Francesco Manacorda per "la Stampa"
bollore articleCome antipasto le scuse di Vincent Bolloré al consiglio delle Generali. Poi il piatto forte: l'affondo dei consiglieri per stringere - costringere, preferirebbe qualcuno - Cesare Geronzi nel suo ruolo di presidente non esecutivo della compagnia e portarlo ad allinerasi con il Ceo Giovanni Perissinotto. Come? Attraverso una revisione delle deleghe del presidente e un regime ipocalorico di esternazioni.
A una settimana dal cda straordinario delle Generali in calendario per mercoledì 6 aprile il menù, non ufficiale e provvisorio, dell'incontro più atteso per capire dove va la finanza italiana è questo. Con la possibile aggiunta di qualche contorno assai piccante. Ieri il consigliere del Leone Diego Della Valle ha chiesto informalmente che all'ordine del giorno venga messo anche il capitolo delle spese del presidente.
Geronzi, a sua volta, sarebbe pronto a sollevare temi controversi. Qualche piatto potrebbe sparire all'improvviso, ma insomma il menù si annuncia per palati forti. E per clientela internazionale: anche il consigliere ceco Petr Kellner, sotto strumentale attacco - l'obiettivo principale è Perissinotto - per la joint-venture Generali-Ppf, sarà presente il 6.
GERONZIIl «mea culpa» di Bolloré è, allo stato, uno dei punti prevedibili del cda. Il vicepresidente delle Generali, socio debole nella compagnia ma forte nella controllante Mediobanca, avrebbe già espresso in alcuni colloqui riservati la sua intenzione di rettificare le opinioni espresse nel consiglio del 16 marzo, quando si astenne sul bilancio citando tra l'altro i dubbi su Generali-Ppf.
perissinotto giovanniLa posizione di Bolloré è in linea con quanto in queste ore va dicendo Geronzi. Obiettivo del presidente è arrivare a un consiglio dove non ci siano spaccature: come ha già detto ritiene che tutti debbano «compiere uno sforzo di coesione per il bene della compagnia».
E' un obiettivo plausibile la pax geronziana? E per ottenerla basteranno le scuse di Bolloré? Per un numero consistente di consiglieri - probabilmente gli otto che si sono già mossi per chiedere al convocazione di un cda straordinario (i tre eletti da Assogestioni, Della Valle, Kellner, l'ad di De Agostini Pellicioli e il segretario generale di Crt Miglietta), ma non solo per loro è difficile che la mossa del vicepresidente francese sia sufficiente.
GeneraliAncora più arduo appare che si accontentino di un'unanimità di facciata. Non a caso c'è chi ha chiesto che Bolloré si presenti in cda dimissionario dalla vicepresidenza, anche se difficilmente sarà accontentato. «Qui - sostiene comunque un consigliere - non si tratta più di una questione personale, ma di questioni sostanziali e ben più ampie».
della valleDi cosa si tratti è presto detto: Geronzi e Bollorè, secondo la visione della maggioranza dei consiglieri e del management guidato da Perissinotto - hanno agito di concerto per delegittimare gli uomini alla guida del Leone. Per questo alcuni componenti del cda si preparano a chiedere che le deleghe di Geronzi - specie quella sulla comunicazione, dove negli ultimi mesi il presidente si è dimostrato invidiabilmente iperattivo vengano ridimensionate.
pelliccioliA rasserenare gli animi non contribuisce il mistero del verbale del cda Generali del 16 dicembre 2010. Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera in quel documento sono indicate alcune perplessità di Kellner su Ppf-Generali. Muovendo dal verbale l'Isvap contatta Kellner, il quale però risponde all'Autorità, e ricorda a Geronzi, che lui alla riunione del 16 non era nemmeno presente.
Petr KellnerTra i soci del Leone c'è chi vede dietro questi eventi l'ennesimo tentativo teso a delegittimare Perissinotto. Anche per questo il consiglio del 6 aprile non si concluderà con un brindisi di pace. E se tregua sarà, come appare probabile, resta da capire quanto è destinata a durare.