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POLITIKOM - scoop! scoop! scoop! L’incredibile è avvenuto: Tremonti e Letta ieri sera si sono visti direttamente e hanno giocato, lontano sia dai riflettori sia dagli intermediari, il primo round vero della partita delle nomine - Sulla Libia il gioco non è più nostro: Francia e Inghilterra andranno avanti fino alla fine e la guerra alla nostra ex colonia non la si vince via mare; di mediazioni italiane non se ne parla, l’unica possibilità per Gheddafi è quella di farsi garantire l’esilio dagli americani....

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DAGOREPORT
L'incredibile, almeno rispetto alle cronache pigre degli eterni duellanti che si affrontano da lontano ben coperti dietro le rispettive truppe, è avvenuto: Giulio Tremonti e Gianni Letta ieri sera si sono visti direttamente e hanno giocato in prima persona, lontano sia dai riflettori sia dagli intermediari, il primo round vero della partita delle nomine, quella che decide per i prossimi tre anni il governo delle grandi società la cui maggioranza è in mano pubblica.

Tremonti e Gianni Letta Dal Riformista Berlusconi ai tempi di Milano

Una partita a scacchi che si chiuderà con la stagione delle assemblee che inizia nella prima settimana di aprile. L'uomo di potere forgiatosi nella prima repubblica democristiana e andreottiana rimasto quasi completamente se stesso anche nel cuore operativo del ventennio berlusconiano e il Grande (anche perché unico) Garante della tenuta dell'Italia sui mercati internazionali, già tributarista di successo, hanno scelto di trattare direttamente e intestarsi reciprocamente le decisioni.

Una scelta per la quale bastava solo una piccola parte dei rispettivi quozienti intellettivi, ma che è comunque un segnale politico forte nella solitudine di Silvio B. prigioniero di se stesso e di una maggioranza che definire tale è eccessivo al di là dei numeri che vanno e vengono.

Ovviamente, non vi diciamo tutto quello che si sono detti anche perché di incontri ne faranno altri. Quel che è certo è che ci saranno conferme e una modica quantità di novità, soprattutto nei consigli e in alcune presidenze. Ma l'incontro diretto e l'accordo sul metodo tra Gianni e Giulio (o Giulio e Gianni) oggi vale di più di mezza presidenza nuova tra Eni o Finmeccanica.

GHEDDAFI BERLUSCONI

LIBIA, "SOLA" D'AMORE
Silvio B. prigioniero di se stesso e' stata oggi l'immagine più evidente del dibattito parlamentare sulla Libia. Dove, appunto, il premier non c'era. Sulla Libia il gioco non è più nostro: Francia e Inghilterra andranno avanti fino alla fine e la guerra alla nostra ex colonia non la si vince via mare; di mediazioni italiane non se ne parla, figurarsi poiché l'unica possibilità per Gheddafi è quella di farsi garantire l'esilio dagli americani.

Letta Tremonti Alemanno

Sui processi idem, se ieri non arrivava un certo sms ai due " responsabili" nell'anticamera della commissione che doveva decidere sulle richieste dei pm di Milano, il processo Ruby era già su di un altro binario. Vuol dire che gli assetti di governo verranno centellinati a seconda delle esigenze del momento.

Intanto, senza colpo ferire, il ministero degli Esteri potrebbe rientrare in possesso delle competenze sull'Europa per affidarle ad un viceministro. Quindi niente successione a Ronchi e nessun ministro a rappresentarci a Bruxelles. Un'autoretrocessione che farà molto piacere a quegli inglesi e francesi che ci stanno soffiando i rapporti ricostruiti con fatica, umiliazioni e soprattutto soldi con la Libia.

gll12 silvio berlusconi paolino bonaiuti

Modesta proposta: ma Paolino Bonaiuti con il suo buon inglese e le sue cravatte colorate non potrebbe essere utile? In fondo anche Antonio Tajani era un giornalista, e un portavoce, e se la sta cavando come commissario europeo. Speriamo che questa testimonianza d'affetto gli strappi un sorriso in queste settimane un po' tristi e solitarie di fine regime (anche se non c'è null'altro sullo sfondo).

 


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