Vittorio Malagutti per "il Fatto quotidiano"
2 ger07 ligresti geronziSi decide tra oggi e domani il destino dell'impero finanziario di Salvatore Ligresti. Che poi, stringi stringi, vuol dire il business delle polizze di Fondiaria assicurazioni e della controllata Milano. A cui va aggiunta la rete di partecipazioni strategiche nel cuore del capitalismo italiano. Come quelle in Mediobanca, Pirelli, Rcs-Corriere della Sera, Alitalia, giusto per segnalare gli snodi più importanti.
gero19 ligresti figliaBocciata dalla Consob l'ipotesi di salvataggio sponsorizzata dai francesi di Groupama, il pallino è tornato nelle mani dei banchieri di Unicredit e Mediobanca, i due istituti più esposti nei confronti del gruppo assicurativo.
Ma un aiuto arriverà anche dalle Generali, formalmente concorrenti di Fondiaria ma presiedute da Cesare Geronzi, amico e sodale di Ligresti da almeno un paio di decenni.
Vediamo allora come funzionerà questo salvataggio all'italiana, nel segno, tanto per cambiare, del conflitto d'interessi. Tutto ruota intorno all'aumento di capitale di Fondiaria, che nei prossimi mesi dovrebbe incassare circa 500 milioni.
Una somma necessaria a riportare in equilibrio i coefficienti patrimoniali della compagnia da tempo pericolosamente vicini ai limiti imposti dai regolamenti in materia. Chi mette i soldi? Premafin, la holding quotata in Borsa di Ligresti, ha le casse vuote e allora ci pensa Unicredit.
FEDERICO GHIZZONILa banca ha convocato per oggi il consiglio che dovrebbe dare il via libera definitivo all'intervento di pronto soccorso. Tra gli amministratori di Unicredit troviamo Ligresti in persona, che, ovviamente, non potrà partecipare al voto sulla delibera che riguarda se stesso.
L'operazione è stata fin qui resa nota solo nelle sue linee generali. In sostanza, Premafin sottoscriverebbe solo una parte della propria quota dell'aumento Fondiaria. Il resto dei diritti verranno ceduti a Unicredit che così, oltre a finanziare la holding di Ligresti, entrerà direttamente nel capitale della compagnia.
bollore articleA giochi fatti al finanziere resterebbe una quota di Fondiaria non superiore al 35 per cento, contro il 41,6 per cento attuale, mentre l'istituto di credito guidato da Federico Ghizzoni arriverebbe al 7 per cento. Per conoscere i numeri esatti dell'affare bisognerà comunque aspettare ancora un po'.
Tra l'altro proprio domani è in calendario il consiglio di Fondiaria che dovrebbe alzare il velo sul bilancio 2010. Sono attese perdite per oltre 500 milioni, forse anche di molto superiori. É probabile infatti che gli amministratori della compagnia decidano di fare pulizia nei conti in vista dell'aumento di capitale e della ristrutturazione.
FAUSTO MARCHIONNIQuando le cifre del buco Fondiaria saranno chiare si capirà con precisione quanti soldi serviranno per rilanciare il gruppo assicurativo reduce, tra l'altro, dai 400 milioni di perdite fatte segnare già nel 2009.
Unicredit sembra comunque pronto a fare la sua parte.
Del resto sono ormai un paio di anni che la banca fa da puntello alle pericolanti finanze della galassia Ligresti. Operazioni immobiliari per decine di milioni, rinnovo di linee di credito in scadenza per alcune holding personali del finanziere, proroga di alcuni mesi di un contratto derivato (equity swap) su titoli Fondiaria. Unicredit ha sempre tempestivamente risposto alle richieste d'aiuto del proprio consigliere d'amministrazione. Questa volta però è diverso.
Marina NataleAdesso serve un intervento radicale per rimettere in linea un gruppo assicurativo che, tra l'altro, negli anni scorsi è stato più volte utilizzato dai Ligresti per i propri interessi personali. É stata Fondiaria a rilevare attività in perdita messe in vendita dalla famiglia del finanziere, a cominciare dalla catena alberghiera Atahotels, per non parlare di palazzi e terreni per decine di milioni di euro. Ora però non è più tempo di giochi di sponda. E il salvagente lanciato dal sistema bancario, Unicredit in testa, avrà un prezzo. Ligresti vedrà drasticamente ridursi la sua partecipazione in Fondiaria.
Tutte le sue azioni della compagnia sono peraltro in pegno da un pezzo agli istituti di credito. I banchieri vorranno anche precise garanzie sulla gestione e per questo pretenderanno anche una rivoluzione tra i manager di comando. Un paio di mesi fa lo storico amministratore delegato di Fondiaria, Fausto Marchionni (legatissimo ai Ligresti) è stato sostituito da Emanuele Erbetta.
Progetto Citylife MilanoAdesso però non sono escluse nuove nomine sponsorizzate dalle banche. Si è fatto il nome di Marina Natale, direttore finanziario di Unicredit, e di Claudio De Conto, a lungo l'uomo dei numeri alla Pirelli di Marco Tronchetti Provera. Solo ipotesi al momento. Si vedrà. Adesso i banchieri sono al lavoro per far tornare i conti. Servono in fretta nuove risorse e alla fine tornerà buono anche l'aiuto delle Generali guidate da Geronzi.
La compagnia triestina già nelle prossime settimane potrebbe comprare da Fondiaria (esercitando un'opzione negoziata mesi fa) il 27,2 per cento di Citylife, il quartiere di lusso in costruzione nel centro di Milano. Con il nuovo acquisto Generali arriverebbe al 68 per cento contro il 32 per cento dell'altro socio Allianz. Fondiaria invece incasserebbe un centinaio di milioni e soprattutto eviterebbe gli ingenti investimenti necessari per completare Citylife. Insomma un affare quanto mai opportuno. Chiuso con la benedizione di Geronzi.