1- IL LEADER LIBICO: «METTERE FINE ALL'OFFENSIVA BARBARA»
da la Stampa.it
Mettere fine «all'offensiva barbara» in Libia paragonabile «a quella di Hitler in Europa»: è il messaggio di Muammar Gheddafi al gruppo di contatto che si riunirà oggi a Londra. I Paesi del 'gruppo di contatto' sulla Libia che si riuniscono oggi a Londra sono pronti a concedere al leader libico libico l'immunità e l'esilio, nell'ambito di un accordo per porre fine al conflitto in atto nel Paese del Nord Africa.
Ieri, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha riferito di "paesi africani che potrebbero offrire ospitalità" al colonnello, anche se per ora "non ci sono ancora proposte formali". Un alto funzionario Usa ha dichiarato al quotidiano britannico Guardian che un eventuale fuga di Gheddafi dalla Libia sarebbe accettabile per Washington, anche se questo comportasse l'impossibilità per la Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi) di perseguirlo per eventuali crimini contro l'umanità.
"Non posso dire di essere a conoscenza di tentativi concreti di trovargli un posto dove andare, ma non dico che è stato escluso" l'esilio, ha dichiarato. Anche il premier britannico David Cameron rimane aperto all'ipotesi di un esilio del colonnello, ha precisato al Times un funzionario britannico, anche se ufficialmente la sua posizione è che Gheddafi debba "rispondere" di quanto fatto.
1 hitler adolf 01Da parte sua, un responsabile delle Nazioni Uniti ha confermato che l'ipotesi esilio "non è stata esclusa". Il vertice di Londra vedrà riuniti i ministri degli Esteri di oltre 40 Paesi, le Nazioni Unite, l'Unione Africana e la Lega araba. Alcuni funzionari hanno anticipato al quotidiano britannico The Independent che dal vertice dovrebbe uscire anche un 'gruppo di contatto' più ristretto, capace di guidare i negoziati della comunità internazionale con i ribelli libici.
La Nato prenderà domani il comando di tutte le operazioni militari della coalizione internazionale in Libia: lo ha annunciato ieri il presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante un discorso trasmesso dalla televisione. "La nostra alleanza più efficace, la Nato, ha preso la responsabilità dell'applicazione dell'embargo sulle armi e della no fly zone" in Libia, ha ricordato il presidente Usa.
"La notte scorsa, la Nato ha deciso di assumersi una responsabilità supplementare, quella di proteggere i civili libici. Questo trasferimento dagli Stati Uniti alla Nato avrà luogo mercoledì", ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca.
2- OBAMA: "SE IL DITTATORE AVESSE PREVALSO SUI RIBELLI GLI ALTRI DESPOTI DELLA REGIONE AVREBBERO CAPITO CHE BASTA USARE LA VIOLENZA PER RESTARE AL POTERE". NESSUN CAMBIO DI REGIME PERCHÉ NON POSSIAMO PERMETTERCI UN ALTRO IRAQ"
Maurizio Molinari per La Stampa.it
L'intervento contro Gheddafi ha scongiurato una carneficina a Bengasi e l'America aveva la responsabilità di agire per salvare le speranze di successo delle rivolte arabe: per 27 minuti il presidente Barack H. Obama spiega alla nazione le ragioni di "Odyssey Dawn" al fine di rispondere alle dure critiche del Congresso che lo bersagliano.
Il discorso avviene davanti al pubblico della National Defense University di Washington, che già aveva scelto per illustrare nel 2009 l'invio di rinforzi in Afghanistan, e l'intento è di fare chiarezza sulla scelta compiuta di ricorrere alla forza contro il colonnello di Tripoli.
Guerra in Libia e"Per oltre quattro decadi il popolo libico è stato governato da un tiranno, Moammar Gheddafi che gli ha negato la libertà, ha sfruttato le sue ricchezza, assassinato gli oppositori in patria e all'estero, e terrorizzato persone innocenti nel mondo, inclusi cittadini americani assassinati da agenti libici" esordisce il presidente, evocando l'attentato di Lockerbie contro il jet della Pan Am che fece 270 vittime nel dicembre 1988. La descrizione di Gheddafi come un feroce dittatore serve per illustrare cosa stava rischiando il popolo libico quando la Casa Bianca ha preso la decisione di intervenire militarmente.
FRANCO FRATTINI"Di fronte alla condanna del mondo per la brutale repressione della sua gente, insorta per reclamare la libertà, Gheddafi ha lanciato una campagna bellica contro la sua gente, uccidendo persone innocenti, attaccando ospedali ed autombulanze, arrestando e molestando sessualmente giornalisti, tagliando rifornimenti di carburante e cibo, privando d'acqua la città di Misurata, bombardando città, edifici di appartamenti e moschee, adoperando aerei e elicotteri per colpire degli indifesi".
La descrizione punta a sottolineare i crimini commessi dal regime e dunque a definire "storica" la risoluzione 1973 con cui il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha autorizzato l'imposizione della "no fly zone", l'interdizione al volo sui cieli libici. Ma anche dopo quel voto Gheddafi ha continuato a martoriare la popolazione civile fino a minacciare di schiacciare nel sangue la città di Bengasi caposaldo della rivolta iniziata il 15 febbraio: "Ha dichiarato che non avrebbe avuto pietà, paragonando gli abitanti a dei topi, minacciando di cercarli porta a porta per punirli".
David CameronE' stato allora che "abbiamo visto le forze del regime nelle periferie di Bengasi e sapevamo che aspettando solo altre 24 ore una città di 700 mila abitanti avrebbe sofferto un massacro destinato a macchiare la coscienza del mondo".
E' stato l'incubo di vedere ripetersi stragi come quelle avvenute in Bosnia e in Ruanda negli anni Novanta - quando alla Casa Bianca c'era Bill Clinton - a spingere Obama a dare alle forze armate l'ordine di muoversi. "In Bosnia la comunità internazionale ebbe bisogno di oltre un anno per intervenire, noi in Libia lo abbiamo fatto in un mese" sottolinea, rivendicando il merito di "aver bloccato la mortale avanzata di Gheddafi".
Ciò che per Obama conta è che tale risultato è stato ottenuto dagli Stati Uniti "non agendo da soli" ma assieme ad una coalizione che include "alcuni dei nostri più stretti alleati" come Gran Bretagna, Francia, Canada, Danimarcia, Norvegia, Italia, Spagna, Grecia e Turchia "partner arabi" come il Qatar e gli Emirati. E' in questa capacità di creare una coalizione che Obama vede la conferma del "ruolo di leadership dell'America nel mondo" alla vigilia del trasferimento del comando delle operazioni militari alla Nato "che avverrà mercoledì".
Fra 24 ore dunque lo scenario muta perché gli Stati Uniti "avranno un ruolo di sostegno con l'impiego di intelligence, logistica, assistenza per il recupero dei piloti eventualmente caduti e guerra elettronica" con il risultato di "ridurre in maniera significativa il peso per i nostri militari ed i nostri contribuenti". E in questo caso il messaggio è ai leader del Congresso che gli hanno rimproverato negli ultimi giorni di andare incontro a spese militari impossibili da calcolare.
Lockerbie DisasterE' in tale cornice che Obama affronta le aspre critiche ricevute da liberal e conservatori. A chi da sinistra gli rimprovera di aver portato l'America dentro una terza guerra dalle durata imprevedibile, ribatte ammettendo che "la transizione verso un governo legittimo è un compito difficile" ma "senza intervenire ci saremmo assunti la responsabilità di violenze di dimensioni orrende".
C'è inoltre "un importante interesse strategico nazionale" alla base dell'intervento perché se Gheddafi non fosse stato fermato "gli impulsi democratici che si moltiplicano nella regione sarebbero stati schiacciati dalla più oscura dittatura, lasciando intendere ai leader più repressivi che è la violenza la via migliore per conservare il potere". Come dire, soccorrendo i ribelli libici l'America ha salvato la sorte delle rivolte arabe.
Hillary ClintonE ai conservatori che gli rimproverano la contraddizione di un attacco alla Libia che non punta a rovesciare Gheddafi, Obama risponde: "Non c'è dubbio che il mondo sarebbe un posto migliore senza il colonnello ma non perseguiamo cambi di regime come avvenuto in Iraq" dove "abbiamo avuto bisogno di otto anni, migliaia di morti americani e iracheni e quasi di un trilione di dollari" per rovesciare il regime di Saddam Hussein e poter "avere speranza sul futuro dell'Iraq".
"Non possiamo permetterci di ripetere qualcosa di simile".
Ma è nel finale che Obama va oltre "Odyssey Dawn" e in quanto avvenuto sulla Libia vede l'esempio di cosa intende per leadership americana: "Al contrario di quanto qualcuno afferma la leadership americana non significa semplicemente andare avanti da soli assumendosi l'intero fardello, una vera leadership crea le condizioni per generale coalizioni al fine di condividere le responsabilità così come di sostenere assieme i principi di giustizia e dignità umana".
Oggi a Londra è il Segretario di Stato Hillary Clinton a compiere il prossimo passo su questa strada partecipando alla conferenza internazionale sulla Libia che schiude le porte al passaggio del comando che avverrà domani.