Riceviamo e pubblichiamo:
GIANFRANCO FINILettera 1
Caro Dago, Esibizione tutt'altro che edificante, alla Camera dei deputati, di Tonino Di Pietro e della terza carica dello Stato, Gianfranco Fini : quella, cioè, che appare a molti osservatori la coppia di artisti più trash del mediocre teatrino della politica italiana. Il capo dell' "Italia dei livori", nel corso del dibattito sul conflitto con la Libia, ha interpretato la parte del pagliaccio e il compagno della sorella del "furbetto" del "quartierone" di Monte-Carlo, Giancarlo Tulliani, gli ha fatto da spalla, invece di interromperne i ripetuti insulti, come avrebbero fatto i suoi illustri predecessori sulla poltrona più alta di Montecitorio, la Jotti, Ingrao, Pertini e gli stessi Casini e Bertinotti.
L'ex magistrato, dal congiuntivo problematico, ha offeso il premier e l'attivo ministro degli Esteri, Franco Frattini. E l'ex dirigente fascistone, sdoganato da Silvio, se la rideva. E, con un trucco del mestiere, ci ha tenuto a far sapere di esser d'accordo con il deputato di Montenero, che ha definito, gentilmente, un "giullare" del Cavaliere e "un codardo che scappa" il titolare della Farnesina.
I due potrebbero fare cabaret in un villaggio turistico. Magari in Libia.... E Napolitano ? Nonno Giorgio ha taciuto, dopo aver severamente bacchettato il ministro Saverio Romano, per cui ha fatto valere l'inedita presunzione di colpevolezza....Un saluto cordiale.
pietro mancini
Lettera 2
Abbiamo inventato le alleanze "parallele": con i "volonterosi" siamo alleati come Paese e con i libici siamo alleati come Premier, che vuol fare il "mediatore" tra lealisti e ribelli. A raccontarla in giro ci prendono per matti, ma sembra che le cose stiano davvero così. E La Russa ha provato anche a rivenderla come una "genialata" italica.
Viper
Lettera 3
Caro Dago, che cosa si aspetta a denunciare all'Onu la Francia di Nanoleone? Ieri Le Canard ha finalmente rivelato quello che già si era capito fin dai primi filmati dalla Libia. Si era visto, infatti, che i rivoltosi con le armi in pugno gridavano Vive la France ed esponevano una bandiera francese, ancora prima che Gheddafi iniziasse a reagire. La Francia, quindi, ha fornito le armi ai rivoltosi per scatenare i disordini e poi è stata la prima a bombardare la Libia, prima ancora che l'Onu si pronunciasse, e pretendendo il comando delle operazioni. La Libia, quindi, è stata aggredita dalla Francia ed il resto del mondo è caduto nel tranello anti Gheddafi.
Il governo libico ha solo reagito ad un'aggressione prima manovrata e poi palese della Francia esclusivamente per motivi economici e petroliferi. Gli idioti dell'Onu e l'incapace Obama dovrebbero preoccuparsi di quello che sta facendo la Francia di Nanoleone in Bruni, amico di tutti i terroristi, ed erogare le opportune sanzioni. Il gesto criminale di Sarkozy, fra l'altro, danneggia solo l'Italia sia per i rapporti economici che per l'immigrazione che per il terrorismo e Frattini, secondo me, dovrebbe attivarsi al più presto all'Onu per dargli la sveglia.
M. Savino
Lettera 4
Dago darling, certo che il "Se non ora, quando?" che attanaglia il nostro premier é da brividi. Se gli riuscisse un blitz pacificatorio nella tenda di Gheddafi a Sebha nel Fezzan (magari volando sull'Algeria senza passare per la "No fly zone") , passerebbe alla grande storia come superpaciere e i pacifisti di tutto il mondo ce lo invidierebbero. Contrariamente a quanto scrivono in molti, a me - che sono stata varie volte nella magica Cirene - risulta che Gheddafi sia nato a Sebha (e non a Sirte). Tanto che in una versione inglese del suo libro verde sta scritto "From Sebha comes the truth". Salamalikum
Natalie Paav
Lettera 5
Caro Dago, una cosa bisogna riconoscerla al colonnello Gheddafi. In 42 anni che è al potere non si è mai aumentato il grado.
Renor
Lettera 6
Caro Dago, se pubblichi con grande evidenza un articolo, applaudendolo con il sapido titolo Obama vaffa-cool 2, dobbiamo pensare che condividi l'analisi del giornalista Giorgio Israel del Giornale. Tuo diritto, pare chiaro che Obama (il negrito, come ti è vezzo chiamarlo) non ti sia mai piaciuto, e i paesi islamici nemmeno.
Ma si fa torto ai lettori prendendo per oro colato le, diciamo, imprecisioni di chi scrive: "Non si è udita la voce di Obama ... in occasione delle innumerevoli minacce iraniane di distruggere Israele. Neppure egli è intervenuto in modo deciso in occasione della feroce repressione dei moti popolari in Iran."
Ora, non c'è mai stata nessuna minaccia iraniana di distruggere Israele. Chi ne dubita, ha Internet a disposizione per trovare i documenti originali. La sola colpa del suo presidente è di avere auspicato un referendum fra tutti gli abitanti della zona per decidere il futuro di Israele e Palestina.
Quanto alla cosiddetta feroce repressione, ricordiamo che in Iran dopo libere elezioni, la minoranza ha fatto moti di piazza, in cui c'è stato un morto (e c'è chi dice che anche quello è un falso). In Tailandia, dopo libere elezioni, la maggioranza è stata privata del potere con la forza, le camicie rosse hanno fatto moti di piazza e ci sono state centinaia di morti.
Allora perchè l'Iran, dove chi ha vinto è al governo, sarebbe feroce, e la Tailandia dove chi ha vinto è stato scacciato, sarebbe democratica?
Roland Delmay
Lettera 7
Caro Dago, il solito gruppetto di fanatici dietrologi nell'assistere all' interpretazione dei disordini libico arabi, versione Gruber delle otto e mezzo, si è diviso. Una metà giura e spergiura che dietro il carico di armi del valore di 4 milioni di dollari, scoperto dalla polizia di Abu Dabi, indirizzato agli insorti dello Yemen, provenienza Turchia, ci sia la lunga mano dei servizi segreti americani.
L'altra metà è certissima che si tratti di intelligence israeliana. In ogni caso tutti propendono per una lettura dei movimenti in corso in chiave anti egemonico cinese. I gialli si sono già accaparrati mezza Africa di materie prime strategiche e tutti concordano nel ritenere una fesseria la lettura sessantottina e libertaria dei disordini in atto. Con buona pace della Gruber delle otto e mezzo e del suo corrispondente col ciuccio, da Tripoli o Bengasi che fosse.
Max
Lettera 8
Cari (!) Dagostiniani, non pareva vero a quelli di Repubblica di poter titolare "Helen la donna pilota". Caratteri cubitali, titolo confidenziale, stile night: Helen la donna pilota. Ora è evidente che l'ideologia, mista a follia e anticattolicesimo, è un cocktail midiciale per tutti. Però, appunto, bisgona fare attenzione alle droghe, perchè fanno male soprattutto agli apprendisti stregoni "repubblicani" e affini. Helen, cari Dagostiniani, non è una donna pilota di auto, moto o che va a cavallo, novella amazzone.
No! E' pilotessa di areo che sgancia bombe e ammazza i poveri libici in questo caso. Che gioia quindi per Repubblica poter fare il pissi pissi bau bau a Helen, donna con le palle che spara dall'alto dei cieli. Questa guerra obamiana gli piace ai nostri republicones: sarà perchè appunto c'è Obama, perchè non gli piace Gheddafi amico del Cavaliere, perchè c'è pure Napolitano che sentenzia "va bene tutto purchè ci sia l' ONU"(un tempo l'URSS). Che gioia pensare che una donna - in omaggio al femminismo duro e puro - possa finalmente ammazzare come un uomo. Ecco la vera emancipazione femminile, ecco il salto di qualità, la parità.
Mica come insegna la miserabile dottrina cattolica:quella demenziale, della donna nata dalla costola dell'uomo, quella della donna moglie e madre. Sciocchezze, leggende, cretinate.E' Helen la dolce Helen, il traguardo cui aspirare. Dall'Inghilterra vengono sempre novità da copiare, speriamo non siano islamici di seconda generazione. E attenta Helen, perchè i libici ritengono la donna diversa dall'uomo, anche se pilota. Ad majora.
Amore per la verità.
Lettera 9
Ciao dago,dopo Eziolo di largo Fochetti,ecco che avanza un nuovo leader a guidare la scalcagnata truppa dell'antiberlusconismo mediatico giudiziario nostrano,che, riposta provvisoriamente la forca dei tempi di pace, si mette la "cazzarola sulla testa", per citare un grande indimenticato piccoletto e va alla guerra offrendosi come scudo umano per difendere i mirage del nuovo capo.
Chi é?Nicolas, il nanoleone dell'Eliseo. La truppa italiota aveva sperato nella guerra lampo e nella vittoria dei ribelli di Bengasi per vedere travolti tutti gli interessi italiani in Libia.Perenne monito a futura memoria di quelli che si azzardano a fare affari con Berlosconi.
Razzi dei ribelli libiciCi aveva messo pure una giustificazione morale, guerra santa contro il satrapo di Tripoli e il puzzone di Arcore che gli bacia l'anello.Gli è andata male su tutta la linea, dopo 24 ore di Jihad, tutto il mondo ne aveva avuto a sufficienza delle performance del nanoleone di Parigi e ha richiesto a gran voce e ottenuto il comando NATO della missione. Come se non bastasse la macchina del fango Canard, Libero, Il Giornale si è messa a dire che i "fratelli" di Bengasi erano a libro paga francese,sin dall' inizio della rivolta e allora addio "Allons enfants de la Patrie Le jour de gloire est arrivé.".Ma non demordono.
La NATO, i militari, una robetta tecnica,la decisione politica é tutta nelle mani del nanoleone, loro nuovo eroe.E sai che spavento si prendono Russia,Cina,Turchia e compagnia bella ai miagolii del leoncino della Tripolitania!!!
Ribelli libici ConvoglioLettera 10
Che differenza passa tra una escort ed un pacifista? Nessuna! Anzi, a pensarci bene, chi mercifica il suo corpo per guadagnarsi il pane, merita rispetto, chi invece strumentalizza la pace per fini altri, merita biasimo. Qualora ve ne fosse bisogno (ma non ve n'è) , la guerra in Libia ha definitivamente smascherato le falsità di quel partito politico che si chiama pacifismo.
L'improvvisa scomparsa dei pacifisti dalle piazze mondiali, stranamente muti e latitanti nel condannare l'attacco a Gheddafi da parte delle forze alleate, la dice lunga sulla sincerità e sulle qualità morali degli sbandieratori professionisti. Quando si trattava di insultare il "cattivo guerrafondaio" repubblicano Bush reo di aver attaccato il "buon" Saddam, i pacifisti schiumavano rabbiosi in ogni angolo della terra ovunque una telecamera fosse presente.
OBAMAOra che il democratico Obama e il piccolo Napoleone rivoluzionario Sarkozy, hanno dichiarato guerra al "cattivo" Gheddafi, delle migliaia di civili uccisi dalle bombe "intelligenti", ai lanciatori di aria fritta non interessa nulla. Il motivo? Incredibile solo a pensarsi, ma è davvero così: far dispetto a Berlusconi! I pacifisti sono rimasti rintanati nei centri sociali e nelle segreterie dei partiti per la certezza che bombardare Gheddafi equivalesse ad un cannoneggiamento politico del suo amico Berlusconi.
Libia a parte, perché i fiancheggiatori "pacifinti" delle tirannie comuniste ed islamiche che affliggono il pianeta, non hanno mai sbandierato uno straccio di bandierina per condannare paesi a democrazia zero come Cuba, Iran, Cina, Venezuela e Korea del Nord? Amletico dubbio: che i "lupi travestiti d'agnelli" citati nelle sacre scritture si riferiscano a chi ha fatto della pace uno strumento per "ammazzare" i nemici? Quando si dice sepolcri imbiancati...
Gianni Toffali Verona