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67 MILIARDI DI UNI-DEBIT! - E POI DICONO CHE NON C’È LA CRISI: I DUE TERZI DELL’ESPOSIZIONE A RISCHIO DELLA BANCA DELL’EX PROFUMO SONO IN ITALIA - IL “RUSSO” GHIZZONI PER LA CRESCITA PUNTA AI PAESI DELL’EST E OSTENTA SICUREZZA SUGLI STRESS TEST - AI MERCATI BASTA UNA FLESSIONE DEGLI UTILI INFERIORE ALLE ATTESE (-22%), PER SPINGERE IL TITOLO IN BORSA (CHE SI ASPETTAVANO IL CRAC?)…

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Paolo Stefanato per "Il Giornale"

Federico Ghizzoni UNICREDIT

Il giudizio sul bilancio 2010 di Unicredit è stato influenzato più dal fatto che i risultati, pur in calo, hanno superato le previsioni degli analisti che dal macigno dei crediti deteriorati, sui quali il recupero è incerto. Così la Borsa, le cui logiche spesso sfuggono, ha premiato il titolo con un rialzo del 2,16% a 1,79 euro, miglior titolo bancario in Europa.

Il gruppo guidato da Federico Ghizzoni archivia il 2010 con utile in flessione del 22,2% a 1,32 miliardi; il dato è superiore alle stime degli analisti che prevedevano 1,2 miliardi. Solo nel 2008 i profitti erano di 4 miliardi, ma sembra un secolo fa; tuttavia, la crescita del 9% nel quarto trimestre e i segnali incoraggianti dei primi due mesi del 2011 fanno guardare con maggiore ottimismo all'esercizio in corso.

Invariato il dividendo di 0,03 euro. I piani sono sempre indirizzati al miglioramento della redditività, soprattutto in Italia dove non è soddisfacente, all'efficienza dei costi e allo «snellimento della struttura di holding».

ROBERTO NICASTRO Federico Ghizzoni

È poi previsto un graduale miglioramento degli accantonamenti a fondo rischi. Tema questo tutt'altro che trascurabile. I due terzi dei prestiti problematici (con diversa intensità) del gruppo sono concentrati in Italia: 44 miliardi su un totale di 67. Segno inequivocabile della crisi, visto che l'Italia pesa per il 40% sui ricavi complessivi.

Quanto allo sviluppo, Unicredit punta a un consolidamento in Austria e Germania e a un'ulteriore crescita nei Paesi dell'Europa Centrale e Orientale con una forte crescita in Turchia, Polonia, Russia e Repubblica Ceca. A proposito dei Paesi dell'Est, l'ad Federico Ghizzoni sottolinea che non sono in corso contatti con la russa Sberbank (nel cui board è appena stato cooptato Alessandro Profumo), per la cessione di asset in Ucraina e Kazakhstan. (Va ricordato che Ghizzoni prima di salire al comando del gruppo era il responsabile proprio di quelle aree).

Unicredit piazza Cordusio

Quanto al tema della solidità patrimoniale, con un Core Tier 1 ratio all'8,58% e del Tier 1 al 9,46%, il manager ha spiegato ieri agli analisti riuniti a Londra che per gli imminenti stress test non c'è «alcuna pressione» e che, quindi, sono «semplicemente benvenuti». Su Basilea 3 ha aggiunto che la banca conta su livelli di capitale «rassicurante».

Ghizzoni non fa previsioni sul futuro rimandando al piano industriale che verrà presentato entro l'anno:«Non lo abbiamo ancora comunicato non per un ritardo interno ma per ragioni legate al contesto macroeconomico».

P.zza Affari

Su Pioneer, la controllata nel risparmio gestito in vendita, ha detto: «Vedremo se le attuali proposte corrispondono alle nostre ambizioni, altrimenti la terremo e lavoreremo per rilanciarla e svilupparla». Tempi della decisione? Due-tre settimane. Sullo sfondo, la questione (attualissima) del «congelamento» delle quote dei libici: per Ghizzoni «sull'andamento operativo quotidiano» non c'è «nessun impatto». Salvatore Ligresti non sarà sostituito nel cda, che scenderà da 23 a 22 membri.

 


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