ci saranno alcune condanne, ma la natura della P2 è riuscita a sfuggire, e intrecci, collusioni e complicità che sarebbero potute emergere allora sono rimasti sommersi».

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A suo giudizio cosa è stata la Loggia di Licio Gelli?
«Rispondo con le parole del comitato dei saggi: "Un luogo di influenza e di potere occulto. Un´associazione occulta può diventare uno Stato nello Stato e questo non può essere consentito nell´ordine democratico". E con quelle della relazione di maggioranza della commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi. "Una operazione politica ispirata a una concezione del potere che tutto usa e a nessuno risponde se non a se stesso, contrapposto al governo che esercita il potere ma è al servizio di chi vi è sottoposto"».

Cosa è rimasto oggi della P2?
«Ci sono esponenti delle istituzioni il cui nome è stato trovato nelle liste degli appartenenti alla loggia. Ma la situazione è senz´altro diversa. Una volta che la segretezza è finita, l´associazione ha perso il suo scopo. Ora non si tratta più di svelare un potere occulto, e i cittadini, gli elettori, hanno gli elementi per giudicare e decidere. Il pallino è in mano a loro».

 

1- DOPO LA BRECCIA DI PISAPIA, IL FURBISSIMO SMONTEZEMOLATO ASPETTA LA GRANDE CHIAMATA DAL PD DOVE HA MOLTI FANS: UNA SETTIMANA FA HA INCONTRATO VELTRONI PER VERIFICARE SE ESISTONO LE CONDIZIONI PER DIVENTARE IL “NUOVO PRODI”. PROBABILMENTE SI TRATTA SOLTANTO DI FANTASIE. L’UNICA COSA CERTA È CHE PRIMA DI SALIRE SUL TRENO DELL’ITALIA POLITICA, LUCHINO SAZIERÀ I SUOI APPETITI CON I TRE MENU DI “ITALO” 2- DIETRO LO SCAZZO TERNA CATTANEO-ENEL CONTI, QUALCUNO SOSPETTA CHE IN REALTÀ DIETRO LA NOMINA IN CONSIGLIO DEL PIASTRELLISTA MINOZZI CI SIA LA MANINA DELLA LEGA CHE DOPO AVER PIAZZATO LE SUE PEDINE NELLE ULTIME NOMINE PUBBLICHE, PUNTI SULLA CHIOMA DEL FERILLONE PER ALLUNGARE IL NUMERO DELLE POLTRONE 3- GLI OCCHI DI BINI SMAGHI SULLA POLTRONA ANTITRUST DOVE ADESSO REGNA CATRICALÀ 4- ANCHE NAPOLITANO (OLTRA A FINI, SCHIFANI E ROMANI) PER L’ASSEMBLEA DI EMMA

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1- ANCHE NAPOLITANO (OLTRA A FINI, SCHIFANI, LETTA E ROMANI, ANCHE NAPOLITANO PER L'ASSEMBLEA DI EMMA
Nel palazzo di Confindustria a viale dell'Astronomia l'ultima luce che si spegne la sera è quella dell'ufficio di Luca Paolazzi, il direttore del Centro Studi (ex-bocconiano ed ex-giornalista) che sta scrivendo la prima versione del discorso che Emma Marcegaglia pronuncerà il 27 all'Assemblea annuale degli Imprenditori.

Per adesso Paolazzi sta raccogliendo una serie di contributi elaborati dalla struttura confederale, ma è consapevole che il testo finale sarà rivisto e integrato dalla mano del presidente. Quest'ultima anticiperà le linee generali del suo discorso nell'Assemblea privata che si terrà il pomeriggio del 26 nella sala Pininfarina e sarà accompagnata da un fascicoletto blu che contiene il rendiconto dell'attività svolta da Confindustria nel 2010 e il bilancio economico della struttura.

Il ghostwriter Paolazzi ha già ricevuto l'indicazione di volare alto e di preparare con l'aiuto anche del direttore Giampaolo Galli un intervento che lasci il segno. È probabile che davanti ai 3mila imprenditori e ospiti presenti il 27 maggio all'Auditorium di Roma la Emma voglia evitare polemiche frontali con quel governo Berlusconi che ha lasciato sola la Confindustria e l'ha accusata a sua volta di lasciar solo il Governo.

L'assise cade alla vigilia dei ballottaggi e la Marcegaglia non vuole farsi tirare i bordi del tailleur nella mischia delle ultime ore; è un momento delicato dove conviene fare discorsi di alto profilo ricordando il centenario dell'Associazione, i valori portanti di un'imprenditoria che invoca riforme strutturali ed è pronta a introdurre nel corpaccione della Confindustria una riforma organizzativa che la renda più snella e più efficiente.

Di sicuro non dovrebbe ripetersi il siparietto sgradevole dell'Assemblea precedente quando il Cavaliere-imprenditore mise da parte il discorso e in soli dieci minuti riuscì a collezionare un sermoncino infarcito da una gaffe clamorosa. Tutti ricordano infatti che in quella occasione il premier si rivolse alla Marcegaglia offrendole di fare il ministro dello Sviluppo, poi chiese agli industriali presenti di votare la sua proposta. Nella sala Santa Cecilia del Parco della Musica scese lo stesso gelo che accoglie le stecche dei cantanti e soltanto qualche deficiente di provincia alzò la manina.

Per Berlusconi fu uno schiaffo che commentò con parole sapide: "dite di no?, e allora poi non prendetevela con il governo".

Nulla di questo succederà venerdì prossimo perché fino a questo momento Palazzo Chigi non ha confermato la presenza del Cavaliere impudente e impunito. A Dagospia risulta invece che oltre a Fini, Schifani, all'onnipresente Gianni Letta e al ministro ex-Opus Dei, Paolo Romani che farà un breve intervento, ci sarà il Presidente della Repubblica. Con la sua presenza Napolitano vuole testimoniare che l'anno dei Centenari va celebrato in tutte le sedi per riscoprire il "Risorgimento" di una nuova classe politica.


2- IL "NUOVO PRODI"
Gli uscieri delle Ferrovie dello Stato stanno spulciando il bilancio 2010 che Mauro Moretti ha presentato l'altroieri.

Dopo aver vissuto le gestioni dolorose di Giancarlo Cimoli ed Elio Catania l'azienda ha chiuso in attivo per 129 milioni di euro, un risultato brillante sul quale pesano ancora 10 miliardi di debiti e le incertezze sul futuro della divisione Cargo.

Il giudizio degli uscieri sul manager di Rimini che dal 2006 riempie le stanze con il suo decisionismo e con urla raccapriccianti, è quindi positivo, e adesso sperano che la concorrenza di Luchino di Montezemolo e dei treni Ntv non comprometta i numeri di quest'anno.

A renderli particolarmente curiosi è l'annuncio fatto ieri dall'amministratore delegato di Ntv, Giuseppe Sciarrone, che i 25 "Italo" di Alstom cominceranno a correre sui binari entro la fine dell'anno. Secondo gli esperti Luchino vorrà fare agli italiani il suo regalo di Natale con le vetture che viaggeranno a 300 km/h e offriranno leccornie strabilianti.

Gli uscieri si leccano i baffi perché hanno saputo dalla bocca del mantovano ingegnere Sciarrone e di Francesco Farinetti, il deus della ristorazione "Eataly", che a bordo saranno offerti ai passeggeri tre menù di prima qualità.

Il primo si chiamerà "tagliere" (a base di formaggi e salumi), il secondo "orto" per i vegetariani, e il terzo "gustoso" con le ricette della miglior tradizione italiana. È questo il piatto forte che insieme a tecnologie avanzate e a una prima colazione servita in scatole con fregi giapponesi, dovrebbe fare la differenza con i servizi di Moretti.

Ormai sembrano superate le polemiche scoppiate a marzo sui paletti introdotti da Trenitalia per frenare l'arrivo di "Italo" e nel palazzo-obitorio stanno già pensando a come rispondere alla campagna che Montezemolone e i suoi compagni di merenda spareranno sui giornali e in televisione per celebrare la nuova avventura.

L'altra avventura di Luchino, quella di natura politica, lascia invece del tutto indifferenti i collaboratori di Moretti. Ormai anche loro hanno capito che il ragazzo dei Parioli non salirà sul treno sgangherato del Terzo Polo fino a quando non avrà la certezza di raccogliere consensi certi e fruttuosi. Qualcuno addirittura arriva a sussurrane che dopo i risultati di Milano, l'amletico presidente della Ferrari stia guardando con più attenzione al PD e che una settimana fa abbia incontrato WalterEgo Veltroni per verificare se esistono le condizioni per diventare il "nuovo Prodi". Probabilmente si tratta soltanto di fantasie. L'unica cosa certa è che prima di salire sul treno dell'Italia politica, Luchino sazierà i suoi appetiti con i tre menu di "Italo".


3- LEGATE KIT KAT
Ai piani alti dell'Enel ieri c'è stato un momento di commozione quando è arrivata la notizia della morte di Franco Viezzoli, il manager che dal 1987 per dieci anni è stato presidente della società.

Viezzoli, che i più anziani ricordano come uno dei due "alani" che insieme a Fausto Calabria pesavano più dei ministri ai tempi delle Partecipazioni Statali, non ha mai interrotto i suoi rapporti con l'azienda elettrica e negli ultimi anni i suoi consigli sul nucleare erano ascoltati con attenzione.

La commozione ha lasciato il posto all'irritazione profonda che in questi giorni è provocata da Flavio Cattaneo, il 48enne architetto milanese che dal 2005 si trova al vertice di Terna, l'azienda della rete di trasmissione elettrica. Forte del rinnovo del suo mandato, il fulvo Flavio ha portato avanti negli ultimi tempi una politica che ricorda l'Enel vecchio stile degli anni '60. L'obiettivo è di mettersi a costruire centrali e impianti fotovoltaici investendo nei prossimi anni 1 miliardo di euro.

A dargli via libera è stato nel dicembre scorso il ministro Romani che con una variante alla concessione che consente a Terna di operare ha introdotto una piccola clausola dove si parla della facoltà di "progettare, realizzare e gestire solo temporaneamente, infrastrutture e impianti di produzione di energia elettrica anche destinati alla vendita attraverso autonome strutture societarie". Questa clausola ha fatto sobbalzare i vertici di Enel e negli uffici di corso Regina Margherita si è sentita la voce più tonante che mai di Fulvio Conti e dei suoi collaboratori.

Il colpo più basso di Cattaneo (per gli amici Kit-Kat) è arrivato venerdì scorso quando durante l'Assemblea degli azionisti il candidato dell'Enel Simone Mori (un fisico direttore della regolamentazione e ambiente di Enel) è stato sostituito dal noto produttore di piastrelle, Romano Minozzi. Costui, classe 1935 e originario di Castelnuovo Rangone in provincia di Modena, ha fondato nel 1961 Iris Ceramica, il Gruppo noto in Italia e nel mondo per le piastrelle nei cessi e nelle cucine.

La scelta del piastrellista Minozzi è stata giustificata da Cattaneo sulla base dell'indicazione fornita dai fondi esteri che fanno parte dell'azionariato di Terna, ma ai piani alti dell'Enel è suonata come un pugno nello stomaco. Adesso la polemica si trasferisce in Parlamento dove in una precisa direttiva europea sulle reti di energia c'è un articolo che parla chiaro: chi ha le reti di trasmissione non può controllare imprese di generazione elettrica.

Resta da capire perché il compagno di Sabrina Ferilli sia entrato in rotta di collisione con il colosso di Fulvio Conti; qualcuno sospetta che in realtà dietro la nomina in consiglio del piastrellista Minozzi ci sia la manina della Lega che dopo aver piazzato le sue pedine nelle ultime nomine pubbliche, punti sulla chioma dell'ex-architetto milanese per allungare il numero delle poltrone.


4- GLI OCCHI DI BINI SMAGHI SULL'ANTITRUST DOVE ADESSO REGNA TONINO CATRICALÀ
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che l'irrigidimento dell'economista mediceo Bini Smaghi per nulla intenzionato a lasciare la poltrona della BCE si sta lentamente allentando.

Dopo i segnali raccolti nei palazzi della politica, e secondo alcuni anche dentro il Quirinale, l'economista fiorentino avrebbe discretamente fatto sapere di accontentarsi di una poltrona fuori dalla Banca d'Italia. Gli occhi di Bini Smaghi sarebbero caduti sull'Antitrust dove adesso regna Tonino Catricalà".


5- OGGI A MILANO NASCE LA FEDERAZIONE ITALIANA DELLA COMUNICAZIONE

Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che oggi a Milano nasce la Federazione italiana della comunicazione, dove confluiranno gli operatori del settore finora rappresentati in AssoComunicazione, Assorel e Unicom.

Per non scontentare nessuno la Federazione avrà come presidente Diego Masi, mentre Beppe Facchetti e Lorenzo Strona copriranno la carica di vicepresidenti. E tutti vivranno felici e contenti".

 

LA POLVERINI SI FA ’NA CANNES - SARà BEN CONTENTO IL MINISTRO GALAN DI RENATONA VOLATA SULLA CROISETTE PER TENTARE IL SUO CARO AMICO MARCO MÜLLER - TRA I PROGETTI DELLA GOVERNATORA PER CONVINCERE AL TRASLOCO IL DIRETTORE DI VENEZIA, C’È QUELLO DI SDOPPIARE LA FESTA: IN ESTATE UNA KERMESSE DEDICATA AGLI USA, IN AUTUNNO UNA RASSEGNA IMPEGNATA STILE “SUNDANCE” ALL’AMATRICIANA…

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Maria Pia Fusco per "la Repubblica - Roma"

ROBERTO BENIGNI RENATA POLVERINI

Lo vuole Roma e lo vuole Venezia: che deciderà Marco Muller? Le voci sui tentativi di affidare il festival di Roma al direttore di Venezia si sono riaccese ieri a Cannes, soprattutto grazie alla presenza della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. Sarebbe infatti proprio lei a voler affidare a Muller il festival di Roma, con un progetto di importanti modifiche, che comporterebbero la divisione della manifestazione in due diversi momenti.

GIANCARLO GALAN

Il primo, anticipato all´estate, dovrebbe programmare anteprime hollywoodiane di grande richiamo popolare, collegate agli eventi dell´Estate Romana, con costi irrilevanti poiché sarebbero le major a finanziare gran parte delle spese. Il secondo momento, nel rispetto delle date ormai tradizionali del festival, dovrebbe presentare cinema europeo e italiano, valorizzando soprattutto i contenuti e trascurando glamour, mondanità e divismo. Il modello sarebbe quello ormai solido del Sundance di Robert Redford.

L´attenzione della Polverini per il festival di Roma trova molti pareri contrari all´interno delle istituzioni del cinema, che per la maggior parte preferirebbero la permanenza di Muller alla Mostra veneziana. In parecchi la reazione è stata un ironico stupore: ma non aveva detto tra le sue prime dichiarazioni che voleva spostare il festival di Roma a Ostia?

Anche se trattative e mediazioni in questo senso sarebbero in corso, la Polverini a Cannes ha posto l´attenzione su altri argomenti, tra i quali l´impegno della Film Commission del Lazio che, ha annunciato, interverrà nei finanziamenti del film che Woody Allen girerà a Roma a giugno, "Bop-Decameron", con Roberto Benigni e altri attori italiani partecipi del cast internazionale. Tra gli obiettivi della Regione c´è anche un asse Roma-Parigi grazie all´intesa tra le regioni Lazio e l´Ile de France.

Marco Muller

«Stiamo valutando la possibilità di creare a Parigi una sala permanente dedicata al cinema italiano. A breve ci saranno altri incontri a Parigi per definire meglio le modalità», ha detto la Polverini che a Cannes ha incontrato il suo omologo, il presidente dell´Ile de France.

Del Festival di Roma ha parlato, ma soltanto sul tema del mercato. «Abbiamo potuto verificare di persona la realtà organizzativa del mercato di cinema all´interno di Cannes. Potrebbe rappresentare un vero e proprio modello per il festival internazionale di Roma, che deve puntare sempre di più su questo fondamentale elemento, a cominciare dalla necessità logistica di concentrare anche le attività del mercato all´interno dell´Auditorium Parco della Musica».

Il cast di Woody Allen a Cannes

Affrontare il tema della possibilità di avere Muller a Roma sarebbe stato inopportuno, visto che ieri a Cannes è arrivato il ministro della cultura Giancarlo Galan, che ha partecipato alla cena in onore del cinema italiano organizzata dall´Istituto Luce e dalle altre istituzioni del settore. Il ministro ha tenuto un breve discorso iniziale, confermando la sua attenzione al cinema e esprimendo gratitudine per la prestigiosa presenza italiana a Cannes. Tra gli ospiti della cena anche Marco Muller, per il quale Galan aveva espresso parole di stima, tra le sue dichiarazioni a favore di Venezia, secondo lui, l´"unico" festival italiano.

Dichiarazioni che hanno provocato reazioni polemiche. Per Muller il rinnovo dell´incarico di direttore della Mostra sarebbe un record significativo. Se la stima di Galan si manifestasse concretamente con la promessa di un contratto sarebbe davvero disposto a lasciare per occuparsi di Roma?

 

RASSEGNA INTERNAZIONALE - FRANCIA KAHN KAHN: IL BANCHIERE INFOJATO IN GALERA FA RESUSCITARE PURE LE AMBIZIONI PRESIDENZIALI DELL’EX PRIMO MINISTRO DI MITTERRAND, LAURENT FABIUS - BARBOUR, HUCKABEE, TRUMP. LA PROSSIMA A MOLLARE LA CORSA ALLA CASA BIANCA SARÀ SARAH PALIN? - “IO, NELLE PRIGIONI SIRIANE”: IL RACCONTO DELLA GIORNALISTA DI AL JAZEERA LIBERATA 2 GIORNI FA - AMNESTY CONTRO MUBARAK - I CELLULARI GOOGLE ANDROID VULNERABILI AGLI HACKER - MANCO DA MCDONALD SI TROVERà LAVORO: ARRIVA IL SELF-SERVICE COL TOUCHSCREEN…

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DAGOREPORT

1 - AL JAZEERA
LA GIOVANE GIORNALISTA NELLE PRIGIONI SIRIANE, TRA VIOLENZE E SILENZI...
http://bit.ly/mFNhyi

DOROTHY PARVAZ

La giornalista di Al Jazeera Dorothy Parvaz parla dei giorni trascorsi in un carcere siriano. Di lei non si era saputo più nulla dal 29 aprile scorso, giorno in cui arrivò in Siria per documentare la repressione del regime contro il popolo dissidente. Ora Parvaz, in un lungo racconto video, spiega di essere stata arrestata subito: è bastato il telefono satellitare e la chiavetta internet che aveva nella sua valigia. E ripercorre i giorni di prigionia all'interno di un carcere dove la violenza è all'ordine del giorno.

2 - BBC
EGITTO, AMNESTY INTERNATIONAL: DIRITTI CALPESTATI, SERVE INDAGINE APPROFONDITA
http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-13450409

MUBARAK CON LA MOGLIE

In una relazione di 123 pagine, Amnesty International denuncia gli abusi e le violenze che hanno subito i civili ribellatisi al regime di Hosni Mubarak, in Egitto. Il paese deve fare ancora molto per rendere giustizia ai morti e ai feriti dalla repressione guidata dall'ex presidente Mubarak, dice Amnesty.

GOOGLE ANDROID

3 - FIANCIAL TIMES
POTEZI
ONE DATI: UNA FALLA NEL SISTEMA RENDE I CELLULARI ANDROID MOLTO VULNERABILI
http://www.ft.com

Ai proprietari di telefoni Android viene sconsigliato di connettersi a reti pubbliche wifi. Gli apparecchi che navigano con il software di Google, infatti, sono particolarmente vulnerabili in termini di sicurezza e protezione dei dati. Un trio di ricercatori tedeschi ha scoperto che per un hacker non è difficile accedere a foto, numeri e tutto ciò che l'utente ha sul proprio cellulare.

supersize me

4 - TIME - TECHLAND
MC DONALD DIVENTA SELFSERVICE: IN ARRIVO 7000 POSTAZIONI TOUCHSCREEN
http://ti.me/lTL73X

clinton McDonalds

Il colosso del fast-food McDonald inaugurerà presto 7000 postazioni (sul modello di quelle che si vedono già nei supermercati) con schermi touch che renderanno il cliente completamente autonomo nel fare l'ordine che desidera e pagare.

5 - LE FIGARO
FRANCIA: L'USCITA DI SCENA DI STRAUSS-KAHN RIACCENDE LE AMBIZIONI PRESIDENZIALI DELL'EX PRIMO MINISTRO DI MITTERRAND, FABIUS
http://bit.ly/j20xJf

È il meno amato dei socialisti, ma tutti riconoscono la sua "statura". Ora o mai più. Con l'eliminazione di Dominique Strauss-Kahn dalla gara per le primarie del Partito Socialista, si sono aperte nuove opportunità per i concorrenti alle elezioni presidenziali del 2012. E l'ex primo ministro di Francois Mitterrand, Laurent Fabius, è uno di loro. Pensa all'Eliseo da quando ha lasciato Matignon nel 1986.

PRIME PAGINE STRAUSS KAHN laurent fabius 001

Nel 2012, Laurent Fabius avrà 67 anni. È l'ultima occasione per lui per ottenere quello che vuole da 25 anni? Alla maniera di Alain Juppé, che Jacques Chirac aveva definito "il meglio di noi", Laurent Fabius è "il meglio di loro". François Mitterrand lo aveva anche quasi nominato suo successore ufficiale.

6 - THE GUARDIAN
BARBOUR, HUCKABEE, TRUMP. LA PROSSIMA A MOLLARE LA CORSA ALLA CASA BIANCA SARÀ SARAH PALIN?
http://bit.ly/iQFoQs

Dopo Barbour, Trump e Huckabee, la prossima a mollare la corsa per le presidenziali Usa 2012 potrebbe essere Sarah Palin. La tigre dell'Alaska, infatti, a giudicare dai messaggi lanciati in questo inizio di campagna elettorale, non sembra prepararsi davvero a rappresentare il partito repubblicano contro Obama.

Sarah Palin con un alce appena ucciso

E anche se l'uscita di scena di Huckabee la fa salire al secondo posto tra i candidati del suo schieramento, dietro solo a Mitt Romney, rimane un personaggio controverso, allo stesso modo di Trump e Barbour.

HUCKABEE

 

 

 

 

 

FLASH! - LE NOMINE CHE FRULLANO NELLA TESTA DI LADY LEI: VALERIO FIORESPINO ALLE RISORSE TELEVISIVE (ATTUALMENTE RICOPERTA AD INTERIM DAL NEO DG), GIAN-VITO LOMAGLIO ALLA NUOVO DIREZIONE INTRATTENIMENTO, NARDELLO (SPONSOR SACCà-BERGAMINI) AL POSTO DI LUCIANO FLUSSI, CAPO DEL PERSONALE...

MICRO ROMA, MACRO FALLIMENTO - UN’ALTRA FIGURACCIA PER ALE-DANNO: LUCA MASSIMO BARBERO SI DIMETTE DALLA DIREZIONE DEL MUSEO MACRO - DUE ANNI DI LAVORO TRA MILLE DIFFICOLTÀ, POCHI EURI E LA FONDAZIONE CHE NON ARRIVA - INTANTO LA PROGRAMMAZIONE ESPOSITIVA LANGUE, MA NON MANCANO PRESENTAZIONI DI LIBRI E ALTRI “EVENTI” CARI AL SINDACO - TRA LE PROTESTE DEL PDL, ALE-DANNO CONFERMA FUORTES AD DELL’AUDITORIUM. NEL CONSIGLIO ANCHE CIPOLLETTA E MALAG҅

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1 - MACRO, IL DIRETTORE SE NE VA LETTERA DI DIMISSIONI AL SINDACO...
Francesca Giuliani per "la Repubblica - Roma"

GIANNI ALEMANNO

Le mostre di Schifano, Gormley, Carla Accardi e alcune acquisizioni di arte contemporanea che hanno accompagnato la riapertura e il nuovo allestimento in coincidenza con l´ampliamento del museo, la corsa contro il tempo per un cantiere complesso, inaugurato sul filo di lana e tra mille difficoltà sotto i riflettori della stampa di mezzo mondo: Luca Massimo Barbero al Macro ce l´ha messa tutta. Ma - a meno di due anni dall´insediamento come direttore del museo comunale di arte contemporanea di via Nizza, a dodici mesi dal taglio del nastro ufficiale dei nuovi spazi - è costretto a lasciare.

La voce sul raffinato curatore d´arte piemontese classe 1963, esperto di tardo Novecento, con un curriculum di mostre curate che comincia alla fine degli anni Ottanta e arriva fino all´ultima appena inaugurata a Palazzo Cipolla sugli "Irripetibili anni Sessanta", circolava nel mondo dell´arte già da qualche giorno. Fino alla risoluzione finale che ha avuto, come primo gesto "esterno" quello di stima e amicizia nei confronti dei collaboratori più stretti, convocati martedì pomeriggio per un congedo informale ma definitivo.

luca massimo barbero

Altri collaboratori, più o meno vicini, sono stati messi a parte della decisione via email. Ma il vero gesto ufficiale non è mancato, anzi è stato, comme il faut, il primo: il sindaco Alemanno avrebbe ricevuto infatti, e già la scorsa settimana, una lettera ufficiale di dimissioni.

Barbero che lascia è di fatto un altro pezzo del sistema-Alemanno che si stacca da una macchina che fatica a girare a motore pieno soprattutto per ragioni di mancanza di fondi e di strategia complessa, un ennesimo smacco, un patto che si rompe per mille ragioni diverse, fra cui anche una difficoltà di rapporto e una diversità di visione del mondo con il soprintendente Umberto Broccoli.

Ma decisiva è stata l´impossibilità di gestire davvero e con il respiro internazionale necessario un museo tanto importante soprattutto dal punto di vista economico, cosa possibile soltanto, nel pensiero dell´attuale direttore e in una prassi consolidata a livello europeo, dando vita a una fondazione, come accade per altre importanti istituzioni culturali come il Maxxi inaugurato insieme al Macro giusto un anno fa.

Umberto Broccoli

Il sindaco per il momento accantona la grana e tenta di sbrogliarla come può: le dimissioni sono congelate e tenute riservate ma l´ipotesi corrente pare sia quella di sostituire il direttore con un tandem formato da un artista più un tecnico/amministrativo che tenga d´occhio i cordoni strettissimi della borsa.

Intanto il futuro del Museo d´arte contemporanea di Roma, riprogettato dall´architetto francese Odile Decq attraversa una fase delicatissima. Ultimamente la programmazione espositiva langue, mentre non mancano presentazioni di libri e altri "eventi" a conferma delle difficoltà incontrate dal direttore in carica.

2 - CDA AUDITORIUM: IL CAMPIDOGLIO COMPLETA L´ELENCO DEI SUOI RAPPRESENTANTI CON LETTA, MARAZZITI, SANTARELLI E DE MICHELI...
Alessandra Paolini per "la Repubblica - Roma"

MACRO - TERRAZZA

Il nuovo cda dell´Auditorium ora è al gran completo. Le ultime sette poltrone ancora vacanti ieri sono state riempite grazie all´ordinanza del sindaco Alemanno che ha nominato i consiglieri mancanti. Oltre a due componenti del Collegio dei Revisori dei conti della fondazione Musica per Roma che dallo scorso gennaio vede Aurelio Regina, già numero uno di Unindustria, a capo della presidenza.

E subito c´è una conferma. Alemanno ha infatti puntato su Carlo Fuortes, nominandolo ancora una volta amministratore delegato. Questo, alla luce dei risultati positivi di bilancio che nel 2010 si è concluso con la vendita dei biglietti in crescita del 34%. Ma la scelta, in casa Pdl, non a tutti è piaciuta atutti. «Una brutta notizia», il commento del deputato Marco Marsilio che ha bocciato la nomina come «un´occasione persa per segnare quella discontinuità con il passato che i cittadini - e soprattutto i nostri elettori - chiedono al sindaco».

MAXXI CARLO FUORTES

Gli altri consiglieri che entrano con la benedizione del Campidoglio nel cda sono Innocenzo Cipolletta ex direttore generale di Confindustria, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, il presidente del circolo Aniene Giovanni Malagò, Mario Marazziti portavoce della comunità di Sant´Egidio, Paola Santarelli dell´omonima famiglia di costruttori e Adriano De Micheli. Tra i componenti del Collegio sindacale ecco Pietro Pennacchi in veste di presidente e Leonardo Quagliata che sarà invece revisore effettivo.

GIOVANNI MALAGO

I sette vanno così a riempire i buchi mancanti di un puzzle, che, per statuto, prende vita con le nomine fatte da Comune, Camera di Commercio, Provincia e Regione. Camera di Commercio che ha già nominato Franco Bernabè, manager e numero uno di Telecom, Guido Fabiani, rettore di Roma Tre, Luigi Abete, un passato alla presidenza di Confindustria e il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone. È Andrea Guerra, invece, l´uomo della Provincia. Tra i più quotati manager italiani, attualmente ad di Luxottica.

 

BORSE EUROPEE IN RIALZO - UE: ITALIA IN RITARDO SUI REQUISITI DI CAPITALE BANCARIO - SOLO CIN PER TIRRENIA - IL BOND DA 750 MLN € DI TELECOM - DORIS: A MEDIOLANUM NON SERVE CAPITALE - SINDACATI E GOVERNO CONTRO LO STOP ALLA CENTRALE DI PORTO TOLLE (ROVIGO) - DISASTRO AEROPORTI: NIENTE LOW-COST A FIUMICINO, ANDRANNO A VITERBO (CHI CI VA?) - I CASINò CINESI IN BORSA - DIESEL: ROSSO PREPARA LA SUCCESSIONE. E SI AVVIA VERSO LA BORSA…

Next: 1- BRUTTO RISVEGLIO PER I GRANDI QUOTIDIANI \"SORPRESI\" DALLA BRECCIA DI PISAPIA 2- LA VITTORIA AL PRIMO TURNO, IN REALTÀ, NON È STATO UN FATTO (POLITICO) DAVVERO INASPETTATO. TANTO È VERO CHE DONNA LETIZIA, CONTRAVVENEDO ALLA REGOLA AUREA DI NON PRESTARSI A DUELLI TELEVISIVI QUANDO SI È IN VANTAGGIO, HA ACCETTATO L’INVITO DI CARELLI PER IL TG DI SKY PER RECUPERARE LE POSIZIONI PERDUTE 3- COSÌ ANCHE IL FLOP DELLA LEGA SEMPRE SOPRAVVALUTATA NEL CAPOLUOGO LOMBARDO 4- PER NON SCONTENTARE NESSUNO, CON UN EQUILIBRISMO DA ACROBATI, I QUOTIDIANI HANNO LASCIATO NEL CASSETTO LA BUSSOLA, FELICI DI ESSERE SORPRESI (E INVENDUTI) 5- ADESSO NEL GOVERNO I PUNTI DEBOLI (GLI SCONFITTI VERI) SONO DUE: BERLUSCONI E BOSSI (ATTENZIONE AI NAVIGATI: IN POLITICA A VOLTA LA DEBOLEZZA FA LA FORZA...)
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TIRRENIA

1 - BORSA: EUROPA CONFERMA RIALZI CON DATI USA, MILANO +1%
(ANSA) -
Confermano i rialzi le principali borse europee con i primi dati Usa migliori delle attese degli analisti e in attesa dell'avvio degli scambi a Wall Street, nel giorno in cui la Fed indica la propria politica sui tassi americani. In particolare le nuove richieste di sussidi di disoccupazione a maggio sono state 11.000 in meno del previsto e le richieste continue sono state inferiori di 17.000 unità. Londra guadagna l'1,3%, Parigi l'1,7% e Francoforte l'1,5%, mentre a Milano il Ftse Mib segna un progresso dell'1%. A parte lo scivolone del gioielliere danese Pandora (-16,89%) dopo i risultati trimestrali inferiori alle attese degli analisti, gli occhi degli investitori sono puntati su Investec (+6,11%), che ha diffuso i risultati dell'intero esercizio 2010-2011, con una crescita dell'utile del 21%.

Bene anche Bank of Ireland (+5,43%), Itv (+5,22%) e il petrolifero Bp (+2,45%), dopo la raccomandazione di acquisto di Bofa Merril Lynch, che trascina anche Total (+1,8%) e Shell (+0,9%). Acquisti su Glencore International (+2,2%) nel giorno del debutto in borsa a Londra, mentre in campo automobilistico salgono Continental (+3,88%), Porsche (+2,46%), Volkswagen (+2,25%) e Peugeot (+2,12%). Sulla piazza milanese si segnalano i bancari Unicredit (+2,17%) e Intesa Sanpaolo (+1,69%), Exor (+2,09%) e Fiat (+1,46%). Più cauta Eni (+0,59%), debole invece Unipol (-1,31%).

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee. - Londra +1,33% - Parigi +1,70% - Francoforte +1,50% - Madrid +0,72% - Milano +1,07% - Amsterdam +0,89% - Stoccolma +0,90% - Zurigo +0,60%.

2 - TIRRENIA: MEDITERRANEA NON FA OFFERTA, RESTA SOLO CIN...
Radiocor - Mediterranea Holding non ha presentato alcuna offerta per l'acquisto di Tirrenia. Lo apprende Radiocor da fonti finanziarie secondo cui non sono arrivate alla scadenza di oggi proposte economiche alternative a quella di Compagni Italiana di navigazione.

Quest'ultima - formata dalla Marinvest di Gianluigi Aponte, dalla Moby di Vincenzo Onorato e dalla famiglia Grimaldi - aveva avanzato a meta' aprile un'offerta da 380 milioni composta da 200 milioni da versare al closing dell'operazione e da tre rate da 60 milioni da versare una volta ottenuti i contributi annui previsti per Tirrenia.

Federico Ghizzoni UNICREDIT

A questo punto il commissario straordinario Giancarlo D'Andrea, che aveva fissato per questa mattina la scadenza per offerte alternative, potra' far avanzare l'iter per l'aggiudicazione a Cin che prevede il via libera del comitato di vigilanza e del ministero dello sviluppo economico.

Se non ci saranno intoppi, si chiudera' cosi' il passaggio piu'' rilevante della vendita degli asset del gruppo Tirrenia (che comprendeva anche Siremar, gli immobili, i traghetti veloci e il patrimonio artistico) avviato dopo l'amministrazione straordinaria iniziata nell'estate 2010.

3 - BANCHE: UE, ITALIA NOTIFICHI MISURE SU CAPITALE E REMUNERAZIONI SECONDO LA PROCEDURA DUE MESI DI TEMPO PER RISPONDERE...
Radiocor
- La Commissione europea ha chiesto all'Italia di notificare entro due mesi l'attuazione delle ultime regole sui requisiti di capitale e sulle politiche di remunerazione nelle istituzioni finanziarie come richiesto dalla terza direttiva sui requisiti di capitale (Crd III). La scadenza per l'attuazione di tali regole era il primo gennaio 2011.

4 - BCE: STARK, CON RISTRUTTURAZIONE NON ACCETTEREBBE PIU' BOND GRECI...
Radiocor
- Una ristrutturazione del debito greco costringerebbe la Bce a non accettare piu' i bond di Atene come collaterali nelle operazioni d i liquidita'. Cosi' Juergen Stark, membro del direttorio della Bce. 'Una ristrutturazione del debito frenerebbe l'uso di bond greci. Continuare a mettere a disposizione la liquidita' sarebbe impossibile', ha detto Stark mercoledi' in occasione di un seminario ad Atene. Le sue dichiarazioni, confermate da un portavoce Bce, giungono in un momento in cui sta crescendo l'opposizione della Bce all'ipotesi di riscadenzamento del debito greco, sostenuta in modo crescente dai Governi europei e attualmente allo studio da parte del Fmi.

Moody's

5 - FONSAI: GHIZZONI, ENTRO BREVE NOSTRI CONSIGLIERI IN CDA...
(Adnkronos)
- "Non ho ben chiari i tempi tecnici post decisione Consob", ma i tre consiglieri di Unicredit dovrebbero entrare in Fonsai "credo entro breve". A chiarirlo l'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, oggi a Milano a margine di un incontro dedicato alla Turchia organizzato dall'Ispi.

6 - UNICREDIT: GHIZZONI, SOTTO OSSERVAZIONE MOODY'S? NON CI FA MOLTO PIACERE...
(Adnkronos)
- Del fatto che l'agenzia Moody's ha messo sotto la lente i rating di Unicredit, "ne abbiamo preso atto. Non ci fa molto piacere, ma daremo tutta la collaborazione per vedere se riusciamo a mantenere il rating com'e'". Cosi' l'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, commenta, a margine di un incontro a Milano sulla Turchia e la decisione dell'agenzia di mettere sotto osservazione i rating C e Aa3 dell'istituto di piazza Cordusio. A chi gli domanda, poi, se sono attesi altri giudizi di agenzie, "non credo", conclude Ghizzoni.

FRANCO BERNABE AD TELECOM

7 - TELECOM: CONCLUSA CON SUCCESSO EMISIONE OBBLIGAZIONI PER 750 MLN DI EURO...
(Adnkronos)
- Telecom Italia comunica che si e' conclusa con successo l'emissione obbligazionaria a tasso fisso per 750 mln di euro e con scadenza nel 2018, destinata a investitori istituzionali. L'emissione, spiega la societa' "si inserisce nel processo di rifinanziamento del debito in scadenza e contribuisce positivamente alla riduzione del costo medio dello stesso che, al 31 marzo 2011, e' risultato pari al 5,4%".

8 - GIOCHI: AAMS, RACCOLTA PRIMI 4 MESI A 24 MLD (+18,2%)...
(Adnkronos)
- La raccolta giochi del primo quadrimestre del 2011 e' pari a 24 miliardi di euro. Rispetto allo stesso periodo del 2010, quando l'incasso e' arrivato a 20,3 miliardi, si registra un incremento del 18,2%. Nel solo mese di aprile la raccolta e' stata pari a 6 miliardi di euro. Lo comunica l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.

9 - MEDIOLANUM: DORIS, NESSUN BISOGNO DI AUMENTO CAPITALE - POTREMMO VENDERE BANCA ESPERIA SOLO DI FRONTE AD ASSEGNO IMPORTANTISSIMO
(Adnkronos)
- Banca Mediolanum non ha "nessun bisogno" di aumenti di capitale dal momento che "il gruppo ha un core tier superiore al 10% mentre la banca e' a quota 17%". Lo afferma, in un'intervista al 'Corriere' l'a.d. Ennio Doris, sottolineando come Banca Esperia sia "molto redditizia".

"Solo di fronte a un assegno importantissimo, ma davvero importantissimo, potremmo considerare l'ipotesi di vendere". Per Doris "la partecipazione in Mediobance e' e restera' strategica. Non ho ancora avuto colloqui sul patto ma sono sicuro che riusciremo a trovare la 'quadra', a conciliare le diverse idee".

Sui progetti futuri, ricorda, "in passato, ai tempi di Programma Italia, grandi gruppi americani mi avevano gia' presentato corposi assegni". Ma, conclude, "le scelte dell'imprenditore non sono sempre razionali".

Ennio Doris PIZ

10 - TRENTANNI DI PRC...
Anniversario nel mondo della comunicazione:la societa' romana PRC di Antonio e Alberto Di Raimondo festeggia trentanni di attivita'. Dopo aver esordito con la rivista dell' Alitalia "Ulisse2000", la societa' si e' piazzata tra le aziende leader nella comunicazione aziendale.

11 - NUCLEARE: SCARONI, DI BREVE DURATA CHIUSURE E RITARDI PROGRAMMI NEL MONDO
(Adnkronos)
- 'A Fukushima sono seguite chiusure e ritardi nei programmi nucleari di tutto il mondo. Credo che questa sara' una policy di breve durata, perche' il nucleare e' troppo importante per la diversificazione delle fonti energetiche e per la riduzione delle emissioni'. Ad affermarlo, nel corso di un recento intervento riservato ai giovani studenti della Bocconi che e' stato ricostruito da 'Il Foglio', e' l'ad di Eni, Paolo Scaroni.

Quello che e' certo, aggiunge Scaroni, 'e' che sospensioni e ritardi nel nucleare si tradurranno in un aumento dei consumi di gas naturale, che e' il combustibile fossile piu' pulito, e che e' inoltre abbondante e facile da utilizzare. Solo in Giappone -sottolinea-, il disastro portera' ad un aumento dei consumi di gas di 10 miliardi di metri cubi all'anno quantita' che verranno principalmente dal Qatar'.

PAOLO SCARONI

Ad oggi, precisa l'ad di Eni, 'l'unico paese fornitore dell'Europa in grado di far fronte ad un forte incremento della domanda e' la Russia, che e' gia' il nostro primo fornitore'.

12 - ENERGIA: STOP A PORTO TOLLE, POLITICA E SINDACATI CONTRO...
(Adnkronos)
- Ieri l'Enel, che ha minacciato di andare ad investire all'estero. Oggi il governo, i sindacati e le associazioni di categoria. Lo stop del Consiglio di Stato alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle incassa nuove proteste, oltre alla dura contestazione dei lavoratori coinvolti, che hanno sfilato dietro lo striscione "un consiglio di Stato: giu' le mani dalla centrale".

In serata e' arrivato l'intervento del ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, che parla di una "sentenza per certi versi inattesa, anche perche' il progetto ha superato un lungo iter procedurale sull'impatto ambientale". La situazione attuale, osserva, "rischia invece di cancellare un intervento importante per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici del Paese e per la riduzione del costo finale dell'energia". In questo quadro, il ministro, che aspetta di leggere le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato, guarda soprattutto alle ricadute occupazionali.

La conversione, che prevede un investimento di 2,5 miliardi di euro, la creazione di 3.000 posti di lavoro per i prossimi 5 anni per la costruzione dell'impianto e di circa 1.000 posti di lavoro a regime fra centrale ed il nuovo impianto di cattura e sequestro dell'anidride carbonica, spiega, rappresenta 'un tassello essenziale nell'ambito della politica energetica di diversificazione delle fonti e di riduzione dell'impatto ambientale. Quindi, Romani assicura: "faremo tutto il possibile, per quanto di nostra competenza, per salvaguardare un investimento produttivo che, non a caso, e' stato salutato in modo positivo da tutte le forze sociali e istituzionali" conclude Romani'.

13 - MGM CHINA VUOLE RACCOGLIERE FINO A 1,5 MLD DOLLARI IN IPO A HONG KONG...
(LaPresse/AP)
- Mgm China holdings, che gestisce un casinò a Macao, prevede di raccogliere fino a 1,5 miliardi di dollari (11,67 miliardi di dollari di Hong Kong) con l'Ipo alla borsa di Hong Kong. La cifra sarebbe raggiunta con la vendita di 760 milioni di azioni a un prezzo tra 12,36 e 15,34 dollari di Hong Kong.

fiumicino vistaaerea

La Mgm resorts con sede a Las Vegas detiene la Mgm China in joint venture con Pansy Ho, figlia del magnate del gioco d'azzardo Stanley Ho. Il casinò di Mgm è uno dei 34 presenti a Macao, regione amministrativa speciale della Cina e l'unico posto nel Paese dove i casinò sono legali. La società spera di catturare l'interesse crescente degli investitori nelle società del gioco d'azzardo di Macao, che hanno contribuito al boom dell'economia da quando è finito nel 2002 il monopolio sul settore che durava da quarant'anni.

14 - ADR: QUARANTA, OK ENAC A GIUGNO CON INTESA A BREVE SU CONTRATTO PROGRAMMA...
(Adnkronos)
- Se verra' raggiunto un accordo sul nuovo contratto di programma di Adr entro maggio, il cda dell'Enac potra' procedere all'approvazione formale entro giugno. E' questa l'indicazione che arriva dal direttore generale dell'Enac, Alessio Quaranta, sulla possibile tabella di marcia per arrivare al varo del contratto di programma, che definira' il nuovo quadro regolatorio e tariffario all'interno del quale la societa' di gestione degli aeroporti romani attuera' il proprio piano di investimenti per lo sviluppo di Roma Fiumicino.

'Con Adr- ha riferito Quaranta parlando a margine della presentazione del rapporto realizzato dalla Kpmg sulle compagnie low cost- stiamo lavorando e stiamo continuando a parlare. Abbiamo raggiunto una buona definizione tariffaria e anche sulle infrastrutture, dopo qualche incomprensione, sembra che siamo riusciti a capirci. Se riusciamo entro fine mese, il cda potra' licenziare il nuovo contratto di programma entro giugno'. E, ha riferito Quaranta, 'stiamo lavorando anche sul fronte della nuova convenzione'. Adr ha la 'necessita' di un nuovo testo convenzionale per poter effettuare il piano di investimenti'.

Mentre si lavora ancora per raggiungere un accordo, un punto fermo e' stato fissato dall'Enac e cioe' che a Fiumicino non verra' realizzato il terminal dedicato per le compagnie low cost. 'L'atto di indirizzo del ministro Matteoli non prevede lo sviluppo della low cost' a Fiumicino, ha detto Quaranta. Piuttosto, l'aeroporto di Viterbo, gia' scelto come terzo scalo del Lazio, 'e' gia' nelle condizioni, sotto il profilo infrastrutturale, per accogliere un primo trasferimento delle compagnie low cost'.

RENZO ROSSO

15 - ROSSO PREPARA LA SUCCESSIONE. E SI AVVIA VERSO LA BORSA...
M. S. S. per il "Corriere della Sera
" - Da qualche anno il gruppo Only the brave-Diesel è un vero e proprio cantiere. E non solo per la nuova sede di Breganze che è stata inaugurata di recente: anche per come Renzo Rosso lo sta riorganizzando. Dopo aver chiamato una manager esterna per il marchio principale (Daniela Riccardi per Diesel), Rosso sta infatti adesso predisponendo la propria successione: come ha detto ieri (presentando all'università Bocconi il libro «Be stupid» , Rizzoli Editore) «sto facendo il mio testamento» . Rosso ha solo 55 anni, ma è partito presto. L'anno scorso Diesel ha compiuto trent'anni. E i figli maggiori dell'imprenditore veneto di anni ne hanno anche di più: 33 Andrea, 31 Stefano. Poi c'è Alessia, 24 anni, e dopo di lei altre tre sorelle più piccole. Tre figli dalla prima unione, tre dalla seconda.

I due maggiori già da tempo lavorano con il padre e già hanno una piccola quota della capogruppo Only The Brave. Ma occorre pensare «più avanti» perché l'azienda - come ha ricordato ieri Renzo Rosso- viene prima della famiglia e va preservata considerato che dà lavoro a 6 mila persone, indotto escluso. Per questo, l'imprenditore è al lavoro per stabilire la propria successione. Un progetto che non è mai facile ma che sta trovando la sua strada e al quale non sarà estranea la Borsa, come ha confermato ieri: «È l'idea migliore per assicurare trasparenza all'azienda. Ma non sarà subito, penso che occorreranno due-tre anni» .

16 - RICHEMONT: UTILE SALE DEL 79% IN 2010-11, CALA IN BORSA A ZURIGO...
(Adnkronos/Ats)
- Risultati in aumento per il gruppo svizzero del lusso Richemont nell'esercizio 2010/11, chiuso a fine marzo. Il giro d'affari del gruppo ginevrino e' salito di un terzo a 6,89 miliardi di euro (8,65 miliardi di franchi) e l'utile operativo e' aumentato del 63% a 1,36 miliardi di euro. Il risultato netto e' cresciuto del 79% a 1,08 miliardi di euro, ha fatto sapere il numero due mondiale del lusso dopo la francese Lvmh. Il titolo pero' a Zurigo ha reagito male e a fine mattinata e' il peggiore dello Smi, a -2,86%.

Per rispondere alla forte domanda le venti fabbriche elvetiche del gruppo stanno assumendo personale. "Creeremo 800 posti supplementari in Svizzera per accrescere le capacita' produttive", ha affermato in una conferenza telefonica Richard Lepeu, vicepresidente della direzione societa' ginevrina. Il gruppo intende puntare sulla crescita organica aumentando gli investimenti nella produzione e rafforzando la rete di distribuzione nel mondo.

Interrogato sull'evoluzione degli affari in Giappone, terzo mercato del gruppo, Lepeu ha indicato che le vendite sono scese del 27% in marzo, in seguito alle catastrofi che hanno colpito il paese. In aprile hanno registrato un lieve rialzo del 3%. "Le conseguenze in Giappone potrebbero essere meno drammatiche del previsto", hanno commentato i vertici della Richemont. Il fatturato globale e' salito del 32% in aprile (+35% a cambi costanti).

 


1- BRUTTO RISVEGLIO PER I GRANDI QUOTIDIANI \"SORPRESI\" DALLA BRECCIA DI PISAPIA 2- LA VITTORIA AL PRIMO TURNO, IN REALTÀ, NON È STATO UN FATTO (POLITICO) DAVVERO INASPETTATO. TANTO È VERO CHE DONNA LETIZIA, CONTRAVVENEDO ALLA REGOLA AUREA DI NON PRESTARSI A DUELLI TELEVISIVI QUANDO SI È IN VANTAGGIO, HA ACCETTATO L’INVITO DI CARELLI PER IL TG DI SKY PER RECUPERARE LE POSIZIONI PERDUTE 3- COSÌ ANCHE IL FLOP DELLA LEGA SEMPRE SOPRAVVALUTATA NEL CAPOLUOGO LOMBARDO 4- PER NON SCONTENTARE NESSUNO, CON UN EQUILIBRISMO DA ACROBATI, I QUOTIDIANI HANNO LASCIATO NEL CASSETTO LA BUSSOLA, FELICI DI ESSERE SORPRESI (E INVENDUTI) 5- ADESSO NEL GOVERNO I PUNTI DEBOLI (GLI SCONFITTI VERI) SONO DUE: BERLUSCONI E BOSSI (ATTENZIONE AI NAVIGATI: IN POLITICA A VOLTA LA DEBOLEZZA FA LA FORZA...)

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DAGOREPORT

BOSSI BERLUSCONI

A forza di accusare i partiti politici (o quel che resta) di aver smarrito il rapporto con i cittadini (il cosiddetto Paese reale), da alcuni anni i giornali hanno finito, per convenienza e per complicità, a seguire le stesse orme di quella che chiamano la Casta. E poiché il consenso della stampa non si misura nell'urna ma nelle edicole, si registra così un'identica disaffezione dei lettori nei loro confronti.

Nelle tornate elettorali cresce il numero degli astenuti; nelle tirature dei quotidiani si assottiglia parimenti la quantità di copie vendute.

Ecco spiegata forse la ragione principale perché a ogni consultazione elettorale il risultato finisce per rappresentare una "sorpresa" per i mass media. Emblematico è il caso dell'ultima sfida per il comune di Milano, con tutto quello che ne potrà conseguire a livello nazionale (leggi governo Berlusconi).

pisapia cartellone pp

La vittoria al primo turno del candidato dell'opposizione Giuliano Pisapia nei confronti della signora Letizia Moratti in realtà non è stato un fatto (politico) davvero inaspettato. Tanto è vero che Donna Letizia, contravvenedo alla regola aurea di non accettare duelli televisivo quando si è in vantaggio, ha accettato l'invito di Carelli per il TGSky per recuperare posizioni perdute.

E così anche il forte ridimensionato della Lega di Bossi (da sempre sopravvalutata nel capoluogo lombardo) scesa dalla "piena" delle ultime regionali del 2010 (successo favorito dall'exploit di Berlusconi alle politiche del 2009) dal 14,49% al 9,63 del voto di domenica. Un trend negativo che trova riscontri anche sul suo terreno elettorale più fertile delle province lombarde.

PISAPIA FESTEGGIATO IN STRADA

A parte il giudizio politico sui cinque anni dell'amministrazione Moratti, ritenuto a dir poco insufficiente dai milanesi (il primo cittadino uscente del resto parte sempre con questo handicap rispetto al suo avversario), nessuno dei commentatori - preoccupati di non far pesare il proprio giudizio nell'imminente scontro tra i due candidati sindaco - si è soffermato su alcuni aspetti non secondari del duello per la poltrona di Palazzo Marino.

PISAPIA - MORATTI

Un equilibrismo da acrobati spericolati, che il "Corriere della Sera" ha conservato anche quando Donna Mestizia Moratti è scivolata nel confronto televisivo con Pisapia su Sky. Forse il suo ultimo dissennato tentativo per schiacciare l'avversario all'angolo dandogli, in pratica, del ladro d'auto e dell'estremista.

PISAPIA-CARELLI-MORATTI

Una mossa forse obbligata per la Moratti che stavolta non aveva di fronte come nel 2006, l'incolore prefetto Bruno Ferrante. A Milano il candidato del centro sinistra, Giuliano Pisapia, era percepito, in nome del padre Giandomenico (illustre penalista e artefice nobile del nuovo codice civile penale) come l'erede della migliore borghesia professionale meneghina. Ma c'erano altre ragioni per non farsi "sorprendere" dalla vittoria, sia pure temporanea in vista del ballottaggio, di Pisapia.

Bastava un minimo di analisi delle votazioni che hanno preceduto il confronto per Palazzo Marini per accertare che rispetto alle precedenti comunali del 2006, stavolta il centro destra si presentava orfano sia di Gianfranco Fini (Alleanza nazionale) sia di Pierfurby Casini (Unione di centro).

FESTA PISAPIA

Il primo, entrato in dura rotta di collisione con il Cavaliere, cinque anni fa aveva portato in dote alla Moratti l'8,55% dei consensi. Il secondo, mai apparentatosi con il Polo delle libertà, il 2,43%. Un buon dieci per cento, in totale, che aveva compensato il misero 3,75% raggranellato dalla Lega di Bossi.

Adesso non resta che augurarsi che i grandi giornali non rimangano nuovamente stupiti se la sconfitta subita dal centrodestra a Milano possa avere invece qualche piccolo effetto benefico a Roma. Adesso nel governo i punti deboli (gli sconfitti veri) sono due: Berlusconi e Bossi. E in politica a volta la debolezza fa la forza.

 

LA BELLA MELCHIORRE, SOTTOSEGRETARIA DESAPARECIDA (VOLEVA LA GIUSTIZIA SI è RITROVATA ALLO SVILUPPO ECONOMICO) - LA SOLUZIONE ANTI-TOGHE ROSSE DELL’ONOREVOLE SAMMARCO, COGNATO DI PREVITI: NUOVE ASSUNZIONI NON DI SINISTRA (E BEN PAGATI) - DRAGHI LASCIA IN EREDITA’ 268 INCARICHI. BANKITALIA HA IN PANCIA ESPERTI CHE COSTANO 4 MILIONI DI EURO…

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Da "Italia Oggi"

daniela melchiorre02

1. MELCHIORRE, CHI L'HA VISTA?...
Il suo sogno era diventare sottosegretario alla giustizia, come quando al governo c'erano Dini e Prodi. Silvio Berlusconi, invece, l'ha mandata al ministero dello sviluppo economico. Fatto sta che Daniela Melchiorre, dopo il giuramento, non si è fatta più vedere. Al contrario di Catia Polidori, che appena ha avuto l'incarico di sottosegretario nello stesso ministero ha partecipato pure al consiglio dei ministri Ue a Bruxelles.

E pensare che, mentre la parlamentare di Città di Castello ha un ufficio nelle stanze dell'Eur, quelle che un tempo erano di Adolfo Urso, e poi abbandonate, alla mora magistrata erano stati riservati gli ambienti di largo di Brazzà, a due passi da fontana di Trevi. (Pierre de Nolac)

2. TROPPI MAGISTRATI ROSSI? PER PREVITI & CO. VANNO ASSUNTI NON DI SINISTRA (E BEN PAGATI)...
Ma, alla fine, cosa mai dovrebbe fare Silvio Berlusconi per arginare l'ondata dei magistrati politicizzati di sinistra? È facile, basta creare le condizioni per un'infornata di nuovi magistrati (per carità sia mai detto, non di sinistra). L'idea è nata nei dintorni dell'ex ministro e avvocato Cesare Previti, un tempo il capo del think thank del Cavaliere in materia di giustizia pubblica e privata, ed ora sta facendo strada. Ormai si tratta, infatti, di una proposta di legge del deputato Gianni Sammarco, potentissimo coordinatore del Pdl romano nonché cognato di Previti.

Catia Polidori

«Facilitiamo l'accesso in magistratura - Più soldi, alloggi gratis e indennità superiori per le sedi disagiate», è lo strillo a tutta pagina del Secolo d'Italia di ieri che ha presentato con grande evidenza l'iniziativa. Anche una piccola didascalia sotto l'anonima foto dei banchi di un concorso è significativa: « I concorsi in magistratura oggi sono molto difficili e non frequenti». Allora occorre prendere provvedimenti, altrimenti i berlusconiani si ritroveranno sempre a fare i conti con le immarcescibili toghe rosse. E quale occasione migliore per intervenire, se non ora che il tempo della riforma della giustizia è scoccato?

«Quello che vogliamo è una magistratura indipendente secondo il principio della separazione tra i poteri, che sia in grado di svolgere le proprie funzioni nelle migliori condizioni, ma senza condizionamenti ideologici», ha spiegato Sammarco.

«Vogliamo soprattutto che il superamento del concorso in magistratura sia l'obiettivo dei giovani più meritevoli e più capaci che, attualmente, sono attratti da altre professioni più remunerative», ha concluso Sammarco, che chiede di gratificare economicamente soprattutto i magistrati più giovani «pur interessando tutti i magistrati ordinari». Unici esclusi dagli aumenti i primi presidenti della Corte di cassazione. Sai che putiferio scoppierebbe visto che lo stipendio dei parlamentari è agganciato a quest'ultimi. (Franco Adriano)

Giulia Pellegrino e Gianni Sammarco

3. A TUTTA CONSULENZA. DRAGHI LASCIA IN EREDITA' 268 INCARICHI. BANKITALIA HA IN PANCIA ESPERTI CHE COSTANO 4 MILIONI DI EURO...
Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni, Lorenzo Bini Smaghi o qualche altro outsider. Chiunque sarà il successore di Mario Draghi al vertice della Banca d'Italia, si troverà in compagnia di un esercito di traduttori, medici, economisti, convegnisti, docenti, società di consulenza finanziaria. Si tratta solo di una piccola parte dell'eterogeneo mondo dei consulenti che sono sul libro paga di palazzo Koch. Un gruppone che, al 16 maggio del 2011, può vantare la bellezza di 268 incarichi, retribuiti dalle casse della banca centrale con circa 4 milioni di euro.

Davvero niente male, se si pensa che gran parte di questi esperti saranno lasciati in eredità al successore di Draghi, ormai lanciato a velocità inarrestabile verso il vertice della Bce, ovvero della banca centrale europea. E proprio in questi mesi il nutrito drappello di collaboratori è considerevolmente cresciuto, se si considera che da gennaio 2011 a oggi, Draghi ha assegnato ben 41 nuove consulenze, per un totale di 738 mila euro. Certo, va detto che parte di questi incarichi ha radici che risalgono anche agli anni '90, quando certo il prossimo presidente della Bce non aveva ancora dimestichezza con le stanze di via Nazionale.

laz30 cesare previti

Di sicuro, però, questi «vecchi» rapporti sono spesso stati confermati, senza nemmeno l'indicazione di una data di scadenza (come dimostra l'espressione «data non determinabile» riportata nella griglia degli incarichi della banca centrale). Tra i compensi più ricchi spicca quello assegnato alla Ernest & Young, 164 mila euro, per consulenze economiche e finanziarie.

MARIO DRAGHI

Particolarmente ricco risulta poi un pacchetto di incarichi per «attività di comunicazione», che in realtà consistono in attività di traduzione: 120 mila euro a John Christopher Smith, 111 mila a Roger Thomas Meservey, 97 mila a Christine Stone, 93 mila a Daniel Harry Dichter, 90 mila ad Alice Mary Agnes Chambers e via dicendo.

giulio napolitano foto mezzelani gmt

Consistente anche la pattuglia di principi del foro e giuristi che fanno parte della squadra dei consulenti. Tra gli altri, tanto per fare gli esempi più significativi, ci sono Roberto Pessi, Giulio Napolitano, Filippo Arturo Satta, Guido Alpa, Franco Coppi, Andrea Zoppini.

Così come folto è il gruppo di economisti pagati per partecipare a convegni: Barry Eichengreen (10 mila euro), Cormac O'Grada (10 mila), Brian A'Hearn (7.500), Franco Maria Amatori (7.500), Giuseppe Berta (7.500), John Anthony Cantwell (10 mila), Marcello De Cecco (10 mila più altri 20 mila), Luigi Guiso (10 mila), Fabrizio Onida (7.500), Nikolaus Wolf (7.500). Così, fino ad arrivare a 268: tutti alla corte del successore di SuperMario. (Stefano Sansonetti)

 

NAPOLISPIA - A CHI LE DIMISSIONI? A LORO! GIGGINO ’A MANETTA CAMBIA IDEA E PRECISA: LASCIO BRUXELLES SOLO SE DIVENTO SINDACO - NICK ’O MERICANO, DETTO COSENTINO, PADRONE DEL PDL DEL GOLFO, RINFACCIA A DE MAGISTRIS LE IMMUNITÀ EUROPARLAMENTARI E AVVERTE GLI UDC TERZOPOLISTI: SE REMATE CONTRO LETTA-LETTIERI ALLORA USCITE PURE DALLA GIUNTA REGIONALE - “IL FATTO” INFILZA IL SINDACO DI SALERNO DE LUCA, DEFINITO \"PLURINQUISITO\" E \"SINDACO DEL PD\": PASSI PER LA PRIMA ACCUSA, MA LA SECONDA LO FARA INCAZZARE DAVVERO...

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Carlo Tarallo per Dagospia

DE MAGISTRIS ESULTA DOPO IL PRIMO TURNO

1 - Giggino ‘a Manetta contro tutti: De Magistris ci crede sempre di più alla possibilità di diventare sindaco di Napoli, e iniziano a crederci anche gli avversari, visto il bel campionario di critiche e accuse che oggi gli inviano a mezzo stampa. Ma anche gli ex pm cambiano idea: succede che al telefono con Maurizio Belpietro, ospite di Mattino Cinque, Giggino fa dietrofront sulla promessa di dimettersi, comunque vada, dal neuroparlamento. Equivoco, macchina del fango o solo una frenata? Ai poster, quelli elettorali di Giggino che invadono Napoli, l'ardua sentenza.

Giovanni Lettieri

Intanto, Nick ‘o Mericano, alias Nicola Cosentino, alias Gianni Lettieri, si concede una bella intervista al corriere del mezzogiorno: accusato di essere il male assoluto, il Mericano rinfaccia a Giggino l'immunità neuroparlamentare chiesta e ottenuta e fa capire ai terzopollisti, uddiccini in particolare, che non si può continuare a stare con i piedi in 53 scarpe contemporaneamente.

COSENTINO CALDORO jpeg

Avviso ai vicepresidenti di Regione, leggi Giuseppe De Mita, nipote del Ciriaco furioso e vice di Stefano Caldoro, governatore ultraberluscone che l'udc napoletano sostiene con entusiasmo: dopo i ballottaggi si aprirà una "riflessione", vale a dire se ci fate perdere Napoli potete anche preparare i bagagli e passare all'opposizione.

Basterà per trasformare la libertà d'incoscienza benedetta da pierfurby, gianbecchino e rutelli-palombelli in un sostegno sotterraneo a Letta-Lettieri?

PIERFERDINANDO CASINI

Curiosità finale: il cetriolo quotidiano oggi infilza Vincenzo De Luca, rieletto a furor di popolo sindaco di Salerno. Il titolo lo etichetta come "sindaco del Pd" e "plurinquisito", e non sappiamo se De Luca si incazzerà più per la prima o per la seconda definizione.

Vincenzo De Luca

Fatto (quotidiano) sta che l'incetriolatissimo Vincenzo Iurillo prepara il terreno a quella che potrebbe essere la collaborazione istituzionale tra i sindaci di Napoli e Salerno, ricordando quanto disse Giggino ‘a Manetta su De Luca: "Chi ha letto le carte di quelle inchieste sa che De Luca è accusato di essere al centro di un crocevia di interessi illeciti tra politica e imprenditoria sull'utilizzo dei finanziamenti pubblici e delle risorse europee. La Campania non può ripartire da De Luca". Sinistrati di tutto il mondo, unitevi...

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/elezioni2011/notizie/cosentino--dopo-voto-noi-terzo-polo-redde-rationem-inevitabile--190682079949.shtml

http://www.libero-news.it/news/741782/De_Magistris___Non_cerco_alleanze__solo_i_cittadini_.html

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/18/a-salerno-plebiscito-elettorale-per-il-sindaco-pd-pulirinquisito/112152/

 

LOTTA SENZA ESCLUSIONI DI COLPI, TRA EUROPA E L’EX TERZO MONDO, PER LA DIREZIONE DEL FMI - LA POLTRONA BOLLENTE DI STRAUSS KAHN SPETTA PER STATUTO AGLI EUROPEI (E LA FRANCIA DI SARKOZY LANCIA IL MINISTRO DELLE FINANZE CHRISTINE LAGARDE) MA ORA SBUCANO I NUOVI POTERI FORTI DEL PIANETA, CINA E BRASILE. CHE SI SONO STUFATI DI PRENDERE ORDINI DA PESI CHE DIPENDONO DA LORO E VOGLIONO APPOGGIARE IL GOVERNATORE DELLA BANCA DEL BRASILE - MA CRUDELIA MERKEL: “POSSONO PURE ASPETTARE”...

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Lagarde e Strauss Kahn

1- CINA E BRASILE CHIEDONO MERITOCRAZIA IN ELEZIONE DIRETTORE...
(LaPresse/AP)
- "Dobbiamo instaurare la meritocrazia, in modo che la persona che guiderà il Fondo monetario internazionale venga scelta per i suoi meriti e non per il fatto di essere europeo". Sono le parole del ministro delle Finanze brasiliano Guido Mantega, che chiede "nuovi criteri" per la guida del Fondo. "Si può avere un europeo competente - ha detto - ma si può avere anche un rappresentante ugualmente bravo da un Paese emergente".

Gli fa eco la portavoce del ministero degli Esteri cinese Jiang Yu, secondo cui la scelta del nuovo nome "dovrebbe essere basata sull'equità, sulla trasparenza e sul merito". Le dichiarazioni di Brasile e Cina seguono quelle della Commissione europea, secondo cui, per garantire la continuità, la presidenza del Fondo dovrebbe essere data di nuovo a un europeo.

2- TURCHIA, PRATICA EUROPEA SCEGLIERE CAPO DEVE CAMBIARE...
(AGI)
- La pratica dell'Europa di nominare il capo del Fmi deve cambiare. Lo ha detto il ministro delle Finanze della Turchia, Mehmet Simsek. La Turchia tra l'altro esprime uno dei pretendenti piu' qualificati per la successione di Strauss-Kahn, l'ex ministro dell'Economia, Kemal Dervis, considerato il regista del salvataggio economico del paese. "Avere un turco alla guida del Fmi - dice Simsek riferendosi proprio a Dervis - ci renderebbe orgogliosi. Bisognerebbe che qualcuno gli chiedesse se vuole guidare il Fmi" .

risate tra ministri economici

3- MERKEL, SERVE DIRETTORE EUROPEO. PAESI EMERGENTI POSSONO ATTENDERE
(ASCA)
- La cancelliera tedesca Angela Merkel ridadisce, dopo le dimissioni di Dominique Strauss-Kahn dalla carica di Direttore del Fondo Monetario Internazionale, la necessita' che il nuovo Direttore del Fondo sia un europeo. La Merkel ha sottolineato come il coinvolgimento del Fondo nella soluzione della crisi del debito sovrano dell'Eurozona rappresenti un ulteriore argomento per scegliere un europeo. ''Nell'attuale situazione, dove abbiamo considerevoli problemi con l'euro, molti indicano la possibilita' di un candidato europeo'', ha detto la premier tedesca conversando, a Berlino, con i giornalisti.

La Merkel ha spiegato come le dimissioni di Strauss-Kahn non siano giunte alla fine del suo mandato, quindi ''siamo in una situazione di transizione'' di breve termine, un argomento che potrebbe essere condiviso anche dai paesi emergenti. ''Ovviamente i paesi emergenti hanno il diritto di ricoprire, con un loro candidato, la posizione di direttore del Fondo, ma in una prospettiva di medio termine'', ha sottolineato la cancelliera.

guido-mantega

4- UE, PRESENTEREMO CANDIDATO EUROPEO FORTE...
(AGI)
Bruxelles - Il Fondo monetario internazionale "ha bisogno di una guida forte" e, se "la nazionalita' non e' un criterio", l'Europa, "principale contribuente del Fondo", presentera' "un candidato forte" su cui far convergere "il consenso di tutti". Lo ha detto, riferendo l'opinione del presidente Jose' Manuel Barroso, la portavoce Pia Ahrendilke Hansen .

5- NYT, LAGARDE FAVORITA PER GUIDARE IL FONDO...
(Adnkronos)
- Il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde sarebbe il candidato favorito per guidare il Fondo monetario internazionale dopo le dimissioni del direttore generale Dominique Strauss-Kahn, a seguito del clamoroso arresto con l'accusa di molestie sessuali su una cameriera dei un hotel.

Oltre alla reputazione guadagnata negli ambienti della finanza internazionale, Lagarde ha dalla sua parte il fatto di essere una donna. "Quello che e' successo con Strauss-Kahn sottolinea quanto importante sarebbe avere una donna in quel ruolo", osserva Kenneth Rogoff, ex capo economista Fmi adesso docente ad Harvard, citato dal New York Times. Se ottenesse il posto, aggiunge, Lagarde sarebbe la prima donna alla guida di una grande istituzione finanziaria internazionale, anche se l'essere donna non e' l'unico elemento che gioca a favore della Lady di Ferro d'Oltralpe. "E' una donna che colpisce, politicamente astuta e dalla forte personalita'" sottolinea Rogoff, affermando che "alle riunioni finanziarie in tutto il mondo, lei viene praticamente trattata come una rock star".

Jiang Yu ministro esteri cinese

Di certo uno degli ostacoli all'eventuale candidatura del ministro francese sono le resistenze dei paesi emergenti, che reclamano la poltrona piu' importante del Fmi alla luce del crescente peso acquisito nei mercati globali. Ma secondo gli analisti con circa 100 mld di euro di aiuti di prestiti in via di erogazione per Grecia, Portogallo e Irlanda, Lagarde potrebbe essere la persona migliore per gestire la transizione.

Angela Merkel

Lagarde sulla questione sta tenendo un basso profilo, d'altra parte il presidente francese Nicolas Sarkozy non si ancora mosso per candidarla. "Sa che qualunque cosa dovesse dire diminuirebbe le sue chances, la cosa migliore e' non buttarsi nella mischia e vedere cosa succede" osservano fonti ufficiali francesi. "E' senza dubbio uno dei candidati di punta di cui la gente parla in questo momento" osserva un diplomatico dell'Esagono.

dilma H

Alta, elegante, ex capo della sede Usa dello studio legale Baker & McKenzie, Lagarde ha vissuto per 25 anni negli Stati Uniti, vantando conoscenze illustri tanto a Washington che a Wall Street. In un'intervista con Christiane Amanpour su ABC l'anno scorso, Lagarde aveva detto che le done "mettono sul lavoro meno libido e meno testosterone" degli uomini, parole che oggi suonano come presagio dello scandalo Strauss-Kahn, osserva il Nyt.

SARKOZY

Lagarde e' uno dei pochi esponenti dell'elite francese che fino ad oggi e' riuscita ad evitare gli scandali, scrive ancora il quotidiano, sebbene sul ministro pesi un'indagine per un possibile reato di abuso di ufficio per aver rinunciato a una lunga battaglia giudiziaria contro l'uomo d'affari Bernard Tapie nel caso della vendita dell'Adidas, approvando una procedura di arbistrato che si concluse con una sentenza in favore di Tapie. Lei si e' sempre difesa dalle accuse: "ho agito con rigore e trasparenza", ha detto in merito alla caso.

Last but not least, un altro elemento in favore della Lagarde sarebbe il beneplacet della Germania. Se i rapporti tra il presidente francese Nicolas Sarkozy il cancelliere tedesco Angela Merkel non sono stati sempre facili, quelli tra Lagarde e l'ex ragazza di Berlino Est pare siano improntati su una solida stima personale. Le due donne, osservano autorevoli fonti, si sono trovate in piu' occasioni d'accordo su importanti decisioni politiche.

barroso

Nel maggio 2012, con l'Europa sull'orlo del baratro a causa della crisi dell'euro, Lagarde si era rifiutata di iniziare un'importante riunione prima che la Germania fosse riuscita a trovare un sostituto al ministro delle Finanze Wolfgang Schauble che in quell'occasione aveva avuto dei problemi di salute.

In un'altra occasione, mentre Sarkozy si era espresso contro l'ingresso del Fondo nei salvataggi di Eurolandia, l'asse Merkel-Lagarde riusci' a fare prevalere l'idea del coinvolgimento dell'organizzazione. "E' un negoziatore nell'anima" che "sa riconoscere il comune denominatore tra posizioni diverse", afferma un alto funzionario vicino al ministro.

 

MAI DIRE MINZO! - MAGIA AL TG1: IL PIZZO DEL BANANA ALLA MAFIA (BRUSCA DIXIT) COMPARE A PRANZO E SCOMPARE A CENA – ALLE 13.30 LA RIVELAZIONE DEL PENTITO È ANCHE NEI TITOLI, LA SERA ALLE 20, DOPO UN POMERIGGIO DI SCAZZI, LA NOTIZIA SVANISCE DALL’APERTURA (DOVE NON È MANCATO SPAZIO PER IL “RITORNO DELLA ZANZARA TIGRE CON IL CALDO”) E NEL SERVIZIO LA PAROLA “PIZZO” NON VIENE NEANCHE CITATA…

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AUGUSTO MINZOLINI

DAGOREPORT

Un intero pomeriggio di scazzi e scontri. Ieri al Tg1 il clima è stato più infuocato del solito. A tenere banco, la vicenda legata alle rivelazioni del pentito Giovanni Brusca, che ha chiamato in causa Berlusconi addebitando al Cavaliere il pagamento del pizzo a Cosa Nostra.

Nell'edizione delle 13.30, condotta da Francesca Grimaldi e curata dal caporedattore centrale Fabio Massimo Rocchi, la notizia è stata inserita in bell'evidenza in apertura, come quarto titolo. "Trattativa stato-mafia, Giovanni Brusca in aula", è il titolo comparso sullo schermo, con la conduttrice che spiegava: "Mancino era il terminale della trattativa Stato-Mafia, dice Brusca in aula. E aggiunge: Berlusconi pagava il pizzo, ma non c'entra con le stragi del ‘92".

MINZOLINI E BERLUSCONI

Insomma, alla vicenda pizzo viene dato massimo risalto, tanto che nel lanciare il servizio la Grimaldi ribadisce: "Berlusconi pagava il pizzo alle cosche per le sue attività in Sicilia ma non c'entra con le stragi del ‘92". Il servizio, firmato da Riccardo Giacoia, si apre proprio col coinvolgimento del premier: "È un fiume in piena Giovanni Brusca nell'aula bunker di Rebibbia al processo a carico del generale Mori, accusato di favoreggiamento a Cosa Nostra.

GIOVANNI BRUSCA

Parla del patto tra uomini dello Stato e mafia e parla di Berlusconi: Può essere accusato di tutto - dice - ma con le stragi del ‘92 e ‘93 non c'entra niente, anzi - aggiunge - Berlusconi pagava 600 milioni di lire di pizzo al mese a Stefano Bontade e quando smise di pagare gli fecero anche un attentato. Il pizzo poi Silvio Berlusconi continuò a pagarlo anche quando le cose passarono in mano a Totò Riina - spiega Brusca...", e il servizio va avanti con altri dichiarazioni, come quella riguardante il fatto che "la sinistra sulle stragi del '93 sapeva tutto".

GENNARO SANGIULIANO E SIGNORA

La grande attenzione dedicata al rapporto del premier con i mafiosi, però, ha fatto rizzare la pelata al direttorissimo Minzolini, tanto che per tutto il pomeriggio in redazione c'è stata grande agitazione, e nell'edizione principale delle 20 i riferimenti a Berlusconi sono scomparsi. La notizia della trattativa Stato-mafia, sulla quale il Tg1 ha primeggiato con interviste e servizi, non ha trovato più posto nei titoli, dove invece non è mancato spazio per il "ritorno della zanzara tigre con il caldo".

All'interno del tg il servizio (sempre firmato da Riccardo Giacoia) era completamente stravolto rispetto all'ora di pranzo. Nel lancio, la conduttrice Laura Chimenti ha eliminato qualsiasi accenno al premier: "Trattativa stato-mafia, parla il pentito Brusca che tira in ballo l'ex presidente del Senato Nicola Mancino, mentre su Ciancimino è sempre guerra tra procure".

Segue il pezzo di Giacoia, che inizia tirando in ballo la sinistra e mettendo in forse la credibilità di Brusca: "Del patto Stato-mafia per fermare le bombe la sinistra sapeva tutto. Giovanni Brusca parla dall'aula bunker di Rebibbia che ospita il processo a carico del generale Mori. Il pentito torna ad indicare come terminale politico l'allora ministro dell'Interno Nicola Mancino.

FRANCESCA GRIMALDI

Si fece da garante - racconta Brusca, ma si contraddice spesso, soprattutto sulle date della consegna del famoso papello con le richieste di Totò Riina alla politica. Vacilla allora anche l'attendibilità del killer che sciolse nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo. Come quella di Massimo Ciancimino...". A seguire un ampio pezzo di servizio è dedicato a Ciancimino.

Insomma, quella che era la notizia più valorizzata alle 13.30, il "pizzo" di Berlusconi alla mafia, alle 20 scompare. Solo in coda al servizio ci sono riferimenti al premier, per escludere qualsiasi suo coinvolgimento. Ecco come conclude Giacoia: "E proprio sulle stragi del '93, nell'aula bunker di Rebibbia Giovanni Brusca esclude il coinvolgimento del presidente Silvio Berlusconi. Può essere accusato di tutto - dice - ma con le stragi Berlusconi non c'entra nulla". A curare l'edizione serale è stato il vicedirettore Gennaro Sangiuliano.

 

DIN DON SEPPIA (DA GETTARE SUL FUOCO) - DON RICCARDO TIRAVA SU LA “NEVE” NEANCHE FOSSE UNO SPALATORE: SPENDEVA FINO A 300 EURO AL GIORNO PER LA COCAINA, CHE OFFRIVA AI RAGAZZI PERCHÉ ACCETTASSERO LE SUE PEDOFILE ATTENZIONI - MA COME FACEVA IL SACERD-ORCO, CON 1.200 € AL MESE, A PERMETTERSI VIAGGI A MILANO, NOTTATE IN DISCOTECA E UNA MONTAGNA DI DROGA? - I NAS DI MILANO STANNO SETACCIANDO I CONTI CORRENTI E LE DISPONIBILITÀ FINANZIARIE…

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Erika Dellacasa e Michele Focarete per il "Corriere della Sera"

DON RICCARDO SEPPIA

Ne consumava tre, quattro grammi al giorno. La cocaina per don Riccardo Seppia era ormai un'ossessione, aveva bisogno di migliaia di euro, gli investigatori parlano di circa trecento al giorno per almeno venti giorni al mese, per acquistare quella che nelle intercettazioni telefoniche chiama «la bianca» e «la neve» . Comprava per se e per offrirla in pagamento ai ragazzi perché accettassero le sue morbose attenzioni: «Vieni. Ho la neve» , è il messaggino che è stato trovato sul suo cellulare.

Don Riccardo si riforniva da tre pusher, giovani, italiani, ai quali chiedeva sempre più spesso oltre alla droga di procurargli «bambini» . Ma come poteva un sacerdote con uno stipendio di 1.200 euro permettersi i continui viaggi a Milano, le nottate in discoteca e in locali gay frequentati da giovanissimi, e soprattutto tutta quella cocaina? I Nas di Milano stanno passando al setaccio i conti correnti e le disponibilità finanziarie del sacerdote cinquantenne, arrestato a Genova venerdì con l'accusa di cessione di stupefacenti e di abusi sessuali su un chierichetto quindicenne.

Don Seppia e Bagnasco

Don Riccardo può aver avuto un aiuto economico dagli ignari genitori, ma certo non avrebbe potuto giustificare richieste di denaro così ingenti. E più le indagini vanno avanti e viene alla luce la doppia vita del sacerdote, più riesce difficile capire come nessuno in Curia si fosse mai accorto di niente. Nei giorni scorsi don Piercarlo Casassa, parroco di don Riccardo nel 1985 a Recco, cittadina del Levante genovese, è stato ascoltato a lungo come testimone dai detective dell'Arma di Milano.

La mala educacion pedofili

Don Casassa ha ripetuto ai militari che i comportamenti del prete appena uscito dal seminario non gli sembravano adeguati alla tonaca. Ha ricordato una gita al mare organizzata da don Riccardo con i bambini del catechismo e di come i bambini si fossero rifiutati di ripetere l'esperienza. «I carabinieri - dice don Casassa - mi hanno chiesto perché non ho fatto denuncia all'epoca, ma io non potevo denunciare nulla di concreto. Non ravvisavo nessun reato».

COCAina01g

E ancora: «Don Seppia stava fuori tutte le notti e dormiva per l'intera mattina. La sua non mi sembrava una vera vocazione. Così ho avvertito i miei superiori» . Come dagli atteggiamenti disinvolti di venticinque anni fa don Seppia sia arrivato alla cocaina e all'ossessione per il sesso e i ragazzini è un percorso che bisognerà ricostruire. Dalle intercettazioni degli ultimi mesi don Riccardo sembra aver perso ogni freno. È lui che contatta i giovani in discoteca o ci arriva attraverso alcuni amici omosessuali che gli procurano il numero telefonico di ragazzini «disponibili».

sestri-ponente

Oppure sono gli stessi pusher che, oltre alla droga, gli danno dritte in quel senso. Ma non è tutto: don Riccardo, nei suoi malsani comportamenti fa pensare persino al satanismo. Gli investigatori, infatti, si sono soffermati sul tatuaggio che il sacerdote ha sulla schiena, un sole a sette raggi con significati satanici, e su certe frasi blasfeme sull'ostia che rimandano a rituali e messe nere codificate in un manuale del Settecento e descritte dall'occultista Papus.

 

HEIL CANNES! - IL FESTIVAL CACCIA IL REGISTA DANESE PER LA SUA USCITA DA DECEREBRATO: “PROVO SIMPATIA PER HITLER”, AVEVA DETTO IERI SULLA CROISETTE - POI, ACCORTOSI DELLA CAGATA, AVEVA CHIESTO SCUSA - TROPPO TARDI - IL SUO MELANCHOLIA RIMANE IN CONCORSO, MA LUI “NON È PERSONA GRADITA”, FA SAPERE LA DIREZIONE - \"SE IL FILM VINCESSE QUALCHE PREMIO, HA PRECISATO IL PRESIDENTE GILLES JACOB, È MEGLIO CHE NON VENGA A RITIRARLO\"...

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Da "Repubblica.it"

LARS VON TRIER

Non potevano certo restare impunite, le dichiarazioni shock rilasciate ieri da Lars von Trier sulla Croisette, nella conferenza stampa di presentazione del suo film Melancholia: affermazioni tipo "capisco Hitler", o "invoco la soluzione finale per i giornalisti", o ancora "non sono contro gli ebrei, ma in realtà non troppo perché Israele è un problema, come un dito nel culo, fa cagare". E così, oggi, la direzione del Festival prende provvedimenti formali contro di lui: il cineasta (Palma d'oro per Dancer in the dark) viene dichiarato "persona non gradita". Un provvedimento, sottolinea la direzione della manifestazione, "con effetto immediato".

Un comunicato chiaro, quello diffuso oggi dai vertici della kermesse. A cui, evidentemente, non sono bastate le scuse di Von Trier, giunte via agenzia France Presse qualche ora dopo le deliranti dichiarazioni su temi ovviamente sensibili come il nazismo e il suo rapporto con l'ebraismo. E quella frase scritta nella nota ufficiale - "con effetto immediato" - fa capire che il regista, a questo punto, qui a Cannes non deve più parlare in pubblico. Malgrado la sua pellicola resti in concorso: anche per non penalizzare i tanti talenti che vi hanno lavorato. "Ma se il film vincesse qualche premio - ha precisato il presidente Gilles Jacob - è meglio che non venga a ritirarlo".

Uma Thurman giurata a Cannes

Nessuna censura, però, chiariscono gli organizzatori: in un luogo simbolo della libertà creativa come un grande festival cinematografico internazionale, in cui vengono presentati film di ogni genere e di ogni tendenza, abusare della libertà concessa è uno smacco particolarmente grave. Come si capisce da quel passaggio del comunicato in cui si sottolinea come il festival offra "agli artisti del mondo intero una tribuna eccezionale per presentare le proprie opere e difendere le libertà di espressione e di creazione": approfittare di una tribuna mediatica così per fare, anche solo per gusto di provocazione, dichiarazioni di simpatia a Hitler, è una scelta davvero infelice.

Il cast di Woody Allen a Cannes

Un nuovo caso, questo di Von Trier, che non solo scuote l'intero mondo del cinema, riunito in questi giorni sulla Croisette. Ma che segue altre, analoghe vicende che hanno coinvolto personaggi noti a livello planetario. Come lo stilista John Galliano, che per le sue esternazioni antisemite e filo-Hitler è stato licenziato dalla maison Dior. O come un altro ospite di questi giorni qui in Costa Azzurra, Mel Gibson, arrestato tempo fa da ubriaco, che si era lasciato andare a insulti contro gli ebrei. Così come un altro attore, Charlie Scheen, anche lui fermato in stato mentale alterato da droghe e alcol.

2 - VON TRIER CHOC: "SIMPATIA PER HITLER". POI LE SCUSE: "PROVOCAZIONE"
Fulvia Caprara per "la Stampa"

KIRSTEN DUSNT

A muso duro Il regista Lars Von Trier ha scioccato la Croisette con le frasi sul nazismo Nella foto grande il suo film «Melancholia» interpretato da Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg accolto con consensi ma anche con perplessità Fischi alla proiezione del film in sala ieri sera

La fine del mondo nella testa di Lars von Trier, in mezzo ai pensieri oscuri che hanno dato vita al suo film Melancholia e che ieri, sciorinati con humour nero davanti alla platea internazionale del Festival, hanno provocato un terremoto di polemiche. La direzione della rassegna, scioccata dalle uscite filonaziste dell'autore danese, pretende le scuse ufficiali, lui smentisce tutto nel giro di poche ore: «Non sono antisemita, nè nazista, nè razzista».

Charlotte Gainsbourg

I vertici del Festival accolgono il mea culpa con freddezza cogliendo l'occasione per sottolineare che mai e poi mai «il palcoscenico della kermesse potrà diventare luogo dove esprimere opinioni su questo genere di argomenti». Perchè le parole hanno un peso, anche se a pronunciarle è un uomo visibilmente provato, che non ha mai fatto mistero dei suoi problemi psicologici, e ha più volte spiegato come quest'ultima opera scaturisca proprio dai suoi conti aperti con la depressione.

Succede tutto in conferenza stampa, dopo che il flm è stato accolto con reazioni frastagliate dalla platea dei giornalisti. Von Trier è presente, evento non scontato visto che il regista, sbandierando una fobia per i mezzi di locomozione, rinuncia spesso ai viaggi e a Cannes, più di una volta, è arrivato in camper pur di non prendere aerei.

Lo spunto di partenza sono le musiche wagneriane che accompagnano la pellicola, ma subito si sconfina sul terreno dell'estetica nazista, su cui von Trier si è recentemente intrattenuto in un'intervista , poi si scivola sul personale: «Credevo di avere origini ebraiche ed ero contento, poi ho scoperto che non era esattamente così, anzi, che le mie radici sono tedesche, insomma sono un po' nazista, e sono contento lo stesso».

La II Guerra Mondiale non è la sua passione, fa sapere l'autore sempre più ingolfato in un ragionamento senza capo nè coda, ma su Hitler la scivolata è rovinosa: «Capisco l'uomo, a volte me lo immagino seduto nel suo bunker quando tutto era finito, e credo di comprenderlo. Non sono contro gli ebrei, ma certo Israele è un problema... oddio come faccio a venir fuori da questa domanda?». E ancora: «Noi nazisti facciamo le cose in grande, potrei pensare a una soluzione finale coi giornalisti».

John Hurt in Lezione 21

Sul tavolo tra interpreti e produttori scende un velo di imbarazzo. Gli attori ridacchiano mascherando il disagio, qualcuno interroga con gli occhi l'autore, Kirsten Dunst (che ha il padre tedesco) sussurra «oh mio Dio», Charlotte Gainsbourg assiste interdetta, Stellan Skaarsgard e John Hurt tentano odi arginare il fiume in piena. Ma è tardi, le dichiarazioni di von Trier fanno in un attimo il giro del mondo, il direttore del festival Thierry Fremaux è furente, si ipotizza l'esclusione dalla gara, si esigono le scuse ufficiali.

Nel pomeriggio, in sequenza, arrivano il comunicato della direzione e la lettera di von Trier: «Se ho urtato qualcuno con le mie parole, sinceramente me ne scuso. Non sono in alcun modo antisemita, non nutro nessun tipo di pregiudizio razzista, nè tantomeno sono nazista». Il Festival dichiara di «essere molto disturbato dalle dichiarazioni rilasciate da von Trier» e di aver chiesto «spiegazioni sulle sue affermazioni. Il regista dice di essere caduto in una provocazione e si scusa».

MEL GIBSON A CANNES

Melancholia , che a questo punto sembra automaticamente tagliato fuori dalla corsa per la Palma (difficile che Robert De Niro decida di legare la sua esperienza di presidente di giuria a un regista che dichiara simpatie naziste) prende spunto dalle esperienze psicanalitiche dell'autore: «Il mio analista mi ha detto che le persone che soffrono di depressione, di norma, davanti a un evento disastroso reagiscono meglio di quelle sane. Un po' perchè la catastrofe è esattamente quello che si aspettano dalla vita, un po', perchè non hanno niente da perdere».

galliano

L'apocalisse di von Trier parte dalle sequenze di un lungo matrimonio tradizionale per indagare il rapporto tra la sposa tormentata Justine (Dunst) e la sorella realizzata (Gainsbourg) che ha organizzato la festa. Ma la felicità non si raggiunge con una messa in scena, Justine è malata, e la cerimonia annega nel mare della sua infelicità: «In questo personaggio ho messo me stesso».

Anche Dunst, come von Trier, ha attraversato periodi bui: «E' un'attrice pazzesca, dotata di molte più sfumature di quanto immaginassi, inoltre ha il pregio di aver sofferto anche lei di depressione, una cosa che capita a tutte le persone sensibili». Il ruolo, in un primo tempo, doveva andare a Penelope Cruz. E chissà se in questo momento l'attrice spagnola non stia tirando un respiro di sollievo.

 


CASTRA IL KAHN! - FRANCIA E STATI UNITI BATTIBECCANO SUL TRATTAMENTO RISERVATO AL VECCHIO SATIRO DELLA “GAUCHE CHIAVAR” - IL “NEW YORK TIMES” GODE: “È UNA STORIA EDIFICANTE SULL´AMERICA, DOVE PERFINO UNA CAMERIERA PUÒ ESSERE ASCOLTATA QUANDO ACCUSA UNO DEGLI UOMINI PIÙ POTENTI DEL MONDO” - RISPONDE AL FUOCO “LE NOUVEL OBSERVATEUR”: “IL TRATTAMENTO INFLITTO A DSK È SPAVENTOSO. QUESTA VICENDA APRE UNA VORAGINE CULTURALE CHE ALLONTANA IL POPOLO AMERICANO E L´EUROPA”…

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STRAUSS KAHN IN MANETTE

1 - UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE L´AMERICA NON HA PAURA DI INCHIODARE I POTENTI
Maureen Dowd per "The New York Times" - Traduzione di Fabio Galimberti per "la Repubblica"

Oh, le piaceva. Eccome se le piaceva. È quello che qualsiasi giovane vedova gran lavoratrice e timorata di Dio che si spacca la schiena rassettando le camere in un albergo di Times Square per mantenere la figlia adolescente, non perdere il permesso di soggiorno e godere delle opportunità che offre l´America, desidera: un vecchio satiro grinzoso, arrapato e fuori di senno, che esce di corsa nudo da un bagno saltandole addosso e trascinandola per la stanza stile uomo delle caverne.

La reputazione di seduttore francese, del tre volte sposato Dominique Strauss-Kahn probabilmente è frutto di una cattiva traduzione. Stando alla denuncia della trentaduenne cameriera originaria dell´Africa occidentale, quello che è avvenuto nella suite da 3mila dollari a notte del Sofitel non ha niente a che fare con la seduzione. Se quanto racconta è vero, il comportamento becero e primitivo di Strauss-Kahn si qualifica come stupro.

Strauss Kahn in aula

Il capo del Fondo monetario internazionale raccomandava agli altri Paesi di stringere la cinghia mentre lui l´allentava per calarsi i pantaloni? Gli avvocati del sessantaduenne politico francese, favorito per la candidatura socialista alle presidenziali contro Nicolas Sarkozy, sembrano già prepararsi a rintuzzare eventuali prove del Dna quando affermano che il rapporto sessuale con la cameriera venuta a pulire la sua stanza era consensuale. Jeffrey Shapiro, l´avvocato della cameriera, ha replicato con rabbia che non c´era «nulla, nulla» di consensuale nello ius primae noctis del politico francese.

Strauss Kahn in tribunale a NY

Non era una cosa del genere «Vieni dentro a vedere il mio fondo monetario». «È una semplice cameriera entrata in una stanza per pulire una stanza», ha raccontato Shapiro al New York Times. I difensori francesi di Strauss-Kahn mettono in giro demenziali teorie del complotto. Qualcuno ha ipotizzato che il direttore del Fmi sia rimasto vittima di una macchinazione organizzata dagli uomini di Sarkozy.

A Washington hanno soprannominato la strada che separa la sede del Fondo monetario internazionale da quella della Banca mondiale, dove Paul Wolfowitz aveva perso il posto per traffici finanziari illeciti con la sua amichetta, il Boulevard of Bad Behavior (Viale del cattivo comportamento, ndt). Il Fmi e la Bm sono le due istituzioni internazionalmente note per rampognare il resto del mondo su disciplina e libertà, quando è l´Occidente che si comporta in modo improvvido e sconsiderato. Prima nella finanza, poi nel sesso.

Gente che non riesce a tenersi allacciata la patta dei pantaloni e viene a fare la morale agli altri. È una storia edificante sull´America, dove perfino una cameriera può avere dignità ed essere ascoltata quando accusa uno degli uomini più potenti del mondo di essere un predatore (un´accusa che già gli era stata rivolta in passato, con analoghi episodi di comportamenti brutali).

Ophélia-Famotidina

La giovane donna era fuggita dagli orrori del suo Paese natale, la Guinea, una società patriarcale dove lo stupro è comune e usato come strumento di guerra, un posto dove avrebbe fatto una brutta fine se avesse cercato di chiamare in causa un uomo potente. Qui, quando si è trovata di fronte l´orrore, aveva una via a cui ricorrere.

2 - "SULLA FORCA MEDIATICA SENZA ALCUN PROCESSO NON È LA NOSTRA CIVILTÀ
"Jean Daniel per "Le Nouvel Observateur" - Traduzione di Marzia Porta per "la Repubblica"

Il trattamento inflitto a DSK dalla giustizia americana, dalla nostra idea di trasparenza, dal regno dell´immagine e dalle nuove norme che regolano il nostro mestiere, è spaventoso. Abbiamo assistito all´allestimento mediatico di una condanna a morte. Come in una corrida, dove il toro è destinato a morire, ma in questo caso nessun torero ha corso dei rischi. Strauss-Kahn è apparso come un toro ferito, che poggia un ginocchio a terra in attesa dell´ultima stoccata.

Perché questa trasmissione pubblica del suo calvario? In nome dell´uguaglianza! In nome della trasparenza! Ecco in che modo si sconvolgono, s´infangano e si disonorano dei principi che pure hanno avuto una propria nobiltà. L´uguaglianza? Tutti i protagonisti di questa cerimonia sapevano che Strauss-Kahn non era un uomo come gli altri e non sarebbe mai stato trattato con equanimità dalla muta di giornalisti, fotografi e cameraman che lo aspettavano.

Maureen Dowd

Si è trattato, semmai, di un´ineguaglianza organizzata e applicata.
La trasparenza? Ma quale trasparenza! Si è forse mai sentito di un giudice qualsiasi che fornisce i particolari dei capi d´accusa? Tutti i particolari, e tutte le prove? È proprio questa la presunzione di innocenza: se rinunciamo a presumere innocente un accusato, dobbiamo giustificare tale rinuncia spiegando quali sono le prove sulle quali ci basiamo. È essenziale.

Sino a ora però non ci è stata presentata alcuna prova: ci è semplicemente stato detto che se Dominique Strauss Kahn rimarrà in carcere «non è perché non ha fatto nulla». Un ragionamento sorprendente, che equivale a dire «non c´è fumo senza arrosto», oppure: «Credete forse che i giudici, che rappresentano il popolo americano, spedirebbero in una galera di ergastolani uno dei più alti funzionari internazionali senza sapere cosa fanno?». Perché questi uomini responsabili della condanna a morte di DSK sono dei rappresentanti del popolo. Al pari dei senatori, o dei membri del Congresso.

Sarkozy

Supponiamo che Strauss-Kahn abbia fatto ciò di cui è accusato dalla cameriera. In quel caso la vittima sarebbe lei. Questo articolo non si prefigge di scagionare un colpevole e calpestare un´innocente. Supponiamo che il giudice americano pensi di avere ottimi motivi per prolungare la detenzione di un presunto innocente e offrire alla folla lo spettacolo di un uomo votato a una sorta di linciaggio mediatico.

paul wolfowitz calzini bucati

Le nostre argomentazioni non cambierebbero: la presunzione di innocenza è stata inventata per evitare il linciaggio e la vendetta popolare, e ciò non significa che debba in alcun modo rappresentare un vantaggio per l´eventuale vittima. E anche se le prove della colpevolezza di Dominique Strauss-Kahn dovessero emergere, questo non giustificherebbe i vizi di procedura e l´essere venuti meno ai principi.

Jean-Daniel

L´anno scorso ebbi l´impressione che tra noi e il popolo americano si stesse aprendo una voragine. Ho addirittura pensato che non appartenessimo nemmeno alla medesima civiltà. Adesso, mentre scrivo, vedo che alcune voci autorevoli si sono levate per esprimere un punto di vista molto vicino al nostro. Sarebbe un immenso sollievo se queste riuscissero ad affermarsi sull´isterismo della maggioranza dei commenti.

 

LE FOTO SEGRETE DELLA CUOCA CHE HA SEDOTTO SCHWARZY (MOLTO MEGLIO MARIA “SKELETOR” SHRIVER!) - ARNOLD RINNEGATO DAL FIGLIO (SU TWITTER) - MICHELLE OBAMA BALLA LA SALSA CON GLORIA ESTEFAN - ARRIVA IL PORNO SU BIN LADEN - SUGAR RAY LEONARD SHOCK: DA GIOVANE ABUSARONO DI ME - PITT E JOLIE, UN ALTRO FILM INSIEME - KATE VS PIPPA, WILLIAM VS HARRY! - 30MILA $ SU EBAY PER IL CAPPELLO DELLA PRINCI-CESSA BEATROCE - JANICE DICKINSON IGNUDA: MA È PELLE O PLASTICA? - COULTHARD SI SCHIANTA CONTRO UN SEXY SHOP - IL VIAGRA RENDE DURI… D’ORECCHIO - LADY GAGA IN CIMA AL MONDO (SECONDO FORBES)…

Next: 1- DAGO-INTERVISTA: L’ANALISI BOMBASTICA DI CARLO FRECCERO SULLA BRECCIA DI PISAPIA 2- \"è AVVENUTO UN FATTO INCREDIBILE. LA MORATTI CHE \"CREA\" PISAPIA! GLI HA DATO LUMINOSITÀ, VISIBILITÀ DA VITTIMA, L’HA FATTO DIVENTARE VERO. E GLI EFFETTI SI SONO SUBITO RIVERBERATI NELLE URNE: 50 MILA VOTI SI SONO TRASFERITI DA DESTRA A SINISTRA 3- LA MORATTI HA SBAGLIATO TUTTO QUANDO HA DECISO DI MOSTRICIZZARE LA SUA PREGNANZA BON TON BORGHESE IN UN SURROGATO DELLA PASDARAN SANTANCHÉ 4- DUELLO SKY: QUANDO LA TELEVISIONE DA STRUMENTO DI PROPAGANDA DIVENTA UNO STRUMENTO DI CONTRO-PROGRANDA. RIVELANDO IL TRUCCO CHE VUOLE NASCONDERE 5- BERLUSCONI, RIBALTANDO MILANO DA BERE IN MILANO DEL BUNGA BUNGA HA ALLONTANATO COMUNIONE & LIBERAZIONE CON FORMIGONI E COMPAGNIA DELLE OPERE, POTENTISSIMI IN LOMBARDIA, CHE HANNO DISERTATO LA CAMPAGNA A FAVORE DELLA \"PADRONA\" MORATTI (B. NON CONTROLLA PIÙ IL GIOCO, NON È IL PIU DR. MABUSE DI UNA VOLTA)\"
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1. VIA ALLE RIPRESE! HUSTLER PRODUCE IL PORNO CON PROTAGONISTA BIN LADEN...
TMZ http://bit.ly/jNnyeQ

Il ritrovamento di video porno nel compound di Osama Bin Laden ha ispirato la casa produttrice di film hard Hustler: farà un porno avente per protagonista proprio il terrorista di Al Qaeda. Il ftitolo? "This Ain't Osama Bin Laden XXX". Hustler ha dichiarato: "Prima Osama guardava porno, ora il porno guarda lui".

HUSTLER: PORNO OSAMA


2. MR AND MRS JOLIE-PITT: UNA RIUNIONE SUL GRANDE SCHERMO
Digital Spy http://bit.ly/lTkH2d

Brad Pitt ha rivelato che lui e la sua compagna Angelina Jolie stanno considerando di tornare a recitare insieme in un film. I due si sono innamorati girando "Mr and Mrs Smith" nel 2005.

BRAD PITT E ANGELINA JOLIE


3. VIDEO ESCLUSIVO! MICHELLE OBAMA BALLA LA SALSA CON GLORIA ESTEFAN!
Perez Hilton

Chi se lo sarebbe immaginato che la First Lady Americana fosse una dea della salsa! Durante una performance di Gloria Estefan, in occasione di un pranzo annuale per il congresso a Washington D.C., Michelle Obama non e' riuscita a trattenersi dal ballare. Cosa ne pensi delle mosse di Mrs Obama?
Guarda il video qui: http://bit.ly/k078u9

BARACK E MICHELLE OBAMA


4. IL FILGIO DI ARNOLRD CAMBIA IL SUO COGNOME IN SHRIVER (SU TWITTER)...
Perez Hilton http://bit.ly/klowSX

Patrick Schwarzenegger, almeno su Twitter, preferisce il cognome della madre: Shriver. Pare lo abbia cambiato dopo le recenti rivelazioni del padre. Schwarzy ha detto di avere un figlio di 11 anni avuto dalla cuoca di casa.

LADY GAGA E OPRAH


5. TOP 100 DI FORBES: LADY GAGA SCALZA OPRAH DAL PRIMO POSTO...
Just Jared http://bit.ly/jm5x4X

Nella top 100 di Forbes, Lady Gaga scalza Oprah dal primo posto in classifica. È lei la celebrità più potente del mondo. Nella top 5 anche Justin Bieber, U2, ed Elton John.

BEYONCE'

Dagonota: Ascolta la nuova canzone di Lady Gaga "Fashion of His Love". Una delle piu' belle canzoni dell'album "Born this Way".
Ascolta qui: http://bit.ly/lTNxnj


6. BEYONCÉ SELVAGGIA: IL NUOVO E ANTICIPATISSIMO VIDEO PER "RUN THE WORLD (GIRLS)"...
Gawker

Finalmente e' stato diffuso il video di Beyonce' per "Run the World (Girls)", di cui si e' sparlato molto durante le riprese. Promette successo: vestiti sexy, balletti sensuali... e tanti animali feroci al guinzaglio che rendono il video... selvaggio!
Guarda il video qui: http://gaw.kr/j7ElQF

PIPPA E KATE MIDDLETON


7. KATE: mia sorella me fa ‘na pippa...
Digital Spy http://bit.ly/kZGXSX

Secondo Andrew Morton, lo scrittore di "William e Catherine: Their Story", le sorelle Middleton sarebbero molto in competizione tra loro. A sentir lui Kate è rimasta scioccata dalla quantita' di attenzione che la stampa ha dedicato a Pippa. E Morton aggiunge anche che la competizione non manca nemmeno tra William e Harry.

"SOUTH PARK" SCHWARZENEGGER


8. SOUTH PARK PRENDE PER IL CULO SCHWARZY...
Gawker

Dopo pochissimo tempo dall'inizio dello scandalo Schwarzenegger, il cartone animato piu' cattivello e cinico del mondo, "South Park" ha preso in giro l'ex governatore della California nel loro nuovo episodio.
Guarda il video qui: http://gaw.kr/jGC6IA

BELLE VESTONO CAVALLI: ELISABETTA CANALISBELLE VESTONO CAVALLI: BAR RAFAELI


9. LE BELLE VESTONO CAVALLI...
Just Jared http://bit.ly/lSNQsd
http://bit.ly/m81rfa

Sia Bar Rafaeli che Elisabetta Canalis hanno indossato vistiti Roberto Cavalli per la loro apparizione a Cannes; e stavano benissimo! La modella israeliana ha sfilato sul tappeto rosso all'apertura della Boutique del designer italiano. Elisabetta invece ha indossato un vestito scarlatto di Cavalli mentre era ospite del designer sul suo Yacht.


10. IL BOXER SUGAR RAY LEONARD: "DA GIOVANE SONO STATO ABUSATO SESSUALMENTE"...
TMZ http://bit.ly/mQtbDB

Il boxer Sugar Ray Leonard ha dichiarato che quando aveva 15 anni subì degli abusi sessuali da un rinomato allenatore olimpico. La cosa lo ha segnato per la vita. I dettagli della vicenda saranno rivelati nella sua biografia "The Big Fight: My Life In and Out of the Ring". Leonard ha rivelato che l'uomo, ora defunto, gli aveva sbottonato i pantaloni per toccarlo con la mano, e poi anche con la bocca...

BROOKLYN DECKER


11. VIDEO: BROOKLYN DECKER SI CREDE BRITNEY SPEARS...
Just Jared

La bella moglie di Andy Roddick torna a far parlare di sé. Ma non per delle nuove foto osé, bensì per aver interpretato una canzone di Britney Spears al Karaoke delle star dell'Unicef. Prima della performance aveva scritto su Twitter: "Mi viene da vomitare... salvateci".
Guarda la performance qui: http://bit.ly/j6pAOb

OFFERTE EBAY PER IL CAPPELLO DELLA PRINCIPESSA BEATRICE


12. OFFERTI 30MILA $ PER IL CAPPELLACCIO DELLA PRINCIPESSA BEATRICE...
TMZ http://bit.ly/iwrrhM

Mancano ancora un paio di giorni al termine dell'asta su eBay. Ma ad oggi, per il cappello più brutto del matrimonio reale, quello della principessa Beatrice, sono già stati offerti 30.000 dollari. Veramente incredibile!

MILEY CYRUS


13. MILEY CYRUS CONTORSIONISTA IN PIZZO NERO...
Egotastic! http://bit.ly/lhJMDK

La giovane cantante americana Miley Cyrus sta girando il mondo per il suo tour. La ragazza sta crescendo velocemente: in questo servizio fotografico di Brian Bowen Smith, Miley assume posizioni yoga (?) indossando una tutina trasparente di pizzo nero.


14. SUPER PAPERA (DA SBORNIA) DI DAVID COULTHARD...
The Sun http://bit.ly/iX12pI

David Coulthard, il pilota di Formula 1, cade rovinosamente per terra fuori da una discoteca! È forse colpa di quel drink che ha in mano??
Guarda la foto simpatica, e fatti una risata!

DAVID COULTHARD BIRRA SAM ADAMS, UTOPIA


15. FAMOSE' ‘NA BIRRA (DA 150 $)...
Gothamist http://bit.ly/kSNoiR

Perché ordinare vino quando si può prendere una birra da 150 dollari!? Tanto costa la Utopias San Adams, 27% di volume alcolico. Sarà in vendita dalla fine del mese.

16. WORLNETDAILY VS ESQUIRE: E TUTTO PER COLPA DELLA PARODIA SUL CERTIFICATO DI NASCITA MANCANTE!
Gawker http://gaw.kr/iTwu5I

La parodia sui dubbi ossessivi dell'editore del World Net Daily, Joseph Farah, potrebbe mettere nei guai la rivista "Esquire". Farah ha detto che potrebbe fargli causa per l'articolo satirico scritto contro la sua persona. L'uomo ha aggiunto: "Non credete a tutto quello che leggete"... Come i pezzi che mettevano in dubbio l'ameriocanità di Obama?

MILDRED "PATTI" BAENA


17. ECCO A VOI MILDRED BA(L)ENA! LA CUOCA MESSA INCINTA DA SCHWARZY...
TMZ
http://bit.ly/jHqykl

Un anno prima che Schwarzenegger la mettesse incinta, Mildred "Patti" Baena aveva fatto queste foto: vestita da ‘sexy' (?) pirata per la festa in maschera di Halloween. Insomma, la domestica si dava da fare...

CASA DI MILDRED "PATTI" BAENA

http://bit.ly/kPaNrm
La Baena, nei documenti di divorzio del 2008, mise per iscritto di non aver avuto nessun figlio dal marito. Però, certificato di nascita alla mano, il figlio avuto da Arnold porta il cognome Rogelio Baena...

Radar Online http://bit.ly/msMKT0
Nel 2010, la domestica di Schwarzenegger si e' comprata una casa da 250mila dollari a Backersfiel, in California. La casa ha quattro camere da letto e quattro bagni...niente male!

SORDO PER COLPA DEL VIAGRA?


18. AMORE, HAI PRESO IL VIAGRA? CHEEE?...
Gawker http://gaw.kr/jGC6IA

Il Viagra rende sordi, possibile? Secondo alcuni esperti tra gli effetti collaterali della pillola blu c'è anche questo, oltre a mal di testa e vista compromessa. Il test è stato condotto su un campione di uomini in Asia dell'Est, America e Australia: in 47 casi è stata registrata la perdita dell'udito da un orecchio o da entrambi. Certo il fatto che il Viagra venga usato prevalentemente da persone in là cogli anni potrebbe aver influito...

JANICE DICKINSON E' IMPAZZITA


19. JANICE DICKINSON dura come una roccia (ripiena di silicone)...
Unrated Perez

Se siete delicati di stomaco copritevi gli occhi! Quella pazza di Janice Dickinson, autoproclamatasi prima top model del mondo, si e' fotografata completamente nuda. Le numerosissime operazioni di chirurgia plastica si vedono tutte!
Clicca qui: http://bit.ly/m3HqnJ

 

 

1- DAGO-INTERVISTA: L’ANALISI BOMBASTICA DI CARLO FRECCERO SULLA BRECCIA DI PISAPIA 2- \"è AVVENUTO UN FATTO INCREDIBILE. LA MORATTI CHE \"CREA\" PISAPIA! GLI HA DATO LUMINOSITÀ, VISIBILITÀ DA VITTIMA, L’HA FATTO DIVENTARE VERO. E GLI EFFETTI SI SONO SUBITO RIVERBERATI NELLE URNE: 50 MILA VOTI SI SONO TRASFERITI DA DESTRA A SINISTRA 3- LA MORATTI HA SBAGLIATO TUTTO QUANDO HA DECISO DI MOSTRICIZZARE LA SUA PREGNANZA BON TON BORGHESE IN UN SURROGATO DELLA PASDARAN SANTANCHÉ 4- DUELLO SKY: QUANDO LA TELEVISIONE DA STRUMENTO DI PROPAGANDA DIVENTA UNO STRUMENTO DI CONTRO-PROGRANDA. RIVELANDO IL TRUCCO CHE VUOLE NASCONDERE 5- BERLUSCONI, RIBALTANDO MILANO DA BERE IN MILANO DEL BUNGA BUNGA HA ALLONTANATO COMUNIONE & LIBERAZIONE CON FORMIGONI E COMPAGNIA DELLE OPERE, POTENTISSIMI IN LOMBARDIA, CHE HANNO DISERTATO LA CAMPAGNA A FAVORE DELLA \"PADRONA\" MORATTI (B. NON CONTROLLA PIÙ IL GIOCO, NON È IL PIU DR. MABUSE DI UNA VOLTA)\"

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CARLO FRECCERO

DAGO-INTERVISTA: L'ANALISI DI CARLO FRECCERO SUL DUELLO PISAPIA-MORATTI

E' avvenuto un fatto incredibile. La Moratti che "si inventa" Pisapia! I sondaggi erano lì a dimostrare che il candidato del centro-sinistra, uscito a sorpresa dalle primarie superando il candidato del Pd Stefano Boeri, non fosse un leader. Era un personaggio perbene, rispettabilissimo rappresentante della borghesia illuminata meneghina; ma non era il nuovo. Chi lo ha messo in "cornice" (ed è la cornice che fa il quadro, copy Warhol) è appunto Letizia Moratti quando lo accusava davanti alle telecamere di Sky di essere un ex terrorista dedito al furto d'auto (accusa di cui fu del tutto assolto).

Essì, Pisapia l'ha creato la Moratti, gli ha dato luminosità, una visibilità da vittima, lo ha fatto diventare vero. E gli effetti si sono riverberati nelle urne: negli ultimi giorni 50 mila voti si sono trasferiti da destra a sinistra.

pisapia cartellone pp

La Moratti ha sbagliato tutto quando ha deciso di mostricizzare la sua immagine e pregnanza bon ton borghese che frequenta San Patrignano in un surrogato della Santanché, pasdaran di Cuneo. Una mostruosità da Doctor Jekyll e Mister Hyde, anche perché la Moratti non ha il fisico cafonal, non frequenta Briatore né le discoteche della Costa Smeralda.

Nel faccia a faccia con Pisapia la moderata Moratti è arrivato al punto di surrogare la violenza estremista dei manifesti di Lassini ("Fuori le Br dalle Procure"), e sembrava quasi che il conduttore del duello, Emilio Carelli, fosse complice del sindaco. E' vero che, per regolamento, Pisapia non poteva intervenire ma l'accusa era talmente pesante ed infamante che Carelli doveva concedere una replica.

PISAPIA FESTEGGIATO IN STRADA

Mi ha colpito molto anche il fatto che il regista del faccia a faccia, nel momento topico dello scontro, non facesse nessun primopiano su Pisapia ma sempre su campo lungo - non so se questo era previsto oppure no.

Ma sono questi i momenti in cui la televisione da strumento di propaganda diventa uno strumento di contro-progranda. Quando la tv rivela il trucco che vuole nascondere. Era già successo quando Aznar comunicò davanti alle telecamere che l'attentato di Madrid era opera dell'Eta. Una bugia così plateale che si ritorse contro dinamitando il suo futuro a favore di Zapatero.

PISAPIA - MORATTI

Se la Moratti camuffata da Santanché era inimmaginabile, e disturbante, Berlusconi è andato oltre, trasformando la Milano da bere nella Milano di sesso e di piacere. Che ha spaccato in un intreccio di lotte il centrodestra: Comunione & Liberazione con Formigoni e Compagnia delle Opere, potentissimi in Lombardia, non hanno speso un parola o una goccia di sudore a favore della Moratti. Che dimostra che Berlusconi non controlla più il gioco, non è il piu dottor Mabuse di una volta. Tre anni fa non sarebbe accaduto.

Formigoni, del resto, è stufo di non essere tenuto in considerazione da Roma e vuole scendere in campo, giocare un ruolo da protagonista, e ha approfittato di una campagna elettorale sbagliata per porsi al centro della scena.

PISAPIA-CARELLI-MORATTI

Non è detto che tra 15 giorni, se la Moratti va a Canossa e trova un accordo con i ciellini, non ci sarà una battaglia sul filo di lana. La sinistra non deve cantare vittoria ma la Moratti parte svantaggiata perché l'opinione pubblica sale sempre sul carro del vincitore.

FORMIGONI con la camicia figlio dei fiori ad Annozer

Oggi Pisapia ha fatto benissimo a rifiutare il confronto "riparatore" a "Porta a Porta" con la Moratti. Le polemiche servono a rinfocolare il Pisapia inventato dalla Moratti ai media che non hanno memoria.

Ultina cosa. Da sottolineare, nella disfatta della Moratti, l'effetto dirompente di "Annozero" dove la signora Santanché ha fatto una perfomance disastrosa con la storia della bandiera di Hamas e uno strano Celentano senza pause, pareva scritto il suo dolente intervento telefonico, ha registrato un record d'ascolto: 22,5%.

'PORTA A PORTA', PISAPIA HA RIFIUTATO CONFRONTO CON MORATTI
(Adnkronos)
- "Giuliano Pisapia ha rifiutato di incontrare a 'Porta a porta' Letizia Moratti. Il sindaco di Milano si era dichiarato disponibile. Il portavoce di Pisapia ha comunicato a Bruno Vespa l'orientamento del candidato sindaco a non accettare altri confronti con il sindaco uscente 'vista la scorrettezza che nel confronto che ha preceduto il primo turno ha indotto Pisapia a querelare la Moratti per diffamazione aggravata'". E' quanto si legge in un comunicato della redazione di 'Porta a porta', che rende noto, inoltre, che lunedi' in studio si confronteranno i due candidati di Napoli Gianni Lettieri e Luigi De Magistris.

SANTANCHe A SAINT TROPEZ BERLUSCONI A MILANO CON FORMIGONI

PORTAVOCE PISAPIA, NESSUN CONFRONTO TV CON MORATTI...
(Adnkronos)
- Nessun confronto tv tra candidati, ma una campagna elettorale nei quartieri di Milano. Queste le intenzioni del candidato sindaco del centrosinistra alle comunali di Milano Giuliano Pisapia, annuniciate del portavoce Maurizio Baruffi.

 

RAI, ZONA DESGARBIZZATA - LA CONFERENZA STAMPA PIù DIVERTENTE DEL PROGRAMMA-FLOP - SE LA PRENDE CON SAVIANO (“PARLA DI MAFIA MA NON DI ENERGIE RINNOVABILI”), SI DIFENDE DALLE ACCUSE SU COSA NOSTRA E SALEMI (CHIEDERÒ 10 MLN € DI DANNI AI GIORNALI), PRECISA CHE NON è AFFATTO INTERESSATO AL CAZZO DI BERLUSCONI MA SOLO AL SUO - L’IRA DEGLI AUTORI: “TROPPA FRETTA NEL CHIUDERE, L’AZIENDA CI HA AZZOPPATO” - L’OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO DELLA RAI: CHI RIPAGHERÀ PER I SOLDI BUTTATI?…

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Corriere.it

Sgarbi Sorrisi CanzoniTv pagine interne - Nonleggerlo

L'8.27% di share con poco più di due milioni di telespettatori (2.064mila): questo il risultato in termini di ascolti del programma «Ci tocca anche Sgarbi» del critico d'arte che mercoledì sera ha esordito in prima serata su Rai1. Il risultato è nettamente al di sotto della media degli ascolti delle rete per la prima serata.

LA SOSPENSIONE - L'ufficio stampa della Rai annuncia la sospensione del programma. «La decisione - si legge nel comunicato - è stata comunicata al Professor Sgarbi che l'ha condivisa». La sospensione del programma è legata esclusivamente ai bassi ascolti ottenuti mercoledì sera nella puntata di esordio. È questa la motivazione che viene fornita in ambienti aziendali.

Sgarbi Sorrisi CanzoniTv - Nonleggerlo

Si sottolinea inoltre, apprende l'Agi, che la sospensione in realtà, riguarda una sola puntata perché ne erano previste due in questa fase, per poi ripartire a settembre con altre quattro. Il risultato di mercoledì è fortemente penalizzante per la Rete ammiraglia rispetto al trend del periodo di garanzia (di solito almeno il doppio, ndr). Di qui la decisione di sospendere subito il programma.

IL COSTO - Dopo il flop cresce la polemica su quanto è costato il programma: sembrerebbe un milione di euro solo per Sgarbi e otto milioni per tutte le puntate. Il conduttore però smentisce e parla di 500 mila euro per tutte le cinque puntate. Il contratto con Vittorio Sgarbi, secondo quanto scrive l'Agi, sarà onorato. Marco Travaglio si è lasciato andare a una lunga risata: «Spero che adesso sia verificato quanto il costosissimo programma di Sgarbi in prima serata su Rai1 abbia fatto perdere alla Rai». Luca Borgomeo, presidente dell' associazione di telespettatori cattolici Aiart, si chiede «quanto è stato speso per un programma bloccato ancor prima di nascere? Uno spettacolo - osserva in una nota - per tanti versi noioso, con pochi spunti originali. Il tempo dei telepredicatori è finito». I senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante hanno presentato un'interrogazione urgente al ministro Romani: «Vittorio Sgarbi si è prodotto in un monologo di attacco alle energie pulite, pieno zeppo di affermazioni false e di accuse del tutto inventate. Tutto ciò è inaccettabile e indecente, tanto più perché ad ospitare questo spettacolo di quart'ordine, che ha registrato un flop clamoroso, è stato il servizio pubblico radiotelevisivo. «Il flop del programma di Vittorio Sgarbi era evidentissimo già nel suo svolgersi, per la maldestra combinazione di noia e faziosità senza costrutto - dice Vincenzo Vita, senatore Pd e membro della Vigilanza - e ora c'è solo da augurarsi che la nuova Direzione generale dia delle risposte su quanto è accaduto».

Vittorio Sgarbi Flop - Nonleggerlo

«È STATO UN FUNERALE»- «Pensavo ad un risveglio diverso, invece di un matrimonio è stato un funerale ed è difficile capirne le ragioni» è il primo commento di Sgarbi in conferenza stampa. «Chi l'ha visto e Melania - ha aggiunto - sono di interesse superiore rispetto alla difesa del paesaggio. Forse sul paesaggio dovevamo fare una puntata di Chi l'ha visto». Poi l'ammissione di colpa senza dimenticare le forte noti polemiche: «E' colpa mia. Ho sbagliato io a imporre un meccanismo narrativo non da prima serata. La Rai vuole il giallo di Avetrana, le escort di Berlusconi, gli omicidi, non è interessata alla cultura».

«Ho ricevuto 500 messaggi tutti positivi: a qualcuno quel modello è piaciuto - spiega Sgarbi -e forse il mio spazio potrebbe essere di notte, prima di Marzullo. Posso solo dire che potevano essere diversi i ritmi, non potevano essere diversi i contenuti». Sui costi il critico d'arte si giustifica: «I costi della mia trasmissione sono i costi della cultura. Anche Pompei costa. Purtroppo la cultura costa e costa anche in televisione. Non è Chi l'ha visto». E sul futuro: «Dovrò andare nei programmi pomeridiani a parlare di sangue dove il successo è assicurato».

Busi contro Sgarbi da Chiambretti

I coautori del programma, Diego Volpe Pasini e Carlo Vulpio sono critici con la decisione della Rai: «Troppa fretta per chiudere "Ci tocca anche Sgarbi". La verità è che stavamo facendo cose troppo interessanti e siamo stati immediatamente azzoppati. Dalla struttura interna abbiamo avuto solo bastoni tra le ruote».

SGARBI - PRIMA PUNTATA

LA FESTA DA BERLUSCONI E LA LITE COI GIORNALISTI- Al termine della sua trasmissione, il critico televisivo, «accompagnato da tutta la redazione», è andato «per un brindisi, una festa a casa del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi». Di più. «Berlusconi - ha raccontato Sgarbi - era compiaciuto per la trasmissione. Ha fatto alcune osservazioni tecniche, da uomo di televisione, sul programma: ha parlato dei 'tempi televisivi', ha criticato l'uso e il volume dei microfoni, che non facevano capire bene le parole, ma soprattutto era compiaciuto», ha insistito Sgarbi a più riprese, del fatto che «per una volta fosse assolutamente tranquillo che non si parlava di lui in un programma televisivo».

SGARBI - PRIMA PUNTATA

La 'rivelazione' di Sgarbi ha innescato una querelle con alcuni giornalisti presenti, che hanno definito «anomalo» il fatto che al termine di un programma, peraltro rivelatosi fallimentare in termini di audience, tanto da portare a una immediata chiusura dopo la prima puntata, tutta la redazione fosse andata a festeggiare a casa del premir. «Non c'è niente di anomalo - ha insistito Sgarbi - perché Silvio Berlusconi è un mio amico. È anzi logico andare a festeggiare a casa di un amico. Noi siamo andati a casa dell'amico, non del premier, tanto è vero che c'erano anche Tatti Sanguineti e Filippo Martinez (autori del programma) anche se Sanguineti è comunista e Martinez anarchico».

Carlo vulpio

Sollecitato sul fatto che il programma, secondo la volontà dell'ex dg Rai Mauro Masi, dovesse essere una sorta di riequilibrio a favore della destra nel servizio pubblico, Sgarbi è sbottato. «Ma quale destra e destra, se Vulpio (coconduttore e autore della trasmissione) è dell'Idv... L'unica cosa che io ho concesso a Berlusconi è che nel programma non si parlasse di lui. E non per qualche strana ragione, ma solo e semplicemente perché a me non interessa nulla di Silvio Berlusconi, di quello che fa o delle sue donne. Io non mi occupo di dove Berlusconi mette una parte ben specifica del suo corpo. Io penso alla mia».

 

HITLER, TI VOGLIO BENE! - LARS VON TRIER ENTRA NEL RICCO CLUB DEI NAZI-VIP - DA GALLIANO A MEL GIBSON, FINO A CHARLIE SHEEN L’INSULTO ALL’EBREO È GETTONATISSIMO - UNA VOLTA ERA APPANNAGGIO DI CERTE CURVE PALLONARE, OGGI è UN TABÙ INFRANTO DA NARCISISTI CHE VOGLIONO DIMOSTRARE, PIù A SE STESSI CHE AGLI ALTRI, DI ESSERE SUPERUOMINI (DI MERDA)…

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Elena Loewenthal per "La Stampa"

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Di tutto si può dire di lui, ma che «ispiri simpatia» proprio no. Con quei baffetti inamidati, l'aria arcigna, l'occhio indemoniato. Di tutto si può dire ma capirlo, come si fa? In fondo resta l'enigma più oscuro dell'umanità, e dopo anni di studi ancora non si è venuti a capo di quella sua distorta personalità.

Eppure, a quanto pare, all'esimio regista Lars Von Trier, Adolf Hitler fa quell'effetto lì: di simpatia. Di comprensione. Quanto agli ebrei, loro invece sono la sua «spina nel fianco». Anche se, per carità, mica è contro di loro... E tutto questo l'ha dichiarato da quel palcoscenico in mondovisione che è il Festival di Cannes.

Adolf Hitler

Ma queste a dir poco bislacche - cioè raccapriccianti - affermazioni non sono affatto un caso isolato, ultimamente. L'attore regista Mel Gibson si è esibito più o meno con lo stesso assortimento qualche tempo fa, insultando un agente della polizia stradale che lo aveva fermato.

Il genio della moda John Galliano ha scelto come teatro per esternazioni di analogo segno (dopo una serie di insulti agli ebrei concludeva «I love Hitler») nientemeno che il Marais di Parigi, storico quartiere ebraico. La cosa gli è costata il licenziamento in tronco dalla Maison Dior. Charlie Sheen, popolare attore americano, ha apostrofato con il solito armamentario di insulti all'ebreo il suo manager e contestualmente è stato allontanato dall'ex moglie e dai figli per violenze e minacce di tenore non dissimile. Chi più ne ha più ne metta.

lars

Queste ricorrenze hanno due chiavi di lettura - e indignazione. La prima, più «classica», è l'amara constatazione che l'antisemitismo è duro a morire. Anzi di più. E' talmente astratto da manifestarsi anche in palese assenza dell'oggetto, cioè l'ebreo. L'altra interpretazione che si può dare di questa triste ricorrenza dell'inno a Hitler e del rammarico perché non ha portato a termine il lavoro (anche questo si sente dire ormai non di rado) è che forse in questi ultimi tempi si è disinnescato qualcosa.

MEL GIBSON A CANNES

Che era meglio se restava lì com'era, foss'anche in forma di inibizione verbale. Oramai, invece, è come se un tabù si fosse infranto. Come se un certo tipo di persone - magari geniali e sicuramente armate di un certo non trascurabile narcisismo - si sentissero libere di blaterare giudizi del genere non solo per fare colpo sul pubblico - che speriamo costernato - ma prima ancora per dimostrare, agli altri così come a se stessi, di poter dire di tutto.

GALLIANO

Certo, di umorismo macabro ambientato sotto il nazismo, di storielle anche tremende su Hitler, se ne sono raccontate sempre. C'è persino un vasto repertorio schiettamente ebraico, in proposito. E in tempo reale, cioè in quegli anni tremendi. Ma queste uscite sono tutt'altra cosa. Non sono battute di spirito: sono dichiarazioni di solidarietà. Nostalgiche alzate di ingegno buone solo per dimostrare di essere originali.

CHARLIE SHEEN

Talmente originali da poterle pronunciare ad alta voce. E con delle bocche convinte di poter dire di tutto - come diceva tanto tempo fa la pubblicità di un dentifricio - solo perché famose e di conseguenza non perseguibili. Mentre una bella manciata di disprezzo se la meritano eccome.

 

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