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1- NEL MAGICLAND DI AURELIO REGINA SI VA DIRETTI DA VALMONTONE A VIALE DELL’ASTRONOMIA 2- SPIN DOCTOR DI SE STESSO VERSO L’ALTO SOGLIO DI CONFINDUSTRIA, AL FIANCO DELLA LOBBY SMONTEZEMOLATA DI ABETE E DELLA VALLE, TUTTI IN FERVIDA ATTESA DELLA DECOZIONE DEL PUZZONE DI ARCORE, REGINA APPARTIENE A QUELLA SCHIATTA CHE AGNELLI DEFINÌ \"I PROFESSIONISTI CONFINDUSTRIALI\": UN MANAGER PIÙ CHE UN IMPRENDITORE 3- NELLA SUA RAMPANTISSIMA CORSA, IL PRESIDENTE DEL SIGARO TOSCANO HA SCELTO PER SÉ UNA CIFRA PIÙ OBLIQUA CHE TRASVERSALE. NON SENZA COMMETTERE QUALCHE ERRORE DI PERCORSO PER ECCESSO DI VELLEITARISMO (\"IO NON HO NIENTE DA CHIEDERE, HO PIÙ DA DARE\"), GOLOSITÀ DI CARICHE E DI \"SOFFIETTI\", SUI MOLTI GIORNALI BEN DISPONIBILI ALLA BISOGNA (\"UN CANDIDATO INATTACCABILE\" PER \"IL FOGLIO\")

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Alberto Statera per "Affari & Finanza" de "la Repubblica"

Nella splendida cornice pseudohollywoodiana di Rainbow Magicland a Valmontone, tra fate, maschere e montagne russe, è andato in scena la scorsa settimana il primo atto della maratona per l'elezione del nuovo presidente della Confindustria, a cui manca più di un anno.

Un serial che vede impegnati allo spasimo quelli che l'Avvocato Agnelli definì "i professionisti confindustriali", cioè quella numerosa pattuglia di personaggi che più di capannoni, stabilimenti e imprese, ama calcare i corridoi di via dell'Astronomia e delle varie Unioni industriali del paese, con il relativo indotto di visibilità sui media.

Il primo a lanciare la campagna elettorale, attraverso una potente e variegata macchina di consenso fin da quando un paio d'anni fa è approdato alla presidenza degli industriali di Roma, è proprio l'uomo di Raimbow Magicland, che lì ha voluto festeggiare l'unificazione dell'Unione di Roma con quelle di Frosinone, Viterbo e Rieti.

Si chiama Aurelio Regina. Quarantotto anni, pugliese di Foggia, ha lavorato alla società di cacciatori di teste Egon Zender, alla Procter & Gamble e alla Philip Morris e oggi è presidente della Manifattura Sigaro Toscano. Un manager più che un imprenditore, perciò un perfetto professionista confindustriale, secondo la classificazione dell'Avvocato Agnelli.

Spin doctor di se stesso verso l'alto soglio di via dell'Astronomia, nell'incertezza del quadro politico per la decozione di Berlusconi e del centrodestra, Regina ha scelto per sé una cifra più obliqua che trasversale. Non senza commettere qualche errore di percorso per eccesso di velleitarismo ("Io non ho niente da chiedere, ho più da dare"), golosità di cariche e di "soffietti", come si dice in gergo castigato, sui molti giornali ben disponibili alla bisogna ("un candidato inattaccabile" per "Il Foglio").

Ciò che ha fatto arricciare il naso a non pochi autorevoli industriali. "Se l'Italia non cresce, è l'incapacità della politica, di tutta la politica", ha proclamato Regina a Rainbow Magicland, ma dalla politica egli ha da poco portato a casa, tra l'altro, la presidenza del Parco della Musica ad opera di Gianni Alemanno, un sindaco ormai assediato da un cumulo di macerie da lui stesso prodotto, con una sequela di "incidenti" che non si sa più se attribuire a dolo o piuttosto a imperizia.

Chi sa quanto il Parco della Musica sia nel cuore del centrosinistra capitolino fin dai tempi di Veltroni può capire quanto l'errore di bulimia di incarichi dell'aspirante presidente possa rivelarsi fatale rispetto alla strategia bipartisan. Tanto che ormai uno dei pochi a mettere pubblicamente la mano sul fuoco per Regina è l'ex presidente della Camera di Commercio Andrea Mondello.

Un po' poco all'inizio di una partita nella quale i grossi calibri devono ancora scoprire le carte e dove chi la prende da troppo lontano finisce spesso in pellicceria. "Bene le quote rosa dice un calembour che circola nelle Unioni del nord ma dopo Emma basta con le Regine in Confindustria!"

 


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