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IL COMPASSO DIETRO LA CROCE: LOGGE MASSONICHE E POTERI OCCULTI IN VATICANO

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Alberto Statera per "La Repubblica"

VATICANO E MASSONERIA

Il "fumo di Satana" evocato da Papa Paolo VI quarant'anni fa è filtrato da qualche fessura pure nell'ultimo conclave, che ha eletto il gesuita Francesco a capo di una Chiesa ridotta come quella profetizzata dal vescovo Malachia, percorsa da lotte di potere e guerre per bande.

Quel fumo ha l'odore acre della massoneria, una parola che fa tremare da secoli persino le foglie dei giardini vaticani. Eppure, logge ufficiali, logge segrete e logge spurie sono avvinghiate nel cuore di San Pietro. Questa, almeno, è la tesi di un libro-inchiesta di oltre 500 pagine che stanno per mandare in libreria Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti (Vaticano Massone. Logge, denaro e poteri occulti: il lato segreto della Chiesa di Papa Francesco - Edizioni Piemme).

MASSONERIA

Il tema, naturalmente, si presta di per sé all'accusa di complottismo, di insana volontà di vedere ovunque trame segrete e cospirazioni. L'ha messa in burla il Segretario di Stato uscente Cardinal Bertone quando ha irriso ai giornalisti che si improvvisano Dan Brown. Ma il libro è talmente documentato, ricco di testimonianze e di documenti inediti che una confutazione con questo argomento non reggerebbe.

LETTERA DI ODDI E GAITO A PAPA GIOVANNI PAOLO DI

Tra l'altro, contiene la copia anastatica di una lettera scritta da Virgilio Gaito, ex Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, insieme al Cardinale Silvio Oddi, a Papa Giovanni Paolo II per chiedere un "grande patto" di pacificazione tra Chiesa e massoneria, il riconoscimento ufficiale da parte del Vaticano della conciliabilità tra fede cattolica e appartenenza alla libera muratoria.

GIACOMO GALEAZZI

«Pienamente consapevoli delle finalità perseguite dalla Massoneria universale, da sempre votata al miglioramento dell'individuo per il miglioramento ed il progresso dell'Umanità raggiungibili solo attraverso l'Amore e la tolleranza - scrivono il Gran Maestro e il Cardinale - riteniamo giunto il momento di lanciare un doveroso appello alla riconciliazione che ponga fine a quella secolare incomprensione tra Chiesa Cattolica e Massoneria».

Oddi, morto nel 2011, è stato considerato un grande protettore dell'Opus Dei, ma anche sponsor della discesa in campo nel 1994 di Silvio Berlusconi, tessera 1816 della Loggia P2 di Licio Gelli e, secondo il massone dissidente Gioele Magaldi, fondatore di una sua obbedienza denominata "Loggia del Dragone". Wojtyla, del resto, si servì in Polonia a favore di Solidarnosc e contro il comunismo del bancarottiere piduista Roberto Calvi, finito ucciso con rito massonico a Londra sotto il Ponte dei Frati neri.

LETTERA DI ODDI E GAITO A PAPA GIOVANNI PAOLO DI LETTERA DI ODDI E GAITO A PAPA GIOVANNI PAOLO DI

Come il suo predecessore Paolo VI, che fece realizzare simboli esoterici sulla tomba della madre, si era servito dell'altro bancarottiere mafioso e piduista Michele Sindona. Ma sotto il papato di Wojtyla, nel 1983, vide la luce la "Dichiarazione sulla Massoneria" elaborata dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger, che dichiarava inalterato il divieto di appartenenza alla libera muratoria.

Divieto disatteso durante il suo papato, secondo la messe di documenti e testimonianze raccolta da Galeazzi e Pinotti, tanto da aver probabilmente contribuito a provocare le dimissioni di Benedetto XVI e forse l'elezione di Francesco, primo Papa gesuita della storia, dopo che la Compagnia di Gesù, considerata uno dei canali dell'infiltrazione massonica in Vaticano, era stata commissariata da Wojtyla nel 1981.

COPERTINA DEL LIBRO VATICANO MASSONE jpeg

Durante il pontificato di Ratzinger è cresciuto in Vaticano il potere dei gruppi integralisti in lotta tra loro, come Opus Dei, Comunione e Liberazione, Focolarini, Legionari di Cristo, che si sono contesi il controllo delle finanza e dello Ior. Ma l'ex banchiere Cesare Geronzi, intimo del cardinal Bertone, il quale raramente parla a caso, ha rivelato di recente di aver trovato simboli massonici in evidenza nello studio di un cardinale e che nella finanza cattolica l'Opus Dei non conta molto perché a contare è la massoneria.

E dentro le Mura Leonine? Di certo la massoneria è entrata con prepotenza nel processo al maggiordomo corvo di Ratzinger che sottraeva documenti nella scrivania di uno degli uomini più potenti del mondo.

AVVOCATO VIRGILIO GAITO EX GRAN MAESTRO DEL GRANDE ORIENTE DITALIA

«Mi sono messo al servizio di una loggia massonica che opera dentro il Vaticano - ha testimoniato tra le lacrime un dipendente laico della Segreteria di Stato - della quale fanno parte anche dei cardinali. Scopo della nostra azione portata avanti nella convinzione
di fare il bene della Chiesa, è quello di mettere fine all'attuale situazione di anarchia che mette a rischio la cristianità».

Tra le migliaia di documenti sequestrati il 23 maggio 2012 nell'abitazione del maggiordomo "moltissime riguardavano la massoneria e i servizi segreti", come hanno dichiarato gli agenti della gendarmeria che fecero le perquisizioni. Con un'attenzione quasi ossessiva per la figura del piduista Luigi Bisignani, che era di casa allo Ior fin dai tempi del riciclaggio della tangente Enimont.

CARDINALE ODDI

La rete di confidenti dell'ex maggiordomo comprendeva il vicario papale per la città del Vaticano monsignor Angelo Comastri e l'ex vicecamerlengo Paolo Sardi, indicati come appartenenti a una loggia massonica interna; il vescovo Francesco Cavina, ora alla diocesi di Carpi, ma in precedenza alla Segreteria di Stato, e l'ex segretaria di Ratzinger, Ingrid Stampa.

Bergoglio cresce e si forma in Argentina, una repubblica fondata su squadra e compasso, dove la massoneria e la Chiesa sono molto forti. È sostenibile la tesi che lo strapotere dei gruppi integralisti abbia originato come reazione la sua elezione al trono di Pietro? O che sia invece frutto di un patto tra massoneria e gruppi della destra cattolica?

FERRUCCIO PINOTTI

Nel libro di Galeazzi e Pinotti non troverete una risposta certa, ma la non peregrina ipotesi che la decisione di Ratzinger di dimettersi possa essere stata presa nella previsione dell'elezione del gesuita su un trono che lui non riusciva più a governare tra scandali e guerre intestine tra fazioni contrapposte per il potere e il denaro. Nella prima fase del conclave del 2005, del resto, il cardinale Bergoglio aveva raccolto il maggior numero di voti, ma poi rinunciò per convogliarli su Ratzinger.

LETTERA DI ODDI E GAITO A PAPA GIOVANNI PAOLO DI

Che fosse fumo di Satana o aria salubre quella respirata in conclave, i Gran Maestri delle tante massonerie italiane sembrano concordi nell'entusiasmo per l'avvento di Francesco. Uno per tutti: «Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale». Firmato: Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia.

 


IL VERTICE DELLA VALLE-SANTORO: GITA DI PIACERE O PIANO PER LA7?

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1. IL VERTICE DELLA VALLE-SANTORO: GITA DI PIACERE O PIANO PER LA7?
DAGOREPORT

SANTORO DELLA VALLE E ROSSELLA SULLO YACHT

Le foto dello yacht "Altair" di Dieguito Della Valle nelle acque di Capri spaginate a colori da "Chi" raccontano molto di più di una gita al mare primaverile rovinata dal maltempo.

A dare patina e curiosità al reportage del settimanale diretto da Alfonsina la Pazza (alias Signorini), infatti, sono soprattutto gli ospiti insoliti dell'armatore di Casette d'Ete, Carlo Rossella e Michele Santoro.

SANTORO DELLA VALLE CARLO ROSSELLA copia

Due pezzi da novanta della televisione, uno di stretta osservanza berlusconiana, l'altro che da due anni si arrovella per spezzare il duopolio Rai-Mediaset.

Michele chi? pende a sinistra. E talvolta così tanto da scivolare tra i (mis)fatti di Travaglio e i grullini a cinque stelle (segnalati così nel loro simbolo come gli alberghi di lusso).

SANTORO DELLA VALLE E ROSSELLA SULLO YACHT

E allora cosa ci faceva Michelone sulla barca dello Scarparo e del suo fido mozzo Carlito Rossella?

Anche se è nota la passione (ricambiata, ovviamente) di Dieguito per i giornalisti-direttori sin da tempi ormai lontani del "Club di Berlino", fondato con il suo amichetto Montezemolo, che tra i suoi soci annoverava Paolo Mieli, Enrico Mentana, Clemente Mimun e lo Ezio Mauro.

Ma l'ultima scampagnata a Capri organizzata da Della Valle sembra assumere un interesse diverso e meno morboso di una chicca di gossip da quando il Dr.Tod's & Mr.Hogan sembra aver rotto definitivamente i ponti (e le scatole) agli azionisti bancari dell'Rcs Media Group guidati ormai nel deserto (dei debiti) da Abramo Bazoli.

E' stata proprio Dagospia a segnalare per prima che Dieguito, deluso (e fregato come pattista) dall'inconsistenza editoriale e politica del Corrierone di Flebuccio de Bortoli, avesse messo gli occhi e anche il portafoglio sulla La7.

CARLO ROSSELLA DIEGO DELLA VALLE MICHELE SANTORO FOTO DA CHI

La rete televisiva appena acquistata da Urbano Cairo da Telecom dove già lavora anche Gad Lerner. "Cairo è uno dei pochi veri editori che c'è ora in Italia", ha osservato anche l'insospettabile ex giornalista e ora senatore Pd, Massimo Mucchetti. Altro assiduo frequentatore dell'"Infedele" de La7.

Anche se si rischia di cadere nel buffo nell'evocare il "Britannia" - lo yacht della corona inglese che nel 1992, alla vigilia delle liberalizzazioni, ospitò una parte dei Poteri marci e del Tesoro (Mario Draghi) destando infiniti sospetti su quella che poi si rivelò una svendita dei gioielli dello Stato -, qual cosa di simile, comunque, potrebbe essere avvenuto sul meno regale "Altair" dello Scarparo. Mettere cioè a fuoco e finalmente realizzare un terzo polo tv.

DIEGO DELLA VALLE E CARLO ROSSELLA DA CHI

Magari soltanto un fattarello, che ci ha riportato alla memoria i misteri e le trame (presunte) del "Britannia".


LA CORDATA DI DELLA VALLE PER LA7, RESPINTA ALL'EPOCA DA TELECOM, MA ORA CAIRO HA BISOGNO DI CAPITALI FRESCHI PER IMPEDIRE LA FUGA DEI "BIG" DELLA RETE
Adnkronos del 16 febbraio 2013

DIEGO DELLA VALLE CARLO ROSSELLA

«La mia idea è quella di riunire nell'azionariato un gruppo di persone che vogliano bene al nostro paese». Lo afferma Diego Della Valle riferendosi alla manifestazione di interesse per La7. Il riferimento dell'imprenditore che ufficializza così la sua proposta inviata al cda di Telecom Italia è anche quella di riunire persone «che abbiano voglia di sostenere uno strumento di informazione importante, garantendone la totale autonomia, e di coinvolgere nell'azionariato professionisti che lavorano attualmente a La7 ed altri ancora che avranno voglia di partecipare a questo progetto».

Diego Della Valle Clemente Mimum e Enrico Mentana - Copyright Pizzi

Nell'ufficializzare così la sua volontà di entrare nella partita per l'acquisto de La7, l'imprenditore spiega che la richiesta al cda contempla dunque un «tempo minimo necessario per studiare il dossier». «Qualora venga accettata la nostra richiesta - spiega Della Valle - abbiamo predisposto ufficialmente l'accesso alla documentazione, peraltro già accordatoci, dato mandato alla banca d'affari ed allo studio legale e tributario, pronti a verificare in tempi brevi tutta la documentazione».

urbano cairo

«La mia idea è quella di riunire poi nell'azionariato un gruppo di persone che vogliano bene al nostro paese e che abbiano voglia di sostenere uno strumento di informazione importante, garantendone la totale autonomia, e di coinvolgere nell'azionariato professionisti che lavorano attualmente a La7 ed altri ancora che avranno voglia di partecipare a questo progetto. Per quanto mi riguarda - afferma Della Valle- l'iniziativa deve essere considerata anche come un impegno civile che tutti insieme, quelli che vi parteciperanno, prenderanno nei confronti del Paese e di tutti i cittadini che considerano l'informazione seria e libera un grande strumento di democrazia».

 

QUANTO CI METTERANNO I DEPUTATI M5S A LIBERARSI DEL PADRE PADRONE GRILLO?

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Riceviamo e pubblichiamo:

GRILLO A ROMA

Lettera 1
Caro direttore,
Riguardo all' articolo su Wagner vorrei fare una semplice notazione : il musicista tedesco morì nel 1883, il folle dittatore nacque nel 1889 ; non mi pare quindi appropriato parlare di "vicinanza di Wagner al nazismo" . Ritengo sia più corretto affermare che fu Hitler, in maniera del tutto arbitraria e pretestuosa, anche per cercare di darsi nobili discendenze culturali, che cercò di appropriarsi del genio musicale di Wagner, peraltro senza mai riuscirci.
Cordialità, Alessandro valsecchi

GRILLO

Lettera 2
Dago quanto pensi che ci metteranno i deputati M5s a liberarsi del padre padrone? quello che entra con la macchina privata nel garage di Montecitorio per intenderci, quello che i suoi guadagni lui mica li restituisce, quello che fa i dossier come la buonanima di Mussolini o il suo nuovo amico Berlusconi... ecco, loro stanno dentro a lavorare ma devono rendere conto a lui che sta fuori anche di quante volte vanno in bagno, mi sa che piano piano si faranno espellere tutti per ritornare a respirare un po'
Anne

Vauro

Lettera 3
Compagno Vauro, comunistone duro, puro e orgoglioso: ma una vignettina sul suo datore di lavoro Santoro in gita con Carlo Rossella sulla "nave" di Della Valle, niente? La minestra è più importante della fede, eh?
Vittorio Nonsputonelpiatto InFeltrito

Lettera 4
Caro Dago, è stupefacente che il flauto ipoteticamente appartenuto ad Emanuela Orlandi, prima va in Tv dalla Sciarelli e poi in Questura alla Scientifica. Senza vergogna e tutti zitti. V.R.

SANTORO DELLA VALLE E ROSSELLA SULLO YACHT

Lettera 5
Alla presenza degli esploratori del Titanic, dei giornalisti Piero e Alberto Angela e del Comico italiano Beppe Grillo è stata finalmente aperta la famosa SCATOLA NERA DEL SENATORE ANDREOTTI. Grande la delusione dei presenti, per il vuoto assoluto che si è presentato ai loro occhi tranne un microscopico bigliettino di carta delle dimensioni di millimetri 3 X 2 con incisa una frase in lingua latina. I RIS di Parma sono riusciti a leggerla con i loro potentissimi apparecchi.
La scritta recita: NON SI ESCLUDONO REPLICHE. (PJM)

SANTORO DELLA VALLE CARLO ROSSELLA copia

Lettera 6
La top-five della settimana:
1. Se non riusciremo a cambiare questo Paese, meglio andarsene in massa. Grillo
2. Vedrete, mi assolveranno. Berlusconi
3. Non siamo riusciti a saltare l'asticella. Bersani
4. Per quanto mi riguarda, dei senatori a vita si può certamente fare a meno. Grasso
5. Passerà poco tempo prima che nasca una nuova maggioranza Pd-5 stelle. Mastella
Tiziano Longhi

SANTORO DELLA VALLE E ROSSELLA SULLO YACHT

Lettera 7
Dago Ahò,
t 'immaggini er Banana circonnato ,anzichè dalle mejo fighe d 'Italia , dali mejo cervelli ...
Sarebbe stato un padre della Patria invece è stato l'ennesimo fijodèna......!!!!
becerus

Lettera 8
Caro Dago,
per intrattenere il Gobierno, in conviento.. pare che Letta Enrichetto si travestirà da Tenerone rosa come quello della Galbusera biscotti..!
Gianni Morgan Usai

EMANUELA ORLANDI

Lettera 9
Caro Dago,
seguo da tempo le vicissitudini di Alessandro Proto, perchè sono azionista RCS e anche abbastanza importante direi, ho letto l'articolo di oggi del fatto quotidiano ripreso anche da voi. Non ti faccio i soliti complimenti perchè te li fanno tutti però vorrei capire una cosa.
Questo Proto aveva fatto delle offerte per i pacchetti RCS detenuti rispettivamente da Generali, Della valle e Benetton.

EMANUELA ORLANDI

Solo ed esclusivamente a loro 3. Ora leggo che Mario Greco vuole vendere la partecipazione in RCS ( riportato su vari siti e giornali e fanno riferimento anche all'offerta fatta da Proto a suo tempo) e Della Valle e Benetton non aderiranno all'aumento di capitale. Io mi domando una cosa. Ma siamo sicuri che dietro questo Proto non ci sia qualcuno? Perchè i conti non tornano. Perchè aveva fatto offerte proprio a quei soggetti che oggi si distinguono per uscire o non voler far rimanere in piedi RCS??? C'è qualcosa che non torna.
Un saluto cordiale

SCIARELLI

Lettera 10
Caro Dago, un mese fa in Bangladesh e' crollato un palazzo pieno di operai tessili sottopagati. Le vittime ormai sono salite a 900. Il gruppo Benetton da subito e' risultato coinvolto ma ha cercato di negare fino all' ultimo. Ieri il CEO ha ammesso che effettivamente li' dentro c' erano anche loro prodotti ( l' articolo e' ancora presente nell' Huffington Post americano + Washington Post [e i commenti negativi si sprecano ] ma anche in quello italiano ). Ieri lo avevano addirittura piazzato fra le headlines. Perche' il Corriere, che pure ha parlato dell' incidente ha evitato accuratamente di fare il nome Benetton ? Possedere il 5,1 % di RCS aiuta? Giovanna

alessandro proto

Lettera 11
Caro Dago
Facciamo un riepilogo chiarificatore riguardo al tema Berlusconi e la Giustizia. Grosso modo, c'è un terzo di Italiani che non giudica preventivamente e aspetta le sentenze definitive. Gli elettori di questo settore un pò lo votano e un po' no. Poi, un altro terzo pensa che Berlusconi sia il Diavolo in persona, da odiare più di un Hitelr e che i PM che lo
perseguono siano dei Santi immacolati e puri.

silvio berlu occhiali

L'ultimo terzo pensa che certi Giudici siano dei Comunisti assetati di sangue, faziosi e che il Cavaliere , al massimo avrà fatto (dovendo amministrare un impero economico) qualche piccolo illecito finanziario, come tantissimi altri e che le leggi ad personam e l'ostruzionismo contro i processi non sia altro che la legittima difesa di chi si sente attaccato ingiustamente.

La conclusione, amara, è che in caso di colpevolezza Berlusconi paga in avvocati, in gogna mediatica e , magari con la galera, mentre in caso di assoluzione Boccassini & C. non solo non pagano, ma vengono promossi in Cassazione.
Ciao
Natalino Russo Seminara

Ilda Boccassini

Lettera 12
Dago darling, una buona notizia dalla Babilonia meneghina ("normalizzatissima" per opera del locale MinCulPop multipartisan): stanno crescendo i primi alberelli nelle torri del Bosco Verticale di Stefano Boeri, archistar e assessore licenziato dal "caro leader" Pisapia, nella nuova City che ha tanti nomi: Porta Garibaldi, Porta Nuova, Città della Moda, ecc.

LETTA enricol MARIO GRECO

Malgrado le torri siano ancora ingabbiate dalle impalcature, qui è là sui terrazzi (o giardini pensili) si vedono ariose macchioline di verde maggiolino che fa ben sperare... nella selva di grattacieli che crescono a vista d'occhio, quasi in silenzio mediatico e forse persino a insaputa di Adriano Celentano, ma non certo del "milanese" Stendhal (dal cielo dove riposa). E Dio ce la mandi buona con tutte le altre tonnellate di asfalto e cemento di Expo 2015, Pedemontana, Brebemi, nuova tangenziale est e chi più ne ha più ne metta. Tant'è: Milan l'é semper un grand Milan!
Natalie Paav

pisapia giuliano

 

LA DROGA, LA FUGA, GLI SPARI, LA MORTE: COME IN UN FILM DI TARANTINO, SOLO CHE È TUTTO VERO

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1- VIDEO DELLA SPARATORIA A MIAMI

 

2- LA DROGA, LA FUGA, GLI SPARI, LA MORTE: COME IN UN FILM DI TARANTINO, SOLO CHE È TUTTO VERO
DAGOREPORT Dal "Daily Mail" - http://bit.ly/13IpfYT

Come in un film di Tarantino. Solo che quello che queste immagini mostrano è successo per davvero, in Florida.

La polizia di Miami teneva d'occhio già da un paio di settimane una casa in cui sospettava potessero abitare dei narcotrafficanti. Due telecamere, da diverse angolazioni, hanno ripreso la scena dell'intervento degli agenti.

SPARATORIA FRA TRAFFICANTE DI DROGA E POLIZIA A MIAMI

Uno dei sospetti, Gerardo Delgado, fuma fermo sull'ingresso della casa, poi si allontana e sale in macchina. A quel punto arrivano i poliziotti, con macchine comuni ma con dei giubbetti con su scritto "polizia". Il detective John Saavedra bussa alla casa e un suo collega fa la stessa cosa allo sportello della Bmw in cui Delgado è seduto.

SPARATORIA FRA TRAFFICANTE DI DROGA E POLIZIA A MIAMI

Un altro trafficante, il sessantenne Luis Estevanell, esce dalla casa e si dirige verso la strada, ma viene bloccato dagli agenti. In quel momento Delgado decide di scendere dalla vettura e succede il finimondo: il criminale impugna la pistola e fa fuoco contro i poliziotti. Il trafficante viene colpito, ma risponde al fuoco e ferisce il detective Saavedra, che si trascina fuori dall'inquadratura.

IL TRAFFICANTE DI DROGA DI MIAMI LUIS ESTEVANELL

Delgado cerca riparo dietro un albero, continuando a puntare l'arma contro la polizia. A quel punto un colpo lo raggiunge, attraverso i rami, alla testa: cade all'indietro, la pistola gli vola a terra. Passano diversi, interminabili minuti. Il criminale cerca di muoversi, si contorce dal dolore, nessuno lo soccorre. Gli agenti sono impegnati ad ammanettare il complice Estevanell e ad aiutare Saavedra, ferito all'addome.

Delgado muore lì. La polizia trova nella casa, come riporta il "Miami Herald", 80 chili di marijuana.

SPARATORIA FRA TRAFFICANTE DI DROGA E POLIZIA A MIAMI

Estevanell viene arrestato e accusato di traffico di marijuana, possesso di cocaina, e di omicidio. Secondo la legge della Florida, il criminale che con la sua condotta provoca anche indirettamente la morte di qualcuno, è colpevole di omicidio.
Saavedra, almeno lui, se la caverà.

 

 

DIETRO LA PARRUCCA, IL MIGLIOR GENERE DI ESSERI UMANI: I TRANSGENDER

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DAGOREPORT

Dal "Daily Mail"
http://bit.ly/13HN96O

IL MONDO DEI TRANSGENDER FOTOGRAFATO DA MARIETTE PATHY ALLEN IL MONDO DEI TRANSGENDER FOTOGRAFATO DA MARIETTE PATHY ALLEN IL MONDO DEI TRANSGENDER FOTOGRAFATO DA MARIETTE PATHY ALLEN

Non solo parrucche, abiti eccentrici e feste bizzarre. I transgender sono per prima cosa esseri umani, che possiedono un'intimità e un'essenza talmente forte da trascendere l'essere maschi o femmine.

IL MONDO DEI TRANSGENDER FOTOGRAFATO DA MARIETTE PATHY ALLEN

È per questo che la fotografa Mariette Pathy Allen ha cominciato a immortalare il loro mondo. Non quello dei party, ma quello quotidiano, in carne, peli e ossa.

Tutto cominciò nel 1978 in occasione di una festa per il Martedì grasso a New Orleans, dov'era in vacanza con il marito. A colazione conobbe un gruppo di transgender e chiese loro di posare per una foto. Le bastò guardare uno di loro dritto negli occhi per capire che da lì in poi avrebbe dovuto approfondire la conoscenza di quel mondo, fatto di persone davvero sensibili al di là dell'immagine "folkloristica" che spesso offrono all'esterno.

IL MONDO DEI TRANSGENDER FOTOGRAFATO DA MARIETTE PATHY ALLEN

Un mondo di sofferenza, di drammi ma anche di amore profondo, che Mariette ha immortalato nei suoi scatti. Un mondo dove, spesso e volentieri, c'è poco da ridere o festeggiare.

 

SBAGLIARE E’ UMANO, PERSEVERARE E’ FINOCCHIARO: ANNA LA ROSSA USA DI NUOVO IL “CARRELLO UMANO” PER FARE LA SPESA

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Lia Quilici per "l'Espresso"

chi-finocchiaro-ikea

Bollò come «miserabile» l'attacco di Matteo Renzi che l'aveva definita inadatta a sedere al Quirinale in quanto «la ricordiamo per la splendida spesa all'Ikea con il carrello umano».
Eppure, incredibile a dirsi, Anna Finocchiaro all'abitudine al carrello umano non ha rinunciato.

SENZA PAROLE

Non del tutto almeno: ora son buste e banane. Insomma, la neo presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, in predicato per gestire in Parlamento le riforme una volta naufragata l'idea della Convenzione, ma pure tra i possibili reggenti del Pd allo sbando, continua a farsi aiutare dagli uomini della scorta per spicciare faccende private.

FINOCCHIARO ALL'IKEA

Reclutare buste della spesa e tastare e pesare la frutta, per esempio. E' accaduto, intorno alle sette di giovedì sera, al supermercato Sma di piazza Pio XI, zona Aurelia, non lontano dall'abitazione della ex magistrato catanese.

Un uomo della scorta fuori, accanto alla macchina di servizio, lei dentro, sorridente e rilassata, in vestitino nero e giacca rossa, insieme con gli altri due. Gentilissimi e servizievoli, nell'andare a reclutare le buste marroni della Sma, ma anche quelle in plastica trasparente e leggera che servono per imbustare frutta e verdura.

Graziosi, nell'aiutarla a scegliere e pesare delle banane. Ma prontissimi, pur sotto l'occhio delle telecamere del supermercato, a intercettare chiunque estraesse un telefonino per tentare di scattare delle foto, domandando con fare inquisitorio "che sta facendo, lei?".

FINOCCHIARO ALL'IKEA

S'è fatta insomma più guardinga, la Finocchiaro, dopo quelle immagini all'Ikea e l'esagerato polverone che ne seguì. Non abbastanza tuttavia da rompere i fili della familiarità con la scorta.

 

FINOCCHIARO,FACCIO SPESA DA SOLA;BOTTA-RISPOSTA CON ESPRESSO - SENATRICE PD, QUANTO DETTO DA ESPRESSO ON.LINE E' FALSO
(ANSA) - "Leggo sull'Espresso online un articolo che mi riguarda dal titolo 'E Finocchiaro ci ricasca alla Sma'. Nell'articolo si afferma che io, in un supermercato di Roma, mi sarei fatta aiutare a fare la spesa dagli agenti della scorta che mi accompagna. E si afferma anche che gli agenti (si parla di un agente che sarebbe restato fuori e di due agenti che mi avrebbero aiutato, cosa improbabile visto che gli agenti di scorta sono solo due...) avrebbero prima, in modo 'servizievole' (così afferma l'articolo), cercato le buste per la spesa, e poi, 'graziosi' (sempre l'articolo a sottolinearlo) mi avrebbero anche aiutato a scegliere delle banane. Subito dopo gli agenti, però, sarebbero stati 'prontissimi' a impedire a chiunque di fare fotografie con il cellulare. Tralascio i commenti che la giornalista aggiunge sul mio conto. Io voglio solo dire che la notizia non è vera".

LA BERLINA DI SCORTA DELLA FINOCCHIARO DIETRO LA SMART

Così la senatrice del Pd Anna Finocchiaro su twitter. "Come ho già avuto modo di affermare - continua il presidente della commissione Affari Costituzionale del Senato - é il Ministero degli Interni che mi ha obbligato ad essere accompagnata dalla scorta. Ma nessuno giovedì sera mi ha aiutato a fare la spesa al supermercato dove, come è ovvio, sono stata solo accompagnata dagli agenti che hanno l'obbligo di farlo quando esco di casa". "La spesa - conclude - me la sono fatta da sola e da sola mi sono scelta le banane e da sola mi sono caricata le buste in macchina. E nessun ha impedito a nessuno di scattare fotografie".

ANNA FINOCCHIARO

 

UN PD FORMATO CGIL: EPIFANI ‘TRAGHETTATORE-SEGRETARIO” DEL PARTITO (IL BANANA RINGRAZIA)

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Da "repubblica.it"

stefano epifani

L'ultima riunione è prevista per le 18 e 30 per mettere il 'timbro' sul nome di Guglielmo Epifani. Sull'ex-segretario della Cgil e attuale presidente della commissione Attività produttive della Camera, sarebbe stato raggiunto l'accordo delle varie componenti del Pd. Si tornerebbe insomma al nome di partenza: Epifani era stato indicato sin dalle scorse settimane come il possibile nuovo segretario del Pd. Una candidatura che sembrava tramontata, oggi tornata in pole dopo l'accantonamento dell'ipotesi 'giovane' con Roberto Speranza.

Intervento di Bersani

A poche ore dall'assemblea nazionale del Pd, chiamata ad eleggere il nuovo segretario e ricomporre i pezzi di un partito allo sbando, i contrasti tra i sostenitori della soluzione transitoria e i fan di una guida più solida sembrano dunque aver trovato una ricomposizione.

Goffredo Bettini

Lo assicura Beppe Fioroni che, ai microfoni di Radio 24, assicura che "i saggi" (ossia la task force mandata in avanscoperta per trattare sul nome) hanno già trovato il "segretario traghettatore": una figura "autorevole, unitaria - spiega Fioroni - che non si candiderà al congresso di ottobre, in grado di guidare il partito in questi sei mesi difficili anche per il governo, evitando che qualcuno pensi che sia un governo Berlusconi Letta per assenza del Pd". E, rivolto a Pippo Civati, lo invita a non essere pessimista e guardare il futuro "con occhiali rosa" e non "scuri".

Il candidato solido. Eppure l'ipotesi del 'reggente esperto' che svolga il ruolo di segretario di transizione fino al congresso non piace a tutti. Il senatore Nicola Latorre, ad esempio, è tra coloro che vorrebbero da subito un leader a tutto tondo: "Penso che la cosa più saggia - spiega a Omnibus su La7 - sarebbe eleggere un segretario che abbia l'autorevolezza e la forza per diventare da subito protagonista del dibattito pubblico".

Nicki Vendola

E, in merito al ruolo che dovrebbe avere in questa fase Matteo Renzi, commenta: "Credo che l'idea che Renzi ha del futuro del centrosinistra non può prescindere da un soggetto politico forte come il Pd, quindi al posto suo io mi preoccuperei di partecipare attivamente al rilancio del partito". E, dopo aver condannato la manifestazione del Pdl a Brescia contro i giudici, conclude confernando che il nome di un candidato condiviso per la segreteria "potrebbe essere fatto entro questa sera".

La candidatura di Epifani in 'pole'. Oggi è stata una giornata di incontri per la task force formata da Marina Sereni, Ivan Scalfarotto, Roberto Speranza, Luigi Zanda, David Sassoli e Enzo Amendola, incaricata di verificare un'intesa sul possibile segretario.

In serata è prevista una nota per ufficializzare la candidatura di Epifani da sottoporre domani al voto dell'assemblea nazionale del Pd. Ad aprire i lavori domani (visto che Pier Luigi Bersani ha confermato di non essere intenzionato a tenere la relazione di apertura) dovrebbe essere uno dei capigruppo, probabilmente Luigi Zanda. Quindi si aprirà il dibattito.

Ieri era circolata l'ipotesi che potesse essere Roberto Speranza il reggente incaricato. Si era fatto anche il nome di Finocchiaro. Su Speranza avrebbero pesato le perplessità dei Giovani Turchi, di D'Alema e di Veltroni e di molte altre aree del partito che non ritengono saggio riaprire la questione del capogruppo alla Camera.

vignetta FINOCCHIARO RENZI BARALDI

Gli ecodem: no alle correnti. Si dichiarano stufi dei "balletti correntizi" gli ecologisti democratici, che paventano il rischio di un'implosione del partito se in assemblea "si arriverà senza progetti e proposte largamente condivise e condivisibili". Una delle condizioni per rifondare il Pd, scrivono in una nota, "è metter fine alla degenerazione di correnti e tribù che non rappresentano né culture politiche capaci di guardare al futuro, né tantomeno le aspettative di iscritti ed elettori".

Fioroni

Il nuovo partito di Bettini. E mentre Laura Puppato prepara un testo contro le larghe intese, Goffredo Bettini, grande consigliere politico di Veltroni, lancia invece l'idea di un nuovo partito a sinistra, che comprenda anche "tutti i moderati che guardano a sinistra. Non solo una semplice sommatoria tra Pd e Sel, ma molto di più". La nuova formazione, per Bettini dovrebbe cambiare anche il nome, diventando 'Il Campo', proprio "per dare l'idea di una cosa nuova e aperta" e lui stesso potrebbe candidarsi alla segreteria: "E' una ipotesi possibile, non escludo una mia candidatura.

Pippo Civati

Ovviamente a condizione che si cancellino tutte le correnti che attualmente governano il Pd, che si superino le vecchie logiche sclerotizzate e che si costruiscano le decisioni attraverso la consultazione democratica degli iscritti. Primarie tematiche" per ogni decisione "rilevante" che va va "sottoposta all'approvazione vincolante degli iscritti". Quanto alla reggenza del partito fino al congresso, per Bettini "la persona giusta si chiama Piero Fassino".

Luigi Zanda

Fassina distende i toni. Se Debora Serracchiani, neopresidente del Friuli Venezia Giulia, spera che "non ci siano rotture", da parte sua il viceministro dell'Economia Stefano Fassina invita a distendere i toni: "Vorrei che questo governo e il Pd fossero giudicati per i risultati, non sulla base della retorica dell'inciucio. Se noi avessimo voluto inciuciare, Bersani sarebbe al governo già da due mesi". Da Palermo, dove è ospite alla Festa nazionale LiberEtà dello Spi Cgil, parlando con i giornalisti aggiunge: "Non è un governo di legislatura, nessuno di noi sta serenamente con il Pdl. E' un esecutivo di emergenza, che mette insieme forze che rimangono alternative".

La partecipazione al governo di laghe intese per Fassina "è una prova importante per il Partito democratico, non so se riusciremo a superarla, ma dobbiamo verificare se abbiamo una identità che prescinde dall'anti berlusconismo". L'auspicio è che il Pd ritrovi un'unità di vedute: "Nessuno ha vissuto bene la separazione con un pezzo di Italia Bene Comune, una separazione che non giudichiamo comunque irreversibile, dobbiamo ritrovare convergenza".

ROBERTO SPERANZA

Cuperlo: "Mi candiderò a segreteria". "Mi candido a segretario perché penso che il Pd sia l'investimento più importante che abbiamo fatto in questi anni. Una candidatura che presenterò al congresso, non per una reggenza. So di non essere un leader politico, però voglio dare una mano. E lo faccio anche con qualche violenza a un carattere che mi avrebbe spinto a rimanere dov'ero".

Massimo Dalema

Lo ha dichiarato Gianni Cuperlo, che difende il metodo delle primarie per scegliere il segretario: "Sono un fatto indiscutibile. Studieremo le modalità, ma la base non capirebbe un segretario scelto dagli iscritti".

I dubbi di Vendola. Critico sul futuro del Pd è l'ex alleato Nichi Vendola, che domani sarà in piazza a Roma con la manifestazione 'La cosa giusta', per la riorganizzazione di un nuovo cantiere della sinistra: "L'assemblea di domani del Pd - spiega il leader di Sel - è l'ennesimo episodio dei suoi contorcimenti nevrotici. Il partito è sull'orlo di una crisi di nervi. Non sappiamo che ne sarà".

VELTRONI E DALEMA

Il programma. Alle 14 si apriranno le votazioni per il segretario. Saranno disposti 3 seggi per facilitare le operazioni di voto. I seggi si chiuderanno attorno alle 16. Era previsto anche un intervento del premier Enrico Letta ma la presenza del presidente del Consiglio potrebbe essere a rischio: Letta, infatti, avrebbe intenzione di andare a Genova, ai funerali dei lavoratori vittime dell'incidente nel porto del capoluogo ligure. Matteo Renzi dovrebbe arrivare domani mattina a Roma, direttamente all'assemblea.

 

 

UN LABIRINTO DELL’ARTE PER SCONVOLGERE LA BIENNALE

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Alessandra Mammì per L'Espresso

Dimenticate le vecchie Corderie dell'Arsenale, così come le avete conosciute. La Biennale prossima ventura ha cambiato i connotati al grande refettorio che dai tempi della Strada Novissima di Portoghesi accoglie il corpo di quelle mostre che hanno la testa nel Padiglione centrale ai Giardini, ma il cuore e le viscere all'Arsenale.

MASSIMILIANO GIONI MASSIMILIANO GIONI

Questa volta non ruoteremo gli occhi ai lati della navata, in quell'incedere composto, scandito dalle colonne al grido "c'è un video a destra, un'installazione a sinistra". Il pilota automatico del visitatore è andato smarrito. Il passo è sbarrato. Entrando dal calle della Tana, una rotonda ci porta in un ballatoio e da lì, come Pollicino, bisognerà decidere: perdersi a destra? O perdersi a sinistra?

Il viaggio nel dantesco girone delle immagini comincia ed è inutile spargere mollichine per non smarrire le strada. Qui lo smarrimento è d'obbligo. 55ma Esposizione internazionale d'arte. Titolo: "Il palazzo Enciclopedico". Regia di Massimiliano Gioni. Ispirato a una storia vera.

massimiliano gioni

Quella di Marino Auriti, artista architetto autodidatta che nel 1955 depositò all'ufficio brevetti americano i progetti del suo palazzo enciclopedico. Aveva 65 anni quando calcolò che per contenere lo scibile umano necessitavano 700 metri di altezza, 136 piani e 16 isolati in quel di Washington. Ne ha 39 Massimiliano Gioni direttore di una Biennale di 100 mila metri quadri a quel palazzo ispirata.

LA BIENNALE DI VENEZIA BY GIONI

Auriti lo aveva immaginato come una ziqqurat, Torre di Babele che si arricciola su se stessa fino a toccare il cielo. Gioni l'ha costruito invece in orizzontale come un labirinto, un paesaggio in carton gesso fatto di sentieri, radure, macchie e boschi. Doveva contenere tutte le invenzioni umane dalla ruota al satellite, il palazzo di Auriti. Dovrà contenere tutte le immagini possibili, la Biennale di Gioni.

Quelle belle e quelle brutte. Quelle benedette dall'arte o partorite dalla natura. Le figlie della professione e le allucinazioni dell'inconscio. La grandeur dello spazio, d'obbligo per installazioni muscolari, qui non serve. Nel moltiplicarsi di oggetti, segni e disegni stavolta c'è bisogno di tirar su pareti su cui appendere fogli, appoggiare mensole, puntare una luce, schermare il sole. «Forse non a tutti piacerà vedere l'Arsenale tanto cambiato», dice Gioni. Sì. Ma che importa?

BIENNALE- foto ciani-bassetti

Lui, il più giovane direttore di Biennale di tutti i tempi è qui per questo. Per cambiare, scuotere, muovere le acque di un evento che è il più atteso degli ultimi anni, almeno a dar retta alle prenotazioni alberghiere, ai palazzi che si apriranno su Canal Grande, alle feste annunciate, alle mostre collaterali che hanno occupato a caro prezzo anche le cantine della Serenissima.

E non ci saranno mezzi termini per giudicare questa decisamente insolita Mostra. Ma amore e odio, discussioni e passioni, pollice verso e recto. Era chiaro già nelle conferenze stampa tenute in giro per il mondo, fitte di giornalisti e addetti, ma povere di domande. Perché l'entusiasmo del nostro e la lista di nomi sconosciuti ai più intimidirono le platee.


«Chi sono ad esempio Greta Bratescu, Paulo Nazareth, Frederic Bruly Bouabré?», si sussurrava tra le file. Risposta, nell'ordine di domanda:

BIENNALE- foto ciani-bassetti

1) Figura di punta dell'avanguardia rumena, vissuta in isolamento gran parte della vita ma capace di inventare una mitologia con collage tessuti a macchina e ispirati a Medea;
2) Performer brasiliano trentacinquenne meticcio e arrabbiato; crea usando oggetti trovati lì per lì; due anni fa attraversò le Americhe a piedi e in bus, e solo quando dal Brasile arrivò a New York si lavò i piedi; simbolicamente nell'Hudson River;
3) Filosofo, mistico, veggente nato in Costa d'Avorio nel 1923, creò una nuova religione e la trascrisse in un alfabeto pittografico di sua invenzione per regalare un esperanto al Continente.

BIENNALE- foto ciani-bassetti

Non sono scelte stravaganti. C'è del metodo. Da anni l'enciclopedico Gioni cataloga e classifica immagini d'ogni provenienza e origine. Opere santificate dalla storia e dal mercato, prodotti commerciali, materiali dozzinali, dipinti religiosi nobili o bancarellari. Lo fa per riportare l'arte vicina ad altre espressioni figurative, per restituirle forza, farla uscire da un'impasse. «Isolare l'arte significa consegnarla alla dimensione dell'intrattenimento, lasciarla preda del mercato, ridurla alla tautologia del capolavoro», dice.

GIANNI BARATTA

E deve così aver detto anche al presidente Baratta fino a convincerlo che valeva la pena di gettarsi in tanta impresa. In un panorama ossessionato dalla vanità del presente per Baratta il progetto di Gioni appare «una faustiana discesa nel regno delle Madri, forze vive e ispiratrici della creazione umana». Ragion per cui approvò e appoggiò: «Questa Biennale di ricerca più che di conferme. Non la fotografia dell'esistente ma uno scavo profondo verso le radici della contemporaneità».

Che, sappiamo, quanto di immagini sia fatta e come con le immagini parli più che con le parole. Lo sa soprattutto Gioni, figlio della generazione cresciuta con Internet e iper-nutrita con junkfood di figurine che trabocca dal Web e dai social network. «Quale spazio è concesso all'immaginazione e al sogno, alle visioni e alle immagini interiori in un'epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un'immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?», si chiede.

auriti il palazzo enciclopedico a lui dedicata la Biennale di Gioni

Anzi si è chiesto già nel 2009, quando diresse la Biennale di Gwuangju in Corea. La intitolò "10mila vite", si concentrò sui volti, s'interrogò sul senso del ritratto nell'epoca dello scorrere liquido e compulsivo di occhi - nasi - bocche sugli schermi al plasma dei nostri computer. Ridare la profondità di una esistenza e l'architettura di una grammatica a quell'inflazione globale di facce, fu la coreana prova generale della veneziana Biennale Enciclopedica.

Qui l'ambizione è più alta. Tendere il filo tra immagine, immaginazione, immaginario e non dare neanche confini cronologici. Semmai un percorso. Si parte dalla testa. Ovvero dal padiglione ai Giardini che apre come un Pantheon sulla stanza circolare con gli appena restaurati affreschi di Galileo Chini nella cupola. Al centro una bacheca e dentro la bacheca un libro rosso.

Anzi "Il liber Novus" di questa Biennale che raccoglie disegni pensieri e soprattutto sogni di Carl Gustav Jung. Quelli che Jung chiamava i «crittogrammi di sé», capaci di collegare il suo proprio destino a quello della collettività passata, presente, futura. "Urbilder": immagini primarie. Bussola dell'intera Biennale. Quelle che spiegano perché nella stanza accanto a Jung troviamo il calco del volto del padre del surrealismo, André Breton, che ben sapeva come la parola "imago" per i romani era la maschera di cera con cui si preservava l'immagine del volto dei defunti.

Quelle "Urbilder" che condurranno nella Babele dell'Arsenale ridisegnato da Gioni e dall'architetto Annabelle Seldorf seguendo lo schema di una barocca Wunderkammer dove opera dell'uomo e opere delle natura si mescolavano per affinità magiche, cromatiche, improvvise secondo misteriose regole combinatorie la cui unica legge era la meraviglia. Anche qui. In una meraviglia che passo passo arriva fino a noi. Dal minerale al digitale.

Dalle pergamene ai video, film, lightbox, foto, animazioni, performance e improvvise riproposizioni in chiave contemporanea dei "teatri del mondo", quelle cosmiche allegorie cinquecentesche sui segreti dell'universo.

«Che cos'è in fondo questa iperconnettività contemporanea se non una planetaria Wunderkammer basata sull'organizzazione di oggetti e immagini eterogenee? Non è forse vero che nella società della comunicazione e dell'immagine affiorano nuove corrispondenze tra conoscenza e segreto, sapere e iniziazione? E più indago più vedo che questa nostra era dell'onniscenza elettronica e della presunta accessibilità totale, si scopre mistica esoterica ed ermetica. Il "palazzo Enciclopedico" è una specie di preistoria dell'era digitale con le sue ansie di organizzazione e il sogno di conoscenza totale».

Già ci voleva un figlio di Internet, per guardare e farci guardare l'arte così. Libero da gerarchie, cronologie e forte di un sapere prensile che gli permette di nuotare in un mondo di immagini. Quello della prima vera Biennale del Terzo Millennio.

 


DICONO CHE UNA BIONDA DELLA TV CHE AMA IL RISCHIO STIA PER RIEMERGERE DALL’OBLIO. DIRONO CHE BARATTERÀ IL SUO SILENZIO C

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1. Da "Vanity Fair" - Dicono che una bionda della tv che ama il rischio stia per riemergere dall'oblio. Dirono che baratterà il suo silenzio con il video. Ora riposa al mare favorendo gli amici arabi. Dicono.

2. Non dite al Silvio nazionale che rischia di perdere anche l'aeroporto di Fiumicino! Eh sì perchè dai primi riservatissimi sondaggi Esterino Montino, il candidato di centrosinistra a sindaco per il comune di Fiumicino appare in netto vantaggio sullo sfidante pdl gonnelli.

ESTERINO MONTINO

3. Daniele Quinzi lascia la direzione del free magazine patinato ‘'Parioli Pocket'', di cui era anche editore, perché è candidato al Comune con la Lista Fratelli d'Italia- Centrodestra Nazionale. La rivista è stata rilevata da Fabrizio Coscione, già editore di Fleming. Direttore responsabile è rimasto Germano Morosillo.

Coscione, che ha il debole per le discoteche e la mondanità, festeggerà il suo ingresso al magazine con un festone che si svolgerà a Cannes, durante il Festival del Cinema. In consolle ha deciso di richiamare Boy George, che già ha portato a Roma, alla Saponeria, qualche mese fa, nell'ambito della one-night "Le Desir" da lui ideata. Certe volte, in un momento di crisi, i soldi potrebbero essere spesi meglio.

Daniele Quinzi e Martina

4. Da "Vanity Fair"

-D'URSO PIPPI & HIPPY
Personaggio preferito della tv? Barbara D'Urso sceglie quella birichina di Pippi Calzelunghe, alla quale vorrebbe tanto assomigliare.
E per la festa del suo compleanno (il 7 maggio ha compiuto 56 anni) ha scelto un party monello stile hippy, al Roy Restaurant di Milano.

IL GIRO DI CREMONINI
E' intitolato Mezza Estate il brano di Cesare Cremonini, scelto come sigla del 96° Giro d'Italia. "Le sigle dei programmi televisivi mi hanno sempre affascinato, fin dai tempi in cui da piccolo impazzivo per quella scritta da Lucio Dalla per il Lunedìfilm di Rai1", ha raccontato il cantante.

REGATE PIRELLI IN AMICIZIA
Siparietto alle Regate Pirelli, Coppa Carlo Negri di Santa Margherita Ligure. A festeggiare il 64esimo compleanno di Mauro Pelaschier ci ha pensato il fotografo Steve McCurry. Lo skipper ha fatto da cicerone a McCurry per la sua gita in barca nel golfo del Tigullio.

BARBARA D URSO jpeg

4. Da "Il Foglio" - Grande cena al Bistrot da Giacomo per la presentazione del libro di Alfonso Signorini "Amore folle amore" sulla scandalosa storia di Zelda e Francis Scott Fitzgerald. Tutta Milano. In smagliante forma la bellissima Gabriella Dompè.

5. Dal "Corriere della Sera" - Dario Fo insiste. «Renato Brunetta è sicuramente più basso nel pensiero che nel fisico». Il premio Nobel torna a ironizzare sulla statura del capogruppo pdl alla Camera: «A me non piace giocare ironicamente sull'altezza di una persona, mi è sfuggita quella cosa e me ne sono subito pentito. A me interessa l'altezza del pensiero». L'interessato risponde con un tweet: «Che tristezza...». Mentre Fabrizio Cicchitto osserva: «A Fo tutto è concesso perché è un comico, di sinistra e premio Nobel. Gli è concesso anche di essere un cretino».

cremonini

6. A cura di Marianna Aprile per Oggi (www.oggi.it) - Simona ubiqua: Dopo Piero Chiambretti, Cairo sta provando in gran segreto un colpo ancora più eclatante per regalare popolarità a La7: Simona Ventura. La conduttrice di Cielo, che gol ha un contratto con Sky che comprende anche il prossimo X-Factor, ma sono sempre più insistenti i segnali di una stretta collaborazione tra la rete di Murdoch e il canale terzopolista.
E Simona, che chiede maggiore visibilità, potrebbe dividersi fra le due emittenti. A proposito di X-Factor, dopo quella di Elio, arriva anche la conferma di Morgan tra i giudici e del cantante Mika. Cambiano, invece, gli autori. Quelli dell'ultima edizione erano legati a Magnolia, che è uscita dalla produzione (ora tutta di Fremantle). Il format potrebbe subire variazioni.
- La Rai cerca Delon: AAA - Alain Delon cercasi. La Rai ha affidato alla Titanus la produzione del remake di due capisaldi della cinematografia italiana. Sono Poveri ma belli, di Dino Risi (1957) e Rocco e i suoi fratelli (1960), di Luchino Visconti. Il progetto dovrebbe partire nel 2014, ma c'è curiosità sulla formazione sul cast, in particolare su chi interpreterà Rocco Parondi, che al cinema era Alain Delon, 77 (foto).
-Ecco i Ward È proprio iniziata la stagione dei matrimoni. Il 7 luglio prossimo si sposano anche Giada Desideri, 40, e l'attore e doppiatore Luca Ward, 52.
INDOVINA CHI
QUANT'È BELLA GIOVINEZZA/1 Lui è il fratello di una politica nota e chiacchierata. Bello come lei e con un debole per l'estetica. Al punto da frequentare, ultimamente, una showgirl datata ma dall'aria giovanissima...

SIMONA VENTURA AL CONVEGNO DI A SULLA TELEVISIONE ALFONSO SIGNORINI

QUANT'È BELLA GIOVINEZZA/2 Per i belli invecchiare è più difficile. C'è chi la prende con filosofia e con le rughe e il "sale e pepe" si scopre più interessante, e chi ne fa un dramma. Prendete il bell'attore meridionale dall'occhio ceruleo. Ha appena passato i 40 e ha già preso a tingersi i capelli.

QUANT'È BELLA GIOVINEZZA/3 La politica sulla cresta per essere tra le più apprezzate dal capo ama le mise giovanilistiche. Soprattutto i tacchi alti. Peccato che, lombarda, sia poco abituata al sampietrino romano, su cui ha un'andatura poco elegante. E poco giovanile.

QUANT'È BELLA GIOVINEZZA/4 Era una voce. Ora però il noto conduttore ha esagerato. Niente più dubbi sulla sua faccia nuova.

egio08 giada desideri

 

 

L'ORMAI FAMOSA FOTO DI BARBARA GUERRA TRAVESTITA DA POLIZIOTTA-SEXY “NON È STATA SCATTATA AD ARCORE, MA IN UN LOCALE”

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Corriere.it
Link:
http://video.corriere.it/processo-ruby-legale-guerra-nessun-risarcimento-minetti/0ad0b24e-b968-11e2-a28f-ca192031e3e7

barbara guerra

L'ormai famosa foto della showgirl Barbara Guerra travestita da poliziotta-sexy «non è stata scattata ad Arcore, ma in un locale di corso Como a Milano, per la festa di Halloween, dove ero con il mio fidanzato». Lo ha raccontato la ragazza che lo ha voluto «sottolineare» nel corso della sua testimonianza nel processo Ruby bis a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. «Era una foto scattata dal mio cellulare, che invece è stata riportata come una foto fatta ad Arcore e per questo ho già sporto querela», ha aggiunto.

barbara guerra

MINETTI - Il motivo che aveva portato Barbara Guerra - una delle ragazze che, secondo la Procura di Milano, avrebbe preso parte ai presunti festini a luci rosse ad Arcore - a costituirsi parte civile contro Nicole Minetti era stato che l'ex consigliera regionale «per spiegare che non era lei a portare le donne, ha fatto il nome di Tarantini, dicendo che lui mi aveva portato dal Presidente Berlusconi e così sui giornali io sono passata come una escort». La Guerra ha spiegato anche che poi ha deciso di ritirare la costituzione contro la Minetti, perché a suo dire attende da lei «una lettera di scuse». Il legale della showgirl ha ribadito ai giornalisti che la sua assistita non ha ricevuto alcun risarcimento dalla Minetti.

barbara guerra e fede

 

 

Barbara Guerra bar resize

IN CARROZZA! PARTE IL TRENO CIUFF CIUFF DEL GOVERNISSIMO: ZIO LETTA, MONTEZEMOLO E QUEL CHE RESTA DI BERSANI

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Il trenino di Montezemolo, Bersani e Letta (Gianni)

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Perricone e Sciarrone

 

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Intervento di Bersani

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Presto l'Autorita' per i trasporti e "gare serie anche per i regionali". Sono le richieste che ribadisce Luca Cordero di Montezemolo a un anno dal debutto di Ntv. "Auspico - ha dichiarato - soprattutto che ci sia un arbitro. Gia' giocare e' difficile, se poi l'allenatore della squadra avversaria e' anche l'arbitro, diventa ancora piu' difficile". Ripercorrendo la storia di Ntv, Montezemolo ha sottolineato che "abbiamo avuto delle difficolta', piu' di quante ci saremmo aspettati.

Intervento di Letta

Non dico che questo Paese dovrebbe stendere i tappeti rossi per chi investe, ma bisognerebbe evitare troppe difficolta'". Il settore dell'alta velocita' in Italia "e' cresciuto, gli italiani hanno scoperto l'alta velocita', anche grazie a Italo. Tante cose fatte dai concorrenti non sarebbero state fatte senza l'arrivo di Italo".

Montezemolo e Letta

Montezemolo ha poi ringraziato Pierluigi Bersani e Gianni Letta, presenti ai festeggiamenti per il primo anno di Italo: "Bersani ha avuto la capacita' di anticipare la decisione dell'Ue sulla liberalizzazione dell'alta velocita'" e "il nuovo Governo, con Letta, ha preso in considerazione la nostra iniziativa". Ntv e' stata fondata da Montezemolo, Diego Della Valle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone: "Abbiamo creato - ha commentato Montezemolo - una bella squadra di azionisti, tutti privati".

Bersani Montezemolo e Letta

Pierluigi Bersani, intervenendo alla presentazione del libro sulla storia di Ntv, si e' soffermato sulle liberalizzazioni da lui volute come ministro dello Sviluppo economico: "In questo Paese le cose devi farle prima di dirle altrimenti non succede niente". Occorre "che tutti facciamo uno sforzo perche' le operazioni di riforma possano essere dette prima che fatte, in modo da portarle a compimento senza dover rincorrere i pezzi che mancano". Anche Gianni Letta e' intervenuto all'evento organizzato da Ntv e ha ricordato il percorso per arrivare al debutto del nuovo treno.

Claudio Angeletti

"In quel passaggio di testimone - ha detto - tra Bersani e il sottoscritto forse c'e' un preannuncio di una collaborazione nella continuita'" che e' nello stesso Governo. E' un esempio di come "dovrebbero essere le sinergie per risolvere e affrontare i grandi problemi del Paese". Letta ha poi fatto l'esempio di due casi dove la concorrenza sembrava difficile da scalfire: la Rai e le tlc. "Se c'era un monopolio difficile da scalfire era la Rai. Eppure qualcuno ci ha provato, e ci e' riuscito".

Vista dall alto

 

ANTITRUST, 100 MILIONI DI MULTA A TELECOM: HA OSTACOLATO I RIVALI - L’AZIENDA: FAREMO RICORSO

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1 - SPREAD BTP-BUND CHIUDE IN CALO A 251 PUNTI BASE
(LaPresse) - Chiude in calo a 251 punti base lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, con il tasso del decennale italiano al 3,89% sul mercato secondario. Il differenziale aveva terminato la seduta di ieri a 256 punti.

IL DITO MEDIO DI CATTELAN ALLENTRATA DEL PALAZZO DELLA BORSA A MILANO

2 - BORSA: MILANO (+1,1%) MAGLIA ROSA CON MEDIOBANCA (+5,7%) ALLA RISCOSSA
Radiocor - Le Borse europee riprendono quota con Milano migliore del Vecchio Continente (+1,13%) sull'onda dell'asta sui Bot annuali con il rendimento al minimo storico. A Piazza Affari corrono diversi titoli finanziari, anche grazie allo spread Btp Bund a ridosso di 250 punti base, guidati da Mediobanca (+5,7%), che rimbalza il giorno dopo i conti trimestrali. Piazzetta Cuccia e' spinta sia dai giudizi positivi di diversi analisti sia dal trimestre oltre le attese di Generali (di cui e' primo socio con il 13,4%), che ha chiuso in rialzo dello 0,7%.

Rimbalza anche Snam (+2,2%) con la chiusura del collocamento da parte di Eni mentre Diasorin (+3,8%) festeggia la trimestrale in linea con i target. Conti sotto le attese, invece, per Buzzi (-1,4%) anche se la peggiore e' Mps (-2%) dopo il downgrade di Moody's. Sul mercato valutario l'euro si attesta a 1,29 4 dollari mentre il petrolio perde oltre il 2,5% con il Wti a 93,88 dollari al barile.

3 - TELECOM: MULTA ANTITRUST CIRCA 100MLN, COMPORTAMENTO ANTICONCORRENZIALE
Radiocor - L'Antitrust ha multato Telecom Italia, secondo quanto si apprende, per circa 100 milioni di euro per comportamenti anticoncorrenziali. L'istruttoria aperta nel giugno 2010 era stata avviata dopo la denuncia di Wind e Fastweb per comportamenti contrari alla concorrenza. Secondo le accuse, la compagnia telefonica avrebbe ostacolato l'accesso alla rete e offerto prezzi che non avrebbero consentito ad altre societa' di poter offrire servizi a costi adeguati.

Franco Bernabè

4 - TELECOM ITALIA REPLICA ALL'ANTITRUST: SEMPRE GARANTITA PARITÀ ACCESSO ALLA RETE PER TUTTI GLI OPERATORI
Finanza.com -Telecom Italia ha "sempre assicurato agli operatori alternativi la piena parità di trattamento nell'accesso alla sua Rete, nel rispetto delle normative vigenti grazie anche all'implementazione volontaria del modello ‘Open Access e degli impegni assunti', considerato una best practice a livello europeo e come tale riconosciuto dall'Unione Europea e dal BEREC (l'organismo europeo che sovrintende alla regolamentazione)".

Così il gruppo telefonico guidato da Franco Bernabè risponde alla decisione comunicata oggi dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e alla sanzione disposta. Telecom Italia annuncia pertanto che presenterà un ricorso presso il tribunale amministrativo regionale "certa di potere dimostrare la correttezza dei propri comportamenti nelle sedi giudiziarie competenti".

Giovanni Pitruzzella

La società ha precisato che il modello Open Access, a partire dal 2008, è sempre stato sottoposto ad accurati controlli e verifiche da parte dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e dall'Organo di Vigilanza che ne hanno sempre riconosciuto il buon funzionamento e la coerenza con gli obiettivi fissati in termini di parità di condizioni di accesso alla rete di Telecom Italia a tutti gli operatori" recita il comunicato nel quale Telecom Italia rimarca che "i numeri dimostrano l'inconsistenza della tesi dell'Autorità: nei tre anni successivi all'introduzione del nuovo assetto si è registrata la continua crescita delle quote di mercato degli OLO sia nell'accesso fisso voce sia nel broadband. Parimenti tutti i parametri confermati dalle verifiche dell'Organo di Vigilanza, indicano che c'è sempre stata piena parità di trattamento nei confronti degli operatori sia in fase di attivazione dei servizi sia nell'assistenza tecnica.

Gubitosi con il libro su Arbore

Nell'attivazione dei servizi si riscontra invece che il mancato accoglimento delle richieste è spesso dovuto a richieste non corrette: infatti la percentuale di ordinativi rigettati oscilla tra meno del 10% per gli OLO che inviano richieste più corrette ad oltre il 60% per quelli che inviano richieste con più errori".

Quanto assistenza tecnica, la società telefonica ha sottolineato che "l'assenza di qualsiasi comportamento discriminatorio è confermata da tutti i dati certificati per il 2012 che indicano una totale parità di trattamento tra le divisioni commerciali di Telecom Italia e gli operatori alternativi nei tempi medi di riparazione, nella percentuale di guasti riparati entro il secondo giorno, nella disponibilità complessiva". Questi indicatori, conclude Telecom Italia, dimostrano che gli operatori alternativi hanno potuto beneficiare di prestazioni in linea, se non addirittura migliori, rispetto alle divisioni commerciali del gruppo.

parmalat catena latte

5 - PARMALAT: CHIESTO SCONTO 144 MLN PER ACQUISTO LAG
(ANSA) - Parmalat avrebbe chiesto a Lactalis uno sconto di 144 milioni di dollari per l'acquisto di Lag, la controllata americana venduta dai francesi al gruppo di Collecchio nel 2012 per 957 milioni di dollari. E' quanto si apprende da fonti finanziarie nel giorno in cui scadono i termini per contestare il prezzo dell'operazione.

La richiesta di rettifica del prezzo, che si basa su un meccanismo previsto nel contratto di acquisizione, arriva dopo il forcing della magistratura e della Consob, attivati dagli azionisti di minoranza di Parmalat che hanno visto nell'operazione Lag il modo per trasferire la cassa di Collecchio alla controllante francese, impegnata a digerire i 4 miliardi di euro di debiti contratti in occasione dell'opa sul gruppo italiano.

Lactalis lAd di Lactalis Jean Marc Bernier

Il Tribunale di Parma ha così nominato un commissario ad acta, Angelo Manaresi, per monitorare l'operato del Cda nella procedura di revisione del prezzo e ha sospeso due sindaci e un amministratore, Antonio Sala, plenipotenziario di Lactalis in Italia, chiedendo all'assemblea di deliberare sulla sua sostituzione. Contro il collegio sindacale ha avviato un procedimento sanzionatorio anche la Consob, che ha chiesto a più riprese a Parmalat di informare il mercato sui termini dell'operazione, evidenziandone i molti conflitti di interesse, mentre la Procura di Parma ha indagato per appropriazione indebita aggravata sei amministratori.

FRANCO TATO E GUGLIELMO EPIFANI

L'operazione Lag era stata approvata all'unanimità nel maggio del 2012 dal precedente Cda di Parmalat, già in maggioranza espressione di Lactalis, che aveva definito l'operazione "di grande rilevanza strategica ed economica" per il gruppo di Collecchio. A contestare l'operazione sono alcuni fondi capitanati da Amber, che ha presentato la denuncia alla magistratura da cui è poi partito il procedimento che ha portato alla nomina del commissario ad acta.

6 - RCS: GHIZZONI, NON RICEVUTE RICHIESTE RINEGOZIARE ACCORDI
(ANSA) - "Noi non abbiamo ricevuto richieste di riconsiderare gli accordi raggiunti (su Rcs) qualche settimana fa. Quello che i giornali riportano non trova riscontri". Lo ha detto l'ad del gruppo Unicredit Federico Ghizzoni presentando i conti trimestrali dopo il cda tenuto a Roma. "Non sarebbe semplice rinegoziare un accordo appena raggiunto. Comunque non abbiamo ricevuto nulla".

Federico Ghizzoni Unicredit

7 - UNICREDIT: -50,9% A 449MLN UTILE NETTO I TRIM, NETTAMENTE SOPRA ATTESE
Radiocor - UniCredit ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile netto consolidato di 449 milioni, in calo del 50,9% rispetto ai 914 milioni di un anno prima e contro una perdita di 553 milioni nel quarto trimestre del 2012 (-124 milioni su base normalizzata). Il dato e' nettamente superiore alle attese che erano di un utile netto di 156 milioni. L'utile netto trimestrale di 449 milioni e' in crescita, precisa la banca, su base annua del 2,8% al netto delle operazioni di riacquisto.

PAOLO SCARONI

Sempre al netto delle operazioni di riacquisto, i ricavi consolidati sono in aumento del 5,6% su base trimestrale a 6,08 miliardi, anche questo dato sopra la stima di mercato che era di 5,93 miliardi. Confermata 'la solida posizione patrimoniale' con un Core Tier1 all'11,03%, in crescita di 19 punti base rispetto al 10,84% di fine 2012.

8 - ENI LAVORA CON SINDACATI A PIANO 1.000 PREPENSIONAMENTI
(Reuters) - Il gruppo Eni sta lavorando con i sindacati per arrivare a un accordo che consenta il prepensionamento di circa 1.000 dipendenti in Italia.
Lo ha detto l'amministratore delegato del gruppo energetico Paolo Scaroni rispondendo alle domande dei giornalisti al termine dell'assemblea che ha approvato il bilancio.
"E' un'ipotesi. Si sta lavorando con il sindacato. Potrebbe interessare un migliaio di persone in Italia", ha risposto l'Ad a un giornalista che chiedeva se fosse vero che c'è un progetto di alleggerimento degli organici con prepensionamenti.

Fulvio Conti

9 - ENEL, ACCORDO 3.500 PREPENSIONAMENTI CON LEGGE FORNERO
(Reuters) - Enel e i sindacati hanno raggiunto questa notte un'intesa per consentire il prepensionamento volontario di 3.500 dipendenti utilizzando le norme della legge Fornero.
Lo riferisce una fonte sindacale, aggiungendo che "è il primo grande accordo che usa la legge Fornero. Si tratta di prepensionamenti volontari e i lavoratori potranno esercitare il diritto fino al 31 agosto del 2013 [a partire dal primo giugno]. Se non si raggiungerà un numero adeguato, come richiesto dall'azienda, Enel potrà rendere le procedure obbligatorie".

Elsa Fornero

L'iniziale distanza fra sindacati e azienda sul periodo di esercizio, sei mesi richiesti dai primi un mese offerto dalla seconda, è stata risolta con un accordo a metà strada.
Enel si farà garante anche delle eventuali penalizzazioni, temporanee fino al momento della pensione effettiva o durature post pensionamento, che i dipendenti dovessero subire in virtù delle regole pensionistiche in vigore che penalizzano l'anticipo del pensionamento.
Anche alcuni voci retributive verranno garantite ai prepensionati.

L'intesa, spiega ancora con soddisfazione il sindacalista apre "alla possibilità di arrivare fino a 1.500 nuove assunzioni" che serviranno ad Enel a garantirsi il corretto dimensionamento degli organici".

La legge Fornero consente all'azienda, senza alcun ricorso agli ammortizzatori sociali, a corrispondere tramite l'Inps, dopo aver risolto il rapporto di lavoro, una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti. Enel deve versare all'Inps anche la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento entro il periodo massimo dei quattro anni dalla cessazione del rapporto.

10 - BOT: TESORO PIAZZA I 7MLD A 1 ANNO CON TASSI AL MINIMO STORICO 0,703%
Radiocor - Minimo storico allo 0,703% medio ponderato semplice per i tassi dei BoT annuali che il Tesoro ha piazzato in asta oggi per 7 mili ardi, come da importo offerto, con un rapporto di copertura di 1,16. Fiacca la domanda: 8,128 miliardi. I Buoni 14.5.2014 (365 giorni) sono stati collocati a un prezzo medio ponderato di 99,292, con un rendimento in calo di 22 centesimi rispetto all'asta precedente.

maria cannata

Anche i BoT annuali si allineano cosi', centrando la tendenza indicata dal consensus di Radiocor, ai minimi record segnati nelle scorse settimane dai Buoni trimestrali e semestrali. Il precedente primato sugli annuali risale al settembre del 2009 (0,741%). In asta oggi anche BoT a 219 giorni (19.12.2013): buona la domanda, 6,27 miliardi rispetto ai 3 miliardi offerti e assegnati, con rapporto di copertura 2,09. Il prezzo medio ponderato e' risultato 99,761, il rendimento e' dello 0,393 per cento.

11 - INDUSTRIA: ISTAT, PRODUZIONE -0,8% A MARZO, -9,5% TENDENZIALE
Radiocor - La produzione industriale, a marzo, e' scesa dello 0,8% congiunturale (indice destagionalizzato a 91,3) e del 9,5% tendenziale (indice grezzo a 95,3). Lo comunica Istat, aggiungendo che il calo nel primo trimestre e' stato del 6,1%. L'indice corretto per gli effetti di calendario (a 99,4) segna un calo del 5,2% tendenziale e del 4,2% nel periodo.

logo confindustria

I giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di marzo 2012. Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a marzo 2 013, una crescita tendenziale per il solo comparto dell'energia (+2,2%); significative flessioni si rilevano, invece, per i raggruppamenti dei beni strumentali (-8%), dei beni intermedi (-6,5%) e dei beni di consumo (-4,5%).

Nel confronto tendenziale, a marzo 2013, i settori in crescita sono quelli della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+6,3%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,4%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,8%). Il settore che, in termini tendenziali, registra in marzo la piu' ampia variazione negativa e' quello dell'attivita' estrattiva (-16%).

gilberto benetton 01 lap

12 - ATLANTIA: -10% UTILE TRIMESTRE A 11,3 MLN, +8% RICAVI
(ANSA) - Atlantia chiude il primo trimestre con un utile di 111,3 milioni di euro, in calo del 10,2% rispetto all'anno precedente. I ricavi sono saliti dell'8%. Il margine operativo lordo è pari a 550 milioni di euro (+14,1%) e, a parità di perimetro, si incrementa dell'1,4%. L'indebitamento netto al 31 marzo è stabile a 10.096 milioni di euro mentre il cash flow sale del 9,3% a 346 milioni di euro.

13 - ATLANTIA: PER CRISI -2,6% TRAFFICO AUTOSTRADALE IN TRIMESTRE
(ANSA) - La persistenza della crisi in Italia ha causato un calo del 2,6% del traffico autostradale sulla rete in concessione nel primo trimestre 2013. E' quanto afferma Atlantia nel comunicato sui conti. Secondo cui, al contrario, "le società concessionarie all'estero registrano complessivamente un incremento del traffico del 5,2%.

14 - IREN: PRONTA NUOVA GOVERNANCE, INTRODOTTI AD E NOMINA CONGIUNTA VERTICI
Radiocor - Dopo settimane di aspri dibattiti politici, soprattutto in seno al Pd, il riassetto della governance di Iren e' al rush finale. Per lunedi' prossimo e' previsto l'ok del consiglio comunale di Torino a una riforma gia' approvata dagli altri principali soci (Reggio Emilia, Parma e Genova) e sostanzialmente finalizzata a ridurre il peso degli enti locali sulla gestione del business. L'esito finale del riassetto, secondo quanto risulta a Radiocor, rappresenta tuttavia una sorta di compromesso.

GASDOTTO

Da una parte, infatti, la governance di Iren verra' snellita con l'eliminazione del comitato esecutivo e del direttore generale e la contemporanea introduzione dell'amministratore delegato, affiancato da presidente e vice presidente: tre figure che verranno nominate congiuntamente da tutti i principali soci. Dall'altra parte resta invece invariata la struttura delle cinque societa' di cosiddetto primo livello, e cioe' Iren Ambiente, Acquagas, Energia, Emilia e Mercato, a cui fanno capo i principali business di Iren.

Su ciascuna di esse i singoli enti locali riuscivano a esercitare una forte influenza su nomine e gestione e per questo la proposta di riforma elaborata dai saggi puntava a una riorganizzazione che riducesse il peso della territorialita'. Il progetto, soprattutto per la ferma opposizione di Genova (che non voleva perdere la presa su Iren Acqua Gas e Mercato), non e' tuttavia andato a buon fine e l'eventuale riassetto verra' probabilmente demandato al nuovo cda.

Si dimezzano, invece, i costi della governance delle cinque societa' di primo livello, con i cda che passeranno da cinque a tre membri, i quali dovranno essere preferibilmente manager interni di Iren.

 

IL CAPOLAVORO POLITICO DEL PD: UN DEMOCRISTIANO AL GOVERNO, UN SOCIALISTA CRAXIANO AL PARTITO - LETTA RIUNISCE I VEDROID

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1 - ALLA VIGILIA DELL'ASSEMBLEA PD, LETTA RIUNISCE LE SUE ARMATE A ROMA

Lettiani di tutta Italia unitevi! il premier ha riunito tutti i suoi fedelissimi, compresi anche ex amministratori locali da tutta la penisola per stasera. La riunione è presso la sede di Vedro' a via del Tritone. Oggetto dell'incontro? Ah saperlo...

EPIFANI CAPACCHIONE LETTA FOTO LAPRESSE


2 - CHI È EPIFANI, IL CRAXIANO CHE RINNEGÒ BETTINO DURANTE TANGENTOPOLI
Dall'articolo di Giancarlo Perna per "il Giornale" del 22 gennaio 2007

(...) Fare finta di nulla è nella natura di Epifani. Se le circostanze cambiano, si adatta al nuovo senza rimpianti per il passato. Ne ha dato maiuscola prova nell'ultimo decennio.
Fin da quando entrò ventiquattrenne nella Cgil, spartita tra Pci e Psi, Guglielmo fece parte della pattuglia socialista. Fu socialista di sinistra quando il Psi era in mano a Francesco De Martino, stretto sodale dei comunisti.

GUGLIEMO EPIFANI CON BERSANI ALLE SPALLE FOTO LAPRESSE

Divenne invece craxiano, appena Bettino Craxi conquistò il partito. Fu con lui, cuore e cervello, quando pretese il taglio della scala mobile, col celebre decreto di san Valentino dell'84. Il provvedimento divise la Cgil. I comunisti erano ferocemente contro, i socialisti pro. Epifani più pro di tutti, scavalcando anche l'altro cgiellino del Psi, Ottaviano Del Turco, che cercava di mediare. Cambiò invece casacca all'istante, con lo tsunami del Psi di Tangentopoli. Mentre il partito affondava, voltò le spalle ai naufraghi consegnandosi mani e piedi al Pci-Pds-Ds trionfante. Puntò sullo zelo per fare dimenticare il suo passato. Non solo si iscrisse nei Ds, ma traghettò in massa i socialisti della Cgil nel partito che fu di Palmiro Togliatti, buttando a mare chi non ci stava.

GUGLIELMO EPIFANI ENRICO LETTA NEL DUEMILATRE FOTO LAPRESSE

Impressionato dal funambolismo del Nesci, Max D'Alema gli offrì nel 1998 il settore organizzazione ds, posto riservato ai fedelissimi. Guglielmo declinò l'invito. Non però per decenza. Ma per non perdere il treno della segreteria generale cigiellina. Quando Cofferati lo cooptò come vice, cercò di compiacerlo con tutta l'anima per propiziarsi la successione. Così, si intruppò nel «correntone» cui apparteneva il Cinese, aggregandosi ai più sinistri ds, i Folena, i Mussi, i Salvi.

BETTINO CRAXI E GIANNI AGNELLI

A coronamento di questi sforzi eroici, il voltagabbana ha ottenuto nel 2002 lo scettro del sindacato comunista. Così, sorte birbante, colui che più degli altri volle nell'84 il taglio della scala mobile vilipeso dalla Cgil ne diventava il capo. Ora, la governa come Romano Prodi l'Unione: dando spazio e voce ai sinistri più radicali. Ha una segreteria che è un matriarcato ds. (...)

3 - PD/ RESTA POSSIBILITÀ ALTRE CANDIDATURE ENTRO DOMANI ALLE 13
(TMNews) - Gugliemo Epifani è 'il' candidato scelto dopo le consultazioni di questi due giorni tra i dirigenti del partito, ma resta comunque la possibilità di presentare altri nomi. Lo ha spiegato Marina Sereni, conversando con i giornalisti alla Camera. Chi vorrà, dovrà raccogliere le 94 firme necessarie (il 10% dell'assemblea) e presentarle entro domani alle 13.

PIPPO CIVATI E STEFANO RODOTA

4 - PD: CIVATI, CON EPIFANI CI SARA' EPIFANIA DI CANDIDATURE
(ANSA) - "Se c'é la candidatura di Guglielmo Epifani, ci sarà una epifania di candidati". Così Pippo Civati del Pd, a margine di un incontro con i giovani di Occupay Pd. "Domani potrebbe essere la puntata finale del Pd se continuano a fare quello che stanno facendo", afferma Civati. "L'importante adesso è chiarirsi sul fatto che vogliamo sapere la data del Congresso". A chi gli domanda se il Partito Democratico morirà 'democristiano', Civati risponde: "Moriremo e basta, magari morissimo democristiani, almeno avremmo un destino".

RIUNIONE PD CON CIVATI A MONZA FOTO ILCITTADINOMB

5 - PD: DI TRAGLIA, EPIFANI POTRA' ESSERE OTTIMO SEGRETARIO
(ANSA) - "Sono convinto che Guglielmo Epifani per sensibilità e capacità potrà essere un ottimo segretario per il Pd, soprattutto in questo momento e anche per la sua attenzione alle tematiche del lavoro e alle questioni sociali. E aver guidato anni fa una grande organizzazione sindacale si rivelerà non un handicap ma una esperienza che potrà tornare molto utile". Lo afferma Stefano Di Traglia, responsabile comunicazione del segretario uscente del Pd, Pier Luigi Bersani.

STEFANO DI TRAGLIA PIER LUIGI BERSANI

6 - PD: D'ATTORRE, MOLTO POSITIVA LARGA CONVERGENZA SU EPIFANI
(ANSA) - "Molto positiva la larga convergenza che sta maturando in queste ore sulla candidatura a segretario nazionale di Guglielmo Epifani". Lo afferma il deputato del Pd Alfredo D'Attorre, commissario del Pd in Calabria. "E' una scelta autorevole e credibile - prosegue - per accompagnare il partito verso il congresso. Un congresso che dovrà essere un confronto serio sulla natura del Pd, sul suo radicamento sociale e sul suo rilancio. La scelta di Epifani si rivolge ad una figura che anche nel dibattito post elettorale ha fortemente caratterizzato la sua presenza sui temi dell'occupazione giovanile e del Mezzogiorno".

INNO LO SMACCHIAMO SUL SITO YOUDEM STEFANO DI TRAGLIA

"Sono convinto - dice ancora D'Attorre - che dai delegati della Calabria e del Mezzogiorno possa venire un consenso ampio alla sua elezione e che dall'assemblea di domani possa cominciare un percorso per arrivare nelle condizioni migliori al congresso nazionale di ottobre".

7 - PD: SPERANZA, MIO CONVINTO SOSTEGNO A EPIFANI
(ANSA) - "Epifani è la persona giusta per guidare il Pd in questo passaggio difficile. A lui va il mio pieno e convinto sostegno". E' quanto scrive su Twitter il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza.

BERSANI SPERANZA DE MICHELI ALLA CAMERA DURANTE IL DISCORSO DI LETTA

Castagnetti: Epifani sarà un ottimo segretario Pd/ Castagnetti: Epifani sarà un ottimo segretario "Saprà ridare passione e slancio" Roma, 10 mag. (TMNews) - La scelta di Guglielmo Epifani è "la migliore soluzione", l'ex leader Cgil sarà "un ottimo segretario secondo Pierluigi Castagnetti: "Quella di Epifani è senza discussione la migliore soluzione. Sarà un ottimo segretario, capace di rappresentare al meglio l'intera complessa realtà del partito e a ridargli passione e slancio".

8 - PD: DA RENZIANI OK A EPIFANI, BONAFE' 'ORA LAVORARE A IDENTITA' PARTITO'
(Adnkronos) - Matteo Renzi, salvo sorprese dell'ultima ora, partecipera' all'assemblea di domani a Roma, a cui arriva come candidato segretario di "ampia convergenza", Gugliemo Epifani. "Matteo viene e ha gia' detto che qualunque nome gli va bene", fanno sapere i suoi. Una linea ribadita da Simona Bonafe', parlamentare vicina al sindaco di Firenze: "Non abbiamo mai posto alcun problema sui nomi. Va bene Epifani, va bene questa fase di reggenza verso il congresso. Ora l'importante e' che si apra un dibattito su quale idea di Pd, quale identita' del Partito democratico".

Simona Bonafè

"Io spero che si possa aprire una fase nuova nel Pd -aggiunge Bonafe'-. A mio parere sarebbe bene ripartire dall'idea originaria del Pd. Un partito riformista e aperto. Spero che si apra una discussione in questo senso e che si possa lavorare con il contributo costruttivo di tutti".

9 - PD: RODOTA', NON SO SE EPIFANI POTRA' SODDISFARE GRANDE INSODDISFAZIONE
(Adnkronos) - Guglielmo Epifani e' un nome ''ottimo'' per un ''ruolo complicato'', ma siccome ''leggo dichiarazioni bellicose'' come quelle di OccupyPd e c'e' una ''grande insoddisfazione, non so se sara' soddisfatta da questo tipo di scelta''. Stefano Rodota' a SkyTg24 commenta cosi' l'indicazione di Guglielmo Epifani alla segreteria del Pd.

grillo su rodota e bersani

 

''E’ RIVOLTA NEL MOVIMENTO 5 PIPPE: “BALE. BASLLE. BALLE. GRILLO DEVE SMETTERLA DI TRATTARCI COME SERVI''

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1. MOVIMENTO 5 SPINE SOLDI E RIBELLI PRONTE 20 ESPULSIONI - GRILLO TORNA A GENOVA DELUSO E ARRABBIATO PER LA FRONDA DI CHI VUOL TENERE LA DIARIA POLEMICA SULLO IUS SOLI E MINACCE ALLA STAMPA
di Emiliano Liuzzi e Paola Zanca per Il Fatto Quotidiano


A un certo punto, Adriano Zaccagnini prende la parola in assemblea: "Vorrei avere a disposizione lo stesso tempo che ha avuto Beppe". Nella sala cala il gelo. Grillo ha appena finito la sua invettiva sulla diaria da restituire e questo 31enne romano esperto di permacultura, oggi deputato Cinque Stelle, dice che anche lui vuole mezz'ora per spiegare perchè quei soldi, adesso, sono roba sua. Basterebbe questa scena per raccontare che cosa si è consumato, giovedì pomeriggio, nell'aula dei gruppi di Montecitorio. La prima rivolta contro il capo. Che non finirà così.

Bertone Grillo beppe-grillo-gerarca-fascista

Sono una ventina quelli che affrontano il leader a muso duro. "Arroganti", li descrivono. "Pezzi di merda", aggiungono, parafrasando l'epiteto che Grillo ha riservato ad Antonio Venturino, il siciliano espulso per non aver rendicontato lo stipendio. Uno a uno spiegano perchè non se la sentono di restituire quello che avanza. Alessio Tacconi, residente in Svizzera, argomenta: "Lì le tasse sono più alte".

Un altro sostiene che avrebbe bisogno di un "margine" per vivere dignitosamente. Grillo ribatte: "Si chiama cresta!". Una senatrice parla della baby sitter che deve pagare ora che sta a Roma. Francesco Campanella difende il collega siciliano. Grillo lo interrompe: "Basta parlare di soldi: tu cosa stai facendo?".

Vorrebbe discutere di contenuti, chiede notizie da portare in piazza, ai comizi che ricominciano lunedì. Ma non si riesce a venirne a capo. Soldi, soldi, soldi. Riccardo Nuti, vicecapogruppo dei deputati, alla fine interviene e ai colleghi fa un discorso, applauditissimo: "Fate schifo". Per questo Grillo torna all'hotel Forum, vicino al Colosseo, piuttosto sconsolato. È arrabbiato, deluso dall'atteggiamento degli attivisti che sono finiti in Parlamento. "L'avete votato voi, nei meet up, il tetto dei 2500 euro - si sfoga - Io non ho deciso niente!".

GRILLO A MONTECITORIO INCONTRA I PARLAMENTARI CINQUE STELLE GRILLO ASSEMBLEA A MONTECITORIO

Appena il problema dei soldi aveva cominciato a montare, nelle settimane scorse, lui aveva scelto la linea morbida: "Fate quello che volete". Poi, ha capito che i militanti non avrebbero capito: "Io ci metto la faccia - ha detto agli eletti - Fuori questa cosa è una bomba, i giornali non vedono l'ora! Voi adesso siete qui, ma dovete sempre rimanere con un piede fuori, dovete capire che le vostre azioni hanno delle conseguenze . Anche le mie, lo so. Per questo giuro che d'ora in poi mi darò una calmata. Mi metto a parlare come il Papa".

Non va così. Ci dorme su, Grillo. E quando si sveglia e ritrova i cronisti appostati fuori dall'albergo, torna subito quello di sempre. Dice che il governo Letta è frutto di "un golpe" (anche Stefano Rodotà, più tardi, dirà "mi sembra eccessivo"). Avverte la stampa: "State molto attenti a fare dossier su famiglie e mogli, perchè li faremo anche noi" (poi, cerca di stemperare il clima: "Non è un consiglio - dice ridendo - è proprio una minaccia...").

BEPPE GRILLO A MONTECITORIO SFERZA I GRILLINI

Scivola sulla questione della cittadinanza ai figli degli immigrati: "Serve un referendum: una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari" (Vendola gli dice che "sembra La Russa"; il deputato Cinque Stelle Alessandro Di Battista precisa: "Ciò che scrive Grillo sul suo blog equivale a quello che può scrivere Scalfari su Repubblica", poi spiegherà di essere comunque d'accordo sulla consultazione).

GRILLO ARRIVA NEL GARAGE DI MONTECITORIO

Poi torna sull'annosa questione della diaria: "Chi vuole restituirla, la restituirà, chi no, si prenderà le sue responsabilità. Io sono abituato che se firmo un accordo e mi impegno, lo porto a termine, altrimenti vado da un'altra parte".

Sono passati i giorni in cui, mascherato sulla spiaggia di Marina di Bibbona, Beppe si divertiva a farsi rincorrere dalle telecamere. Il "gioco" dell'apriscatole è più impegnativo di quanto sembrasse. E a lui, raccontano, ogni tanto sembra di essere un po' più solo.

Per questo da lunedì bisogna rimettere le cose in fila. La ventina di dissidenti, se non cambia idea, finirà dritta nella lista nera. Non ci sarà nessuna votazione o almeno così sperano che succeda nello staff. Se, sulla questione dei soldi, si dovesse arrivare alla conta, significherebbe che il messaggio di Grillo non è stato recepito. Ieri, chi ha cariche istituzionali (il questore Laura Bottici, il vicepresidente Luigi Di Maio e così via) hanno ripubblicato su Facebook le lettere in cui rinunciano alle indennità aggiuntive. Nel fine settimana, i personaggi più influenti del gruppo (da Vito Crimi in giù), proveranno a discutere al telefono con i ribelli. Se insistono, adios.

BALLARO SU GRILLO E IL MOVIMENTO CINQUE STELLE

2. TRENTA DISSIDENTI - PRONTI A UN NUOVO GRUPPO
Andrea Malaguti per La Stampa

BEPPE GRILLO SUL PALCO CON GINO PAOLI DON GALLO

«Balle, balle, balle. Grillo la deve smettere di trattarci come servi». Il deputato Cinque Stelle è evidentemente nervoso. «Io? Siamo almeno in cinquanta. Questa storia è appena all'inizio. Potremmo anche uscire dal gruppo». Fuma ossessivamente nel cortile di Montecitorio mentre compulsa l'Ipad che restituisce le ultime esternazioni di Grillo. L'ennesima bolla papale da blog: «Houston abbiamo un problema. Di cresta. Ebbene va ammesso».

Non erano i media a inventarsi i mal di pancia, dunque. Era lui a far finta di nulla. Adesso lo scontro è in campo aperto. «Chi non restituisce i soldi della diaria non rendicontati è fuori. Abbiamo firmato un contratto. Con tremila euro puoi viverci». Non vi piace l'aria che tira? Via. Raus. Bye Bye. Levatevi di mezzo. Non è un Movimento per mammolette, questo. La linea non si discute, si sposa. Questione di fede. «Ma di che cosa parla? Ma quale contratto? Sfido chiunque a portarmi un foglio dove c'è scritto che l'eccedenza va riconsegnata. A me di cinquecento euro in più non me ne può fregare di meno, ma passare per uno che bara proprio no».

beppe grillo BEPPE GRILLO SU BILD jpeg

suona il telefono. E' un collega del Sud Italia. Il dialogo dura venti minuti. «Dobbiamo reagire». Fissano un incontro assieme a un drappello di riottosi per la prossima settimana. E' arrivato il momento di contarsi. «Nel gruppo misto mai. Ma se fossimo venti qui e dieci al Senato potremmo dare vita a una costola indipendente, dobbiamo solo trovare il modo per spiegarlo alla base. Non siamo scilipotini». Qual è la distanza tra un piano rabbioso e la realtà? «Chi lo sa, di sicuro così non si può andare avanti. Eravamo il Movimento dell'uno vale uno. Siamo diventati l'armata Brancaleone dell'uno vale zero. E quello zero siamo noi».

Bisogna ricostruire la riunione di giovedì pomeriggio per capire meglio il clima avvelenato. Grillo arriva, parcheggia come lo zar di tutti i Palazzi nella pancia di Montecitorio e si precipita nella saletta dei gruppi dove l'aspettano inquieti i suoi parlamentari. Lui li gela. «Si discute di un principio. L'aderenza a patti liberamente sottoscritti. E l'adesione all'etica del Movimento. Nessuno ci farà sconti». Per chiarire che non sta giocando dà del «pezzo di merda» al deputato dell'assemblea siciliana Antonio Venturino che pretende di tenere l'intera indennità. Il vice-capogruppo alla Camera, Riccardo Nuti, condivide la raffinata analisi. «Sì, sì, lo è». A quel punto il senatore Francesco Campanella, ex sindacalista, uomo perbene e siciliano anche lui, si alza in piedi. «No Beppe. Venturino non è un pezzo di merda. Non è giusto trattare le persone così». Grillo lo guarda come se lo volesse radere al suolo. «Parli? Ma tu che cosa hai fatto negli ultimi due mesi?». Il tentativo di umiliarlo. Di dimostrare plasticamente che la loro esistenza politica è appeso al filo sottile che Lui stringe tra le dita. «Senza di me non siete nulla». E' questa l'idea - pericolosa, potenzialmente distruttiva - che rimanda. Campanella regge lo sguardo. In questo due mesi è rimasto a Palazzo Madama dodici ore al giorno. «Non mi pare una domanda pertinente. Ma te lo dico. Ho lavorato nella Commissione Speciale e ora nella commissione Affari Costituzionali». Grillo lo ignora.

Ormai incapaci di lottare con le contraddizioni che sono state loro imposte, sono molti i deputati che prendono la parola. Grillo resta sorpreso. Si aspettava l'insoddisfazione di una manciata di eretici. Invece sono decine. Li ascolta. Si stranisce di fronte a chi gli racconta i propri casi familiari. «Ho tre figli», «Ho il mutuo», «Mi sballano le tasse». Visioni curiose che si fondono con obiezioni più concrete: «Il contratto non c'è. E lo sai».

BEPPE GRILLO SU BILD jpegBEPPE GRILLO SUONA IL PIANO PER IL FOTOGRAFO DI BILD jpeg

Così Grillo affonda nuovamente. «Nessuno farà la cresta», grida. «Vaffanculo al denaro». Il deputato Alessio Tacconi, eletto in Svizzera, si ribella. «In questo modo diventi offensivo. Qui la cresta non c'entra». Quattro ore da mal di testa. Che si chiudono apparentemente con un nulla di fatto. Invece, nel giro di 24 ore, Grillo spara nuovamente a zero. Uscendo dall'hotel dove ha passato la notte se la prende con Letta, chiude a una legge sul diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia - incassando la curiosa contrarietà del fedelissimo Alessandro Di Battista, che prima si dice favorevole allo «ius soli», poi ritratta e si riallinea - e punta il dito contro chi ha fame di soldi. «Nessuna mediazione sul denaro».

A Palazzo Madama anche gli uomini della comunicazione rinforzano la tesi del Capo. «C'è gente che se ne vuole andare? Prego. Si accomodino. Resterà solo che crede davvero nel Movimento». Chi non fa domande? Chi non sgarra? Chi continua a marciare sulla via della gloria grillesco-casaleggese anche se è costretto a percorrere strade costruire su desideri altrui e, peggio, già esauditi? Chi?

trilly rodota

3. RODOTÀ SEMPRE PIÙ DISTANTE "LO IUS SOLI È UN ATTO DI CIVILTÀ"
Flavia Amabile per La Stampa

È uno Stefano Rodotà come sempre lucido e coerente quello che si presenta davanti alle telecamere di Sky Tg24 che non lesina critiche a nessuno, né al Pd né al Movimento Cinque Stelle che pure lo ha sostenuto nella candidatura alla Presidenza della Repubblica.

Stefano Rodota con moglie

Beppe Grillo ha accusato il governo di aver fatto un golpe? Rodotà non è d'accordo. «Tutte le decisioni in democrazia possono e debbono essere criticate in maniera franca ma quando vengono seguite le procedure costituzionalmente legittime, usare parole come golpe mi sembra che si passi un po' il segno. Che poi tutto questo provochi anche battibecchi è segno della tensione che esiste. Mi auguro che si esca dalle battute e dal linguaggio aggressivo e si lavori sulle questioni concrete da tutte le parti».

Stefano Rodota

Rodotà la pensa in modo del tutto diverso anche sulla questione dello ius soli. Mentre Grillo è contrario il giurista sostiene che l'attribuzione dell diritto di cittadinanza si tratti di «un atto dovuto, un atto di civiltà e di inclusione che consente di avere anche un'identificazione di queste persone con l Paese in cui vivono», e quindi crede che sia «un passo da fare pur con i minimi aggiustamenti necessari». Perché inchiodarli in un'identità che non è la loro? Sono cittadini di questo Paese e va riconosciuto con una certa franchezza».

Governo debole quello di Letta? «Pur avendo in prima battuta anche dato riconoscimenti giusti a Letta, penso che il vincitore di questa partita sia Berlusconi. I dati dei sondaggi lo confermano, dieci punti di distacco sono tanti. Quello che decide giorno per giorno e decide se il governo potrà reggere è Berlusconi, depositario del potere di vita o di morte di questo governo». E a proposito delle sentenze di condanna a Silvio Berlusconi, poco commentate dai democratici, Rodotà ha detto: «Mi è sembrato strano non vedere tante reazioni da parte del Pd. Una cosa mi ha molto preoccupato fra i commenti, la magistratura intralcia pacificazione». Si chiede alla magistratura «un ruolo politico» che non deve avere.

BEPPE GRILLO SPIEGA L ITALIA A NIKOLAUS HARBUSCH E ALBERT LINK REPORTER DI BILD jpegStefano Rodota

Al Pd chiede di porre fine al «gioco affannoso dei candidati». Al Movimento Cinque Stelle dice che un movimento entrato in Parlamento non sarà senza effetti, il lavoro parlamentare richiede decisione e responsabilità continua. «Ritenere che ci sono esclusi e barbari che vanno isolati? Li ho incontrati e ho detto loro i miei punti di dissenso come sull'esercizio della loro funzione senza vincoli di mandato. Sono contrario perché è importante per la responsabilizzazione del parlamentare. Quando ho detto queste cose non c'è stato un rifiuto e quindi deve esserci sempre grande possibilità di discussione». Sulla sua candidatura al Quirinale gli ha dato fastidio solo una «di veder falsificata» la sua identità nonostante la sua storia fosse «molto chiara».

 

 

IL PRETESTO PER SPEDIRE LO “IUS SOLI” IN SOLAIO: UN GHANESE A MILANO CHE PRENDE A PICCONATE I PASSANTI

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1 - MILANO, AGGREDISCE PASSANTI A PICCONATE
Da "la Stampa"

Cecile Kyenge

Mattina di follia a Milano, un ragazzo ghanese di 31 anni, Mada Kabobo, ha aggredito a colpi di piccone cinque passanti uccidendone uno e ferendone due gravemente. Altre due persone sarebbero ferite in modo lieve.

Uno dei feriti è un ragazzo di 19 anni. Le aggressioni sono iniziate in via Adratico attorno alle 6.30 di questa mattina. L'aggressore ha colpito un uomo di 64 anni alla testa ferendolo in maniera grave. Subito dopo è andato in piazza Belloveso dove si è scagliato contro un uomo di 40 anni colpendolo più volte alla testa.

Quest'ultimo è morto a causa delle gravi ferite riportate. Subito dopo è andato in via Monte Rotondo dove ha colpito un ragazzo di 19 anni alla nuca e alla schiena ferendo anche lui in maniera grave. I passanti hanno tentato di fermarlo e hanno chiamato i Carabinieri che sono intervenuti e l'hanno arrestato quando aveva in mano ancora il piccone. È stato portato in caserma per controlli. L'uomo non aveva documenti con sè e i Carabinieri hanno verificato la sua identità attraverso le impronte digitali.

Kabobo era già stato fermato altre volte dalle forze dell'ordine per danneggiamento, rapina, furto e resistenza. Lo hanno reso noto i carabinieri. L'uomo, secondo i primi accertamenti dei militari, risulta essere arrivato a Milano da circa un mese ma la sua presenza viene segnalata anche in Puglia tra il 2011 e il 2012.

FLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONI

Kabobo è irregolare in Italia, senza fissa dimora ma non è mai stato colpito da un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale. In evidente stato di agitazione, non ha detto niente ai militari. Due dei feriti si trovano ora in condizioni gravi, il 64enne all'ospedale di Niguarda e il 19enne al Policlinico. L'aggressore, infatti, avrebbe infierito sulle sue vittime, continuando a colpirle ripetutamente alla testa, anche una volta che queste erano già riverse a terra.

BALOTELLI KYENGE

2 - SALVINI: "I CLANDESTINI CHE KYENGE VUOLE REGOLARIZZARE AMMAZZANO A PICCONATE"
Da "la Stampa"

«I clandestini che il ministro di colore vuole regolarizzare ammazzano a picconate: Cecile Kyenge rischia di istigare alla violenza nel momento in cui dice che la clandestinità non è reato, istiga a delinquere».

Così il segretario della Lega lombarda, Matteo Salvini, commenta, al telefono con l'Agi, l'episodio di violenza verificatosi all'alba a Milano, dove un 21enne irregolare di origini ghanesi ha aggredito a picconate i passanti, uccidendo un uomo.

«Questo è un caso drammatico, il gesto di un folle», ha aggiunto l'esponente leghista. «Ma non va trascurato il fatto che sia stato commesso da un clandestino che non avrebbe dovuto essere qua, avrebbe dovuto essere espulso». «Altro che abolizione del reato di clandestinità - ha continuato - ci sono già migliaia di gazebo pronti: seppelliremo il ministro Kyenge con migliaia di firme».

 


PER L’IMU SULLA PRIMA CASA, LA SOSPENSIVA “CON IL TRUCCO”, CHE RISCHIA DI TRASFORMARE IN UN VERO SALASSO IL PAGAMENTO DI

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Paolo Russo per "la Stampa"

Per l'Imu sulla prima casa è in arrivo la sospensiva «con il trucco», che rischia di trasformare in un vero salasso il pagamento di settembre. Nella bozza di decreto sulla quale all'Economia si continua ad armeggiare, spunta infatti il ritorno a tre rate per la prima abitazione, che quest'anno si sarebbe dovuta pagare in due sole tranche.

Questo significa che la sospensiva della rata di giugno per ora vale solo 1,2 miliardi, anziché due ma, soprattutto, che i contribuenti a settembre dovranno versare due rate insieme, pari al 66% dell'imposta. In più maggiorate della raffica di aumenti delle aliquote che un Comune su tre - informa la Uil servizi territoriali - ha già deliberato.

Una opportunità che soprattutto le grandi città, come Roma, Milano, Torino, Genova e Napoli non si sono fatte scappare. Quindi se non si arriverà alla cancellazione della tassa, come rivendicato ancora ieri per il Pdl da Brunetta o almeno a una riforma della tassazione immobiliare, il regalo di giugno rischia di trasformarsi in una stangata a settembre.

IL REBUS ACCONTO SECONDE CASE
Brutte notizie anche per i proprietari di seconde case, per i quali non è in discussione il pagamento a giugno ma che saranno in molti casi costretti a versare la quota già maggiorata dalle addizionali comunali.

IMU

Contrariamente a quanto previsto da un emendamento al decreto sui debiti della Pa, si dovranno pagare le nuove e più salate aliquote nei comuni che le avranno pubblicate sul sito del Ministero dell'Economia entro il 16 maggio. Negli altri casi si pagherà come lo scorso anno.

ALFANO GIURA AL QUIRINALE CON LETTA E NAPOLITANOsta46 letta anselmi alfonso dell erario

Insomma, a poco più di un mese dalla scadenza del 17 giugno per il versamento della prima rata sulle seconde case e a pochi giorni dal varo del decreto che dovrebbe sospendere fino a settembre l'acconto sulla prima abitazione sono ancora molti per il governo i nodi da sciogliere intorno al rebus Imu. Ci si proverà già domani, in un vertice annunciato dal Ministro dell'Economia Saccomanni, nel buen retiro dei ministri all'Abbazia di Sarteana.

IL NODO DEI CAPANNONI INDUSTRIALI

Ieri il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato è sceso in campo a favore di imprenditori e artigiani. «E' giusto che non si paghi sui capannoni», ha dichiarato aprendo a qualche novità nel decreto. Se sono strumenti d'impresa «sarebbe come far pagare la tassa sul tornio», ha aggiunto, mentre la Cgia di Mestre diffondeva il dato di un aumento medio nazionale del 35% sui capannoni, con punte fino al 51% in oltre un terzo dei comuni. Il problema resta però quello delle coperture, perché solo l'acconto sugli immobili ad uso d'impresa vale 850 milioni e cassare del tutto l'imposta ben 1,3 miliardi.

LE COMPENSAZIONI AI COMUNI
«I bilanci dei comuni saltano senza la piena compensazione» ha detto a chiare lettere il presidente dell'Anci «facente funzione», Alessandro Cattaneo. Un appello che almeno in parte il Governo sembra disposto ad accogliere con il decreto, vuoi perché la sospensiva sulla prima casa con il ritorno alle tre rate varrà poco più della metà del previsto ma soprattutto perché la bozza del decreto consente anticipazioni di cassa da parte delle tesorerie.

LA RIFORMA DEI 100 GIORNI
Tutto questo in attesa della riforma, che il Premier Enrico Letta vorrebbe varare prima che si arrivi alla «rata salasso» di settembre sulla prima casa. Cento giorni per rivoluzionare la tassazione sugli immobili ed arrivare ad un'unica imposta sul modello tedesco.

Flsvio Zanonato phMarinoPaoloni FLAVIO ZANONATO

Il nome c'è già: «tassa Ics», Imposta case e servizi, che dovrebbe accorpare Imu, Tares, imposta di registro e addizionali comunali Irpef. Il tutto con franchigie più alte che esentino le prime case non di lusso, no tax area per i redditi Isee più bassi e «patrimonialina» dell'1,5 per cento sugli immobili di valore catastale superiore a un milione e mezzo.

Un sistema che alleggerisce soprattutto il peso del fisco sulle buste paga ma che sembra al momento lontano dalle richieste del centro-destra, che di tasse sulla prima casa non vuol sentir parlare.

 

ECUMENICO E SOCIALISTA, EPIFANI DEVE TRASFORMARE UN PD SPACCHETTATA IN UNA CGIL “BIPARTISAN”, DI LOTTA E DI LETTA

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Fabio Martini per "la Stampa"

EPIFANI CAPACCHIONE LETTA FOTO LAPRESSE

Sull'uscio del suo studio a palazzo Chigi Silvio Berlusconi andò incontro al nuovo segretario della Cgil, protese la mano destra e disse: «Carissimo Epifani, finalmente tra socialisti ci intenderemo!». Ed Epifani, sempre col sorriso sulle labbra: «Socialista sì, ma interista!». Come dire, ma con classe: non ci intenderemo mai. Uno duetto che risale all'autunno del 2002 e racconta un tratto significativo del futuro segretario del Pd: Epifani è un uomo di stile, come riconoscono anche i detrattori.

GUGLIELMO EPIFANI E ANDREA COZZOLINO

Un aneddoto che contiene anche l'altra cifra originale del personaggio, almeno per la storia del Pd: Epifani ha radici socialiste, anche se la sua è stata una fede politica vissuta non nel Psi, ma dentro il sindacato. Da questo punto di vista, Epifani porta alla guida del Pd una storia personale davvero diversa dai suoi tre predecessori: mentre Pier Luigi Bersani e Walter Veltroni si erano formati nel Pci e Dario Franceschini nella Dc, Epifani si è foggiato nella Cgil, con una formazione tutta legata alle trattative sindacali.

GUGLIELMO EPIFANI ENRICO LETTA NEL DUEMILATRE FOTO LAPRESSE

Dunque, il primo ex socialista, ma soprattutto il primo ex sindacalista alla guida del partito della sinistra italiana. Un sindacalista che ha sempre cercato di guidare la Cgil col massimo dell'accordo, un tratto che si è ritrovato in questi ultimi giorni: davanti ad un partito che considera «molto, troppo diviso», Epifani non ha brigato per prendersi la "reggenza", non ha cercato il posto al sole: «Lo sapete, sono un ecumenico», ha ripetuto in queste ultime ore a Bersani e ai notabili che gli chiedevano la disponibilità.

GUGLIELMO EPIFANI SUSANNA CAMUSSO GUGLIEMO EPIFANI CON BERSANI ALLE SPALLE FOTO LAPRESSE

Certo, Epifani è un ex sindacalista che una storia e un carattere diversi dal suo principale sponsor in Cgil, quel Sergio Cofferati che nel 2002 scelse come successore proprio il suovice. Sessantatre anni, romano, Epifani è quasi coetaneo di Cofferati, ma mentre agli inizi degli Anni Settanta il futuro "Cinese" bazzicava gli ambienti del Movimento studentesco, il giovane Guglielmo presentava una tesi di laurea su Anna Kuliscioff, socialista riformista e compagna di Filippo Turati.

Mentre il giovane Sergio si iscrive al Pci, Epifani canta Guccini, Brel e De Andrè e, «cercando il numero sull'elenco telefonico», si iscrive alla Fgsi, la libertaria Federazione giovanile socialista. Certo, lui ci tiene a ricordare che da socialista stava con Antonio Giolitti e, «quando Craxi vinse, noi che eravamo vicini agli intellettuali di Mondoperaio, perdemmo».

La carriera di Epifani in Cgil si svolge nella componente socialista, nella stagione di Ottaviano Del Turco e Giuliano Cazzola. Fa il segretario del sindacato poligrafici. Con quel viso alla Harrison Ford, Epifani è un sindacalista posato, che non alza mai la voce, tranne una volta. A fargli smarrire la flemma è un altro felpato come Gianni Letta, ai tempi amministratore delegato e direttore del "Tempo": «Quella volta chiesi che si dimettesse...».

In realtà, quando ha preso la guida della Cgil, Epifani è passato alla storia come un decisionista. Un ministro del governo Prodi ricorda una sequenza memorabile. Era il 2007, a palazzo Chigi, era in corso una serrata trattativa sul Welfare, gli altri sindacati erano d'accordo e «ad un certo punto Epifani si alzò, disse che non era d'accordo, se ne andò e per una intera notte, nessuno seppe più nulla, poi l'indomani la Cgil aderì all'accordo ma con una lettera».

GUGLIELMO EPIFANI GIOVANNA MELANDRI

Una leadership sindacale che un ex compagno come Giuliano Cazzola dipinge così: «Per 8 anni la sua Cgil è stata ostile ai governi di centrodestra e ha traccheggiato con quelli di centrodestra. Da leader sindacale non ha mai preso una decisione difficile; figuriamoci se lo fara' ora da pensionato». Tredici anni fa, quando Epifani approdò ai Ds, Massimo D'Alema gli propose di diventarne il responsabile Organizzazione. Allora il numero due della Cgil declinò. Stavolta il compito è molto più difficile, ma Epifani non se l'è sentita di rifiutare una seconda volta.

 

 

IL VICE PREMIER E MINISTRO DEGLI INTERNI ALFANO TIMBRA IL CARTELLINO ALLA MANIFESTAZIONE ANTI-PM DI BRESCIA

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Agi.it

abbraccio ALFANO E BERSANI

Il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, Angelino Alfano, sara' oggi alla manifestazione del Pdl a Brescia. "Oggi pomeriggio a Brescia - scrive lo stesso Alfano su twitter - tutti a fianco del Presidente Berlusconi e del nostro Sindaco Adriano Paroli".

"Berlusconi ha annunciato un discorso pacato a Brescia, ma possiamo dire pacatamente che e' molto grave che il vicepresidente del Consiglio abbia annunciato la sua partecipazione alla manifestazione", e' il commento a caldo di Rosy Bindi.

CRIMI A PRESIDIO BRESCIA CONTRO BERLUSCONI, CONTESTATO
Intanto, Vito Crimi, il capogruppo al Senato del Movimento 5 stelle, si e' presentato a sorpresa alla contro-manifestazione organizzata da 'Liberta' e giustizia' stamane nella cittadina lombarda ed e' stato contestato.

alfano berlusconi

Al presidio, davanti al Tribunale, hanno aderito circa 150 persone, esponenti della Cgil, del Pd, di Sel, per dissociarsi dalla presenza nel pomeriggio in citta' del Cavaliere ed esprimere solidarieta' alla magistratura. "Il problema vero e' che Berlusconi e' ancora in Parlamento - ha affermato Crimi -.

Dobbiamo affrontare al piu presto la questione dell'ineleggibilita'. E' impensabile che chi ha condanne con interdizioni ai pubblici uffici sieda ancora in Parlamento. Dove peraltro non c'e' mai.
 Io l'ho visto solo un paio di volte in occasione di alcune nomine".

vito crimi roberta lombardi due capogruppo tutti da ridere

"Metteremo la questione ineleggibilita' subito sul piatto nella giunta per le elezioni", ha assicurato. Alle parole di Crimi si sono levati fischi tra i manifestanti - in testa Azione civile di Antonio Ingroia - che in riferimento al mancato appoggio a un governo Bersani hanno urlato: 'Berlusconi l'avete salvato voi'.

GASPARRI, IN PIAZZA A BRESCIA CONTRO OGNI AGGRESSIONE
"Il Pdl non manifesta contro nessuno. A Brescia siamo in piazza per sostenere il sindaco Paroli, per dare forza alle priorita' indicate dal Pdl per l'azione del governo. E certamente per dimostrare sostegno e grande affetto a Silvio Berlusconi, la cui azione in un momento cosi' difficile per l'Italia riscuote crescenti consensi. Lo confermano tutti i sondaggi. Anche quelli che qualcuno commissiona e poi occulta".

gasparri fini la russa

Lo dichiara Maurizio Gasparri, Vicepresidente del Senato, che aggiunge: "Divertente ad esempio che oggi Repubblica esponga una serie di tabelle su gradimenti e opinioni varie, ma nasconda dentro gli articoli il dato del consenso ai partiti, che vede anche in questo caso il Pdl in ascesa e piu' forte del Pd. Andremo avanti, per difendere gli interessi dell'Italia senza farci intimidire da aggressioni di ogni tipo".

 

JOLLY NERO O JELLA NERA? TUTTE LE SCIAGURE DELLA COMPAGNIA MALEDETTA

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Daniele Martini per il "Fatto quotidiano"

PORTO DI GENOVA LA TORRE DISTRUTTA

Nell'ambiente del mare dove la scaramanzia è di casa, quando si parla della compagnia Messina c'è chi fa gli scongiuri. Probabilmente perché nessun'altra azienda marittima ha collezionato così tante disgrazie e sciagure. L'ultima, la più grave, quella di alcuni giorni fa nel porto di Genova, quando la gigantesca portacontainer Jolly Nero ha preso in pieno la torre dei piloti del porto sbriciolandola come fosse di cartapesta: 8 morti, un disperso, diversi feriti.

Da oltre 30 anni altre Jolly, con i nomi di diversi colori, hanno collezionato: affondamenti, abbordaggi di pirati, morti in mare e a bordo, collisioni, arenamenti, sparatorie, inchieste della magistratura . Voci martellanti riguardano la natura di alcuni traffici effettuati in passato: armi, addirittura, e poi contrabbando di veleni tossici, forse radioattivi, secondo accuse insistenti relative in particolare alla ormai famosa Jolly Rosso, passata alle cronache come la "nave dei veleni".

PORTO GENOVA LA TORRE DISTRUTTA

Messina è una compagnia storica, fondata nel 1921, ha sede a Genova, batte soprattutto i mari africani e mediorientali, mai abbandonati neanche ai tempi della chiusura di Suez e fu proprio una nave del gruppo a transitare per prima alla riapertura del canale nel 1975. La società possiede 14 navi più altre prese a nolo e ha il merito di non aver mai voluto abbandonare l'Italia trasferendo la sede e il centro degli affari altrove.

CROLLO DI UNA TORRE AL PORTO DI GENOVA

Il nome Messina è quello della famiglia, mentre quello Jolly sulla fiancata delle navi ro-ro, cioè capaci di trasportare container e tir, è conseguenza della tipologia delle merci trasportate: un po' di tutto e con estrema flessibilità, da jolly del mare, appunto. I Messina attuali, Ignazio e Stefano, descritti come taciturni e riservati, appaiono poco perfino nelle cronache della loro città, Genova.

CROLLO DI UNA TORRE AL PORTO DI GENOVA

Qualcuno li considera scostanti: «Si sentono dio in terra, padroni delle ferriere del mare», confida al Fatto il manager di un grande porto tirrenico. Il fatto che ora tentino di scaricare sui rimorchiatori la responsabilità della tragedia di Genova non migliora la loro fama. L'elenco di disastri collezionati da Messina è impressionante. Prima dell'incidente di Genova il più famoso era quello della Jolly Rosso del dicembre 1990.

Dopo aver trasportato nei due anni precedenti rifiuti tossici per conto del governo italiano dall'Italia alla Libia, la nave si arena davanti ad Amantea, sulle coste della Calabria. Ufficialmente trasporta tabacco, ma c'è chi sospetta si tratti invece di altri rifiuti tossici di contrabbando, forse addirittura radioattivi. La magistratura apre diverse inchieste, l'ultima archiviata dopo quasi un ventennio con un nulla di fatto.

CROLLO DI UNA TORRE AL PORTO DI GENOVA

Lo stesso anno la Jolly Turchese viene sospettata di trasportare pezzi per il supercannone di Saddam Hussein in Iraq e un anno prima su un'altra Jolly muoiono due uomini dell'equipaggio, uno colpito da un grosso cavo e un altro da una carrucola. Nel 2002 tocca alla Jolly Rubino che dopo essere sfuggita 15 anni prima ad un attacco di pasdaran della rivoluzione iraniana, si inabissa al largo delle coste di un parco marino sudafricano.

Nel 2003 la Jolly Blu centra e affonda un peschereccio davanti a Piombino, un morto. Nel 2005 vengono attaccate dai pirati la Jolly Arancione e la Jolly Marrone, nell'ottobre 2009 è la volta della Jolly Smeraldo e poi di un'altra Jolly Rosso. Tre anni fa la Jolly Amaranto cola a picco davanti al porto egiziano di Alessandria. Nel 2011 la Jolly Grigio si scontra con un peschereccio davanti ad Ischia, muoiono due pescatori, padre e figlio.

 

MURO DEL PIANTO E DEI CEFFONI: SUPER RISSA A GERUSALEMME CON LANCIO DI PANNOLINI SPORCHI

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1 - ZELOTI CONTRO LIBERAL RISSA FRA DONNE AL MURO DEL PIANTO
Aldo Baquis per "la Stampa"

Sacchetti di immondizia, bottiglie d'acqua, seggiole di plastica e perfino pannolini sporchi sono volati ieri nel corso di un gigantesco parapiglia divampato nella Spianata del Muro del Pianto a Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri all'ebraismo.

ROMNEY AL MURO DEL PIANTO

Reparti rinforzati di polizia hanno dovuto impegnarsi allo stremo per contenere la collera ribollente di 15 mila zeloti ortodossi (uomini e donne) quando di prima mattina nella Spianata si sono presentate decine di donne ebree «emancipate». Erano determinate a celebrare il primo giorno del nuovo mese ebraico, Sivan, a modo loro: ossia indossando sulle spalle il manto rituale, allacciandosi a un braccio i filatteri e leggendo un brano dai Rotoli della Bibbia. Tutte operazioni che, secondo la ortodossia ebraica, sarebbero di prerogativa degli uomini.

Muro del Pianto di notte

Da giorni il tam-tam degli ambienti ortodossi avvertiva - a nome di autorevolissimi rabbini, fra cui Aharon Yehuda Leib Steineman e Ovadia Yossef che alle donne riformate dove essere impedito l'accesso al Muro del Pianto. Da una stazione radio rabbinica, un altro religioso (Mordechai Neugerstal) aveva fatto appello in extremis ai sentimenti profondi degli agenti di polizia affinché si rifiutassero di scortare le donne «ribelli al Signore».

In base all'ortodossia, agli uomini è vietato vestirsi da donne, e viceversa. Chi si comporta diversamente si macchia di un atto «disgustoso»: tanto più se così si presenta al cospetto del Muro del Pianto, ultimo vestigio del Tempio di Gerusalemme.

Fini al Muro del Pianto

Le «Donne del Muro» sono l'avanguardia, per ora sparuta, del potente ebraismo statunitense riformato e conservatore, che il premier Benjamin Netanyahu è costretto a tenere in alta considerazione. Per loro al Muro del Pianto sarà approntato in futuro un recinto separato: a «distanza di sicurezza» dagli ortodossi.

In attesa che ciò avvenga, forti di una recente sentenza di un giudice di Gerusalemme, le spericolate «Donne del Muro» hanno affrontato ieri a viso aperto la marea umana degli ortodossi, confluiti con torpedoni da tutto il Paese. Dopo i primi improperi (da un lato: «Matte! Fatevi ricoverare»; dall'altro: «Vogliamo una donna per rabbino capo») si è passati agli spintoni, per arrivare infine a lanci serrati di oggetti contundenti.

Passata la bufera, esponenti ortodossi hanno fatto autocritica: «Per quattro matte insignificanti, ora veniamo rappresentati dalla stampa come lanciatori di pannolini...». Una sconfitta tattica tanto più bruciante in quanto nel nuovo Parlamento i partiti ortodossi sono stati relegati all'opposizione e dovranno misurarsi in battaglie ben più significative per difendere la loro comunità, che rappresenta quasi un decimo del Paese.

PAPA AL MURO DEL PIANTO IN GERUSALEMME

Il contrasto rituale - e non solo - è in corso da tempo, è sfociato nelle aule di giustizia ed è arrivato anche in parlamento. Tappa decisiva è stata la decisione, nelle scorse settimane, di una corte di Gerusalemme: che ha riconosciuto alla «Donne del Muro» il pieno diritto a pregare nel proprio modo ritenendo che non c'è alcuna «violazione dei costumi locali», né «provocazione». Ma la sentenza ha mandato su tutte le furie i rabbini ortodossi. Fino agli scontri di ieri.

RATZINGER AL MURO DEL PIANTO

2 - DIETRO LO SCONTRO CULTURALE LA LOTTA FRA DUE IDEE DI ISRAELE
Francesca Paci per "la Stampa"

I bookmakers israeliani puntano sulla ministra della giustizia, perché delle due mission impossible del premier Netanyahu quella assegnata al presidente dell'Agenzia ebraica tira in ballo equilibri precari assai precedenti al 1948.

La battaglia per il Muro del Pianto racconta lo scontro più ampio in corso tra la Start Up Nation proiettata verso il futuro e gli haredim, i fondamentalisti della Torah, che pur rappresentando solo il 10% della popolazione partecipano da trent'anni alle coalizioni di governo assicurandosi una buona fetta del budget tra esonero dalla leva e scuole religiose.

Ma se la maggioranza degli israeliani affronta il ruolo politico di Dio al momento del voto, che quest'anno si è risolto in una disfatta per i rabbini massimalisti rimasti fuori dal gabinetto, le Women of the Wall preferiscono la prima linea, il mitico Tempio di Gerusalemme, quella porta del cielo così angusta per loro nonostante l'ebraismo sia una religione che si trasmette di madre in figlio.

obama muro del pianto ROMNEY METTE LA SUA PREGHIERA NEL MURO DEL PIANTO

La bestia nera dell'emancipazione femminile si chiama Tzanua (che in ebraico sta per modestia), un dogma più che un'auspicata virtù muliebre impresso sui cartelli intimidatori agli incroci di Mea Shearim, enclave ultraortodossa di Gerusalemme. Regola numero uno vestire di scuro, bandire i pantaloni (fascianti) e le maglie col collo a V (rivelatrici di sinuose profondità), indicare il proprio status di maritata coprendo i capelli (con cappello, foulard o parrucca) indossare calze spesse e, a voler strafare, privilegiare le scarpe chiuse.

E pazienza se il lungo mare dell'iper liberale Tel Aviv pullula di bikini essenziali come neppure Copacabana: anche lì, dove coppie di militari omosessuali si abbracciano tenendo il mitra in spalla, s'è fatta spazio una spiaggia per religiosi doc con una staccionata protettiva intorno e le bagnanti rilassate nei loro austeri costumi-abiti, castigati al pari dei burqini islamici ma realizzati in sottili tessuti high tech a prova di annegamento.

Anche i rabbini più oltranzisti ammettono che alcuni divieti sono presi forse un po' troppo alla lettera, specialmente in un paese futurista al punto che non riesce più a chiamare un taxi senza l'applicazione iPhone. L'integerrimo Moshe Feinstein per esempio, ha sempre esecrato ogni promiscuità tra i sessi (compresa la stretta di mano) facendo eccezione però per i luoghi di lavoro, i treni o l'affollatissima metropolitana di New York, situazioni limite perché considerate «contatto fisico non intenzionale».

Ciò non ha impedito che una decina di anni fa una compagnia di trasporti privata di Tel Aviv inaugurasse gli autobus con i posti separati nel sobborgo ultraortodosso di B'nai Brak mettendo il governo di fronte al fatto compiuto e le donne ribelli come la soldatessa diciottenne Doron Matalon alla stregua di una Rosa Parks israeliana costretta ad appellarsi alla Corte Suprema. Da allora si sono moltiplicate le proteste ma anche i pullman della discordia e i marciapiedi per soli uomini.

Il problema, come provano le ambizioni «ecclesiastiche» delle Women of the Wall (che vorrebbero pregare più devotamente), non è la religione di per se ma le consuetudini religiose. Soprattutto quando il brand «modestia», come qualsiasi brand identitario nell'indistinta era global, può diventare un business.

«Gli autobus separati sono una grandiosa opportunità di fare soldi con gli haredim» racconta la scrittrice ebrea ortodossa Naomi Ragen, riferendo proprio la riflessione di un haredim. Basta vedere la quantità di siti che commercializzano casti abiti femminili khoser ( o quelli per single osservanti). L'ultima parola? La sfida è donna, al Muro del Pianto come nelle cabine del Ye'elat Chen Salon, dove, in un sottoscala a dir poco nascosto, le gerosolimitane più ortodosse (e le musulmane che discretamente arrivano dalla zona araba della città) si fanno belle per il marito ma soprattutto per loro stesse.

 

 

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