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ROMANZO FOCOLARE: IL MOVIMENTO CATTOLICO NELLA LISTA DEL PARADISO FISCALE

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Vittorio Malagutti, Michele Sasso e Leo Sisti per Espresso.it

FOCOLARINI

I focolarini. Un nobile discendente dei baroni Taxis di Bordonia e Valnigra. Il manager di una tv privata di grandi ambizioni, poi finita in liquidazione. Per la terza settimana "l'Espresso" nel numero in edicola domani prosegue nella pubblicazione dei file sui paradisi fiscali messi a disposizione da "The International Consortium of Investigative Journalists" (Icij).

A sorpresa, tra i beneficiari del Cosmo Trust costituito nelle Cook Islands polinesiane compare il Focolare Movement (Italy) ossia il movimento cattolico dei focolarini. Il trust risulta aperto con la consulenza di una delle più importanti società di revisione, la PricewaterhouseCoopers. Un portavoce dei Focolarini precisa che nel 1987 la "Focolare Ltd", fondata nel 1970, si è trasformata in "Focolare Movement", per raccogliere donazioni a Hong Kong da una banca locale. Ma - dichiara - non ha ricevuto elargizioni da parte del "Cosmo Trust".

FOCOLARINI jpeg

Invece il manager romano Guido Fienga risulta beneficiario di una società nelle British Virgin Islands. Fienga è stato amministratore delegato di Dahlia tv. E' singolare come Fienga abbia avuto in passato incarichi in Wind ed è poi transitato in una società al centro dell'inchiesta sulle presunte tangenti nella vendita della compagnia telefonica: anche un altro commercialista romano citato nel database offshore venne indagato per il caso Wind. Ma l'istruttoria è stata archiviata per prescrizione perché le rogatorie sui movimenti di denaro all'estero non hanno ricevuto risposta.

FOCOLARINI

Nella lista offshore compare pure Giuseppe Prevosti, presidente della holding Preca Brummel con base a Carnago (Varese) che si occupa di abbigliamento per bambini: risulta come titolare della Ever Race Investments, che batte bandiera delle British Virgin Islands. Nelle stesse isole si trova la East Tresure che ha come azionista un erede della più antica nobilità italiana: il barone Paolo Pasio Maurizio Taxis di Bordonia e Valnigra, residente prima a Milano e in seguito a Bologna. Taxis spiega a "l'Espresso" che la "East Treasure" era stata creata «per una singola operazione commerciale, neanche andata in porto».

FOCOLARINI

C'è poi Fulvo Degrassi, commercialista di Trieste, con studi all'estero, da Mosca a Bucarest, da Sofia a Zagabria. E' associato ad altre offshore delle British Virgin Islands: la "Kwai Ying Development Ltd" e la "Commit Ventures Ltd", dove compare come "beneficiario proprietario". Paolo Grazzini è noto alle cronache finanziarie per aver comprato nel 2002 la software house Atlantis messa in vendita dalla Saras dei Moratti.

Nelle caraibiche Isole Vergini l'imprenditore toscano viene fuori invece come azionista ("shareholder") della finanziaria White River Holdings Group. La parabola della Atlantis si è conclusa nel 2008, con il fallimento. E l'accusa di una truffa ai danni dello Stato per 25 milioni di euro di fondi pubblici, destinati a corsi di formazione fantasma in Sardegna.

Infine i trentini Sara e Mauro Maccani sono "shareholder" (azionisti) della Trade-In Ltd delle Isole Vergini, nata nel 2007 su indicazione della filiale di Singapore della banca svizzera Ubs. «Non mi sento di parlarne», ha risposto a "l'Espresso" Sara Maccani. Lei è la terza generazione della famiglia che da sessant'anni produce pavimenti: tra i rivestimenti più prestigiosi a firma Maccani quello del Palazzo della Regione di Udine e quello dell'ex Michelin di Trento, ristrutturata da Renzo Piano.

La versione integrale sull'Espresso in edicola venerdì 19 aprile

 


NON BASTAVA SARA TOMMASI: ADESSO CI SI METTE ANCHE IL SUO FAKE

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Gabriella Sassone per Dagospia

SARA TOMMASI E STEFANO IERARDI SARA TOMMASI E STEFANO IERARDI

Stavolta Sara Tommasi, una che ne combina una al minuto, non c'entra niente. La pazza scatenata che cinguetta eresie su Twitter da mesi e attacca, sputtana e offende tutti i personaggi noti è solo un fake. Proprio così: non è stata la vera Sara Tommasi a chiedere via Tweet al Papa di pubblicizzare il suo nuovo film porno; non è stata la vera Sara a cinguettare contro Bobo Vieri, Valerio Pino e Mario Balotelli, a cui ha appena scritto che è "un ragazzino complessato e con attrattiva sessuale zero".

Come mai i giornalisti e i siti di gossip che hanno copiato a man bassa i tweet della finta Sara non hanno pensato di fare una telefonata alla diretta interessata e chiederle se fosse realmente lei a scrivere tante corbellerie? Certo, conoscendo ormai tutti il personaggio Tommasi, che dice una cosa e poi la nega, che denuncia il produttore dei suoi film porno e poi corre a girarne altri felice e contenta, è chiaro che tutti abbiamo preso per buone le sue castronerie online.

SARA TOMMASI E STEFANO IERARDI SARA TOMMASI E STEFANO IERARDI

La finta Sara che impazza su Twitter lancia messaggi volgari e provocatori da mesi, stuzzica gli uomini famosi, cinguetta da quando la Tommasi era ricoverata in clinica e non aveva neanche il telefonino sotto mano. Adesso Sara è veramente stufa. E spalleggiata dal suo nuovo fidanzatino 26enne Stefano Ierardi che non la molla un attimo ha deciso di rivolgersi alla Polizia Postale per far chiudere l'account di questa fake. La quale (o il quale) si dovrebbe vergognare di spacciarsi per qualcun altro. E di alimentare il mito che Sara Tommasi sia una squilibrata fuori di testa che si permette il lusso di dire e fare tutto senza un controllo.

 

AMERICA EXPLODING - ALTRO CHE BOSTON! ESPLODE UNA FABBRICA IN TEXAS: 15 MORTI E 160 FERITI

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Sergio Rame per "Il Giornale.it"

Decine di morti, centinaia di feriti, edifici in fiamme, case rase al suolo nel raggio di cinque chilometri. Sono i numeri della strage provocata dallo scoppio di una fabbrica di fertilizzanti, la West Fertilizer. Co, non lontano da West, un piccolo centro a trenta chilometri da Waco, in Texas. Ancora non si conoscono le cause dell'esplosione.

ESPLOSIONE FABBRICA FERTILIZZANTI IN TEXAS

In tutta l'aerea si continua a sentire un'intensa puzza di ammoniaca. E si teme che in seguito alla combustione si sia formata un'enorme nube tossica, tanto che i 2.800 abitanti della cittadina sono stati fatti evacuare nella notte.

ESPLOSIONE FABBRICA FERTILIZZANTI A WEST IN TEXAS

Il racconto dei testimoni è raggelante. "È stato come una bomba atomica scoppiata in giardino", ha spiegato il sindaco Tommy Muska ancora sotto choc. "Dopo il botto terribile - ha, quindi, aggiunto - abbiamo visto salire in cielo un'enorme palla di fuoco, quindi un altissimo fungo di fumo alto decine di metri". Sconvolto anche lo sceriffo locale D. L. Wilson: "Non ho mai visto niente come questo in vita mia: è come una zona di guerra".

ESPLOSIONE FABBRICA FERTILIZZANTI A WEST IN TEXAS

Come mostra un video amatoriale, nella fabbrica si era sviluppato un incendio piuttosto vasto. Dopo qualche minuto è arrivato un botto terribile. Tutte le case sono state abbattute, come bombardate, dal violentissimo spostamento d'area provocato dallo scoppio.

ESPLOSIONE FABBRICA FERTILIZZANTI A WEST IN TEXAS

Per dare un'ordine di grandezza della potenza dell'esplosione basta ricordare che nella strage di Oklahoma City, il 19 aprile del 1995, che provocò il crollo di decine di palazzi, vennero utilizzate due tonnellate di fertilizzante chiuse in un furgone. Questa volta, invece, è saltata in aria un'intera fabbrica. Tanto che l'Usgs, l'istituto geofisico americano, ha fatto sapere che l'esplosione è stata così potente da provocare un sisma di magnitudo 2.1.

ESPLOSIONE FABBRICA FERTILIZZANTI A WEST IN TEXAS

A questo punto a preoccupare è la nube tossica che si è venuta a formare. "Stiamo monitorando la situazione e abbiamo evacuato le zone circostanti più a rischio", ha spiegato lo sceriffo in conferenza stampa. "Ora la nostra principale preoccupazione è quella di aiutare la gente - ha precisato - stiamo verificando che negli edifici danneggiati, circa una settantina non ci siano vittime".

ESPLOSIONE FABBRICA FERTILIZZANTI A WEST IN TEXAS

Le dimensioni dell'incendio al momento sono contenute, ma i pompieri non possono andare sul posto dal momento che c'è il rischio che possa esplodere un altro serbatoio. Tra le vittime ci sono, infatti, anche cinque vigili del fuoco e un agente di polizia. "Lo scenario è devastante - ha concluso - sembra una zona di guerra".

 

CHIAMATELO ANGELINO MEDVEDEV: VIDEO “RUBATO” DEL CAZZIATONE DI PUTIN AL SUO PREMIER…

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1. VIDEO: LA SFURIATA DI PUTIN CONTRO I MINISTRI
Dal "Telegraph"

 

2. UN VIDEO RUBATO RIVELA QUANTO PUTIN È IN ROTTA CON MEDVEDEV
Luigi De Biase per "Il Foglio"

Fare il primo ministro è terribilmente complicato, soprattutto se l'uomo che siede sopra di te si chiama Vladimir Putin. L'ultima prova è un video di due minuti che circola da ieri sulla rivista web lifenews.ru: lo hanno girato martedì, durante una riunione di governo, l'autore è sconosciuto così come la gola profonda che lo ha passato alla stampa.

PUTIN E MEDVEDEV

Nel filmato si vede Putin con la faccia seria che sistema le carte sulla scrivania e parla a ministri e governatori. "Dobbiamo alzare la qualità del nostro lavoro - dice il presidente -. Se non accadrà, dovrò riconoscere che non so lavorare, oppure che non sapete farlo voi e che dovete andarvene a casa. Ma non fatevi illusioni su questo punto: io propendo per la seconda ipotesi".

PUTIN E MEDVEDEV

E' uno sfogo raro, la tv russa trasmette ogni giorno gli incontri di Putin ma si tratta di scene poco appassionanti, c'è un ministro che entra nello studio del presidente, s'accomoda e parla per qualche minuto in attesa di un cenno, poi saluta e lascia il posto a un altro. Il filmato di ieri, invece, conferma le voci sui malumori di Putin, che pare in rotta con il governo e con il suo primo ministro, il delfino Dmitri Medvedev.

PUTIN MEDVEDEV BADMINTONPUTIN MEDVEDEV UNA POLTRONA PER DUE

Il portavoce del Cremlino era furioso ieri, prima ha detto che troverà il responsabile della soffiata, poi ha cancellato i reporter di LifeNews dalla lista degli accrediti, segno che la fuga di notizie non era un dono interessato di qualche ufficiale vicino al presidente. Che cosa inquieta Putin sino a minacciare i suoi? Il problema più grande viene dai conti pubblici.

Secondo Ksenia Yudaeva, l'inviato del Cremlino al G8, la Russia è tecnicamente "in recessione", gli effetti non si vedono ancora nelle strade del paese e Putin spera che quel giorno arrivi il più tardi possibile, anzi, spera che non arrivi mai.

Negli ultimi tre mesi del 2012 l'economia è cresciuta del 2,1 per cento, il livello più basso dal 2009, e le previsioni per il futuro non sono affatto positive (ancora mancano i dati ufficiali, ma si parla di un aumento minimo, intorno all'1,1 per cento, nel primo trimestre del 2013).

L'altro guaio è il prezzo del petrolio, la prima voce nel bilancio della Russia: il Brent è sotto la soglia dei cento dollari al barile e secondo gli analisti di Goldman Sachs e Barclays questa tendenza potrebbe durare a lungo. Il video con la ramanzina del presidente è uscito poche ore prima che Medvedev presentasse alla Duma i risultati del governo, e la circostanza non lo ha certo aiutato.

putin suo delfino medvedev

Il premier ha risposto alla critiche con un po' di sarcasmo ("offrirò un premio a chi troverà il sistema per ridurre la nostra dipendenza dalle materie prime, ma non credo che quel sistema esista"), ha annunciato nuovi investimenti nei trasporti e ha confermato gli impegni in materia fiscale ("rispetteremo le regole nonostante il rischio di recessione").

Probabilmente il suo governo non è mai stato così vicino alla crisi. Il caso dell'economia s'incrocia con un altro grande tema in Russia, quello della giustizia. Ieri a Kirov è cominciato il processo contro Alexei Navalny, un leader dell'opposizione che è accusato di truffa e rischia dieci anni di carcere.

Kirov è una cittadina tranquilla, si trova a novecento chilometri da Mosca, ma è stata invasa da un esercito di attivisti e di reporter. La prima udienza è durata 45 minuti, il tempo che serviva agli avvocati per chiedere (e ottenere) un aggiornamento al 24 aprile, quindi Navalny è uscito in strada e si è scusato con i suoi sostenitori: so che siete delusi, ha detto loro, ma questo tempo ci serve per studiare meglio le carte.

PUTIN E MEDVEDEV PER LO SCAMBIO DI POLTRONE

Molti sostengono che la storia della truffa serva soltanto a spazzare via un altro pezzo di opposizione, Navalny si dichiara innocente ma dice anche che s'aspetta una condanna, insomma, tutto è pronto per un nuovo scandalo giudiziario all'ombra del Cremlino.

"L'esito del processo Navalny può avere conseguenze negative anche sugli investimenti stranieri", ha ammonito ieri l'ex ministro Alexei Kudrin, uno dei pochi politici russi che si espongono in questa fase delicata. Sarà una coincidenza, ma il suo nome è fra quelli più popolari quando si parla di ritocchi al governo.

 

AHI! TECH - PRODI È IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SECONDO FACEBOOK

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia
(Twitter: @andreaandrei_ )

1 - IL PARLAMENTO NON SI DECIDE, MA IL POPOLO DEI SOCIAL NETWORK HA GIÀ SCELTO IL PROSSIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: È ROMANO PRODI

Mentre il parlamento è ingolfato più che mai sull'elezione del Presidente della Repubblica, in rete le "votazioni" vanno molto più velocemente. No, non si tratta delle "Quirinarie" di Beppe Grillo, quelle sappiamo come sono andate a finire. Parliamo invece dei nomi più ricorrenti sui social network di quei personaggi che vengono invocati per essere investiti della maggiore carica dello Stato.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SECONDO FACEBOOK - DATI DECISYON TRAMITE ECCE COSTUMER

Secondo i dati registrati da Decisyon tramite ECCE/Customer tra il 10 e il 17 aprile osservando 23 fanpage Facebook di politici e partiti, c'è un nome che in particolare vince di gran lunga su tutti gli altri. Un politico che proprio in queste ore, dopo il flop di Franco Marini, sta rientrando nella lista dei papabili: Romano Prodi.

Il nome del professore bolognese è presente in un post su quattro dedicato all'elezione presidenziale, e ha raccolto il triplo delle citazioni rispetto alla seconda classificata, Emma Bonino. Al terzo posto si piazza invece Giuliano Amato. La possibile candidatura della giornalista Milena Gabanelli ha riscosso molto successo sulle reti sociali, anche se poi il suo rifiuto ha smontato il fenomeno sul nascere.

Al parlamento continua lo stallo, ma per la rete la partita è chiusa da un pezzo.


2 - OCCHIO! MOUNTAIN VIEW INVIA I PRIMI "GOOGLE GLASS" E METTE IN GUARDIA I DESTINATARI: "IL DISPOSITIVO NON PUÒ ESSERE VENDUTO, PRESTATO O CEDUTO"

Da "Mashable.com"
http://on.mash.to/17r2BEa

Da qualche giorno i primi tanto attesi Google Glass sono stati spediti agli sviluppatori. La tentazione che in molti hanno avuto, visto quanto l'oggetto è ambito fra gli appassionati di tecnologia, è stata di venderlo ai migliori offerenti. Ci aveva provato già qualcuno, lo scorso febbraio, mettendo un annuncio su eBay per gli occhiali intelligenti di Mountain View che gli sarebbero arrivati dopo pochi mesi.

SERGEY BRIN CON I GOOGLE GLASS

L'asta partiva da 1.500 dollari, il prezzo originale del dispositivo, ed era arrivata in poco tempo a oltre 16 mila dollari. Il sito di e-commerce ha deciso di annullare l'asta, che violava le politiche di prevendita di Google.

Ma l'azienda produttrice degli occhiali, per evitare casi analoghi, ha preferito specificare, nelle condizioni di utilizzo dei Google Glass, che il dispositivo non potesse essere in alcun modo venduto, prestato o ceduto a terzi. In caso contrario, Mountain View avrebbe il diritto di disattivare il dispositivo.

Chissà se questo basterà a bloccare un commercio che, per quanto illecito, fa gola a molti.

Intanto Google ha rivelato le specifiche tecniche dei suoi occhiali: display da 640x360 pixel, fotocamera da 5 megapixel, memoria da 16 gigabyte, audio a conduzione ossea. La batteria dovrebbe durare un'intera giornata.


3 - ECCO COME FARE ACQUISTI MENTRE SI CERCA LAVORO: LA PUBBLICITÀ SBARCA SU "LINKEDIN" MOBILE

Da "Reuters.com"
http://reut.rs/11zaK8D

LINKEDIN

Anche LinkedIn vuole fare il salto. E cosa c'è di meglio per incrementare i propri ricavi, se non un bel po' di sana pubblicità? Gli annunci saranno pubblicati nelle app del social network sui dispositivi mobili, da cui sempre più spesso si accede ai contenuti del sito, e che ora rappresentano un quarto del traffico totale.

La portavoce di LinkedIn Julie Inouye ha spiegato come si comincerà con un piccolo test della nuova app, che permetterà agli utenti di iPhone e smartphone Android di interagire maggiormente con il flusso di notizie che vengono pubblicate sul social network, commentandole o apprezzandole mettendo un "like" stile Facebook.

Ma il social network del mondo del lavoro, le cui azioni quest'anno hanno guadagnato il 57 per cento, ha intenzione ancora di aggiungere altre funzionalità alla sua piattaforma.

 

SARANNO FAMOSI MA FANNO UNA VITA. PIU’ BREVE DELLA NOSTRA…

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La Stampa.it

La fama consuma chi ce l'ha: le stelle del "firmamento" dello spettacolo, infatti, muoiono prima della gente comune, ma anche di altre persone con una carriera brillante ma non famose.

marilyn monroe MARYLIN

Lo rivela uno studio condotto da Richard e Catherine Epstein del centro oncologico Kinghorn Cancer Centre presso il St. Vincent Hospital di Sydney e basato sull'analisi di 1.000 necrologi pubblicati sul New York Times tra 2009 e 2011.
È emerso che personaggi dello spettacolo e atleti tendenzialmente hanno una vita più breve anche quando confrontati con persone dalla carriera brillante ma non famose.

Che la fama "divori" la vita, bruciandola spesso ancora giovane, era stato già dimostrato per cantanti di successo: era emerso che il triste destino di molte stelle della musica è quello di morire prematuramente, sovente proprio all'apice del successo. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Epidemiology and Community Health, infatti, rock e pop star, hanno un rischio di morire giovani più che doppio rispetto alla popolazione generale, soprattutto entro pochissimi anni da quando sono stati innalzati nel firmamento della fama.

La scoperta era stata fatta considerando 1064 musicisti e cantanti americani ed europei arrivati all'apice della notorietà tra 1956, anno di Elvis Presley, e 1999, anno di Eminem, e tutti con un album incoronato nel 2000 tra i top 1000 di tutti i tempi (All-Time Top 1000 Albums) per generi musicali che vanno dal rock al punk, rap, R&B, elettronica e new age.

Gli esperti australiani, invece, hanno studiato i necrologi del quotidiano newyorchese partendo dall'assunto che di solito le notizie di lutto pubblicate sul New York Times riguardano comunque persone che hanno brillato nella loro carriera.

JOHN LENNONELVIS PRESLEY

Gli esperti hanno diviso il campione di defunti per età, sesso, tipo di lavoro (star, sportivi, professionisti, accademici scrittori ecc.) e causa di morte. È emerso che i personaggi famosi, volti noti dello spettacolo come ballerini, cantanti, oppure anche sportivi tendono a morire prematuramente e più spesso di incidenti, infezioni (quali l'Aids), tumori (spesso al polmone).

Le età di morte più precoci hanno riguardato star e sportivi (77,2 anni in media) e, a seguire, i lavoratori creativi come gli artisti o gli scrittori (78,5 anni in media). Gli accademici invece tendono a vivere più a lungo, (81,7 anni in media). I politici, gli uomini d'affari, i militari sono quelli che in media muoiono più anziani (83 anni). Anche per le cause di morte si differenziano le star: i tumori sono una causa più comune tra i personaggi dello spettacolo (27%), meno tra gli sportivi (18%). Il cancro ai polmoni - indice di fumo cronico - è molto più comune tra le star (7,2%), e raro tra gli accademici (1,4%).

Secondo gli autori resta da capire se la fama si "porta via" chi ce l'ha perché i famosi non pensano alla propria salute o perché, viceversa, gli amanti del rischio (che spesso fumano e fanno uso di droghe o alcol) hanno una personalità che massimizza le chance di successo e quindi di fama.

JIM MORRISON THE DOORS

 

 

FINITO IL SECONDO SCRUTINIO: RODOTÀ 226, BIANCHE 417, CHIAMPARINO RADDOPPIA A 87: RENZIANI COMPATTI PER IL “BANCHIERE”

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SECONDO SCRUTINIO

chiamparino
Bianche
417
Nulle
10
Stefano Rodotà
226
Sergio Chiamparino
87
Massimo D'Alema
36
Franco Marini
15
Alessandra Mussolini
14
Romano Prodi
13
Emma Bonino
8
Sergio De Caprio
8
Cosimo Sibilia
7
Rosy Bindi
6


1- BERSANI 'SONDA' MARINI MA CANDIDATO PER ORA RESTA
(ANSA) - Pier Luigi Bersani, a quanto si apprende da fonti parlamentari, avrebbe 'sondato' Franco Marini per capire se, alla luce della prima votazione, l'ex presidente del Senato aveva intenzione di ritirarsi. Ma Marini per ora avrebbe escluso un passo indietro, convinto di potercela fare, con il sostegno del Pdl, dalla quarta votazione.

Stefano Rodota

2- BERSANI, SOLUZIONE SI TROVERA'
(ANSA) - "Vedrete che si troverà una soluzione. Marini? Riuniremo l'assemblea dei grandi elettori e vedrete che la soluzione si troverà". Così Pier Luigi Bersani assicura ai giornalisti che si troverà una via d'uscita per eleggere il Presidente della Repubblica.

3- QUIRINALE: RENZI, E' EVIDENTE MARINI E' SALTATO
(ANSA) - "A questo punto è evidente: Marini è saltato". Così il sindaco di Firenze ha risposto ai giornalisti a margine di una iniziativa in Palazzo Vecchio a Firenze".

4- D'ANTONI DA MARINI, 'NON E' QUESTIONE DI CONTI'
(ANSA) - Sergio D'Antoni ha incontrato a Palazzo Giustiniani Franco Marini e al termine della visita all'ex presidente del Senato, incontrando i cronisti che gli chiedevano se avessero rifatto il punto sui risultati delle votazioni per il Quirinale, D'Antoni ha risposto: "Non è questione di rifare i conti". L'incontro è terminato da poco più di mezz'ora.

FRANCO MARINI ESCE DI CASA

5- DI PIETRO, MARINI? BOCCIATA BANDIERA INCIUCIO
(ANSA) - "Con tutto il rispetto per Franco Marini, il Parlamento italiano ha scritto oggi una bella pagina, rifiutando un metodo di selezione del Capo dello Stato che faceva a pugni con tutto ciò che il Paese chiede e di cui ha bisogno. Credo che siano stati soprattutto i giovani parlamentari e i rappresentanti regionali a bocciare una candidatura che era la bandiera dell'inciucio, degli accordi trasversali e dei mercanteggiamenti inconfessabili. E' un bene per tutti che sia andata così".

RENZI E BERSANI PD

Lo scrive sul suo blog Antonio Di Pietro. "Se l'Italia dei Valori fosse stata in Parlamento - aggiunge - avrebbe votato per Stefano Rodotà, un nome e una biografia che garantiscono quel cambio di passo che sarebbe una vera rivoluzione per il nostro Paese. In molti avevamo chiesto a Bersani di ripensarci e convergere su Rodotà, e ora torniamo a chiedergli di non perseverare nella strada suicida che aveva imboccato concordando con Berlusconi la candidatura di Marini. Il Pd ha ancora la possibilità di rispondere alla richiesta di cambiamento che viene dalla sua stessa gente e, come abbiamo appena visto, dai suoi stessi rappresentanti in Parlamento e nelle Regioni. Deve mettere da parte il miraggio di un accordo con chi ha portato questo Paese alla rovina. Deve scegliere un Presidente che sappia rappresentare una nuova alba per l'Italia".

ROCCO SIFFREDI FOTO ANDREA ARRIGA

 

 

GRILLO A VELA: CONTESTATO A TRIESTE: “NON SEI GARIBALDI, NON TI VOGLIAMO!”

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Marta Serafini per "Corriere.it"

Si sposta in mare la campagna elettorale delle regionali in Friuli Venezia Giulia. Grillo sceglie infatti una barca a vela a noleggio di tredici metri per coprire il tragitto da Grado a Trieste con il candidato del M5S Saverio Galluccio. Il tutto mentre Franco Bandelli, candidato della lista Un'Altra Regione, punta invece sul gommone per organizzare una protesta all'arrivo dei Cinque Stelle al molo di Trieste.

GRILLO ARRIVA IN BARCA A VELA A TRIESTE GRILLO ARRIVA IN BARCA A VELA A TRIESTE

QUANDO ODIAVA I VELISTI - Sul blog del M5S si legge che: «lungo il percorso Grillo potrà verificare dal mare la difficile situazione ambientale di Monfalcone e conoscere il caso del Porto vecchio di Trieste». Così dopo aver traversato a nuoto lo stretto di Sicilia, aver scalato l'Etna durante le campagna elettorale per le regionali in Sicilia ed aver girato in camper l'Italia per lo Tsunami Tour, il leader del M5S questa volta sembra aver optato per una soluzione più comoda. La barca a nolo, infatti, secondo quanto si legge sul sito Charterboat24, sembra dotata di tutti i comfort. Ma non solo. Grillo deve aver cambiato idea sui mezzi nautici a vela. Nel 2005 iscriveva sul suo blog di odiare i velisti. E più volte nel corso degli anni è stato fotografato su yacht e barche a motore.

GRILLO ARRIVA IN BARCA A VELA A TRIESTE GRILLO ARRIVA IN BARCA A VELA A TRIESTE

«GARIBALDI NON TI VOGLIAMO» - Sia quel che sia, ora il suo arrivo in barca a vela sembra non aver incontrato il favore di tutti, in primis gli avversari politici. I due gruppi di imbarcazioni non sono venuti a contatto: per qualche minuto Bandelli ha inseguito Grillo che non si è fatto vedere ed è rimasto in coperta. Bandelli e altri militanti hanno esposto striscioni e scandito slogan invitando il leader del M5S a «tornare a casa». «Non sei Garibaldi, non ti vogliamo», hanno detto, aggiungendo in dialetto istriano: «Cicio, no xe per barca», a significare che Grillo non è adatto alla navigazione. Le barche di Grillo hanno poi puntato verso il Porto Vecchio, sulla cui riqualificazione si discute da anni.

GRILLO ARRIVA IN BARCA A VELA A TRIESTE

 

 


CHE CI FA IL DIVINO ARBASINO ATTOVAGLIATO CON LA ROMANELLA MONDANA DI MARISELA?

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

VIDEO-CAFONAL DI PRIMAVERA

 

Riposino all aperto

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia


Paola Pisa per il Messaggero

"Apollo" sta per una statuetta del dio (di tutte le arti) che svetta su un'alzata, tre piani, piena di dolci. "Ottantacinque" sta per le candeline spente da Paolo Federici, signore dal garbo inimitabile, marito di quel vulcano di Marisela Federici. La villa è lei, la magica Furibonda, luogo di raduni della Roma very smart e glamour.

Padre Simeone Marilu Gaetani d Aragona e Barbara Confalonieri

Raggiungerla, tra i ciottoloni dell'Appia Antica non è facilissimo ma chi ci arriva sa che troverà viali di cipressi, prati, mega ulivi, roseti, salotti e salotti, specchiere, scaloni, e ancora tavoli all'aperto sotto alberi giganti e soprattutto una accoglienza calorosa e un divertimento doc. Risate a non finire. Erano in tanti, centoquaranta, alla colazione intitolata con originalità "Apollo 85", che ha visto una sfilata di amici carichi di pacchetti regalo. E un gruppetto di compagni di liceo del festeggiato, non appena "maturati".

Marisela e Paolo con i Mariachi

A ricevere ci sono i padroni di casa, Paolo e Marisela (in un Dior spettacolare). Baci, abbracci, auguri. Aperitivi in giardino. Gli invitati ammirano ritratti e foto (decine) di Marisela, si divertono ad ascoltare i motivi cantati da Mario Mio, immancabile colonna sonora della maison. Ma stavolta in più ci sono i "mariachi", musicisti messicani, (baffoni, sombreri, chitarre e occhi maliardi), che intrattengono con sound tipo La Cucaracha. Marisela incanta gli ospiti accennando qualche motivo (voce profonda e intonatissima).

Lella Bertinotti Guya Sospisio e Marisa Stirpe

Ecco l'ambasciatore di Francia in Italia Alain Le Roy con la moglie Anne, l'ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede Eduardo Gutierres con la consorte, l'ambasciatore italiano Giacomo Attolico con la moglie Serena. Il mix è affascinante. Ci sono Andrea e Gitte Monorchio, Elettra Marconi in tailleur color acqua marina, Giovanni Sartori e Isabella Gherardi, Mario e Susanna Pescante, Mario D'Urso, la principessa Marilù Gaetani d'Aragona, Alberto Arbasino, Massimo Teodori, Raffaella e Luigi Chiariello, Simonella Flick, i principi Lillio e Pia Ruspoli, il principe Carlo Massimo con la moglie Elisa, il principe Domenico Orsini, Paolo e Giovanna Portoghesi, Claudio e Anna Strinati, la marchesa Livia Pallavicino, la principessa Claudia Ruspoli, Antonella Martinelli, Guya Sospisio, Lamberto e Donatella Dini, Marina Stirpe, Carlo Ripa di Meana, Judith Caracciolo, Lella Bertinotti.

Giovanni Sartori Paolo Federici e Isabella Gherardi Donatella e Lamberto Dini

È venuto apposta per l'occasione, da Londra il figlio di Marisela, Eduardo Tamraz. Padre Simeone Catsinas, archimandrita di San Teodoro, è tra i più salutati e fa capannello con Saverio Ferragina e Raffaele Curi, reduce dalla sua ultima regia teatrale. Spicca, coloratissima, Camilla Morabito. Ci sono il principe Fabrizio Caracciolo, il conte Franco Mancinelli Scotti, Giuseppe Scaraffia. Poi appare Vittorio Sgarbi. È un via vai. Successone per le pasta al pesto (con pinoli e uvetta) e per l'indimenticabile "gulash furibondo". Poi cento mini cup-cake rossi. Foto di gruppo e clic sui "devotissimi" della padrona di casa mentre brindano.

Buffet

 

Alberto Arbasino

 

RATING CONTRO RATING: EGAN-JONES CONTRO MOODY’S - UNA PAGATA DA CHI COMPRA, L’ALTRA IN CONFLITTO DI INTERESSE

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La manipolazione dei valori e dei prezzi di azioni, titoli di stato, valute e, da qualche giorno, oro ed argento cui assistiamo da molti anni da parte delle banche centrali di tutto il mondo, è solo uno dei tanti paradossi economici che stanno prolungando e peggiorando il clima economico mondiale.

wolfgang schaeuble e angela merkel sean-egan

Oggi si è verificato un altro dei tanti paradossi tipici dei mercati finanziari. Mentre da un lato l'agenzia di rating americana Egan-Jones abbassava il rating della Germania da A+ ad A, la cugina Moody's confermava il rating massimo alla stessa Germania, pari a AAA con prospettive negative a causa del deterioramento dei dati economici del paese. Egan-Jones segnalava nel rapporto di rating il delicato momento di Deutsche Bank, principale banca privata tedesca, la cui debole posizione patrimoniale è rappresentata dalla bassa capitalizzazione dell'istituto rispetto agli impieghi.

MOODYS RATING

Come è possibile che esista una cosí grande discrepanza di giudizio tra due società che fanno lo stesso mestiere, misurabile dalla distanza dei due rating espressi? Forse una risposta la si trova nel differente modello di business delle due agenzie. Moody's è una importante agenzia di rating mondiale con attività in ogni paese del mondo, la cui quota di mercato sfiora il 40% (l'altro gigante S&P ne detiene il 39% e la terza, Fitch, il 16%).

standard big

Moody's, come le altre 2 grandi agenzie concorrenti, viene pagata per i servizi resi dalle società emittenti gli strumenti finanziari (azioni ed obbligazioni) che saranno oggetto di quotazione sui mercati, un po' come le società di revisione, che incassano le parcelle dalle società oggetto della revisione stessa.

Egan-Jones ha un modello differente: i clienti che pagano per i servizi della società sono gli investitori finali. In un libero mercato questo dovrebbe essere il solo modello valido perchè l'unico che evita i conflitti di interesse (sui rating e sulla revisione di bilancio). Forse è questo il motivo della differenza di giudizio tra le due agenzie. A buon intenditore...

fitch ratings

 

IL BALLO DEL MATTONE: CASE A PREZZI DI SALDO PER POLITICI E VIP

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"Libero" pubblica un estratto del libro di Mario Giordano, "Tutti a casa!", edito da Mondadori

Libro di Mario Giordano - Tutti a casa - Mondadori

Prendete Attilio Befera, il gran dominus di Equitalia, lo sceriffo delle tasse, il direttore dell'Agenzia delle Entrate, pure lui duro e implacabile, uomo capace di strizzare le tasche di tutti i contribuenti senza mai battere ciglio. Ebbene: anche lui, quando si è trattato di comprare casa, ha cercato di ottenere un abbondante sconto. (...)Ed evidentemente ci è riuscito.

Mario Giordano

Risulta proprietario, infatti, di 7,5 vani in via Benedetto Croce, all'Eur, che ha acquistato nel 2005 dall'Immobiliare Bilancia per 369.350 euro. Non si tratta di un regalo, evidentemente, ma secondo la stima cerved quell'appartamento vale almeno il 35 per cento in più, e cioè 567.450 euro. E infatti in quella zona, anche nel 2012, quando la bolla immobiliare è scoppiata e i valori sono precipitati, per un appartamento di 4 vani le agenzie chiedono più di 600.000 euro.

Dunque per Befera si tratta, con tutta evidenza, di un buon affare. E lui ne è così convinto che dal medesimo venditore non si limita a rilevare un appartamento, che intesta a se stesso e ai figli Marco e Patrizia, ma compra anche altro, box e cantine in primis.

MONTI BEFERA

Vittorio Grilli
Vittorio Grilli, nella sua carriera, è sempre stato molto attento ai conti degli altri. Ma evidentemente non ha trascurato nemmeno i suoi. Ragioniere generale dello stato, poi direttore centrale del Tesoro, infine viceministro e poi ministro dell'Economia nel governo tecnico di Monti, ha sempre associato il suo nome al rigore finanziario e alla severità contabile.

Per questo ha stupito tutti quando, il 20 dicembre 2012, la più importante agenzia di stampa finanziaria del mondo, cioè Bloomberg, ha pubblicato un servizio che ha sollevato alcuni sospetti sul modo in cui Grilli ha comprato la sua bella casa ai Parioli: maxisconti ingiustificati e un mutuo spropositato.

VINCENZO GRILLI E COMPAGNA e

Tanto rigore per nulla? E come mai questi uomini che sono sempre così in flessibili con gli altri finiscono per essere invece così permissivi con se stessi? La casa è molto grande: 14 stanze, 310 metri quadrati al pianoterra della «palazzina Colombo», un edificio che secondo alcuni testi di architettura sarebbe tra quelli di maggior pregio di tutta la capitale.

grilli - la mappa del maxi-appartamento

La zona è una delle più chic che si possa immaginare: via di san Valentino, sulla collina dei Monti Parioli, molto verde e tanto silenzio, il rifugio preferito della borghesia romana. Grilli ha comprato l'appartamento nel 2004. a vendere, Massimo Tosato, vicepresidente di schroders, una società londinese che in passato (guarda caso) era stata advisor del Tesoro in importanti operazioni.

La casa di Vittorio Grilli ai Parioli

Il prezzo è ottimo: 1.065.000 euro, contro un valore stimato cerved di 2.256.800 euro, cioè superiore del 53 per cento. Grilli, in pratica, ha pagato meno di 3.500 euro al metro quadrato, in una strada dove, nel 2004, i prezzi si aggiravano intorno ai 7.300 euro. E dove c'è anche chi ha sborsato molto di più, fino a 10.000 euro.

Antonio Mastrapasqua
Antonio Mastrapasqua è presidente dell'Inps dal 2008 e tante altre cose. Nel gennaio 2011 era arrivato ad accumulare 38 diverse cariche. Qualcuno glielo fece notare e lui rispose: «Adesso rinuncio a qualcuna». In effetti: nel dicembre 2012 risulta titolare «solo» di 22 poltrone, che comunque non sono poche per chi dovrebbe soprattutto curare gli interessi di 20 milioni di pensionati. [...]

Mastrapasqua Antonio

Di sicuro però Mastrapasqua, fra uno spiral Tools e un Pastificio Bettini Zannetto, trova il tempo anche di occuparsi dei suoi interessi immobiliari. E da molti anni: il primo affare della sua vita nel mattone, infatti, lo ha concluso nel 1988, quando ha acquistato da Marcella Uccella un appartamento al secondo piano in via chiana 48, nella zona tra i Parioli e il lussuoso quartiere Coppedè, che veniva dal patrimonio dell'Incis, l'Istituto pubblico che gestiva le case degli impiegati dello stato. Tre camere più accessori che pagò allora 55 milioni di lire, ossia 27.000 euro (rivalutati secondo le tabelle istat, oggi sarebbero 117.000).

Mastrapasqua Chicco Testa

Davvero un buon prezzo: secondo il Cerved, infatti, attualmente quella casa vale 535.925 euro, cioè il 78 per cento in più. Nel 2007, poi, poco prima di diventare presidente dell'Inps, Mastrapasqua compra due appartamenti attigui di proprietà dell'Inail, in via Filippo Lippi, ai Parioli, che l'istituto ha appena venduto a privati.

Il primo (5,5 vani) viene infatti ceduto dall'Inail il 25 maggio 2007 a Paolo Venzi e Chikako Ochiai, che lo rivendono a Mastrapasqua il 29 maggio 2007, cioè quattro giorni dopo, al prezzo di 875.000 euro; il secondo (tre camere e servizi più box) viene venduto dall'Inail il 10 maggio 2007 a Maria Frosi, che lo rivende a Mastrapasqua il 10 luglio 2007, cioè due mesi dopo, al prezzo di 650.000 euro.

Inutile dire che i due appartamenti dell'Inail tornano a unirsi nelle mani del presidente dell'inps, che ne ricava un'unica abitazione di superlusso, in una delle zone più prestigiose di Roma. Il prezzo totale è piuttosto alto, ma evidentemente non eccessivo per la zona e la dimensione dell'immobile.

GIULIANO AMATO E MOGLIE

Resta il dubbio, però, di quelle compravendite così ravvicinate, un meccanismo assai diffuso ma piuttosto strano su cui torneremo presto a interrogarci.

Giuliano Amato
Il 1° gennaio 1998 Giuliano Amato riesce ad andare in pensione da professore universitario con un bell'assegno Inpdap: 22.028 euro lordi al mese, 12.518 netti (diventati 11.500 dopo l'introduzione del «contributo di solidarietà »), cui in seguito, come è noto, sommerà il vitalizio da parlamentare (9.000 euro lordi) fino ad arrivare alla bella cifra di 31.000 euro lordi al mese.

Giuliano Amato e Signora

Ma quel 1998 deve essere proprio stato il suo anno fortunato: appena uscito dall'Antitrust, infatti, e prima di diventare ministro di D'Alema, non solo sistema la sua posizione previdenziale, ma vede sistemata anche quella immobiliare della moglie. Proprio in quell'anno, infatti, la professoressa Diana Vincenzi, conosciuta ai tempi del ginnasio e compagna di una vita, acquista un bell'attico in via Giovanni Battista de Rossi, sulla Nomentana, sei camere, doppi servizi e terrazzo, 11 vani in tutto. Il prezzo? 1,2 miliardi di lire, cioè 620.000 euro. Non è poco, si capisce.

Ma la stima Cerved dice che oggi quell'attico vale almeno 1.109.000 euro, cioè quasi il doppio. E se si cerca nelle agenzie immobiliari si trova che un attico con 6 locali in via Giovanni Battista de Rossi viene messo in vendita a un prezzo ancora maggiore (1,7 milioni di euro).

Dunque la moglie di Amato ha ottenuto un ottimo sconto: dovrebbe ringraziare il venditore, cioè la Tirrenia, società che è stata messa in liquidazione nel 1993, dopo essere stata coinvolta in Tangentopoli. E lì è rimasta per anni e anni, senza rendersi più utile in alcun modo allo sviluppo del Paese. Ma rendendosi utilissima, evidentemente, per la sistemazione della famiglia Amato.

Luciano Violante

Luciano Violante
L'ex presidente della Camera Luciano Violante: ha avuto a disposizione per cinque anni i bellissimi spazi di Montecitorio, poteva accontentarsi, a fine mandato, di un trilocale in periferia? Macché. Voleva rimanere lì, nel cuore della capitale.

Ed è per questo che nel 2003, insieme con la moglie Giulia De Marco, ha comprato un appartamento in via di sant'Eufemia, che sta tra i Fori imperiali e piazza Venezia, una posizione davvero straordinaria, accanto ai tesori più conosciuti e visitati dai turisti di tutto il mondo.

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Un piccolo gioiello, non molto grande, 4,5 vani, 70 metri quadrati circa, un soggiorno, quattro camere e servizi, ma con due terrazze dalla vista mozzafiato, disposto su tre livelli (piano terzo, quarto e quinto) e di categoria lusso: una ex casa dell'Ina che Violante ha comprato dall'auriga immobiliare, sempre all'interno del piano di dismissioni degli immobili pubblici. un piano particolarmente vantaggioso per gli acquirenti: secondo «l'Espresso», infatti, questa meraviglia di immobile sarebbe stato pagato nel 2003 appena 327.000 euro, cioè poco più di un bilocale in periferia, mentre, secondo la stima Cerved, vale tra 663.500 e 1.191.600 euro (sconto praticato: fra il 51 e il 73 per cento). Oltre il 50 per cento di sconto, forse anche il 73, e la casa nel centro di Roma: ma che cosa volete di più? Più scalano il potere, più scendono i prezzi, evidentemente.

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Rosy Bindi
Siena, Firenze, Belluno. Rosy Bindi ha case un po' dappertutto. Ma a farla finire nell'occhio del ciclone è quella romana: 4,5 vani al primo piano di via del Vantaggio, praticamente in piazza del Popolo, di fianco al ristorante Bolognese, meta assai frequentata dei vip della capitale.

La casa era di proprietà Inail: l'onorevole Pd nel 2000 ne è diventata inquilina, sfruttando il canone agevolato da 1.500 euro al mese, e nel 2006 l'ha acquistata, fruendo del generoso sconto concesso a tutti gli inquilini. Ergo: prima ha goduto dei vantaggi come affittuaria, poi come compratrice. Il prezzo, infatti, è stato di 421.000 euro, contro quello di mercato che sarebbe stato di 739.000 euro. Quasi la metà.

ANNA FINOCCHIARO E IL MARITO MELCHIORRE FIDELBO

Anna Finocchiaro
È piuttosto complesso, ma merita un po' di attenzione, anche il caso immobiliare di un altro ex ministro della Repubblica, Anna Finocchiaro. il 17 maggio 2010 l'ex responsabile delle Pari opportunità compra, insieme al marito Melchiorre Fidelbo (che verrà poi coinvolto nell'ottobre 2012 in un'indagine per abuso d'ufficio e truffa relativa all'informatizzazione di un ospedale in Sicilia), un appartamento dell'ente cassa nazionale del notariato: 9 vani, più cantina e box auto, in via Savorelli, quartiere Aurelio, dietro il Vaticano.

La proprietà viene divisa con le due figlie, Miranda e costanza. il prezzo pagato è 790.000 euro. «407.000 euro meno di quanto vorrebbe il mercato» accusa Franco Bechis su «Libero», ma lei nega: «Nessuno sconto, nessuna condizione economica di favore» dice. «Va tenuto presente che al momento della vendita l'appartamento era occupato dall'inquilino, che lo ha lasciato solo dopo cinque mesi.» E poi aggiunge che «l'unità immobiliare, risalente agli inizi degli anni cinquanta, era in pessime condizioni».

Italo Bocchino

Italo Bocchino
In attesa di Fare Futuro, Italo Bocchino si è fatto una bella casa. Siamo in corso Vittorio Emanuele a Roma, fra piazza Navona e il Vaticano, un terzo piano piuttosto ampio (8,5 vani più cantina) che apparteneva all'immenso patrimonio delle Generali. Bocchino lo compra dalla società investire immobiliare, nata apposta per dismettere il patrimonio delle assicurazioni: versa la cifra sull'unghia e si assicura la nuda proprietà, lasciando l'appartamento in usufrutto alla moglie Gabriella Buontempo.

Il rogito è fissato il 24 febbraio 2004, il prezzo interessante: 838.000 euro, che non sono bruscolini ma che sicuramente è molto al di sotto ai prezzi di mercato. Nel dicembre 2012, infatti, con il settore in piena crisi, le agenzie mettono in vendita, in quella via, 6 locali a 1,6 milioni di euro, cioè il doppio. E anche il valore stimato dal Cerved è vicino a quella cifra: 1.522.027 euro.

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Franco Marini
E incontentabile è anche Franco Marini, un altro ex segretario della Cisl, oggi escluso dal Parlamento dopo essere stato anche presidente del senato. Marini risulta proprietario insieme alla moglie Luisa D'Orazi di un grande loft romano, 14,5 vani e mezzo (circa 300 metri quadrati) al pianoterra e seminterrato in via Lima 34, ai Parioli. Secondo «l'Espresso», lo avrebbe pagato meno di un milione di euro, per l'esattezza 999.996 euro. Non è poco, certo, ma neppure molto, considerata la dimensione e la zona particolarmente di pregio: secondo la stima Cerved, infatti, quell'appartamento vale più del doppio (esattamente 2.047.864 euro).

GIOVANBATTISTA RE FRANCO MARINI E MOGLIE

Eppure, Franco Marini non è contento. «Un milione di euro per un piano rialzato e uno scantinato vi sembrano pochi?» minimizza parlando con «Repubblica». «Adesso c'è il parquet, ma prima la casa dovevate vederla...». La scala diventa «stretta e buia», il loft naturalmente è pieno di umidità («Mia moglie si lamenta...»), il secondo bagno si trasforma in un «bagnetto di servizio», lavanderia, cucina spaziosa (con montavivande) e ricca cantina passano in secondo piano. Tanto che Marini si spinge ancora più in là nella lagna: pagata poco? Macché: troppo. «Avrei voluto un ulteriore sconto» dichiara.

NANNI MORETTI

Nanni Moretti
A Roma Trastevere, e precisamente in via Giovanni Livraghi, a due passi dal celebre cinema Sacher, c'è un appartamento che era di proprietà dell'Incis, Istituto nazionale per le case degli impiegati dello Stato, e che oggi risulta intestato per metà al regista Nanni Moretti e per metà alla sua ex compagna Silvia Noto, figlia del compositore Luigi e madre di suo figlio Pietro.

L'appartamento è stato comprato vent'anni fa, esattamente il 26 marzo 1993. Il prezzo d'acquisto era assai vantaggioso: 274 milioni di lire, cioè circa 140.000 euro. Oggi, secondo le stime Cerved, vale 792.684 euro, cioè quasi sei volte di più. Certo, bisogna dire che in vent'anni le case si sono assai rivalutate. Ma è indubbio che il regista di Caro diario e Palombella rossa abbia fatto un affare.

 

MILANO SI RIPRENDE DOPO 3 SEDUTE NO: +0,6% - Spread a 303 - Lagarde: “La Bce ha spazio di manovra

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1- SPREAD BTP CHIUDE A 303 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude poco sopra i 300 punti (303), col tasso sul decennale italiano al 4,25%. Il differenziale tra i titoli a 10 anni di Spagna e Germania termina a 343 punti base con il tasso dei Bonos al 4,66%.

2- BORSA, MILANO CHIUDE IN RIALZO: SVETTA LOTTOMATICA, BENE BANCHE
(LaPresse/Finanza.com) - La Borsa di Milano ha chiuso in rialzo interrompendo una striscia negativa che durava da tre sedute consecutive. Il listino milanese ha comunque ridotto i guadagni dopo l'avvio negativo di Wall Street in scia ad alcuni deludenti dati macro. L'indice Philadelphia Fed si è attestato ad aprile a 1,3 punti contro attese che indicavano 3 punti, mentre gli indicatori anticipati di marzo hanno mostrato un calo dello 0,1% con il consensus che era per un rialzo dello 0,1%.

lottomatica

In Italia tutti i riflettori sono puntati verso l'elezione del presidente della Repubblica dove alla prima chiama Franco Marini, candidato forte di Pd e Pdl, non ha raggiunto il quorum necessario. I due principali partiti politici hanno fatto sapere di voler votare scheda bianca fino alla quarta votazione, quando il quorum si abbasserà a quota 504 voti. In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha guadagnato lo 0,63% a 15.480 punti.

Lottomatica ha svettato sul paniere principale con un rialzo del 3,87% a 18,81 euro in scia alla promozione ricevuta da Exane. Gli analisti della casa d'affari francese hanno alzato il giudizio sul titolo del Lotto a outperform dal precedente neutral. Positivi la maggior parte dei titoli bancari: Unicredit ha guadagnato l'1,80% a 3,502 euro, Banco Popolare il 2,82% a 0,984 euro, Ubi Banca l'1,86% a 2,852 euro, Intesa SanPaolo lo 0,64% a 1,258 euro, Monte dei Paschi lo 0,93% a 0,195 euro. In controtendenza Mediobanca (- 1,67% a 4,36 euro) e Popolare di Milano (-1,28% a 0,50 euro). Gli acquisti hanno premiato i colossi pubblici dell'energia: Enel ha mostrato un progresso dell'1,92% a 2,648 euro, mentre Eni ha strappato un più modesto più 0,41% a 17,35 euro.

CAMPARI

Tra i peggiori da segnalare la performance di Campari (-2,17% a 5,85 euro) influenzata dalle indicazioni arrivate Oltremanica dalla rivale Diageo. Nel dettaglio la società britannica ha visto le vendite trimestrali, al netto delle componenti straordinarie, salire del 4% rispetto al +5% pronosticato dal consensus. Il gruppo inglese delle bevande ha annunciato una debolezza dei consumi nei mercati emergenti. Prysmian ha lasciato sul parterre il 2,02% a 14,53 euro in scia al downgrade di Cheuvreux, che ha ridotto il giudizio sul titolo a underperform dal precedente outperform.

Citigroup resta cauta su Telecom Italia (-1,01% a 0,589 euro). Gli analisti della banca americana si aspettano un primo trimestre debole per l'ex monopolista delle telecomunicazioni in scia "all'incremento della pressione del mercato domestico". Il broker prevede un calo dei ricavi della telefonia fissa del 7,5% contro il -9,4% registrato nel quarto trimestre del 2012 e il -6,4% nel periodo luglio-settembre. Per quanto riguarda il business mobile, Citigroup prevede un calo dei ricavi pari al 17% contro il -11,7% dell'ultimo scorcio dello scorso anno. Gli esperti hanno infine confermato la raccomandazione neutrale sul titolo Telecom Italia.

CHRISTINE LAGARDE AL G20

3- CRISI: LAGARDE, BCE HA SPAZIO DI MANOVRA
(ANSA) - "Fra le banche centrali al mondo la Bce è quella che ha spazio di manovra e sta a loro (le banche centrali, ndr) determinare se e quando tagliare i tassi". Lo afferma il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, ricordando però che le banche centrali non possono fare tutto da sole.

"Fra le banche centrali la Bce é quella che ha un po' di spazio di manovra, che credo userà quando sarà più utile e darà maggior leverage" afferma Lagarde, ribadendo che il Fmi reputa un passo positivo la politica monetaria del Giappone, che però deve essere completata dalle riforme strutturali e da una riduzione del debito". Le banche centrali non possono fare tutto da sole e al momento - mette in evidenza Lagarde - sembra esserci un problema di trasmissione fra la politica monetaria e l'economia reale. "Molti paesi europei hanno bisogno del risanamento fiscale, il nodo è quanto e quanto velocemente" mette in evidenza Lagarde. "Serve un giusto equilibrio".

MARIO DRAGHI

4- L'ESPRESSO:SITO REPUBBLICA GRATIS,ALTRI ARTICOLI A PAGAMENTO
(ANSA) - Entro l'anno alcuni contenuti aggiuntivi al sito di Repubblica verranno offerti a pagamento, mentre il sito generale resterà gratuito. Lo ha annunciato nel corso dell'assemblea dell'Espresso Carlo De Benedetti. "Utilizzeremo il sistema scelto da testate come il New York Times", ha spiegato il presidente del gruppo, ricordando quello che diceva sempre suo padre: "Tutto quello che è gratis non vale niente". In ogni caso, ha aggiunto, "non ci aspettiamo grossi risultati oggi, ma è la premessa in direzione della non gratuità".

CARLO DE BENEDETTI E AMMINISTRATORE DELEGATO MONDARDINI

L'obiettivo, ha spiegato in seguito l'amministratore delegato Monica Mondardini, è di mettere a punto un abbonamento attraverso il quale sarà possibile consultare i contenuti "non nativi digitali", vale a dire che non sono stati realizzati appositamente per il sito, "sulla linea di grandi giornali internazionali". In sostanza, "si comincerà a pagare al di là di un certo numero di articoli consultati, con una formula commerciale e una piattaforma che sono ancora in fase di elaborazione". Il sito web, "in quanto tale, invece, rimarrà gratuito", ha assicurato l'ad. Molto più vicina nel tempo, l'appuntamento è fissato per domani, è invece l'uscita del nuovo Venerdì di cui, ha spiegato De Benedetti, è stato messo a punto un "restyling pulito e moderno, che non è una rivoluzione: Il Venerdì è un prodotto di successo - ha concluso - e non intendiamo adeguarci alla concorrenza aumentandone il prezzo".

EUGENIO SCALFARI CARLO DE BENEDETTI E MONICA MONDARDINI

5- CRISI: DE BENEDETTI, ITALIA IN TRAPPOLA DI POVERTA'
(ANSA) - "L'Italia si trova in una crisi drammatica, con l'economia in impoverimento a tutti i livelli: lo Stato, le regioni, le province, i comuni e le famiglie. E' quella che gli americani chiamano 'poverty trap', cioé una trappola di povertà". Lo ha affermato il presidente del gruppo L'Espresso Carlo De Benedetti nel corso dell'assemblea. "E' un situazione congiunturale, ma per l'Italia è una congiuntura di lungo periodo e non ci sono segnali di miglioramento per il 2013 o di ripresa nel 2014".

TIM COOK FA VISITA ALLA FABBRICA FOXCONN IN CINA

6- APPLE: TITOLO SI CONFERMA AI MINIMI DAL DICEMBRE 2011
(Finanza.com) Nuova seduta con il segno meno per il titolo Apple, in rosso del 2% a 394,73 dollari. Ieri il titolo della mela morsicata è sceso sotto quota 400 dollari per la prima volta dal dicembre 2011 in scia dei timori sull'andamento delle vendite del secondo trimestre innescati da un balzo delle scorte registrato da uno dei suoi principali fornitori di semiconduttori, Cirrus Logic (-0,17% a 18,02 dollari). Secondo i calcoli di Bloomberg, il 90% dei ricavi di Cirrus arrivano da Cupertino.

7- L'ASIA FA INCETTA DI ORO FISICO. GLI ETF RIDUCONO IL SOTTOSTANTE
Trend Online - Il prezzo dell'oro in dollari è salito brevemente oltre i $1400 all'oncia giovedì mattina, rimbalzando dopo un crollo di $50 all'oncia avvenuto durante la notte, mentre i dealer riportano una forte domanda di oro fisico in Asia.
Il prezzo dell'oro in Euro è salito oltre i €1070 all'oncia, dopo essere crollato al di sotto dei €1030 durante la notte.

"La cultura in Asia è tale che quando il prezzo scende l'oro fisico viene assorbito da quel mercato" aggiunge Dick Poon, general manager di Heraeus a Hong Kong.
"La domanda da parte dell'industria orafa sta migliorando e anche i clienti industriali stanno comprando dopo il crollo." L'India, che tradizionalmente è la nazione prima per acquisto di oro, ha avuto questa settimana la domanda più forte di tutto l'anno, secondo la Federazione Indiana di Gemme e Oreficeria. La Tailandia e il Giappone hanno avuto un incremento altrettanto notevole, secondo quanto riportato dalla stampa locale.

ORO

Gli investitori occidentali hanno mostrato segnali di un rinnovato appetito per l'oro fisico da quando il prezzo è crollato. Gli utenti di BullionVault, il servizio principale per l'acquisto di oro online per gli investitori privati, sono stati compratori netti per la prima volta dopo sette giorni durante la giornata di mercoledì, con il flusso di denaro in entrata di molto maggiore al flusso in uscita.

Haruhiko Kuroda governatore della banca centrale giapponese

La Zecca degli Stati Uniti, martedì e mercoledì ha venduto 77.000 once di monete American Eagle, paragonate a 62.000 once per l'intero mese di marzo.
"L'oro era destinato ad avere una correzione importante" ha dichiarato Jim Rogers, un investitore molto noto nell'ambiente.

"Questa potrebbe essere la correzione vera e propria e, se così fosse, creerebbe un fondo ed è possibile comprare oro di nuovo perché salirà molto lungo questa decade." , Il più importante ETF nel frattempo ha continuato a subire perdite per quanto riguarda il sottostante durante la giornata di mercoledì, raggiungendo 1134,8 tonnellate, e il 3,5% in meno rispetto all'inizio del mese.

Così come l'oro, anche l'argento è rimbalzato dopo un crollo avvenuto durante la notte, ed è tornato durante la mattinata di giovedì oltre i $23,50 all'oncia, mentre i mercati azionari e le altre materie prime hanno recuperato parte del terreno dopo le perdite di questa settimana. Nel frattempo i bond governativi degli Stati Uniti hanno subito un crollo.

Ducati

8- DUCATI: DOMENICALI NUOVO A.D., SOSTITUISCE DEL TORCHIO
(ANSA) - Claudio Domenicali, direttore generale e membro del consiglio di amministrazione, è amministratore delegato di Ducati al posto di Gabriele Del Torchio, che lascia l'azienda per assumere la guida di Alitalia. Domenicali, è entrato in Ducati nel 1991, avendo conseguito la laurea in ingegneria meccanica presso l'Università di Bologna. Diventa Amministratore Delegato Ducati Corse nel 1999, nel 2005 diventa Direttore R&D prodotto e nel 2009 viene nominato Direttore Generale, responsabile dei processi di Sviluppo Prodotto ed Operations. Dal 2012 viene confermato all'interno del nuovo CdA, costituito dopo l'acquisizione di Ducati Motor Holding da parte del Gruppo Audi.

GABRIELE DEL TORCHIO

9- UBI BANCA: JANNONE, IMPUGNEREMO IN OGNI CASO ASSEMBLEA
(ANSA) - Giorgio Jannone, capofila della lista 'Ubi Banca, ci siamo', critica l'attuale gestione della banca, impugnerà l'assemblea della banca di sabato prossimo, 20 aprile, indipendentemente dalla decisione che prenderà il Tribunale di Bergamo sul ricorso urgente da lui stesso presentato venerdì scorso. "E' evidente - ha spiegato Jannone - che in ogni caso, in considerazione dei tempi ristretti, impugneremo l'assemblea su alcuni argomenti che riteniamo fondamentali".

ubi banca

Tra questi il numero uno della Cartiere Pigna indica "l'irregolarità tecnico-formale delle liste depositate, la mancanza di segretezza del voto, poiché le rassicurazioni che ha dato la banca non sono sufficienti, e la raccolta delle deleghe in bianco, con indebite pressioni esercitate sul voto e sul ruolo dei dipendenti, come già denunciato dai sindacati". Sulla segretezza del voto, in particolare, l'ex parlamentare del Pdl sostiene che, venendo meno, si apre un "vulnus per la libertà democratica".

"Il voto - spiega - non deve assolutamente essere tracciabile". Jannone teme poi un "collegamento indebito tra la prima e la terza lista", ossia quelle presentate dal consiglio di sorveglianza uscente, che ha candidato l'imprenditore Andrea Moltrasio, e quella che fa capo ad Andrea Resti, contrassegnata da un punto esclamativo: 'Ubi, Banca Popolare!'.

10- ALITALIA: PARTE IL DOPO RAGNETTI,CDA NOMINA DEL TORCHIO
(ANSA) - La cloche di Alitalia passa nelle mani di Gabriele Del Torchio. Il cda della compagnia ha infatti nominato il manager varesino, che arriva dalla Ducati, come nuovo amministratore delegato. A Del Torchio sono state attribuite tutte le deleghe operative e la sua nomina all'interno del cda sarà confermata dall'assemblea del 29 aprile, chiamata anche ad approvare il bilancio 2012. Può quindi partire il dopo-Ragnetti, dopo quasi due mesi dalle dimissioni dell'ex a.d. (che ha lasciato il 25 febbraio), le cui deleghe sono state assunte ad interim dal presidente Roberto Colaninno.

Alitalia arrivederci

Del Torchio, classe 1951, arriva da sei anni sul sellino della Ducati ed è il terzo 'pilota' (dopo Sabelli e Ragnetti) della nuova Alitalia, nata nel 2008 dalle ceneri della vecchia compagnia di bandiera. Al suo posto la Ducati, che lo ringrazia per aver consentito al gruppo una "crescita costante in una fase economicamente difficile", ha scelto Claudio Domenicali, già direttore generale e membro del Cda della casa di Borgo Panigale. In Alitalia, per Del Torchio, che oltre alla guida della Ducati vanta una una carriera passata tra società di macchinari da costruzione, calcestruzzo, multiutility, fino alla nautica di lusso con il Gruppo Ferretti, sarà una sfida non facile: il gruppo ha chiuso il 2012 con una perdita di 280 milioni, quattro volte peggiore dell'anno precedente; e la liquidità disponibile a fine 2012 si è ridotta a circa 75 milioni dai 326 di un anno prima.

Alitalia

La compagnia però conferma l'obiettivo di raggiungere il pareggio operativo a fine anno: il consiglio di amministrazione di oggi ha infatti analizzato lo stato di avanzamento del budget 2013, confermando il target e rivedendo le modalità per raggiungerlo. Non è escluso inoltre che la riunione sia stata l'occasione per discutere dell'ipotesi, circolata in questi giorni, di convertire già a fine anno il prestito da 150 milioni varato il 22 febbraio: inoltre il prestito, che è al momento sottoscritto per 95 milioni, dopo questo cambio al vertice potrebbe ricevere l'adesione di altri soci.

Intanto domani sono possibili disagi per chi vola. E' infatti in programma uno sciopero nazionale di 4 ore (dalle 12 alle 16) dei lavoratori Alitalia Cai proclamato dall'Usb: ma Alitalia fa sapere che non ci saranno cancellazioni né disagi. Nella stessa fascia oraria scioperano anche i lavoratori di Sea e Sea Handling (Aeroporti di Milano), ma Alitalia e Air One hanno già predisposto misure preventive per diminuire i disagi, cancellando alcuni voli: le modifiche, comunque - precisa la compagnia -, non riguardano i voli intercontinentali di Alitalia, che si prevedono regolari. Stati inoltre in programma 4 ore di sciopero anche per Air Italy e Blue Panorama.

easyjet

11- EASYJET: JOHN BARTON NUOVO PRESIDENTE NON ESECUTIVO
(ANSA) - Dal 1 maggio John Barton entrerà a far parte del board, in qualità di presidente non esecutivo, della compagnia easyJet, sostituendo Mike Rake che ricopre attualmente la carica. Mike Rake lascerà il board lo stesso giorno. "Siamo molto soddisfatti di aver nominato un nuovo presidente del calibro di John Barton - ha commentato il presidente del Comitato, David Bennet - John porterà in easyJet una comprovata esperienza commerciale e in società quotate, avendo ricoperto ruoli importanti in diverse aziende per oltre 16 anni e maturato esperienza nel settore finanziario e in importanti mercati consumer durante gli anni passati in Next. Voglio anche rinnovare i nostri ringraziamenti a Rake per il significativo contributo apportato alla Compagnia in qualità di presidente negli ultimi tre anni, e fargli i migliori auguri per il futuro".

"Sono lieto di poter ricoprire il ruolo di presidente in easyJet, diventata una delle compagnie aeree leader in Europa e una tra le aziende più affermate e dinamiche nel Regno Unito. Il mio obiettivo sarà assicurare che il management di easyJet continui a registrare una proficua crescita e ritorni importanti per il mercato. Non vedo l'ora di iniziare a lavorare con tutto il team di easyJet", ha detto Barton.

 

SI PARTE CON LA FESTA! ECCO L’AUTOBUS-STEREO

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DAGOREPORT Dal "Daily Mail"
http://bit.ly/175nFSl

AUTOBUS STERO THE ROCKBOX

Vi ricordate il mitico "giamaicano", il mangianastri gigante con tanto di radio integrata in voga negli anni '80 e '90? Beh, dopo che avrete visto questo, l'aggettivo "gigante" vi sembrerà ridicolo.

AUTOBUS STERO THE ROCKBOX

Il 36enne californiano Derek Wunder ha ideato e fatto costruire nel 2007 un autobus che contiene 50 passeggeri dalle sembianze di un vecchio stereo. E oltre alla forma, c'è anche la sostanza. Il particolare veicolo ha infatti dei potentissimi altoparlanti oltre a luci e tutto il necessario per dar vita a feste improvvisate in qualsiasi posto lo si voglia parcheggiare.

AUTOBUS STERO THE ROCKBOX

L'eccentrico mezzo di trasporto, che è stato rinominato "The Rockbox" e che potete vedere nelle foto, è stato costruito da cinque persone su un bus Dodge del 1987.

Ma anche per Derek è venuta l'ora di mettere la testa a posto e di farla finita con i party. L'uomo presto diventerà padre, e non avrà più tempo da dedicare al suo enorme stereo "mobile", per cui sta cercando di venderlo.

D'accordo, non sarà esattamente il genere di veicolo più facile da piazzare sul mercato, considerato che non può nemmeno viaggiare per le strade, ma di certo si tratta di una vera rarità per i collezionisti e i più accaniti amanti della musica. E poi, dice Derek, è facile da guidare.

 

AUTOBUS STERO THE ROCKBOX AUTOBUS STERO THE ROCKBOX

ALTRO CHE “HOMELAND”! I TERRORISTI DELLA MARATONA DI BOSTON SONO 2 FRATELLI CECENI. UNO È MORTO, L’ALTRO CIRCONDATO

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1- BOSTON: POLIZIA CIRCONDA UNA CASA A WATERTOWN
(ANSA) - Le squadre speciali Swat della polizia e l'Fbi hanno circondato una casa di Willow Park a Watertown, ad armi spianate si preparano a fare irruzione. Lo riferisce la Fox che ne mostra le immagini in diretta.

Tamerlan Tsarnaev terrorista della maratona di Boston

2- ATTENTATORE IN FUGA, FORSE DIRETTO VERSO NY
(ANSA) - Il secondo sospetto ricercato per l'attentato di Boston potrebbe essere in fuga in Connecticut e diretto verso New York, a bordo di una Honda Crv di colore grigio di cui è stato divulgato il numero di targa. Lo afferma la polizia, secondo quanto riferisce la Cnn. Volanti della polizia sono posizionate lungo la Interstate 84 a Union vicino al Confine con il Massachusetts e controllano il traffico. Su richiesta della polizia di Boston un treno Amtrak proveniente da Boston è stato fermato a Norwalk per mezz'ora e perquisito. Tsarnaev non è stato trovato a bordo.

3- BOSTON: FONTI POLIZIA,TEMIAMO NON PRENDERE VIVO IL FUGGITIVO
(ANSA) - Fonti di polizia dicono che il ceceno ancora in fuga sospettato per l'attentato alla maratona di Boston è asserragliato a Watertown e si comporta in modo che fa temere l'impossibilità di prenderlo vivo.

Dzhokhar Tsarnaev TERRORISTA DELLA MARATONA DI BOSTON

4- I TERRORISTI 2 FRATELLI CECENI DI 19 E 26 ANNI
(ANSA-REUTERS) - Sono due fratelli ceceni di 26 e 19 anni i due terroristi ritenuti responsabili dell'attentato di Boston. Si tratta di Tamerlan Tsarnaev di 26 anni, rimasto ucciso stamane, e Dzhokhar A. Tsarnaev, di 19 anni, tutt'ora in fuga. Lo confermano fonti della sicurezza interna.

5- SOSPETTO N.1 MORTO IN OSPEDALE
(ANSA) - Il sospetto n.1 dell'attentato alla maratona di Boston (quello con il berretto scuro nelle foto della polizia) è morto in ospedale dopo la sparatoria di Watertown. Secondo comunicazioni radio della polizia, il suo complice potrebbe avere esplosivi addosso. Le comunicazioni sugli scanner delle forze dell'ordine sono emerse su Twitter.

AZIONI DELLA POLIZIA PER CATTURARE I TERRORISTI CECENI DELLA MARATONA DI BOSTON

6- SEDICENTE PADRE CECENI,INCASTRATI DA SERVIZI SEGRETI
(ANSA) - Un uomo presentatosi come il padre di Tamerlan e Dzhokar Tsarnaev, i due fratelli ceceni sospettati dell'attentato alla maratona di Boston, ha telefonato al corrispondente dell'agenzia Interfax a Makhachkala, in Daghestan, sostenendo che i servizi segreti (americani, ndr) hanno incastrato i suoi figli. "Ho saputo dell'accaduto dalla tv. La mia opinione è che i servizi segreti hanno incastrato i miei figli perché sono musulmani praticanti", ha dichiarato l'uomo, che ha detto di chiamarsi Anzor.

AZIONI DELLA POLIZIA PER CATTURARE I TERRORISTI CECENI DELLA MARATONA DI BOSTON

"Perché hanno ucciso Tamerlan? Dovevano prenderlo vivo. Il mio figlio più piccolo ora si nasconde, lui studiava al secondo corso di un istituto medico negli Usa. Lo aspettavamo per le vacanze. Ora non so cosa succederà", ha concluso l'uomo, rifiutandosi di incontrare il giornalista.

7- ZIO ATTENTATORI, 'IMPOSSIBILE, NON POSSO CREDERLO'
(ANSA) - "E' impossibile, non posso crederlo": mostra un enorme stupore Ruslan Tsarni, zio dei due fratelli ritenuti responsabili dell'attentato di Boston, uno ucciso dalla polizia e uno braccato in queste ore dagli agenti. "Erano bravi studenti...non capisco..", afferma i microfoni di una Tv locale.

AZIONI DELLA POLIZIA PER CATTURARE I TERRORISTI CECENI DELLA MARATONA DI BOSTON

8- CECENO MORTO POSTAVA VIDEO TERRORISTI YOUTUBE
(ANSA) - Possedeva un account su YouTube in cui pubblicava video di ispirazione terrorista e islamista, Tamerlan Tsarnaev, 26 anni, morto oggi in uno scontro a fuoco con la polizia a Watertown, fratello e presunto complice di Dzhokar Tsarnaev, ora ricercato per la strage alla maratona di Boston.

Il giovane, iscritto con il suo nome sul popolare sito di condivisione di video, ha postato in particolare una serie di filmati legati al salafismo, corrente integralista dell'Islam sunnita. Ma anche videoclip musicali del cantante hip hop russo Vasya Oblomov, autore anche di brani satirici diffusi dall'opposizione russa anti Putin, e del "bardo della jihad cecena" negli anni '90, il cantautore ed ex guerrigliero indipendentista ceceno Timur Mutsuraev.

AZIONI DELLA POLIZIA PER CATTURARE I TERRORISTI CECENI DELLA MARATONA DI BOSTON

9- CECENO MORTO, 'NON HO AMICI AMERICANI,NON LI CAPISCO'
(ANSA) - Tirava di box, il suo film preferito era 'Borat' (il bizzarro giornalista kazako inventato dal comico britannico Sacha Baron Cohen), voleva fare l'ingegnere e diceva di "non avere neanche un amico americano perché non li capisco". E' quanto emerge dall'account su Youtube di Tamerlan Tsarnaev, 26 anni, morto oggi in uno scontro a fuoco con la polizia a Watertown, fratello e presunto complice di Dzhokar Tsarnaev, ora ricercato per la strage alla maratona di Boston.

AZIONI DELLA POLIZIA PER CATTURARE I TERRORISTI CECENI DELLA MARATONA DI BOSTON

Tamerlan era un pugile dilettante ed era stato il soggetto di un servizio fotografico scattato prima che il giovane gareggiasse alla National Golden Gloves a Salt Lake City. Le didascalie del servizio fotografico danno un mini-profilo del giovane. Tamerlan aveva preso un semestre 'sabatico' da scuola per prepararsi alla competizione. Viveva negli Usa da 5 anni e sperava in caso di vittoria di essere selezionato nella squadra olimpica degli Stati Uniti. Il ragazzo diceva di non fumare, né bere alcolici. Diceva anche che raramente si toglieva la maglietta (lo fa nel servizio fotografico) perché era "un buon musulmano" e non voleva che le ragazze "si facessero venire idee".

AZIONI DELLA POLIZIA PER CATTURARE I TERRORISTI CECENI DELLA MARATONA DI BOSTON

10- PORTAVOCE KADYROV, NESSUN LEGAME CON CECENIA
(ANSA) - "Le persone sospettate di aver commesso i crimini a Boston non hanno nulla a che fare con la Cecenia", dove "non hanno mai vissuto in età adulta": lo ha detto Alvi Karimov, portavoce del leader ceceno Ramzan Kadyrov, commentando la notizia che i fratelli ceceni Tsarnaev potrebbero essere gli autori dell'attentato alla maratona di Boston.

AZIONI DELLA POLIZIA PER CATTURARE I TERRORISTI CECENI DELLA MARATONA DI BOSTON

"Secondo i dati preliminari ricevuti dai dicasteri competenti, la famiglia Tsarnaev, si trasferì molti anni fa dalla Cecenia in un'altra regione della Federazione russa", ha spiegato Karimov all'agenzia Interfax. "Successivamente, per un lungo periodo di tempo, la famiglia ha abitato in Kazakhstan, da dove si è trasferita poi negli Usa ottenendo il permesso di soggiorno", ha proseguito. "Quindi le persone in questione non abitavano in Cecenia in età adulta e se sono diventate 'cattive' bisogna chiederne il perché a chi li ha educati", ha concluso.

 

IL COLLE DEI TIRATORI SCELTI: MORTADELLA FINIRA’ INSACCATO?

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Francesco Curridori per "Lettera 43"

u maschera romano prodi

Il Partito democratico ha scelto Romano Prodi all'unanimità e punta sulla sua elezione già al quarto scrutinio.
Sulla carta l'ex presidente della Commissione europa può contare sui 496 voti della coalizione di centrosinistra. Se a questi si aggiungessero i voti dei senatori a vita, dei grandi elettori valdostani e di quattro parlamentari eletti all'estero Prodi potrebbe arrivare ai fatidici 504 voti necessari per succedere a Giorgio Napolitano.
Una maggioranza troppo risicata per risultare vincente e perciò in queste ore la diplomazia democratica è al lavoro per allargare la base del consenso ai grillini e ai montiani.

PD TENTATO DA RODOTÀ.

ROMANO PRODI

Situazione non facile dato che Beppe Grillo ha confermato che il candidato del Movimento 5 stelle è Stefano Rodotà che sulla carta può contare su 165 voti e non dovrebbero esserci dei franchi tiratori democratici a suo favore anche se, pure al terzo scrutinio, ha preso ben 250 voti. Evidentemente una parte di Sinistra ecologia e libertà e del Pd intende ancora seguire le spinte di quella base elettori che preferiscono Rodotà a Prodi per assicurarsi un'alleanza di governo con Grillo. Tanto che il M5s ha parlato di «praterie per il governo» che si aprirebbero nel caso in cui i voti di centrosinistra confluissero sull'ex garante della privacy.

ROMANO PRODI

IL PDL RINUNCIA AL VOTO.

La candidatura di Anna Maria Cancellieri avrebbe dovuto, in teoria, poter contare su 340 voti del Popolo della libertà. Ma il partito di Silvio Berlusconi ha annunciato di non voler votare al quarto scrutinio. Stessa decisione anche da parte della Lega Nord.
Intanto, secondo quanto riferiscono fonti vicine al Pd, i voti dei montezemoliani potrebbero convergere su Prodi.

Giorgio Napolitano con la bandiera italiana

«Il vincente della prima giornata di votazioni è sicuramente Matteo Renzi. E Andrea Romano e i cristiano sociali vedono con favore un'alleanza con il sindaco di Firenze. In tal caso si tratterebbe di un bottino di circa 20 in più».
Ma sui social network ci sono diversi elettori del Pd che pensano invece che Bersani con questa mossa sia riuscito a riavvicinare il centro montiano verso il Pdl. Ma non si escludono colpi di scena.

GRILLO

Nella giornata di giovedì 18 ci sono stati circa 200 franchi tiratori in casa democratica e «alcuni dalemiani sarebbero sul punto di far saltare il banco dato che il nome di Massimo D'Alema nella riunione di venerdì 19 non è nemmeno stato preso in considerazione», si dice tra i prodiani.
Nel terzo scrutinio l'ex premier ha ottenuto 34 voti (nella prima giornata di voti erano 38) ma è difficile stimare i dalemiani «perché c'è una sottilissima differenza tra dalemiani, bersaniani e giovani turchi.

Stefano Rodota

Fassina e Orfini per esempio sono dalemiani ma hanno detto che voteranno Prodi».
Secondo il senatore Giorgio Tonini, di fede veltroniana, «i dalemiani sono una categoria dello spirito. Quelli in senso stretto sono una decina e i voti del 18 non contano perché nella seconda votazione si è votata anche Valeria Marini».

Anna Maria Cancellieri

GLI EX POPOLARI MEDITANO VENDETTA.
Ma tra le file dei giovani democratici c'è anche chi sostiene che, almeno alla quarta votazione «gli ex popolari potrebbero decidere di vendicarsi per il modo con cui è stato scaricato Franco Marini e potrebbero mancare un'altra decina di voti».
L'ex presidente del Senato, infatti, al secondo scrutinio ha ottenuto ben 15 voti. In totale tra dalemiani ed ex popolari il bacino di franchi tiratori per Prodi potrebbe superare i 60 voti o arrivare addirittura a 80 o 90 se Rodotà dovesse continuare a essere il suo principale rivale.

matteo renzi

I FEDELI DEL CAV SCENDONO IN PIAZZA.
Certo è che la bocciatura di Prodi, come ha spiegato la senatrice Roberta Pinotti, «minerebbe l'unità del partito. Al momento, non ci sono alternative al suo nome».
Dal versante del centrodestra, che il 19 ha organizzato una manifestazione a Montecitorio contro l'ipotesi di Prodi capo dello Stato, si dà per scontata la sua elezione già alla quarta votazione con l'aiuto dei grillini: «Ormai il Pd ha scelto Grillo».

Roberta Pinotti ADS

 

 


CAFONALINO - NEL NOME DEL PADRE, BARCA FA ROTTA VERSO IL NAZARENO

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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

1. NAPOLITANO RICORDA LUCIANO BARCA, AMICO DALL'INGEGNO VIVACE
(ANSA) - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricorda - a cinque mesi dalla sua scomparsa - Luciano Barca, padre del ministro Fabrizio. Il capo dello Stato ha inviato una lettera personale, letta nel corso dell'evento 'Incontrare Luciano Barca', iniziativa tenuta a Palazzo Venezia a Roma. Nella missiva il Presidente si associa "a un ricordo e a un omaggio che sento anche come miei" scrive.

Stefano Accorsi

"Intenso è stato infatti per lunghi anni il mio rapporto di amicizia e collaborazione con lui, nel comune impegno ideale e politico; e non dimentico la vivacità del suo ingegno, la forza dei suoi convincimenti, la sua sempre incontestabile integrità morale". "Di queste doti distintive della sua personalità è stata costantemente intessuta anche la dialettica delle idee e delle posizioni politiche di cui siamo stati entrambi partecipi, in momenti spesso difficili e drammatici della vita nazionale", conclude.


2. IL RICORDO DI LUCIANO BARCA
Michele Pierri per "Formiche.net"

Stefano Accorsi e Marco Baliani leggono brani di Luciano Barca

Fabrizio Barca non è ancora il segretario del Partito Democratico, ma la sua ascesa verso il Nazareno sembra ormai inarrestabile. Mentre la verve politica di Pierluigi Bersani si consuma nelle estenuanti trattative per la formazione di un governo, l'ex ministro studia e opera ormai da prossimo leader dei democratici, aprendo parzialmente alla prospettiva di un ticket con Matteo Renzi candidato premier. Dopo l'acceso dibattito per la sua memoria politica, una sorta di "manifesto" del nuovo Pd targato Barca, il titolare della Coesione territoriale del governo Monti coglie l'occasione dei cinque mesi dalla morte del padre per organizzare un seminario denso di contenuti politici.

Sala del Mappamondo di Palazzo Venezia

MEMORIE DI UN PADRE
"Incontrare Luciano Barca", questo è il nome dell'evento che si è tenuto a Palazzo Venezia a Roma, in Sala del Mappamondo, e al quale è stata invitata una selezionata platea di personalità.

Figura eclettica, quella del padre di Fabrizio Barca è una vita densa di esperienze: giornalista, scrittore, partigiano e politico iscritto al Pci, stretto collaboratore di Enrico Berlinguer, è stato un ufficiale decorato della Marina durante la II Guerra mondiale, poi un deputato al Parlamento italiano, quindi direttore dell'Unità e infine senatore della Repubblica.

Piero Gnudi

UN DENSO SEMINARIO
L'incontro - recita l'invito al seminario - ripercorre i temi della sua vita, dalle difficili scelte del giovane ufficiale di Marina all'impegno nel partito per una "causa", alla "costruzione di ponti" con compagni e avversari, al gusto per il racconto, alla pratica del terzo settore, al rapporto paritario con i giovani. Lo fa attraverso letture, testimonianze, filmati e due confronti, sul suo modo di fare politica nel partito e sul rapporto dei giovani con la politica, oggi, in Italia.

IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Il programma è iniziato alle ore 14.45 con la registrazione ed è proseguito alle 15 con Questa giornata dell'economista Maurizio Franzini; ore 15.05 Stefano Accorsi ha letto brani di "Buscando per mare" - un giovane nella guerra e di fronte all'armistizio di Luciano Barca, scelti da Lucio Caracciolo; alle 15.25 Il modo di fare politica nel partito di Luciano Barca: ne hanno Paolo Franchi, Ciriaco De Mita ed Emanuele Macaluso; ore 16.10 Luciano Barca, testimonianze di una vita, coordinate da Maurizio Franzini, con la partecipazione fra gli altri di Aris Accomero, Franco M. Leoncini, Fabio Pellegrini, Alberto Provantini, Giorgio Rodano;

Sala del Mappamondo di Palazzo Venezia

alle 16.50 spazio a Brani da un'intervista di Stefano Rolando con Luciano Barca; ore 17.00, I giovani e la politica: Ilvo Diamanti ha illustrato i risultati di un'indagine realizzata per l'occasione; alle 18.10 Simona Marchini ha letto brani di articoli sul Menabò di Luciano Barca, raccolti da Luca Murrau; alle ore 18.25, la conclusione dell'incontro e poi un aperitivo nella Loggia esterna. Fra le sezioni sono stati proiettati brevi filmati d'epoca raccolti da Fabrizio Berruti.


3. RICORDANDO LUCIANO
Da http://www.eticaeconomia.it/

E' stata la corruzione a farmi incontrare Luciano Barca. Circa venti anni fa, lui aveva in animo di organizzare un convegno su quel tema (che poi si tenne, a giugno del 1993) e qualcuno gli fece il mio nome. Credo, dunque, di avere un debito con la corruzione. Un debito enorme, a dire il vero. Perché è enorme quello che ho potuto prendere da Luciano. I suoi racconti, che lui pescava con naturalezza nella sua prodigiosa memoria, sono stati per me come favole fuori tempo massimo.

Piero Gnudi

I suoi progetti, quelli che esondavano dalla sua energia creatrice, sono stati sfide che è stato bello raccogliere. Il suo sguardo sul mondo, che non sapevo capire da dove venisse, è stato come uno specchio che rifletteva piccole meraviglie. Il suo modo di costruire ponti, un'arte - appunto!- che ho ammirato. E la sua risata, un piacere che infinite volte mi ha alleggerito l'animo. A Luciano, uomo straordinario, vorrei chiedere di far risuonare ancora molte volte, almeno nella memoria di quanti gli hanno voluto bene, quella risata, limpida e gentile.

Maurizio Franzini

Penso a Luciano e vedo i suoi occhi. Svelti, profondi, ironici. Da combattente. Comunista, certo. Ma prima ancora, ufficiale della Regia Marina.

Paolo Franchi e Carmine Fotia

L'altro giorno, riordinando la libreria, mi è capitato tra le mani il suo libro più rivelatore - Buscando il mare con la Decima Mas (Editori Riuniti, 2001). Ho riletto le pagine drammatiche sull'8 settembre, quando Luciano si trovò d'improvviso a dover scegliere e scelse bene. La sua comunità militare sbandava senza ordini. La maggioranza puntò verso casa; alcuni irriducibili vollero salvare l'"onore", scambiando per onore la fedeltà all'"alleato" nazista, che già stava invadendo la patria; altri, tra cui Luciano, mossero contro il nuovo nemico.

Chissà quante altre volte, da dirigente del Partito comunista italiano che tuttavia restava un intellettuale e uno studioso, Luciano affrontò il dilemma fra appartenenza e indipendenza. Fino all'ultimo, Luciano è rimasto un combattente per le sue idee, non per il gusto di aver ragione, ma perché voleva avere ragione insieme. E sono sicuro che avrà spesso ripensato, nei momenti della scelta, a quell'8 settembre in Corsica. Egli stesso volle confessarsi il 21 novembre 1980, di fronte alle gerarchie di partito riunite per festeggiarlo a Botteghe Oscure, debitore verso la Regia Marina: "Per il peso che ebbero, nel determinare il mio carattere, la guerra, il mare, la durezza di certe scelte, la disciplina, e, soprattutto, la responsabilità della vita di altri uomini". Così sei stato, Luciano, così ti ricordo.

Michel Martone

Lucio Caracciolo

Di Luciano ho conosciuto bene l'intelligenza e la passione, e soprattutto la capacità di coltivare assieme, sino alla fine, l'una e l'altra. Qui vorrei dire, per la modesta parte che mi riguarda, solo della sua civiltà umana e intellettuale, e del suo senso dell'amicizia. Mi diede riparo, lui, berlingueriano, a Rinascita, quando vivere sotto roventi accuse di scarso berlinguerismo a Paese sera (direttore Peppino Fiori, condirettore Piero Pratesi) mi era divenuto impossibile. I rapporti di Luciano con la redazione erano tesi, il mio arrivo di sicuro non li migliorò.

Ma tra noi civilmente, amichevolmente, convergemmo e divergemmo in una stagione nel Pci difficilissima, quella del Berlinguer della "seconda svolta di Salerno" e dello scontro senza quartiere a sinistra: ricordo molte discussioni, nessuna censura. E civilmente, amichevolmente ci separammo (e all'epoca la cosa non era affatto ovvia) quando io decisi che per me il tempo del Pci e del giornalismo di partito era finito.

Macaluso e Reichlin

Anche per convincermi a restare (non ci riuscì, e naturalmente non se ne fece un dramma), volle che lo accompagnassi in Unione Sovietica, per restituire una visita del Kommunist, nel dicembre del 1981, pochi giorni prima dello strappo di Berlinguer. Conservo di quel viaggio, di cui c'è traccia nei diari di Luciano, ricordi incredibili, e una foto che volle scattarmi facendo fermare l'autista in aperta campagna in mezzo alla neve, come si fa con gli amici e i compagni cui si vuole bene. Adesso che non c'è più, mi addolora pensare che rapporti simili con persone simili appartengano ormai quasi inesorabilmente al passato.

Paolo Franchi

Quando cominciai la mia esperienza parlamentare Luciano Barca era, da molto tempo, un punto di riferimento per le politiche economico-sociali: era membro della Direzione (che non era, come ora, un'assemblea popolare ma un ristretto organo di decisione reale), dirigendo la Sezione di politica economica. Era anche, come emerge dai suoi diari, uno dei protagonisti del dialogo, riservato, con i cattolici.

Il lavoro parlamentare non era per quei dirigenti un fastidioso adempimento burocratico. A prescindere dalle disposizioni formali su L'Unità ("presenza senza eccezione alcuna" impegnava anche il Segretario generale del Partito) i dirigenti frequentavano l'Aula e le Commissioni ritenendoli la sede del confronto, dell'affinamento delle posizioni. Il loro lavoro non consisteva soltanto nel trasferire in una sede pubblica elaborazioni compiute in altre sedi ma anche nella formazione di un gruppo dirigente che quelle politiche potesse contribuire ad elaborare.

Lucio Caracciolo

Fu così che fui "arruolato" da Luciano per collaborare alla sua sezione di lavoro, in materia di politiche industriali e di bilancio. Nel PCI, che era assai meno monolitico di quanto si racconti, le nostre posizioni (pur nella sproporzione dei ruoli) non furono coincidenti ma la scelta dei collaboratori era fatta privilegiando non la "fedeltà" ma il lavoro. Luciano contribuì ad insegnarmi che le differenze di posizioni politiche erano un valore ed un arricchimento dell'elaborazione complessiva del Partito e, in questo quadro, mi stimolò sempre ad esprimere posizioni senza reticenza. Mi aprì la strada alla partecipazione alle sedi più ristrette di elaborazione parlamentare di provvedimenti fondamentali (la riforma della contabilità di stato, la legge di riconversione industriale). Fu tra i quadri decisivi della mia formazione parlamentare.
Così lo ricordo con affetto e nostalgia.

Giorgio Macciotta

Locandina

Io Luciano l'ho conosciuto tardi. L'ho incontrato la prima volta forse quando era all'ultimo mandato di senatore. Solo diverso tempo dopo, ho avuto la fortuna di partecipare agli incontri e alle riunioni di Etica e Economia, la sua Associazione. Mi piaceva molto e mi incuteva soggezione, così che non ebbi mai il coraggio di dirgli una cosa, anche se probabilmente gli avrebbe fatto piacere. Gliela dico adesso. Così magari quando ci rivediamo ne parliamo.

La cosa è questa. E' lo stupore, quasi lo sconcerto, nel vedere come riusciva a parlare e capire i giovani, quelli che ogni tanto venivano alle riunioni. Io da almeno quindici anni non ci riesco più. Lui sì, lui che aveva esattamente ventisei anni più di me, e che era stato ed era ben più importante.

Ho cercato di capire come mai. Ho letto i suoi scritti e, adesso, credo di aver capito. Tale sua capacità si spiega, penso, leggendo questi due passi tratti da un suo scritto autobiografico. Il Primo è questo:

Giuseppe De Rita

"Novembre 1945 [...] Congresso grammatico. [...] finalmente la tesi prevale. A maggioranza, dopo ripetuti appassionati interventi di Rodano, viene approvata la mozione favorevole alla scioglimento [del Movimento dei Cattolici Comunisti] firmata da Franco Rodano, Felice Balbo, Luciano Barca, Gabriele De Rosa, Mario Motta, Filippo Sacconi. Ognuno sceglierà il futuro secondo coscienza. Io mi reco alla sezione Salario in via Sebino e presento domanda di iscrizione al PCI sottolineando nel testo della domanda che lo faccio anche grazie al nuovo statuto che assicura libertà filosofica e religiosa."
E questo è il secondo:

"Ci sono generazioni che hanno vissuto in epoche in cui la geografia socio culturale, politica e perfino antropologica era nettamente delineata. I confini tra l'una e l'altra area erano nettamente segnati [...]. E ci sono state epoche in cui i confini che appaiono ben netti nei libri di storia e che erano pur segnati [...] da marcate contrapposizioni [...] apparivano in alcuni momenti al singolo, soprattutto se giovane, più difficili da individuare. [...] In particolare l'indeterminatezza dei confini pesava su quanti [...] dovevano costruirsi ogni giorno, o quasi, norme di comportamento. La mia generazione ha vissuto tutto ciò attraversando queste epoche diverse".

Paolo Franchi Macaluso e De Mita

Gilberto Seravalli


Ho voluto bene a Luciano.
Per la capacità di esprimere l'affetto, per l'impegno morale, per la passione politica, per la curiosità intellettuale, per la libertà interiore, per la coerenza, per l'ironia.
E per altro ancora che non so spiegare.

Marco Magnani


Ho incontrato Luciano Barca nel giugno 1977. Il Ministro del Tesoro, Stammati, aveva organizzato un incontro molto riservato per presentare il progetto di Certificati di credito del Tesoro (CCT). Stammati venne accompagnato da me, che ero il suo Consigliere, e Barca da Luigi Spaventa. Ricordo ancora che l'incontro avvenne in una stanza che faceva parte del Teatro Eliseo, alla quale si accedeva per una porticina laterale, dalla strada. Era pur sempre un incontro tra Governo e opposizione.....

Francesco Profumo

Nel 1977 collocare titoli di stato a medio lungo termine era praticamente impossibile; il Tesoro riusciva a vendere solo BOT a tre e sei meni , e la montagna dei rinnovi cresceva ogni mese, con effetti destabilizzatori. Era stato perciò progettato, d'intesa con la Banca d'Italia, un titolo indicizzato ai BOT, che si sperava potesse incontrare il favore delle famiglie. Si voleva che anche il PCI fosse d'accordo.

Spaventa e Barca ci ascoltarono con attenzione; fecero domande molto tecniche; apparvero subito favorevoli, ma si riservarono un giudizio finale. Questo fu dato in un successivo incontro tra Barca e Stammati, ed era positivo..

Fabrizio Barca

Il mio ricordo di Luciano Barca è quello di una persona che parlava poco, che usava termini appropriati, che non faceva riferimenti a pregiudiziali politiche, e che un poco mi intimidiva con un riserbo cortese, ma fermo.

La sua pronta approvazione del progetto contribuì certamente a far nascere quello che negli anni seguenti sarà per le famiglie l'impiego finanziario più sicuro e di maggior successo, e per lo Stato una prima via d'uscita dai suoi problemi.

Maria Teresa Salvemini

 

INVECE DI BUTTARE LA VECCHIA TV, LA GENTE LA RIVENDE

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Antonio Cianciullo per "Repubblica.it"

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI

La crisi morde anche l'elettronica e i mille apparecchi che ci riempiono le case. L'indicazione non viene dai venditori ma dai raccoglitori: sono i rifiuti l'indicatore che permette una misurazione più precisa degli umori dei consumatori. La flessione dei Raee (rifiuti elettrici ed elettronici), non ci racconta infatti solo una realtà che già conoscevamo, la difficoltà a mettere mano al portafoglio, visto il suo contenuto ridotto.

Il fatto che per la prima volta la raccolta di questo genere particolare di rifiuti - che ha un contenuto al tempo stesso prezioso (per la presenza di metalli pregiati) e pericoloso (per la presenza di sostanze molto tossiche) - sia diminuita ha anche un'altra spiegazione, legata all'antica arte dell'arrangiarsi. I comunicati ufficiali parlano eufemisticamente di "canali di raccolta informale".

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI

Vuol dire che, visto l'aumento dei prezzi delle materie prime, i metalli pregiati come il rame contenuti nei Raee sono diventati improvvisamente più interessanti. E così il numero di persone che si dedicano a una raccolta amatoriale, per arrotondare i bilanci, è cresciuto.

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI

I dati contenuti nel Rapporto annuale 2012 sui Raee testimoniano che l'obiettivo europeo di una raccolta di 4 chili pro capite è stato comunque raggiunto, ma la flessione del 2012 rispetto al 20111 è pari all'8,5%. Un andamento netto anche se non uniforme.

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI

Nella classifica dei 5 raggruppamenti in cui vengono divisi i Raee, al primo posto per volumi raccolti figurano tv e monitor, con 76.501 tonnellate (meno 9,22% rispetto al 2011). Seguono frigoriferi e apparecchiature refrigeranti, con meno 6,62%; i grandi elettrodomestici, con meno 12,74%; i piccoli elettrodomestici, con meno 3,66%. L'unico segmento in aumento è quello delle lampade e lampadine: 1.036 tonnellate, con un più 7,72%.

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI

Nella classifica delle Regioni, la Valle d'Aosta si conferma come la più virtuosa con una media pro capite di 8,2 chili, al passo con i migliori standard europei. La Lombardia invece è quella che raccoglie di più in assoluto. Mentre nel Centro i numeri migliori sono quelli della Toscana e nelle isole il primo posto va alla Sardegna, con 5,40 chili per abitante.

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI

"Nel 2012 il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sui Raee che stabilisce misure più severe per combattere l'export illegale e fissa nuovi obiettivi rispetto ai quantitativi minimi di raccolta: queste sfide rappresentano una buona occasione per rilanciare migliorando il quadro normativo", osserva Danilo Bonato, presidente del Centro di coordinamento Raee.

 

OLLI REHN SNOBBA IL FMI: “PREDICA AI CONVERTITI"

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Da Repubblica.it

Olli Rehn

L'Europa ha già iniziato a rallentare le misure di austerità. Lo assicura il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn in vista del G20 di Washington, dopo che ieri il numero uno del Fmi Christine Lagarde ha sostenuto che i paesi europei più indebitati attuino meno velocemente il consolidamento. "Stanno predicando ai convertiti" ha detto Rehn, riferendosi alla richiesta della Lagarde.

OLLI REHN

"Nella prima fase della crisi - ha detto Rehn - era essenziale ripristinare la credibilità della politica di bilancio europea, messa in discussione dai mercati. Non avevamo scelta, abbiamo preso azioni decisive. Ora, che la credibilità a breve termine è stata ripristinata, abbiamo la possibilità di rallentare il passo degli aggiustamenti di bilancio a breve-medio termine".

MARIO DRAGHI E ANGELA MERKEL

Spiegando poi che l'Europa soffre di una frammentazione finanziaria, Rehn ha invitato "la Germania ad avviare riforme per incoraggiare la domanda interna. I paesi in deficit devono aumentare la loro competitività mentre il nord dell'Eurozona dovrebbe fornire stimoli con un'azione di ribilanciamento della domanda".

Il commissario Ue si è quindi detto d'accordo con le misure straordinarie prese dal Giappone, ma solo nel breve termine, non per quanto riguarda la sostenibilità a lungo termine del debito. "Comprendo - dice Rehn in vista del G20 - le misure a breve termine per stimolare l'economia e far fronte alla deflazione, ma esse non rispondono nel medio-lungo periodo alle sfide sul tappeto.

CHRISTINE LAGARDE

Il Giappone - aggiunge - deve sempre mettere insieme una politica di consolidamento di bilancio che determini una strategia di lungo periodo". Rehn ha quindi sottolineato di parlare "deliberatamente del lungo periodo e penso che decidere riforme strutturali aiuti a creare crescita e occupazione a livello sostenibile".

 

PIEMONTE, SGOMINATO IL CONSIGLIO REGIONALE - DUE GRILLINI INDAGATI

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Federica Cravero, Mariachiara Giacosa, Ottavia Giustetti e Sara Strippoli per "Repubblica.it"

Cota tira la fune

Le briglie per il cavallo (che poi sarebbero collari per mucche acquistati da un leghista) le borse di Vuitton ed Hermes, i gioielli di Cartier ma anche i buoni benzina dopo i viaggi in auto per raggiungere le manifestazioni No Tav: l'inchiesta sulle spese pazze dei consiglieri regionali porta in Piemonte 52 avvisi di garanzia. Le accuse sono di peculato, finanziamento illecito e in un caso truffa. Gli uomini della Guardia di finanza stanno notificando in queste ore gli inviti a comparire a tutti i politici del consiglio regionale tranne sette.

CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE

Secondo le prime indiscrezioni i "salvati" sarebbero Gianna Pentenero, Gianni Oliva, Elio Rostagno, Roberto Placido e Mauro Laus del Pd, Claudio Sacchetto della Lega, Sara Franchino dei Pensionati con Cota. Sono invece sicuramente indagati il presidente della giunta regionale Roberto Cota, il presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo del Pdl e i due politici del Pd da poco sbarcati in Parlamento Stefano Lepri e Mino Taricco.

ROBERTO COTA PARLA AL CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE

Spiega Cota: "Mi sono già recato spontaneamente dai pubblici ministeri per chiarire
la mia posizione. Sarò in qualsiasi momento a loro totale disposizione per ulteriori necessità". Anche ai grillini Davide Bono e Fabrizio Biolè (uscito in polemica dal M5S ed entrato ora nel gruppo misto) è contestato il peculato per aver utilizzato i buoni benzina della Regione per raggiungere i luoghi delle manifestazioni No Tav in Valsusa.

Tra le curiosità vi è anche la contestazione delle spese legali per il ricorso al Tar di Pdl e Lega contro Mercedes Bresso, la battaglia legale che prosegue ininterrottamente dalla data delle elezioni regionali. E i cinquecento euro per partecipare al primo congresso provinciale del Pdl che gli appartenenti al gruppo hanno messo in nota spese anziché pagarlo di tasca propria.

DAVIDE BONO MOVIMENTO STELLE

Dalle ostriche ai regali di nozze
L'ammontare complessivo dei rimborsi contestati si aggira intorno al milione di euro. A quanto pare non dovrebbero esserci caso eclatanti come quelli emersi in Lazio con il caso Fiorito che hanno portato alle dimissioni di Renata Polverini e tuttavia l'ampiezza dell'inchiesta rivela uno scenario di malcostume diffuso e trasversale con cui il governo politico piemontese dovrà fare i conti.

L'indagine, iniziata a settembre con i sequestri di documenti e bilanci, prosegue ora con interrogatori a tappeto di tutti gli indagati che saranno sentiti in procura a partire dal 6 maggio dai pubblici ministeri che coordinano le indagini: Andrea Beconi, il procuratore aggiunto del pool dei reati contro la pubblica amministrazione, e i sostituti Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi.

FABRIZIO BIOLE

I finanzieri hanno notificato gli avvisi di garanzia ai politici piemontesi nelle sedi dei gruppi tranne a coloro che oggi sono a Roma per eleggere il presidente della Repubblica. Oltre ai parlamentari partecipano alla votazione in rappresentanza della Regione, Luca Pedrale (Pdl), Roberto Cota (Lega) e Wilmer Ronzani (Pd). Il procuratore capo Giancarlo Caselli sottolinea: "Vi sono differenze anche rilevanti tra le varie posizioni individuali, sia per la causale dei rimborsi, sia per l'ammontare complessivo. Solo lo sviluppo e la conclusione dell'inchiesta potranno consentire una precisa e completa definizione di tali posizioni".

 

GLI UOMINI DEI POTERI FORTI E MARCI CHE GODREBBERO O SOFFRIREBBERO CON PRODI

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DAGOANALISI
Il primo a dare la notizia dell'investitura a Romano Prodi è stato Arturo Parisi, l'amico "Arturillo" che in questi giorni ha tenuto i collegamenti con il Mali dove il Professore si trova per una conferenza dell'Onu.

ROMANO PRODI

La telefonata tra Bologna e la capitale africana Bamako era molto disturbata, ma Prodi ha capito dalla voce strozzata dell'antico compagno di battaglie che le porte del Quirinale si potevano finalmente aprire. Adesso la moglie Flavia, sposata nel '69 con un rito celebrato da quel simpaticone di Camillo Ruini, e i due figli Giorgio e Antonio, stanno preparando un'accoglienza festosa al Professore di Scandiano che questa sera dovrebbe tornare in Italia.

arturo parisi

Come è nella tradizione dell'uomo e della sua famiglia ,alla quale bisogna aggiungere la corte dei fratelli e di pochi intimi, sarà una festa sobria perché questo è lo stile che lo ha sempre distinto durante una carriera piena di successi.

A Bologna, e non solo in questa città, sono tutti convinti che il "fattore C" ,che si può tranquillamente declinare in "fattore culo", ha giocato ancora una volta in favore del 73enne Professore entrato in politica esattamente 50 anni fa, quando diventò consigliere a Reggio Emilia nelle fila della Dc.

ROMANO PRODI E MOGLIE FLAVIA

In mezzo secolo Romano è riuscito a tagliare i traguardi più prestigiosi che non sono solo rappresentati dalle 37 lauree honoris causa (l'ultima gli è stata conferita a marzo in Thailandia), ma dalle tappe di una carriera che lo ha visto per due volte a Palazzo Chigi e nel '99 al vertice della Commissione europea. Il suo è stato il percorso di un passista che è salito sulla bicicletta del potere per correre molte volte da solo. E come gli ha ricordato nel Mali un tassista africano la sua solitudine è perfettamente in linea con l'antico proverbio locale che dice: "se vuoi andare veloce, corri da solo".

CAMILLO RUINI SUPERSTAR

Così ha fatto negli ultimi anni quando ha lasciato Palazzo Chigi con l'amaro in bocca per il tradimento di Mastella/"Repubblica" ,che fece cadere il suo secondo governo, e soprattutto dei cosiddetti amici dell'Ulivo e del partito, primo fra tutti quel D'Alema che, in caso di vittoria di Prodi, sarebbe sconfitto nelle sue ambizioni.

Adesso Prodi risale in sella tra gli applausi e la standing ovation del Pd e di Bersani, il leader che fino a ieri sera sembrava un cadavere. Nella sua infinita miseria Dagospia ha cercato di spiegare nel pomeriggio di ieri che il povero Bersani, massacrato dai giornali e dal web, aveva sacrificato come un agnello l'irriducibile Marini, ma questa mossa tattica aveva l'aria di un prezzo da pagare a tutti quegli ambienti che spingevano per trovare un'intesa con il Cavaliere impunito.

BERSANI luigi

Prodi è il jolly che il leader del Pd ha tirato fuori per mettere fine alle nevrosi del suo partito, e anche se Massimo Cacciari continua a squittire perché spera che il Pd sparisca dalla metafisica della politica, due uomini dell'Emilia Romagna che si stimano senza amarsi hanno trovato la soluzione del problema.

Adesso si tratta di vedere come reagiranno le cancellerie internazionali di fronte alla nomina di Prodi. Negli ultimi mesi il Professore non ha risparmiato critiche al rigore monetaristico della massaia di Berlino Angela Merkel, e la stessa cosa ha fatto l'8 aprile da Bruxelles quando è morta Margaret Thatcher, ricordando che la "Lady di ferro" è stata insieme a Reagan "la causa della crisi mondiale e degli squilibri che oggi sentiamo".

Massimo Cacciari

La risposta sulla reazione delle Cancellerie mondiali è pero' scontata. Sul Professore di Scandiano pioverebbero congratulazioni da tutto il mondo compresi la Cina, dove è di casa, e il Giappone che il 5 febbraio dell'anno scorso gli ha conferito il Gran Cordone dell'Ordine del Sole Nascente. Ai complimenti delle Cancellerie si uniranno quelli delle grandi merchant bank e della finanza internazionale che hanno già dimenticato il nome e cognome di Monti e che Prodi conosce benissimo perché le ha frequentate come consulente di Goldman Sachs, e sopratutto come protagonista insieme a Ciampi e Draghi di una politica di privatizzazioni che in molti casi non si è rivelata felice.

merkel-mangia

E qui si apre un'altra pagina che interessa soprattutto le reazioni del piccolo capitalismo italiano e di ciò che resta dei cosiddetti poteri forti o marci che dir si voglia. Bisogna però mettere una premessa che interessa la psicologia prima dell'economia. Chi ha avuto modo di rompere il cerchio magico di Bologna e di frequentare il Professore, sa che dietro il gusto per la mortadella c'è un gusto ancora più forte per il potere e per la vendetta.

L'uomo non è malvagio in senso dantesco, ma è cattivo e soprattutto vendicativo, un impasto antropomorfico di moralità e brutalità che dispensa con estrema furbizia. Sotto questo aspetto è ben diverso da quell'altro Professore di Varese che ha dimostrato di considerare la vanità e la supponenza superiori alla scienza e alla coscienza. Prodi non pronuncia verdetti, bofonchia parole il più delle volte incomprensibili, ma da quelle labbra sottili che ricordano la bocca delle mogli tradite, escono sentenze micidiali.

OSCAR LUIGI SCALFARO E CARLO AZEGLIO CIAMPI

Così è stato ai tempi dell'Iri e delle sue esperienze di governo, e così è avvenuto nel gennaio 2010 quando con poche parole ha decapitato Flavio Delbono, l'ex-sindaco "erotico" di Bologna, allevato come un cucciolo nella covata degli economisti prodiani.

A questo punto divertiamoci un po' e cerchiamo di capire quali sono i manager, i banchieri, gli uomini dei cosiddetti poteri forti e marci che godrebbero o soffrirebbero a seconda delle sorti del Professore.

Ormai è chiaro che il Quirinale non è il pulpito dal quale si esercita una moral suasion generica e inconsistente. In più occasioni Napolitano ha dimostrato di entrare nel merito delle partite economiche con messaggi forti e destinatari inequivocabili. Per non parlare poi della attività sotterranea che ha svolto spendendosi in difesa di personaggi che erano entrati nel mirino delle polemiche.

draghi

Su questo sentiero lastricato di insidie Prodi traccerebbe lo spartiacque tra i buoni e i cattivi, i manager e i banchieri meritevoli, e quelli che devono squagliare come la besciamella delle lasagne.

Nella top ten dei privilegiati c'è al primo posto Abramo-Bazoli, l'80enne presidente di IntesaSanPaolo che più si è dato da fare in queste settimane per tirare la volata al Professore di Scandiano. Il loro sodalizio è forte come il cemento e alla fede che li unisce davanti al Vangelo e alle leggi del potere.

È un'intesa che li vede da decenni accomunati in una profonda ostilità verso il tempio laico di Mediobanca anche se oggi gli eredi del grande sacerdote Enrico Cuccia hanno il profilo del pallido Alberto Nagel e del suo portaborse Renato Pagliaro.

Del bono Flavio

Dopo il patriarca Bazoli anche Alessandro Profumo e Federico Ghizzoni hanno motivo di gioire. Il primo, Profumo, perché può mettere sul tavolo l'adesione la prima tessera di adesione al Pd, una cambiale politica che servirà moltissimo quando si arriverà inevitabilmente a nazionalizzare MontePaschi. E chi ha visto ieri sera all'hotel Parco dei Principi di Roma il piacentino Ghizzoni attovagliato insieme ad Alberto Tripi e agli altri ospiti eccellenti del Club Canova, ha capito che anche questo banchiere ha il cuore che batte a sinistra e può contare sulla mediazione del Professore per evitare casini con i numerosi azionisti stranieri entrati a piazza Cordusio.

GIOVANNI BAZOLI FOTO ANSA

Gode come un riccio in calore anche Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria che ogni anno organizza il Mapei Day, la gara in bicicletta con Prodi. Nell'ultima sfida a luglio dell'anno scorso la moglie di Squinzi, Adriana, ha dovuto mettere pace perché l'imprenditore e il politico rivendicavano il merito di aver tagliato per primo il traguardo. Ma questa è una miseria rispetto al disegno di Squinzi di trovare finalmente un punto di riferimento politico e autorevole per rilanciare dalla tribuna di Confindustria il tema della crescita e il metodo della concertazione.

Profumo Alessandro

E può godere anche Luchino di Montezemolo perché Prodi non può dimenticarsi di aver ricoperto il primo incarico manageriale alla Maserati, e poi è troppo astuto per non capire che Luchino ,con tutti i suoi difetti e le velleita' politiche che svolazzano come i capelli al vento, e' una carta del made in Italy e un "erede" della Sacra Famiglia degli Agnelli.

Un sospiro di sollievo lo può tirare anche Fulvio Conti, il baritonale amministratore dell'Enel che scadrà il prossimo anno perché nel 2007 fu Prodi l'artefice insieme al primo ministro spagnolo dell'acquisto di Endesa, il colosso dell'energia che pesa sui conti dell'azienda italiana. E diamo una speranza anche a Franchino Bernabè che non dorme la notte perché sta cucinando lo spezzatino tra la vendita della Rete e l'ingresso dei cinesi di Wampoa che Prodi conosce per la sua familiarità con Celeste Impero.

Federico Ghizzoni Unicredit

In fondo, in fondo Romano non vomita quando gli dicono che dietro l'uscio di grandi aziende ci sono stranieri con i soldi in bocca. Così ha dimostrato nel 2008 quando voleva vendere per 3 miliardi l'Alitalia ad Air France, un ricordo che dovrebbe eccitare le corde del Colaninno di Telecom e del manager bolognese ex-Ducati Gabriele Del Torchio che da ieri è salito alla cloche dell'Alitalia con il modico compenso di 800mila euro.

GIORGIO SQUINZI

Sul foglio di carta c'è però l'altra colonna che non chiamiamo dei "cattivi", ma di quei manager che hanno qualche motivo di preoccupazione. Se parliamo di Mauro Moretti, è probabile che il giudizio di Prodi sia neutrale perché se è vero che l'ex-sindacalista di Rimini ha sul petto la medaglia dell'efficienza è altrettanto vero che il Professore di Bologna non si è scordato delle polemiche scoppiate tra il '92 e il '93 per le consulenze di Nomisma nel settore dell'Alta Velocità, una grana che eccita i grillini. L'abbiamo già detto, l'uomo è cattivo e vendicativo, ma soprattutto è dotato di un terzo emisfero del cervello dove la memoria è padrona.

E così non avrà dimenticato il tandem Berlusconi-Putin dal volto liftato che Prodi detesta come detestava Gheddafi. C'è poi il capitolo Finmeccanica, ultima roccaforte dove i boiardi delle vecchie Partecipazioni Statali hanno sguazzato lasciando tracce che le rogatorie dei giudici stanno individuando nei quattro angoli della Terra.

MONTEZEMOLO A CATANIA DA LIVESICILIA

Che succederà al povero Alessandro Pansa, proteso a oscurare i trascorsi dell'era Guarguaglini, e insieme a lui che fine farà il pallido Vittorio Grilli per il quale viene data per sicura la fuga verso Morgan Stanley?

Sono questi gli interrogativi che corrono in queste ore ai piani alti delle grandi aziende (alle quali bisogna aggiungere le Poste dell'ex-An Massimo Sarmi) e delle banche.

Fulvio Conti

C'è un terremoto in arrivo che sta arrivando con le stesse parole ripetute nei giorni scorsi dall'amico Squinzi: "il tempo è scaduto"! Da domani forse il profumo della mortadella e del potere uscirà dalle stanze del Quirinale con un sapore per alcuni dolce e per molti altri acre.

Sarà comunque uno spettacolo da non perdere. E tra gli spettatori ci sarà anche quel Bersani, che se riuscisse a piazzare un poker da osteria di prima grandezza, potrebbe andare a Palazzo Chigi per vedere gli effetti della moral suasion del Presidente Prodi. La partita sembra alla fine e il vero vincitore è il "fattore C" del quale spera di beneficiare anche il politico di Bettola.

 

 

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