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AL TAPPONE STRINGE LA MANO AI PM - FINITA L’UDIENZA GHEDINI E LONGO VANNO DALLA GIUDICE DEL PROCESSO RUBY - CONFALONIERI: SILVIO AL QUIRINALE? CI VA UNO DI BANKITALIA” - PER ZAVOLI, SADO-MASI RESTA “UN ALTRO PO’…” - CALDEROLI E IL RIMPASTINO: SERVONO 5 SOTTOSEGRETARI - FUGA DAL PD: PER BERSANI “HANNO TORTO” - FRANCESCHINI VORREBBE PIERFURBY NELL’AMMUCCHIATA ANTI-SILVIO…

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1. OVVERO...
Jena per "La Stampa"
- Non si può bocciare il nucleare sull'onda delle emozioni, ovvero meglio morti che emozionati.

BERLUSCONI FUORI DAL PALAGIUSTIZIA


2. STRETTA DI MANO FRA BERLUSCONI E PM MILANO...
(Adnkronos) -
Toni distesi e una stretta di mano tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e i pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro che rappresentano l'accusa nel procedimento Mediatrade. E' quanto riferiscono fonti legali al termine dell'udienza alla quale ha preso parte il presidente del Consiglio che in questo procedimento risponde di frode fiscale e appropriazione indebita.

3. LEGALI PREMIER A COLLOQUIO CON GIUDICE PROCESSO RUBY...
(ANSA)
- Al termine dell'udienza preliminare Mediatrade, i difensori di Silvio Berlusconi, gli avvocati Nicolò Ghedini, Piero Longo, accompagnati anche dai legali Giorgio Perroni e Filippo Dinacci, si sono recati dal giudice Giulia Turri, che presiede il collegio della IV sezione Penale di Milano, che dovrà giudicare il presidente del consiglio per il caso Ruby, a partire dal prossimo 6 aprile.

Berlusconi arriva in tribunale

I legali, al termine del colloquio non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Il processo si aprirà mercoledì della prossima settimana, probabilmente con una udienza tecnica di smistamento, che servirà solo a fare il calendario delle prossime udienze, anche a seconda degli impegni del presidente del consiglio. Non è ancora stato deciso, però, se Berlusconi presenterà o meno legittimo impedimento per quella udienza.

Berlusconi e Ghedini

4. CICCHITTO, PD USA GIUSTIZIA D'ACCORDO CON PROCURE...
(ANSA)
- Tutti i leader mondiali sono contestati in questi anni di crisi, ma cio' che differenzia l'Italia e' l'uso politico della giustizia 'messa in atto dall'attuale gruppo dirigente del Pd d'intesa con alcune procure': lo afferma Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.

'Malgrado le leggende metropolitane narrate un giorno si' e un giorno no da D'Alema, Bersani &C. e' evidente - sostiene - che oggi tutti i governi e i loro leader (da Sarkozy alla Merkel allo stesso Obama) sono fortemente contestati e non potrebbe essere diversamente con le crisi economiche succedutesi in questi tempi. Quello che differenzia l'Italia dagli altri Paesi, quindi, non e'la contestazione politica ma la autentica guerra civile fredda, praticata attraverso l'uso politico della giustizia messa in atto dall'attuale gruppo dirigente del Pd, d'intesa con alcune procure, come e' testimoniato non solo dagli innumerevoli atti giudiziari contro Berlusconi, ma dalla diretta partecipazione a manifestazioni politiche di magistrati come Ingroia e Caselli nella loro duplice veste di pubblici ministeri e di militanti politici.

Cio' rende l'Italia un paese anomalo rispetto al resto dell'Europa. Per cui sono indispensabili una riforma organica della giustizia e una aperta battaglia politica visto anche che nel nostro Paese l'espressione coniata da due saggisti sul circo mediatico-giudiziario trova piena attuazione pratica con una semplice aggiunta lessicale: circo partitico-mediatico-giudiziario', conclude.

FEDELE CONFALONIERI

5. CONFALONIERI: SILVIO AL QUIRINALE? LÌ CI VA UNO USCITO DA BANKITALIA...
Da "la Stampa"
- «Al Quirinale ce lo vedrebbe Berlusconi? Mah... Cosa ci va a fare, lui... Al Quirinale deve andare uno che ha un passato magari nella Banca d`Italia...», ha risposto così il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, intervistato da Radio 24, a chi gli chiedeva se immaginasse il Cavaliere presidente della Repubblica. Una battuta anche sui suoi guai giudiziari: «I reati contestati a Berlusconi non esistono, non parliamone neanche. La Boccassini perseguita Berlusconi: lui ha avuto 26-27 processi, o sei Al Capone o sei un perseguitato dalla giustizia». Anche una bacchetta al premier: «Sbaglia quando chiama in tv: se ti fanno arrabbiare piuttosto spegni, no?»

FRANCO FRATTINI ROBERTO CALDEROLI

6. CALDEROLI, RIMPASTO NON IN AGENDA MA SERVONO 5 SOTTOSEGRETARI IN PIU'...
(Adnkronos)
- "Noi avevamo avanzato richieste sull'Agricoltura che ci interessa, e' il nostro mondo. Per ora va cosi'. Ma non esiste rimpasto in agenda". Lo dice il ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie della Lega, Roberto Calderoli, in un'intervista a 'La Stampa'.

"Rispetto al governo Prodi -aggiunge- abbiamo diminuito di quaranta il numero di sottosegretari. E' che a volte non bastano. Io mi sono trovato nell'assurda situazione di dieci commissioni diverse nella stessa giornata, dove il governo dev'essere presente. Impossibile seguirle tutte. Ci servono piu' uomini che abbiano la delega del ministro. Cinque sottosegretari in piu'".

7. ZAVOLI, CREDO CHE MASI RESTI ANCORA UN PO'...
(Adnkronos) -
"Non credo che se ne andra' subito. Penso che Masi restera' ancora un po'". Lo dice il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, lasciando la direzione del Pd. Sulla proposta del segretario Pierluigi Bersani di un patto tra le opposizioni per dar vita ad un osservatorio sull'informazione televisiva durante la campagna elettorale per le amministrative, Zavoli osserva: "Il problema del pluralismo non e' di questa stagione, e' un problema endemico che va affrontato".

masi ZAVOLI

Quanto alla possibile interruzione dei talk show di approfondimento durante la campagna elettorale, Zavoli aggiunge: "E' probabile ci sara' questa sospensione. Vedremo che cosa vogliono fare", dice riferendosi alla maggioranza.

8. BERSANI, PREOCCUPATO PER CHI SE NE VA MA LORO HANNO TORTO...
(ANSA)
- Pier Luigi Bersani si dichiara "preoccupato" dalle uscite di alcuni esponenti sul territorio, ma sottolinea che sono essi ad avere "torto". "Non è che non veda i problemi del partito - ha detto nella relazione di apertura della Direzione - certo che ci preoccupano le uscite di dirigenti sul territorio. Però - ha concluso - vorrei che chi ci richiama ad avere attenzione, dica che hanno torto quelli che se ne vanno via".

9. FRANCESCHINI, DISAGIO CATTOLICI? PROBLEMA E' PIU' VASTO...
(ANSA)
- "Il problema è più vasto". Così Dario Franceschini, parlando alla direzione del Pd, ha commentato il disagio della componente cattolica del partito, di cui si parla in queste settimane. "Si sente parlare di disagio - ha affermato Franceschini - specie dei cattolici e dei moderati. Spesso chi ne parla si offre, se viene soddisfatto nelle sue richieste, a fare da forza di recupero. Ma il problema è più vasto".

BERSANI FRANCESCHINI

"Credo che dobbiamo riaprire il partito - ha proseguito il capogruppo del Pd alla Camera - perché la radice del disagio affonda nel terreno dell'insoddisfazione per un partito costruito nei gruppi dirigenti sulle vecchie appartenenze di Ds e Margherita. Mi fa piacere dunque -ha concluso Franceschini - che Bersani abbia raccolto la proposta di un'assemblea di esterni".

10. FRANCESCHINI A CASINI: «SBAGLI A NON ADERIRE ALL'ALLEANZA ANTI-SILVIO»...
Da "la Stampa"
- È un errore da parte di Pierferdinando Casini rifiutare l'adesione ad una grande alleanza delle opposizioni per battere nelle urne il governo Berlusconi. È questa, in sintesi, la presa di posizione di Dario Franceschini, che ha concluso la tre giorni del congresso dell'Area Dem. Il capogruppo del Pd a Montecitorio non ha citato espressamente il leader dell'Udc ospite della riunione venerdì scorso, ma ha fatto un chiaro riferimento proprio a lui.

«Mettere fine al berlusconismo per ricostruire sulle sue macerie - ha detto Franceschini - non è compito che può svolgere una sola parte del paese, neppure se il Pd avesse la maggioranza. Occorre un arco il più largo possibile delle forze politiche. Purtroppo alcune di loro dicono no forse perchè hanno paura di perdere qualche consenso. Lo abbiamo visto anche qui». È evidente il riferimento alla presenza di Casini all'incontro di Cortona dove il leader dell'Udc non ha voluto prendere impegni sulle alleanze.

 

 


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