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FORZA GHEDDAFI – I RIBELLI CONTROLLANO IL PORTO DI MISURATA MA TEMONO L’AVANZATA DEI MERCENARI – MENTRE LA NATO CERCA UN COMPROMESSO TRA FRANCESI E TURCHI SULLA NO-FLY ZONE, NEI CIELI SI SPARA: ABBATTUTTO UN CACCIA LIBICO – L’ASTENUTA MERKEL CHIEDE L’EMBARGO PETROLIFERO CONTRO TRIPOLI – IL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCESE: “LA DISTRUZIONE DELLA FORZA MILITARE LIBICA, SARÀ QUESTIONE DI GIORNI, SETTIMANE, E NON DI MESI” - WIKILEAKS AVVERTE: IL RAIS POTREBBE AVERE UN ARSENALE DI ARMI CHIMICHE…

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1. INSORTI,PORTO MISURATA SOTTO NOSTRO CONTROLLO...
(ANSA)
- "Il porto di Misurata è sotto il nostro completo controllo". Lo ha affermato il portavoce dell'esercito rivoluzionario anti-Gheddafi, Ahmed Beny, colonnello dell'aviazione, in una conferenza stampa a Bengasi. "Le navi della coalizione internazionale si stanno avvicinando al porto della città" a 200 chilometri ad est di Tripoli, ha aggiunto Beny.

Guerra in Libiae

2. INSORTI, CHIEDIAMO RAID AEREI SU MERCENARI A KUFRA ...
(ANSA)
- "Gheddafi sta ammassando uomini provenienti dal Ciad a Kufra nel sud della Libia. Chiediamo alla coalizione internazionale di attaccare queste forze". Lo ha detto Ahmed Beny, portavoce dell'esercito rivoluzionario anti Gheddafi, in una conferenza stampa a Bengasi.

3. AEREO LIBICO ABBATTUTO DA JET FRANCESE...
(ANSA)
- Un jet francese ha abbattuto un aereo militare libico che aveva violato la no-fly zone. Lo ha riferito la tv ABC sul suo sito.

Guerra in Libia e

4. NATO, SI LAVORA A TESTO COMPROMESSO SU NO FLY ZONE...
(ANSA)
- Un compromesso sulle operazioni Nato per fare rispettare l'interdizione della no fly zone sulla Libia è sul tavolo degli ambasciatori dell'Alleanza, riuniti nel pomeriggio dal segretario generale Anders Fogh Rasmussen. Lo si apprende da fonti della Nato. Il compromesso cerca di trovare una sintesi tra la posizione di paesi come la Francia e la Gran Bretagna, che ritengono necessario e legittimo fare ricorso a tutti i mezzi per proteggere la popolazione civile, incluso i bombardamenti contro le truppe di terra del colonnello Gheddafi, e quella di paesi, in particolare la Turchia, che chiedono lo stop di tutti i raid aerei, prima di una presa eventuale del comando della no fly zone da parte della Nato.

JUPPè

5. JUPPE', IMPENSABILE RAGGIUNGERE OBIETTIVI IN 5 GIORNI...
(ANSA)
- "Non ci si può aspettare che gli obiettivi siano raggiunti in soli cinque giorni". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Alain Juppé, parlando dell'intervento internazionale in Libia. La "distruzione della capacità militare di Gheddafi", ha precisato, "sarà questione di giorni, settimane, certo non di mesi". Una volta raggiunto questo obiettivo, occorrerà "identificare, a Tripoli ed altrove, le personalità" capaci di transitare il Paese verso l'uscita dalla crisi.

Guerra in Libia

6. MERKEL, SERVE EMBARGO PETROLIFERO COMPLETO...
(ANSA) - La cancelliera tedesca Angela Merkel ha chiesto un "embargo petrolifero completo" contro la Libia, oltre ad "ampie restrizioni al commercio" del paese. "Spero che alla fine troveremo una posizione comune su questo punto", ha detto la Merkel durante un intervento al Bundestag riferendosi al consiglio europeo di Bruxelles.

7. BERLUSCONI GIUNTO A CONSIGLIO EUROPEO...
(ANSA)
- Il premier Silvio Berlusconi è giunto da pochi minuti al Justus Lipsius, a Bruxelles, per partecipare al Consiglio europeo, che si apre oggi: crisi libica e patto per l'euro sono i dossier sul tavolo dei leader europei.

Guerra in Libia

8. WIKILEAKS; ESPRESSO, RAIS HA ANCORA BOMBE CHIMICHE...
(ANSA)
- Molte tonnellate di armi chimiche letali - tra cui l'iprite, un gas che distrugge pelle e polmoni - sarebbero ancora presenti in Libia: Gheddafi avrebbe infatti 'barato' sulla loro distruzione, riporta un'anticipazione dell'Espresso sulla base di una serie di cable Wikileaks 'in esclusiva' tra alcune cancellerie europee e gli Usa. Tripoli disporrebbe di un arsenale di armi chimiche, che potrebbe essere usato contro gli insorti (non verso l'Europa, non avendo più a disposizione missili a lunga gittata), sottolinea l'anticipazione spiegando le complicate trattative degli anni scorsi sul disarmo che doveva essere completato entro il 2011. Ma su cui è 'forte' il sospetto che "il Rais possa aver barato, occultando agli ispettori stock di ordigni".

berlusconi merkel

Negli anni '80 Gheddafi aveva avviato un ambizioso programma di impianti chimici e nucleari ed il simbolo - si ricorda nell'anticipazione - era lo stabilimento di Rabta. Poi l'invasione dell'Iraq e la caduta di Saddam Hussein aveva convinto il Colonnello a rinunciare, aprendo agli ispettori internazionali e cominciando la distruzione dei gas. Ma chiedendo che fosse l'Occidente a pagare il disarmo, a cominciare dalla fabbrica di Rabta, dove si sarebbero distillate fino a 40 tonnellate di veleni mortali ogni mese.

assange

Fabbrica che l'Italia avrebbe voluto trasformare in stabilimento per confezionare farmaci mentre la Germania - secondo quanto emerso dai cablo dell'ambasciata Usa a Roma - "avrebbe voluto" vederla "distrutta piuttosto che riconvertita perché quella struttura rappresenta un dilemma per i politici tedeschi" per i loro "passati trasferimenti 'illegali' di materiale". Per disinnescare gli ordigni si era poi aperta un'asta tra le capitali per finanziare la bonifica. E i libici - spiega l'Espresso - avrebbero sfruttano la situazione prendendo tempo e soldi.

Con le ambasciate Usa del vecchio continente che rimbalzavano cable sullo "scarso livello di sicurezza dei depositi" e parlavano di una "situazione preoccupante". Il sospetto che emerge incrociando i vari cable è quindi - conclude l'anticipazione - che "Gheddafi si sia fatto pagare due volte per lo stesso lavoro, senza nemmeno completarlo". E la Libia avrebbe ancora a disposizione "tonnellate di bombe letali".

 


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