1 - IMMIGRAZIONE, SI DIMETTE IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO
(ANSA) - Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha deciso di rassegnare le dimissioni. La decisione sarebbe legata al numero di immigrati previsti per la tendopoli di Manduria.
2 - VIDEO DELLA CONTESTAZIONE A MONTECITORIO
Da "Repubblica.it" http://bit.ly/gTQTrZ
3 - VIDEO DEL LANCIO DI MONETINE
Da "Repubblica.it" http://bit.ly/fgoQmQ
4 - CONTESTAZIONE E RISSE...
Da "Corriere.it"
Monetine e insulti. E striscioni contro Silvio Berlusconi. Attimi di tensione davanti a Montecitorio. Un centinaio di manifestanti è arrivato ad un passo del portone della Camera dei deputati. I manifestanti, che avevano in evidenza le insegne del «popolo viola», molto agguerriti al sit in promosso dal Pd contro il processo breve hanno preso di mira, tra gli altri, Ignazio La Russa che proprio in quel momento stava passando per la piazza. Venduto, ladri, fascisti, hanno gridato al ministro della Difesa.
Il coordinatore del Pdl ha mantenuto la calma ed è entrato nel portone principale della Camera protetto dalla scorta. I manifestanti sono poi passati al portone principale di Montecitorio per impedire l'ingresso ai parlamentari. Ha superato il «blocco» la sottosegretario Daniela Santanché, grazie all'aiuto delle forze dell'ordine che hanno formato un cordone di sicurezza per circondare il palazzo e proteggere l'ingresso principale. Ma, non appena i manifestanti si sono accorti del passaggio dell'esponente Pdl, sono scattati i cori.
Contestazione a Montecitorio contro la riforma della giustiziaAl grido di «ladri, mafiosi, andatevene», e ancora «vergogna, imputati impuniti». Epiteti poi sono piovuti sulla deputata. La contestazione è proseguita con il lancio di monetine, che hanno colpito pure alcuni giornalisti. A tentare di placare la tensione è arrivata Rosy Bindi. Intanto, i commessi e i responsabili sicurezza della Camera chiamavano le forze dell'ordine rafforzare il presidio davanti a Montecitorio: «La situazione sta precipitando», affermava un commesso.
Contestazione a Montecitorio contro la riforma della giustiziaTUMULTI IN AULA - La tensione della piazza ha contagiato l'aula dove il ministro La Russa ha stigmatizzato gli incidenti «a due metri dal portone della Camera» ha accusato l'opposizione di essere «complice dei contestatori e ancora più violenta». E l'assemblea è terminata con lo scontro tra La Russa e il capogruppo Dario Franceschini riguardo alla manifestazione in corso davanti a Montecitorio. Il ministro della Difesa, a quanto riferiscono i deputati, si è alzato in piedi applaudendo in maniera ostentata l'intervento del capogruppo Pd.
Contestazione a Montecitorio contro la riforma della giustiziaA quel punto il presidente della Camera, Fini, ha richiamato La Russa che gli avrebbe risposto testualmente «non mi rompere, sto applaudendo». Al secondo richiamo di Fini, La Russa gli ha risposto. Qualcuno racconto che gli abbia lanciato un solenne «vaffa». Smentito dal ministro La Russa. Sembra invece che le cose siano andate in questo modo: Il capogruppo del Pd Dario Franceschini stava contestando l'operato del ministro della Difesa rispetto alla manifestazione davanti Montecitorio quando La Russa gli ha fatto segno con la mano di stare zitto, avvicinando il dito al naso, e mandandolo platealmente a quel paese.
Contestazione a Montecitorio contro la riforma della giustiziaMentre in Aula si scatena la bagarre, il presidente Fini invita il ministro ad «avere un atteggiamento rispettoso verso l'assemblea». La replica non si fa attendere: il ministro gli batte scherzosamente le mani e gil fa il segno di stare zitto. A quel punto Fini chiede rispetto per la presidenza, e La Russa sembra urlargli «ma che fai». E sembra mandare a quel paese anche lui. Il presidente sospende la seduta, ha un altro scambio di battute con la Russa che, mentre in Aula, dall'opposizione, gli urlano «fascista, fascista», tira in aria i fogli che ha davanti. Fini esce dall'emiciclo esclamando: «fatelo curare». A quel punto la seduta viene sospesa, mentre in Aula sono continuati i tumulti. L'esame del «testo» slitta a giovedì
Contestazione a Montecitorio contro la riforma della giustizia