Paolo Conti per "il Corriere della Sera"
masi GetContent asp jpegTalk show di nuovo in pericolo-sospensione in vista della campagna elettorale per il 21 maggio. Ieri Pdl, Lega e Responsabili hanno presentato un emendamento alla bozza di regolamento del presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai Sergio Zavoli in cui i talk show vengono equiparati alle tribune elettorali e quindi obbligati alla par condicio e a spazi uguali per tutti per i candidati sindaci o presidenti provinciali.
Zavoli invece immaginava di affidare alle testate regionali i programmi di comunicazione politica per via della frammentazione del voto. Reazione di Michele Santoro: «Provvedimenti liberticidi, siamo pronti a una nuova mobilitazione» . Mentre Giovanni Floris ricorda che «il Tar ha stabilito che i programmi di informazione non possono essere equiparati alle tribune elettorali» e dunque «perseverare è diabolico» .
RIZZO NERVOIntanto, oggi niente consiglio straordinario Rai, regolare riunione dopodomani, giovedì. Con il direttore generale Mauro Masi al suo posto e nessuna lettera di dimissioni sul tavolo del Cda. Ce ne saranno però altri, di «casi» . Per esempio la direzione del Tg2 dopo l'addio di Mario Orfeo, approdato a «Il messaggero» : Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, ha chiesto una scelta condivisa per un voto all'unanimità. Ma per ora si arriverà a un interim al vicedirettore Mario De Scalzi.
michele santoroTre le candidature con altrettanti veti incrociati, di cui due vicedirettori del Tg1: Susanna Petruni (area Pdl-Berlusconi), Gennaro Sangiuliano (Pdl ex An). E Gianluigi Paragone, vicedirettore di Raidue, quota Lega (che non ha direzioni né di Tg né di testata). In attesa che il nodo si sciolga, l'interim permetterà al Tg2 di procedere. Altro nodo, proprio i contratti dei conduttori di talk show.
Dice Nino Rizzo Nervo, consigliere Rai in quota Pd: «Masi è in difficoltà aziendale, col suo sistema del continuo rinvio l'intera azienda è paralizzata. Poi c'è la sua crisi politica: quantomeno una buona parte della maggioranza di centrodestra sta premendo perché Masi, ormai non ritenuto più "affidabile", vada via» .
GIOVANNI FLORISE questo come incide sulla vita dell'azienda? «Moltissimo. Ci sono tutti i segnali di un Masi impegnato a riguadagnare credibilità agli occhi del centrodestra mettendo in discussione il ritorno, nel palinsesto 2011-2012, di "Annozero", con Michele Santoro su Raidue, e su Raitre di "Ballarò", con Giovanni Floris, di "Report", con Milena Gabanelli, e di "Che tempo che fa", con Fabio Fazio» .
Gianluigi ParagoneLe prove? «Cominciamo da Santoro. Masi ha presentato un ricorso alla Corte di appello della sezione lavoro di Roma in cui si chiede, in attesa della Cassazione, la sospensione degli effetti della sentenza di secondo grado del 21 settembre 2009 con cui la Rai è obbligata a mandare in onda Santoro. Masi ci ha sempre riferito ogni sillaba sulle vicende di Michele, stavolta silenzio. Eventuali riflessi della sentenza sono di natura editoriale e impongono un'informativa al Cda.
GENNARO SANGIULIANO E SIGNORAIl dibattimento è fissato per il prossimo 4 aprile» . In quanto agli altri? «Il contratto di Fazio scade il 30 giugno, quelli di Floris e Gabanelli il 31 agosto. Le Reti sono già impegnate sui nuovi palinsesti e infatti la Direzione risorse televisive, affidata a Lorenza Lei, ha chiesto a Masi se avviare le trattative. Ma il direttore generale ha avocato a sé tutto. Vedo profilarsi l'apoteosi del suo metodo: rinvii, rinvii, rinvii. Mettendo in pericolo la stesura dei palinsesti da presentare agli inserzionisti pubblicitari a fine maggio. E con forte contrasto rispetto alla straordinaria rapidità con cui è stato chiuso il contratto di Giuliano Ferrara, sul quale non ho nulla da dire proprio nel nome del pluralismo» .
SUSANNA PETRUNIE qui, altre cifre: «La trasmissione di Fazio costa in un anno 10 milioni e 450 mila euro e ne ricava in pubblicità 17 milioni e 600 mila, "Ballarò"costa 3 milioni e 500 mila, ne guadagna quasi 8 milioni. "Report"rende il doppio di quanto costa. Non rinnovare quei contratti sarebbe un danno all'azienda» .