1 - MANCA SOLO LO ZIO...
Massimo Gramellini per "La Stampa"
Da Cusani a Ruby. Da un faccendiere a una sfaccendata. Dalla madre di tutte le tangenti alle nipotine di tutti i presidenti. Lo sfondo è lo stesso di 20 anni fa: il Tribunale di Milano. E ci sono bustarelle anche qui. Però i ladroni e i ladruncoli che testimoniarono al processo Enimont, simbolo e funerale della Prima Repubblica, emanavano un'aria drammatica. Invece di fronte alla lista dei testimoni del processo al bunga bunga, simbolo e carnevale della Seconda, uno non sa se mettersi a ridere o a piangere, se chiedere l'autografo o l'asilo politico. Lele Mora, Emilio Fede, le 32 girls 32, altrimenti note come Olgettine.
E poi Carfagna, Gelmini, Canalis, Belen, Aida Yespica, Barbara D'Urso, Minetti, Ruby la Minorenne (citata dall'accusa) e Ruby la Maggiorenne (citata dalla difesa: si cambierà d'abito fra una parte e l'altra?). E i genitori di Ruby, mentre lo zio presunto è trattenuto in Egitto da impegni improrogabili. In compenso c'è George Clooney. Sul serio: Ghedini ha chiamato a deporre anche lui, forse Brad Pitt era già stato scritturato altrove, oppure gli avvocati sperano che il pianoforte della pubblicità cada in testa alla Boccassini.
Finta terremotata a ForumNessuna nostalgia del Forlani alla bava o del Cinghialone alla sbarra. Ma certo, quella era ancora politica. Brutta, sporca e cattiva, ma politica. Adesso siamo precipitati in un sommario di «Chi». E nel solito mondo all'incontrario, dove le persone reali vanno nei tribunali televisivi a raccontar bugie (sul terremoto dell'Aquila, per esempio) e i personaggi dello spettacolo nei tribunali veri a dire, si spera, la verità.
2 - TATTICHE...
Lucia Annunziata per "La Stampa"
«Vero, c'era molta gente a destra come a sinistra che pensava che l'America avesse eletto un Presidente contro la guerra, ma questa assunzione si è rivelata semplicemente errata. Piuttosto, la nazione ha eletto un Presidente del tutto in linea con tutti i leader di guerra: un uomo alla fine disponibile, quale sia stata la sua idea iniziale, a sacrificare l'idealismo al pragmatismo pur di eseguire il suo principale dovere: difendere il Paese. Il ruolo di Presidente, una volta assunto, trasforma il punto di vista di chi lo esercita».
LUCY ANNUNZIATAIl Presidente è Barack Obama. Ma il suo critico non è uno dei tanti. A firmare queste parole è Stephen Carter, un'icona del mondo nero, influente espressione della intellighenzia di colore. Carter, che con Obama per altro condivide alcuni tratti, persino fisici, di eleganza, è un filosofo e insegna alla Law School di Yale, ed è anche un romanziere.
Suoi sono alcuni gialli, come «The Emperor of Ocean Park», veri e propri fenomeni editoriali, in cui ha svelato in forma narrativa le ipocrisie e le complessità della borghesia nera americana. Ora il professor Carter ha scritto la più efficace critica al Presidente. Il libro, uscito in gennaio, si chiama «The violence of peace. America's Wars in the Age of Obama». Ed è su tutti i tavoli della destra americana.
Fiori per Gheddafi da Putin3 - IL LIFTING DEI POTENTI...
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"
Ma non è straordinaria, per quel tanto che atterrisce, la storia di Gheddafi che non solo si è fatto fare il lifting da sveglio, ma a un certo punto ha addirittura sospeso l´operazione per mangiarsi un hamburger? Ne scriveva qui l´altro giorno Angelo Aquaro sulla base di un rapporto dell´Associated Press che ha intervistato il celebre chirurgo Lyacir Ribeiro, di cui si è scritto che abbia ritoccato anche i volti di Berlusconi e di Putin. E non è altrettanto bizzarra e pure un tantino conturbante questa specie di parentela post-anatomica fra i tre leader, questa sorta di affinità plastica che ha visto le loro sembianze ricreate da una stessa mano e da uno stesso bisturi?
Berlusconi e PutinA lasciarsi suggestionare dalla deriva bio-politica e dalla disinvoltura con cui manipolano le loro fattezze, la tentazione immediata sarebbe di dedurre una quasi comune concezione non esattamente democratica del potere. Sennonché fino a ieri Gheddafi, Berlusconi e Putin condividevano a loro modo anche una certa linea di politica energetica e internazionale. Stai a vedere che il "tagliando" del dottor Ribeiro ha uniformato anche i loro pensieri; e che dietro alla tecno-maschera di carne maturano più cose di quanto l´immaginazione riesca a indovinare.
Gheddafi e le amazzoni con Berlu