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LO SPAURACCHIO DEGLI SCRITTORi SI CHIAMA “BAD SEX AWARD”: UN PREMIO PER LA SCENA DI SESSO PEGGIO DESCRITTA

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Annalisa Benini per "Il Foglio"

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Quando Stephen King partecipò, senza vincere, al Bad Sex Award, il premio per la peggiore scena di sesso della letteratura ("Oh caro, oh mio caro, oh mio caro caro Dio, oh sugar!", nel suo "22/11/63"), anche Murakami Haruki era piuttosto favorito, con la descrizione di seni di donna "come nuovi viticci in cerca della luce solare". Non vinse nessuno dei due, sbaragliati da un romanzo in cui lei abusa di lui sotto la doccia con un pezzo di sapone.

sesso scambisti

Dal 1993, cioè da quando la rivista inglese Literary Review ha istituito il premio, gli scrittori, soprattutto inglesi, hanno il terrore di vederselo attribuire, o anche solo di arrivare fra i finalisti e preferiscono scrivere di qualunque altra cosa: bambini, famiglia, cibo, ma niente sesso, come ha detto Julian Barnes in un'intervista alla radio della Bbc ("Il senso di una fine" di Barnes vinse il Man Booker Prize nel 2011: nel romanzo c'è qualche scena di formazione sessuale, niente che meriti il Bad Sex Award). Barnes dice che nel 1960, dopo che in Inghilterra finalmente cadde la censura per oscenità contro "L'amante di Lady Chatterley", tutti si sentivano pieni di un grande senso di possibilità, esaltati dall'idea di potere scrivere di sesso.

SESSO IN BAGNO

Potevano finalmente essere come i francesi, o come Henry Miller, e descrivere scene erotiche senza più freni moralisti. Se uno scrittore racconta la vita, allora deve raccontare anche quella parte essenziale della vita, dice Julian Barnes. "Solo che essere liberi di fare qualcosa e essere capaci di farlo sono due faccende molto diverse", ed è molto complicato scrivere di sesso senza inciampare nei cliché del turgido membro o dei gemiti (in "Cinquanta sfumature" lei non fa che gemere, ma quelle non sono due pagine di sesso dentro un romanzo, è un'intera trilogia monotematica).

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C'è riuscito Jonathan Franzen in "Libertà", ad esempio, e Barnes sostiene che un vero scrittore deve essere in grado di scrivere bene di lenzuola, è troppo facile raccontare soltanto di infanzie infelici e crisi della società: non ci si può astenere. Un po' di sesso aiuta sempre le vendite, "ma aspettatevi di essere presi in giro", dice Barnes agli aspiranti scrittori, e soprattutto rassegnatevi al gioco di società per cui se descrivete una scena di sesso è perché è successo senz'altro a voi, in quella posizione e in quel posto e con quella donna che diceva quelle cose.

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Jennifer Lopez che al cinema fa l'amore con George Clooney non viene sospettata di farlo davvero, mentre Jeanette Winterson che in "Scritto sul corpo" racconta di nuove maree del desiderio, deve per forza averle vissute, esattamente in quel modo. Mentre si legge, si prova a visualizzare, e lo scrittore diventa uno degli attori sessuali della storia. Come quando leggiamo Philip Roth e diamo per scontato che tutte le ossessioni erotiche siano proprio sue (Anaïs Nin disse che la potenza sessuale di Herny Miller uomo era molto inferiore a quella di Henry Miller personaggio, e si lamentava delle sue millanterie letterarie).

Racconta Barnes che una volta Kingsley Amis, padre di Martin Amis, abbandonò un romanzo, nel 1980, perché c'era un personaggio gay e aveva paura che gli amici al club lo guardassero in modo diverso. Se il protagonista di un romanzo uccide qualcuno, non significa che l'autore del romanzo sia un assassino, ma se un personaggio minore a un certo punto fa cilecca, è quasi certo che lo scrittore riceverà occhiate di compatimento e consigli medici.

 


PER IL LIBRO “IL DECLINO DELLA VIOLENZA”, IL NOSTRO PIANETA NON È MAI STATO COSÌ PACIFICO

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Mario Calabresi per "la Stampa"

LIBRO DI STEVEN PINKER - IL DECLINO DELLA VIOLENZA

Contro la depressione, il pessimismo e lo sconforto esiste un rimedio particolarmente indicato per chi è convinto di vivere in uno dei periodi più bui della storia, in cui il rispetto per gli altri ha lasciato il passo alla barbarie.

Il rimedio è scientifico, è stato messo a punto dal più illustre linguista del momento: Steven Pinker, una delle star del Mit di Boston. Il rimedio pesa 988 grammi, sta comodamente sul comodino e quando tornate a casa dopo una giornata difficile apritelo a caso: dopo aver letto anche una sola delle 780 pagine tornerete a respirare più sereni e il vostro sonno sarà tranquillo.

Non perché il libro racconti favole edificanti o storielle zen, ma perché vi convincerà di essere nati nell'epoca giusta. Il volume di cui parlo si intitola «Il declino della violenza», porta un sottotitolo esplicativo («Perché quella che stiamo vivendo è probabilmente l'epoca più pacifica della storia») e ci racconta la storia dell'umanità come un percorso di pacificazione e civilizzazione, certo non lineare e definitivo, ma in cui si registra una vera e propria rivoluzione umanitaria.

Oggi seguiamo con morbosità ma anche con compassione e sofferenza le indagini sull'omicidio di una ragazza da parte dello zio o forse della cugina, ci sentiamo parte del tentativo di salvare la vita ad una bambina malata di cuore, ci commuoviamo vedendo un anziano che raccoglie la frutta da terra al mercato e ci indigniamo di fronte ai maltrattamenti degli animali. Non è sempre stato così.

Il 13 ottobre 1660 un uomo politico raffinato come l'inglese Samuel Pepys annotava nel suo diario, non senza una certa ironia, le incombenze della giornata: «Sono stato a Charing Cross per vedere il generale maggiore Harrison che veniva impiccato e squartato e, mentre questo avveniva, lui sembrava allegro quanto può esserlo qualsiasi uomo in quelle condizioni. E' stato ucciso e la sua testa e il suo cuore sono stati mostrati al pubblico e, a quel punto, ci sono state molte grida di gioia...Da lì sono andato a casa e ho portato il capitano Cuttance e il signor Sheply alla Sun Tavern e ho offerto loro delle ostriche».

STEVEN PINKER STEVEN PINKER

Nessun segno di sgomento, tanto che pasteggiò serenamente, nonostante l'esecuzione di Thomas Harrison, condannato per aver partecipato al regicidio di Carlo I, fosse stata particolarmente cruenta: l'uomo che era stato al fianco di Oliver Cromwell venne parzialmente strangolato e poi sventrato, castrato e infine decapitato.

Ma se all'inizio dell'età moderna la pena di morte veniva comminata per reati quali il pettegolezzo, il furto di cavoli, la raccolta di legna nei giorni festivi o la critica ai giardini del re, ancora nel 1822 in Inghilterra i reati punibili con la morte erano 222, tra cui il bracconaggio, la contraffazione, il furto di una conigliera o l'abbattimento di un albero.

Negli ultimi due secoli non solo è diminuito il numero dei reati puniti con la pena capitale ma questa è stata bandita in quasi tutto l'Occidente e negli Stati Uniti, dove resta in vigore seppur non in tutti gli Stati, il numero di esecuzioni cala ogni anno. E' accaduto perché è drammaticamente cambiato il valore che diamo alla vita, un mutamento intellettuale e morale che nasce prima ancora dell'Illuminismo con lo sfinimento delle guerre di religione, come quella dei Trent'anni, al cui termine la popolazione tedesca si era ridotta di circa un terzo.

La nostra storia è accompagnata dalla violenza, quella delle crociate, delle stragi di eretici, delle torture dell'Inquisizione, e dall'idea che fosse più importante salvare un'anima che una vita. Definitiva per capire lo spirito dei tempi resta la frase attribuita a Simone di Montfort, che guidò la crociata contro gli albigesi nel 1209 e che alle porte di Béziers, prima di massacrare l'intera popolazione comprese le donne e i bambini, rispose così ai soldati che gli chiedevano come avrebbero fatto a distinguere i cattolici (la maggioranza) dagli eretici catari: «Uccideteli tutti, Dio sceglierà i suoi».

L'evoluzione della cultura mondiale passa attraverso i sacrifici umani, per motivi religiosi o di superstizione, che accomunano civiltà lontanissime tra loro: dagli aztechi ai dayak del Borneo, dall'Africa all'India (dove le vedove hanno seguito i mariti defunti sulla pira per secoli) all'Europa punteggiata dai roghi delle streghe. Quell'Europa nella quale ancora nel 1700 la tortura giudiziaria veniva usualmente praticata da tutti.

Ma la vera rivoluzione sta nel declino della violenza nella nostra esistenza quotidiana, che non è più dominata dalla paura costante di essere rapiti, violentati o uccisi, tanto che possiamo permetterci il lusso di studiare, programmare, sognare e preoccuparci di invecchiare.

STEVEN PINKER

Tesi, questa, che certamente farà storcere il naso a molti e scatenerà lo scetticismo degli altri, a cui l'autore - che applica al suo studio in metodo rigorosamente scientifico - risponde fin dalle prime righe: «Ci crediate o no, e so che la maggior parte di voi non ci crede, nel lungo periodo la violenza è diminuita e oggi viviamo probabilmente nell'era più pacifica della storia della nostra specie. E' un fatto indubbio, visibile su scale che vanno da millenni ad anni, dalle dichiarazioni di guerra alle sculacciate ai bambini».

E questo cambio si sviluppa su tendenze di lungo periodo: la prima avviene all'alba della civiltà e si identifica con il passaggio dalle società dedite alla caccia a quelle agricole, passaggio che elimina uno stato di natura fatto di faide e scorribande continue. C'è poi la transizione dal Medioevo (in cui la pratica dei nasi e delle orecchie tagliate era la regola) al XX secolo, secoli in cui nascono autorità centralizzate e stabili infrastrutture commerciali, in cui il tasso di omicidi scende da 10 a 50 volte. La terza transizione, che nasce con l'Illuminismo, porta alla nascita dei movimenti contro la schiavitù, la tortura e la pena di morte.

Infine, a partire simbolicamente dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, si è sviluppata una sensibilità nuova che ha portato alle battaglie per i diritti civili e per quelli delle donne, dei bambini e degli omosessuali. In un'epoca in cui ci sconvolgono il bullismo o una sculacciata non abbiamo idea di come venissero cresciuti ed educati i più piccoli: la punizione corporale violenta è stata la norma per secoli.

Ancora alla fine del Settecento nei nascenti Stati Uniti venivano picchiati con bastoni o fruste il 100% dei bambini e la giustizia non faceva distinzioni: nello stesso periodo in Inghilterra una bambina di sette anni fu impiccata per aver rubato una sottoveste. Inutile che vi angosci con decine di esempi e documenti, ma vi assicuro che dopo aver chiuso il libro penserete con serenità a quanto oggi siamo capaci di sensibilità e attenzione e guarderete con orgoglio alla nostra capacità di scandalizzarci.

Ma perché fatichiamo a credere di vivere in tempi meno violenti, perché non percepiamo questa rivoluzione? Qui la colpa è in parte nostra, dei giornalisti e dell'informazione globale: «Non importa quanto la percentuale di morti violente possa essere bassa, ce ne saranno sempre abbastanza da riempire i telegiornali» e da sconvolgere la nostra percezione.

 

L’IRA FUNESTA DI GABRIELLA BONTEMPO, EX MOGLIE DI BOCCHINO CONTRO MARA CARFAGNA

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1. G.BONTEMPO A CARFAGNA,DA POLITICI SI ASPETTA ONESTA' E LEALTA'
(ANSA)
- Un politico che ha anche ricoperto cariche istituzionali ‘'deve rispondere con onesta' e lealtà' verso se stesso e chi e' chiamato a rappresentare'': e' il commento che Gabriella Bontempo ha rilasciato all'Ansa in relazione ad un'intervista dell'ex ministro delle Pari Opportunità' Mara Carfagna pubblicata oggi sul Corriere della Sera.

GABRIELLA BUONTEMPO

''Rilevo come per alcune persone l'intromettersi di nascosto nella vita familiare altrui non costituisca una valida ragione per scusarsi - dice Gabriella Buontempo -. L'evidenza di alcune vicende personali che hanno incrociato la mia vita con la sua sono e resteranno private , ma da cittadina ritengo che un politico dovrebbe che ha anche ricoperto alte cariche istituzionali debba rispondere con onesta e lealtà' verso se stesso e chi e' chiamato a rappresentare''.

ITALO BOCCHINO GABRIELLA BUONTEMPO

2. CARFAGNA: LEADER PD EGOCENTRICO, OCCASIONE PERSA «FLI SENZ'ANIMA, SCOMPARSA CLAMOROSA GLI ATTACCHI ALLA MIA VITA PRIVATA? HO SOFFERTO MA NON DEVO SCUSARMI»
Angela Frenda per Corriere della Sera

Gabriella Buontempo intervistata da Novella larticolo di Novella su Gabriella Buontempo

«Che occasione sprecata...». Mara Carfagna lo dice senza troppa enfasi. L'ex ministra delle Pari opportunità dell'ultimo governo Berlusconi sceglie le parole per dire che la cosa che più l'ha colpita è il no di Bersani a un'alleanza con il Pdl: «Ha pensato a tutto tranne al benessere di questo paese. Da vero egocentrico. Basta guardare cosa ha fatto in campagna elettorale, incentrata su sé stesso».

Perché, quella di Silvio Berlusconi non lo è stata?
«Direi di no. Lui ha fatto proposte concrete, che gli elettori ricordano. La sfido a chiedere a qualcuno quali erano quelle del leader pd...».
Bersani comunque ha chiuso la porta all'ipotesi di un accordo con il Pdl. Meglio Grillo...
«È la cosa più assurda di tutte. E io penso che Grillo non vada demonizzato. Perché così il rischio è solo quello di rafforzarlo. Piuttosto, lo sfiderei ad essere coerente con le sue promesse. Ad esempio, parla di democrazia diretta: perché allora non fa decidere alla Rete sulle alleanze?».

Carfagna e Bocchino in Parlamento

È preoccupata dal grillismo?
«Sì, come tutti. Ma credo che alla prova dei fatti anche loro dovranno rispondere delle loro azioni concrete. Perché è facile andare in piazza e cavalcare la pancia di un Paese stremato. E disgustato dalla politica. I casi Fiorito, Lusi e Penati hanno lasciato il segno nei cittadini. Ma io rivendico la mia diversità, e quella di tanti altri colleghi».

Carfagna tra Bocchino e Berlusconi

Grillo e i suoi detrattori le contesterebbero di essere stata calata in politica dall'alto. Scelta da Berlusconi. Sabina Guzzanti disse, e per questo lei l'ha querelata e ha vinto, che metterla alle Pari opportunità «era uno sfregio», riferendosi anche a presunte intercettazioni.
«Guardi, la Guzzanti ha perso la causa. Quelle intercettazioni è stato dimostrato che non esistevano ma erano una maldicenza. Quanto ad aver dimostrato chi sono e quanto valgo, non è un caso che mi sia candidata, e abbia portato a casa i risultati che conoscete. Non ero obbligata, ma volevo scrollarmi di dosso l'etichetta della nominata. Io quella prova ora l'ho superata, non so quanti 5 Stelle ci riuscirebbero. Se poi mi chiede se penso di aver vissuto una grande ingiustizia sulla mia persona, la risposta è sì. Dicerie e diffidenza. Ma per vincerla ho lavorato sodo. D'altronde, il fatto che si suppone che una donna bella debba essere stupida e compromessa, è una forma di discriminazione inaccettabile».

Berlusconi disse che lei era una donna da sposare.
«Battuta che io considero un complimento: solo se stimi una persona dici che è "da sposare"».

Bocchino e Carfagna nel Italo Bocchino e Mara Carfagna allinizio della carriera politica

Per Veronica Lario fu una causa di divorzio. E anche la moglie di Italo Bocchino, Gabriella Buontempo, l'ha criticata, proprio su questo giornale.
«Guardi, di attacchi pubblici sulla mia vita privata ne ho ricevuti tanti. Succede. E poiché non sono una macchina, ma un essere umano, ci ho sofferto moltissimo. Ma non ho sensi di colpa e non ho niente di cui scusarmi. Li ho vissuti come un'ingiustizia. Punto e basta».

CARFAGNA-BOCCHINO

Lei in Campania ha condotto una battaglia politica, col governatore Stefano Caldoro, per rinnovare il Pdl e mandare via Nicola Cosentino. I risultati di queste elezioni dicono che avevate ragione.
«Il Pdl è cresciuto grazie all'impegno diretto di Berlusconi. Poi, certo, in Campania il buon governo regionale ha contribuito... Sì, le cose sono andate bene. Ma se lo vuole sapere, io il giorno dopo ho telefonato a Cosentino. Era doveroso, perché credo che al di là delle divergenze lui abbia lavorato bene radicando il partito. E poi c'è una situazione umana che non può non preoccuparmi. Nella mia campagna elettorale nel 2010 ho avuto il partito contro, è noto. Ma adesso avremo un nuovo Pdl in Campania. Mi auguro arrivi in futuro anche un coordinatore e si rinunci al commissariamento».

Italo Bocchino e Mara Carfagna foto La presse

Cosa ne pensa della scomparsa di Fli, e quindi anche di Fini e di Bocchino, dal Parlamento?
«La politica è questo. Un seggio non è un posto a tempo indeterminato. La sconfitta di Fli è clamorosa, ma la mancanza di coerenza non paga. Era un partito senza identità e senz'anima».

A livello nazionale, che succederà?
«L'occasione di un governo Pd-Pdl è sfumata per sempre. Un esecutivo del presidente... O si andrà a nuove elezioni. E sarà una iattura. Per tutti».

3. “ITALO MI TRADIVA SENZA RISPETTO -
LA CARFAGNA? TRE ANNI DI DOLORE” - Angela Frenda
16 settembre 2011 per Corriere della Sera

«Per me è stata una grandissima storia d'amore. Ma devo ammetterlo: non lo riconosco più». Il sashimi di tonno arriva su un vassoio giallo. Gabriella Buontempo con le bacchette ne afferra un pezzo, lo fissa come un oggetto sconosciuto e sussurra: «Mi crede se le dico che ho tentato di tutto per salvare questo matrimonio? Ma i fatti mi dicono che troncare è stata la cosa migliore». Micaela Biancofiore Italo Bocchino e Mara Carfagna

I «fatti», come li chiama lei, sono le notizie apparse sui giornali quest'estate. Protagonista il suo ex marito, il vicepresidente fli Italo Bocchino, in compagnia di amiche bionde o brune. Fino al paparazzato gossip: quel weekend a Ravello del «nemico» politico del premier con Sabina Began, nota come «l'Ape regina» di Silvio Berlusconi, e animatrice delle feste di Arcore.

Ne è nato un caso dai tratti imbarazzanti. Che ha spinto Gabriella Buontempo, 45 anni, figlia di un'importante famiglia di socialisti napoletani, a decidere a fatica di parlare. Per un solo motivo: «Ho due bambine, e non posso permettere che pensino che questo è il modello femminile di riferimento. Devo tutelare la dignità di Antonia ed Eugenia».

Che cosa l'ha infastidita, quest'estate?

parl69 carfagna tremonti italo bocchino

«Gli lascio le bambine, che vogliono stare con lui, padre splendido. E lui che fa? Si porta una signora bionda nella nostra casa di Panarea o sulla barca. Assurdo»

Poi c'è stato l'«affaire» Began. Bocchino ha parlato di «una trappola», di una «macchina del fango».

«Non credo. Credo invece sia tutto vero, come dice lei. Vero che lui le ha chiesto il numero di telefono, vero che l'ha invitata, vero che sono andati a Ravello con l'auto blu...».

Un'imprudenza.

«A volte gli uomini fanno cose... irragionevoli. Queste di Italo mi sembrano robe da psicoanalisi. Soffre della dinamica dell'abbandono. Per lui è inconcepibile che io abbia chiuso la nostra storia. E poi soffre di cretinismo da separazione: colpisce anche gli uomini più intelligenti».

La polemica tra il suo ex marito e la Began è stata feroce.

Gabriella Buontempo

«Italo ha peccato di grande ingenuità. Ma lei si è dimostrata una ricattatrice. Mi fa tristezza che gli uomini, non solo mio marito, si lascino irretire da oche del genere».

Questa vicenda secondo lei ha danneggiato politicamente Bocchino e Fli? Qualcuno parla di manie di protagonismo.

«Spero che Fini, che stimo, riporti Fli sulla strada iniziale. E confido che anche Italo si svegli da questa ubriacatura. Sa, queste donnine ti minano e ti fanno sentire onnipotente».

Il sito Dagospia ha scritto: Bocchino soffre di complesso di Edipo verso Berlusconi.

«Italo è stato solo ingenuo e machista».

Lei oggi sta facendo un po' come Veronica Lario, che a suo tempo mandò un messaggio ai giornali.

«Sì, mi sento molto vicina alla sua situazione. Perché la sbandata per una migliore di te la accetti. Però se vieni tradita con una che, per stessa ammissione di tuo marito, è una nullità, beh, è dura. Si può tradire con rispetto. Invece lui mi ha messo in bocca a tutti».

E quest'estate?

Gabriella Buontempo intervistata da Novella 2000

«Ma no, quest'estate mi sono infuriata solo per le mie figlie. Non parlerei di dolore. Quello c'è stato quando ho scoperto che mi tradiva con Mara Carfagna. Quante bugie mi diceva. Ma il problema non è lei. Il problema è lui. Perché lei, poverina, è quello che è. Infatti dal 15 marzo è scomparsa. Non sa che dire: le scriveva tutto Italo. Non sa parlare in italiano. Usare soggetto verbo e predicato».

Cosa gli piaceva della Carfagna?

«Intanto è piaciuta a tanti... Ha una bella presenza. Ci sono persone con cui trascorri una sera, fai quello che devi fare... Italo la usava come un giocattolo. Me lo diceva lui: guarda cosa le faccio dire. Mi ha mandato decine di lettere in cui mi dichiarava che per lui, lei non contava nulla. Ci siamo scontrati tutti i giorni, per tre anni. Ho resistito. Ma poi quando alle Regionali lui le ha portato tutti quei voti, e lei ha dichiarato di essere un soggetto politico, beh, l'ho trovato mostruoso, proprio come donna. Mi sono incazzata, pur non essendo mai stata femminista. Tra l'altro Italo ha continuato a tradirmi non solo con la Carfagna ma anche con altre che non mi dicono per carità cristiana. Anche se io ho intuito». Fini e Bocchino davanti ai fotografi

Il vostro matrimonio, nel '95, fece scalpore. Lui 27enne di destra, pupillo di Tatarella. Lei 28enne socialista, già appassionata di cinema. Che rapporto è stato?

«Fu un colpo di fulmine. Siamo andati a vivere insieme dopo due settimane. Ma se lei mi chiede se con me è stato rispettoso... Ho subìto ripetuti tradimenti, ai quali ho sempre cercato di reagire pensando alla famiglia. È stata una sofferenza lunghissima. Poi mi sono arresa all'evidenza».

E le bambine come l'hanno presa?

Dago Bocchino CARFAGNA NOZZE- ARRIVA BERLUSCONI

«Stiamo cercando di limitare i traumi. Anche se leggo nei loro occhi, soprattutto della più grande, molto dolore. Alla fine della vacanza col padre mi ha detto: mamma, siamo sopravvissute. E poi, quando le abbiamo comunicato che ci separavamo, ha commentato: almeno non ti vedrò più piangere di nascosto. Ho capito che avevo fatto la cosa giusta. Adesso, almeno, hanno una mamma serena. Ci chiamiamo i tre moschettieri». carfagna-berlusconi

È stato un processo faticoso, dunque.

«Faticosissimo. Anche perché Italo ha sempre sostenuto che il mio dovere era sopportare, così come le nostre nonne e le nostre mamme avevano sempre incassato il tradimento in nome dell'unità familiare. Lo ammetto: ho vissuto a lungo in soggezione psicologica, come tante donne. E infatti la mia separazione è stata interpretata da molte come un gesto di grande coraggio. Non sta mai bene se una donna rompe un matrimonio. Sa chi ha tentato di far da paciere? Roberto D'Agostino. Con lui mi sono incavolata quando voleva strumentalizzare il mio dolore per la Carfagna, ma un giorno mi spiegò: tu devi capirlo, Italo. È sempre stato il pupillo di Tatarella e il marito di Gabriella Buontempo, nipote di Graziella Lonardi (mecenate e animatrice della Capri radical chic, scomparsa a dicembre, ndr ) e figlia di Eugenio. Lasciagli vivere il suo momento di gloria». BERLUSCONI-CARFAGNA

E lei come rispose?

«Mi arrabbiai. Perché il problema non è solo la Carfagna, ma il messaggio che si manda con quelle deputate elette solo perché carine, frequentatrici di feste o perché hanno concesso dei favori. Questo velinismo machista l'ho sempre contestato».

Anche Bocchino, però

«Alt, lui solo da poco. E prima dov'era? Militava in quel partito: non ricordo sue prese di posizione. Quando Veronica Lario è esplosa fui l'unica a darle ragione. Lui la criticò».

Le manca suo marito?

BERLUSCONI-CARFAGNA

«Sinceramente no. Si è chiusa una storia. E io mi sento finalmente libera. Anche dai suoi condizionamenti. Lui è un po' egocentrico. Che so, quando stava scrivendo il suo ultimo libro, a Panarea, spesso voleva silenzio e mi diceva: sto scrivendo il testo della mia vita. Oppure un'altra sua frase classica, quando litigavamo, era: così danneggi la collettività. Io sono un protagonista politico, lo capisci? Oggi mi dice che non troverò mai più nessuno come lui». CARFAGNA NOZZE -BERLUSCONI

E lei?

«Vado a correre, esco con gli amici, mi occupo della mia casa di produzione (sta per uscire lo sceneggiato su Anita Garibaldi, prodotto per la Rai, ndr ), della fondazione dedicata a mia zia Graziella. Ma soprattutto penso alle nostre due bellissime figlie. E mi dico ogni giorno: sono rinata».

 

ESISTE IL PIANO B, È IL PIANO BERSANI! - BERSANI SA CHE NON HA I NUMERI SUFFICIENTI MA POTREBBE FARCELA SE...

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Antonello Caporale per il Fatto

IL PAPA VOLA A CASTELGANDOLFO BERSANI FINESTRINO

Esiste il piano B, è il piano Bersani! È una pura estensione del piano A. B sta per ancora per l'uomo di Bettola che mette in gioco tutto il suo potere elettorale per schivare i dubbi del Quirinale, una crescente perturbazione nel suo partito e l'ansia che si sta impadronendo degli italiani.

GOVERNO DI SCOPO E SCOPONE BERSANI GRILLO BERLUSCONI NAPOLITANO

Bersani sa che non ha i numeri sufficienti per governare, ma sfida la doppia congiunzione astrale: l'alleato disponibile (il Pdl) è inservibile, quello possibile (Grillo) è invece indisponibile. L'unico modo per trarre profitto da questa condizione di immobilismo politico è costruire una trincea dentro al Parlamento, insediarsi malgrado tutto a Palazzo Chigi e attendere da lì l'elezione del nuovo Capo dello Stato.

È un piano che utilizza il diritto e l'ingovernabilità per spuntare sull'ostilità di una vasta platea di soggetti e raccogliere - in una condizione periclitante e con modalità irrituali - il testimone da Mario Monti. È un piano, secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano, che ha una comunque sua logica e una sua strategia. Arrischiato ai limiti della temerarietà, ma dentro i confini della prassi parlamentare, e soprattutto dentro le regole che hanno sin qui governato i rapporti tra poteri.

BERSANI E GRILLO

Bersani ha chiesto e ottenuto dal suo partito il voto pressoché unanime ad avanzare a Giorgio Napolitano la richiesta di ricevere l'incarico. "Incarico pieno, mi sembra chiaro", dice Stefano Fassina. Non un mandato esplorativo o un pre incarico, ma appunto il potere di costruire un governo che possa ottenere il massimo del sostegno parlamentare.

bersani morto che parla

Domanda: il capo dello Stato può ridurre l'intensità di questo mandato? L'Unità ha anticipato la risposta facendo scrivere a Marco Olivetti, ordinario di diritto costituzionale a Foggia, una breve analisi intitolata "Poteri del presidente e primo governo di legislatura". Il capo dello Stato deve dare l'incarico alla personalità che più di ogni altra ha la possibilità di ottenere la maggioranza più larga in Parlamento.

Avendo blindato il Pd, che ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato, sul nome di Bersani, Napolitano non potrebbe discostarsene. Almeno in prima istanza. Bersani aspetta di ricevere dunque un incarico pieno e senza attendere oltre, avendo già un programma costituito nei famosi otto punti, presentarsi in Parlamento.

MORETTI BERSANI CROZZA IMITA BERSANI A BALLARO

Andrebbe a sfidare Grillo in mare aperto. Ci andrebbe dopo aver giurato davanti al Quirinale ed espresso una ristretta compagine di governo. Andrebbe prima alla Camera in ossequio alla regola che il nuovo governo si presenta nel ramo alternativo a quello in cui ha ottenuto la fiducia il precedente. Mario Monti andò al Senato il 17 novembre 2011 e quindi per Bersani c'è la Camera. E lì ottiene la fiducia.

Poi va al Senato e guarda i numeri. Verosimilmente non sufficienti. Il governo è sfiduciato e dimissionario, in carica per gli affari correnti. Saranno correnti ma sono sempre affari: poltrona trasferita da largo del Nazareno a palazzo Chigi, un esecutivo ridotto ai minimi termini, nell'attesa del nuovo inquilino e per far fronte almeno agli atti urgenti di questa straordinaria crisi. Le consultazioni proseguono.

BERSANI, GRILLO, BERLUBERSANI E BERLUSCONI IN PREGHIERA ALLE URNE

Ma con un giocatore in più in campo e soprattutto un disturbatore delle manovre di Napolitano. Il quale , seguendo la Costituzione, deve individuare, malgrado lo spirare del suo mandato, una personalità che allarghi oltre Bersani la platea della maggioranza. Non uno qualunque, dunque, non un tecnico di basso profilo perciò, ma un nome forte che faccia meglio.

Già successe, scrive l'Unità: era il 1953 ed Einaudi dopo la sfiducia parlamentare a De Gasperi individuò nel deputato Pella l'uomo nuovo. E Pella riuscì dove aveva fallito il capo della Dc. Può accadere anche questa volta? Remota possibilità. Perché un Bersani in campo, premier sfiduciato sì ma vivo e vegeto, riduce il rischio per il partito di esplodere in un rosario di opzioni (leggi governissimo).

BERSANI FAMILY GIANNELLI SU GRILLO E BERSANI

Bersani, questo sarebbe il suo piano, attenderebbe da Palazzo Chigi l'arrivo del nuovo presidente della Repubblica. Lo attenderebbe con fatti, proposte, disegni di legge: un modo per stabilire sul programma un filo di minimo consenso con il Movimento Cinque Stelle. E avrebbe tempo per costruire anche insieme ai grillini la proposta del successore di Napolitano.

Se gli riuscisse sarebbe un capolavoro tattico e quella sfiducia annunciata al primo tentativo si potrebbe rivelare possibile al secondo. In caso contrario il nuovo inquilino del Quirinale dovrebbe prendere atto dell'impossibilità di formare un governo e mandare tutti alle urne.

BERLU E BERSANI ARRIVO

Bersani concluderebbe il suo compito e manderebbe al voto un partito almeno formalmente unito, che ha fatto di tutto per scongiurare le elezioni e si è arreso solo quando la realtà non ammetteva fraintendimenti. Al voto con chi? Ma con Matteo Renzi, che avrebbe l'occasione della rivincita.

BERSANI SALUTA E PRODI GHIGNA

E Renzi se ha una voglia, è quella di fare il premier. Al partito penserebbero altri. Tra questi il più titolato, e quasi unico in gara, sarebbe Fabrizio Barca dichiaratamente interessato alla nuova destinazione e perciò recalcitrante a proporsi come alternativa dell'oggi a Bersani.

È un piano folle? È un'idea temeraria al limite dell'avventurismo oppure l'unica scelta ragionevole in questo caos?

 

ROM E SINTI IN ARRIVO A MIGLIAIA NEGLI ULTIMI ANNI, SPAVENTANO I TEDESCHI

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Pierluigi Mennitti per "lettera43.it"

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Sulla Pariser Platz, l'elegante acciottolato che si distende fra il lusso dell'Hotel Adlon e le colonne immacolate della Porta di Brandeburgo, nel centro di Berlino, alcune donne avvolte in ampie vesti colorate cercano di fermare i passanti. Incocciano con la mano tesa turisti e indigeni e rivolgono loro una domanda - sempre la stessa - monotona e innocua: «Do you speak English?», Parli inglese?

Difficile immaginare che questa morbida forma di elemosina consenta di racimolare qualcosa: sembra piuttosto l'esecuzione di un antico rituale. Nella Capitale che soffre il più alto tasso di disoccupazione della Germania (12,3%) e che registra il maggior numero di percettori di sussidio statale del Paese, ci vuole ben altro per convincere turisti e cittadini a sborsare qualche spicciolo.

MERKEL E VAN ROMPUY

LA TOLLERANZA PERDUTA. Poche decine di metri più avanti, oltre la Porta e davanti al vicino Bundestag, è stato inaugurato a ottobre 2012 il primo memoriale allo sterminio di sinti e rom durante il nazismo: 550 mila uomini e donne liquidati nei campi di sterminio.
Il passato pesa come un macigno nella coscienza dei tedeschi e, all'inizio, ha influenzato la tollerante indifferenza con cui cittadini e istituzioni hanno osservato la nuova invasione dall'Est. Fino a quando piccole e grandi frizioni quotidiane hanno esacerbato i rapporti.

LA PAURA DELLA CRIMINALITÀ. Dalle parti di Görlitzer Park, a Kreuzberg, la scena è infatti diversa. Una trentina di persone bivacca all'aperto sotto il cornicione di un vecchio magazzino in disuso. Ci sono mamme e bambini, addirittura due neonati. Si dorme all'addiaccio, coperte e piumini riparano a stento dal freddo notturno, i materassi puzzano di umido e urina, pannolini usati e rifiuti vari ricoprono il prato.

immigrati in fila per il lavoro

Fino a poco tempo fa, gli accampati si ammassavano stretti negli appartamenti di un rudere sulla Genthiner Strasse. Poi è arrivato lo sfratto, dovuto alle furiose proteste dei vicini. Gli abitanti di questo spicchio alternativo e di sinistra di Berlino cominciano a perdere la pazienza: a sentir loro, le richieste di elemosina sono molto più aggressive che sulla Pariser Platz. E in zona sono aumentati furti e scippi.

IMMIGRATI

È difficile fare una stima di quanti rom siano arrivati negli ultimi tempi da Romania e Bulgaria nella capitale. Una cifra approssimativa li stima in 6 mila, ma molti evitano di registrarsi alla polizia. Nella scuola Hans Fallada di Neukölln, uno dei quartieri più interessati dal fenomeno, gli studenti rumeni sono passati da 40 a 90 in un anno e altri 20 si apprestano a varcare la soglia.

Non hanno nozioni di tedesco e la maggior parte è completamente analfabeta, il preside ha ingaggiato due traduttori mettendo mano agli ultimi fondi dell'istituto. Le statistiche suggeriscono che ogni mese, nel quartiere, nasca una nuova classe con scolari rom.

Immigrati in fuga dalle tendopoli

IN FUGA DAI BALCANI. I gruppi più consistenti si sono insediati anche a Wedding, Mitte e Tempelhof-Schöneberg. Arrivano seguendo le tracce dei parenti o degli amici. Un passa parola che spinge gli abitanti di interi villaggi a muoversi dall'interno dei Balcani verso la capitale tedesca. Come è accaduto a un gruppo di 500 persone, partito da Fantanele, un piccolo centro a ridosso di Bucarest e spiaggiato in un palazzo in disarmo sulla Harzer Strasse, a Neukölln.

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I 500 di Fantanele sono stati protagonisti di una storia a lieto fine, che dà qualche speranza ai tanti di buona volontà che lottano contro i mulini a vento. Anche qui regnavano sporcizia e disordine, urla e aggressioni. Poi è arrivato un parroco dal cognome evocativo, Benjamin Marx, che ha ingaggiato una società immobiliare cattolica di Colonia, impegnata in progetti solidali.

L'INTEGRAZIONE POSSIBILE. In pochi mesi le pareti scrostate dell'edificio sono state affrescate, gli appartamenti sono stati risanati, il cortile ripulito, le scale interne ridipinte. E gli inquilini sono stati responsabilizzati, diventando i tutori dell'ordine ritrovato.
«La storia di questo palazzo non è un invito a tutti i rom per trasferirsi a Berlino», ha ripetuto cento volte Marx, «ma è la prova che questa gente non è colpevole della propria miseria: se viene data loro un'opportunità, i rom vogliono vivere come tutti gli altri».

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L'emergenza di Berlino non è neppure la più drammatica in Germania. Cronache simili giungono da altri grandi centri della Germania: Francoforte, Dortmund, Monaco, Offenbach.

Attraverso il passa parola, intere famiglie rom partono da Romania e Bulgaria, vessate dalla crisi economica ma anche dalla crescente intolleranza e dalle violenze fisiche, per arrivare nelle metropoli tedesche e occupare edifici abbandonati e dismessi, diventando inevitabilmente preda delle reti criminali che operano in quelle zone.

180 MILA IN ARRIVO. Secondo i dati ufficiali, che vanno sempre letti per difetto, dal 2007 al 2011 la comunità rom è cresciuta da 64 mila a 147 mila unità, ma l'aumento è stato esponenziale negli ultimi tempi: nei primi 6 mesi del 2012 si stima un'ulteriore impennata del 24%. E l'agenzia federale per il lavoro prevede che dal 2014, data in cui dovrebbe cadere la moratoria sulla libera circolazione dei lavoratori rumeni e bulgari nell'area Schengen, la cifra dei nuovi arrivi oscillerà fra 120 e 180 mila all'anno.

LE SPESE IN CRESCITA. I sindaci delle città interessate, socialdemocratici in testa, hanno lanciato un allarme all'Europa e al proprio governo federale: i costi sociali stanno diventando insopportabili. Il comune di Duisburg ha dovuto stanziare 18 milioni di euro in più, quello di Mannheim teme che le spese aumenteranno del 30% rispetto al budget attuale. E tutti paventano il rischio che le crescenti tensioni diano fiato alla propaganda neonazista, come è avvenuto in Ungheria e Bulgaria.

LE ARMI SPUNTATE DEL GOVERNO. Il governo per il momento ha scelto la via più semplice: minacciare il veto in sede europea alla caduta nel 2014 delle barriere per i lavoratori rumeni e bulgari.

immigrati pulizie

Il ministro dell'Interno Hans-Peter Friedrich ha mostrato i denti a Bruxelles: «Diamo già tanti soldi per i programmi di sviluppo nell'Europa sud-orientale, vorremmo capire dove vanno a finire. Non siamo disposti a pagare due volte, prima lì e poi a casa nostra». Ha poi ipotizzato espulsioni facilitate per chi non è in possesso di un posto di lavoro.
Ma la faccia feroce non risolverà il problema e non convince gli amministratori locali, che temono di restare soli a fronteggiare l'emergenza. Possono essere trovati correttivi per arginare i flussi migratori ma, per evitare che la situazione sfugga di mano, la Germania non potrà sfuggire all'obbligo di migliorare le condizioni di chi già si trova nel Paese.

 

OLIVIERO TOSCANI: - “GRILLO È UN PO’ DUCETTO MA LA STRADA ALLA DEMOCRAZIA NON PUÒ ESSERE SEMPRE DEMOCRATICA"

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Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano"

OLIVIERO TOSCANI SFRECCIA IN PORSCHE

L'unica cosa che mi dà fastidio di Grillo è il turpiloquio. Tremendo".

Troppi vaffanculo, Oliviero Toscani?
Se parlasse sotto voce e senza parolacce sarebbe ancora più efficace.

La politica non è per educande. Farsi ascoltare è difficile. L'avvelenata permanente di Grillo non somiglia a un percorso obbligato?
Dia retta, è un freno. Non è l'insulto a fargli conquistare il voto. Se argomentasse con meno aggressività conquisterebbe anche le preferenza di chi diffida. Grillo è un tardo sessantottino. Uno che forse nel '68 andava bene. Siamo in ritardo di 45 anni. Questo è il Paese.

Ma lei si fida?
Guardi, meglio tardi che mai. Un pezzo di Italia è scettica, forse preferiva andare avanti con le mummie. Casini, Monti, Berlusconi.

OLIVIERO TOSCANI - RAZZA UMANA ITALIA

La sua provocazione, Toscani, invitare Bersani a cedere la guida del governo a Grillo
rimarrà lettera morta.

Mi dispiace. Dimettersi come il Papa, dopo la vittoria. Pensi che meraviglia. È chiaro che se Napolitano fosse Obama o semplicemente svizzero o scandinavo, darebbe l'incarico a Grillo . Se fosse più energico e coraggioso non dubiterebbe.

Per metterlo alla prova?
Visto che non gli va bene nulla e che butta tutto all'aria bisognerebbe dirgli "vai e facci vedere cosa sai fare. Dacci la ragione per averti votato o per non farlo più".

BERSANI E GRILLO

E Bersani?
È come i cardinali nel conclave, dovrebbe prendere la cittadinanza vaticana, starebbe meglio. In lui credevo. Vent'anni anni fa rompevo le palle a chiunque: "Ci salverà Pier Luigi". Mi sono sbagliato e gli ho scritto una lettera aperta: "Che ti è successo? Ti ha rovinato il partito".

Dobbiamo fare l'analisi del mètalinguaggio di Grillo o attenerci ai soli propositi bellicosi?
Per quale politico ci si deve attenere all'enunciazione? Pensi alle palle che ha raccontato Berlusconi, a Monti che mentendo si è sputtanato. Madonna! Siamo circondati da palle.

Beppe Grillo

Le piace l'idea dei neofiti in Transatlantico?
Sono certo che la base dei parlamentari sia più forte e autonoma di quanto non si pensi e che alla lunga, Grillo e Casaleggio non potranno né arginarla né contenerla.

Quindi?
Sarà interessante. Sono giovani e vedremo cosa faranno. Ma non possono pagare il pregiudizio sull'inesperienza. Non si può equiparare l'età acerba all'incompetenza. Impareranno in fretta. Speriamo non a rubare.

Beppe Grillo

Parte della stampa, ricambiata, demonizza Grillo.
Un percorso sterile, un processo identico a quello diretto verso l'altro showman di casa nostra, Berlusconi. Siamo vecchi, bacucchi e conservatori. Quando D'Alema dà del vecchio a Grillo ha anche ragione. Però, madonna, c'è un problema.

Quale, Toscani?
Che D'Alema era vecchio anche a 20 anni. Il '68 gli è passato sopra la testa. Si immagina un nostro politico giovane? Provi a figurarsi Andreotti a 24 anni. Se penso che Monti ha la stessa età di certe antiche rock star vi-venti, mi dico che forse la droga fa bene.

Almeno i suoi odiati bocconiani hanno perso.
A Milano sono due le sedi in cui viene gestita l'ingiustizia. San Vittore che la condanna e la Bocconi che la insegna.

Beppe Grillo

Torniamo a Grillo. Sostiene che il M5s sia argine alla violenza.
La rabbia e la mancanza di pazienza sono trasversali. E anche se è inutile dividere l'istinto di rivolta in destra e sinistra, una parte di sovversione nel Movimento esiste. Negarlo sarebbe sciocco.

Lei l'ha votato.
A 71 anni e per la prima volta voto qualcosa che ha un enorme successo. Incontrai Grillo anni fa. Era rappresentante di una linea di confezioni. Poi lo invitai in Rai. Davano un premio alle eccellenze. Volevo che salisse sul palco e sparigliasse le carte dandomi del collaborazionista e del figlio di puttana. Lui accettò e mi avvertì. "Ti diranno di no". Lo bloccò la burocratzjia. Mi incazzai. "Questa è squallida censura da Kgb, tenetevi il vostro premio". Così dissi. Così feci.

Grillo è ancora un duce?
Grillo è un po' ducetto ed è un punto dolente, ma la strada alla democrazia non può essere sempre democratica. Adagio adagio, ci civilizzeremo anche noi.

 

MENTRE TUTTO CROLLA, LE TRISTI GARE DI BURLESQUE DI TRE LEADER SENZA MAGGIORANZA

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1. TRISTI GARE DI BURLESQUE
di Antonio Padellaro per Il Fatto


Mentre le agenzie di rating declassano l'Italia pronosticando scenari di "profonda" recessione, conseguenza del risultato "inconcludente" delle elezioni, la politica dà come sempre il suo fattivo contributo al bene del Paese e si porta avanti con il lavoro.

STANDING OVATION PER ANTONIO PADELLARO SINGER BERSANI E GRILLO

Bersani, l'unico leader politico al mondo che è arrivato primo alle elezioni riuscendo a perderle (dopo un altro voto sfortunato parlò, con ardita litote, di non vittoria) vuole a tutti i costi farsi un giro da premier, ambizione legittima se non fosse che non ha la maggioranza al Senato e neppure, così si dice, il convinto sostegno di Napolitano.

agenzie rating

Egli avrebbe perciò escogitato un astuto stratagemma per aggirare il Colle e con ingegnosi artifici insediarsi a Palazzo Chigi alla guida di un governo a prevalenza Pd, ma zoppo e sfiduciato. Per farne cosa, mistero.

Intanto, plotoni di esimi giuristi, supportati nei grandi giornali dalle truppe speciali del dialogo, architettano un governo del Presidente in versione automatica poiché il Presidente a capo del governo del Presidente dovrebbe essere il Presidente medesimo. Semplice e geniale.

Ma l'arma segreta per dare finalmente un governo all'Italia sta per essere perfezionata in una sorta di gabinetto del dottor Caligaris dove un'équipe di scienziati cerca di mettere a punto il Premier Grillesco. Progettato per ottenere il prezioso gradimento di Beppe Grillo, questo portento riunisce il meglio della società civile e del primato professorale da Rodotà a Settis, a Zagrebelsky.

BERLUSCONI IN TRIBUNALEbersani_napolitano

Una soluzione di eccellenza che unisce competenza e onestà. Purtroppo il caro leader a 5Stelle persiste in un atteggiamento sarcastico (coerente, del resto, con la sua conclamata vena comica), cosicché circondato da alcuni simpatici picchiatelli si diverte un mondo a respingere al mittente i prototipi con pretestuose motivazioni.

A questo punto uno potrebbe chiedersi che fine abbia fatto Berlusconi, che resta pur sempre il potente capo della destra italiana. Ebbene, inseguito dalla implacabile pm Boccassini, egli ha trovato rifugio in un ospedale amico dove, tuttavia, il suo tentativo di darsi malato è stato smascherato da una impietosa visita fiscale.

Una scena spassosa quella del miliardario simulatore che bene s'inserisce in un contesto burlesque, con la politica che si diverte a perdere tempo mentre tutto crolla. Certo, c'è sempre l'esempio del Belgio che senza governo è sopravvissuto benone per 500 giorni e più. In attesa delle prossime elezioni e del prossimo avanspettacolo.

berlusconi-boccassini-stretta-di-mano


2. IL COSTO DEL NON-GOVERNO: 23 MILIARDI -
Roberto Petrini per Repubblica

GOVERNO DI SCOPO E SCOPONE BERSANI GRILLO BERLUSCONI NAPOLITANO

«Stallo», come nel finale di un film di Quentin Tarantino. Una situazione che rischia di costarci cara: se lo spread per ora sembra sopito, Fitch ha fatto la faccia feroce declassando ulteriormente l'Italia con la motivazione di «elezioni inconcludenti». E Moody's ha avvertito che è pronta alla revisione del rating. Del rischio dovuto al fattore tempo è consapevole anche il presidente della Repubblica che ha ammonito: «La crisi non aspetta».

I costi del non-governo già si affacciano: la Cgia di Mestre li calcola in 23 miliardi, mentre la Uil Servizio politiche territoriali denuncia la prima stangata del 2013 per le addizionali Irpef regionali e comunali fin dalla busta paga di marzo.

bersani morto che parla

Sommersa dalla polvere della polemica, la crisi economica è sempre più aspra. L'Italia è tra i pochi Paesi europei che potrebbe chiudere l'anno in forte recessione (dal meno 1 previsto dalla Ue al meno 1,8 stimato da Fitch). Senza un pilota nella cabina di comando.
L'anticipo delle elezioni ha provocato una pericolosa sovrapposizione tra la formazione del governo, l'elezione del Presidente della Repubblica e le importanti scadenze europee e di bilancio della primavera.

BERSANI, GRILLO, BERLU

Il 10 aprile dovrà essere presentato il Documento di economia e finanza, check up strategico per i conti pubblici che fornisce indicazioni su una eventuale manovra: anche ammesso che la cura Monti non abbia lasciato crepe, bisognerà rifinanziare alcune spese (dal miliardo per la cassa integrazione in deroga alle missioni militari) e alcuni parlano di un totale di 7 miliardi.

L'agenda dell'Unione è ancora più impegnativa: la prossima settimana il Consiglio europeo fisserà le priorità delle politiche economiche del 2013: un appuntamento che sarà gestito dal governo in carica, ma Monti ha già sentito il bisogno di convocare i partiti per una verifica. A fine aprile l'esecutivo dovrà presentare al Parlamento e a Bruxelles il Programma di stabilità, dove si prendono impegni sulla sostenibilità dei conti pubblici, e il Programma nazionale di riforme.

E che dire di provvedimenti lasciati a metà strada come quello che dovrebbe estendere la riforma pensionistica Fornero a forze armate e di polizia e il cui decreto attuativo giace in Parlamento? Oppure della delicata partita delle nomine che a metà aprile dovrebbe investire Finmeccanica, Ferrovie e Cassa Depositi?

Bersani, Berlusconi, Monti, Grillo e lo spread

Ma la partita più grossa è quella delle tasse. Buona parte della campagna elettorale si è giocata sulla riduzione di Imu, Irpef, Iva e Irap, tant'è che l'insieme delle proposte - è stato calcolato - avrebbe toccato i 135 miliardi. Invece, in assenza di governo, le promesse non possono essere attuate e le stangate fiscali camminano inesorabili.

BERSANI, BERLUSCONI, MONTI, AL VOTO

Nella busta-paga di marzo avremo il primo assaggio: la Uil Servizio politiche territoriali ha appurato che il saldo-acconto Irpef comunale e regionale quest'anno registrerà un rincaro del 13,3 per cento rispetto al 2012 per via degli aumenti decisi da sindaci e governatori. A grandi passi si avvicina la prima rata dell'Imu: il 18 giugno, tra tre mesi, un battito d'ali per chi ha a che fare con il bilancio familiare, si pagherà un acconto per un totale di 11,6 miliardi.

GIANNELLI SU GRILLO E BERSANI

Neanche due settimane e la mazzata replicherà: dal primo luglio è previsto un nuovo aumento dell'Iva che passerà, in assenza di interventi, dal 21 al 22 per cento per un impatto totale sulla seconda metà dell'annodi circa 2 miliardi. Senza contare la Tares, la nuova tassa dei rifiuti, per la quale in luglio è previsto un acconto pari a 4 miliardi. Un costo del non-governo che sommato ad altri impegni elettorali, come la riduzione dell'Irap e i pagamenti arretrati dello Stato alle imprese, provocherebbe - secondo la Cgia di Mestre - un danno
da 23 miliardi di euro.

 

 

PER LA COMPRAVENDITA DI DE GREGORIO, È PRONTA LA RICHIESTA DI GIUDIZIO IMMEDIATO PER IL BANANA

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Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

Sergio de gregorio

La Procura di Napoli stringe i tempi e dopo una sfilata di testimoni eccellenti è pronta a chiedere il processo immediato per Silvio Berlusconi, Valter Lavitola e Sergio De Gregorio. L'inchiesta si allarga dalla corruzione del solo De Gregorio a tutta "l'operazione libertà", cioé il corteggiamento con ogni mezzo di una decina di senatori del centrosinistra perché sfiduciassero Prodi alla fine del 2007.

Lavitola b d bdd ed c f a

Il caso De Gregorio diventa così un'inchiesta sulla crisi più sospetta della storia della repubblica. Negli ultimi due giorni sono stati sentiti a Roma nel palazzo della Dna di via Giulia l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, l'ex capogruppo al Senato dell'Ulivo Anna Finocchiaro, l'ex capogruppo dell'Italia dei Valori, Nello Formisano e il senatore Giuseppe Caforio, Idv anche lui.

I pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Fabrizio Vanorio, Alessandro Milita e Francesco Curcio, nelle prossime ore potrebbero ultimare le audizioni dei testimoni, in particolare si parla dell'ex senatore del Pd Paolo Rossi, un altro di quelli che avrebbero resistito.

SERGIO DE GREGORIO SILVIO BERLUSCONI

Poi i pm si metteranno a scrivere la richiesta di giudizio immediato. Se il giudice darà il via libera, Berlusconi si ritroverà sotto processo prima della fine del mese. Il codice prevede termini molto stretti: il gip deve decidere entro cinque giorni dalla richiesta. Teoricamente dovrebbe essere sentito prima l'imputato ma i magistrati disperano di riuscire a interrogare Berlusconi. Oggi scade la terza convocazione, l'ultima prevista nell'avviso dei pm.

Di Pietro Antonio

Sui contenuti delle audizioni dei giorni scorsi i magistrati hanno chiesto ai politici di restare con la bocca cucita. "Confermo solo che è stato un colloquio molto breve", spiega Romano Prodi. L'ex presidente del Consiglio è - da un punto di vista politico - la vittima della corruzione dei senatori. Anche se da un punto di vista penale la persona offesa è l'intera pubblica amministrazione.

L'ex premier al più potrebbe essere considerato una persona danneggiata dal reato ma ieri è stato sentito nella veste di persona informata dei fatti. Il senatore De Gregorio aveva raccontato ai pm di essere stato "comprato" con 3 milioni di euro, dei quali due in nero e di avere avuto mandato da Berlusconi di contattare anche il senatore dell'Idv Giuseppe Caforio .

ROMANO PRODI

"Dissi a Berlusconi", ha raccontato De Gregorio ai pm, "che forse il senatore Caforio poteva ascriversi al ruolo degli indecisi (...) lui disse: puoi proporgli fino a cinque milioni di euro di finanziamento. Caforio mi registrò, quindi quella registrazione è presso gli uffici della Procura di Roma, che archiviò l'indagine".

Prodi commenta: "Se fosse vero, sarebbe gravissimo". De Gregorio ha raccontato anche il suo incontro del 2007 con il capo della Cia a Roma, Roberto Gorelick, e Clemente Mastella. Gli americani, a suo dire, volevano convincere l'ex ministro a lasciare il governo di centrosinistra. Al Fatto che gli chiede se si immaginasse una cosa simile, Prodi replica ermetico: "Non mi stupisco mai di nulla".

GIUSEPPE CAFORIO

TRA LE questioni da chiarire prima di chiudere l'inchiesta c'è quella di una cassetta che rappresenta la pistola fumante del tentativo di corruzione nei confronti di Caforio. Il senatore ha sostenuto di avere consegnato nel marzo 2007 la cassetta con la registrazione dell'offerta di De Gregorio ad Antonio Di Pietro, che poi l'avrebbe consegnata ai magistrati. La Procura di Roma ha archiviato l'indagine ma ora ha riaperto il fascicolo.

All'esame di Caforio ieri ha partecipato anche il pm romano Alberto Pioletti. La registrazione, a sentire Caforio, deve essere davvero una bomba: "De Gregorio mi offrì 1,5/2 milioni subito e mi disse di sbrigarmi perché il giorno successivo si votava la fiducia al Senato. Gli dissi che avrei risposto all'indomani. Se avessi detto sì mi disse che avrebbe fatto il bonifico prima del voto. Poi negli anni successivi mi avrebbe versato altri tre milioni".

Caforio rifiutò e raccontò tutto a Di Pietro, consegnando al suo leader come prova di fedeltà la registrazione. Quello stesso giorno, il 2 marzo 2007, Di Pietro pubblicò su internet un intervento video nel quale raccontava di avere denunciato il tentativo di corruzione. Caforio si dice convinto che la registrazione sia stata consegnata in Procura da Di Pietro ma in realtà non è così chiaro che fine abbia fatto la registrazione. A distanza di sei anni non è facile scavare tra le scartoffie di una storia che sembrava sepolta e i magistrati non hanno ancora il nastro sul tavolo.

 


UN IMPE-DITO NELL’OCCHIO: SÌ AL RINVIO NEL CASO RUBY

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1 - RUBY: GIUDICI, SI' A LEGITTIMO IMPEDIMENTO BERLUSCONI
(ANSA) - I giudici del tribunale di Milano hanno accolto la richiesta di legittimo impedimento per motivi di salute per Silvio Berlusconi e hanno rinviato il processo a mercoledì prossimo.

PRESTIGIACOMO SANTANCHE PELINO GIAMMANCO RAVETTO AL TRIBUNALE DI MILANO PRO BERLUSCONI BERLUSCONI DIETRO LE SBARRE

Il tribunale dando atto degli esiti della visita fiscale che ha rilevato "uno scompenso pressorio dell'imputato" e quindi un "assoluto impedimento" a comparire in udienza ha sospeso il processo e lo ha rinviato a mercoledì prossimo 13 marzo nel primo pomeriggio per definire un nuovo calendario di udienze anche perché, da quanto hanno rilevato i consulenti nominati dai giudici, per l'ex premier c'é la necessita di un ulteriore periodo di 6-7 giorni per effettuare ulteriori accertamenti medici.

2 - MEDIASET: GHEDINI, FAREMO VALERE MOTIVI SALUTE ANCHE SABATO
(ANSA) - La difesa di Silvio Berlusconi è pronta a far valere i motivi di salute per chiedere il rinvio anche dell'udienza del processo d'appello sul caso Mediaset a a carico tra gli altri di Silvio Berlusconi, fissata per sabato prossimo. "Alla luce delle ultime relazioni mediche - ha spiegato l'avvocato Ghedini - chiederemo la revoca dell'ordinanza dei giudici emessa sabato scorso".

Berlusconi

3 - RUBY: GHEDINI, ATTESE REQUISITORIA 18/3 E DIFESA 25/3
(ANSA) - Dopo il rinvio per il legittimo impedimento, la conclusione della requisitoria dei pm di Milano del processo sul caso Ruby slitterà probabilmente al prossimo 18 marzo. Lo ha spiegato l'avvocato dell'ex premier Berlusconi, Niccolò Ghedini, chiarendo infatti che quella di mercoledì prossimo sarà un'udienza interlocutoria. Sempre secondo Ghedini, i difensori dovrebbero parlare il prossimo 25 marzo. "Era sufficiente leggere certificati dei medici curanti per rinviare l'udienza di oggi", ha concluso Ghedini.

NICCOLO GHEDINI PARLA CON ILDA BOCCASSINI jpeg

 

IL FINTO “GRILLINO” DELLA D'URSO È UN MILITANTE IDV

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Riceviamo e pubblichiamo:

FOLLA ACCOGLIE LA BARA DI CHAVEZ

Lettera 1
Caro Dago,
il cadavere di Chávez sarà imbalsamato. Berlusconi per risparmiare tempo si è fatto imbalsamare già da vivo. RP

Lettera 2
Qualcuno ha capito perché il Banana in ospedale puo' tenere un summit con i suoi accoliti ma non puo' rispondere al PM in tribunale?
honeybump

BERLUSCONI CON GLI OCCHI CHIUSI

Lettera 3
Volevo segnalare, senza ombra di dubbio, che il signore presentatosi nella trasmissione della Barba D'Urso, è un militante dell'Italia dei Valori. È un signore che ha frequentato il partito di Antonio DiPietro come giornalista. Lavorava o lavora per testate giornalistiche locali nel bergamasco. Piü volte ha fatto il moderatore in manifestazioni politiche dell'Italia dei Valori. Ultimamente partecipava in trasmissioni politiche di TeleLombardia in compagnia dell'ex Consigliere Regionale dell'IdV Stefano Zamponi. Personalmente l'ho incontrato molte volte nelle manifestazioni dell'IdV. Le dico questo perchè sono stato militante attivo dal 2004.
Dott. Roberto Mori

Lettera 4
Dago, con riferimento alla marcia del Pdl, finalmente compatto, sul tribunale di Milano, mi chiedo perche' non abbiano avuto il coraggio di esporre lo striscione "e adesso arrestateci tutti!"?!?!? Un abbraccio speranzoso.
Lo scrondo

Lettera 5
Gentil Dago,
Stamane Travaglio ha, non senza fondamento, bocciato la circostanza che sia nonno Emilio Colombo a presiedere la prima riunione del Senato. "Se i senatori grillini-ha scritto Marco- portassero un chilo di cocaina al Presidente ad interim, risparmiando inutili fatiche alla scorta", don Emilio potrebbe chiudere un occhio sull'abbigliamento, casual e non protocollare, dei parlamentari del M5S.

IL PICCHETTO DEI PARLAMENTARI PDL AL TRIBUNALE DI MILANO

Certo, la conduzione della prima seduta dell'assemblea di Palazzo Madama, affidata a Colombo, non un fulgido esempio di preclare virtù, nominato senatore a vita dall'onesto Ciampi, è un altro elemento, negativo e sconcertante. E contribuisce ad alimentare il distacco e la sfiducia tra il Paese reale, che non va alle urne o vota Beppe, e il Palazzo.
Ossequi
Pietro Mancini

Lettera 6
Carissimo Dago,
qualcuno avvisi Grillo che in politica e' importante circondarsi di belle donne: Berlusca e' il maestro, Maroni ha la brunetta (senza maiuscola), Bersani ha la vicentina carina, ma l'autista di Beppe non se po' vede'!
Roby

Lettera 7
Silvio è in ospedale... mi sa che faccio un gesto distensivo e gli porto una torta: Ikea...
Pietro@ereticodarogo

GRILLO E CASALEGGIO ARRIVANO A ROMA

Lettera 8
Usiamo l'ultimo caso di Berlusconi come "Indicatore di Qualità" (vanno molto di moda per mascherare il casino introdotto dalla globalizzazione) ovvero: numero dei certificati prodotti in tribunale, numero delle richieste di visita fiscale e visite effettivamente eseguite ( anche di sabato!).
Come per "incanto" il numero ci dirà se é persecuzione giudiziaria o normalità.
a mandolfo (StC)

Lettera 9
Buongiorno DAGO,(dichiarazione solenne del Chiavagliere): se Fini rimane fuori dalla Camera mi ubriaco col prosecco. La Boccassini,con la prova del palloncino,poteva bloccare Berlusconi,ordinando di sottoporlo all'alcoltest.
Saluti, Labond

fini e berlusconi

Lettera 10
Dago darling, ma quante raccolte firme ha in corso la trans-repubblica dell'Ancien Régime dei privilegi acquisiti? "If not now when?", "Let's do it", "A pact to change". E probabilmente ne uscirà una nuova (magari organizzata da certa famosa "stampa estera"), mentre vado in stampa. La sostanza, tutt'altro che democratica e anche un po' razzista, comunque é sempre quella: i migliori siamo noi e i "patriotic saviors" che noi - e solo noi - abbiamo il diritto "intellettuale" di proporre e far vincere... con tutti i mezzi.
Natalie Paav

Lettera 11
Redazione Dago
Bersand ha capito che la principale minaccia per lui ed i suoi sinistrati non viene dal
Berlusca (del quale se ne occupano i magistrati) ma da Renzi che gli sta scoprendo le
carte sulla consistenza numerica e sui costi del politbureau
In questo modo sa che lo potrebbe mandare "for di bal" come sarebbe giusto che sia
Darimatea

BERSANI RENZI

Lettera 12
Caro Dago, quelli che l' avevo scritto nel mio libro, quelli che mi hai visto in tv, quelli che guarda bene c'è anche la mia firma, quelli che parlo a titolo personale, quelli del 2.0 del twitt del blog del web, quelli che Grillo è colpa vostra, quelli che il piano B esiste e non è il bollito alla domenica, quelli che la congiuntivite non colpisce le orecchie, quelli che mi spiace interromperla ma dobbiamo dare la pubblicità, quelli che attenti a prendersela con le banche, quelli che non diamo la colpa alla Germania, quelli che al massimo 3500 euro di pensione, quelli che i diritti acquisiti non si toccano, quelli che chiamano strani giri di fatture i privilegi fiscali delle S.p.A., quelli che si vede la luce in fondo al tunnel, quelli che ho fiducia nella magistratura, quelli che la colpa è dell' evasione fiscale, quelli che la colpa è dei tagli lineari, quelli che abbiamo salvato l'Italia, quelli che Berlusconi a San Vittore e quelli che la prima cosa da fare è una nuova legge elettorale, credo facciano bene a pensare al modo di mettere al sicuro l' argenteria. Al piú presto.
Max

MATTEO DE VITA - FALSO GRILLINO OSPITE DI BARBARA D'URSO

Lettera 13
Che non siano all'altezza del compito, lo dimostra anche il modo in cui l'hanno affrontato: uno, poveretto, credeva di aver trovato l'idea geniale nel non nominarlo mai direttamente (qualcosa come "il principale esponente dell'altro partito"), l'altro, poveraccio, illuso da Crozza, si era convinto di avere metafore vincenti ("smacchiare qualcosa").
Ma comunque, mica bisogna (vai con la metafora) buttare la croce loro addosso: la "premiata compagnia" non offre nulla di meglio. Neanche quello che ora gioca a fare il giovane rampante. Appena toccherà a lui, mostrerà l'inconsistenza.
Giuseppe Tubi

PAPA RATZINGER LASCIA IL VATICANO IN ELICOTTERO

Lettera 14
Caro DAGO, Roma è due volte capitale. Il capo dello Stato Vaticano annuncia le dimissioni l'11 febbraio, il 28 lascia, entro la prima decade di marzo arrivano da tutto il mondo 114 cardinali, anzianotti come sono. Il 12 marzo "extra omnes", tutti in Conclave finchè non uscira' (massimo in 5 gg., dicono) il nuovo Pontefice. Tempistica max 40 giorni. Si fanno il 25-26 le elezioni politiche della Repubblica, il 19 marzo (21 giorni dopo!!!!) Napolitano APRE LE CONSULTAZIONI e quando avremo uno straccio di governo chissà, con quello che con quell'altro non parla, quell'altro che vorrebbe parlare con quell'altro ancora che invece non parla con nessuno, l'asilo mariuccia in capelli grigi.

DE GREGORIO - DI PIETRO

Dal penoso raffronto i credenti traggono un'ulteriore prova della natura divina della Chiesa, che supera sempre le insufficienze umane. Ma tutti, credenti atei e agnostici, devono riconoscere che non a caso la Chiesa dura da 2000 anni, mentre qui si cerca di non far abortire la terza repubblica. E se affidassimo la nomina del nuovo governo agli eccellentissimi padri? saluti BLUE NOTE

Lettera 15
Caro Dago,i magistrati, sul caso De Gregorio,hanno sentito Prodi come" persona informata sui fatti", accusando quindi Berlusconi di aver tentato di sovvertire il risultato democratico delle elezioni.Quando sentiranno anche Fini, per aver tentato di sovvertire anche lui il risultato elettorale ? E' sicuramente "informato sui fatti", anche per sapere cosa gli è stato promesso e soprattutto da chi.Ormai il poveraccio non interessa più,ha subito un Piazzale Loreto elettorale e mediatico.

E' stato, a suo tempo, definito "cacarella" dai suoi camerati e quindi non è credibile che abbia fatto lo strappo da solo,senza pensare di avere le chiappe coperte da qualcuno più attrezzato di lui in queste cose. Chi lo ha illuso di essere uno "statista",mandandolo avanti e poi, visto il risultato,mandandolo a sfracellarsi ? Chi è stato il mandante?Bella domanda,la risposta ai magistrati,non sempre inquirenti.
Grazie per l'attenzione e buon lavoro.
Flavio Gori

DE LUCA

Lettera 16
Caro Dago, ritieni mai possibile allearsi con uno che definisce il tuo miglior amico
una faccia da culo, come ha fatto ieri il sindaco piddino di Salerno affermando
che di Casaleggio non si sa dove abbia la faccia e, appunto, il culo (paragonandolo
a una cane a pelo lungo)?

Grillo e il suo movimento non hanno mai governato e ora, con metodi da simil-Berja, il Pdmenoelle e sodali addossano la responsabilità di un eventuale sfascio del Bel Paese e dell'epidemia di vaiolo in Gabon, al M5S e a Beppe. Ora, davanti all'ennesimo NO di Grillo, delle due l'una: o Bersani sa qualcosa che noi non sappiamo (come nei miglior film polizieschi) o c'è qualcosa che non quadra nel suo sistema percettivo (come nei miglior film horror). Spero per lui che sia buona la prima.
Saluti
Gino Celoria

MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Lettera 17
Caro Dago,
a Siena si sta diffondendo la pessima abitudine di vendere la pelle dell'orso prima di ucciderlo. Riguardo al tanto sbandierato trasloco di Rocca Salimbeni, come paventato nel nuovo statuto della Fondazione, urge ricordare a lor signori che nulla può dirsi ancora deciso.

A maggio ci sarà l'elezione del nuovo Sindaco che una volta insediato provvederà a rinnovare interamente la deputazione della Fondazione MPS, in scadenza di mandato. Quindi, a meno di colpi di mano dell'ultimo minuto, sarà la nuova deputazione a decidere le sorti della Rocca.

E se è vero che il PDmenoelle e il PDL senesi sono praticamente allineati sulle stesse posizioni, riassunte nella bozza del nuovo statuto, non sembrano dello stesso avviso i ragazzi del M5S che a maggio, oltre a ribaltare il pronostico elettorale di un PD favorito ma sempre più dilaniato da lotte intestine, potrebbero decidere di bloccare il trasloco di Rocca Salimbeni. Chissà che a far le valigie non sia alla fine un banchiere troppo arrogante?!
Davide Scaramuzzino

 

 

ASESSUALI E CONTENTI: QUANDO SCOPARE ANNOIA

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Federico Taddia per La Stampa

SESSO E MAL DI TESTA

Innamorarsi. Avere una relazione. Fidanzarsi. Vivere insieme. Ma rigorosamente senza sesso. Non per scelta, non per motivi etici o religiosi, non per astinenza forzata: semplicemente perché manca totalmente il desiderio e l'attrazione erotica. Con consapevolezza e la voglia di sentirsi comunque normali. Si definiscono «asessuali», uomini e donne per i quali l'amore è «sex-free».

Una comunità invisibile, non quantificabile, senza numeri e statistiche ufficiali, che si ritrova in Rete per raccontarsi, confrontarsi e condividere la propria esperienze. Il sito www.asexuality.org/it/ conta circa 2100 iscritti (ed è una sezione del forum mondiale di Aven, Asexual Visibility and Education Network) e www.asessuali.it, portale nato un anno fa, sono i punti di riferimento in Italia.

Piazze virtuali che ho frequentato alla ricerca di storie e parole che permettessero agli asessuali di presentarsi, uscire allo scoperto e farsi conoscere. «La maggior parte di noi non ha un atteggiamento di disprezzo o vergogna verso il sesso, anzi ci eccitiamo, possiamo provare piacere a livello fisico e siamo in grado di avere rapporti: l'unica verità è che tutto questo non c'interessa».

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Lea, 26 anni, vive a Roma dove lavora in un centro commerciale. Dopo l'ultima relazione durata qualche mese e finita oltre un anno fa, ora è single e ammette di non sentire il bisogno di trovare un nuovo partner. «Ho scoperto di essere asessuale quando avevo 24 anni: al termine di un fidanzamento mi sono chiesta perché sentissi questo distacco dal sesso. Mi sono decisa a fare un po' di ricerche in Internet, e ho capito che non c'è nulla di sbagliato o di disfunzionale in me, non sono malata o repressa, e ci sono migliaia e migliaia di persone che provano ciò che provo io».

Jun ha 24 anni ed è fidanzata da 8 anni con un ragazzo: «La prima volta che mi ha chiesto di avere un rapporto, dopo che l'avevo fatto aspettare per due anni, con tutta la mia ingenuità gli ho chiesto: "Perché?". Poi per amore ho ceduto, anche perché mi sembrava ingiusto che si adattasse sempre lui. Quando ho capito di essere asessuale con estrema difficoltà gli ho spiegato tutto: inizialmente per lui non è stato facile, non era felice. Ora ci siamo chiariti dettagliatamente su limiti e desideri di ognuno di noi, e abbiamo trovato dei compromessi accettabili per entrambi».

Quello dei compromessi è un tema critico e sensibile: in un sondaggio realizzato da Aven internazionale, a cui hanno risposto tremila degli oltre 43 mila iscritti, il 28% per cento ha ammesso di cedere alle richieste del partner occasionalmente, il 17% di farlo regolarmente e il 25% di rimanere fermo sulle proprie posizioni. Mentre al pensiero di immaginarsi durante un atto sessuale il 17% ha provato repulsione totale, il 38% repulsione moderata e il 27% indifferenza.

«Io non ho mai sperimentato cosa voglia dire sentirsi fisicamente attratti, anche se ho sempre avuto un tipo di richiamo romantico nei confronti delle ragazze della mia età - spiega invece Andrea, 20 anni, studente di medicina - ho costantemente pensato di costruirmi una famiglia con una ragazza che mi amasse per ciò che sono, e tale sogno è rimasto inalterato anche ora che so di essere asessuale: sarà un rapporto sentimentale fatto di baci, abbracci e coccole».

«Anche io sono un asessuale romantico: provo emozioni e attrazione emotiva per altre persone - aggiunge Marco, 21 anni, impiegato nel settore turistico - il sesso non mi dà nulla, e giusto per confutare tanti pregiudizi nei nostri confronti, non ho avuto nessun trauma da bambino, i miei genitori erano presenti e ho avuto un'infanzia felice: quindi è inutile disturbare Freud».

È stata invece una lezione di Psicologia sociale all'Università a far scoprire l'esistenza degli asessuali a Klizia, 32enne romana impiegata nel settore finanziario: «Benché non m'interessasse a 17 anni ho voluto avere rapporti con il mio fidanzato di allora, per capire qual era la differenza tra pulsione e attrazione sessuale. A 24 anni poi, rendendomi disponibile a un rapporto sessuale, speravo di far funzionare meglio una storia con un ragazzo. Non è servito a molto, perché abbiamo capito in fretta che il problema della nostra relazione era altrove. Ora ho un compagno da sei anni, viviamo insieme ed è asessuale: siamo compagni di vita e ci amiamo come sappiamo e vogliamo amarci: in modo platonico».

 

 

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NASCOSTO IN “CORRIERECONOMIA” IL DURISSIMO ATTO D’ACCUSA CONTRO MONTEZEMOLO-RECOLETOS

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1. RCS E L'ERRORE RECOLETOS CHE NON VA REPLICATO NEL PIANO DI RILANCIO DEL GRUPPO
Ivo Caizzi per il "Corriere della Sera"

Puntano sulla redditività per recuperare gli effetti finanziari negativi dell'acquisizione del gruppo mediatico Recoletos di Madrid, che nel 2007 generò un debito miliardario e poi svalutazioni e perdite per centinaia di milioni. Ma l'amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, e gli altri manager di Rcs MediaGroup dovrebbero fare anche tesoro di quel grosso errore in Spagna, ora che stanno elaborando il piano di rilancio del gruppo editoriale italiano con maggiore prestigio ed enormi potenzialità (soprattutto grazie al controllo del Corriere, gran produttore di ingenti utili nell'ultimo ventennio). Nelle società quotate l'autocritica sul passato, spesso, deve estendersi a tutte le componenti - dai dipendenti fino ai vertici decisionali - se si vuole riavviare lo sviluppo.

In particolare andrebbe valutato se gli azionisti del Patto di sindacato Rcs (Mediobanca, Fiat, Intesa SanPaolo, Generali, Fondiaria, Pirelli, Pesenti e altri noti gruppi) possano essere condizionati da potenziali conflitti d'interessi e da altri loro business. In Recoletos, per esempio, apparve emblematico il ruolo del gruppo Fiat (secondo azionista del Patto), da cui proveniva l'amministratore delegato di Rcs Antonello Perricone, molto vicino al presidente del gruppo di Torino Luca Montezemolo.

Elkann, Montezemolo, Botìn e MarchionneSEDE CORRIERE DELLA SERA

John Elkann, nipote dello scomparso Gianni Agnelli e ora presidente Fiat, risultava in Rcs nel comitato esecutivo e nel consiglio di amministrazione. In più gli Agnelli inserirono Elkann tra gli azionisti e nel cda della Banca Leonardo di Gerardo Braggiotti (ex di Mediobanca e figlio del ben più noto Enrico), partecipata di altri azionisti di Rcs e scelta come advisor proprio per Recoletos.

Braggiotti era ex collega nella banca Lazard e partner d'affari dello spagnolo Jaime Castellanos, il presidente/venditore di Recoletos, che è cognato del banchiere del Santander Emilio Botin, a sua volta in ottimi rapporti con Montezemolo e padre di Ana Botin, che vendeva una quota di Recoletos a Rcs (tramite Banesto) e sarà per un periodo nel cda di Generali, azionista del Patto Rcs.

Elkann Montezemolo Marchionne

Il secondo advisor avrebbe potuto garantire maggiore indipendenza di giudizio. Ma si scelse Mediobanca, principale azionista del Patto, che aveva nel comitato esecutivo e nel cda di Rcs il suo alto dirigente Renato Pagliaro, molto autorevole su due ex di Mediobanca come Braggiotti e Giorgio Valerio, il manager Rcs a lungo attivo in Spagna.

RENATO PAGLIARO P MEDIOBANCA

Gli atti ufficiali Rcs chiariscono che il comitato esecutivo svolse su Recoletos «una funzione istruttoria, tenuto conto della rilevanza dell'operazione, analizzandone preventivamente gli elementi di rilievo ed esprimendosi positivamente». Poteva poi non condividere l'opinione favorevole di advisor come Mediobanca e Banca Leonardo? Il cda Rcs approvò così «con delibera unanime» l'esborso di ben 1,1 miliardi di euro per Recoletos, che aveva un fatturato 2006 stimato in soli 304 milioni.

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Le regole formali sui conflitti d'interessi saranno state certo tutte rispettate. Ma Recoletos fa supporre che in Italia garantiscano soprattutto trasparenza, non la redditività e la competitività aziendale.

Per Rcs anche altri precedenti fanno riflettere. Dovette pagare un prezzo ingente agli Agnelli per la casa editrice Fabbri e ne ricavò forti perdite. Da Torino inviarono Montezemolo come manager, che promosse l'acquisto negli Usa di una quota della Carolco film rivelatasi un «bagno». Il supermanager della Fiat Cesare Romiti, quando ottenne come buonuscita la guida del gruppo con controllo sul Corriere, insieme al figlio Maurizio (ex di Mediobanca) diversificò in un «Polo del lusso», che provocò pesanti perdite.

fia13 ferruccio de bortoli enrico braggiotti

2. VELENI E SOSPETTI AL «CORRIERE»: ACCUSE PESANTI AI GRANDI SOCI
Marcello Zacché per "il Giornale"

Di Antonveneta, forse, non ce n'è una sola. Un parallelo con l'acquisto da parte di Mps della banca veneta, inteso sia come operazione fallimentare, sia come possibile fonte di flussi oscuri di rapporti e di denaro, sembra adattarsi anche al caso di Rcs, casa editrice del Corriere della Sera.

montezemolo agnelli

Che, nello stesso anno, il 2007, e nello stesso Paese, la Spagna, portò a termine lo stesso tipo di operazione, un'acquisizione, con persino una parte degli stessi protagonisti, i banchieri del gruppo Santander. E, soprattutto, con lo stesso risultato: veder messa a rischio l'intera solidità del gruppo. Prima del 2007 Rcs guadagnava 220 milioni con zero debiti; oggi ne perde 320, ha debiti per 880, deve ricapitalizzarsi e ha presentato un piano con 800 esuberi. Tutte conseguenze dell'acquisto del gruppo spagnolo Recoletos.

RECOLETOS

Ma il bello è che la ricostruzione inedita di quella transazione, citati a proposito nomi e cognomi di protagonisti eccellenti, non senza insinuare l'indicibile, avviene da tre giorni a questa parte (in tre puntate) sullo stesso Corrierone. A firmare i tre articoli, nascosti al piede di pagine interne, è il «cdr», cioè la rappresentanza sindacale dei giornalisti, che ha fatto da regista a un'inchiesta affidata a un pool di colleghi.

SCOTT JOVANE

E a leggerle tutte d'un fiato quelle tre puntate, si capisce subito che il risultato ottenuto va oltre le intenzioni del cdr, che erano quelle, dichiarate, di richiamare i soci alle loro responsabilità attraverso il racconto delle origini del contesto aziendale attuale, quello che richiede un'urgente ricapitalizzazione e che ha portato l'ad Pietro Scott Jovane ad annunciare un piano dove, tra l'altro, è prevista anche la cessione del palazzo storico di via Solferino. Ma qui emerge anche dell'altro: una rete di rapporti tra soci, consiglieri e manager che ha portato a termine un'operazione di dubbio interesse per la società. Fino quasi a suggerire un filone d'inchiesta alla magistratura.

ANA PATRICIA BOTIN

I fatti sono i seguenti: a fine 2004 una cordata di investitori riunita nel veicolo Retos Cartera compra il 79% di Recoletos dal gruppo Pearson per 743 milioni, valutandola 941, pur in presenza di un report del gruppo Santander di Emilio Botin che definisce Recoletos «illiquida» e il prezzo superiore del 19% ai valori di mercato. Rcs arriva tre anni dopo pagando a Retos Cartera 1.100 milioni per il 100% di Recoletos.

JAIME CASTELLANOS

E qui inizia la galleria dei personaggi e dei loro rapporti «correlati»: il presidente di Recoletos, Castellanos, cognato di Botin, aveva una quota in Cartera; lo stesso Castellanos aveva venduto a Rcs, poco prima, il 30% del Mundo (quando Rcs ne aveva già la maggioranza) con gli stessi advisor di Recoletos, cioè Gerardo Braggiotti per Lazard Italia. Botin - scrive il cdr del Corriere - è un amico di Montezemolo, peso massimo nel patto di sindacato del Corriere come presidente della Fiat, e con il Santander sponsorizza la Ferrari. L'affare Recoletos viene rifiutato da Vittorio Colao nel 2006. Ma passa l'anno dopo quando al suo posto è arrivato Antonello Perricone, altro amico di Montezemolo (oggi alla presidenza dei treni di Ntv).

n cc24 colao marchetti mieli

E con l'appoggio del resto del patto (compresi dunque i pezzi forte Mediobanca, Giovanni Bazoli) e del consiglio presieduto da Piergaetano Marchetti. E questo nonostante, secondo un rapporto di Deutsche Bank, il prezzo di 1,1 miliardi fosse giudicato spropositato. In altri termini - perché questo si legge - un'operazione parsa fin da subito cara e rischiosa, con molti lati dubbi sul fronte dei rapporti tra le persone coinvolte (sanzionata da Consob con una multa di 200mila euro proprio per i contatti di manager Rcs con la controparte) trova l'avallo di tutti i grandi soci. Gli stessi che oggi si trovano ad appoggiare un piano di lacrime e sangue.

 

CONCLAVE: SFIDA A QUATTRO PER IL NUOVO PAPA - IL PDL ALL’ASSALTO DEL TRIBUNALE

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Il Velino

CORRIERE DELLA SERA - In apertura: "Sfida a quattro per il nuovo Papa. Ior, critiche dei cardinali a Bertone". Editoriale di Luigi Accattoli: "Lo spirito dei tempi". Al centro: "Giustizia, la marcia del Pdl". In due box: "Parisi già vede Prodi al Quirinale" e "I debiti dello Stato con le imprese: più di 150 miliardi".

CARDINALE TARCISIO BERTONE

LA REPUBBLICA - In apertura: "Il Pdl all'assalto del tribunale". A destra: "Oggi primo voto del Conclave dopo lo scontro sullo Ior". Editoriale di Ezio Mauro: "I caimani". In taglio medio: "L'Italia sfida l'India: i marò restano qui".

LA STAMPA - In apertura: "Cardinali, l'ultimo scontro è con Bertone sullo Ior. Nel pomeriggio il Conclave". In taglio alto, fotonotizia: "'Berlusconi subito a giudizio' E il Pdl invade il tribunale". A destra: "Il governo sfida l'India ‘I marò restano in Italia'". Sotto: "Duello Grillo. Bersani ‘Rinunci ai rimborsi' ‘Sia più trasparente'".

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Allarme delle Pmi: siamo senza credito e liquidità". Di spalla: "Pdl ‘marcia' sul tribunale. Ruby, Berlusconi ottiene il legittimo impedimento". In taglio basso: "Spread, testa a testa Italia-Spagna".

IL MESSAGGERO - In apertura: "Al via il Conclave, Scola nel poker dei favoriti". Editoriale di Marco Fortis: "Un governo che guidi la ripresa possibile". Al centro: "Marcia del Pdl sul tribunale". In taglio medio, fotonotizia: "I marò restano in Italia, l'India protesta".

IL TEMPO - In apertura: "La marcia del Pdl a Milano. Il Cav: ‘Mi fido di Napolitano'". Sopra: "Da oggi occhi solo per la fumata bianca". Editoriale di Sabrina Biraghi: "Il Conclave che ha già fatto storia". Al centro, fotonotizia: "I marò restano in Italia".

IL GIORNALE - In apertura: "Marcia delle libertà". in taglio basso: "L'Italia si riprende i marò. Era ora". In basso: "La Chiesa al bivio: sarà un Papa pastore o un politico?"

 

SPREAD BTP-BUND APRE STABILE A 311 PUNTI - BORSE EUROPEE INCERTE: MILANO +0,2%

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1 - SPREAD BTP-BUND APRE INVARIATO A 311 PUNTI
(ANSA) - Apertura invariata per lo spread fra Btp e Bund. Il differenziale segna quota 311 punti contro i 312 della chiusura di ieri. Il rendimento è pari al 4,63%.

Spread

2 - BORSA: LISTINI UE INCERTI, MILANO (+0,2%) PROVA A RIALZARE LA TESTA
Radiocor - Avvio incerto per le Borse europee che aprono poco sotto la parita' una giornata che si annuncia povera di spunti sotto il profilo macroec onomico. Parigi e Francoforte cedono lo 0,2% sulla scia dei leggeri realizzi su New York e sulle piazze asiatici mentre l'Ftse Mib, ieri penalizzato dal downgrade di Fitch all'Italia, recupera lo 0,2%.

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

A Piazza Affari la peggiore e' Salvatore Ferragamo (-1,7%); giu' dopo i conti Pirelli (-1,7%) ed Enel Green Power (-0,5%). Per contro in cima alle blue chip ci sono Saipem (+2%) e Lottomatica (+1,5%). Diasorin (+0,8%) rialza la testa dopo diverse sedute al ribasso. Sul resto del listino balza Banca Intermobiliare (+9,5%) sulla notizia delle trattative per l'acquisto dell'istituto, attualmente di Veneto Banca, da parte di Ubs. Sul mercato valutario l'euro e' stabile a 1,3 dollari mentre il petrolio arretra con il Wti che cede 15 centesimi a 92,21 dollari al barile.

3 - BORSA TOKYO: NIKKEI PERDE 0,28% DOPO OTTO SEDUTE IN RIALZO
Radiocor - Chiusura in live calo alla Borsa di Tokyo nella seduta di oggi a causa delle prese di beneficio emerse nel corso delle contrattazioni, dopo il rial zo in avvio e otto sedute consecutive positive. L'indice Nikkei ha perso lo 0,28% a 12.314,81 punti, dopo aver toccato nei giorni scorsi i massimi dal settembre 2008, ovvero dal fallimento di Lehman Brothers. L'indice allargato Topix e' sceso dello 0,39% a 1.035,90 punti. Particolamente intensi gli scambi: sono passati di mano 4,24 miliardi di titoli sul primo mercato.

4 - IN ITALIA RECORD AZIENDE PROTESTATE, 47MILA
(ANSA) - La morsa della crisi non lascia le imprese. In Italia l'anno scorso sono state 47mila le aziende non individuali che hanno accusato almeno un protesto: è il record di sempre. Lo affermano dati Cerved analizzati dall'ANSA: rispetto al 2007, ultimo anno pre-recessione, la crescita è del 45% e le costruzioni sono il settore più colpito.

Salvatore Ferragamo

5 - MOLESKINE: OK DI BORSA A QUOTAZIONE A PIAZZA AFFARI
(ANSA) - Borsa Italiana ha ammesso alle negoziazioni sull' Mta (mercato telematico azionario) di Piazza Affari le azioni di Moleskine. Lo comunica in una nota la società di gestione del listino milanese. La data di avvio delle contrattazioni verrà stabilita dalla Borsa dopo la verifica della sufficiente diffusione delle azioni. Sponsor di Moleskine nella quotazione è Mediobanca.

6 - PPR E LVMH SI DIVIDONO IL LUSSO ITALIANO
C.Fe. per il "Sole 24 Ore" - Le aziende del lusso e della moda italiana parlano ormai sempre più il francese. A muoversi sono i due colossi del lusso d'Oltralpe, le quotate Ppr e Lvmh. Secondo le indiscrezioni il colosso Ppr del finanziare Francois Pinault sarebbe ormai vicino all'acquisizione del brand della gioielleria Pomellato. Per Ppr si tratta di una nuova acquisizione tra i nostri confini dopo quelle di Gucci, Bottega Veneta, Sergio Rossi e Brioni.

Pirelli re - marchio

L'anno scorso era stata la volta di Lvmh, famosa per le borse Luis Vuitton: in Italia ha conquistato Bulgari, dopo aver rilevato anni prima la casa di moda romana Fendi. Ora proprio quest'ultimo colosso finanziario, di proprietà del finanziere Bernard Arnault, avrebbe diversa liquidità (si parla di qualche miliardo tra capitali propri e debito) per fare un'altra grande operazione. Da tempo si sa che Lvmh farebbe pazzie per comprare la Giorgio Armani: ma lo stilista ha sempre rimandato al mittente le avance. Tuttavia, in ogni caso, la lista delle aziende tricolori con bandiera transalpina sembra destinata ad allungarsi.

7 - I VOLUMI DI SARAS CHE NON GENERANO UTILI
Fa.P. per il "Sole 24 Ore" - Un altro anno no per la Saras della famiglia Moratti. Il 2012 si è chiuso con una perdita netta per 90 milioni. Che si attenua a -35 milioni se rettificata ma resta pur sempre doppia rispetto al 2011. Ci deve essere una strana malattia che attanaglia, e non da ieri, la società. Dal collocamento del 2006 a 6 euro per azione il titolo ha perso ben l'85%, bruciando oltre 4 miliardi. Una flessione che non ha eguali tra i concorrenti. Inutile ricordare il casus belli della quotazione con il titolo precipitato del 13% già il primo giorno di scambi.

Enel

Una sorta di avvertimento che il tempo non ha smentito. Del resto è singolare come la società dal 2007 abbia quasi raddoppiato i ricavi e contemporaneamente più che dimezzato i margini e azzerato gli utili. Una forbice che spiega il disastro borsistico. Ma anche qui c'è una bella forbice. Se gli investitori della prima ora hanno visto dilapidare il capitale, i due fratelli Moratti hanno ancora in cassa il miliardo e 700 milioni della quotazione.

8 - LA COMPAGNIA ALLA PROVA DELLE DONNE
Ma.Fe. per il "Sole 24 Ore" - Giochi quasi fatti in Compagnia di San Paolo per le nomine nella Sorveglianza di Intesa. Ai torinesi spetteranno sei posti e salomonicamente, l'ente sembra aver deciso che si opterà per tre conferme e tre new entry: nel primo gruppo, pare probabile la presenza di Gianfranco Carbonato, Pietro Garibaldi e Giulio Lubatti. Tra i nuovi ingressi, si dovrebbe trattare di un uomo (si fa il nome dell'economista Giuseppe Berta), e di due donne.

MOLESKINE DIGITALE

Proprio la partita per le quote rosa resta l'unica aperta: sulla scrivania di Chiamparino sono arrivate decine di curricula, ma scegliere non è facile, anche perché i requisiti richiesti non sono merce così diffusa. Tra le favorite, Patrizia Greco e Tatiana Rizzante, accomunate - nota qualcuno - dal fatto di essere alla guida di due società (Olivetti e Reply) fornitrici di Intesa. Ce la faranno? Il responso a giorni. Intanto, per le prossime tornate, la Compagnia ha deciso di dotarsi di una banca dati sul sito web per raccogliere in trasparenza tutte le candidature. Avanti i prossimi.

PINAULT

9 - I CONTRATTI ESTERI DEI MANAGER DASSAULT
M.Mou. per il "Sole 24 Ore" - Il Governo francese annuncia l'imminente creazione di una vera e propria "città dell'economia digitale", un luogo in grado di ospitare mille start up. Ma uno dei manager più autorevoli dell'industria del web, l'amministratore delegato di Dassault Systèmes Bernard Charlès avverte: attenzione, perché con l'attuale politica fiscale Parigi sta rischiando di distruggerla, la sua economia dell'immateriale. Altro che start up.

Nel mirino di Charlès ci sono soprattutto le recenti decisioni sulla tassazione delle plusvalenze da cessioni di capitale, equiparata a quella sui redditi da lavoro e portata quindi al 45-60 per cento. Molti top manager di Dassault Systèmes, leader nella digitalizzazione di ambienti e prodotti, si sono già fatti fare contratti all'estero. E lo stesso Charlès, che nel 2011 ha guadagnato poco meno di 11 milioni e possiede l'1% del gruppo, sta seriamente pensando di andarsene.

10 - MORNING NOTE
Radiocor

ARNAULT

CDA (approvazione dati contabili) - Intesa Sanpaolo, Ubi Banca.

Milano - incontro Ibc, Associazione Industrie Beni di consumo, su 'Scelte di Mercato. Contesto economico e decisioni d'impresa per il rilancio della domanda'. Partecipa, tra gli altri, Enrico Giovannini, presidente Istat.

Milano - cerimonia d'apertura dell'anno accademico della Libera Universita' di Lingue e Comunicazione IULM. Partecipa, tra gli altri, il Rettore Giovanni Puglisi.

Milano - 'Italia-Germania, una partnership strategica', lectio magistralis di Giuseppe Vita, presidente UniCredit.

Torino - inaugurazione della mostra 'Le auto dell'Avvocato'. Partecipa, tra gli altri, John Elkann, presidente Fiat.

LOGO POMELLATO

Venezia - presentazione della XV indagine AlmaLaurea all'Universita' Ca' Foscari con il Governatore della Banca d'Italia, Ingrazio Visco.

Roma - presentazione del libro 'Il risparmio immobiliare privato - Bene comune e certezza' con il d.g. di Abi, Giovanni Sabatini e il vice d.g. dell'Agenzia delle Entrate, Gabriella Alemanno.

PMI: E' allarme: senza credito e liquidita'. Tassi in crescita e prestiti sempre piu' in caduta: ormai e' intaccata anche la cassa. Squinzi: lo Stato paghi 48 miliardi di debiti alle aziende (Il Sole 24 Ore, pag.1 e 2 e 3). I debiti dello Stato con le imprese: piu' di 150 miliardi. La Sace per saldare. Torino e Milano, debiti record (Corriere della Sera, pag.29)

LOGO BULGARI

CRISI: Sette milioni di italiani verso la soglia di poverta'. Discesa del Pil, meno 1% . Grilli: ripresa nella seconda parte del 2013. Ma l'Ocse da' segnali di fiducia 'L'Eurozona va verso la ripresa' (dai giornali)

MERCATI: Spread, testa a testa Italia-Spagna. Dopo il downgrade di Fitch Piazza Affari perde lo 0,69%. Il differenziale Btp-Bund e' salito a quota 311: solo 13 punti ci separano da Madrid (Il Sole 24 Ore, pag.1 e 5)

raffineria saras dei moratti

ENERGIA: In crisi, le centrali si fermano. Da Enel ad A2a, utility costrette a ridurre il personale e 'congelare' la produzione (La Repubblica, pag.26)

BANCHE: Il rapporto realizzato da Mediobanca securities: crediti a rischio, servono 21 miliardi (dai giornali)

MPS: Montepaschi, 'contratto capestro'. L'accusa dell'Istituto alla banca Nomura nella causa per danni. Gli ex vertici Mussari e Vigni avrebbero operato a scapito di Mps nell'operazione Alexandria. La Fondazione vende un altro 0,77% di Mps, sentiti dai pm due colleghi di David Rossi (dai giornali)

INTESA SANPAOLO: Banca Imi, vola l'utile che batte nuovi record. Ok al bilancio 2012 con tutti gli indicatori in aumento del 25% (dai giornali)

MASSIMO MORATTI

IMPREGILO: Si all'Opa e alla maxi-cedola. Arriva l'atteso dividendo 'jumbo': 600 milioni. Il Cda vota all'unanimita' l'offerta Salini, favorevole anche il consigliere in quota Gavio (dai giornali)

ATLANTIA: La fusione con Gemina: Borsa delusa dal concambio. Titoli in calo. Gli esperti: 'Pesano le Autostrade sottovalutate. E il 2013 sara' difficile'. Castellucci: nasce un gruppo da 4,5 miliardi (dai giornali)

PIRELLI: Aumenta l'utile e la cedola crescita nel 2013 grazie alla Russia. Svalutate Mediobanca e Rcs, il dividendo balza a 0,32 euro (dai giornali). Banche dai Malacalza per cercare l'accordo sul riassetto del gruppo (Il Sole 24 Ore, pag.25)

CIR: Ricavi a quota 5 miliardi, in crescita del 12%. Perdita di 33 milioni dopo le svalutazioni (dai giornali)

AS ROMA: Peggiorano i conti, serve un aumento di capitale. Patrimonio negativo per 78 milioni (Il Sole 24 Ore, pag.28) Sceicco da 1000 euro: gli e' stato rifiutato un piccolo credito: nel database di Bankitalia risulta un debito di 4mila euro mai restituito (Il Messaggero, pag.1 e 29)

TARIFFE: Internet mobile, trappole nelle tariffe 'tutto compreso'. Oltre 20 milioni di Sim abilitate, ma tra offerte e limitazioni si rischiano bollette salate (La Repubblica, pag.27)

 

RASSEGNA INTERNAZIONALE - 115 CARDINALI SOTTO LO SGUARDO DEL MONDO

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DAGOREPORT

1 - THE NEW YORK TIMES - A destra, "Il tribunale blocca il divieto alle grandi bibite gassate a New York City" - "Uno studio critica la cura del cancro alle ovaie" - Al centro, "Gli Stati Uniti chiedono il blocco degli attacchi informatici da parte della Cina" - "Due sorelle afghane, travolte da un'ondata di suicidi"

THE TIMES THE WASHINGTON POST

2 - THE WASHINGTON POST - A destra, "L'entusiasmo per l'energia nucleare diminuisce sempre di più" - Al centro, "Non solo un nuovo papa ma un nuovo papato" - A sinistra, "I dubbi dietro una ricerca acclamata"

3 - THE WALL STREET JOURNAL (EUROPE) - In apertura, "Le piccole banche negli Stati Uniti colpite dall'assicurazione" - A destra, "Il Giappone piange le sue vittime nel secondo anniversario dello tsunami" - In basso, "L'Ungheria modifica le leggi, ignorando Stati Uniti ed Ue" - "Icahn e Dell danno vita a un accordo confidenziale"

4 - THE GUARDIAN - In apertura, "Una tragedia compiuta da loro stessi", "Huhne e Pryce incarcerati per otto mesi", "Il giudice: dovete solo incolpare voi stessi" - In basso, "La famiglia indiana della vittima di stupro inizia una nuova vita, a un terribile costo"

5 - THE INDEPENDENT - In apertura, "‘Ogni elemento di questa tragedia è solo colpa vostra'", "Otto mesi per Huhne e Pryce" - In basso, "La polizia avrebbe potuto fermare Savile 50 anni fa" - "Gli editori rompono le righe sul caso Leveson" - "Quello su cui metti ‘Mi piace' su Facebook rivela cosa davvero ti piace" - In alto, "Non è per me, ma per mio figlio", "La storia della prima lesbica britannica a ricorrere alla procreazione assistita"

THE INDEPENDENT THE SUN

6 - THE TIMES - In apertura, "Il carcere completa la caduta di Huhne e Pryce", "L'ex ministro ammette di aver mentito per proteggere la sua carriera politica" - A destra, "I difetti del caso Savile sono ancora nel database della polizia"

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, ""Assicurati alla giustizia alla fine in una tragedia compiuta da loro stessi", "Vicky Pryce e Chris Huhne vengono entrambi incarcerati per otto mesi per essersi scambiati i punti della patente" - In basso, "I funzionari della pianificazione del lavoro nero aiutano i costruttori a sfruttare i consulenti ‘vulnerabili'" - "Un uomo ha minacciato di uccidere la figlia diciottenne con un coltello"

8 - FINANCIAL TIMES (EUROPE) - In apertura, "Il capo della banca centrale della Nigeria critica il ruolo della Cina in Africa", "Sanusi mette in guardia su una ‘nuova forma di capitalismo'", "La richiesta di investire nell'industria locale" - A destra, "Scoperto il mistero dei pagamenti Intrade" - In basso, "Paulson a Puerto Rico per cercare di proteggere le proprie ricchezze dal fisco statunitense"

9 - DAILY MAIL - In apertura, "L'uomo che è caduto sulla Terra", "Ha sognato di essere primo ministro. Ieri, Chris Huhne, confessando di aver ‘mentito ripetutamente' per salvare la sua carriera, iniziava una nuova vita in prigione"

LE MONDE THE DAILY TELEGRAPH

10 - THE SUN - In apertura, "Huhne, dal parlamento alla prigione", "8 mesi per il ministro e per la ex" - A sinistra, "Savile: gli avvertimenti insabbiati"

11 - DAILY MIRROR - In apertura, "Ho mentito e mentito ancora", "Huhne chiede scusa mentre viene arrestato"

12 - DAILY EXPRESS - In apertura, "Quanto è malata la regina", "Nuovo contrattempo per Sua Maestà"

13 - LE MONDE - In apertura, "Anziani dipendenti: la Francia deve urgentemente prendere provvedimenti" - Al centro, "‘In Mali ci saranno altri combattimenti violenti'" - A sinistra, "Salvare il lavoro: Hollande lo vuole, Schröder l'ha fatto" - In alto, "Sarkozy esita fra il ritorno in politica e in finanza" - "Il Colorado si lancia nel business della cannabis legale"

14 - LE FIGARO - In apertura, "115 cardinali sotto lo sguardo del mondo" - Al centro, "Il Mali fa cadere delle teste al ministero degli Affari esteri" - "Nel laboratorio degli esperti della sicurezza stradale" - A destra, "Ford, GM e Chrysler assumono di nuovo"

EL PAIS LE FIGARO

15 - LIBÉRATION - In apertura, "Vaticano: Papa Academy", "I 115 cardinali elettori si riuniscono oggi per scegliere il successore di Benedetto XVI. Uno dei conclavi più aperti della storia del papato" - A destra, "Il ritorno di Lara Croft"

16 - LA CROIX - In apertura, "Conclave: l'ora della scelta"

17 - LES ECHOS - In apertura, "Assegni familiari: i possibili risparmi" - Al centro, "L'Autorità per la concorrenza richiama all'ordine Orange e Free" - A destra, "Europa: verso un limite agli aiuti agricoli"

18 - LA TRIBUNE - In apertura, "Primo serio avvertimento per Free Mobile" - In basso, "Perché Berlino è zelante nel bilancio", "Il debito tedesco diminuirà ancora nel 2014, eppure Angela Merkel si rifiuta di abbandonare l'austerità" - "Eurocopter sbanca il jackpot a Las Vegas" - "Le banche inglesi minacciate di divisioni"

19 - EL PAIS - In apertura, "Bermúdez accusa i 10 grandi imprenditori della lista di Bárcenas" - In basso, "Un ex ministro britannico finisce in carcere per aver mentito su una multa per eccesso di velocità" - A destra, "Il conclave che deve rinnovare la Chiesa inizia molto diviso"

 


LIBERATE IL NANO DALLE BOCCASSASSINE! PRONTI A MORIRE PER IL MARTIRE DI ARCORE?

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Marco Travaglio per "Il Fatto Quotidiano"

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Chi ha in mente la scena finale del Caimano di Nanni Moretti sarà rimasto un po' deluso, ieri, dinanzi alla marcetta sul Tribunale di Milano dei parlamentari Pdl capitanati da Angelino Jolie. Si temeva di molto peggio: un assalto possente, drammatico, sinistro, almeno vagamente nibelungico. Invece per fortuna non siamo la Germania delle Valchirie e nemmeno la Francia della presa della Bastiglia. Siamo il paese dell'operetta, che non conosce il dramma: al massimo il melodramma.

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Dunque dobbiamo accontentarci di questa tragicomica scampagnata sul marciapiede, tipo gita delle pentole, di una corte dei miracolati sbarcati a Milano come Totò e Peppino, ma molto più ridicoli, visto che alle pellicce e ai colbacchi fuori stagione aggiungono quintali di silicone, botulino, pròtesi di lattice, fard, toupet e trapianti abortiti, e alle caciotte sostituiscono trillanti iPhone con la suoneria di "Meno male che Silvio c'è".

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Il quale Silvio, pover'ometto, giace esanime sul letto di dolore, piegato e piagato da un'uveite bilaterale isterica con scappellamento a destra che da un momento all'altro, stando ai medici e agli avvocati di corte, potrebbe portarlo alla tomba. Insomma, al posto della presa della Bastiglia, abbiamo la presa per il culo, o al massimo della pasticca per curare patologie fasulle e allontanare sentenze vere.

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Spiccano, nella foto di gruppo dell'allegra brigata sanculotta in gita premio al Palagiustizia, Danton Alfano, Marat Cicchitto, Saint Just Gasparri e Robespierre Lupi, mentre Santanchè, De Girolamo, Gelmini, Giammanco, Ravetto, Prestigiacomo, Mussolini e Casellati si contendono i panni di Charlotte Corday prima del bagno. Alcuni assedianti conoscono bene il posto e fanno da ciceroni: chi per curriculum, come Denis Verdini (cinque processi), Matteoli (uno) e Raffaele Fitto (due processi e una condanna fresca fresca a 4 anni), chi per motivi professionali, tipo gli on. avv. Ghedini e Longo. Ma anche Caliendo, l'amico della P3, e Nitto Palma, che in teoria sarebbero addirittura magistrati e non si sa bene contro chi protestino: forse contro se stessi.

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Va comunque apprezzato il generale sprezzo del ridicolo di chi denuncia l'uso politico della giustizia mentre fa un uso giudiziario della politica. Ma anche lo sprezzo del pericolo di alcuni noti condannati e imputati che sono financo entrati in tribunale col rischio di essere identificati, vista la somiglianza con le facce patibolari di alcuni ricercati ritratti nei "Wanted" in bacheca, e di non uscire più. Pare che Formigoni sia rimasto prudenzialmente a casa.

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Notevole anche la faccia dell'acuto Razzi, reclutato all'ultimo momento per far numero, che ancora in tarda serata non aveva capito dove l'avessero portato, e soprattutto perché. Capezzone e Giovanardi invece si sono molto felicitati con se stessi perché, dopo anni di oscuramento, hanno strappato un'inquadratura di alcuni nano-secondi al Tg4. In ogni caso si è persa l'occasione per una bella retata: è raro trovare tanta bella gente insieme a portata di manette.

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

L'implume Alfano, tornato leader per un giorno in assenza del padrone travestito da cieca di Sorrento, minacciava tutto accaldato un imprecisato "Aventino". Intanto Gasparri capiva tutto al volo e prenotava un tavolo nel noto ristorante "Da Rino all'Aventino". Poi Jolie s'appellava a Napolitano, ma sbagliava indirizzo: com'è noto, il Presidente non si occupa di processi e inchieste, tranne quando gli telefona Mancino.

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Ps. Mentre chiudo l'articolo, alle ore 20, non risulta sull'Ansa una sola dichiarazione di esponenti del Pd contro la gazzarra del Pdl al Palazzo di Giustizia di Milano. Solo un dolente commento di Bersani alla minaccia aventiniana di Alfano: "Spero siano voci che smentiscano (sic, ndr), che siano suggestioni di un momento". Si vede subito che è cambiato e ha capito la lezione: gliele ha cantate chiare.

 

IL COLPO DI CODA DI BENEDETTO - RATZINGER SI SAREBBE DIMESSO PER FAR CADERE TUTTI I CAPI

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Angela Camuso per "Corriere.it"

Msgr Charles Scicluna

VIDEO - http://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/pedofilia-clero-dimissioni-ratzinger/a7c117e4-88d3-11e2-b463-ff37879da0fc.shtml

Charles Scicluna

«Un vescovo non può aver paura davanti a chi aggredisce il suo gregge». Lo dichiara Monsignor Charles Scicluna, l'ex promotore di giustizia della Santa Sede, garante della linea della trasparenza nella lotta contro la pedofilia propugnata da Ratzinger.

A fine anno scorso Scicluna è stato trasferito a Malta, con l'incarico di vescovo ausiliario, si sospetta per accontentare chi, dentro la Curia e all'insaputa del Papa, non aveva gradito le sue prese di posizione, più volte critiche nei confronti della Conferenza Episcopale Italiana che secondo Scicluna non faceva abbastanza per obbligare i vescovi informati alla denuncia.

Charles Scicluna bertone papa big

«Il Papa dimettendosi ha mandato via tutte le persone di cui non si fidava pienamente. Non potendo decapitare tutti, se ne è andato», dichiara Scicluna. Cordate di potere avrebbero finito per sopraffare Benedetto XVI, con l'avanzare dell'età e della malattia. Per questo, secondo l'ex promotore di giustizia, Ratzinger «andando via ha fatto un'azione rivoluzionaria. Ha anticipato la sua morte. Ha fatto decadere tutti capi. Secondo me questo è un segnale che deve essere colto da chi è chiamato a scegliere il nuovo Papa».

 

DAVID BOWIE, THE NEXT GAY - LA EX MOGLIE DEL DUCA BIANCO RI-RACCONTA LE STRANE ABITUDINI SESSUALI DEL CANTANTE

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Francesco Tortora per "Corriere.it"

Nei giorni in cui tutto il mondo della musica celebra The Next Day, il nuovo album di David Bowie, arrivato dopo un silenzio artistico durato dieci anni, il tabloid britannico The Sun pubblica una lunga intervista a Mary Angela Barnett, l'ex moglie del Duca Bianco, nella quale la sessantatreenne narra particolari alquanto piccanti del suo matrimonio con la star. L'ex modella, meglio nota come Angie, ricorda la passione dell'autore di "Heroes" e di "Life on Mars" per i rapporti a tre e si sofferma su quella volta (ma l'aveva fatto anche in passato) in cui beccò il cantante a letto nientemeno che con Mick Jagger.

DAVID BOWIE

LA NOTTE PRIMA DELLE NOZZE - Intervistata nella sua casa di Atlanta, in Georgia, Angie rivela come il suo ex marito fosse un cultore del sesso a tre e non perdesse occasione per praticarlo. Non riuscì a farne a meno nemmeno la sera prima del matrimonio tanto che la coppia rischiò di far tardi per la cerimonia del giorno successivo:

ANGIE BOWIE jpeg

«Quella notte andammo a letto con una nostra amica - rivela la sessantatreenne che sposò Bowie nel marzo del 1970 e dal quale ha avuto un figlio, Zowie - Siamo andati prima a cena fuori, poi siamo tornati a casa della nostra amica e abbiamo fatto tanto sesso. È stata una lunga notte e ci siamo addormentati verso le 3 o le 4. Ci siamo svegliati davvero tardi, eravamo nella parte nord di Londra e il matrimonio era fissato per le dieci del mattino. Siamo arrivati appena in tempo per sposarci».

ANGIE E BRAD

LA NOTTE DI SESSO CON JAGGER - L'ex modella rievoca poi il celebre episodio con Jagger. Ovvero quella mattina del 1973 in cui tornò nella sua casa di Chelsea e trovò il marito a letto con il frontman dei Rolling Stones: «Non erano solo nello stesso letto, ma erano anche nudi - afferma- La mia assistente era in cucina e rideva. Mi disse: "Non ci potrai credere. David e Mick Jagger".

Sono entrata in camera da letto e David era coperto dai cuscini e dal piumone mentre dall'altra parte del letto si intravedevano la gamba di Mick. "Buongiorno - dissi - miei ragazzi, siete pronti per la colazione?. Avete passato una bella nottata?"- Erano così ubriachi che non riuscivano a parlare. Ho provato grande pena per entrambi».

Angie sottolinea che si trattò di un'avventura e che Bowie andò a letto con il collega probabilmente solo perché amava sedurre tutti i suoi rivali del rock: «Non credo che con Mick ci sia stata passione. Penso che la loro avventura sessuale sia stata provocata più che altro dal loro stato alcolico».

ANGIE BOWIE OGGI jpeg

«NON HA CAMBIATO ABITUDINI» - Angie ammette anche che Bowie sin dall'inizio fu sincero con lei: «Quando mi chiese di sposarlo, affermò di non essere innamorato di me e che sarebbe stato sempre infedele. Erano gli anni sessanta e penso che lo chiamassero amore libero». La loro relazione terminò nel febbraio del 1980 e per anni i due non si videro più.

DAVID E ANGIE BOWIE jpeg

Proprio nei giorni in cui i critici di tutto il mondo osannano l'ultimo album di Bowie, Angie va controcorrente e stronca l'opera: «Ho ascoltato il primo singolo (We are we now?) e lo trovo orribile, semplicemente diabolico. Il secondo singolo The Stars (Are Out Tonight), poi, è peggio del primo. L'album è stato presentato come il più grande ritorno del secolo? Io lo trovo noioso. Credo che tutto quello che ha prodotto dopo i primi otto album sia solo spazzatura».

Angie non crede neppure che Bowie, sposato da circa 20 anni con la modella somala Iman Mohamed Abdulmajid, abbia cambiato le sue abitudini sessuali: «Quando David e Iman hanno comprato una casa a New York, per tre anni lui ha fatto dei lavori nello stabile affinché sembrasse un unico appartamento, ma in realtà sono due case separate all'interno. Così David può mantenere la sua privacy».

 

OSPEDALE O POGGIOREALE? SILVIO: “MI VOGLIONO DENTRO”

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daniela santanchè

1-SANTANCHE': "BERLUSCONI IN GALERA, FAREMO DI TUTTO PER IMPEDIRLO"
Da Radio24 - "Faremo di tutto per impedire che Berlusconi vada in galera. Il golpe è quello della Procura di Milano." Lo dice alla Zanzara su Radio 24 la pasionaria del Pdl Daniela Santanché. "Non do rispetto a chi non lo da, come i giudici di Milano. La Boccassini è come Ingroia con la gonna. Mettono a rischio la democrazia di questo paese - continua a Radio 24 - Mi sarebbe piaciuto incontrare il suo sguardo (Boccasini, ndr) e avrebbe dovuto abbassarlo! Le consiglierei di fare un partito e di smettere di voler ammazzare il suo incubo. La Boccassini ci prova da vent'anni a mandarlo in galera, è paranoica. Ho zero rispetto della Boccassini".

ILDA BOCCASSINI IN TRIBUNALE

E infine la parlamentare conclude: "Quanta gente si è ammazzata perchè i Pm hanno sbagliato le sentenze? E quanti sono finiti in carcere innocentemente come Mannino e Tortora?" E se fosse condannato definitivamente? Domandano i conduttori Cruciani e Parenzo. " Non lo permetterò in qualsiasi modo, perchè la democrazia prevede un equilibrio dei poteri dello Stato. - risponde Daniela Santanchè - Scappare? "Non scapperà mai, sono certa per come lo conosco non fuggirà e si sottoporrà a tutti. Lo escludo che possa andare in qualche paese straniero come Craxi."

2-"BASTA CAUTELE, VOGLIONO ARRESTARMI"
Paola Di Caro per Corriere.it

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Doveva essere la giornata della riflessione, per preparare al meglio l'incontro con Giorgio Napolitano che lo stato maggiore del Pdl - il segretario Alfano e i capigruppo uscenti Cicchitto e Gasparri - avranno oggi per denunciare «la persecuzione giudiziaria» nei confronti di Berlusconi. Ma la mazzata rappresentata da quelle che lo stesso Cicchitto definisce «una provocazione, una mezza provocazione e un tentativo di sopraffazione», ovvero il no al legittimo impedimento per Ghedini e Longo impegnati nella riunione dei gruppi a Milano, la seconda visita fiscale a Berlusconi e l'annuncio di processo immediato a Napoli per compravendita di parlamentari, ha fatto saltare i piani dei moderati del Pdl. E ha incendiato di nuovo gli animi.

SILVIO BERLUSCONI

Ci aveva messo tanto Gianni Letta a convincere il Cavaliere che se si vuole una forma di intesa con il Pd per un governo, un occhio benevolo del Quirinale sulle vicende giudiziarie e soprattutto un accordo sull'elezione del prossimo capo dello Stato che «sia a noi non ostile, magari lo stesso Napolitano», non serve mettere a fuoco e fiamme il Palazzo di Giustizia di Milano. Ma - dicono anche due ex ministre come la Gelmini e la Bernini - tutto «ha un limite, non potevamo non reagire».

E d'altronde, almeno fino a quando è stato possibile conferire con lui (nel pomeriggio, giurano, stava veramente male e ha interrotto le comunicazioni), il Cavaliere non voleva sentire ragioni: «Ma basta con questi moderatismi, non ne posso più di queste cautele! Vogliono arrestarmi, farmi fuori, dovete reagire! Vi voglio tutti a palazzo di Giustizia, vogliono crocifiggermi!».

PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpeg

Insomma, l'operazione protesta ha visto il Pdl più o meno compatto, nonostante il dubbio di alcuni sull'efficacia della mossa. Dubbi che parecchi nutrono, stavolta sì, sull'evocato Aventino che dovrebbe tenersi venerdì, quando si insedieranno le Camere.

In verità, dicono da via dell'Umiltà, «ancora nulla è deciso». E questo non solo perché Berlusconi è, appunto, talmente fuori dalla grazia di Dio da non poter ottenere da lui una indicazione decisiva. No, è che nel Pdl si attende di capire quale sarà oggi l'atteggiamento di Giorgio Napolitano. Ci si attende «un interessamento del presidente», dice scegliendo bene le parole la Gelmini. Qualcosa di concreto anche se di riservato, un'attenzione, un intervento da «presidente del Csm» come aggiunge Cicchitto, perché spiega Quagliariello «pretendiamo che quello che chiediamo merita una risposta: Berlusconi deve essere trattato come un imputato normale. Basta con l'accanimento, con decisioni assurde e minacciose come quella dei pm di Napoli».

SILVIO BERLUSCONI

Insomma, se il timore è quello sussurrato da tutti - una richiesta di arresto da Napoli - l'obiettivo minimo è avere l'assicurazione che Napolitano non lo permetterà. Ma, politicamente parlando, è ancora più importante capire che spazi esistono per l'elezione condivisa di un presidente che sia di garanzia per la sopravvivenza del Cavaliere. E nel Pdl si fa sempre più forte l'idea di puntare - nonostante la sua indisponibilità - a una rielezione di Napolitano: «Noi - confida un big del partito - di lui ci fidiamo, e la cosa più importante a questo punto è avere un capo dello Stato che ci dà garanzie...».

Maurizio Sacconi

Ma assieme, si punta a un'intesa complessiva con il Pd: «Un governicchio di qualche mese che ci porta a votare in autunno non ci interessa», scandisce Fitto. A quel punto, è un coro nel Pdl, meglio il voto a giugno con Berlusconi ancora in sella e chances di vincere che domani logorati, con il Cavaliere fuori dal Parlamento per condanna definitiva e il partito allo sbando. E se c'è aria di intesa, avvertono da via dell'Umilità «lo vogliamo capire subito: non ci faremo imbrigliare in voti su presidenze delle Camere o finte trattative sul capo dello Stato: o è accordo vero subito, o si va al voto».

Per questo l'Aventino resta lì, sospeso. Molto probabile perché «ormai è escalation», dicono ai vertici del gruppo dirigente, dando per «quasi impossibile» un'intesa con il Pd. Da evitare, secondo i trattativisti a oltranza, come Maurizio Sacconi: «Sono contrario ad abbandonare il Parlamento, perché lì si difende la democrazia». Ed è «nelle istituzioni», suggerisce Osvaldo Napoli, che va «condotta la battaglia».

 

JONG-UN MINACCIA: “SIAMO PRONTI ALLA GUERRA” CONTRO SEUL

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Carlo Antonio Biscotto per "Il Fatto Quotidiano"

KIM JONG UN

Che cosa pensano i nord-coreani dell'arma nucleare? "Nulla, sono molto più preoccupati del lavoro, della loro vita quotidiana, delle loro famiglie". John Everard, ambasciatore della Gran Bretagna a Pyongyang dal 2006 al 2008, con il suo libro Only Beautiful, Please: a British Diplomat in North Korea sfata, con gli occhi di un funzionario governativo occidentale, i pregiudizi e i luoghi comuni sulla Corea del Nord, centro proprio in queste ore di una grave crisi con la vicina Corea del Sud e con la superpotenza americana.

Il giovane presidente comunista Kim Jong-un, in seguito all'avvio delle esercitazioni militari con-giunte Seul-Washington, ha reso carta straccia l'armistizio del 1953: "Siamo pronti alla guerra", e ha tagliato la "linea rossa", il collegamento telefonico d'emergenza che attraversa il villaggio di tregua di Panmunjom.

KIM JONG UN A CAVALLO

Un nuovo scontro di civiltà alle porte tra Occidente ed Oriente comunista? Nulla è cambiato a Pyongyang con la successione di Jong-un al padre Jong-il nel 2011? Certo difficilmente avremmo potuto vedere, come pochi giorni fa il figlio, il "caro leader" esultare al fianco di un ex campione di basket americano, Dennis Rodman, per l'esibizione dei spettacolari Harlem Globetrotters.

KIM JONG UN E I MISSILI COREANI

Ma a Pyongyang, città da tre milioni di abitanti, poco altro è cambiato rispetto al racconto dell'ambasciatore Everard, che ha percorso in lungo e in largo sia la capitale che il territorio circostante proprio perché animato dal desiderio di conoscere come si svolgeva la vita quotidiana dei nord-coreani, sfidando le leggi del Paese, che consentono agli stranieri, ambasciatori compresi, di muoversi solo all'interno di un cerchio con un raggio di 35 chilometri rispetto al centro di Pyongyang.

KIM JONG UN

"I nord-coreani - racconta Everard - vanno a lavorare utilizzando i mezzi di trasporto pubblici che purtroppo, a causa dei frequenti black out, spesso impiegano più tempo del previsto a compiere il percorso stabilito. Non è insolito che i tram si fermino in mezzo alla strada e che i passeggeri siano costretti a scendere e a raggiungere a piedi il posto di lavoro.

MISSILI COREA DEL NORD

A Pyongyang c'è la metropolitana, ma molti hanno paura di servirsene per non correre il rischio di rimanere intrappolati nelle gallerie in attesa che torni la corrente. Autobus e tram sono residuati della Germania Est, venduti alla Corea del Nord quando avevano già coperto centinaia di migliaia di chilometri e i guasti sono frequenti. In città la maggior parte delle persone vive in condomini, ciascuno dei quali conta centinaia di appartamenti.

Solo i dirigenti del partito hanno il privilegio di vivere in villette che si trovano in pieno centro sulle sponde del fiume Potong, in un quartiere isolato che ha tutta l'aria di una cittadella fortificata. Le abitazioni dei comuni cittadini sono costruite con materiali molto scadenti e spesso le finestre invece del vetro hanno il polietilene. In ogni caso la scarsità di energia colpisce tutti in ugual misura.

Corea del Nord

Pochissimi sono quelli che - al di fuori degli edifici del governo - possono permettersi un generatore autonomo. L'acqua calda scarseggia e a Pyongyang - scrive l'ambasciatore - la doccia fredda è la regola. I coreani che lavorano per gli stranieri si sentono dei privilegiati per il fatto di potersi fare la doccia calda. D'inverno per scaldarsi usano sovente lo yontan, una sorta di zolla infiammabile fatta con polvere di carbone. E, nonostante tutto, i coreani sono abituati ad andare a letto praticamente vestiti per difendersi dal freddo. Nelle zone agricole intorno alla Capitale le cose per i contadini vanno alquanto male. Macchine agricole di uso comune, come il trattore e l'aratro, scarseggiano. La terra viene coltivata a mano con l'aiuto dei buoi.

3 dennis rodman

Piantare e raccogliere il riso è un lavoro durissimo a piedi scalzi. Spesso mi sono sentito chiedere dai contadini se avrei potuto procurargli degli stivali di gomma. Nei mesi invernali, quando i campi sono deserti, gli stessi contadini si trasformano in pescatori e passano ore con la lenza lungo la riva del Taedong nella speranza, spesso vana, di pescare qualcosa da mettere in tavola.

DENNIS RODMAN

I nord-coreani sono molto socievoli e amano la compagnia. Il gioco degli scacchi, praticato nei parchi pubblici, è più una attività di gruppo che una gara individuale. Ogni anno - continua il racconto di Everard - si svolge a Pyongyang la fiera dei fiori e centinaia di migliaia di persone creano bellissime composizioni floreali addobbando tutte le vie cittadine.

La domenica uno degli svaghi della tipica famiglia nord-coreana consiste nel farsi fotografare nei parchi. Pochissimi posseggono una macchina fotografica, ma tutti vogliono appendere in casa il ritratto della famiglia.

Una delle più singolari attrazioni della città è la nave-spia americana "Pueblo" al centro di un incidente diplomatico nel 1968 quando fu attaccata dalla Marina nordcoreana in acque internazionali. Oggi si trova alla fonda nel fiume Taedong ed è visitata da numerosissimi nordcoreani". L'ambasciatore Everard elenca tra le cose positive il bassissimo livello di inquinamento e il quasi inesistente tasso di criminalità e tra le cose negative l'alcolismo e la prostituzione.

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