DAGOREPORT
Ancora su Lerner-Pinocchio. L'Infedele de La7 che aveva dato dell'"astuto sovversivo" a Dagospia e, in sovrappiù, l'aveva bollato come un "accessorio" dei Poteri Marci. E se insistiamo nelle repliche, è soltanto per rispetto dei lettori del suo blog, "il bastardo", (e dei nostri). Nelle sue rispostine a Dagospia, Gaddino, infatti, la butta - come si dice a Roma -, in "caciara". Non spiega la ragione vera della polemica (diffamatoria) da lui sollevata. Si attacca, invece, al fumo della pipa per difendersi dagli articoli leneriani da noi evocati, a mo' d'esempio, dei suoi rapporti con i Poteri Marci. Parla d'altro, insomma.
bocchino dagostino notizia xStiamo ai fatti (diffamatori).
Lerner aveva individuato nell'"abile portavoce" di Cesare Geronzi, Luigi Vianello, e nel lobbysta Luigi Bisignani quali "fonti privilegiate" del sito web. Ed era rimasto "impressionato" nel leggere sui giornali dei "trattamenti" cui sarebbero stati sottoposti i coniugi Bocchino ("probabile" la presunta telefonata "ricattatoria"!). ggiungere quindi l'accusa, pesantuccia, rivolta a Dagospia di essere, in pratica, "un servo dei padroni". Come si urlava in piazza ai tempi suoi (rivoluzionari) di "Lotta continua". O un "accessorio" dei padroni del vapore.
Deve aver fatto davvero miracoli l'acqua del Po (riva destra dell'Avvocato) sul lessico politico (e il portafoglio) dell'"Infedele". Da servire il popolo a servire la Fiat, è stato davvero ardito il salto sulla Duna da parte di Gad-Pinocchio.
Torniamo però al "caso" Bocchino.
Accade che nel giro di poche ore, fatto che Lerner considerava "improbabile", la presunta vittima, Gabriella Buontempo, dichiarava a "Vanity Fair" di non aver subito "nessun ricatto" da parte di Roberto D'Agostino. Rilanciando addirittura sulla relazione Bocchino-Carfagna. Nel frattempo, in replica alle sue tante mascalzonate (ricattatore, astuto sovversivo, accessorio dei Poteri Marci) - tirato per i sacri tatuaggi offesi a morte, Dagospia si limitava ad evocare le migliori performance giornalistiche di Lerner.
Cosa che non ci sarebbe passata per la testa se, come ammoniva Umberto Eco a proposito del processo alle opinioni, Lerner non avesse scambiato "la scrittrice di gialli, Agatha Christie, per un'assassina". Cioè, Dagospia confuso per un ricattatore e servo dei padroni. Non per quel "servitore maldestro" dell'informazione che "rompe i piatti" quando apparecchia il suo sito impertinente.
DE MICHELIS-LERNER GdM 2Una volta (ri)spiegato ai lettori il vero motivo della "querelle", veniamo ai tre punti (marginali rispetto alle ragioni forti della polemica) che - una volta sbugiardato -, continua ad aggrapparsi il peluche mediatico di Bebè Bernabè (proprietario del La7 attraverso Telecom):
Lerner dice di "vantarsi" dell'intervista fatta a suo tempo su "Lotta continua" al figlio di Casalegno. Il vice direttore de "La Stampa", ucciso dalle Br. Ma Dagospia non era interessato a conoscere se Gad era pentito o meno di quello scoop. Noi l'abbiamo portata a mo' d'esempio dopo che lui era rimasto "impressionato" (sic) nel leggere le notizie del presunto ricatto di Dagospia ai coniugi Bocchino. Come a dire? A ciascuno le sue sensibilità.
DE MICHELIS-LERNER GdM 1 ag firmaGiusto. Il mitico viaggio in elicottero con Agnelli raccontato su "La Stampa", non aveva a che fare con una manifestazione sindacale, riguardava invece il raduno secessionista della Lega nel 1996. Che cosa cambia rispetto alla polemica sugli "accessori" dei poteri forti? Volare sulle teste dei Lumbard in elicottero con l'Avvocato è forse un segno d'indipendenza dal proprio editore? O non si finisce nella categoria degli "astuti sovversivi" stilata da Lerner?
Bontà sua, Gad trova invece "meno interessante" quella che lui chiana "testimonianza" (in livrea?) sul suo padrone Agnelli che fa ritorno al Lingotto.
Come per il raduno della Lega, scambiato per una manifestazione sindacale, il ricorso frettoloso alla memoria ci ha tradito (disponevano del materiale d'archivio, per superbia non l'abbiamo verificato): i reportage sulla Cina di Lerner con i coniugi De Michelis sono apparsi su "La Stampa", non sul Corrierone (vedi foto). Ci siamo riletti i due paginoni dedicati al viaggio dell'ex ministro socialista degli Esteri e, francamente, non abbiamo capito - come chiosa nella "rispostina" Gad -, quali interessanti "affari" rappresentasse allora De Michelis a Pechino.
agnbelli elicotteroTant'è che nel primo reportage, dopo aver descritto nei minimi particolari la mise della consorte di De Michelis, Stefania Tucci: la "pelliccia di visone selvaggio completa di ampio cappuccio di visone sotto il quale ha indossato un colbacco", Lerner è costretto a confessare, "il nostro non sarà soltanto un viaggio di affari". Quali?
trasloco gad lernerAlla fine dell'appassionata lettura leneriana non lo sapremo mai. Sapremo invece che la moglie-finanziera di De Michelis è "tra i pochi italiani operanti a Wall Street". Infine, aggiunge Lerner, sulla scelta di andare in Cina con i coniugi De Michelis "il buon Cesare Romiti non c'entra un fico secco".
Facciamo finta di credergli. Ma la verità, diceva Albert Camus, non è "una virtù, ma una passione. Ne consegue che non è mai caritatevole". E la passione per la verità di Dagospia è più forte delle menzogne.